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  1. Nikon ha deciso di andare incontro alle esigenze di tutti, dotando la Nikon Z8 di due slot per memorie di differente tipo. Il primo compatibile con XQD e CFexpress, il secondo con SD di tipo UHS-II. Qualcuno ha storto il naso, pensando alla Nikon Z9 e ai suoi due alloggiamenti identici, ma noi pensiamo che la soluzione - già adottata con D850 e Z6 II / Z7 II - sia quella corretta, considerando il patrimonio di schede eterogenee in mano ai potenziali acquirenti della Nikon Z8. Però consideriamo parimenti giustificate le ansie di tanti acquirenti, circa la o le schede migliori da adottare. Cerchiamo di togliere ogni possibile dubbio, anticipando che per esigenze normali, anche una SD - possibilmente di tipo recente e veloce - è sufficiente per la maggior parte delle potenzialità di scatto della Z8. Qui abbiamo provato una SD Lexar Gold 1800x, quindi non una delle più veloci disponibili, capace di scrivere fino a 200 megabyte al secondo. che risulta anche adatta al video 4K in formato compresso con il codec H.265. E l'abbiamo provata con la fotocamera, ovviamente. L'abbiamo provata a confronto con una delle nuove CFexpress Lexar Gold, quella da 1TB per la precisione. Che ha, nei test sintetici, ben altre caratteristiche di scrittura e lettura, rispetto ad una pur rispettabile SD 1800x. Per la precisione : circa 1 gigabyte al secondo di capacità di scrittura e formati video ampiamente sufficienti a supportare il formato 8K sia codificato in H.265 che in RAW. Due parole in aggiunta ai valori di capacità in scrittura - generalmente al di sotto dei dati di targa indicati dal produttore per le SD - e perchè questi sono importanti. Le nostre fotocamere salvano le foto mano a mano che vengono scattate in una memoria volatile all'interno della fotocamera stessa, chiamato buffer (tampone in italiano). Questa memoria ha una dimensione ben definita e viene gestita come una sorta di serbatoio temporaneo in cui entrano le foto scattate ed escono allo stesso tempo le foto che vengono inviate alla scheda di memoria. Che è di tipo permanente mentre le foto immagazzinate dentro al buffer vengono cancellate quando vengono salvate sulla scheda di memoria. Nikon utilizza un sistema dinamico di gestione del buffer che per restare il più possibile "pulito" e quindi disponibile ad accogliere altre foto, necessita di avere a valle una scheda di memora di velocità adeguata. I file che produciamo, variano di peso a seconda del formato e della risoluzione. Si può andare da pochi megabyte l'uno per i jpg più leggeri per arrivare a quasi 60 megabyte l'uno per i RAW/NEF ad alta risoluzione e compressione senza perdita. Siccome una Z8 è in grado di scattare NEF fino a 20 fotogrammi al secondo, il buffer potrà accoglierne un numero definito dopo di che dovrà scaricarli sulla scheda di memoria. Ma intanto, se continuiamo con la nostra raffica, arriveranno altri scatti. Quindi, se la scheda di memoria non è in grado di reggere la velocità di acquisizione in termini di megabyte al secondo, ci sarà un punto di equilibrio in cui il buffer sarà esaurito e potranno essere scattate nuove foto solo nella misura in cui si libererà spazio dal buffer verso la scheda di memoria Se è chiaro il concetto, almeno in termini teorici, la pratica è ancora più semplice. Perché il buffer non si esaurisca e quindi la macchina possa continuare a scattare, la velocità di scrittura della scheda deve essere almeno pari al numero di fotogrammi al secondo moltiplicato per il peso in megabyte del singolo scatto. Gli schemi pubblicati più sopra ci permettono di vedere a colpo d'occhio la capacità delle due schede in esame. Con la CFexpress che si avvicina alla necessità massima della Z8 (NEF da 60 megabyte per 20 scatti al secondo = 1200 megabyte al secondo) mentre la SD non arriva a stento che ad un sesto di tale valore. Ecco spiegati i risultati che seguono : in pratica con la CFexpress si riescono a fare 86 scatti alla compressione senza perdita (oltre 4 secondi pieni alla massima velocità di raffica in NEF) prima che la macchina cominci a ridurre il numero di fotogrammi al secondo ma, continuando a scattare, il buffer viene comunque gestito abbastanza da permettere una cadenza continuativa fino ad esaurimento dello spazio su scheda (o della batteria) per circa 16 scatti al secondo. Se riduciamo il peso dei file le capacità crescono