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Nikkor Z 28-400/4-8VR : portatile & versatile
Max Aquila posted an article in Nikkor Z : Test obiettivi Nikon
Eccolo di nuovo sulle pagine di Nikonland, dopo l'anteprima del primo esemplare italiano, caduto tra gli artigli di Mauro Maratta, che il mese dopo l'ha passato nei miei. Qui ne ha descritto la specie, la famiglia e le peculiarità tecniche, che ne fanno di certo un outsider nel panorama dei superzoom da 14x...se ce ne siano oltre questo... Io l'ho usato in questi due mesi di possesso, in condizioni di ripresa e di illuminazione piuttosto differenti tra loro, scattando poco meno di 21mila files e riuscendo ad utilizzare ben 57 focali differenti, come risulta dai metadati di Lightroom: sintomo di uno zoom che coinvolge ben più delle corrispondenti focali fisse comprese nella sua escursione, che tra i 28 e 400mm sarebbero soltanto una dozzina: uno zoom molto versatile, dunque ! Tutto deriva ovviamente dalla possibilità di progettazione ottica di una escursione focale simile in relativa economia, accontentandosi di uno schema ottico, per quanto nutrito e complesso, comunque progressivamente sempre meno luminoso, passando dagli f/4 di TA ad un inconsueto (fino ad oggi) f/8 già dai 200mm contrariamente alla consuetudine progettuale di lasciare poca differenza di luminosità tra gli estremi di gamma, limitandosi però ad escursioni da 3, 4 o 5X Cosa è cambiato oggi quindi? Ovviamente la capacità di amplificazione del segnale dei sensori digitali moderni, capaci di risolvere efficacemente anche ai 6400 ISO, con un rapporto S/R molto più che accettabile, praticamente equivalente ai 400 ISO di un sensore della prima generazione di venti anni fa. In buona sostanza, con questo obiettivo (e con quelli cui questo zoom farà scuola) si dovrà abituarci a non temere di scattare ad alti ISO anche in piena luce, in condizioni nelle quali avremmo con altri obiettivi cercato di inseguire la sensibilità più bassa concessa dal sensore della nostra fotocamera. Ecco perchè questi 21mila files, oltre che a 57 focali differenti, li ho scattati ad altrettanti (o quasi) valori ISO, centrati prevalentemente tra i 500 ed i 3200, con una discreta quantità anche nel range tra 10mila e 25600 ISO per una esigenza specifica di ripresa, oltre i quali è davvero difficile parlare di buona qualità anche su sensori dall'ampia dinamica come come quelli di Z8 e Z9. Eccone un esempio, di un file scattato a 3600 ISO in pieno giorno, per mantenere un diaframma piuttosto chiuso di f/10 e compensare il controluce diretto Oppure quest'altro scattato a 2000 ISO f/16 con un tempo di sicurezza da t/640 per scattare a 200mm Così come ovviamente, condizioni di luce permettendo, si scatta anche a quei 64 ISO, che tanto mi piacciono del sensore in questione... 44mm f/8 t/640 (amo le progressioni geometriche) ottenendo le migliori performances in termini di nitidezza e rumore Nitidezza e rumore che già su Lightroom, con le sue ultime versioni del programma, possono essere migliorate dall'implementazione recente dell'IA su questi parametri, generando dei files incredibilmente gestibili da originali scattati a fondo gamma ISO aiutandosi con un sapiente utilizzo di tempi da panning 270mm f/8 t/800 ISO 25600 330mm f/8 t/1000 ISO 25600 240mm f/8 t/1600 ISO 25600 280mm f/8 t/1600 ISO25600 Un delicato bilanciamento tra tempi di posa non particolarmente veloci, pur di abbassare gli ISO, porta certamente ad ottenere risulatati ancora più leggibili e meno interpolati, per quella che resta comunque una opportunità di utilizzo di questo zoomone, inizialmente accolto come "buono solo per foto di giorno in luce piena" ma che nelle mani di chi conosca il fatto suo si può prestare anche ad estremizzazioni come queste foto di tennis in notturna a luce artificiale giallastra, su terra rossa, con atlete...poco bianche di loro 300mm f/8 t/500 ISO 12800 370mm f/8 t/640 ISO 12800 105mm f/6.3 t/640 ISO 11400 155mm f/7.6 t/500 ISO 11400 Siamo