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Proprio così: il signor Megadap ha inteso costruire il suo adattatore che rende AF le ottiche MF su fotocamere Nikon Z Verrebbe da chiedersi in prima battuta: ovviamente sarà un adattatore a baionetta F su Z... !!! Ed invece no, probabilmente per evitare l'ira funesta della Casa di Tokyo che in quel caso avrebbe avuto da ...obiettare qualcosa, Mr.Megadap che non lascia traccia di sè neppure nel sito dedicato se non per una mail di riferimento, ha preferito costruire un adattatore per ottiche Leica M su fotocamere Nikon Z... Ma ovviamente...nulla osta a mettere davanti la storica ed elegante baionetta LM, qualsiasi altro adattatore meccanico (privo di contatti elettrici) per utilizzare l'universomondo di obiettivi MF fin qui prodotti, anzi...nella pagina/prodotto del sito, Mr.Megadap ce ne mette una caterva a disposizione tra i quali fa capolino, ovviamente, anche quello Nikon F !!! Nikonland è un sito di curiosi, possessori di ogni bene del listino Nikon di oggi e del passato anche remoto: volete che non ci mettessimo a provare questa annunciata meraviglia? Andiamo per gradi però: seguendo il percorso consigliato dalle istruzioni per l'uso...: Megadap si presenta come un apparecchio ben strutturato, tutto in metallo, costituito da una baionetta di innesto ottiche LM dotata di una ben prominente leva di sblocco e priva di qualsiasi contatto elettrico, dato che vi monteremo sopra obiettivi Manual Focus Girandolo, troviamo oltre alla baionetta di innesto alle fotocamere Nikon Z, la relativa contattiera per comunicare elettricamente tra fotocamera ed adattatore... dato che il cuore della trasmissione dei dati di fuoco ed esposizione è contenuto per intero nella basetta che finalmente ci dà qualche dato di fabbrica. (particolare della gola dell'innesto, che determinerà l'escursione di quei 6,5mm che consentiranno la movimentazione delle ottiche applicate) l'adattatore è inoltre dotato di presa micro USB che serve ad aggiornarne il fw (attualmente siamo alla versione V.1.3.1) La prima cosa che viene consigliato nel sito da fare, è proprio quella di controllare la versione fw dell'adapter, scollegato dalla fotocamera. La seconda...quella di stabilire che ottica montare e registrare, con un sistema tanto empirico, quanto efficace, la sua focale scattando una foto a un determinato valore di diaframma e, immediatamente dopo, spegnere la fotocamera. Alla sua riaccensione e in tutte le foto successive che verranno scattate con questa registrazione iniziale, troveremo nei dati EXIF la focale in uso ed il valore di diaframma utilizzato per ogni foto ! Roba da non credersi, abituati con Nikon Z ormai ad aver dovuto fare a meno di ogni rilevamento EXIF per obiettivi MF, a causa dell'assenza del simulatore di diaframma presente sulle DSLR... L'elenco di corrispondenza tra il valore di diaframma per impostare i dati e la focale corrispondente, è nella pagina/Manuale del sito e come potrete vedere, ha una limitata quantità di lunghezze focali, classiche del mondo Leica M (troviamo lunghezze focali caratteristiche come i 21mm, i 75 ed i 90, sconosciuti ad altri produttori) Perchè tra le verie raccomandazioni del produttore c'è anche quella che il Megadap sia ottimizzato per scattare a valori da f/1,4 e f/5,6 pur consentendo l'utilizzo di ogni altro (ma con possibili sovra o sotto esposizionei) Inoltre, ed è ben comprensibile, gli obiettivi con elicoide di maf molto esteso, vanno prefocheggiati nei pressi del soggetto sui cui la limitata escursione del Megadap (6,5mm) potrà consentire a quel punto di avere buona ...presa. Ancora...è possibile scattare con tutti i modi AF delle Nikon Z, tranne AF Pinpoint che essendo il modo a solo contrasto di fase viene espressamente escluso. Nell'utilizzo in questi giorni di questo adattatore, ho notato come sia veramente efficace ogni altro tipo di lettura AF della fotocamera, compresi AF Auto e Auto Wide e Small, ognuno dei quali si attaglia a determinati soggetti nelle riprese fotografiche ed in quelle video. Sono però partito dall'uso del Megadap con ottiche Leica M, avendo per coincidenza a disposizione due TTartisan, il 50/0,95 ed il 35/1,4 con i quali ho realizzato il mio training con questo sorprendente adattatore. ben visibile in questa coppia di foto, l'escursione del blocco di movimentazione degli obiettivi sul Megadap: pochi mm che consentono la rivitalizzazione di ottiche MF e qui lo stesso...con ottica montata. A cosa possa servire un attrezzo del genere è presto detto: la sua lentezza operativa ed il rumore di trascinamento ne fanno un ausilio per generi dove la fretta non la faccia da padrona, MA... si desideri conferma dell'avvenuta cattura del soggetto su cui mettere a fuoco. Nello specifico, scrivo da molti anni ormai che gli ausili correnti sulle mirrorless, come il focus peaking a spettro di colore, siano francamente del tutto inutili con obiettivi come i grandangoli oltre i 35mm, con i quali mi risulta impossibile comprendere la soglia effettiva di fuoco, essendo caratterizzati da una grande pdc. Ma ancor di più oggi, con l'avvento di obiettivi dalla focale fissa di enorme luminosità, come per l'appunto quel TTartisan 50/0,95 con il quale non si avrebbe mai la certezza del raggiungimento di una maf precisa, con gli aloni colorati. Ebbene, con questo adattatore di terze parti oggi, selezionando AF-S e punto singolo o Auto Wide/Small, otteniamo questa conferma di fuoco sulle nostre Nikon Z E sopratutto...riusciamo a riportare sugli EXIF i dati di esposizione insieme a quelli della focale e del diaframma in uso ! E' per questo che il mio training su Leica è volato via in pochissimo tempo, durante il quale ho comunque capito che con obiettivi con escursione dell'elicoide di messa a fuoco limitata, basta lasciare vicino ad infinito la ghiera manuale e il Megadap farà il resto, mentre con gli