fino al picco di 20 scatti al secondo permessi dalla Z8 (in NEF). Tutt'altro discorso per la SD che permette solo 34 scatti consecutivi prima di perdere colpi (circa 1 secondo e mezzo) che corrispondono poi a circa 4.5 scatti al secondo se continuiamo a scattare fino a riempimento della scheda. Le cose migliorano se riduciamo il peso del file comprimendo con perdita il NEF o scattando in JPG ma sempre con valori ben al di sotto dei 20 scatti al secondo permessi dalla Nikon Z8 fintanto che il buffer non si riempie. Ecco, così stanno le cose. In pratica, la SD come dicevamo all'inizio, va benissimo per i compiti meno impegnativi, per la fotografia ragionata e per i formati più leggeri. Ma sarà obbligatorio usare CFexpress di buone caratteristiche quando si vorranno avere le massime prestazioni della nostra Nikon Z8. *** Alcune annotazioni a margine. * La Nikon Z8 si dimostra anche in questo caso perfettamente in linea con la Z9. Le prestazioni con la CFexpress Lexar Gold da 1TB sono praticamente coincidenti. Non tutti hanno bisogno di queste velocità. Alcuni non fanno raffiche o, se le fanno, sono brevi e magari a velocità inferiori ai 20 fotogrammi al secondo. Quindi per quei fotografi non sarà poi così importante prestare attenzione a questi parametri. * Sui formati NEF si è già detto molto. In circostanze particolari si possono notare differenze ma nella maggioranza dei casi, all'atto pratico, non ci sono visibili differenze tra un NEF compresso senza perdita di informazioni - il più pesante - e uno compresso con perdita di informazioni più estrema (il più leggero, meno della metà del più pesante). Infine, nessuno vieta di usare il formato HEIF o il JPG. Se non si fanno elaborazioni spinte in fase di editing, un jpg ben esposto e che non necessita di apertura delle ombre o recuperi di esposizione anche localizzati, è pienamente stampabile anche in ampia risoluzione. * Un appunto a chi per scrupolo tende ad impostare il backup continuo tra le due schede di memoria. Se ricerca anche le prestazioni, sappia che la capacità della macchina si livellerà su quelle della scheda meno efficiente. Quindi nel caso in esame, sulle potenzialità permesse dalla SD. In questo caso è premiata la Nikon Z9 che ha due slot per CFexpress e quindi, dotandola di due schede identiche, non vedrà mai ridurre le sue capacità usando le due schede in parallelo. * Ultima questione. Riscaldamento e Surriscaldamento. Nikon Z9 e Nikon Z8 generano calore mentre funzionano. Le schede di memoria generano calore mentre vengono scritte ad alta velocità. Questo calore viene dissipato per convezione attraverso il corpo macchina. La Nikon Z9 in questo ha un vantaggio rispetto alla Z8 perché ha più superficie radiante e più ferramenta. a disposizione. Ma il concetto è lo stesso. Alcune schede da noi testate in passato hanno la tendenza a generare calore in modo anomalo, raggiungendo anche temperature critiche nell'ordine dei 90 °C, capaci di ustionare le dita del malcapitato che toglie dallo slot incautamente. Il nostro consiglio è - se usate la vostra Z8 al massimo delle sue capacità - di dotarvi di schede di memoria di qualità adeguata alla necessità, e che vi rassicurino anche sul lato termico della questione. Z8 e Z9 hanno un sensore di temperatura che avvisa se la scheda ha una temperatura critica. Prima vi avvisa e dopo un certo lasso di tempo se voi non intervenite, spegne la macchina per evitare guasti. Insomma, la materia è ampia e ogni fotografo saprà come regolarsi in base alle sue specifiche esigenze e a quello che gli anglosassoni chiamano "il proprio mileage". *** Se questo articolo vi è sembrato utile mettete un like. A voi non costa nulla ma per noi fa una grande differenza per capire quali siano gli argomenti che i lettori trovano più interessanti. Non abbiate timore ad aggiungere i vostri commenti
  2. Per un più rapido riconoscimento della nuova serie rispetto alla precedente, oramai dismessa da Lexar ma presente come stock online, al di la dei codici indicati più sopra, c'è il marchietto sulla confezione. Le vecchie riportano 4K, le nuove 8K vecchia serie nuova serie
  3. Buongiorno, Nital ci informa che le schede Lexar Gold provate in questo articolo, nei tagli da 128-256-512 sono state distribuite insieme al nuovo lettore combinato Lexar presso i punti vendita specializzati in Italia, autorizzati a vendere Nikon Z8 e Nikon Z9. Cordialmente.
