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  1. Domenica scorsa erano previste nevicate, attesi oltre 20cm di neve sopra le precedenti, abbondantissime, precipitazioni. Una attenta lettura del bollettino valanghe mi ha obbligato ad escludere la maggior parte delle zone dove avrei voluto andare per la stagione degli amori dei camosci - troppo pericoloso - e così ho pensato di andare al Parco dell’Avic, su un percorso non esposto a particolari pericoli grazie alla morfologia della montagna. Il parco è una meravigliosa destinazione, in autunno, per fotografare paesaggi e foliage. Ma con tutta la neve venuta, chissà. Occorreva andare a vedere per saperlo! Quindi ho messo nello zaino il 14-24, il 24-70, il 70-200, lo FTZ e la Z6. Ho preso il treppiede, e poi cibo, acqua, un bel termos di te caldo a tutta l’attrezzatura da montagna, ovviamente anche le racchette da neve. Arrivato a destinazione, ho capito che la situazione della neve era anche peggio di quello che avevo immaginato. Sia perché non nevicava, cosa nella quale speravo tantissimo per avere un certo tipo di scenari, sia perché a terra ce n’era già più di un metro, a 1700mt di quota, punto massimo possibile dove lasciare l’auto, deciso dallo spazzaneve. Così ho deciso di alleggerirmi, lasciando nel bagagliaio sia il treppiede che il 70-200. La mia idea per la giornata era di prendere un po’ d’aria, rilassarmi da un periodo impegnativo a lavoro facendo una bella escursione, il sentiero che da sopra Champorcher passa per il lago Muffè, il colle del lago bianco e scende al rifugio Barbustel, in questa stagione ormai chiuso, ed al lago bianco. La zona è una meraviglia di torbiere, laghi e boschi in basso e poi radi larici, contorti dalle intemperie e dall’età in alto e soprattuto intorno al lago. Le condizioni l’hanno fatta diventare una bella giornata di test della Z6, della quale vi rendo conto nel seguito. Ok, non iniziate a pensare, come al solito, che la Z6 non è fatta per queste cose “estreme”, che per me serve la Z9….. ecc… ecc… ecc… Infatti non è andata male, ed ho avuto solo due o tre problemi - di cui uno assolutamente prevedibile. E, visto che i larici non si muovono in maniera randomica e non sono minuscoli, l’autofocus è andato benissimo. L'ho usato sempre in AFS e selezionando il pinpoint non ha mai avuto la minima incertezza nel raggiungere un fuoco perfetto. Ritornando alla giornata, in realtà da subito la neve è tanta, poco portante, anche con le racchette ai piedi e lo zaino alleggerito faccio una fatica notevole. Ma... non nevica. Lo scenario è splendido, quasi surreale. Una pace ed un silenzio incredibili, non c'è un'anima in giro. Nubi e nebbie che si muovono pigramente tra i pendii. Z6, 24-70/4S @40mm, 1/50 f11 ISO 100. Ad occhio, il matrix della Z6, in uno scenario così bianco, sottoespone parecchio di più di quello della D5. Ma non è un problema, ci sono molti modi per capirlo, compreso l'istogramma real time a mirino. In generale per avere la neve bianca con composizioni del genere serve sovraesporre di circa +1.7 stop. Z6, 24-70/4S @70mm, 1/60 f11 ISO 100. Il 24-70 si rivela subito un ottimo tuttofare. Sarebbe anche meglio se fosse un 24-105. Ma non posso dire di essermi trovato sistematicamente "corto". Z6, 24-70/4S @24mm, 1/60 f11 ISO 100. Piuttosto sarebbe bello avere su qualcosa di più corto. Ho il 14-24 nello zaino con il suo FTZ. Ma ha iniziato a nevicare con una certa insistenza e non mi sento di montarlo. Due i motivi: ho paura di sporcare il sensore con un fiocco di neve, ma ho ancora di più la certezza che la lente frontale del 14-24 mi farebbe diventare matto sporcandosi, quella si, in continuazione. E qui mi sono rafforzato l'idea di dedicare la giornata a capire bene la coppia Z6 e 24-70/4S. Dico subito che, i due, formano un'ottima coppia, leggera, maneggevole ed adeguata. Adeguata perché tra i 24mm - che per le mie abitudini sono i primi passi in area grandangolare - ed i 70mm - primi passi in zona tele, ricadono la maggior parte delle immagini che mi stanno venendo in mente. Anche se, per non tagliare questi due bei larici, ho dovuto fare diversi passi indietro. Ma l'avrei fatto comunque per non far "sparire" lo sfondo usando una focale ancora più corta. Z6, 24-70/4S @45mm, 1/50 f11 ISO 100. Ormai sta nevicando veramente forte. Lo scenario è sempre più bello ed in breve arrivo al lago bianco. Che è questo.... Z6, 24-70/4S @24mm, 1/80 f11 ISO 100. Qui i più attenti noteranno qualcosa. No? beh, guardate gli angoli ed i bordi del lato corto. Non vi sembrano più azzurri rispetto al centro dell'immagine? A me si. Non tantissimo ma apprezzabilmente. La lentina di Lightroom, puntata al centro, mi dice che i valori dei canali RGB sono 97,7 - 97,9 - 97,8, cioè più o meno bianco. Apro una parentesi: tutti i bilanciamenti del bianco sono rifatti verso un bianco neutro ottenuto per questa immagine con Temp 6400 e Tint -2. A fronte di un WB scelto in "auto" dalla Z6 di rispettivamente 5750 e -2, che per il mio gusto è un po' troppo blu, contro un valore "standard" daylight di 5.500 e +10, decisamente troppo blu e troppo magenta. Ma sono scelte artistiche, e, per il mio gusto, il valore giusto è per una resa della neve bianca. MA..... e gli angoli ed i bordi? beh, il centro come detto è neutro. Gli angoli no. E se in centro ho RGB 97,7 - 97,9 - 97,8, nell'angolo in basso a SX ho 94,2 - 95,0 e 96,9. Appunto: blu. Personalmente non ho nessuna spiegazione se non l'effetto collaterale della correzione automatica della evidentemente significativa vignettatura di questo 24-70/4S, anche a f11. Non è così impattante, una curiosità più che altro. Ma non avevo mai visto prima una cosa del genere e per questo ho voluto parlarne. Sarebbe interessante provare se il più professionale 24-70/2.8 produce lo stesso effetto, ma è giusto un interesse accademico. Io sono sicuro di no, e comunque non è così importante. Purtroppo non ho immagini con diaframma molto aperto per capire se questi pochi punti percentuali assumono valori molto più pronunciati a tutta apertura. Tornando alle immagini, questa una vista più ravvicinata del bordo del lago.... Z6, 24-70/4S @58mm, 1/80 f11 ISO 100. .... senza bordi azzurri, ma a 58mm! Tra le due immagini solo pochi passi di differenza, e la chiusura dell'inquadratura ottenuta con lo zoom. Escludo che sia cambiata la luce. Il lago non è ancora del tutto ghiacciato. Ma è questione di poco, secondo me. Su tutto, ben più di un metro di neve. Z6, 24-70/4S @41mm, 1/80 f11 ISO 100. Ancora 24mm ed i bordi che ritornano azzurrini (ma meno di prima, la messa a fuoco è molto più lontana). Z6, 24-70/4S @24mm, 1/80 f11 ISO 100. Z6, 24-70/4S @59mm, 1/125 f11 ISO 100. Z6, 24-70/4S @43mm, 1/125 f11 ISO 100. Scendendo ritrovo le bande del lago Muffè, che sarebbe a sinistra, tutto coperto dalla neve così abbondante da creare quasi un manto continuo con il tetto della parte più bassa della costruzione. Z6, 24-70/4S @41mm, 1/60 f11 ISO 100. Z6, 24-70/4S @41mm, 1/60 f11 ISO 100. Incredibile la struttura di questo larice, una vera scultura della natura: Z6, 24-70/4S @44mm, 1/60 f11 ISO 100. Ancora l'alpeggio.... Z6, 24-70/4S @70mm, 1/60 f11 ISO 100. Z6, 24-70/4S @24mm, 1/25 f8 ISO 100. Z6, 24-70/4S @24mm, 1/25 f8 ISO 100. Parlavo in premessa di un paio di problemi, oltre a quello sulla coerenza cromatica dei bordi di alcune immagini. Il primo è riferito alla problematica manovrabilità della Z6 indossando i guanti, cosa che è prevedibile o nota da sempre ed è l'effetto della impostazione di Nikon - ma anche degli altri costruttori di ML - che ha voluto costruire i corpi, ed in conseguenza i comandi, così piccoli. Il secondo, che non avevo previsto, è provocato dalla neve, che cadendo sul sensore che rileva l'accostamento del viso all'oculare impedisce l'accensione dello schermo. E quindi, succede che agendo sul tasto che richiama l'immagine scattata a monitor, questa venga presentata nell'oculare. A chi avesse bisogno di risolvere il problema ricordo molto semplicemente che è possibile configurare la macchina per disattivare il sensore e presentare comunque l'immagine sullo schermo anche se il sensore riporta che l'EVF è accostato all'occhio del fotografo. Chiudo con alcuni consigli a chi volesse per la prima volta accostarsi a giornate fotografiche di questo tipo: - portate con voi una pezza in microfibra di buone dimensioni, un 30x30. Io uso dei panni in questo materiale pensati per la pulizia di casa. Sono estremamente utili per asciugare l'oculare, il monitor e anche la lente frontale dell'ottica quando i fiocchi di neve si ci fermano sopra. - usate sempre il paraluce, che è la prima e più importante protezione della lente frontale; quando non scattate mettete sempre il tappo. Questo accorgimento vi evita di spuntinare le fotografie dalle macchie della neve. - tenete al riparo la macchina con un sacchetto o un asciugamani tutto il tempo in cui non la usate. Ma non siate spaventati dal bagnarla per la neve. La neve non è pioggia, contiene molta più aria che acqua! e, soprattuto se è freddo, non si scioglie e quindi nella pratica quasi non bagna nulla. - Quando tornate a casa non esponete l'attrezzatura al caldo. La condensa, quella si, è pericolosa perché si forma nelle parti interne di macchina ed ottiche! Io faccio così: metto tutto in un sacchetto ben chiuso, prima di entrare in casa, e lascio tutto nello zaino, tirandolo fuori solo dopo molte ore. Il sacchetto serve a far si che l'attrezzatura fredda non entri in contatto con l'aria calda e umida provocando la condensa. Sono cose che ho imparato con l'esperienza, fotografando in queste situazioni qui: Iphone X, 4mm, 1/900 f1.8 ISO 20 Quindi, in sintesi. PRO: - La coppia Z6 e 24-70/4S è molto leggera e prestazionale. La definisco quasi una combinazione ideale per il fotografo che si dedichi ad escursioni impegnative e voglia portare a casa immagini di elevata qualità tecnica. - Molto ben implementata a mirino la livella elettronica, che aiuta ad avere orizzonti perfetti anche lavorando a mano libera ed in equilibrio su terreno instabile. - AFS pinpoint perfetto, preciso e sicuro anche sotto una forte nevicata. - Qualità complessiva del file, sui 24mpix, molto molto elevata. Più che adeguata per fantastiche stampe di qualsiasi dimensione casalinga (fino A2). CONTRO: - Limitata ma visibile incoerenza cromatica nei bordi delle immagini riprese, anche con diaframmi chiusi, in posizione grandangolare, soprattutto se con distanza di messa a fuoco abbastanza vicina. - Qualche problema sul sensore di riconoscimento automatico che porta l'immagine dal monitor allo EVF (risolvibile semplicemente configurando in modalità manuale il comando; credo sia un problema non risolvibile per tutte queste macchine). - Scarsa manovrabilità dei comandi indossando i guanti, al punto che spesso ho dovuto togliere il guanto destro per manovrarli. Massimo per Nikonland 7/12/2019
  2. La Z6 resta per me una macchina controversa, perché coniuga notevoli innovative potenzialità, legate alla mancanza dello specchio e ad un sensore molto prestazionale e capace di sfornare file veramente belli ad un prezzo tutto sommato accessibile, con limiti strutturali che fatico a superare. Per questo, dopo 5 mesi dall'acquisto e oltre 16.000 scatti, non l'avevo ancora preferita alla D5 in nessuna uscita seria avente come scopo la fotografia naturalistica. Ma viene il tempo per tutto, ed eccomi qui a raccontare le impressioni tratte dalla prima. L' occasione viene da un bel giro in un meraviglioso bosco di pianura, situazione abbastanza comoda da non farmi recriminare troppo in caso di insuccesso. Il mio amico Marco mi ha raccontato meraviglie più di una volta, ma non siamo mai riusciti ad organizzare prima d'ora. Per costringermi ad usarla lascio a casa la D5 (della quale devo trovare il tempo di raccontare la sintesi di 3 anni d'uso estremamente soddisfacente), ed esco leggero leggero: Z6, FTZ e 500/4E a tracolla. E' lo stesso "trucco" che ho usato a fine maggio la prima volta che l'ho usata in studio: niente back-up, niente possibilità di ripensamenti e di tornare indietro quando vuoi uscire dalla tua confort zone! Il motivo di questa scelta è provare a far leva sulla assoluta silenziosità dello scatto elettronico, gli ungulati sono molto timidi e lo scatto