Daido Moriyama, il lato oscuro della street
Daido Moriyama qualcuno ha scritto, rappresenta il “lato oscuro” della street photography, le sue foto possono piacere o al contrario risultare disturbanti, ma raramente lasciano indifferenti. Io ne sono fortemente attratto, soprattutto dalle sue street notturne in cui non manca mai di colpire con una forza istintiva.
Moriyama, da una ripresa filmata.
Daido Moriyama nasce il 10 ottobre 1938, ad Osaka in Giappone ed è considerato oggi uno dei più importanti fotografi giapponesi. Inizialmente studia da grafico, ma poi decide di dedicarsi alla fotografia. Nel 1961 si trasferisce a Tokyo, dapprima unendosi al gruppo fotografico VIVO e poi come fotografo indipendente. Il suo nome si lega alla rivista giapponese di fotografia Provoke, nota per proporre immagini provocatorie, appunto ed in contrasto con il linguaggio fotografico tradizionale.
Moriyama è un fotografo di street le cui immagini quasi sempre in un contrastato bianco e nero, rapppresentano le anime diverse delle città giapponesi. Moriyama, ispirato fra altre cose, dal libro “On the Road” di Jack Kerouac, intende il viaggio continuo come essenza delle cose, dove l'importante è andare, non il punto di arrivo, che non c'è. Si aggira per la sua città senza una meta precisa, fotografando ciò che lo colpisce. identificandosi, come afferma lui stesso nel cane randagio che forse è una delle sue immagini più famose.
Nella sua fase iniziale Moriyama descrive la crisi della società giapponese post bellica sospesa tra tradizione e influenza occidentale, lo fa cogliendo momenti di vita urbana nel caos di Tokyo. Le sue immagini, a parte il forte contrasto, la grana evidente e sovente la messa a fuoco approssimativa, potrebbero a volte sembrare casuali poco significative, ma ad un secondo sguardo colpiscono con la loro forza. Si tratta di uno stile definito Sakka (graffiare, strappare), proprio per l'effetto provocatorio .
Per Moriyama la città è un mondo di desideri, ha un potente connotato erotico e la fotografia è un’espressione di questi desideri e così afferma: “ la città è il luogo dove i desideri delle persone si intrecciano, nella città c’è tutto, tragedia, comicità ed erotismo… dentro i loro desideri io vado a cercare i miei. La città è sempre stata e sarà sempre il mio elemento naturale”.
Così le immagini di Moriyama sono quasi tutte instantanee, frutto di sensazioni generate da momenti irripetibili, colte per lo più tramite una compatta, che gli permette di scattare senza pensare.
Nella sua lunghissima carriera ha esplorato anche altri temi, ma sempre con lo stesso tipo di approccio, “ruvido”. Un suo parallelo si dice sia l’americano William Klein che ha descritto New York nello stesso modo “graffiante”.
Fra le raccolte più famose di Moriyama ci sono “Japan: A Photo Theatre” (1968) “The Hunter” e “Farewell Photography” ( 1972). Dal 1980 in poi la sua fotografia acquisisce un carattere più sensuale e meno pesante, come nella serie “Collants” o "Labbra".
Ancora ultrasettantenne continuava il suo vagabondare per le città in cerca di sensazioni, desideri, da fermare in immagini.
Moriyama fotografato da Sebastian Meyer
N: B. Tutte le foto qui pubblicate sono copyright dei rispettivi autori, qui riportate al solo scopo di illustrare l'arte di Daido Moriyama.
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