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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 07/12/2020 in tutte le aree

  1. Ettore Fieramosca di Blasetti con, tra gli altri, il grande Gino Cervi ed Elisa Cegani, è - per me - una delle massime vette del cinema italiano di tutti i tempi. Gino Cervi in quel periodo poteva tenere testa a Lawrence Olivier (che incidentalmente ha doppiato nella versione italiana di Amleto nel 1948). E la qualità di riprese, stile, sfarzosità dei mezzi di quel cinema era al livello del miglior cinema americano, non europeo. Ma a parte questo e a parte, ovviamente il messaggio di fondo chiaramente di regime, oggi non più attuale per questioni di politicamente corretto, è uno dei miei film preferiti. Io sono un uomo vecchio stile, legato a valori intrinsecamente tradizionali, quelli da "Dio, Patria e Famiglia". E sinceramente non me ne vergogno. E pochi eroi, folli, spacconi, esageratamente generosi fino all'ottusità, sono equivalente a QUEL Ettore Fieramosca. Che intendiamoci, è romanzato al massimo e poco o per nulla aderente alla realtà. Anzi, poco di quel film, tolto il periodo storico della contesa tra Francia e Spagna per il possesso delle ricche province italiane, è storicamente accettabile o attendibile. Poco mi importa, conosco la storia piuttosto bene, ma Fieramosca è il mio eroe lo stesso. La scena in cui Ettore saluta "a mai più" la bella castellana e si avvia a difendere il castello da solo dalle milizie francesi, dopo il tradimento del capitano di ventura (tal Graiano, personaggio in larga parte inventato), è un riferimento. Se possibile, meglio impegnarsi quando si è certi di vincere è la mia strategia. Ma una volta impegnati, si va fino in fondo. Ettore Fieramosca e Giovanna di Morreale il cavaliere armato, solo, sul ponte, impugna lo spadone a due mani (nella realtà questa scena è quella finale, nel duello all'ultimo sangue culminante la Disfida di Barletta che conclude il film). Tutte queste balle per ribadire il punto centrale della mia presenza su questo sito. Questo sito si chiama Nikonland ed è dedicato a Nikon. E' il sito che abbiamo creato Max Aquila ed io. Il corollario è "tutto ciò che ruota intorno a Nikon". Ed io, finchè sarò presente, mi sono preso il compito di difendere Nikonland, Nikon, Max e i nostri amici, dalle milizie straniere. Nessuna mercè per chi ci verrà ad offendere in casa. Massimo rispetto per chi rispetta la nostra bandiera.
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  2. Qualcuno di noi conserva ancora alcuni pezzi dell'eccezionale catalogo Nikkor di epoca manual focus. I miei preferiti, per costruzione, solidità e fascino sono i primi, ante indicizzazione AI, quelli, per intenderci, non compatibili con praticamente tutte le fotocamere moderne per l'impossibilità di accoppiamento con il diaframma. carrellata di vecchio e nuovo : la Nikon Z7 e il suo fido Nikon FTZ, adattatore da F a Z, un 50mm f/2, un 50mm f/1.4 e una terna di eccezionali obiettivi da ritratto : 85mm f/1.8, 105/2.5 e 135/2.8 Il Nikkor 105/2.5 è stato tra i più ricercati obiettivi da ritratto di tutti i tempi per Nikon, per la sua morbidezza e per i suoi colori pastello. Ancora più mitico - perchè utilizzato dai grandi fotografi di moda degli anni '60, il Nikkor-H 85mm f/1.8 che ancora oggi riesce a dire la sua. Non meno affascinante anche se più "comune", il bel 135mm f/2.8, qui nella versione con ghiera di messa a fuoco "diamantata2. Sono oggetti completamente in metallo, con lenti in bel vetro spesso che a distanza di oltre 50 anni dalla loro data di produzione si presentano solidi e concreti, decisi a durare, se possibile, anche più dei rispettivi proprietari. La Nikon Z7 per il tramite dell'adattatore Nikon FTZ non è solo in grado di impiegare con profitto gli ultimi Nikkor F motorizzati, sostanzialmente può lavorare con ogni obiettivo Nikon. Ci sarà qualche limitazione, ma in fondo non ce n'erano all'epoca. Si