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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 07/11/2019 in Articoli

  1. Perchè ? ... ...questo articolo non è andato a finire nella sezione Vintage del nostro sito multiforme, invece che in Zetaland è presto detto: perchè un decentrabile per mirrorless è un'esigenza che prima o poi le case costruttrici di obiettivi si troveranno a dover affrontare e Nikonland, precorrendo i tempi, ha così inteso unire alla giovane Z6, un pezzo del patrimonio storico della produzione Nikkor, messo in commercio nel Luglio 1962 nella sua prima versione, questo essenziale PC Nikkor 35mm f/3,5 da 6 lenti in 6 gruppi,disegnato da Mr. Kunihiro Fukino e dotato della unica possibilità (allora una PRIMA in assoluto) del decentraggio su tutti gli assi (Orizzontale, Verticale e Diagonale) di una quantità di mm che sul verticale arriva ad 11mm rispetto all'asse ottico, realizzando così una copertura vicina a quella di un 26mm ma sull'angolo di campo di un 35mm, appunto. La Redazione di Nikonland, ha scelto di non servirsi dell'adattatore FTZ, memore del pericolo che per i contatti elettrici delle baionette moderne, costituiscono molti degli obiettivi nonAi della prima produzione Nippon Kogaku, optando quindi per un generico adattatore Ai to Z-mount. Facendo chiaro affidamento sulla funzione di messa a fuoco facilitata dal focus peaking, che mette in rilievo cromatico l'area di nitidezza relativa al diaframma in uso. Il Nikkor in oggetto, come quelli che fino ai nostri giorni lo hanno seguito nella migliore tradizione Nikon, ha la ghiera dei diaframmi anteposta a quella di fuoco, accopiabile ad una terza ghiera di stop-down che consentiva con le reflex cui era dedicato, una visione a tutta luminosità che permettesse una messa a fuoco facilitata, salvo poi chiudere al diaframma di lavoro prima dello scatto, (da condurre preferibilmente con scatto flessibile e macchina saldamente posta su treppiede). Con la Z6 lo stop-down è reso inutile dalla lettura reale del mirino elettronico e del live view Attorno al riferimento del fuoco, la scala cromatica della pdc, cui stiamo tornando con i Nikkor-S più pregiati della serie Z, quelli muniti di display a cristalli liquidi. Alla destra notate la vite zigrinata per effettuare il decentraggio dell'obiettivo e, nella ghiera cromata della baionetta di montaggio, i valori massimi (in mm) di decentraggio nelle varie posizioni che l'obiettivo può assumere, ruotando attorno al proprio asse ottico ossia 7, 8 e, sull'asse verticale, 11mm, il valore maggiore ovviamente raggiungibile sul lato lungo del rettangolo di immagine 30 cm la distanza minima di maf ecco la vista da dietro al massimo dello spostamento dell'elicoide. Il diaframma (qui @f/8) ha sole 6 lamelle chiude fino a f/32, in omaggio alla migliore uniformità centro/bordi, in relazione allo spostamento che subisce l'asse ottico di questi obiettivi Giusto per capirci sull'utilizzo di un decentrabile, ecco come un normale 35mm messo accuratamente in bolla per evitare la distorsione prospettica, registri questa scena di un interno Ecco invece come la registra, dallo stesso punto di ripresa, il PC Nikkor 35mm del 1962, senza introdurre alcuna deformazione, al decentraggio massimo di 11mm sull'asse verticale. Ovviamente anche in esterni e senza per forza utilizzare tutto lo spostamento consentito dalla sua potenzialità: per alzare di poco il centro ottico nell'immagine a dx Ancora delle riprese in verticale per prima l'immagine in bolla, appresso, quella opportunamente decentrata anche in 16:9 (cosa che le reflex non permettevano 😁) gestendo con facilità anche la distribuzione degli spazi tra soggetto e sfondo Decentraggio sul lato orizzontale? Ecco da dove si può partire, fotografando la 600esca Fontana del Garraffo di Palermo Oppure, riportando a unità, la monumentale magnolia 150enaria di Villa Garibaldi, dall'altezza di 30 metri e