della D5, anche in modalità silenziosa, li innervosisce. Fatto che rende spesso troppo breve il tempo che trascorre tra il primo scatto e quando, per sospetto più che per vero timore, finiscono per allontanarsi, anche se il fotografo è ben mimetizzato. Peraltro, questo partiva come un giro esplorativo, per cui in tenuta mimetica completa - compreso il passamontagna che lascia scoperti solo gli occhi - ma niente capanno. E pure niente treppiede, perché troppo ingombrante e lento da predisporre per lo scatto dopo aver trovato i soggetti, fase in cui i necessari movimenti portano invariabilmente la certezza di spaventarli prima ancora di iniziare a fotografare. Altro motivo a supporto della scelta, visto che a mano libera il VR della Z6 è molto efficiente e l'assenza dello specchio riduce sensibilmente il micromosso. Quindi dopo un caffè al bar aperto da poco, sono le 6:15, altra comodità di non fotografare in qualche landa sperduta delle alpi, parcheggiamo e ci inoltriamo nel bosco. Un po' di nebbia ed ancora pochissima luce. Incontriamo quasi subito un capriolo, ma la luce è troppo poca: occorre aspettare che il sole faccia capolino.... Questo il primo scatto "decente", sono le 6:40. Z6, 500/4E, 1/125, f4, ISO 12.800. Faccio parecchi esperimenti, a mano libera, con lo scatto silenzioso ed il VR, riesco ad ottenere con sistematicità scatti nitidi con tempi di 1/100. Qualcuno, non tutti, è bello nitido anche a 1/60, se appoggio il gomito sul ginocchio (scatto da seduto a terra). E' vero, mi aiuto con la raffica - quasi sempre di 5-7 scatti, tecnica che in assenza di tempi di sicurezza aiuta ad ottenere nella sequenza immagini ben ferme - ma è veramente un ottimo risultato a 500mm di focale! Ci ha visto, probabilmente non ha ben capito cosa siamo, ma ci ha visto...... Qui di solito le cose iniziano ad andare male, con il forte rumore dello specchio della D5 anche in modalità silenziosa. Macchina con la quale non si potrebbe proprio scattare a raffica in situazioni di questo genere. Ma il totale silenzio della Z6 cambia tutto. Ed il nostro amico torna sui suoi passi e.... appare un altro giovanissimo maschio oltre ad una femmina di daino. Z6, 500/4E, 1/125, f4, ISO 8.000. Ma non finisce qui.... perché sono proprio tranquilli e continuano a girarci davanti senza allarmarsi minimamente. Z6, 500/4E, 1/200, f4, ISO 6400. Z6, 500/4E, 1/160, f4, ISO 2500. Z6, 500/4E, 1/160, f4, ISO 2500. Z6, 500/4E, 1/250, f4, ISO 7200. Z6, 500/4E, 1/125, f4, ISO 2000. Z6, 500/4E, 1/100, f4, ISO 2200. Z6, 500/4E, 1/100, f4, ISO 2200. Z6, 500/4E, 1/100, f4, ISO 1800. Z6, 500/4E, 1/125, f4, ISO 2500. E anzi, si uniscono alla compagnia anche due daini, maschio e femmina - Z6, 500/4E, 1/250, f4, ISO 2800. Sono le 6:57. La cosa da sottolineare è che tra il primo e l'ultimo scatto di questa campionatura sono passati 17 minuti, nei quali ho scattato 626 immagini. Vero, una parte sono duplicati nelle raffiche, una parte mossi, una parte fuori fuoco (dirò in seguito).... ma vi posso assicurare che tanti scatti così in un tempo così lungo ad ungulati liberi (ed in zona di caccia) in più di 10 anni di fotografia naturalistica non mi era capitato di farli mai. Grande vantaggio dello scatto silenzioso! Certo non sono tutte rose e fiori. 3 i problemi principali: L' autofocus poco preciso nel caso di soggetto piccolo nel fotogramma a causa del "sensore" molto grande anche nella dimensione più piccolo supportata in AFC (usato sempre Dynamic Area AF); La tendenza in caso di soggetto scuro su fondo chiaro a mettere a fuoco lo sfondo (questo è un difetto assolutamente ricorrente, scandaloso che non sia ancora stato corretto da un aggiornamento software); La piccola dimensione fisica della Z6, decisamente sottodimensionata per questo uso, nonostante la protesi formata dalla basetta (vedremo in futuro con il battery grip) Ci spostiamo, in cerca di altri soggetti e situazioni. Z6, 500/4E, 1/250, f4, ISO 400. Questa è la situazione peggiore perché manifesta quasi sistematicamente il problema dato dalla combinazione tra zona AF grande e tendenza a mettere a fuoco la zona più chiara. Cosa che purtroppo è molto di ostacolo - l'AF "va per funghi" e salvo solo un paio di scatti su oltre 30, gli unici che sono a fuoco dove serve. Nessuno buono quando il capriolo decide di andare via, a balzi - siamo in piedi e troppo visibili per essere tollerati - e sono sicuro che con la D5 lo avrei preso in azione. Ma lo scatto silenzioso è impagabile, questo grosso maschio di daino non si è per nulla accorto di noi! Z6, 500/4E, 1/320, f4, ISO 2200. E quest'altro.... Z6, 500/4E, 1/800, f4, ISO 4500. ....finisce per vedere il mio movimento, devo spostarmi perché sono impallato da alcuni rami. Z6, 500/4E, 1/320, f4, ISO 900. Z6, 500/4E, 1/400, f4, ISO 900. Z6, 500/4E, 1/400, f4, ISO 1000. I punti di forza: Scatto silenzioso, che riduce sia il disturbo ai soggetti sia il micromosso con tempi lunghi Stabilizzatore molto efficace Ottima qualità di immagine anche ad iso molto alti (veramente difficile preferire il file della D5, se non dai 6400ISO in su e con una differenza molto limitata; ma ricordo che ad ISO bassi - dai 400 in giù - la valutazione si ribalta) I punti di debolezza: Corpo troppo piccolo ed inadatto ad essere impugnato a lungo con ottiche pesanti Precisione AF impattata dal fatto che anche la "zona di fuoco" più piccola è troppo grande e dalla tendenza di "andare sullo sfondo" se questo è più chiaro del soggetto La mattina si conclude con un numero di scatti "buoni" decisamente sopra la media considerato il tipo di fotografia e le condizioni di ripresa - tutto a mano libera con il 500/4. Insomma, il debutto della Z6 nel bosco è andato bene. E di fatto, per la fotografia ad alti ISO, la Z6 oggi è l'unica macchina Nikon che possa stare vicino alla D5..... ad una frazione del prezzo (ma non a pari funzionalità!). Massimo per Nikonland 30/10/2019.
  3. Ultima promozione da Nital su vari corpi e obiettivi Nikon. Qui: https://www.nital.it/nikonscontoincassa Ci sono le Z compresa la Z50 ma anche corpi e lenti F. Scadenza al 15 gennaio 2020. Sconto in cassa, quindi niente attesa di rimborsi.