usavano fotocamere a fuoco manuale, senza esposimetro interno. Si esponeva a mano e poi si doveva attendere lo sviluppo per vedere il risultato. Oggi siamo abituati ad avere il risultato realtime e non ci pensiamo più, Ecco che questi obiettivi, così come i loro corpi macchina e le pellicole in generale, sono diventati (giustamente !) più un fenomeno di costume che strumenti fotografici. Ma qui abbiamo la possibilità, quando ne abbiamo voglia, di farci un giro e riassaporare - se ci piace - il gusto di mettere a fuoco a mano dove vogliamo noi e di esporre in pieno manuale. La Nikon Z7 ci asseconderà, aiutandoci nella messa a fuoco come nessun vetrino intercambiabile ha mai potuto fare, mettendoci in evidenza quando stiamo sotto-esponendo o sovraesponendo e facendoci vedere subito il risultato. Ma non solo ... lo stabilizzatore integrato della Nikon Z7 é attivo comunque, anche con obiettivi di 50 anni fa ! Attenzione, per comodità di illustrazione io qui vi mostrerò le schermate del display posteriore della Z7 ma tutte le informazioni che vedete sono parimenti riprodotte anche nel mirino elettronico. Quindi potete lavorare tranquillamente senza togliere l'occhio dal mirino, sia per la messa a fuoco che per l'esposizione. Per le impostazioni di menù sarà invece più comodo agire via display posteriore. PREIMPOSTAZIONE Per consentire un funzionamento ottimale del sistema, la sola cosa da fare è quella di inserire i dati dell'obiettivo nel menù della fotocamera, come abbiamo sempre fatto (per gli AI sulle precedenti reflex digitali, anche per i pre-Ai sulla sola Nikon Df). nel menù impostazioni, selezioniamo la voce "Dati obiettivo senza CPU" in questo caso per me è il secondo obiettivo (possiamo memorizzare i dati fino a 20 obiettivi diversi) Inseriamo semplicemente la lunghezza focale (in millimetri) e l'apertura massima del diaframma. In questo caso 85mm ed f/1.8 nel caso del 135mm f/2.8 ho inserito i suoi dati come nella foto qui sopra. Ovviamente nel caso in cui memorizzeremo più obiettivi, dovremo poi ricordarci di andare a selezionare quello che stiamo utilizzando prima di fare le foto, altrimenti la fotocamera non saprà quale obiettivo è montato, non essendoci alcuna comunicazione tra l'obiettivo stesso e l'adattotore FTZ. Per questo si dice Obiettivo senza CPU. La CPU è una piccola memoria inserita nell'obiettivo dove sono memorizzati i dati di funzionamento negli obiettivi moderni. Questa CPU comunica tramite i contatti dorati che ci sono negli obiettivi recenti con la fotocamera (e anche con l'FTZ nel caso di obiettivi Nikon F). Da questo momento la macchina sa quale obiettivo è montato e sa come regolarsi circa l'attivazione dello stabilizzatore. Non sa nulla però di quale diaframma stiamo utilizzando né se la terna tempo- apertura-sensibilità è sufficiente ad una corretta esposizione. ESPOSIZIONE Ma la modalità di utilizzo del mirino elettronico ci consente la previsualizzazione della scena in base ai parametri di scatto impostati. La cosa avviene in tempo reale e la macchina reagisce ad ogni singola azione sul diaframma, sul tempo di scatto e per la sensibilità ISO. questo è il caso di una esposizione corretta. In effetti ho usato l'esposimetro in modalità a media ponderata, la macchina ovviamente in Manuale e la sensibilità su auto-ISO. Nel display vedete che la macchina evidenzia che stiamo usando un 85mm. Non sa il diaframma - è ovvio - ma sa che il tempo impostato di 1/100''. qui abbiamo un tempo di scatto di 1/6'' con un diaframma di f/8 e l'esposizione è corretta per questa luce (un faretto LED Godox da 60W) in questo caso invece abbiamo una sovraesposizione - che per gli anglosassoni potrebbe essere un high-key - in quanto con il 135/2.8 ho lasciato il tempo di scatto ad 1/6'' e 64 ISO ma aprendo ad f/2.8 Ad 1/6'' con otturatore elettronico e stabilizzatore attivo, la foto è facile che verrà ferma. Certamente molto chiara .... allungando di un ulteriore stop