  4. Zeiss é di fatto uscita dal mondo della fotografia. Resta impegnata nella produzione di obiettivi cinematografici. Niente più Milvus, Otus, Batis, etc. *** NdA : Zeiss sembra aver ufficiosamente smentito questa voce a parole ieri ma al contempo ha precisato che : il calo subito dal mercato fotografico è irreversibile che la gente è più attratta dagli smartphone che dagli obiettivi di pregio che Zeiss è impegnata nella tecnologia attorno agli smartphone mentre mantiene in vendita gli obiettivi fotografici in catalogo Queste affermazioni, insieme al fatto che sono anni che non si vede un nuovo obiettivo, che non hanno fatto alcun obiettivo per mirrorless Z o RF, unito al flop - annunciato - della fotocamera integrata da 6.000 euro la cui lunga gestazione deve essere costata un patrimonio in termini di sviluppo, però fanno pensare al contrario.
  5. Buongiorno Nikonlander, questo sondaggio è stato aperto a suo tempo per vedere che potenzialità di vendita avesse la Nikon Z8 al suo lancio, avendo in mente che su Nikonland, già moltissimi erano ben serviti dalla Nikon Z9. Con le vendite già avviate e tanti qui che possono vantare di aver già ricevuto la Z8 (a differenza di quanto occorso con la Z9 nel 2021/prima parte del 2022), riteniamo che la discussione possa anche interrompersi come pure il sondaggio. Resta a disposizione per qualsiasi intervento l'intero Club (questo) per meglio articolare il vostro interesse su questa nuova macchina, sia che l'abbiate già in mano, che la stiate attendendo o pensando di acquistarla. Qualcuno potrebbe probabilmente trovare piacere dal vedere qualche fotografia scattata con la vostra nuova Nikon Z8 (e anche con la Nikon Z9 nel suo club dedicato, naturalmente). Cordialmente.
  6. Aggiunge il supporto per lo zoom motorizzato. Qui
  7. Facciamo il caso in cui l'editor di Nikonland Magazine abbia una bella foto da pubblicare a due pagine. Ma il suo formato lo lascia un pò insoddisfatto, per le proporzioni o per la posizione del soggetto principale (magari troppo al centro) o per la necessità di avere più spazio attorno, pur restando nell'ambito della foto. Ci vengono incontro i normali strumenti di Photoshop che consentono di allargare la dimensione del quadro e di riempire lo spazio vuoto creato con elementi recuperati dalla stessa fotografia. Un lavoro che per essere fatto a regola d'arte richiede svariati interventi su livelli separati, ritocco, correzioni. E che non sempre riesce al meglio. La nuova versione di Photoshop, oggi ancora in "beta", mette a disposizione un nuovo strumento particolarmente flessibile, chiamato Generative Fill (Riempimento Generativo in italiano) che ci può facilitare il lavoro. Vediamo un caso partendo da una immagine presa dalle Gallerie di Nikonland. si usa lo strumento taglierina e si allargano i bordi dell'immagine secondo il formato che ci necessita. La parte eccedente la foto verrà colorata automaticamente con un colore di fondo. così va bene all'Editor ma abbiamo bisogno che anche il nuovo spazio sia parte della foto. Selezioniamo l'area bianca, avendo cura di prendere nella selezione anche una piccolissima parte della fotografia. il nuovo strumento è già presente sotto alla nostra immagine. Premiamo il tastino Riempimento Generativo Il programma avvia una elaborazione che può richiedere alcuni secondi e ci presenta un primo risultato del riempimento, con tre varianti possibili : come potete vedere è stato ricostruito per intero l'interno della stalla, rispettando le prospettive delle pareti, il verso e la venatura delle tavole, le ombre. Il palo centrale è stato allungato verso l'alto. Ci sono due possibili soluzioni per il soffitto più una variante di un tetto marcio, parzialmente scoperto. L'editor ha scelto la seconda soluzione come più piacevole e realistica : ma un attimo prima di andare in stampa, l'incontentabile Editor si rende conto che trova quel rastrello appeso la sulla destra un pò distraente e decide che non lo vuole. Gli basta selezionare grossolanamente l'area che include il rastrello e premere ancora Genera. Anche in questo caso Photoshop proporrà tre soluzioni differenti, che escludono il rastrello dall'immagine