  4. Uno dei miei intenti fotografici per quest'anno è quello di fotografare la notte, ed in generale di notte, alla ricerca di atmosfere e luci inconsuete prima che di soggetti particolari. Per questo, sono alcune settimane che mi documento su internet per capire i vari "tips&tricks" nel fotografare la Via Lattea. Progetto un po' particolare per chi non sia appassionato di astronomia. Ma che dire, a me fotografare piace un sacco, imparare qualcosa di nuovo anche: per cui la motivazione giusta c'è. Premetto subito, quindi, che gli astrofili potranno trovare molte astronomiche inesattezze in questo articolo. Li invito quindi a correggermi, così insieme miglioriamo questo articolo. E perché no, i risultati della mia prossima uscita. La prima cosa è capire quando. Nel nostro emisfero la Via Lattea è ben visibile tra aprile ed ottobre, per cui siamo nella stagione giusta. Ma non basta, perché occorre ovviamente un cielo abbastanza sereno ma anche che non ci sia la luna o che sia uno spicchio piccolissimo. Questo perché, rispetto alle stelle, la luna è estremamente luminosa a ed illumina così tanto il cielo da penalizzare la visione delle stelle. Per me è la notte tra il 28 ed il 29 giugno, un falcetto di luna calante, previsioni bellissime. Poi il resto del fine settimana preso da irrevocabili impegni di famiglia. La prossima occasione? forse il prossimo venerdì, poi mediamente un fine settimana al mese. Che in questa stagione di vacanze non è cosa molto promettente: è una opportunità da prendere al volo. La seconda è capire dove. Occorre innanzi tutto un posto con basso inquinamento luminoso e che possibilmente abbia una buona visione verso sud - è in quella direzione che si vede nel modo migliore. Per chi come me abita vicino ad una enorme città - Milano - questo vuole dire alta montagna. Dopo parecchie ricerca la zona "giusta" mi è sembrata quella del Nivolet, in particolare intorno al lago Rosset. Questo per via della relativamente semplice accessibilità, si arriva molto in alto in auto, sia della mia pregressa buona conoscenza della zona. Ed eccoci, è venerdì pomeriggio. Risolvo gli ultimi problemi di lavoro, corro a casa a prendere lo zaino e via: destinazione Nivolet! Arrivo al lago che sono le 21 passate, nessuna difficoltà solo un bel po' di Km, parecchie curve ed una bella passeggiata in solitudine. Già, sono solo. Nessuno dei miei amici poteva, ma io ormai ero troppo lanciato per fermarmi. Il lago è bellissimo. La stagione è molto indietro e si presenta così: 21:18 - Z6, 14-24/2.8 AFS @ 24mm 1/8" f11 ISO 100 C'è una calma fantastica. La luce, già molto morbida, passa prima dal blu ad un violetto tenerissimo.... 21:38 - Z6, 24-70/4 Z @ 45mm 1" f11 ISO 100 Per poi attenuarsi rapidamente virando verso un decisissimo blu.... con i tempi di ripresa che si allungano sempre di più. 21:46 - Z6, 24-70/4 Z @ 38mm 2.5" f11 ISO 100 21:53 - Z6, 14-24/2.8 AFS @ 14mm 4" f11 ISO 100 Il lago è spettacolare ma, devo dire, l'idea di passare la notte vicino al lago ghiacciato mi da un certo senso di inquietudine: pur avendo sulle spalle 18kg di zaino ho solo il materassino ed un sacco piuma: niente tenda! Ma alla fine sono tranquillo, alla peggio, se farà troppo freddo, potrò sempre raccogliere tutto e tornare all'auto! E poi ho un bel termos di caffè, panini e cioccolato a volontà. Quindi lascio il lago e salgo un centinaio di metri, su una collina che mi da una buona vista oltre che verso sud anche sull'intera catena del Gran Paradiso. Gonfio il materassino, ci stendo sopra il sacco piuma nel quale entro completamente vestito, fissando la sveglia alle 00:00. Da quello che ho letto nelle mie numerose ricerche, le stelle sono molto più visibili dopo il crepuscolo astronomico, che l'app (PhotoPills) mi dice essere alle 23:53. Ci sono anche molte altre informazioni, ma l'ho già detto: sono assolutamente ignorante di astronomia. Sono qui solo per provare, vedere se mi piace e come si fa a fotografare la via lattea, il resto semmai verrà più avanti. Mi addormento con gli occhi pieni di un cielo enorme che diventa sempre più scuro.... in un attimo.... ecco la sveglia! WOW, è incredibile. Una tazza di caffè per togliere il torpore e via, si fotografa! 00:44 - Z6, 14-24/2.8 AFS @ 14mm 25" f2.8 ISO 1600 - Catena del Gran Paradiso sotto la via lattea. Il puntino luminoso è il rifugio Chabod, in Valsavaranche. La mia prima foto della via lattea!!!! sono stati 44 minuti di lavoro febbrile, ed in realtà avrei avuto un risultato migliore se avessi fatto prima, la Via Lattea continuava ad alzarsi. Ma ho dovuto risolvere "al volo" diversi problemi. Il primo è la messa a fuoco: a mirino non si vede assolutamente nulla e neppure in live view sullo schermo. In tutte le mie letture ho trovato una costante, quasi un mantra: "non ti fidare del segno di infinito sul barilotto". Ho risolto allontanandomi di una decina di metri dal treppiede ed illuminando con la piccola pila frontale una roccia, sulla quale ho poi messo a fuoco. Meno male che per prudenza ho portato due pile (una sulla testa per tornare al treppiede, una vicino alla roccia per metterci a fuoco)! Lo avete già capito: per questo genere di fotografie occorre un grandangolo spinto e luminoso. Io ho utilizzato il Nikon 14-24 2.8 AFS, che il mio amico Marco mi ha molto gentilmente prestato e che ormai posso dire, vista la quantità di test che ho fatto nelle ultime settimane, ho definitivamente scelto come grandangolo per la Z6 in attesa del 14-24Z. Devo solo comprarne uno! Da questa esperienza vedo in modo ancora più critico la costruzione meccanica dell'ultimo 14-30/4Z. Perché se è vero che il segno di infinito non va bene per mettere a fuoco, è anche vero che dopo averlo fatto il punto identificato andrà bene per tutta la notte! non solo il nuovo Z non ha la scala delle distanze (!) ma, anche, ogni volta che spegni la macchina ti riporta ad infinito o dove crede che sia (!!!!). Spero proprio che il 14-24/2.8Z non abbia le stesse "caratteristiche"!!!! Poiché non si vede nulla, il secondo problema è l'inquadratura. Ho risolto puntando ad occhio e facendo una serie di scatti di prova. Scatti che convenientemente si fanno alzando gli ISO a valori vertiginosi, nel mio caso 25.000, in modo da ridurre il tempo di scatto, aggiustare e ripetere rapidamente fino ad ottenere la composizione desiderata. Inoltre con