Vai al contenuto

Classifica

Contenuto Popolare

Mostra il contenuto con la massima reputazione di 27/07/2020 in Articoli

  1. Ho acquistato la Nikon Z6 a novembre dell'anno scorso (2019). Appena comprata ho fatto soprattutto delle foto "casual" per strada e degli esperimenti in casa, giocherellando con il focus stacking, ma tutto sommato ero rimasto freddino, convinto che andasse bene più che altro per al macro statica e lo street, che per me è un genere occasionale. Anche Vincent non era molto convinto. Passato il lockdown, ho inziato ad usarla un po' di più per il genere fotografia che preferisco, ed è allora che ho cominciato a "scaldarmi" nei confronti di questa piccola grande fotocamera e capire meglio tutto quello che mi può dare (e quello che non posso pretendere). Non mi metterò a scrivere un articolo sulle caratteristiche, pregi e difetti della Z6, ripeterei solo quanto hanno fatto a più riprese Mauro Maratta e Max Aquila in modo più che esauriente, preferisco fare qualcosa di simile alle experience di foto notturna e di street di Massimo Vignoli, portando delle foto di esempio e commentandole. Sono un naturalista fotoamatore, anche se mi piace provare altri generi è nella fotografia in natura, soprattutto agli animali che mi diverto davvero. Di questo scriverò. Primo impatto? Avendo usato praticamente solo reflex, al mirino elettronico ho dovuto farci l'abitudine, perchè anche se è ottimo e la resa dell'immagine è molto vicina alla realtà, rimane a volte un lieve scostamento dal punto di vista dell'esposizione verso la sovraesposizione, cosa che ho imparato a tenere presente ed ora non ho problemi. Per il resto, sul campo la Z6 è confortevole, specialmente con la basetta smallrig e usata con ottiche compatte come il 300mm f4 Pf anche accoppiato a dei converter, non si hanno problemi a mano libera. Inoltre, come tutte le nikon di un certo livello, non ti "sta tra i piedi", comandi accessibili e ergonomia sperimentata. La Nikon Z6 e il suo 24-70mm f4 S sono un'accoppiata formidabile. Questa foto sembra una macro fatta con un buon obiettivo macro, no? Invece no! E' un minuscolo crop al 100% di una foto ambientata!!!. questa: Nikon Z6 24-70mm f4 a 28mm, f11, 1/1600s 2000 ISO. La vedete la libellula sulla destra, quant'è piccola? Questo per me dice tutto quello che c'è da dire sulla qualità nei dettagli di questa accoppiata ed è uno dei motivi della mia riscoperta della Z6. Non è solo il fatto che si può mettere a fuoco più o meno su tutto il campo inquadrato, lo fanno tutte le mirrorless, qui c'è di più. Lo ripeto risultati di questo genere di solito si hanno con dei tele macro. Amazing, dicono gli inglesi. Naturalmente come tutti gli altri 24-70mm si presta a fare dei paesaggi "normali" con ottimi risultati, Nella fotografia ravvicinata e in quella di natura non ho dubbi quale sarà d'ora in poi la mia fotocamera d'elezione, anche sul campo, salvo soggetti erratici. In attesa di focali native un po' più lunghe, il 300mm da solo con Tc e/o lenti addizionali funziona e molto bene: In questo "animalscape" ho usato il 300mm, ho composto l'inquadratura e scattato dal display col dito. Se il soggetto è relativamente tranquillo, non ci sono problemi anche per le soggettive: Anche se il soggetto si muove a velocità ragionevole secondo una traiettoria prevedibile non ci sono troppi problemi, t scatto silenzioso, a mano libera e soggetto indifferente: Nella fotografia close-up la qualità è eccellente: 70-300mmP a 210mm con lente addizionale 300mm f4 Pf + TC14 Eiii. Ancora: Posso scattare in condizioni di luce molto sfavorevoli, con ottime possibilità di recupero nelle ombre. Questi scoiattoli erano nel bosco fitto dove ad occhio nudo era ... buio pesto. Anche qui a Torrile giornata di pioggia... luce pessima, eppure.. Per non bruciare il cigno, che non era fermo, quindi non permetteva esposizioni multiple, ho dovuto sottoesporre, Ma è bastato pochissimo per recuperare le ombre. Infine, basta back-front focus, i miei nikon ora sono tutti "tarati", o meglio non devo tarare più nulla. L'accoppiata 300mm più TC 14 sulla m D500 tendeva a funzionare in modo alterno. A volte andava benissimo, altre non azzeccava il fuoco e come da consigli ricevuti, dovevo spegnere smontare e rimontare il tutto. Questi sono cropo 100% di due foto scattate con la D500, il 300mm f4 Pf e il TC 14: due giorni diversi due rese diverse. Smonta