finale. ecco la versione che viene scelta per la rivista. *** Un caso molto differente. C'è un nudo ambientato, molto sul soggetto. ma il nostro editor vuole una immagine a due pagine molto più evocativa, con più atmosfera e soprattutto senza quelle tegole oltre la finestra che rovinano tutto l'effetto. questo è l'impatto giusto, ottenuto con la taglierina ad aggiungere anziché a togliere. Come prima, selezioniamo le aree bianche sovrapponendo leggermente i bordi della fotografia e chiamiamo il nostro Riempimento Generativo. otteniamo questa prima proposta, interessante ma non esattamente quello che aveva in mente l'editor. Quindi interveniamo prima sulla parete a sinistra, con lo stesso metodo, ma precisando al comando testuale (per ora solo in inglese in questa versione beta) che vogliamo un muro scuro, sbrecciato. "distressed dark wall" la generazione di quell'area produce questo risultato, più soddisfacente la meraviglia è che viene mantenuto il dettaglio ma un livello di sfuocato di prospettiva estremamente convincente. E c'è anche un elemento di separazione rispetto alla scena che non avremmo saputo fare meglio con matita e pennello. Quindi è il momento di dedicarci alla finestra. Selezioniamo il riquadro attorno a quella già creata da Photoshop e nel prompt testuale indichiamo che vogliamo una finestra all'inglese "english window" che sortisce il doppio effetto di inserire nel contesto, con buona prospettiva, una finestra più intonata con la scena che stiamo elaborando, avendo pure eliminato gli elementi di disturbo esterni (come le tegole presenti nella foto originale). C'è ancora il difetto dello spigolo del muro obliquo, lo eliminiamo allo stesso modo, anche se avremmo altri metodi. Per approfittare della capacità della procedura di ricostruire fedelmente le ombre della finestra Sarà contento il nostro Editor ? Già lo sentiamo lamentarsi della tonalità troppo fredda di ciò che c'è oltre la finestra ... e del fatto che le ombre della finestra sul muro, non sono fedeli al disegno dei riquadri ... *** Andiamo oltre. Questa veduta della Valmaron sarebbe anche interessante se non ci fosse quella macchia d'erba davanti, sulla sinistra inaccettabile per l'editor di Nikonland Magazine che se ne sbarazza con il riempimento generativo. Gli basta selezionare tutta l'area e la sua ombra e premere il tasto genera. per avere un risultato accettabile, peraltro in tre diverse soluzioni, tutte dello stesso livello ma a lui pare anche che manchi un vero soggetto in questa foto. Che fare ? Ecco che facilmente compare una baita sul versate sinistro dello stagno (indicando nel prompt testuale la frase "wood cottage") e poi, volendo, c'è anche quel ciuffo d'erba la in mezzo che da fastidio. Lo togliamo con lo stesso metodo. Photoshop ricostruisce l'acqua retrostante senza fare una piega e nelle solite tre varianti, qui molto simili. ma forse all'Editor piacerebbe qualche nuvoletta un pò più espressiva nel cielo ? Facile. Seleziona quella porzione di cielo ed aggiunge qualche parola nel quadro di testo ("fat clouds"). Ed ecco qua una veduta differente da quella disponibile. Non è fedele all'originale ma più adeguata alle necessità editoriali. *** Qui abbiamo un ritratto caratteristico ma vorremmo aggiungere un cappello e questo sembra intonato con il tipo di ritratto. O forse meglio questo ? con lo stesso metodo potremmo selezionare i pantaloni di velluto e trasformarli in tessuto a scacchi. Sarà per un'altra volta. E nel caso di persone all'aperto ? Soggettiva che diventa panoramica. Stresso modo descritto sopra. credibile, no ? D'accordo ci sono dei pasticcetti che si possono però sistemare facilmente. Sono nelle aree sfuocate, il soggetto (la bionda !) resta in piena evidenza. Probabilmente sulla restante parte della scena ci sarà del testo o il titolo di un articolo. Chi lo sa ? Ma intanto abbiamo materiale per riempire le due pagine. *** Una veduta marina fresca, fresca. A cui vogliamo dare un taglio panoramico. il metodo è sempre lo stesso. Con qualche parolina aggiungiamo una barchetta sulla destra e qualche nuvola più intonata. In generale il programma indovina sia la prospettiva che l'illuminazione. Il