Un trans-normale per tutti
16 lenti in 14 gruppi delle quali:
3 asferiche
2 FLD (fluorite)
1 SLD (bassa dispersione)
Uno zoom trans-normale, cioe' la cui escursione focale passi attraverso i 46 gradi di angolo di campo di un obiettivo standard, l'abbiamo di certo nella nostra borsa, essendo l'obiettivo comodo per eccellenza, in tutte le occasioni nelle quali si vada in giro attrezzati fotograficamente perche'...non si sa mai...
Mtrading distributore in Italia per Sigma, ancora una volta molto gentilmente, ci mette a disposizione questo compatto Sigma DC, (ossia a copertura delle reflex APS-C), perche' ne ricaviamo le nostre impressioni d'uso.
Appartiene alla linea Contemporary che, secondo gli intenti della casa Madre, vuole unire al pregio delle limitate dimensioni anche il traguardo ambito delle buone prestazioni ottiche, a fianco delle altre due linee di produzione, la ben conosciuta "Art" (che di peso e dimensioni non si cura proprio) e della altrettanto nuova linea "Sports" alla quale appartengono per il momento due zoom estremi come il 120-300/2.8 ed il 150-600/5-6.3 (quest'ultimo anche nella linea Contemporary, prossimamente oggetto di test qui su Nikonland, sempre grazie ad Mtrading)
Caratteristica peculiare di questo zoom 4X, oltre alla compattezza dimensionale , e' la capacita' di scendere fino a 22cm di messa a fuoco minima,
il che, se e' gia' buona prestazione a 17mm lo proietta ad un Rapporto di Riproduzione 1:2,8 alla focale di 70mm, (6,5cm di campo inquadrato sul lato lungo DX da 23,2mm)
riuscendo pertanto a sfiorare il limite minimo della categoria Macro ben evidenziata nella sua stessa sigla.
Strutturalmente si tratta di uno zoom bighiera con verso di rotazione delle ghiere opposto a quello cui siamo abituati sugli zoom Nikon, cosa che sulle prime puo' dare un certo senso di indecisione, nel quale il traguardo della leggerezza oltre alle compatte dimensioni alla focale minima (8cm dalla baionetta al filetto filtri, che si estendono fino a 12cm alla focale di 70mm),
viene raggiunto mediante l'uso di plastiche di buona qualita', TSC (thermally stable composite) migliori del semplice policarbonato, ma lontane davvero dalla sensazione di solidita' meccanica e materiale degli obiettivi Sigma serie Art.
I risultanti 445 grammi di peso (senza tappi e paraluce) sono pertanto un ottimo risultato con una luminosita' relativa cosi' alta (f/2.8-4) per esempio nel paragone con un Nikon FX come il 24-85AFS, che pesa solo 458g, ma ha una gamma focale piu' limitata (il Sigma copre su DX un formato equivalente a un 24-105mm) ed e' mezzo diaframma meno luminoso su tutta la gamma.
Ma i pregi rimarchevoli di questo zoom vanno ben oltre, concretizzandosi in un diaframma a nove lamelle, un motore di movimentazione autofocus HSM (Hyper Sonic Motor) davvero fulmineo e preciso, nonostante abbia fatto di tutto per metterlo in crisi (riuscendoci anche) ed uno stabilizzatore ottico (Sigma OS) che promette 4 stop di compensazione davvero efficiente in tutte le situazioni in cui l'ho messo alla prova.
Il senso dell'appartenenza dell'azienda Sigma odierna si manifesta anche su questa serie di obiettivi con particolari resi ben evidenti come il marchio made in Japan sempre in bella vista, insieme alle incisioni delle sigle (non serigrafie cancellabili nel tempo) sia intorno alla lente frontale,
sia addirittura sul paraluce a petalo in dotazione, efficace e ben costruito negli incastri all'obiettivo, non solo quando lo si innesti on action, ma anche quando lo si capovolga, in situazione di riposo,
senza incertezza alcuna nell'invito, come invece avviene spesso con i paraluce marchiati Nikon (ma made in Taiwan...)