quindi di fronte ad un obiettivo davvero versatile, non solamente per la varietà di escursione focale, ma perchè regge comunque anche ad urti di dinamica davvero difficili anche per una realizzazione professionale, con l'indubbio vantaggio che può concedere in termini di implementazione di pdc un diaframma più chiuso di un consueto f/2,8 per queste tipologie di ripresa. Trasformando così un apparente difetto in un potenziale pregio. Passando dagli altissimi ISO a quelli bassi e medi, notiamo come per questo potente, ma portabilissimo telezoom, alla qualità indubbia della nitidezza alle brevi e medie distanze... ...si accompagna invece l'esigenza di contenere i crop, perchè con l'aumentare della barriera degli UV (o del peggiorare della qualità dell'aria, per esempio in un autodromo) corrisponde una progressiva diminuzione di contrasto sulle figure più lontane, maggiormente che in altri progetti Z recenti, di livello ben differente dalla classe di appartenenza di questo zoom. E non vedo cosa ci sarebbe da stupirsi... ovviamente in postproduzione si può gestire anche questo aspetto. D'altro canto stiamo parlando di un obiettivo zoom da 21 lenti che vuole in poco spazio e con poco prezzo risolvere tutto ciò che inquadriamo a qualsiasi delle sue focali, ognuna adatta a più generi, dall'architectural all'action photography, passando per ritratto, people e distanza ravvicinata dove le differenze di qualità più che di quantità di luce, possono fare una netta differenza, unitamente alla bontà del sensore in uso ottenendo la duplice opportunità di riprendere oggetti e soggetti diversamente non avvicinabili, oppure per una precisa scelta di ripresa del totale da un punto di ripresa strategico. Alla fine di questa mia disamina, questo 28-400mm non è solamente un obiettivo destinato ad accompagnare i viaggi dei fotografi delle ferie, magari anche nelle savane e nelle riviere estive, ma a mio vedere è uno zoom che fa della capacità di adattarsi al soggetto ed alla distanza di ripresa il suo principale motivo d'essere. Insieme ad una Nikon Z di ottima qualità (ma dove sono quelle scarse...? le famiglie di sensori sono ormai molto ristrette) è un valido compromesso tra la qualità indubbiamente superiore di un Nikkor Z 100-400 che paga tre scotti rispetto a questo 28-400: il peso il prezzo e tutto il range di focali in basso, tra 28mm e 100mm che ne fanno un jolly da incollare alla macchina fotografica Se partisse da 24mm (per me indispensabili) ...lo avrei già ordinato. L'unico suo difetto potrà essere solo l'imperizia ed imprudenza di chi lo voglia utilizzare per soggetti piccoli e lontani, da croppare successivamente. Per quello scopo Nikon Z ha nel suo catalogo obiettivi specializzati, dal livello minimo del 180-600 a quello estremo dei fissi da 400, 600 ed 800mm A ciascuno il suo ! Max Aquila photo © per Nikonland 2024 370mm f/8 t/200 ISO 9000- 1 comment
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Avevo promesso di parlarne: oggi è il tempo di tirare le somme, dopo un mesetto di prove e circa 50k scatti col nuovo Nikkor Z 180-600mm f/5,6-6,3 specialmente quando, dopo essermi fatto la mano utilizzandolo e sfruttando le sue peculiarità, bisogna stabilire dei punti fermi, specie in rapporto all'eventuale coabitazione con l'attuale padrone di casa, ossia il Nikkor Z 400mm f/4,5 di cui scrivevo proprio un anno fa e che di scatti ormai conta circa il doppio... tanto per dare il senso della proporzione delle cose in ballo. Raramente mi è capitato come in questi ultimi due anni di trovare tanta affinità tra obiettivi nati per soddisfare esigenze differenti ed anche diversi per fascia di prezzo, quindi anche per destinazione utente. Perchè, per inciso, osservo che chi decida di comprare un determinato obiettivo, ormai, guardi prima al portafoglio, piuttosto che al motivo per cui lo dovrebbe utilizzare: è questa una banalità? Non credo: oggi, in tempi di progettazione digitale delle componenti di un'ottica, le Case hanno capito come fornire