il tempo di scatto, la foto appare chiaramente molto sovraesposta ! riducendo il tempo di scatto a parità di diaframma e di sensibilità, arriviamo facilmente a vedere se a nostro gusto l'esposizione è corretta. In questo caso 1/50'' sarà sufficiente. E lo stabilizzatore lavorerà in scioltezza alla focale di 135mm (!). a questo punto, chiudendo il diaframma ad f/8 - la macchina non lo sa ma io si - l'esposimetro verificherà che la luce che passa dal diaframma stesso è insufficiente ad esporre correttamente. Infatti abbiamo una scena quasi completamente nera. Non possiamo scattare in queste condizioni se vogliamo una foto utilizzabile ma nel caso la volessimo semplicemente molto densa, posso aprire il diaframma o aumentare la sensibilità ISO ed ottenere per esempio questa foto qua. non vi mostro il risultato dello scatto perchè semplicemente sarà del tutto identico a quanto mostrato dal mirino/display. E' il bello delle mirrorless e del mirino elettronico. Una cosa con cui dobbiamo cominciare a prendere confidenza se vogliamo utilizzare a pieno le nuove Nikon Z ! MESSA A FUOCO Arriviamo così alla parte più divertente di questo divertimento. Mettere a fuoco con il mirino elettronico è uno spasso perchè abbiamo tanti aiuti a disposizione. Impostando l'intensificazione del punto di maggior contrasto a mirino si può avere a colpo d'occhio se la zona che ci interessa è o no a fuoco. Nel menù impostazioni selezioniamo sarà possibile stabilire il livello dell'intensificazione (peaking) il colore (in questo caso Rosso) e la sensibilità. Secondo le proprie esigenze, il tipo di illuminazione, il colore del soggetto, le preferenze secondo le esigenze di visualizzazione di ognuno. Da questo momento avremo a mirino tutto l'aiuto necessario a capire se stiamo mettendo a fuoco o no perchè le zone a maggior contrasto verranno colorate secondo le impostazioni che abbiamo dato a menù. Ciò che non è colorato invece tendenzialmente non sarà a fuoco o lo sarà di meno. Con il tasto di ingrandimento è possibile anche fare lo zoom della zona in cui abbiamo portato il puntatore di messa a fuoco automatica (che ovviamente è un puro riferimento, non potendo funzionare se non come riferimento per il "telemetro elettronico) su più livelli, come in questo caso, a livello 1, sull'occhio di Stana. in modalità ingrandimento posso anche muovermi per la scena, spostandomi per esempio sull'altro occhio. E' una operazione lenta, valida solo su treppiedi, meglio ritornare prima a modalità normale, spostare il cursore e solo dopo ingrandire di nuovo. per migliorare la visualizzazione della zona a fuoco è anche possibile spostarci su modalità MONOCROMATICO (Picture Control MC dal menù "i" ). La zona a contrasto maggiore (quindi più a fuoco) apparirà in rosso, giallo o bianco a seconda del colore che abbiamo scelto nel menù. Tutto chiaro ? E allora giochiamo. il mio Nikkor-H 85mm f/1.8 del 1964 con la Z7 e il Nikon FTZ montato (il tappo posteriore reca ancora la scritta Nippon Kogaku). di lato fa la sua figura (e si bilancia sulla sporgenza del Nikon FTZ). messa a fuoco scatto a colori scatto in bianco e nero. Inaspettato il livello di incisione che ha ancora questo obiettivo, pur usato a tutta apertura - come si conviene per un obiettivo da ritratto - su questa Nikon Z7 e i suoi 45.7 megapixel. Il mio soggetto è fisso quindi non si può avvicinare ma posso cambiare obiettivo. Monto allora il mio bellissimo Nikon 135mm f/2.8 del 1966, così tenuto bene che sembra ancora nuovo ! é più grosso ma ancora compatibile con la Nikon Z7. Mi viene da pensare che un futuro complemento della linea degli obiettivi Nikkor Z per questa macchina, dopo l'85/1.8 S già in roadmap, potrebbe proprio essere un moderno 135/2.8, anzichè uno dei superluminosi f/2 o f/1.4 che vanno tanto oggi (belli, sensazionali ma anche enormi e superiori al chilogrammo di peso !). qui l'obiettivo poggia sul piano ma dobbiamo considerare che c'è di mezzo il Nikon