obiettivi più specifici (tele, macro) bisogna intervenire lasciando loro il margine utile di lavoro. Il primo adattatore Nikon F- Leica M che ho comprato su Amazon era inadatto: di marca Urth, possiede una ghiera di blocco, zigrinata, incomprensibile, che non ne consente l'accoppiamento al Megadap, molto convesso al suo interno (neppure facendo preventivamente venir fuori l'elicoide dell'adapter) Urth...urta e si rovina... Non compratelo Io ne ho presi due (pensando che il primo fosse difettoso) e li ho entrambi restituiti, prima di arrivare ad un consueto K&FConcept, assolutamente perfetto che si accoppia alla perfezione ... e finalmente porta a casa il discorso in questione...!!! avendo a disposizione una vasta platea di candidati a questo...matrimonio intanto guardate questo video...pur sapendo bene come questo non sia ...il mio ambito megadap.mp4 scusandomi ancora per la ...laconicità del video, le foto man mano scattate, sono state riprese come detto con un Nikkor 24/2 del 1977 Cominciamo da questo splendido Nikkor 50/1,8 AiS (ultima serie prima degli AF) che sembra nato per stare sulla Nikon Z7 su cui sto facendo questi esperimenti come il suo successore... il primo 50/1,8 AF assolutamente MF su ogni Nikon Z (come anche tutti gli altri AF ed AFD) (il video e le foto di servizio ad adattatore ed obiettivi, sono state realizzate con la Z50 ed il suo 16-50 DX) Passiamo poi per lo stupor mundi tra tutti gli standard luminosi MF bello già soltanto da fotografare lui stesso così come faccio con questo altro campione, il Micro Nikkor 55mm f/3,5 half lifesize del 1970 che col Megadap va seguito, prefocheggiando sul soggetto, visto l'infinito elicoide di maf senz'altro uno dei miei obiettivi Macro di riferimento, ancora oggi e ancor di più, con questo Megadap, che finalmente mi da agio di utilizzarlo su Z andiamo sui wide? Facciamolo con una new entry delle mie vetrine, il Nikkor 20mm f/4 supersimmetrico del 1977 compatto, semplice e però...f/4, quindi impossibile da focheggiare a mano con precisione su ML, con i sistemi tradizionali Credo di essermi spiegato: funziona, tossisce ma poi ...si schiarisce la gola e acchiappa il soggetto, soffre molte antiche cose di cui soffrivano gli AF di prima generazione, ma consente di sapere se un obiettivo wide o molto luminoso (o tutt'e due le cose) sia realmente a fuoco sul piano richiesto. Costa 399 euro, che non è poco (a cui sommare l'acquisto dell'adattatore per Nikon o per ogni altro obiettivo vogliate usarci sopra): ma già solo per il fatto che mi riporta sugli EXIF della Z la lunghezza focale ed il valore del diaframma in uso mi sa che lo terrò... Secondo me tra l'altro, continueranno ad aggiornare il fw... Ben fatto, Megadap MTZ11 ! Max Aquila photo (C) per Nikonland 2021
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Luogo : coordinate GPS della Z9 Personaggi : più quello che vi scrive. Aggiungiamo una bella mattina di sole che da un freddino pungente (guanti e cappello) è andata scaldandosi fino a 15° con un sole di taglio ma molto primaverile. E naturalmente la mia Nikon Z9, il mio 100-400/4.5-5.6 e le artiglierie di Valerio, le macchine di Silvio e di Massimo. Un sacco di chiacchiere. E le mascherine che sono andate dopo un pò a finire nelle ... tasche. Di contorno idrovolanti, cormorani, cani e gabbiani. Tanta amicizia e piacere di scoprire cose nuove. Persino Valerio, notoriamente un conservatore (no Auto-ISO ed f/8 di rigore anche con ottiche superluminose) senza aver mai nemmeno provato una Z, non dico una Z9, una Z qualsiasi, si è ritrovato a fotografare. Anche a prendere uccelli in volo, non solo il frontone della Villa Olmo e una lite condominiale tra cormorani, di quelle accese. Scattata nello splendore dei 20 fps della Z9. This is Nikonland, guys. PS : Altre foto, commenti, impressioni, chiacchiere, appena gli altri tornano dalla trasferta
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Oggi ho voluto provare a fare "quasi" wildlife photography con la Nikon Z6, scegliendo un soggetto non terribilmente difficile ma comunque impegnativo: cince e altri uccelletti. Avevo già provato (con la Z6 di Mauro e un'altra volta con quella di un amico) a fotografare "uccellacci", dalle poiane agli aironi, con buoni risultati, ma gli "uccellini" sono più sfidanti, per le dimensioni (molto piccole) e l'irrequietezza. Ulteriore elemento di difficoltà la giornata, iniziata con la nebbia e rimasta scura fino a tarda mattinata quando l'entusiasmo per la natura ormai era stato sostituito da quello per un caffè caldo. Niente capanno, solo appesa una noce bucata ad un ramo e aspettato. Sulla Z6 ho montato il 300mm f4 PF con il TC14EIII tramite ovviamente l'FTZ. La poca luce ha comportato ISO alti alti (12.800 a volte) perchè gli uccellini necessitano di tempi ultrarapidi. Come mi sono trovato? Meglio di come pensassi, una volta superato il leggero ostacolo del passaggio da Dx (D500) a Fx, dove tutto è più lontano (ma sarebbe valso anche se avessi avuto la D5 ). A volte "piccolo è bello", ritratto ambientato che da' l'idea del grigiore invernale: E' andata bene in quanto ad incontri: Un bel picchio rosso! E poi i soliti piccoli amici: La tenuta agli alti ISO mi ha soddisfatto appieno. Il rumore è contenuto e la nitidezza rimane soddisfacente. A ISO più bassi passa a eccellente. Crop 100% della foto precedente, 7200 ISO. Ho usato AfC e area dinamica. Ho prefocheggiato sul ramo e poi aggiustato il tiro sui soggetti se questi si posavano su rami vicini. Confermo la tendenza a cercare lo sfondo quando questo è intricato, ignorando il soggetto; a volte capita anche con le DSLR, ma meno spesso. Alla fine però i fuori fuoco non sono stati poi troppi, in sostanza non ho trovato la cosa ingestibile. Non ho avuto particolari problemi di lag (a parte il blackout al risveglio dallo standby che già sappiamo), oppure può essere che io sia più lento della fotocamera . Ho scattato a raffica veloce, ho fatto del chimping (riguardato foto a monitor per cancellare), ho fatto circa 400 scatti ed ho consumato due tacche di batteria, mi sembra un buon risultato. Cosa molto positiva, non ho sentito il bisogno di tirare fuori la D500 che mi ero portato come backup (per la serie non-si-sa-mai-che-non-ne-azzecchi-una ), devo solo riabituarmi ad avvicinarmi un po' di più! Unica cosa noiosa, il 300 PF con gli sfondi intricati può essere davvero irritante (non è colpa della Z6 però!). Sfondo "sdoppiato" il 300 PF vuole sfondi puliti, se no si innervosisce! In conclusione, mi sembra che la Z6 abbia dato una buona prova di sè.