D'altro canto, fin dai primi scatti del test, ho riscontrato due pecche "meccaniche" di questo zoom:
-la tendenza (strana per un bighiera) se tenuto a testa in giu' di allentarsi verso la focale massima
-la possibilita' frequente di interferire con le dita della mano sinistra sulla strettissima ghiera di messa a fuoco manuale (soli 8mm di larghezza), rallentando o impedendo addirittura il corretto funzionamento dell'AF. Qui la ricerca della compattezza ha dovuto presentare un conticino da pagare !
A parte queste due note negative, il funzionamento delle ghiere di questo zoom, sia per fulmineita' di messa a fuoco (stante anche la limitatissima escursione della relativa movimentazione), sia per comodita' di regolazione rapida della focale prescelta (grazie alla gomma morbida e di facile presa) mi ha subito predisposto ad una istintiva interattivita'.
Ho usato questo Sigma con una Nikon D3200 da 24Mpx, con la quale ho scattato la meta' del migliaio di files nei giorni di agosto in cui ho realizzato questo test, mentre l'altra meta' sono stati scattati con la mia Nikon Df per sfruttare al meglio dei suoi pixel in condizioni di luce difficile con un migliore rapporto S/N
Zoom or not zoom...?
Cominciamo col dire che un obiettivo zoom serve nella maggior parte dei casi a rifilare il soggetto all'interno dell'inquadratura ideale che stiamo immaginando e creiamo appunto...zoomando.
Vale a dire tutto il contrario della teoria del fotografo tipo che, con il suo obiettivo a focale fissa, si affanna a fare due passettini avanti ed uno indietro, mezzo di lato, per poi flettersi o al contrario, allungarsi, sulle gambe per realizzare il suo scopo, solitamente tra l'ilarita' dei presenti.
Uno zoom e' quindi una scelta in controtendenza, mirante alla comodita' di utilizzo, quella che con questo Sigma 17-70, equivalente sul formato pieno ad un 24-105, ci consente di scattare alla minima focale una foto cosi'
per poi, immediatamente dopo, ruotandoci di 180 gradi alle nostre spalle, scattare alla focale massima inquadrando altro genere di soggetto
Ma il principale assillo degli utilizzatori di uno zoom e' di solito la sua scarsa luminosita' massima, che in determinate condizioni non permette di utilizzare tempi veloci di esposizione o di staccare il soggetto dallo sfondo.
Bene, questo Sigma 17-70 e' accreditato di una luminosita' massima molto vicina a quella di zoom dal costo anche quintuplo, rispetto i 430 euro circa che servono per appropriarsene,
il cui scotto, alla focale minima e' di certo una discreta vignettatura ai bordi del fotogramma che di norma non impensierisce gli utenti target per questo obiettivo, che anzi magari la utilizzano creativamente
il rimedio piu' consono, prima ancora della correzione in postproduzione, sta nella possibilita', diaframmando, di eliminare del tutto il problema (f/2,8)
Certamente affascinante, specie per un neofita, la possibilita' creativa che uno zoom f/2,8 possa concedere, giocando con i piani prospettici e la messa a fuoco
A proposito di prospettiva, altro cruccio fisiologico degli zoom sono le distorsioni tipiche:
nemmeno questo Sigma sfugge alla regola, passando da una abbastanza sensibile distorsione a barilotto a 17mm
ad una lieve distorsione a cuscinetto gia' a 35mm
che si acuisce naturalmente alla massima focale
oltre alle distorsioni prospettiche ingenerate alla focale minima, ovviamente,
se non si tengano macchina ed obiettivo in bolla
E allora...zoom !!!
Ma a parte gli esperimenti per dimostrare i difetti che, come detto, sono propri di tutti gli obiettivi a focale variabile, vediamo invece quali siano i campi nei quali eccelle questo zoom Sigma, accreditato nonostante il suo costo medio-basso di uno schema ottico sontuoso, arricchito da ben sei elementi speciali delle 16 lenti di cui e' composto.