e rimonta poi il tutto è tornato a funzionare, però non è entusiasmante, se sei in attesa che succeda qualcosa non è il massimo, perchè di solito succede mentra stai armeggiando con l'atttrezzatura. Se poi osavo accoppiare il 300mm al TC 17... addio, il fuori fuoco era garantito: Con la Z6, come cantava Lucio Battisti, tutto questo non c'è più: Nikon 300mm f4 Pf Tc 17, crop 100% Alti ISO? ecco qui tempo grigio e 7000 ISO! Crop 100%: Tutte rose e fiori? Naturalmente no, per quel che faccio io, vedo soprattutto due punti di miglioramento e riguardano l'autofocus: come per la maggior parte delle mirrorless le manca un po' di reattività. Questi cigni in volo li ha presi, ma soggetti più veloci o più erratici sono spesso un problema, al contrario di auto e moto, con gli animali non è possibile prevedere la traiettoria e predisporsi allo scatto in un punto prefissato. L'altro punto è la tendenza a perdersi nello sfondo più delle mie DSLR, anche se devo dire che credevo peggio. In qualche situazione occorre "aiutare" l'autofocus. Sfondo terribilmente confuso ed elementi di disturbo in primo piano, ma con un po' di malizia, soggetto centrato! Non so se il fatto che si usino teleobiettivi F tramite adattatore possa in qualche modo accentuare il problema, si vedrà quando ci saranno teleobiettivi S nativi. Dopo novemila scatti posso dire di essere contento della Z6, sono convinto che se si sa come usarla e quando, i risultati sono ottimi. Adesso anche Vincent ne è convinto, tanto da autorizzarmi a mettere un crop al 100% di un suo ritratto Scattato con... (musica da suspense)... UN VECCHIO CIMELIO!! Con la Z6 ci si può divertire, il relativamente contenuto numero di pixel aiuta a perdonare qualche segno di vecchiaia presente in queste lenti d'epoca. In conclusione, la Z6 mi piace, ho iniziato ad apprezzarne le qualità e conto di usarla sempre di più. Ultima nota: Questa l'avete già vista, la ripropongo perchè è la migliore foto che ho fatto quest'anno, con la Z6 a mano libera in presenza di vento. Silvio Renesto per Nikonland.
    8 punti
  2. Riprendendo dalla prima parte, proprio dalla prima frase... ...e cioè la filettatura filtri della stessa misura, per fare un breve excursus sulle potenzialità di questi tre zoom a distanza ravvicinata, con una lente addizionale, come può capitare di utilizzare, per ampliare il raggio di azione di obiettivi a focale variabile, come questi. Le distanze minime di maf ai 200mm (la massima lunghezza focale comune) parlano di 70cm per il 24-200 Z, 120cm per il 70-300 AFP e 100cm per il 70-200 AFS che diventano distanze di lavoro (dalla lente frontale al soggetto) rispettivamente di: 51cm per il 24-200, 97cm per il 70-300 e 78cm per il 70-200 (e considerando anche l' FTZ interposto, per questi due ultimi zoom): io aggiungo una lente addizionale acromatica come la Marumi DHG 300 da 3 diottrie che posseggo in diametro da 77mm, (opportunamente ridotto ai 67 dei tre zoom con appositi anelli di raccordo) e istantaneamente le distanze operative cambiano: Nikon Z 24-200 da 51cm a 19cm Nikon AF-P 70-300 (@ 200mm) da 97cm a 23,5cm Nikon AF-S 70-200 da 78cm a 21,5cm Cosa notiamo immediatamente...? Un maggiore ingrandimento dell'immagine, a parità di focale utilizzata, dell'ultimo dei tre zoom, il 70-200/4. Tipica manifestazione di minor assoggettamento al "focus breathing" ossia alla caratteristica diminuzione di focale effettiva alla minima distanza di maf, propria dei telezoom come questi, caratterizzati da progetti ottici complessi, con movimentazioni interne di gruppi di lenti, per realizzare l'intera gamma di focali. Ed il Nikon AF-S 70-200/4 è famoso proprio per distinguersi in questo senso già in ambito reflex. Cosa comporta in ambito di fotografia a distanza ravvicinata? Un ottimo fattore di ingrandimento ad una più comoda distanza operativa, non eccessivamente vicina al soggetto, che consente di riquadrarlo alla stessa dimensione che con gli altri due zoom, guadagnando qualcosa anche in pdc, sempre bassissima a queste ridotte distanze di maf 24-200 70-300 70-200 come ci si può direttamente rendere conto in queste tre immagini, scattate a distanze lievemente differenti, tutte e tre a 200mm ed ad f/8, ma nella terza delle quali, quella del 70-200/4 sono costretto a retrocedere per mantenere delle stesse proporzioni il soggetto nell'inquadratura (a causa del minor focus breathing) guadagnando