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133 grammi senza tappi, 163 con i tappi, un piccolo concentrato di tecnologia. Apparentemente semplice ma abbastanza perfezionato da consentire l'utilizzo di decine di obiettivi nati per reflex e con il tradizionale attacco Nikon F sulle nuove mirrorless serie Z. PRO - piccolo, compatto, leggero - funzionale - riporta a nuovo, con tutte le modalità di funzionamento delle Nikon Z, praticamente tutti gli obiettivi Nikon F con limitazioni solo insite negli obiettivi stessi (mancanza di autofocus motorizzato, mancanza di logica integrata che consenta un dialogo tra le cpu) ma dando in dote messa a fuoco a tutto frame e stabilizzatore integrato CONTRO - prezzo, almeno considerando l'adattatore fuori dalla promozione iniziale che scadrà il 31/12/2018 (di listino viene 300 euro, scontato nel kit, intorno ai 150 euro) Nikon ha scelto di regalare una scheda di memoria XQD che vale 160 euro, anzichè regalare l'adattatore, pensando che probabilmente non tutti i possibili acquirenti siano interessati all'adattatore (non Nikonisti, evidentemente), mentre tutti trarrebbero vantaggio da una scheda di memoria. - montato crea un dislivello e la macchina non poggia perfettamente in piano sul tavolo perchè la parte inferiore sporge rispetto alla sagoma del corpo macchina - in questo modo ci possono essere interferenze nel montaggio di L-bracket o piastre per treppiedi di tipo standard (cioé non personalizzato per le Nikon Z che al momento sono solo in stato di annuncio) il lato del nuovo Z Mount e dall'altro quello del tradizionale F Mount lo sblocco ottiche made in Japan, come la Z7. La filettatura è standard dettaglio (foto di repertorio Nikon) degli attacchi e dei nottolini di controllo innesto ottiche i due tappi sovrapposti. Il tappo Z è ben più largo di diametro di quello F. sulla fotocamera Z7, si nota la camma di attuazione dell'anello di controllo dei diaframmi degli obiettivi Nikon senza diaframma elettromagnetico (praticamente tutti tranne gli E e i PC-E) sulla fotocamera Z7 non c'è trucco e non c'è inganno, ci passa il dito dentro. In sostanza è .... un buco con i contatti intorno con montato davanti il mio Nikon 500/5.6E PF e la mia Nikon Z7 dietro. Sto usando estesamente il Nikon FTZ in questo primo periodo di confidenza con il nuovo sistema. Lo trovo un "male" necessario in quanto il corredo Nikon Z è al momento tanto ridotto (e gli obiettivi introvabili o ancora in fase di lancio) che per usare la Nikon Z7 non ho alternative se non l'uso di tutti i miei obiettivi Nikon F (e Sigma per Nikon). Ma sinceramente non ho proprio nulla da lamentare. La macchina non patisce alcuna limitazione e posso avere focali che vanno da 8 a 800mm con perfetta integrazione e cooperazione tra lo stabilizzatore della fotocamera e quello degli obiettivi (ove presente). Tutte le funzionalità vengono mantenute, comprese tutte le sofisticazioni dell'autofocus che ha prestazioni adeguate ai principali usi. Posso immaginare che gli obiettivi più veloci serie Nikon S consentiranno alla mia Z7 di dare il massimo di se ... ma finchè non li cominceremo a vedere sul campo, posso solo sognarne le prestazioni. In compenso con il Nikon 70-200/28E FL le foto restano eccellenti lo stesso con il 500/5.6E PF l'ho usato anche con alcuni vecchi cimeli che ancora possiedo, diversi obiettivi Nikon F degli anni '60, del tipo pre-AI. E addirittura con un Minolta Rokkor 58/1.2 modificato a mano per Nikon. Naturalmente in manual focus (sfruttando l'ottimo focus-peaking della Nikon Z7) e diaframmando a mano ma con l'esposimetro che si adatta perfettamente e con lo stabilizzatore che - previo inserimento dei dati a menù previsti per gli obiettivi senza CPU - interviene a compensare le mie vibrazioni. Capisco che chi ancora possiede vari obiettivi autofocus non motorizzati possa essere dispiaciuto di non poterli utilizzare sulle Z come i più aggiornati di tipo AF-I/AF-S/AF-P ma inserire anche un motore di messa a fuoco tradizionale, avrebbe aumentato a dismisura pesi, complessità, consumi. Senza dare prestazioni all'altezza delle attese, per ovvi motivi. Insomma, rispetto allo scorno dell'esperienza non sempre esaltante di altri adattatori disponibili sul mercato per altri sistemi, io preferisco la scelta di Nikon di dare una impostazione prestazionale che salvaguardi la filosofia delle nuove Nikon Z. Peraltro, parliamoci molto francamente, stiamo parlando di un momento di transizione. E se può essere romantico fare un ritratto alla Blow-Up con il mitico Nikkor-H 85/1.8 del 1964, non ci potremo mai aspettare le prestazioni ottiche senza compromessi delle ultime generazioni di obiettivi concepiti per il digitale, mentre aspettiamo le meraviglie che il nuovo attacco Nikon Z ci promette per il prossimo futuro. Intanto godiamoci la possibilità di poter partire con già un intero corredo adattato per Nikon Z, grazie a questo piccolo concentrato di tecnologia che mantiene ogni promessa fatta. Al giorno d'oggi è già tantissimo ma qui siamo al miracolo sul piano tecnologico. E se penso alle limitazioni dell'adattatore Nikon F-T1 per le Nikon 1, un passo avanti gigantesco già al primo tentativo. Un grande plauso agli ingegneri Nikon !