la stessa (o quasi) prestazione, ad utenti disponibili a spendere la cifra necessaria per il suo acquisto. La Redazione di Nikonland, forte di ormai cinque anni di utilizzo e test di tutte le attrezzature del sistema Z, è sempre più convinta del fatto che le prestazioni si siano allineate verso l'alto e la differenza stia ormai in alcune, determinate, caratteristiche, che influenzeranno il prezzo finale e la quantità di pezzi prodotti per una commercializzazione che già in partenza è stimata essere in un certo numero di esemplari. Questa ottimizzazione delle risorse, insieme a un atteggiamento un pò da Grande Fratello, fanno sì che Nikon (o altri) sappiano bene chi tra di noi comprerà quell'obiettivo o quella determinata fotocamera e stabiliscono già in partenza l'inizio e la fine della loro produzione. Andiamo al dunque: del Nikkor Z 400/4,5 S abbiamo diffusamente parlato da un anno in qua, oltre a suffragare quanto asserito riempiendo il sito e le sue gallerie di foto scattate con questo teleobiettivo di luminosità medioalta, che pesa solamente 1200grammi e costa ad oggi circa 3700 euro, salvo sconti. Del Nikkor Z 180-600/5,6-6,3 telezoom lungamente aspettato su questa baionetta, si è scritto ancora poco, ma in questi ultimi due mesi, molte foto sono state pubblicate in questa apposita galleria, cui ne seguiranno certamente altre, trattandosi di un best buy dal prezzo di appena 2050 euro e pesante 2140 grammi: meno di un euro al grammo, dunque! La commercializzazione del 180-600 consente l'approdo alla focale dei 600mm, quella dei soli 4 gradi di angolo di campo, a seguire i due straordinari fissi della stessa focale ma di luminosità oppure tipologia costruttiva molto differente: si parte dal Phase Fresnel 600/6,3 da 5800 euro e soli 1470 grammi e si arriva al mastodontico 600/4 TC da oltre 17mila euro e 3260 grammi, con teleconverter integrato... Difficilmente su focali così specialistiche si è mai assistito ad una offerta così differenziata per caratteristiche e prezzi. Secondo voi, la qualità di questi tre obiettivi starà quindi alla stessa distanza di prezzo che separa l'uno dall'altro...? O non sarà forse che ognuna di queste tre realizzazioni sia dedicata a differenti approcci al soggetto o, addirittura, a soggetti assolutamente diversi? Oppure, non trascurabile, a differenti condizioni di ripresa (diurna, notturna, per luce, latitudine, impiego gravoso o meno, per caratteristiche del soggetto, come dimensioni, velocità, etc...)? Con questo non paragoneremo mai su Nikonland un telezoom come il 180-600 ai suoi 600mm con la stessa focale del 600/4 TC, proprio in funzione delle discriminanti prima espresse: ma certamente in funzione della scelta che l'utente deve (o dovrebbe) fare prima di aprire il portafogli e procedere all'acquisto. Per questi motivi oggi ho deciso di scrivere un articolo confrontando uno zoom con un fisso, di luminosità, peso e prezzo differenti, ma accomunati dall'utilizzo che se ne potrebbe fare. Ho fotografato con la mia Nikon Z9 alcuni dei partecipanti non professionisti alla Maratona d'Inverno che si è tenuta domenica scorsa a Palermo, utilizzando i due teleobiettivi alla stessa focale: 400mm ed alla stessa apertura di f/6,3 che, ovviamente, funziona da tutta apertura per l'uno e da uno stop di chiusura (migliorativo) per l'altro. L'intento è stato quello di farvi rendere conto di come rendano soggetto e sfondo certamente, ma anche di quelli che siano i punti a favore o a sfavore di ognuno dei due. Ecco alcune delle foto scattate col 180-600 Adesso quelle scattate nella stessa condizione col 400/4,5 S chiuso a f/6,3 Ovviamente apritele e valutate per entrambi gli obiettivi la resa sul piano di maf ed anche dello sfondo. Ma la prima osservazione che voglio fare è che una volta esaurito il motivo di mantenere alla stessa focale i due obiettivi e potendo scegliere quello con cui continuare a fotografare, ho posato il fisso e ripreso su lo zoom con il quale divertirmi a navigare zoomando sui