primo piano a destra è un pò confuso. Si potrebbe intervenire meglio. Ma il materiale a disposizione di partenza è quello che è. *** Bene, non vogliamo indugiare oltre. Volevamo solo fare una panoramica di una nuova funzionalità che pur ancora in versione beta, si presenta come molto promettente. Potrebbe a tendere agevolare moltissimo il lavoro di fotoritocco e di editing delle fotografie. Non parliamo di vera e propria creazione di immagini ma di miglioramento del materiale esistente anche eventualmente aggiungendo elementi non presenti nella foto originale, attinti da Adobe nella gigantesca libreria di immagini di sua proprietà (Adobe Stock) e posizionate come le approssimazioni consentono. Per ottenere risultati gradevoli ma soprattutto realistici, ci vuole comunque un fotografo. Il programma da solo fa solo pasticci. E possibilmente un fotografo creativo che abbia bene in mente cosa gli serve e come ottenerlo servendosi di un sistema intelligente al suo servizio. Ciò che in ultima istanza dovrebbe essere la tecnologia. Sinceramente non capiamo tutto il clamore suscitato sui canali social e su Youtube ("rivoluzione", "fine della fotografia", "cambia tutto", etc. etc.), probabilmente più associati alle attuali polemiche dirette verso l'Intelligenza Artificiale e analizzate in modo un pò superficiale. Qui c'è poca magia ma molto servizio. Tanti tentativi risultano banali, sbagliati o inaccettabili. Nulla viene creato dal nulla, bisogna essere capaci di servirsene. Ammesso che serva, ovviamente, non è obbligatorio utilizzare tutti gli strumenti di Photoshop. Da parte nostra attendiamo con curiosità di scoprire quando Adobe delibererà come disponibile per tutti questa versione. Ma soprattutto cosa verrà esplorato nel prossimo futuro. *** Se questo articolo vi è sembrato utile mettete un like. A voi non costa nulla ma per noi fa una grande differenza per capire quali siano gli argomenti che i lettori trovano più interessanti. Non abbiate timore ad aggiungere i vostri commenti
  8. Buongiorno, grazie per il suggerimento. Nella realtà i test, hanno richiesto svariati giorni. L'articolo è stato appena pubblicato. Cordialmente
  9. Abbiamo ricevuto in visione alcuni campioni delle schede di memoria CFexpress tipo B Lexar, serie Gold. Si tratta di una nuova produzione, diversa da quella da noi testata nel 2020. Non cambia la diversificazione di prodotto, le Gold restano nella fascia media, rispetto alle altre schede Lexar, con le Diamond in cima e le Silver come schede di tipo più economico. La nuova serie viene offerta in tagli che vanno da 64GB fino a 2TB, con prezzi a salire a seconda del taglio. Le due più grosse, da 1 e 2 TB sono più versate per il video, specie ad alta risoluzione, reso possibile dalle Nikon Z8 e Z9, ma comunque adatte a tutte le Nikon Z con slot per CFex. Insieme alle schede c'è anche un nuovo lettore combinato, che integra la possibilità di leggere sia schede CFexpress che SD che in qualche modo replica, quello fortunato di qualche anno fa, con slot XQD ed SD. La comodità di avere un lettore 2_in_1 si apprezza sempre. Nikon Z9 e Nikon Z8, le nuove card, il lettore con attacco USB 3.2 Gen. 2. dettaglio della confezione della scheda da 1TB. Campeggia sulla scatola, orgoglioso, il marchio che assicura la capacità di gestione di video 8K. all'interno c'è semplicemente un doppio guscio di sicurezza in plastica. le tre schede sono identiche, salvo l'indicazione del taglio. Quella più grande promette una velocità di lettura leggermente superiore alle altre. Una novità rispetto alla prima serie è il paese di produzione, Taiwan, che le accomuna alle schede serie Diamond. Ci sarà più di un motivo per la contesa sul controllo di Taiwan ? Bene, prima di immergerci nei dati di misura, un'occhiata anche al lettore. Che si presenta con una bella scatoletta due cavi differenti, uno di tipo USB-A -> USB-C e uno USB-C -> USB-C ha un led bianco che ne evidenzia lo stato di collegamento (stranamente sta acceso anche a computer spento se il lettore è connesso) le due fessure per inserire i due diversi tipi di schede di memoria e la presa USB-C sul posteriore. Qui appoggiato sul ProGrade, analogo