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La curiosità di provare sulla mia Nikon Z un supergrandangolare Sigma dell'ultima eccezionale generazione. Ho chiesto quindi il bellissimo Sigma 14-24/2.8 Art al distributore per provarlo. Mentre vi rimando al test approfondito pubblicato da Max Aquila l'estate scorsa (lo trovate qui) io mi limiterò ad intrattenervi con le mie impressioni. Cominciamo dal complesso risultante da Nikon Z7, adattatore Nikon FTZ e obiettivo Sigma 14-24/2.8 Art. Sigma ha beneficiato grandemente dal lavoro di Nikon nello sviluppo dell'adattatore F su Nikon Z. Infatti nella stragrande maggioranza dei casi gli obiettivi Sigma vengono visti come se fossero degli obiettivi Nikon anche montati sull'adattatore. Solo in pochi casi c'è manifesta incompatibilità, per lo più per obiettivi delle precedenti generazioni. E comunque Sigma con la sua abituale solerzia, interviene tempestivamente con aggiornamenti dei firmware nel caso in cui sia verificata qualche problematica di esercizio. Cosa che nel caso in prova mi sento di escludere categoricamente. Addirittura l'obiettivo, perfettamente riconosciuto anche a livello software, viene interpretato e corretto automaticamente in termini di distorsione e vignettatura in ambiente Adobe (Lightroom e Adobe Camera Raw) come se fosse il Nikon 14-24/2.8. Aspetto non trascurabile che rende più rapido e corretto anche il processo di sviluppo. Ho approfittato dell'occasione di una passeggiata in compagnia dell'amico Silvio Renesto a Citylife a Milano, con a disposizione le Tre Torri e gli scorci per alcuni scatti. Sono foto a vari diaframmi che sono andati a saggiare a fondo sia le possibilità espressive dell'obiettivo che le sinergie di impiego con la mirrorless ad alta risoluzione di Nikon, capace di portare questo obiettivo al limite grazie a risoluzione e dinamica alle basse sensibilità consentite dalla giornata di sole, al pari della mia Nikon D850 che in questa occasione è rimasta a casa. linearità eccezionale a 24mm e colori vivaci pur in una giornata con un sole pallidissimo molto divertente cercare il controluce o gli effetti (queste, si sarà capito, sono le nostre ombre, io a sinistra e Silvio a destra) nessun problema di lettura delle ombre anche al coperto, pur con una molteplicità di luci e di illuminazioni, sia naturali che artificiali. E' divertente e comodissimo giocare con la luce del sole in piena inquadratura se a mirino vedi già come verrà la scena esattamente con i parametri di scatto. Come sapete io scatto quasi esclusivamente in manuale e una volta definito diaframma e sensibilità, vario solo il tempo di scatto. grandangolare e stabilizzatore integrato sono una pacchia, tanto da dimenticare in ogmi modo la possibilità di mosso f/16 alla ricerca della stellina con il sole visibile a metà. Quei tiranti del grattacielo mi hanno fatto una strana impressione ... qui ammetto che ho accentuato un pò la tonalità del cielo, in verità molto meno brillante ... due o tre scatti più in la, in bianco e nero tempo lento ma non troppo strutture post-urbane nella Milano del futuro che è già diventato presente. Qui da bambino mio padre mi portava alla Fiera Campionaria a vedere tutte le meraviglie della meccanica presentate al mondo in anteprima. e adesso ci vanno i bambini in bicicletta. o i pupi a passeggio. Fine della passeggiata, restano le impressioni positive di questa prova. L'obiettivo è eccellente e francamente non si presta a nessuna critica. Devo anche ammettere che nel complesso (e a differenza del nuovissimo Sigma 40/1.4 Art che avevo in borsa e che ho utilizzato alternativamente a questo) non è nemmeno così impegnativo. Intendo dire che pur essendo più adeguato ad una reflex in termini di peso, baricentro e ingombro, non è impegnativo da utilizzare con una Nikon Z di cui si può avvalere in tutto per la riuscita delle foto. Nessuno, nemmeno minimo problema d'uso. Quindi se qualcuno in possesso di questo fantastico obiettivo (come di altri Sigma Art, specie dell'ultima leva ... ) si stesse interrogando come sia l'esperienza d'uso con le nuove Nikon Z, mi permetto di tranquillizarlo. Meglio che con la reflex, praticamente in tutto. Veramente. E sapete quale sia la mia reale inclinazione verso i supergrandangolari ... Come sempre infiniti ringraziamenti al distributore italiano dei prodotti Sigma, senza la cui collaborazione questo articolo non sarebbe stato possibile.
