Uno dei miei intenti fotografici per quest'anno è quello di fotografare la notte, ed in generale di notte, alla ricerca di atmosfere e luci inconsuete prima che di soggetti particolari.
Per questo, sono alcune settimane che mi documento su internet per capire i vari "tips&tricks" nel fotografare la Via Lattea. Progetto un po' particolare per chi non sia appassionato di astronomia. Ma che dire, a me fotografare piace un sacco, imparare qualcosa di nuovo anche: per cui la motivazione giusta c'è. Premetto subito, quindi, che gli astrofili potranno trovare molte astronomiche inesattezze in questo articolo. Li invito quindi a correggermi, così insieme miglioriamo questo articolo. E perché no, i risultati della mia prossima uscita.
La prima cosa è capire quando. Nel nostro emisfero la Via Lattea è ben visibile tra aprile ed ottobre, per cui siamo nella stagione giusta. Ma non basta, perché occorre ovviamente un cielo abbastanza sereno ma anche che non ci sia la luna o che sia uno spicchio piccolissimo. Questo perché, rispetto alle stelle, la luna è estremamente luminosa a ed illumina così tanto il cielo da penalizzare la visione delle stelle. Per me è la notte tra il 28 ed il 29 giugno, un falcetto di luna calante, previsioni bellissime. Poi il resto del fine settimana preso da irrevocabili impegni di famiglia. La prossima occasione? forse il prossimo venerdì, poi mediamente un fine settimana al mese. Che in questa stagione di vacanze non è cosa molto promettente: è una opportunità da prendere al volo.
La seconda è capire dove. Occorre innanzi tutto un posto con basso inquinamento luminoso e che possibilmente abbia una buona visione verso sud - è in quella direzione che si vede nel modo migliore. Per chi come me abita vicino ad una enorme città - Milano - questo vuole dire alta montagna. Dopo parecchie ricerca la zona "giusta" mi è sembrata quella del Nivolet, in particolare intorno al lago Rosset. Questo per via della relativamente semplice accessibilità, si arriva molto in alto in auto, sia della mia pregressa buona conoscenza della zona.
Ed eccoci, è venerdì pomeriggio. Risolvo gli ultimi problemi di lavoro, corro a casa a prendere lo zaino e via: destinazione Nivolet!
Arrivo al lago che sono le 21 passate, nessuna difficoltà solo un bel po' di Km, parecchie curve ed una bella passeggiata in solitudine. Già, sono solo. Nessuno dei miei amici poteva, ma io ormai ero troppo lanciato per fermarmi.
Il lago è bellissimo. La stagione è molto indietro e si presenta così:
21:18 - Z6, 14-24/2.8 AFS @ 24mm 1/8" f11 ISO 100
C'è una calma fantastica. La luce, già molto morbida, passa prima dal blu ad un violetto tenerissimo....
21:38 - Z6, 24-70/4 Z @ 45mm 1" f11 ISO 100
Per poi attenuarsi rapidamente virando verso un decisissimo blu.... con i tempi di ripresa che si allungano sempre di più.
21:46 - Z6, 24-70/4 Z @ 38mm 2.5" f11 ISO 100
21:53 - Z6, 14-24/2.8 AFS @ 14mm 4" f11 ISO 100
Il lago è spettacolare ma, devo dire, l'idea di passare la notte vicino al lago ghiacciato mi da un certo senso di inquietudine: pur avendo sulle spalle 18kg di zaino ho solo il materassino ed un sacco piuma: niente tenda! Ma alla fine sono tranquillo, alla peggio, se farà troppo freddo, potrò sempre raccogliere tutto e tornare all'auto! E poi ho un bel termos di caffè, panini e cioccolato a volontà.
Quindi lascio il lago e salgo un centinaio di metri, su una collina che mi da una buona vista oltre che verso sud anche sull'intera catena del Gran Paradiso. Gonfio il materassino, ci stendo sopra il sacco piuma nel quale entro completamente vestito, fissando la sveglia alle 00:00. Da quello che ho letto nelle mie numerose ricerche, le stelle sono molto più visibili dopo il crepuscolo astronomico, che l'app (PhotoPills) mi dice essere alle 23:53. Ci sono anche molte altre informazioni, ma l'ho già detto: sono assolutamente ignorante di astronomia. Sono qui solo per provare, vedere se mi piace e come si fa a fotografare la via lattea, il resto semmai verrà più avanti.
Mi addormento con gli occhi pieni di un cielo enorme che diventa sempre più scuro.... in un attimo.... ecco la sveglia!