diametro di 50: difficilissima da fotogafare a condizioni normali e senza un obiettivo come questo nostro PC Nikkor. Da così (in bolla)... a così... O da altra prospettiva, sempre differente in questo intrico di radici aeree, rami e foglie: Una cosa sia chiara: 57 anni dopo la sua progettazione, un obiettivo, per quanto rivoluzionario non può migliorare: e questo Nikkor NON va usato in controluce ... ma quando serve, all'occorrenza, usato a mano libera per tagliare via eventuali parti dell'immagine non gradite, non è una opzione da trascurare... Nikon, mirrorless reinventing: mentre lavori...pensa a tutti i fotografi ed a tutte le loro richieste. Perchè per arrangiarci...ci arrangiamo: ma se volessi stupirci, beh NON ASPETTIAMO ALTRO !!! Max Aquila photo (C) per Zetaland 2019
    4 punti
  2. Qualcuno di noi conserva ancora alcuni pezzi dell'eccezionale catalogo Nikkor di epoca manual focus. I miei preferiti, per costruzione, solidità e fascino sono i primi, ante indicizzazione AI, quelli, per intenderci, non compatibili con praticamente tutte le fotocamere moderne per l'impossibilità di accoppiamento con il diaframma. carrellata di vecchio e nuovo : la Nikon Z7 e il suo fido Nikon FTZ, adattatore da F a Z, un 50mm f/2, un 50mm f/1.4 e una terna di eccezionali obiettivi da ritratto : 85mm f/1.8, 105/2.5 e 135/2.8 Il Nikkor 105/2.5 è stato tra i più ricercati obiettivi da ritratto di tutti i tempi per Nikon, per la sua morbidezza e per i suoi colori pastello. Ancora più mitico - perchè utilizzato dai grandi fotografi di moda degli anni '60, il Nikkor-H 85mm f/1.8 che ancora oggi riesce a dire la sua. Non meno affascinante anche se più "comune", il bel 135mm f/2.8, qui nella versione con ghiera di messa a fuoco "diamantata2. Sono oggetti completamente in metallo, con lenti in bel vetro spesso che a distanza di oltre 50 anni dalla loro data di produzione si presentano solidi e concreti, decisi a durare, se possibile, anche più dei rispettivi proprietari. La Nikon Z7 per il tramite dell'adattatore Nikon FTZ non è solo in grado di impiegare con profitto gli ultimi Nikkor F motorizzati, sostanzialmente può lavorare con ogni obiettivo Nikon. Ci sarà qualche limitazione, ma in fondo non ce n'erano all'epoca. Si usavano fotocamere a fuoco manuale, senza esposimetro interno. Si esponeva a mano e poi si doveva attendere lo sviluppo per vedere il risultato. Oggi siamo abituati ad avere il risultato realtime e non ci pensiamo più, Ecco che questi obiettivi, così come i loro corpi macchina e le pellicole in generale, sono diventati (giustamente !) più un fenomeno di costume che strumenti fotografici. Ma qui abbiamo la possibilità, quando ne abbiamo voglia, di farci un giro e riassaporare - se ci piace - il gusto di mettere a fuoco a mano dove vogliamo noi e di esporre in pieno manuale. La Nikon Z7 ci asseconderà, aiutandoci nella messa a fuoco come nessun vetrino intercambiabile ha mai potuto fare, mettendoci in evidenza quando stiamo sotto-esponendo o sovraesponendo e facendoci vedere subito il risultato. Ma non solo ... lo stabilizzatore integrato della Nikon Z7 é attivo comunque, anche con obiettivi di 50 anni fa ! Attenzione, per comodità di illustrazione io qui vi mostrerò le schermate del display posteriore della Z7 ma tutte le informazioni che vedete sono parimenti riprodotte anche nel mirino elettronico. Quindi potete lavorare tranquillamente senza togliere l'occhio dal mirino, sia per la messa a fuoco che per l'esposizione. Per le impostazioni di menù sarà invece più comodo agire via display posteriore. PREIMPOSTAZIONE Per consentire un funzionamento ottimale del sistema, la sola cosa da fare è quella di inserire i dati dell'obiettivo nel menù della fotocamera, come abbiamo sempre fatto (per gli AI sulle precedenti reflex digitali, anche per i pre-Ai sulla sola Nikon Df). nel menù impostazioni, selezioniamo la voce "Dati obiettivo senza CPU" in questo caso