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Attenzione, articolo che è bene guardare da una linea fissa perchè ci sono file pesanti. Un concerto barocco natalizio in chiesa. In altre circostanze con la D4 sono andato alle prove e poi al concerto, ho scattato solo sui colpi di timpano o tra le trombe (il bello di conoscere a memoria le partiture). Perchè altrimenti la platea mi avrebbe rincorso fino alla periferia del borgo ... infastidita dal rumore di specchio e otturatore a raffica. Qui invece ho potuto scattare con Z6 e Z7 a raffica da 5.5 scatti al secondo, sempre in otturatore elettronico, potendo fare intere sequenze quasi filmate (e tanti spezzoni di filmato). Mi premeva provare queste mirrorless in queste specifiche condizioni, quindi non cercavo la foto bella ma la prestazione. Ne sono venute oltre 4000 foto, quasi divise a metà, la Z6 quasi sempre con il 70-200/2.8, la Z7 con 50/1.8S, 105/1.4E e 24-70/4S. E mi sono divertito un sacco ... *** Il Magnificat in Re maggiore di Bach é, insieme all'Oratorio di Natale dello stesso Bach, ai primi post della mia ideale hit-parade musicale di tutti i tempi. Nella realtà c'è poco altro che mi commuova di più ad ogni nuovo ascolto. Ma qui siamo su un sito di nikonisti, non di musicofili e quindi non mi attarderò oltre sulla composizione. Basti solo aggiungere che ho sfruttato l'occasione di essere ospite dell'amico Cosimo Lazzarotto e dell'Associazione Pro Musica ed ho potuto assistere alla prova generare e al concerto di Natale nell'ambito della manifestazione Abendmusiken, con protagonista il Coro San Leonardo, l'Orchestra Sinfonica ProMusica diretta da Stefano Bertuol, alla Collegiata di San Leonardo a Pallanza (VB). Musica barocca con pieni di timpani e trombe, coro ma anche arie solistiche con voce accompagnata da uno o pochi strumenti. Il cui click-clack dello specchio di una reflex professionale - tipo la mia fantastica Nikon D5 ! - certo non renderebbe giustizia. Durante un concerto (ovviamente non sto pensando ad uno show di heavymetal) o uno spettacolo teatrale, per non parlare delle cerimonie civili o religiose, credo sia importante che il fotografo si renda il più possibile invisibile e faccia di tutto per non disturbare quanto si svolge. Poter scattare "impunemente" con l'otturatore elettronico, girare video, scattare a raffica, potendo anche salire molto di sensibilità per riprendere in condizioni di luce spesso (molto) sfidanti, donano al fotografo strumenti importanti per ottenere risultati soddisfacenti. Aggiungerei - per prova provata - che poter mettere a fuoco componendo liberamente grazie ad una distribuzione dei sensori AF su tutto il frame, libera completamente dai vincoli e lacciuoli che le reflex full-frame, sempre protagoniste di questo genere di fotografia, hanno imposto per decenni. E' l'inizio di una rivoluzione ? Si, peraltro già ampiamente in corso per gli utenti degli altri marchi e che adesso si rende disponibile anche per noi nikonisti. *** Ok, date tempo al vostro sistema di caricare le animazione che ho allegato a questo articolo. Attenzione, non sono filmati in formato 2K, sono montaggi animati in formato GIF di scatti ad alta risoluzione da 24 megapixel, quindi stampabili in grande formato. Li ho montati in questo modo per farvi entrare nel mood. Qualcuno potrebbe pensare che la musica barocca sia fatta da pinguini imbalsamati con la parrucca e il borotalco, stretti nei loro colletti attillati ed immobili. Nulla di tutto questo. Io ho fotografato musicisti professionisti impegnati a dare il meglio della loro capacità artistica. Salvo che non lo imponga lo strumento, è raro che un musicista stia fermo mentre suona. Anzi, spesso si muove parecchio oscillando sul posto e non solo. Il diretto, lo vedrete in alcuni scatti, a tratti era indemoniato durante le prove, mentre si sforzava di trovare l'amalgama tra un coro e una orchestra che non fanno usualmente musica insieme. Io ho potuto seguire varie fasi delle prove potendo permettermi di muovermi a mio piacimento ma sfruttando al massimo il potenziale di invisibilità delle Nikon Z, cioè scatto silenzioso (sempre) e apparenza rassicurante. Potendo scattare senza in alcun modo disturbare o influenzare i musicisti nel loro lavoro. Vedendo le animazioni e le foto d'insieme valuterete anche le tipiche condizioni di scatto in una chiesa tardo-barocca. L'altare è volutamente l'unico punto molto illuminato, in questo caso un tripudio di dorature. E li davanti c'era il coro. L'orchestra più avanti, ancora in luce. Il direttore più in ombra ma molto meno dei cantanti, messi sul limitare della gradinata, praticamente in ombra. Scattando ho potuto anche qui sfruttare le doti delle Z di inquadratura libera al limite dei quattro bordi del fotogramma, potendo puntare il cursore dell'autofocus sempre sul volto del soggetto inquadrato, spesso sfruttando anche il riconoscimento del volto, e li fare l'esposizione per ottenere una media accettabile. Luce scarsa, spesso necessità di salire molto di sensibilità per non avere foto troppo mosse. Scatti in continuo a 5.5 scatti al secondo per seguire espressioni, movimenti, momenti topici. Ed eccoci qua (ancora, attenzione alle animazioni, servono per dare il mood ma sono chiaramente dithering a 256 colori, non a 8 bit, quindi ci sono artefatti che poi nelle foto successive, come vedrete, non ci sono). sequenza animata di 52 scatti consecutivi durante un'aria col soprano e il direttore in evidenza Nikon Z6 e Nikon 70-200/2.8E ad f/2.8, 1/100'', ISO 5600 uno scatto qualsiasi della sequenza vedete la forte differenza di esposizione tra il volto del soprano e quello del direttore e qui 50 scatti montati in sequenza, scattati a 18.000 ISO di cui questo é uno scatto qualsiasi, ideale per pulizia (semplice conversione da NEF a jpg senza regolazioni). 