l'ultimo scatto conviene ingrandire al massimo per verificare che, effettivamente, le stelle siano nitide. Per farlo c'è un altro trucco: controllare le aberrazioni cromatiche: se le stelle sono fuori fuoco queste si colorano! Oppure, se disponibile, controllare il bordo molto contrastato tra cielo e montagne. Altro trucco, il bilanciamento del bianco: impostatelo a 4.000K Tempi/ISO? Ho trovato come riferimento 30", f2.8 ISO 6400. Trucco sbagliato, in due diverse direzioni. La prima è che ho bisogno di meno luce (non so perchè, forse il 14-24 ha un tstop molto migliore di chi ha scritto quell'articolo, forse è la luce dell'inquinamento luminoso...) ma con quei dati viene sovraesposta. La seconda è che a 14mm con 30" le stelle vengono mosse, piccole strisce invece che punti. Eppure sono sicuro, ho letto della regola del 500! Che sarebbe che 500 diviso la focale in mm da il massimo tempo di scatto per non avere le stelle mosse. E quindi sarebbe 36"! Invece, per me, l'esposizione giusta a 14mm è 25" e ISO1600 a f2.8, sarebbe meglio anche un filo più breve! A dire che, per certo, a fare premio in questo genere fotografico più che una macchina che regge molto gli alti ISO serve un grandangolo molto ampio e luminoso. Ma siamo solo agli inizi.... 00:57 - Z6, 14-24/2.8 AFS @ 14mm 15" f2.8 ISO 3200 - Le Levanne sotto la via lattea. La luce a sinistra è il rifugio Savoia, poi verso destra un paio di automobili e poi le luci della diga. Il cielo giallo? forse Torino, credo ad oltre 50km di distanza. 01:19 - Z6, 14-24/2.8 AFS @ 20mm 20" f2.8 ISO 3200 - prova di focale più lunga.... come sarà fare la via lattea con il 20mm 1.8?!?!? 03:43 - Z6, 14-24/2.8 AFS @ 18mm 20" f2.8 ISO 3200 - un po di nebbia sale dal fondovalle, e si colora delle luci artificiali. Per comporre lo zoom è impagabile, di certo non puoi variare l'inquadratura "muovendo i piedi" in questo tipo di foto! Ma non solo.... il tempo passa ed il cielo cambia colore (il bilanciamento del bianco è esattamente lo stesso). Cosa è successo? LA LUNA!!!! La luna è sorta dietro di me, non me ne sono accorto, è giusto una falcetta. La vedremo più tardi. Ma quella poca luce cambia completamente la situazione, la visibilità delle stelle, che subito iniziano a sparire, ed il colore del cielo che diventa più blu. 03:57 - Z6, 14-24/2.8 AFS @ 14mm 20" f2.8 ISO 1600 - Altra nebbia, sempre più colorata.... e sempre meno stelle! 04:05 - Z6, 14-24/2.8 AFS @ 20mm 20" f2.8 ISO 1600 - la nebbia continua a salire, dopo poco mi raggiungerà. Inzuppando di umidità il mio umile giaciglio. Ma ormai di sdraiarsi non se ne parla proprio più. Intanto succede un'altra cosa incredibile. La vita si sveglia, un mucchio di uccellini iniziano a cinguettare intorno a me. Un rumore intenso e forte, VITA! 04:46 - Z6, 24-70/4 Z @ 68mm 6" f4 ISO 100 - In lontananza nubi temporalesche nel cielo altrimenti del tutto sereno, dentro le quali si vedono i lampi. Non è facile fotografarli, occorrono diversi tentativi contando i secondi per prendere il ritmo. Ma nemmeno impossibile! 05:06 - Z6, 24-70/4 Z @ 70mm 4" f5.6 ISO 100 - Le Levanne ricevono la prima luce, insieme al cappello di nuvole salite dalla pianura. 05:13 - Z6, 24-70/4 Z @ 54mm 0.8" f8 ISO 100 - La catena del Gran Paradiso sotto un falcetto di luna, il cielo che rischiara. 05:29 - Z6, 24-70/4 Z @ 24mm 1.6" f11 ISO 100 - Il lago Rosset e le Levanne. 05:53 - Z6, 14-24/2.8 AFS @ 14mm 1/20" f11 ISO 100 - Ancora il lago, le prime luci toccano le cime. 05:58 - Z6, 14-24/2.8 AFS @ 14mm 1/15" f11 ISO 100 - Stanotte era proprio freddo, ieri sera il ghiaccio galleggiava in acqua ed ora è di nuovo tutto gelato! 06:23 - Z6, 70-200/4 AFS @ 200mm 1/640 f8 ISO 100 - Eccolo, il SOLE..... 06:23 - Z6, 70-200/4 AFS @ 70mm 1/100 f8 ISO 100 - ... la notte è finita! Tempo di tornare a valle a prendere un caffè caldo ed un cornetto. Una mezz'ora, in discesa e di buon passo! Alcune riflessioni. La Z6, si è comportata bene? si molto. L'ho portata perché speravo anche in qualche paesaggio, dove la sua ampia gamma dinamica avrebbe molto aiutato e così è stato. Così come ha aiutato il sensore ISO invariante, per recuperare le ombre senza introdurre particolare rumore. Molto utile lo scatto remoto, io ho usato un KWMobile, 8.90€ su Amazon. Ha il filo, e lo preferisco così. Semplice, leggero - 20gr - e senza problemi di batterie. Altrettanto utile lo scatto silenzioso della Z6, capace di azzerare del tutto le vibrazioni, restituendo scatti estremamente nitidi con qualsiasi tempo di scatto. Anche in presenza del FTZ che allunga tutto e rende apparentemente instabile il complesso corpo+adattatore+lente. Così come lo schermo orientabile, quando per cercare la composizione giusta ti trovi in equilibrio precario su terreno gelato e scivoloso, con il treppiede che stenta a stare fermo sul ghiaccio. E l'ottica? Beh, di zoom grandangolari in queste settimane ne ho provati diversi. Ma una sola contiene una speciale magia. È il 14-24/f2.8 AFS!!!! Veramente una categoria a parte, per nitidezza e chiarezza delle immagini. Chissà come sarà il nuovo 14-24Z?!?! Non vedo l'ora di provarlo! Massimo Vignoli per Nikonland 1/7/2019
  5. Buongiorno, Giusto ieri pomeriggio ho ritirato il mio kit Z6 + 24-70 + FTZ. Visto che ho già una XQD ed una batteria EL15 carica ho portato la Z6 con il 24-70 ad una serata ed ho scattato qualche foto. Non modificato quasi nulla delle impostazioni che aveva la Z appena uscita dalla scatola. Foto ( ancora non scaricate sul Mac a dire il vero ) sembra tutto ok, otturatore solo meccanico ma direi nulla da segnalare. Poi ho deciso di girare qualche breve video come test, il soggetto era una presentazione con immagini e video proiettate da un proiettore collegato ad un PC. Il problema è stato, a differenza di quando ho fotografato le stesse scene, che le immagini alle spalle del relatore erano totalmente illeggibili, praticamente si vedono solo delle bande in movimento tipo vecchia TV anni 80 con cattivo segnale. Appena rientro a casa posso scaricare i file ed aggiungere un'immagine chiarificatrice. Intanto chiedo se la cosa rientra nel discorso delle luci sfarfallanti e se qualcuno ha già riscontrato la cosa, anche perché stasera torno nello stesso posto e potrei fare qualche esperimento di verifica. Ripeto che per le foto non ci sono stati problemi nelle stesse identiche situazioni.