WOW, è incredibile. Una tazza di caffè per togliere il torpore e via, si fotografa!
00:44 - Z6, 14-24/2.8 AFS @ 14mm 25" f2.8 ISO 1600 - Catena del Gran Paradiso sotto la via lattea. Il puntino luminoso è il rifugio Chabod, in Valsavaranche.
La mia prima foto della via lattea!!!! sono stati 44 minuti di lavoro febbrile, ed in realtà avrei avuto un risultato migliore se avessi fatto prima, la Via Lattea continuava ad alzarsi. Ma ho dovuto risolvere "al volo" diversi problemi.
Il primo è la messa a fuoco: a mirino non si vede assolutamente nulla e neppure in live view sullo schermo. In tutte le mie letture ho trovato una costante, quasi un mantra: "non ti fidare del segno di infinito sul barilotto". Ho risolto allontanandomi di una decina di metri dal treppiede ed illuminando con la piccola pila frontale una roccia, sulla quale ho poi messo a fuoco. Meno male che per prudenza ho portato due pile (una sulla testa per tornare al treppiede, una vicino alla roccia per metterci a fuoco)!
Lo avete già capito: per questo genere di fotografie occorre un grandangolo spinto e luminoso. Io ho utilizzato il Nikon 14-24 2.8 AFS, che il mio amico Marco mi ha molto gentilmente prestato e che ormai posso dire, vista la quantità di test che ho fatto nelle ultime settimane, ho definitivamente scelto come grandangolo per la Z6 in attesa del 14-24Z. Devo solo comprarne uno!
Da questa esperienza vedo in modo ancora più critico la costruzione meccanica dell'ultimo 14-30/4Z. Perché se è vero che il segno di infinito non va bene per mettere a fuoco, è anche vero che dopo averlo fatto il punto identificato andrà bene per tutta la notte! non solo il nuovo Z non ha la scala delle distanze (!) ma, anche, ogni volta che spegni la macchina ti riporta ad infinito o dove crede che sia (!!!!). Spero proprio che il 14-24/2.8Z non abbia le stesse "caratteristiche"!!!!
Poiché non si vede nulla, il secondo problema è l'inquadratura. Ho risolto puntando ad occhio e facendo una serie di scatti di prova. Scatti che convenientemente si fanno alzando gli ISO a valori vertiginosi, nel mio caso 25.000, in modo da ridurre il tempo di scatto, aggiustare e ripetere rapidamente fino ad ottenere la composizione desiderata. Inoltre con l'ultimo scatto conviene ingrandire al massimo per verificare che, effettivamente, le stelle siano nitide. Per farlo c'è un altro trucco: controllare le aberrazioni cromatiche: se le stelle sono fuori fuoco queste si colorano! Oppure, se disponibile, controllare il bordo molto contrastato tra cielo e montagne.
Altro trucco, il bilanciamento del bianco: impostatelo a 4.000K
Tempi/ISO? Ho trovato come riferimento 30", f2.8 ISO 6400. Trucco sbagliato, in due diverse direzioni.
La prima è che ho bisogno di meno luce (non so perchè, forse il 14-24 ha un tstop molto migliore di chi ha scritto quell'articolo, forse è la luce dell'inquinamento luminoso...) ma con quei dati viene sovraesposta.
La seconda è che a 14mm con 30" le stelle vengono mosse, piccole strisce invece che punti. Eppure sono sicuro, ho letto della regola del 500! Che sarebbe che 500 diviso la focale in mm da il massimo tempo di scatto per non avere le stelle mosse. E quindi sarebbe 36"!
Invece, per me, l'esposizione giusta a 14mm è 25" e ISO1600 a f2.8, sarebbe meglio anche un filo più breve!
A dire che, per certo, a fare premio in questo genere fotografico più che una macchina che regge molto gli alti ISO serve un grandangolo molto ampio e luminoso.
Ma siamo solo agli inizi....
00:57 - Z6, 14-24/2.8 AFS @ 14mm 15" f2.8 ISO 3200 - Le Levanne sotto la via lattea. La luce a sinistra è il rifugio Savoia, poi verso destra un paio di automobili e poi le luci della diga. Il cielo giallo? forse Torino, credo ad oltre 50km di distanza.
01:19 - Z6, 14-24/2.8 AFS @ 20mm 20" f2.8 ISO 3200 - prova di focale più lunga.... come sarà fare la via lattea con il 20mm 1.8?!?!?