18.000 ISO ... le condizioni di luce nella navata centrale, scura come sempre per ogni chiesa di questo genere, costringevano a tenere sensibilità "pazzesche" per non avere il mosso sul soggetto Z6 a 40000 ISO (si : quarantamila ! Conversione con le impostazioni di LR da Nikon) situazione migliore sugli strumentisti Z7 con 105/1.4E a 1600 ISO, file pulitissimo al naturale Alcuni dettagli sul direttore durante le prove Z6 a 5000 ISO e a 16000 ISO un montaggio di 40 scatti tra i 300 scattati in sequenza guardate i movimenti, le espressioni, la foga. Altro che fotografia statica. Io ero praticamente tra i coristi, del tutto invisibile e in grado di cogliere ogni espressione e ogni momento. Ho volutamente limitato a 300 scatti la sequenza solo per non avere troppi fotogrammi da esaminare a casa ... altrimenti avrei potuto farne migliaia solo da questa posizione. diversamente da quanto un profano possa immaginare, i musicisti barocchi si muovono parecchio, non sono imbalsamati con parrucche coperte di talco. Il fotografo - e il suo sistema di ripresa - ha il suo bel da fare per riprendere al meglio nel dettaglio uno scatto tra le prove, Z6 e 105/1.4E ad una sensibilità che non useremmo normalmente ma che ci consegna comunque una plasticità di immagine abbagliante ! Z6, 7200 ISO ancora evidenza sulla necesità di bilanciare la luce per evitare zone bruciate e zone troppo in ombra (luce dall'alto, volti scuri e pelate brillanti !) Z7, 5000 ISO Z7, 2500 ISO 105/1.4E durante le prove del concerto per archi di Locatelli Andiamo al concerto che, chiesa affollata, ho ripreso dalla balaustra del coro dell'organo, dall'altra parte della chiesa, sfruttando l'allungo del Nikon 70-200/2.8E obiettivo f/2.8 su Z6 che può salire meglio di sensibilità, f/1.8 o f/1.4 su Z7 per consentirle di esprimersi al meglio in tutta la sua risoluzione Z6, 20000 ISO, 70-200/2.8E ad f/2.8, 1/250'' dettaglio sul coro la chiesa dalla mia posizione. Ombra, ombra e poi improvvisamente luce. Io, al centro della navata (a luci spente). Z7, 14400 ISO, 105/1.4 ad f/1.4 FTZ free, zaino free e treppiedi Free ? Yes ! *** Non mi dilungo oltre, pensando di aver detto tutto quanto mi premeva esporre ma che vorrei sintetizzare ulteriormente. Credo che in questo particolare genere le mirrorless possano fare la differenza, consentendo possibilità sconosciute alle reflex. In particolare per : la capacità di scomparire, sia per ingombri che aspetto, ma soprattutto per l'assenza di rumore di scatto in otturatore elettronico, in modo tale da non infastidire nessuno e soprattutto far scomparire il fotografo che non deve assolutamente interferire col lavoro dei musicisti (e l'ascolto del pubblico) capacità di messa a fuoco selettiva e di precisione anche ai bordi del frame, lasciando piena libertà di espressione e di inquadratura al fotografo nella stessa situazione, capacità di esporre mediando le differenti luci, visualizzando a mirino - meglio con l'istogramma in tempo reale - come sarà la foto scattata buone prestazioni generali di autofocus e di bilanciamento del bianco con limitata generazione di rumore ottime prestazioni nel video anche a mano libera (mi spiace ma non siamo attrezzati per mostrare il video di qualità su Nikonland, dovete fidarvi) semplicità d'uso. Alcune delle foto esposte sono state riprese dal mio amico Cosimo - nikonista abituato alla D7000 - cui ho semplicemente messo in mano alternativamente la Z6 o la Z7 senza alcuna spiegazione. Eppure lui se l'è cavata senza problemi. con questi limiti al momento : il mirino consente di vedere al buio e mostra una scena molto luminosa. Ciò in alcuni casi può ingannare il fotografo che tende a sottoesporre la scena che vede troppo brillante. Per questo consiglio di visualizzare a mirino l'istogramma in tempo reale per avere una migliore aderenza con l'effettiva esposizione mancanza di teleobiettivi luminosi nativi che permettano di fare un servizio anche in video, senza FTZ (ricordo che gli obiettivi Z non fanno rumore di messa a fuoco, gli AF-S si e i loro sibili vengono captati dal microfono della fotocamera in ripresa) un problema limitato all'ambiente Adobe in sviluppo. Inutile fare il prebilanciamento del bianco perchè il software poi lo interpreta male, significativamente per il tint. Quindi ho dovuto poi regolare gli scatti di Z7 e Z6 differentemente (sul grigio del travertino delle colonne della navata : 2550 K e -27 per la Z6 e 3150 K e -12 per la Z7). e direi basta. Per quanto mi riguarda. Cioé basta reflex in questo contesto, secondo me. Se dovessi riprendere con continuità concerti di questo tipo (o anche di musica da camera) o rappresentazioni teatrali, oggi mi doterei di una coppia di Nikon Z, probabilmente due Nikon Z6. Niente più reflex. Credo che lo stesso ragionamento possa essere esteso anche alla fotografia da cerimonia religiosa, per le stesse motivazioni. Intendiamoci, io non sono uno specialista di questo genere (meno che meno del matrimonio) e mi è capitato poche volte di fotografare un concerto in chiesa. Ma mai come questa volta mi sono divertito, ottenendo scatti di qualità, potendo osare liberamente anche oltre il limite (le reflex, affidabilissime, spesso mi conducono a stare entro i confini usuali, non so come spiegarlo. Le mirrorless - al costo di tanti scatti in più - mi liberano verso la sperimentazione.) Spero di aver reso l'idea, scusatemi per il peso dei file animati ma non avrei saputo in quale altro modo darvi una dimostrazione delle condizioni reali di scatto, mostrandovi poi la reale qualità delle migliaia di scatti conseguenti le mie ... sequenze. (c) 2019 Mauro Maratta per Nikonland, riproduzione riservata