  6. Insieme alla Nikon Z6 messami a disposizione grazie al distributore italiano per Nikon, ho avuto la possibilità di sottoporre ad una prova su...mirrorless anche il neonato Nikkor 35/1,8 S ossia il primo grandangolare fisso per Nikon Z, caratterizzato da uno schema ottico di 11 lenti in 9 gruppi relativamente leggero (370g) lungo 8,6cm e largo 7,3 (diametro filtri da 62mm), paraluce a baionetta a petalo, angolo di campo da 63,5° e diaframma a 9 lamelle, nato per essere usato insieme allo stabilizzatore interno delle Nikon Z, con cui sfruttare la possibilità di utilizzo a mano libera in luce disponibile, grazie anche alle potenzialità già sperimentate con la Z6 di questo test agli alti ISO. Austero, come anche gli altri due Nikkor S fin qui presentati, ben costruito e dotato di una serie di O-ring per renderlo resistenze alle intemperie dotato di motore AF stepper, come la più recente produzione ottica Nikon di peso leggero, trattamento antiriflesso ai Nanocristalli e, naturalmente, diaframma elettromagnetico, solo di selettore AF-MF, moderna contattiera posteriore a 11 contatti dorati e ben integrati nella flangia posteriore, montato sulla Z6 non risulta ingombrante, ma perfettamente dimensionato ampia la ghiera di messa a fuoco, mai probabilmente utilizzata nel migliaio di scatti effettuati con questo obiettivo, manca però la finestrella delle distanze (messa a fuoco minima a 25cm) indice questo della classe di appartenenza nel futuro catalogo delle ottiche NIkkorZ nonostante un prezzo non certo da entry level, attorno ai 900 euro... Ho utilizzato il Nikkor 35/1,8 S in varie condizioni in esterni, sia per realizzare le fotografie con le quali ho poi redatto l'articolo sulla Z6, sia perchè tra le focali wide contenute, quella dei 35mm mi è particolarmente congeniale, ad esempio quando decido di andare in giro con un solo obiettivo per fotografare senza una particolare destinazione. Ho realizzato quindi anche le immagini per l'articolo sul focus stacking, delle quali la foto sopra era una del block, con cui ho poi ottenuto questo stack derivando essere un campione di versatilità cromatica in tutte le condizioni di illuminazione in esterni specie giocando con le potenzialità dei profili colore della Z6 con la quale mi sono proprio divertito i colori forti si legano a meraviglia con le potenzialità di questo obiettivo, brillante e definito anche tenue e delicato sia on-camera (o in postproduzione) quando ciò necessiti crop assolutamente definito, principalmente con i profili monocromatici in dotazione alla Z6 fino all'estremizzazione del concetto 😇 Forte del fatto del suo diaframma più luminoso, questo obiettivo si tende ad usarlo sempre attorno a TA ma fino a f/4 manifesta uno stacco deciso tra primo piano e sfondo e il diaframma a 9 lamelle mostra un bokeh interessante f/2 - f/4 - f/16 (mi piacciono i valori interi) chiaramente la definizione aumenta diaframmando tanto quanto in controluce diretto reagisce meglio ai diaframmi più chiusi In available light si fa forte della sua luminosità facendosi bastare ISO medi (entrambe a 400 ISO) Da questa immagine viene però in argomento quella che ritengo essere il peggior difetto di questo, per il resto ineccepibile, grandangolare, ossia una forte vignettatura che lo accompagna da TA (dove ce ne potremmo aspettare) fino a f/4 incluso, in maniera progressivamente molto evidente (scatti eseguiti ad un pannello da 70x50cm a un metro di distanza: i cerchi misurano 12cm di diametro) la correzione su Capture NX-D probabilmente rimetterà a posto le cose, ma chi utilizzi altri software dovrà aspettare prima l'aggiornamento al profilo di questa ottica. Anche il suo utilizzo in luce mista lo caratterizza per essere un classico obiettivo da street, così come da ritratto a figura intera o in piano americano, ambientato, come ho avuto occasione di realizzare unica luce, dura e contrastata, messa a fuoco sul rosso delle labbra a f/5,6 (la seconda è il crop) Luce continua dai pannelli a neon: f/2 ISO 5000 Qui invece in luce ambiente a 25.600 ISO, nonostante il rumore digitale (apprezzabilissimo della Z6) l'obiettivo non perde ancora vigore Flash diretto, f/3,2 ISO 100: al meglio delle possibilità di tutti e tre (obiettivo, soggetto e ...me) Direi che questo primo wide Nikkor S debba essere tenuto nella giusta considerazione da molti fotografi: principalmente quelli per cui gli obiettivi cominciano dai mediotele, al di sotto dei quali il massimo verso cui possano spingersi sono questi angoli di campo. Personalmente sono rimasto parecchio soddisfatto per la maneggevolezza e la definizione sul soggetto a tutti i diaframmi, anche quelli più chiusi ai quali mi sarei aspettato molta più diffrazione (che non ho mai incontrato) e qualcosa in termine di color fringings dei quali ho trovato scarse tracce anche nelle peggiori delle condizioni auspicabili (come in questo crop 3,5x) Distorsione contenuta (basta guardare le immagini del pannello più sopra), ma vignettatura consistente e immanente a tutte le aperture più interessanti per le quali quest'ottica si voglia acquistare Ciò non condizionerà l'acquisto di chi non intenda utilizzarlo per la...riproduzione di originali, in quanto, come ritengo traspaia dalle immagini di questo articolo, in esterni, in assenza di superfici omogenee di sfondo, non costituirà un problema: nella fotografia di ritratto poi, può essere oggi considerato forse un valore aggiunto, ricercato da molti fotografi che talora la inseriscono in postproduzione. Volete mettere poi l'espressione del mio amico Nunzio, divulgatore per Sony, costretto a posare davanti a una Nikon Z con la sua Pleistascion tra le mani? ...per tutto il resto c'è... Max Aquila photo (C) per NikonZetaland 2018
