thinkThank è una casa fondata nel 2005 in USA e produce in Santa Rosa, California che si autodefinisce orgogliosamente come "un gruppo di esperti product designer e fotografi professionisti, focalizzati su come lavorino i fotografi, nello sviluppo di nuove soluzioni di trasporto attrezzature, per incontrare i loro desideri "
La premessa è d'obbligo per far capire a chi (come me) non avesse mai acquistato loro prodotti prima di adesso, quale possa essere il concept espresso dalle loro creazioni e ragionare di conseguenza nella valutazione di ciò che mi è appena arrivato a casa:
Nei prossimi giorni conto di essere presente all'edizione 2024 dei Campionati italiani Windsurfer, a Mondello, dove scatterò con Z9 e Z8, insieme al 180-600/5,6-6,3 ed al 70-200/2,8 presumibilmente anche in barca: volevo quindi dotarmi di una borsa a fondina capace non soltanto della mia Nikon Z9 (che ha anche una piastra Smallrig attorno alle sue forme) con lo zoom Z 70-200.... ma (e qui la seconda difficoltà) che all'occorrenza potesse contenere anche il ben più ingombrante 180-600 completo di paraluce e staffa.
Un paio di settimane di ricerca sul web (lasciamo perdere i negozi...) per scoprire che ormai tutti coloro che maneggiano fotocamere e teleobiettivi, sembra facciano uso solo di zaini da sherpa in giù, oppure di borse porta laptop che possono contenere anche due o tre obiettivi lilliput e, naturalmente, mutande e calzini.
La maggior parte delle fondine come quella che cercavo, sono inadatte a macchine della dimensione di una Z9 (o di una Z8 con BG) e quelle che le possono alloggiare sono tarate perlopiù per un 24-70/2,8 o poco più.
Delusione terribile nello scorrere i cataloghi di case un tempo fornitissime di tutto, come LowePro, o la defunta e risorta Tamrac: che danno la prevalenza a borsette decorate per trasportare una Zf color o simili amenità, piuttosto che carichi ponderosi come quelli che voglio portarmi appresso io.
thinkThank resta ad oggi la Casa più fornita di borse di questo genere (e molto altro ancora) con una linea di ben sette fondine di tutte le dimensioni e combinazioni possibili macchina/obiettivo.
La linea si chiama Digital Holster ed io ho comprato la 50 V2.0 che è il penultimo modello in ordine di grandezza. Ecco gli altri:
cordura di ottima qualità, cuciture all'apparenza eccellenti, cerniere lampo YKK, ossia the best in the world: questo mi sembra essere
la mia Digital Holster 50 V2.0: una borsa modulare che parte dalla capienza di una ML come la Z9 o di una reflex come la D6 (oppure corpo+battery grip)
ma che possiede il trucchetto di una cerniera all'estremo della sua proboscide che srotolata...
consente di tenere il 70-200 in posizione operativa, ossia senza tappo e con paraluce innestato !
Passando dalla dimensione interna dichiarata di 28,6cm di profondità a 36,2cm totali tanto quanto basta appunto a infilare di corsa un corpo con quello zoom in borsa ed impugnare l'altro, già operativo, da utilizzare al momento.
L'operazione con Z9 e 70-200/2.8 che a paraluce innestato misurano appena cm 34,5 è semplice e veloce...la borsa funge alla perfezione...
Ma cosa succederebbe se volessi replicarla con la Z9 e il ben più ponderoso ed ingombrante Z 180-600 che insieme ad essa misurano addirittura 39cm di lunghezza?
Per fortuna la borsa è dotata di divisori interni e di un piattello che serve ad isolare la fotocamera dal coperchio della fondina (dotato al suo interno di una taschina dove poter stivare schede ed oggetti di pari spessore), eliminati i quali...sono riuscito a recuperare quei pochi cm preziosi che mi consentono questo utilizzo addirittura sovrastimato rispetto le previsioni della Casa (che come limite indica il più corto 150-600 Tamron)
La maggior difficoltà di questa forzata configurazione, sicuramente l'elevato diametro di 13cm del paraluce del 180-600 che non consente una fluidità massima non tanto all'inserimento in borsa, quanto alla sua estrazione... ma come detto, ho volutamente calcato la mano e magari con l'utilizzo ripetuto le pareti della proboscide della mia Holster50 si deformeranno di quei pochi mm da rendere il tutto più facile.
Avrei potuto facilmente risolvere comprando il modello ancora più grande, il 150, molto più largo, che però oltre a costare parecchio di più mi pare essere davvero troppo ingombrante per i movimenti in ambito operativo.
Già i miei 110kg di peso non fanno di me proprio una Silfide...
Peraltro la forma molto sagomata della fondina, che va a stringere molto dopo l'alloggiamento della fotocamera, serve proprio ad aderire il più possibile al fianco del fotografo, magari aiutandosi anche con l'apposita cinghia, per farla aderire alla gamba dello stesso: particolare non di poco conto, come ogni altro della progettazione accurata di questa borsa....
come i robusti moschettoni metallici, di facilissimo inserimento
oppure le tante tasche e taschine presenti, ivi compresa quella che contiene l'impermeabile da tormenta, se prevista, oppure asportabile facilmente in caso di beltempo siculo
Levato il quale impermeabile, resta comunque una tasca dalla capienza compatibile per un piccolo obiettivo fisso
Il passante per il fissaggio a cintura è ampissimo e supportato da una costola da inserire nell'apposito belt system, che impedisce spostamenti indesiderati
Ineccepibile sotto tutti i punti di vista !
Dov'è che sta l'inghippo...?
Costa ! E costano tutte parecchio più delle inutili e certamente peggio costruite alternative: dove alternative ce ne siano, non certamente per questo genere di superzoom, come quelli che sono riuscito a stivarvi:
Aggiungerò le mie impressioni di utilizzo, una volta tornato dal suo impiego sul campo !
Max Aquila photo © per Nikonland 2024
Commenti Raccomandati
Partecipa alla conversazione
Puoi pubblicare ora e registrarti più tardi. Se hai un account, accedi ora per pubblicarlo con il tuo account.