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PRO : Autofocus flessibile ed intelligente (in termini di possibilità di copertura del frame) Scatto silenzioso efficace relativamente esente da rolling-shutter in queste condizioni Relativa trasparenza del teleconverter Grande efficienza dell'adattatore Nikon FTZ Cadenza di raffica a 9 fps più che adeguata a questo genere di sport CONTRO : lag a mirino valutabile tra i 2 e i 5 centesimi di secondo (ad occhio) che rende difficile seguire le evoluzioni dei soggetti in tempo reale Velocità dell'autofocus insufficiente a seguire i momenti di massima accelerazione delle moto e in generale, autofocus abbastanza lento Impugnatura non ideale per lunghe sessioni di scatto con ottiche lunghe NEUTRO : Batteria più che adeguata in queste condizioni come testimoniato dal residuo di carica dopo quasi 5000 scatti Buffer adeguato in queste condizioni (jpg, scatto a 9 fps) Visione a mirino elettronico più che sufficiente in queste condizioni di luce (sole, ombra, niente controluce) la "borsetta" preparata per l'occasione : Nikon Z7, Nikon FTZ, Nikon 70-200/2.8E FL, Nikon TC-14E II Con la doverosa premessa che non sono esperto di motocross e di gare di moto in generale e che in circostanze in cui dovessi avere l'assoluta certezza di avere la massima affidabilità di risultato, porterei la Nikon D5 (o la D500, avendola a disposizione, per il suo fattore di teleconversione con il sole, come in questo caso), ho pensato con curiosità di approfittare di una gara di Enduro a due passi da casa - 1° Memorial Ivan Riggi - per vedere come si comporta la Nikon Z7 con l'FTZ in una situazione che certamente non è quella cui è destinata naturalmente questa macchina. La Nikon Z7 ha molte potenzialità, le più importanti delle quali sono esplicitabili al massimo delle sue capacità in condizioni di pieno controllo della luce per approfittare della sua elevata risoluzione. Ma in condizioni dinamiche come un evento sportivo di questo genere, dove la risoluzione elevata diventa più un intralcio che un vantaggio, come si comporterà ? Allora, cominciamo con il dire che il motocross non presenta elevate difficoltà di scatto. Le moto sono costrette a rallentare per affrontare curve strettissime e sono comunque rallentate dal terreno che dopo qualche passaggio nei punti più esposti viene letteralmente scavato, producendo solchi difficili da evitare che costringono ad un percorso abbastanza prevedibile. MA tra una curva e un altra, queste moto accellerano in maniera molto repentina, spesso scodando o impennandosi. Ho impostato la macchina con la raffica più elevata, direttamente in JPG, alternando il Picture Control su Auto e su Vivid. ADL su automatico. Controllo vignettatura automatico. Esposimetro su media-ponderata o su matrix, a seconda che scattassi in ombra o al sole. Scelta una posizione ideale, mi sono messo a seguire le moto in corso. Con circa un centinaio di partecipanti, mi sono, detto, non mancheranno certo le occasioni di scatto. All'inizio mi sono sentito avvilito, pentito della mia curiosità. Un ritardo molto elevato tra la visione a mirino e la scena reale mi impediva di seguire le moto che al punto di corda si avvicinavano molto a me. Mentre in avvicinamento o in allontanamento, semplicemente non riuscivo ad avere un'alta percentuale di foto a fuoco. Ma insistendo, sono riuscito a compensare i limiti del sistema, una volta presa la giusta confidenza, ho cominciato ad avere le foto che sono abituato a fare negli sport motoristici, specialmente in panning. 4.735 scatti in meno di un'ora e mezza con circa il 60% di carica utilizzata. Il residuo sufficiente per altri 2500 scatti a raffica o una mezza giornata di fotografia normale. Mica male per una fotocamera che al lancio veniva criticata per l'autonomia valutata con i criteri CIPA. All'inizio mi sono mantenuto su tempi di sicurezza senza scendere sotto ad 1/250'' nei panning. La svolta è venuta quando, dopo aver cambiato posizione, ho impostato lo scatto silenzioso. La macchina mi è sembrata da quel momento più reattiva, con un minor ritardo nella risposta. Ed è cominciato il divertimento. Ho alternato l'obiettivo liscio con l'uso del teleconverter (non ho portato il 300/4 proprio per simulare un'uscita leggera). In queste condizioni ho avuto un buon successo in tutti gli scatti scendendo fino ad 1/60'' ma mi sono comunque dovuto abituare alla relativa leggerezza del corpo macchina nel riuscire a seguire in modo fluido con il panning le moto in curva (in queste condizioni la decelerazione e l'accelerazione non sono costanti e le moto al culmine del punto di corda sono quasi ferme per poi accelerare repentinamente). pur regolando la risposta del Lock-On in molti casi l'autofocus è stato