immediatamente qualcosa sulla pdc, come si nota dalle scritte più nitide sull'obiettivo di ..supporto alla scheda. La resa alle minime distanze di lavoro è per tutti e tre gli obiettivi eccellente, differente invece la maneggevolezza e la fluidità della messa a fuoco di questi tre zoom ai limiti di scala (pur considerando la presenza per i due F-mount dell'adattatore FTZ che certamente non può migliorarne le prestazioni) Nikon Z 24-200mm Per definizione e cromia, questo all-in-one Z, mi pare davvero ben riuscito e l'utilizzo con la lente addizionale non lo priva della facilità d'uso che è la prima dote che si nota sulle Nikon Z quando si usino obiettivi nativi. Qualche hunting dovuto anche al vento che rendeva più difficili le riprese ai fiori di ibisco mi ha costretto ad accontentarmi dei risultati qui sopra ottenuti. In questa maniera basta una lente addizionale ad aggiungere versatilità ad uno zoom che di questa dote farà la sua bandiera, specie con le Z in arrivo, come la Z5 per la quale non mi stupirei di vederlo in bundle (approfittatene, in questo caso, per il prezzo che verrà di sicuro addolcito) in alternativa al nuovo 24-50mm. La piccola distanza operativa dal soggetto, di 19cm, non risulta troppo di ostacolo all'utilizzo (come ho operato in queste foto) di un flash tenuto con la mano sx in favore del soggetto, per una più efficace gestione di luci ed ombre nella fotografia a distanza ravvicinata, ma se risultasse lievemente maggiore, non guasterebbe di certo. Nikon AF-P 70-300mm (@ 200mm) Uso ormai da un paio d'anni questo AFP, prima su reflex e ora su mirrorless, con grande soddisfazione anche in questo particolare genere fotografico che è la "microcaccia fotografica itinerante", praticata a mano libera, con fotocamera ed obiettivo nella mano destra e flash (nel caso in oggetto un Godox Ad200 nella sua fondina alla cintura dei pantaloni ed il cavo di prolunga su cui ho montato la testa circolare H200R) Auto ISO, AFC, sensore AF dinamico e tempi di otturazione HSS (High Speed Sync), per sincronizzare anche ad 1/1000" in luce diurna, evitando così gli sfondi neri e le sovraesposizioni delle parti del soggetto colpite marginalmente dalla luce flash. Grandi soddisfazioni e foto cromaticamente ineccepibili: in questa sessione, a confronto con gli altri due zoom è stato quello che mi ha procurato qualche hunting dell'AF di troppo, che considerando il fatto che stavamo operando a 200mm sempre ai margini della minima distanza di maf e per giunta su adattatore FTZ, in esterni e col vento... ci stava tutto. Certamente però qualche foto di scarto di troppo, rispetto quelle occorse con gli altri due zoom, la debbo segnalare. La distanza operativa di quasi 24cm è la maggiore del lotto dei tre zoom e senza dubbio utile con soggetti animati come gli insetti, quasi eccessiva con i soggetti...animati solo dal vento, come i fiori: dove può risultare in taluni casi meno efficace. Ho fotografato con questo zoom (che arriva fino a 300mm) a 200mm sia per cercare di fissare dei risultati almeno paragonabili, sia perchè il breathing a 300mm si incrementa ancora un pò, rendendo minore l'effetto di ingrandimento, inoltre si diminuisce la luminosità dello zoom che a 200mm a TA risulta ancora essere un f/5,3 ossia 1/3 di stop più aperto che a 300mm) Nikon AF-S 70-200mm Una rivelazione !!! In close up questo zoom si dimostra essere il più fluido e veloce in AF fra i tre, alla pari col 24-200 nativo e dotato di altro genere di movimentazione AF. Cromaticamente, essendo il più neutrale dei tre, risulta il più facile da gestire in luce mista flash HSS/ambiente. La sua fastidiosa distorsione a cuscino, visibile su linee rette ed ortogonali, con i fiori proprio non ci tange neppure. Maneggevolezza ideale (è l'unico dei tre a non cambiare dimensione durante la zoomata) e distanza di lavoro fissata a metà tra gli altri due: a 21,5cm dove lavoro a mano libera in maniera perfetta, dovendo gestire senza stativi macchina e flash, orientando il flash nello spazio residuale, tra lente addizionale e soggetto. Ho notato per contraltare una certa facilità a vignettare a queste minime distanze di maf. Alla fine di questo ...minimal contest di close-up photography ? Nikon AF-S 70-200mm f/4 G ED VR Nikon Z 24-200mm f/4-6,3 VR Nikon AF-P 70-300mm f/4,5-5,6 E VR ED Max Aquila photo (C) per Zetaland 2020 to be continued...
    1 punto
×
×
  • Crea Nuovo...