  7. Venerdì 16 Novembre 2018 Nikon presenta la sua seconda mirrorless full frame, la Z6 e nello stesso giorno Nikonland riceve in visione e prova un necessaire più che completo, grazie ai buoni uffici del distributore italiano, formato dal corpo macchina, dallo zoom (che definire di primo equipaggiamento appare fin da subito riduttivo) 24-70/4, dall'ambìto grandangolare leggero, il 35/1,8 e dallo strumento di coesione tra i corredi F ed i corpi Z, l'adattatore FTZ, tutti oggetti dei quali da mesi oltre a parlarne fin troppo, su Nikonland si scrive a profusione, per prova provata, pure sulla sezione del forum, felicemente rinominata all'uopo, Zetaland... Cosa ci fa definire NECESSARIA la Nikon Z6? Struttura, dimensioni e peso identici alla primogenita Z7. Ergonomia uguale. Estetica indistinguibile se non per il numerino in basso a destra, osservando il frontale... idem per i comandi e pulsanti, avanti come dietro, sulla torretta di sinistra e sulla plancia di scatto a destra da qualsiasi punto di vista la si guardi e la si studi, non appaiono differenze di sorta tra le due macchine con le quali Nikon inaugura il suo secondo Centenario. a sx sul fianco comode coperture flessibili proteggono le prese IN e OUT della fotocamera anche a destra, il nuovo sportello/poggiapollice ergonomico apre l'accesso all'unica scheda XQD (CFxpress compatibile) , di cui le attuali Nikon Z possono disporre per la registrazione dei files così come identico è il mirino elettronico OLED in dotazione, da 3690k punti ed uguali possibilità di regolazione. Necessario è tutto ciò che diventa spesso anche indispensabile, diverso dal superfluo ed anche dall'eccedente... ed ecco allora come la Nikon Z6 diventa "La Necessaria": eliminato il superfluo (specchio, mirabox, lentezza operativa, rumorosità etc), aggiunto l'indispensabile (mirino elettronico performante, AF ibrido a rilevazione di fase e di contrasto, sensori posizionati su tutto il fotogramma, ottimo rapporto S/R, stabilizzazione sul sensore, raffica fino a 12 ftg/s, video 4K) si accontenta di rinunciare alle "eccedenze" della sorella maggiore ossia, sopratutto, il sensore da 45,7Mpx, oltre ai 493 punti di messa a fuoco (facendosene bastare 273) e gli ISO 64 da cui parte invece la Z7. Come la sorella si regala funzioni difficilmente riscontrabili su altre mirrorless di riferimento (prima della nascita della linea Z): principalmente cosette come la ripresa con la variazione della messa a fuoco, brevemente ridefinita focus stacking e le riprese con intervallometro in time lapse , oltre ad una perfetta compatibilità con ottiche native e universali della generazione reflex attraverso l'adattatore FTZ roba da far ... leccare i gomiti a chi apprezzi o, come me, idolatri costruzioni ottiche del remoto passato Nikon, Nikkor, da far rivivere, stabilizzate e misurate al Matrix insieme alle gloriose sigle da Nippon Kogaku... famose quando certe etichette odierne ancora combattevano con le Katana nei boschi di tigli in fiore senza disdegnare abbinamenti estremi ma ... necessari, perlomeno fino a quando il listino ottiche della roadmap non sarà stato completato. Necessario non è quindi sinonimo di inferiore, ma connota un prodotto in funzione degli scopi per i quali venga preferito ad altri: è una scelta molto più complessa di quelle riduttive da ...rapporto qualità/prezzo (che detesto, in quanto eminentemente soggettivo) o da ricerca del TOP del listino. Necessaria è la Nikon Z6 proprio in ragione di alcuni parametri per i quali possa essere scelta al posto della sorella più costosa (molto...) rinunciando ai pochi aspetti che da quella la differenziano: Il Sensore (foto di Pat Nadolsky) 24,5 MPx, genera files da 6048x4024 pixel, NEF da circa 30 Mb, (jpg Fine* attorno ai 12 MB), provvisto di filtro passabasso (al contrario che la Z7) Questo taglio di sensore è probabilmente quello attualmente più popolare tra tutti i marchi di mirrorless sia di formato pieno che in APS-C: significa che continua ad essere considerato un giusto compromesso tra le esigenze qualitative fotografiche in molti generi insieme al limitato ingombro dei file sui nostri vessati hard disk. Dai reporter di tutti i generi, ai viaggiatori e street photographer, alla mamma che voglia scattare in automatismo totale alla partita di calcio del figlio (o di volley, giusta la capacità eccellente agli alti ISO) nessuno si lamenterà, ma anzi si autocongratulerà per l'azzeccato acquisto. 273 punti AF sparsi sul 90% del fotogramma una grande innovazione per tutti i fotografi delle categorie prima menzionate, per la facilitazione rispetto all'esiguità sulle reflex di aggancio dell'AF sul soggetto del tutto decentrato nel fotogramma: ritengo sia una delle performance irrinunciabili, indispensabili, in una moderna fotocamera, anche a prescindere dal genere fotografato, per evitare l'esigenza di treppiede + live view con la quale, ma solo con le ultime reflex, si riusciva a ottenere un compromesso onorevole, rispetto la copertura solamente DX delle cellule AF sulle ammiraglie Nikon. Resa agli Alti ISO La latitudine di posa del sensore tra 100 e 51200 ISO abbinata ad un eccellente rapporto S/R, insieme alla capacità di lettura dell'AF in luce bassa già a partire da -4EV, consente di ottenere una eccellente compattezza anche delle zone omogenee sovra o sottoesposte dell'inquadratura: 12800 ISO25600 ISO (crop) Le prestazioni in luce disponibile di una Nikon Z6 sono oggi "necessarie" ad una pluralità di utilizzi e di tipologie di fotografia. Baionetta e tiraggio Z ...un grande passo in avanti per ogni nikonista unitamente alla presentazione delle ottiche Nikon S promesse nella roadmap pubblicata produrrà un livello qualitativo delle immagini irraggiungibile dalle ottiche F Stabilizzazione a 5 assi Indispensabile voce nel panorama mirrorless attuale, Nikon Z6 anche qui marca il territorio con prestazioni a mio vedere ottime (dopo aver testato negli anni precedenti il meglio della produzione della concorrenza) che se anche non rispettassero il parametro dei +5 stop promessi (rispetto il reciproco focale/indice ISO) diventano eccellenti nell'integrazione tra stabilizzazione del corpo macchina congiuntamente a quella (se presente) dell'obiettivo, nel mio caso, attraverso il tramite dell' adattatore FTZ ed anche con obiettivi universali ! 