confuso dagli schizzi di terra (moto a fuoco, schizzata di terriccio, autofocus che segue la terra sparata in aria, anzichè la moto) ma complessivamente la percentuale di foto a fuoco mi sembra decisamente molto elevata. In generale ho trovato l'autofocus non del tutto all'altezza della situazione durante le accelerazioni più impegnate, quando le moto si avvicinavano a me. Nessun problema invece a seguirle fino ad una certa distanza. In queste circostanze nessuna limitazione dal buffer (che in JPG Fine* si attesta ad una riserva di scatti di circa 16 frame, poco meno di 2 secondi di scatti), perchè il passaggio delle moto è rapido e non ti permette di fare troppi scatti. Rilasciando il tasto di scatto il buffer si svuota comunque rapidamente (un jpg pesa intorno ai 22 megabyte). panning a differenti tempi di scatto inseguimento e salto, con spruzzata di terriccio e detriti vegetali sgommata ad 1/1250'' di secondo, circa 280mm, f/5.6, circa 25 metri da me una sequenza di 8 scatti tutti perfettamente a fuoco con inseguimento del soggetto 5 metri di distanza, impennata, sole di taglio, 280mm altri panning lenti ancora una sequenza di 6 scatti a fuoco con inseguimento. Secondo mia abitudine ho cominciato a scattare usando la modalità ad area estesa a 9 punti (analoga ma più grande di quella di D5/D850) per poi provare le altre due aree estese. Mi sono concentrato sul mantenere a fuoco il casco dei motociclisti, in taluni casi - ai tempi più lenti - comunque con un diaframma piuttosto chiuso ma con i tempi più rapidi (1/1000'' o 1/1250'') a tutta apertura. In questo modo è stato facile riempire il fotogramma mettendo le moto perfettamente dentro al frame. Con le reflex è facile avere una composizione che necessita poi di un ritaglio, per la concentrazione dei punti di messa a fuoco al centro che costringono a lasciare spazio inutile tutto attorno. In queste foto invece non ci sono crop, al limite leggerissimi ritagli. Nella maggior parte dei casi - finchè ne sono stato capace - con il casco/testa a fuoco e il resto più filato. La cosa più divertente è stata constatare che il tanto vituperato otturatore elettronico non ha generato effetti psichedelici visibili a causa del rolling shutter. In sostanza cosa volevo dimostrare ? Che anche con la Z7, avendo "manico", si può fare persino il motocross, sebbene sia chiaro che i progettisti non l'hanno pensata per questo. Passato il primo momento in cui le mie certezze hanno cominciato a vacillare si può ed è persino divertente. Useresti comunemente la Z7 (o la Z6) per questo genere di fotografie ? Ma no. Il corpo non è adatto, è complicato ed oneroso tenere in mano un sistema del genere con un'ottica lunga per molto tempo. E negli scatti in verticale io sono abituato ad usare il secondo pulsante di scatto. Qui il battery-grip non è previsto, ci sarà l'anno prossimo un battery-pack, cioé un semplice portabatterie per prolungare l'autonomia. Insomma, se esistono corpi macchina concepiti per lo sport con determinate qualità di ergonomia e di tenuta nel tempo anche ad abusi in condizioni difficili e con superteleobiettivi grossi e pesanti, i motivi ci sono e sono confermati ogni giorno dai fotografi professionisti dello sport che non usano bestie pesanti e robuste ... per sport ! Detto questo, la tecnologia c'è e se questo è il primo passo per Nikon, chissà cosa ci porterà il futuro. Morale, mi capiterà ancora di divertirmi con la Z7 nello sport e nella fotografia d'azione. Lo farò con curiosità e perchè mi piace sfidarmi. Anche per dimostrare che certe cose si possono fare comunque a dispetto di impostazioni progettuali o di marketing differenti (come fu per la Nikon 1 V3 che con il suo 70-300 era fonte di divertimento per me in autodromo) e di quello che dicono certi recensori accreditati nel web internazionale. Ma già io mi immagino una Nikon Z9 con le prerogative della mia Nikon D5 (macchina d'elezione in questi casi) ma con tutte le potenzialità offerte dalla tecnologia senza specchio e con obiettivi dedicati, come quelli che ho per la D5. 20 scatti al secondo a tutto frame e 800 punti di messa a fuoco con inseguimento veloce e scatto silenzioso privo di blackout, con 10.000 scatti di autonomia per una batteria più grossa della EN-EL15b. Ma che bello ! Non vedo l'ora ! Due note a margine : 1) ho scritto che ho trovato l'autofocus non sufficientemente rapido per seguire le moto in accelerazione. Mentre non posso dire se nelle stesse condizioni con D5+70-200/2.8E FL avrei notato la stessa latenza, sono altrettanto certo che si debba mostrare indulgenza verso un sistema che per il momento deve utilizzare ottiche da reflex adattate ad una mirrorless tramite adattatore, non avendo ancora teleobiettivi dedicati. Efficiente quanto si vuole ma difficilmente sullo stesso piano di un sistema ottimizzato con motori adatti al tipo di messa a fuoco sul piano del sensore 2) una sciocchezza facilmente sistemabile via firmware. Il TC-14E II (non so dire con il nuovo modello) viene utilizzato con tranquillità e senza problemi dal sistema ma non viene rilevata né l'apertura inferiore né la focale risultante, sia oncamera che negli Exif (ovvero io con il TC-14 leggevo a mirino f/2.8 anzichè f/4 e 200mm anzichè 280mm, e lo stesso negli Exif dei jpg). Peccato veniale, visto che comunque esposizione e stabilizzazione non hanno mostrato pecche.
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