per me è il secondo obiettivo (possiamo memorizzare i dati fino a 20 obiettivi diversi) Inseriamo semplicemente la lunghezza focale (in millimetri) e l'apertura massima del diaframma. In questo caso 85mm ed f/1.8 nel caso del 135mm f/2.8 ho inserito i suoi dati come nella foto qui sopra. Ovviamente nel caso in cui memorizzeremo più obiettivi, dovremo poi ricordarci di andare a selezionare quello che stiamo utilizzando prima di fare le foto, altrimenti la fotocamera non saprà quale obiettivo è montato, non essendoci alcuna comunicazione tra l'obiettivo stesso e l'adattotore FTZ. Per questo si dice Obiettivo senza CPU. La CPU è una piccola memoria inserita nell'obiettivo dove sono memorizzati i dati di funzionamento negli obiettivi moderni. Questa CPU comunica tramite i contatti dorati che ci sono negli obiettivi recenti con la fotocamera (e anche con l'FTZ nel caso di obiettivi Nikon F). Da questo momento la macchina sa quale obiettivo è montato e sa come regolarsi circa l'attivazione dello stabilizzatore. Non sa nulla però di quale diaframma stiamo utilizzando né se la terna tempo- apertura-sensibilità è sufficiente ad una corretta esposizione. ESPOSIZIONE Ma la modalità di utilizzo del mirino elettronico ci consente la previsualizzazione della scena in base ai parametri di scatto impostati. La cosa avviene in tempo reale e la macchina reagisce ad ogni singola azione sul diaframma, sul tempo di scatto e per la sensibilità ISO. questo è il caso di una esposizione corretta. In effetti ho usato l'esposimetro in modalità a media ponderata, la macchina ovviamente in Manuale e la sensibilità su auto-ISO. Nel display vedete che la macchina evidenzia che stiamo usando un 85mm. Non sa il diaframma - è ovvio - ma sa che il tempo impostato di 1/100''. qui abbiamo un tempo di scatto di 1/6'' con un diaframma di f/8 e l'esposizione è corretta per questa luce (un faretto LED Godox da 60W) in questo caso invece abbiamo una sovraesposizione - che per gli anglosassoni potrebbe essere un high-key - in quanto con il 135/2.8 ho lasciato il tempo di scatto ad 1/6'' e 64 ISO ma aprendo ad f/2.8 Ad 1/6'' con otturatore elettronico e stabilizzatore attivo, la foto è facile che verrà ferma. Certamente molto chiara .... allungando di un ulteriore stop il tempo di scatto, la foto appare chiaramente molto sovraesposta ! riducendo il tempo di scatto a parità di diaframma e di sensibilità, arriviamo facilmente a vedere se a nostro gusto l'esposizione è corretta. In questo caso 1/50'' sarà sufficiente. E lo stabilizzatore lavorerà in scioltezza alla focale di 135mm (!). a questo punto, chiudendo il diaframma ad f/8 - la macchina non lo sa ma io si - l'esposimetro verificherà che la luce che passa dal diaframma stesso è insufficiente ad esporre correttamente. Infatti abbiamo una scena quasi completamente nera. Non possiamo scattare in queste condizioni se vogliamo una foto utilizzabile ma nel caso la volessimo semplicemente molto densa, posso aprire il diaframma o aumentare la sensibilità ISO ed ottenere per esempio questa foto qua. non vi mostro il risultato dello scatto perchè semplicemente sarà del tutto identico a quanto mostrato dal mirino/display. E' il bello delle mirrorless e del mirino elettronico. Una cosa con cui dobbiamo cominciare a prendere confidenza se vogliamo utilizzare a pieno le nuove Nikon Z ! MESSA A FUOCO Arriviamo così alla parte più divertente di questo divertimento. Mettere a fuoco con il mirino elettronico è uno spasso perchè abbiamo tanti aiuti a disposizione. Impostando l'intensificazione del punto di maggior contrasto a mirino si può avere a colpo d'occhio se la zona che ci interessa è o no a fuoco. Nel menù impostazioni selezioniamo sarà possibile stabilire il livello dell'intensificazione (peaking) il colore (in questo caso Rosso) e la sensibilità. Secondo le proprie esigenze, il tipo di illuminazione, il colore del soggetto, le preferenze secondo