1/80" a 200mm a mano libera su di un 80-200/2.8 a f/16 dà già il senso della qualità di stabilizzazione ottenibile (crop) tanto quanto 1/25" ai 70mm del 24-70/4 (ed il suo crop) Non ho avuto molto tempo per sviluppare questo specifico tema, con cui mi sarebbe piaciuto testare vecchi obiettivi Nippon Kogaku, ma la sensazione di sicurezza ricevuta durante gli scatti è stata davvero eloquente e queste prove a tempi improponibili a mano libera su attrezzature differenti fanno ancora un pò più "necessaria" una Nikon Z6 35mm @ 1/10" Inoltre la Nikon Z6 diventa, a mio avviso, "Necessaria" perchè le caratteristiche che la differenziano dalla Z7 la collocano, per snellezza, su di un piano di migliore compatibilità tra il gruppo processore/sensore e le prestazioni dinamiche di velocità di scrittura su XQD, come ben testimoniato dai massive test di scatto in sequenza, cui l'ho sottoposta in abbinamento al Nikon 200-500/5,6E su FTZ, per ottenere innanzitutto la prestazione massima in termini di velocità (12 ftg/s in jpg Fine e sequenza H*) (qua sequenza di 2 secondi) durante il quale utilizzo l'immagine mostrata nel mirino elettronico non manifesta problemi di ritardo ed il buffer, grazie alla dimensione dei file decisamente inferiore agli analoghi della Z7, non manifesta flessioni di sorta anche scattando sequenze di durata ulteriore (per ottenere di più, tanto varrebbe realizzare filmati !) Direi che per i fotografi che si dedicano allo sport, la Nikon Z6 oggi sia la Z necessaria ! Ed uno shooting da ben più 4mila scatti in appena due ore, con la stessa batteria EN-EL15b (a proposito... lasciate stare gli standard CIPA degli annunci) ...non può che confermare la naturale destinazione di questa mirrorless a robusti utilizzi di questo genere, limitati unicamente da quello che per lunghi anni è stato il principale argomento di vendita di mirrorless MQT, APS-C ed anche FF: le dimensioni ridotte, che in questo ambito, quello dell'utilizzo intenso e continuato, non può che fare rimpiangere le dimensioni di una tradizionale reflex... nell'uso intensivo il palmo della mano, privo di appoggio, si indolenzisce e la mancanza di un battery grip aggiuntivo si fa certamente sentire con obiettivi ben più compatti del mio zoomone 200-500/5,6 Certamente mille aspetti a favore della compattezza li troveranno (e sono in tanti) tutti coloro che di una Nikon Z6 faranno la propria mirrorless da viaggio per vacanza, studio, o per ogni altro motivo nel quale compattezza e peso limitato costituiscano un vantaggio reale Un aspetto che ho accennato in anteprima rispetto a questo articolo, è stata la sensazione di non aver percepito la presenza evidente di rolling shutter (delle deformazioni indotte dal funzionamento a "pennello" dell'otturatore elettronico) nel migliaio abbondante di foto scattate durante un giro di golf, come mi è invece capitato di doversubire in altre occasioni con altre...mirrorless Ciò non potrebbe che essere un'impressione fallace, giusta l'assenza nelle Z dell'anelato global shutter, ma potrebbe essere in linea con la velocità ancora al di sotto delle aspettative che l'otturatore elettronico di queste Z consente al momento. (9 ftg/s per la Z7 e 12 ftg/s per questa Z6) Un'altra critica che mi sento di estendere alle Nikon Z attuali, dimensioni a parte, è la solita storia del bellissimo monitor da 3,2" e 2100punti, touch, contrastatissimo e zeppo di opportunità... tranne quella di essere imperniato a pantografo, invece che a perno basculante, limitandone l'escursione alla posizione a 90° nella quale bisogna inoltre fare attenzione al sensore di prossimità del mirino (se non lo disattiviamo) che tende ad oscurare il monitor alla minima interferenza, di un dito, della cinghia, del pensiero solamente di...poter interferire 😃 Spettacolari invece sono la posizione, la fattura e la resistenza opposta dai migliori joystick e selettore multipoint che mi sia mai stato dato di utilizzare su di una mirrorless: comandi necessari alla gestione dei suoi molteplici menù, Nikon styled: assolutamente familiari ! Tasti funzione come quello i, con due linee di opzioni programmabili e istantaneamente richiamabili, o come i due tasti intorno alla baionetta FN1 e 2, oltre alle tre posizioni di memoria impostazioni sulla rotella della torretta di sinistra (U1,U2 e U3) Grande sforzo da parte di Nikon nell'implementazione in entrambe queste Z di capacità di valutazione della luce, della temperatura colore (in alto un esempio dei tre diversi preset del WB Auto...), della semplificazione delle modalità di AF nel pilotarne i sensori: si comprende come si sia solo all'inizio di un progetto molto ambizioso. Concludendo: gli aspetti a svantaggio di una Nikon Z6 sono davvero esigui e non sono molto differenti da quelli evidenziati nel test della Z7, investono ambiti progettuali che nelle prossime versioni saranno probabilmente superati con facilità, come nel caso del riconoscimento dell'occhio (fallace nel più delle volte) o dell'assenza di contatti elettrici per un grip verticale che aumenti la sensazione di usability delle due Nikon Z. Alcuni aspetti differenziali dalla Z7 ne fanno invece a mio avviso una scelta potenzialmente più interessante della capostipite sorella: macchina generalista: necessaria nelle mani di utenti Nikon vecchi e nuovi . Mi pare sia il realistico ponte di transito da reflex a mirrorless attitudine alla scrittura di elevati volumi di scatto (entro i limiti di sistema, chiaramente indicati) meno soggetta della sorella, dal sensore elefantiaco, a imbarazzanti lag, a parità di processore vogliamo dire anche del prezzo, sicuramente più invitante, specie dopo i primi mesi di febbre da Z6 ? In entrambi i casi delle Nikon Z apprezzo tantissimo lo slogan che è stato coniato alla presentazione, quello di "mirrorless reinvented": ne hanno titolo ! Max Aquila photo (C) per NikonZetaland 2018
  8. La roadmap delle lenti Z attuale è, almeno sulla carta, molto completa. Ma, visto che Nikon stessa ha lasciato degli spazi vuoti a partire dal 2020, per quelle che sono le vostre personali esigenze, di cosa avremmo bisogno per motivare il passaggio al nuovo sistema ? Nell'ottica di un cambiamento di corredo, quali delle lenti attualmente previste potrebbero tranquillamente essere posticipate e quali vorreste veder inserite nella roadmap ( magari con arrivo sul mercato entro il 2019 ) ?
  9. Registrazione qui: Nital Evento itinerante per la presentazione delle Nikon Z organizzato da Nital. Le date: MILANO 6 OTTOBRE 2018 FIRENZE 10 OTTOBRE 2018 ROMA 13 OTTOBRE 2018 NAPOLI 16 OTTOBRE CATANIA 20 OTTOBRE VICENZA 27 OTTOBRE TORINO 30 OTTOBRE Finalmente si tocca con mano.
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