FTZ. con questo gingillo posso chiudere su occhi e naso, ottenendo anche qui una incisione inaspettata. Anche grazie al fatto che sto usando l'otturatore elettronico e la stabilizzazione incorporata. Bene, la chiudo qui. Spero di avervi illustrato le possibilità di utilizzo "creativo" di vecchi obiettivi (avrei potuto anche usare il mio vecchio Minolta Rokkor 58/1.2 che ho modificato a mano per attacco Nikon F ma prossimamente potremo anche usare sulle Nikon Z obiettivi pensati per altri sistemi, avendo a disposizione l'adattatore necessario da quell'attacco a quello Z. Mantenendo tutte le caratteristiche, facilitazioni e prestazioni che ho qui sintetizzato : esposizione previsualizzata, stabilizzazione e messa a fuoco manuale assistita). E di aver cominciato a farvi intravvedere quali possano essere le potenzialità di questo sistema, certamente in larga parte trascurate dagli youtuber che disgraziatamente hanno avuto le macchine in mano prima di noi nikonisti e le hanno usate, non per mostrarne le potenzialità, ma per ricercarne a tutti i costi, gli inevitabili limiti ! Noi ci rivediamo alla prossima puntata. PS : per chi si sta chiedendo quali dati EXIF saranno presenti nel file delle foto scattate con questi obiettivi, eccolo servito subito con una schermata di Adobe Lightroom Classic 2019 85mm, f/1.8 e tutti gli altri dati di scatto impostati. f/1.8 purtroppo sarà costante, in quanto la fotocamera non saprà mai quale diaframma abbiamo effettivamente impostato. Ma sarà sufficiente per determinare quale obiettivo abbiamo utilizzato.
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  3. Nel riprendere ad un anno dalla pubblicazione l'argomento oggetto di questo articolo molto seguito, ci viene in mente che nella foga della trattazione e della sperimentazione, spesso si tralasciano avvertimenti che potrebbero significare la differenza per utenti meno avvezzi di noi della Redazione di Nikonland (che pure abbiamo passato momenti....difficili, in simili fasi, tempo fa) ad operare con obiettivi d'epoca su corpi macchina moderni: ricordiamo innanzitutto la tabella di incompatibilità ottiche, sempre ben specificata nei manuali d'uso delle Z che, come per i corpi, vale ovviamente anche per l'adattatore FTZ A questo riguardo, non appena il mercato delle cineserie si è svegliato sul mondo Z, Mauro ed io ci siamo procurati con spesa irrisoria, un adattatore semplicemente Ai to Z, privo cioè della trasmissione elettrica che per obiettivi MF Nikon (Ai ed AiS) non avrebbe comunque utilità alcuna . Ma che ci consente di usare anche quegli obiettivi meccanicamente incompatibili con l' FTZ, a pena di rovinare la contattiera elettrica e, nel caso delle prime serie dei nonAi, rischiando anche di rigarne la superficie, a causa della gola di scorrimento di questi obiettivi, poi protetta nelle successive versioni nonAi, Ai-d, Ai ed AiS da sx a dx, un PC 35/3.5 nonAi, un 35/2 nonAi (incompatibili entrambi) un 24/2,8 Ai-d ed un 105/2,5 AiS (invece compatibili) si vede bene come la vicinanza nell' FTZ della contattiera e dei rimandi di blocco della baionetta Ai, potrebbero essere toccati e pesantemente danneggiati dalle vecchie baionette nonAi, provviste in alcuni casi, come in quello del PC Nikkor, di una gola metallica completamente scoperta, fonte di sicura interferenza meccanica presente anche su molti dei tubi di prolunga delle prime edizioni, poi eliminata già nella seconda fase delle ottiche nonAi, come questo 35/2 posto sopra i due obiettivi Ai-d (nonAi modificato Ai) ed AiS che risultano invece compatibili con l' FTZ... Ma siccome privi di contatti elettrici, per eccesso di prudenza, trattandosi comunque di obiettivi costruiti svariati decenni fa, abbiamo deciso di non utilizzare comunque con essi il nostro prezioso FTZ, che deve assisterci su obiettivi dotati di CPU ed AF, più consoni anagraficamente alle nostre mirrorless Z. La stessa cosa Nikonland consiglia di fare ai suoi lettori !