le esigenze di visualizzazione di ognuno. Da questo momento avremo a mirino tutto l'aiuto necessario a capire se stiamo mettendo a fuoco o no perchè le zone a maggior contrasto verranno colorate secondo le impostazioni che abbiamo dato a menù. Ciò che non è colorato invece tendenzialmente non sarà a fuoco o lo sarà di meno. Con il tasto di ingrandimento è possibile anche fare lo zoom della zona in cui abbiamo portato il puntatore di messa a fuoco automatica (che ovviamente è un puro riferimento, non potendo funzionare se non come riferimento per il "telemetro elettronico) su più livelli, come in questo caso, a livello 1, sull'occhio di Stana. in modalità ingrandimento posso anche muovermi per la scena, spostandomi per esempio sull'altro occhio. E' una operazione lenta, valida solo su treppiedi, meglio ritornare prima a modalità normale, spostare il cursore e solo dopo ingrandire di nuovo. per migliorare la visualizzazione della zona a fuoco è anche possibile spostarci su modalità MONOCROMATICO (Picture Control MC dal menù "i" ). La zona a contrasto maggiore (quindi più a fuoco) apparirà in rosso, giallo o bianco a seconda del colore che abbiamo scelto nel menù. Tutto chiaro ? E allora giochiamo. il mio Nikkor-H 85mm f/1.8 del 1964 con la Z7 e il Nikon FTZ montato (il tappo posteriore reca ancora la scritta Nippon Kogaku). di lato fa la sua figura (e si bilancia sulla sporgenza del Nikon FTZ). messa a fuoco scatto a colori scatto in bianco e nero. Inaspettato il livello di incisione che ha ancora questo obiettivo, pur usato a tutta apertura - come si conviene per un obiettivo da ritratto - su questa Nikon Z7 e i suoi 45.7 megapixel. Il mio soggetto è fisso quindi non si può avvicinare ma posso cambiare obiettivo. Monto allora il mio bellissimo Nikon 135mm f/2.8 del 1966, così tenuto bene che sembra ancora nuovo ! é più grosso ma ancora compatibile con la Nikon Z7. Mi viene da pensare che un futuro complemento della linea degli obiettivi Nikkor Z per questa macchina, dopo l'85/1.8 S già in roadmap, potrebbe proprio essere un moderno 135/2.8, anzichè uno dei superluminosi f/2 o f/1.4 che vanno tanto oggi (belli, sensazionali ma anche enormi e superiori al chilogrammo di peso !). qui l'obiettivo poggia sul piano ma dobbiamo considerare che c'è di mezzo il Nikon FTZ. con questo gingillo posso chiudere su occhi e naso, ottenendo anche qui una incisione inaspettata. Anche grazie al fatto che sto usando l'otturatore elettronico e la stabilizzazione incorporata. Bene, la chiudo qui. Spero di avervi illustrato le possibilità di utilizzo "creativo" di vecchi obiettivi (avrei potuto anche usare il mio vecchio Minolta Rokkor 58/1.2 che ho modificato a mano per attacco Nikon F ma prossimamente potremo anche usare sulle Nikon Z obiettivi pensati per altri sistemi, avendo a disposizione l'adattatore necessario da quell'attacco a quello Z. Mantenendo tutte le caratteristiche, facilitazioni e prestazioni che ho qui sintetizzato : esposizione previsualizzata, stabilizzazione e messa a fuoco manuale assistita). E di aver cominciato a farvi intravvedere quali possano essere le potenzialità di questo sistema, certamente in larga parte trascurate dagli youtuber che disgraziatamente hanno avuto le macchine in mano prima di noi nikonisti e le hanno usate, non per mostrarne le potenzialità, ma per ricercarne a tutti i costi, gli inevitabili limiti ! Noi ci rivediamo alla prossima puntata. PS : per chi si sta chiedendo quali dati EXIF saranno presenti nel file delle foto scattate con questi obiettivi, eccolo servito subito con una schermata di Adobe Lightroom Classic 2019 85mm, f/1.8 e tutti gli altri dati di scatto impostati. f/1.8 purtroppo sarà costante, in quanto la fotocamera non saprà mai quale diaframma abbiamo effettivamente impostato. Ma sarà sufficiente per determinare quale obiettivo abbiamo utilizzato.
    1 punto
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