per combinazione di capacità di lettura, che utilizziamo correntemente in laboratorio. quello Lexar é più stiloso. *** Il set di schede usate per le prove : il computer utilizzato, allestito per l'occasione, è un i9-13900K, con scheda madre Asus ProArt Creator, porte USB 3.2 Gen. 2 e Thunderbolt 4 e dischi interni di tipo NVMe M2 2280. Questi dischi assicurano capacità di scrittura di 8 Gigabyte al secondo e in lettura fino a 10 Gigabyte al secondo. Sovrabbondanti per esprimere il potenziale delle schede di memoria in esame. Ricordiamo che le schede CFexpress, altro non sono che delle unità di memoria a stato solido di tipo M2 di formato 2240, inserite in un contenitore metallico atto a renderle portatili e con un pettine rinforzato per consentirne usi continuati. Ci permettiamo anche di sottolineare come i risultati dei test che abbiamo eseguito - diverse serie per ogni situazione per eliminare eventuali anomalie - non possono essere presi come assoluti ma validi solo in relazione a questo sistema di test. Sul vostro potreste riscontrare alle velocità. Aggiungiamo che le prestazioni - molto elevate - di queste schede, hanno senso, al di là dell'uso con le Nikon Z, entro i limiti offerti dal proprio computer. E' inutile aspettarsi di sfruttarne a pieno le loro capacità su sistemi datati che non abbiano porte di ingresso di ultima generazione, le uniche capaci di portarle al limite. Come dire che se per noi, trasferire una cartella di test da 5000 NEF della Nikon Z9, per circa 101 Gigabyte complessivi, è affare di circa 2 minuti e 30 secondi, per altri potrebbe richiedere decine e decine di minuti, in dipendenza, e della porta di ingresso, e della velocità del disco fisso di destinazione. Fatte queste ovvie ma - a nostro avviso - doverose precisazioni, nei test abbiamo voluto verificare le effettive capacità di targa promesse da Lexar, che per queste schede assicura una capacità di scrittura sostenuta ben superiore a quelle della serie precedente, e le temperature di esercizio sotto stress. Parametro estremamente sensibile per l'impiego di Nikon Z9 e Nikon Z8 sul campo ma anche della Z6 II quando registra video in formato 4K60p. le prestazioni sintetica della Lexar Gold 1TB si avvicinano ai dati promessi (1900 MB/s in lettura e 1500 MB/S in scrittura). valori riscontrati abbastanza da vicino anche dal test video di Blackmagicdesign. Come vedete, al di là della velocità misurata, la capacità di queste schede è comune ed elevatissima. Sufficiente a coprire tutti i formati più sofisticati del video 8K e addirittura già adeguati al formato 12K anche se non in tutte le declinazioni. All'atto pratico non si riscontrano queste velocità effettive in un semplice test di lettura e scrittura dei dati. Che però restano tra i più elevati da noi registrati. oltre 1 Gigabyte al secondo in lettura, con punte di 1.2. Sufficienti a copiare 136 gigabyte di file NEF sul disco fisso in circa 2 minuti. mentre in scrittura abbiamo valori meno eclatanti ma sempre molto interessanti, peraltro mantenuti con costanza. per quanto riguarda le temperature di esercizio abbiamo registrato valori medi di 45-46 °C con punte di 57 °C - 62 °C. Ma attenzione il nostro test prevede uno stress particolare sulle schede che difficilmente verrà replicato nella realtà. Nessuno sano di mente scatta 5.003 NEF consecutivi su una scheda di memoria e poi pretende anche di leggerli immediatamente dopo senza una fase di raffreddamento ! Uno specchietto che riepiloga i valori misurati : la Angelbird è l'anitra zoppa del gruppo ma è anche quella che apparentemente mantiene le temperature meno estreme. Probabilmente per le prestazioni inferiori. La Lexar Diamond si conferma la più "fresca", la ProGrade Cobalt, la più incline ad andare in temperatura. In quanto alle velocità di raffica con la Nikon Z9, ecco il consueto raffronto. che ci mostra una situazione all'atto pratico piuttosto livellata. In pratica al di là delle lievissime differenze di riserva di scatti fino al riempimento del buffer (dove la ProGrade Cobalt dimostra oramai la sua età), abbiamo schede che consentono di scattare in modo continuo con velocità tra 15 e 20 scatti al secondo