Normalmente uno zoom trans-standard si usa per fotografare proprio di tutto:
dalle vedute piu' o meno allargate, sfruttando la quota grandangolare del suo range di focali, 17mm
24mm
a quelle piu' vicine allo standard dell'angolo di visione tipico dell'occhio umano
sia stringendo l'inquadratura su soggetti simili
ma dal senso che diviene differente, solamente variando la focale e l'orientamento
Certamente lo street ed il reportage sono un suo campo di elezione
peraltro grazie anche alla notevole capacita' di lettura nelle ombre, che insieme alla buona qualita' del sensore della macchina
e' certamente coadiuvata dai tre elementi a bassa dispersione dello schema ottico di questo 17-70 DC
Anche nelle immagini di soggetti in rapido movimento,
non soltanto grazie all'efficienza del motore HSM, velocissimo e senza tentennamenti, ma in buona parte anche per le compattissime dimensioni che con reflex leggere come le due utilizzate in questo test, fanno di zoom come questo necessario complemento
anche in una macchina semplificata come la D3200 con impostazioni di AF-C a ricerca automatica del soggetto
Ma un capitolo a parte del test di questo obiettivo e' decisamente quello relativo al close-up e alla macro che, con diversi artifici, si possono praticare con risultati di eccellenza per un obiettivo a focale variabile, teoricamente non ideale allo scopo.
Invece, se devo dirla tutta, il Sigma 17-70mm Contemporary mi ha stregato proprio per le capacita' che manifesta indipendentemente dal...manico di chi lo impugni
Partendo da distanze medie alla sua focale di 70mm, ottimizzata allo scopo, prevalentemente scattando a fiori ed insetti
l'intensita' dei colori e la nitidezza gia' a monitor dei soggetti inquadrati, porta a spingersi oltre
diaframmi e profondita' di campo
e continuando ad "osare" con l'interposizione di un semplice tubo automatico di prolunga da 12mm, per raggiungere RR maggiori del massimo disponibile sull'ottica (1:2,8)
il cui uso comporta decisamente l'impossibilita' di usare il paraluce in dotazione, stante la ridottissima distanza di lavoro utile (gia' di base di soli 5cm tra soggetto e lente frontale)
Oltre ogni ostacolo...
Per ultimo, l'esperimento (riuscito) dell'utilizzo del Sigma 17-70 sulla Nikon Df, durante un concerto di Mario Biondi,
in posizione davvero arretrata, usando la macchina in Live View, Modo M, f/4 e tempi variabili tra 1/125" e 1/400" grazie ad ISO Auto fino a ISO5000,
mettendo a dura prova l'HSM dell'obiettivo che, vincolato al basico AF del Live View finalmente sono riuscito a mandare in tilt, facendogli mettere a fuoco sui flares bestiali dei fari in controluce
In conclusione:
le qualita' costruttive e dinamiche di questo zoom ne fanno a mio parere un obiettivo a cui le case madri principali debbano ispirarsi al fine dell'ottenimento di simili caratteristiche principali e complementari, ma anche in funzione al suo contenuto prezzo di acquisto .
L'assenza di flares in controluce, la gradualita' dei contrasti cromatici ottenibili solo sovra e sottoesponendo on camera, la qualita' dei colori e la loro modulabilita', insieme a tante altre qualita' che dovrebbero trasparire dalle foto allegate, mi hanno fatto divertire nell'utilizzo di questo obiettivo zoom che spero replicato in un Contemporary anche in formato FX.
Tanto dagli Art siamo gia' viziati...
Pregi:
- Nitidezza e contrasto
- Velocita' e precisione del motore HSM
- Efficacia dello stabilizzatore
- Prestazioni a distanza ravvicinata
- Prezzo, dimensioni e peso al di sotto della media
Difetti:
- Ghiera MF troppo piccola e non frizionata
- Ghiera della focale che tende a ruotare se l'obiettivo viene tenuto a testa in giu'
- Distorsione ottica un po' elevata a 17mm, ma correggibile
Insomma, grazie Sigma per questo ottimo zoom: this is what you are
Max Aquila © per Nikonland 2015
Nikonland ringrazia Mtrading Srl per averci concesso questo obiettivo in visione
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