03:43 - Z6, 14-24/2.8 AFS @ 18mm 20" f2.8 ISO 3200 - un po di nebbia sale dal fondovalle, e si colora delle luci artificiali. Per comporre lo zoom è impagabile, di certo non puoi variare l'inquadratura "muovendo i piedi" in questo tipo di foto! Ma non solo.... il tempo passa ed il cielo cambia colore (il bilanciamento del bianco è esattamente lo stesso). Cosa è successo? LA LUNA!!!!
La luna è sorta dietro di me, non me ne sono accorto, è giusto una falcetta. La vedremo più tardi. Ma quella poca luce cambia completamente la situazione, la visibilità delle stelle, che subito iniziano a sparire, ed il colore del cielo che diventa più blu.
03:57 - Z6, 14-24/2.8 AFS @ 14mm 20" f2.8 ISO 1600 - Altra nebbia, sempre più colorata.... e sempre meno stelle!
04:05 - Z6, 14-24/2.8 AFS @ 20mm 20" f2.8 ISO 1600 - la nebbia continua a salire, dopo poco mi raggiungerà. Inzuppando di umidità il mio umile giaciglio. Ma ormai di sdraiarsi non se ne parla proprio più.
Intanto succede un'altra cosa incredibile. La vita si sveglia, un mucchio di uccellini iniziano a cinguettare intorno a me. Un rumore intenso e forte, VITA!
04:46 - Z6, 24-70/4 Z @ 68mm 6" f4 ISO 100 - In lontananza nubi temporalesche nel cielo altrimenti del tutto sereno, dentro le quali si vedono i lampi. Non è facile fotografarli, occorrono diversi tentativi contando i secondi per prendere il ritmo. Ma nemmeno impossibile!
05:06 - Z6, 24-70/4 Z @ 70mm 4" f5.6 ISO 100 - Le Levanne ricevono la prima luce, insieme al cappello di nuvole salite dalla pianura.
05:13 - Z6, 24-70/4 Z @ 54mm 0.8" f8 ISO 100 - La catena del Gran Paradiso sotto un falcetto di luna, il cielo che rischiara.
05:29 - Z6, 24-70/4 Z @ 24mm 1.6" f11 ISO 100 - Il lago Rosset e le Levanne.
05:53 - Z6, 14-24/2.8 AFS @ 14mm 1/20" f11 ISO 100 - Ancora il lago, le prime luci toccano le cime.
05:58 - Z6, 14-24/2.8 AFS @ 14mm 1/15" f11 ISO 100 - Stanotte era proprio freddo, ieri sera il ghiaccio galleggiava in acqua ed ora è di nuovo tutto gelato!
06:23 - Z6, 70-200/4 AFS @ 200mm 1/640 f8 ISO 100 - Eccolo, il SOLE.....
06:23 - Z6, 70-200/4 AFS @ 70mm 1/100 f8 ISO 100 - ... la notte è finita! Tempo di tornare a valle a prendere un caffè caldo ed un cornetto. Una mezz'ora, in discesa e di buon passo!
Alcune riflessioni.
La Z6, si è comportata bene? si molto. L'ho portata perché speravo anche in qualche paesaggio, dove la sua ampia gamma dinamica avrebbe molto aiutato e così è stato. Così come ha aiutato il sensore ISO invariante, per recuperare le ombre senza introdurre particolare rumore.
Molto utile lo scatto remoto, io ho usato un KWMobile, 8.90€ su Amazon. Ha il filo, e lo preferisco così. Semplice, leggero - 20gr - e senza problemi di batterie.
Altrettanto utile lo scatto silenzioso della Z6, capace di azzerare del tutto le vibrazioni, restituendo scatti estremamente nitidi con qualsiasi tempo di scatto. Anche in presenza del FTZ che allunga tutto e rende apparentemente instabile il complesso corpo+adattatore+lente.
Così come lo schermo orientabile, quando per cercare la composizione giusta ti trovi in equilibrio precario su terreno gelato e scivoloso, con il treppiede che stenta a stare fermo sul ghiaccio.
E l'ottica? Beh, di zoom grandangolari in queste settimane ne ho provati diversi. Ma una sola contiene una speciale magia. È il 14-24/f2.8 AFS!!!! Veramente una categoria a parte, per nitidezza e chiarezza delle immagini.
Chissà come sarà il nuovo 14-24Z?!?! Non vedo l'ora di provarlo!
Massimo Vignoli per Nikonland
1/7/2019
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