per un periodo indefinito o fino a riempimento della scheda (come è capitato con la 128GB). Parliamo sempre di situazioni limite perché raramente poi capita di fare raffiche di più di 4-5 secondi consecutivi. E probabilmente chi fa raffiche continue, scatta in jpg. Con limiti pratici ancora più allineati. Due parole sul lettore di schede Lexar che ha fatto il suo lavoro anche se nell'uso continuo generando molto calore. Nulla di allarmante ma comunque a livelli superiori agli altri. Ricordiamo invece che il precedente lettore (quello non combinato desktop, non quello minuscolo adatto per un uso itinerante) non aveva questa tendenza. *** Conclusioni. Le schede di nuova generazione si confermano in grado di portare prestazioni sempre più elevate. Sostanzialmente oggi non vedremmo reali motivazioni per acquistare schede di fascia alta, potendo queste Gold assolvere perfettamente i loro compiti con la stessa efficienza, anzi, offrendo mediamente tagli di dimensione superiore, più adatti al video ad alta risoluzione. Quindi in termini di capacità, efficienza e tenuta, ci sentiamo di dare una raccomandazione. Le schede sono in fase di distribuzione, in arrivo qui in Italia, presso i negozi specializzati autorizzati alla vendita di Nikon Z8 e Nikon Z9. *** Se questo articolo vi è sembrato utile mettete un like. A voi non costa nulla ma per noi fa una grande differenza per capire quali siano gli argomenti che i lettori trovano più interessanti. Non abbiate timore ad aggiungere i vostri commenti
  10. Buongiorno, una delle ultime CFExpress Lexar Gold a confronto con una Lexar Gold SD 1800x CFExpress Lexar Gold 1TB SD UHS-II Lexar Gold 1800x da 64GB
  11. un Nonikkor 1960s 3,5 cm, montato su Nikon Zfc
  12. Buongiorno, se si tratta dell'ultima foto caricata, già spostata ieri nella categoria appropriata. Cordialmente.
  13. Buongiorno, allo stato attuale, gli "iscritti" non hanno facoltà di cancellare le proprie fotografie o contenuti. E per adesso non riterremmo opportuno abilitarli a farlo. Cordialmente.
  14. Buongiorno, non si può. Però é possibile segnalarlo all'admin. Cordialmente
  15. La famiglia di fresnel Godox. Dal più piccolo (5'' al più grosso, 14'')
  16. Buongiorno Nikonlander è stata pubblicata una nuova roadmap obiettivi Nikkor Z alla data del 31/5/2023. Non ci sono novità rispetto alla precedente, solo l'evidenza di quanto finora annunciato e di quanto verrà annunciato entro la fine del corrente anno. Cordialmente. Credit Nikonrumors.com In giallo gli obiettivi che saranno annunciati entro il 31/12/2023 che pensiamo saranno nell'ordine : - Nikkor 200-600 - Nikkor 70-180/2.8 - Nikkor 135/1.8 S - Nikkor 35/1.2 S
  17. Buongiorno, sono state riportate sui social americani segnalazioni di incompatibilità della Nikon Z8 con batterie EN-EL15 "universali", con messaggi di avviso visualizzati sul display posteriore. La Nikon Z8 è stata progettata sulla Nikon EN-EL15C e sebbene sia compatibile anche con le precedenti EN-EL15a e EN-EL15b, noi suggeriamo di utilizzarla solo con l'ultimo modello, quello che viene dato in dotazione nella confezione della fotocamera. Visto il costo della macchina, non crediamo sia il caso di lesinare sui 60 euro di una eventuale batteria aggiuntiva che ne estenda l'autonomia. Mentre l'uso di batterie inappropriate che magari nel pieno dell'azione si surriscaldino potrebbe portare a conseguenze molto spiacevoli. Le batterie al litio possono deformarsi, esplodere, infiammarsi. Con conseguenze a dir poco spiacevoli. Meglio non esporsi al rischio per risparmiare pochi soldi o riciclare materiale vecchio. Le batterie sono "consumabili" al pari delle schede di memoria, che dovrebbero essere sostituiti periodicamente, anche prima che compaiano le segnalazioni da parte della fotocamera. Cordialmente. la segnalazione - firmware in lingua inglese - dell'incompatibilità della batteria inserita. Credit Nikonrumors.com