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  4. Comunque voglio aggiungere una cosa: questo è davvero un bellissimo sito, frequentato da persone appassionate e competenti. E' veramente raro riuscire a percepire così nettamente queste cose in tutto ciò che si legge, negli articoli e nei post. Complimenti a chi continua ad animarlo.
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  5. Ciao, benvenuto e grazie per i complimenti. Ti rispondo io ai punti che hai segnato. 1) lo stabilizzatore funziona meglio se sa quale focale stai utilizzando. Generalmente l'efficacia dello stabilizzatore sul sensore è impostata per dare il massimo intorno alla focale 50mm. Per regolare l'effetto su focali distanti la macchina dovrebbe sapere di quale focale si tratti per predisporsi. Non abbiamo prove scientifiche al riguardo ma è pacifico che l'effetto sia automaticamente registrato per gli obiettivi con CPU che comunicano con il corpo macchina i dati di focale e apertura del diaframma. Ovviamente poter inserire i dati dell'obiettivo usato, specie se ne usiamo più di uno in una sessione fotografica, è di una comodità inestimabile quando andiamo ad aprire le nostre foto, perchè anzichè vedere - come con altre marche - un generico 50mm f1, vedremo i dati di targa dell'obiettivo usato (se siamo stati zelanti e li abbiamo impostati prima di fotografare). 2) il focus peaking è comodo ma è più efficace sulle focali più lunghe, diciamo dal 35-40 mm in su. Poi dipende da che tipo di precisione si ricerca, un conto è mettere a fuoco un albero in un paesaggio o una finestra in una corte, un'altro la pupilla di una creatura distante un metro, fotografata con un 105/1.4 sul Nikon Vs Sony io non dibatto più perchè sono Nikonista. Sony ha eccellenti fotocamere pensate proprio per i tecnofili come affermi di essere tu. Un caro amico ha ammesso che si gode le sue Sony come i suoi figli le Playstation. Quindi ci sta che uno scelga quello se preferisce i videogiochi fotografici, se sa cosa sta cercando, non si troverà male, anzi si troverà meglio che con le Nikon, macchine progettate invece per romantici monogami come me. In ogni caso Z6 o A7 III sono anni luce oltre la Nikon D200. In quanto al banding, posso giurare sopra una pila di manuali Nikon che la Nikon Z6 e la Sony A7 III hanno lo stesso problema sul banding : praticamente non riproducibile se non in certi laboratori americani con vista diretta su Youtube
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  6. Sinceramente ricordavo una pessima resa di questi vecchi Nikkor sulla Df ma qui sulla Z7 non c'è molto da dire, anche a tutta apertura. Quindi escludendo i vetracci ex-DDR fatti in ferro arruggino e vetro di bottiglia di birra, potrebbero esserci sorprese (penso ad esempio a Leitz, Voigtlander, Zeiss, Contax etc.). Sugli adattatori, io andrei sui Kipon, mi sono sempre trovato benissimo su altre macchine, meglio di oggetti di fattura europea venduti a 4 volte il loro prezzo. In alcuni casi si dovranno fare i conti con focali e luminosità non previsti dal catalogo Nikon (per esempio certi 75mm o certe aperture massime di f/2.4 o 1.1 che su Nikon non si sono mai viste a memoria mia).
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