  18. Buongiorno, non siamo in grado di stabilire da queste immagini se si tratti di artefatto indotto dal rolling shutter ma ci sentiamo invece di intervenire su questa considerazione che rischia di essere fuorviante. Allo stato nessuna fotocamera, sia mirrorless o altro, con o senza otturatore meccanico, si può dire esente da artefatti di questo tipo. Per il semplice motivo che ogni fotocamera utilizza - realmente o in modo simulato - un meccanismo di lettura delle informazioni mediante tendine verticali. L'otturatore a tendine verticali è lo standard di lettura di tutte le fotocamere con otturatore incorporato. In inglese si chiama rolling shutter (o, sempre per dirla all'inglese "otturatore a tapparella") e in se non è un difetto è una tecnologia. Questo otturatore è fatto da due tendine sovrapposte ognuna mossa da un suo meccanismo indipendente. Se i tempi di scatto sono più lenti di circa 1/200''. viene usata solo la prima tendina e il sensore resta scoperto per tutto il tempo di scatto. Se invece i tempi sono più brevi, si usano entrambe le tendine, con la seconda che segue velocemente la prima in modo da lasciar scoperta solo una sottile striscia di superficie sensibile. Un otturatore meccanico professionale lavora con velocità intorno ad 1/320''-1/400''. Ciò vuol dire che per tempi brevi le tendine si muoveranno dall'alto verso il basso lasciando scoperto temporaneamente solo un trecentoventesimo di spazio verticale della superficie sensibile. Questo è sufficiente per minimizzare artefatti di lettura, sempre possibili, e dovuti alla differenza di velocità relativa tra il moto locale del soggetto inquadrato e lo spostamento delle due tendine. Un sensore tradizionale invece ha un tempo di readout superiore a questo tempo, in genere tra 1/15'' per i sensori più densi e 1/60'' per quelli meno densi. Questo induce fenomeni molto più accentuati in modalità puramente elettronica, motivo per cui viene utilizzato l'otturatore meccanico al posto della lettura diretta del sensore per riprendere soggetti in moto. Ma nei sensori stacked la velocità di lettura è incrementata grandemente. Per la Z9 abbiamo un tempo di lettura di circa 3.7 millisecondi per l'intera altezza del sensore. Corrispondente a circa un tempo di 1/270'', simile a quello di un otturatore meccanico. Per questo motivo, Nikon ha ritenuto di fare a meno dell'otturatore meccanico. Ma questo non significa che la Nikon Z9 sia esente da artefatti indotti dall'otturatore. Significa solo che l'effetto è minimizzato e nella maggior parte dei casi trascurabile. Andando al pratico, il sensore della Z9 viene letto in verticale a striscioline di circa 20 pixel alla volta, una dopo l'altra, idealmente per mezzo di una scansione elettronica. E' sempre possibile che tra una strisciolina e l'altra, sebbene siano molto strette (per la Z7 abbiamo striscioline da quasi 400 pixel, 20 volte più alte) ci sia un ritardo rispetto al moto relativo locale del soggetto riprodotto (ovvero ci deve essere una parte del soggetto che dentro quelle 20 righe sia in moto relativo molto diverso rispetto a quello delle striscioline adiacenti), e questo si traduce nella costruzione dell'immagine completa in un potenziale artefatto locale. Sarebbe possibile ridurre a zero questo fenomeno ? Teoricamente si, riducendo ulteriormente l'altezza delle striscioline fino ad 1 solo pixel, ma ci vorrebbe un sensore con un tempo di readout che per la Nikon Z9 dovrebbe essere di 0,18 millisecondi. Un tempo tanto breve da essere ininfluente sul moto di qualsiasi cosa (salvo un razzo a velocità di fuga dalla terra). Ma a quel punto saremmo nel campo del global shutter, tecnologia per ora non utilizzata in nessuna fotocamera commerciale. Speriamo quindi di aver chiarito il punto. E' inesatto dire che la Nikon Z9 non ha rolling shutter. La Nikon Z9 ha rolling shutter esattamente come ogni altra fotocamera che non usa otturatore centrale. Ma ne usa uno tanto veloce da minimizzare il più possibile l'insorgenza di fenomeni di artefatto indotto dal differente moto locale. Per azzerare il fenomeno quasi del tutto, la Nikon Z9 offre in più la pura forza bruta, ovvero la raffica ad alta velocità. La ridondanza di immagini statisticamente offrirà sempre la possibilità di scegliere lo scatto migliore. Cordialmente
  19. Preordine attivo su Nikonstore.it
  20. Nikonland Admin

    Nikon Z8 Party Tour

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