soggetti che mi correvano incontro...come in questa sequenza fra tante: dai 600mm a quelle scattate intorno ai 300mm per allargare attorno ai 250mm e ritornando a 300mm sui dettagli salvo riaprire alla focale minima dei 180mm, a distanza ormai ravvicinatissima Non lo stesso concetto a mare, dove i soggetti necessitano quasi sempre della focale più lunga disponibile, compatibilmente con la condizione meteo e a distanze superiori ai venti metri dal punto in cui si scatti ecco il 180-600 a confronto, il 400/4.5 In queste foto a mare, il 400/4,5 è rimasto un 400mm con le opportunità connesse e sfruttando al massimo la sua maggior luminosità, mentre il 180-600 si è spinto a cercare anche soggetti più lontani, ma non disdegnando la comodità di scendere fino ai 180mm per realizzare ritratto a distanza utile. Con ciò non voglio certamente dire che uno zoom sia sempre più utile di un fisso, ma soltanto farvi concentrare sulla similarità della qualità di questi scatti, da sola condizione quasi impossibile per far propendere la scelta verso l'uno o l'altro dei due obiettivi.... I limiti in termini materiali di questo Nikkor Z 180-600mm f/5,6-6,3 sono pochi e già stati evidenziati dal primo articolo di Nikonland che se n'è occupato: staffa per treppiedi tendente a flettere se utilizzata sulla filettatura più avanti delle due disponibili: su monopiede, consiglio sempre di avvitare su quella a passo da 1/4" necessità di monopiede o treppiede in utilizzo prolungato oltre la mezz'ora di scatto: i due chili di peso, per quanto bilanciatissimi e con la struttura IF che migliora decisamente quella del suo predecessore F-mount (non IF), alla lunga stancano, specie se abbinato ad una Z9 come nel mio caso: al contrario dello Z 400/4.5 che è obiettivo da poter usare sempre a mano libera il collare di rotazione della staffa per il treppiede è molto più fluido di quello del vecchio 200-500 ed anche molto meglio realizzato di quello, ma indubbiamente nulla a che vedere con quello del 400/4,5S inoltre è difficile da bloccare in posizione con la vite di bloccaggio, se non estremamente serrata i migliori risultati in termini di nitidezza e, sopratutto, contrasto, si ottengono entro i 400-500mm mentre andando oltre e con situazioni avverse di luce tende a risolvere un pò meno che alle focali precedenti I vantaggi rispetto al mio 400/4,5 sono prevalentemente concentrati in relazione alla eccellente poliedricità nell'uso in situazioni diverse e con tipologie di soggetti che spaziano dallo sport alla fotografia di escursione e documentativa: a chi decida di partire per viaggi organizzati in zone a lui sconosciute, ma dove si troverà a scattare in situazioni imprevedibili, consiglio vivamente l'acquisto di questo telezoom, piuttosto che uno similare di marche universali: perchè è ottimo nelle sue prestazioni, a volte indistinguibile da un fisso Nikon corrispondente... perchè è un Nikon Z e quindi verrà sempre tenuto nella considerazione della Casa, quando ci sarà occasione di aggiornamenti fw, sia delle fotocamere, sia dello stesso zoom: non lasciando mai con un palmo di naso i suoi acquirenti (come è spesso avvenuto invece con altre marche) perchè una volta che lo si impugna, la sua ghiera di zoomata, precisa e ben selettiva, fluida ben di più di quella del vecchio 200-500 F-mount, non chiede altro che di essere tormentata da un estremo all'altro del suo range: il motore stepper di messa a fuoco è silenzioso e preciso e le sequenze di scatto che ne derivano saranno infinite. Per chi invece sia chiaro cosa stia andando a fotografare è ovvio che un teleobiettivo fisso come questo 400/4,5S o i suoi fratelli maggiori come i due 600mm e l' 800/6,3 saranno la chiara soluzione della sua esigenza di ripresa. Il Nikkor Z 180-600/5,6-6,3 è quindi deliberatamente un obiettivo non S, nella strategia Z mount, per contenerne il prezzo e destinarne l'acquisto ad una larga fetta degli utenti del marchio, ne più ne meno come fatto in basso con l'altro superzoom, quel 24-200/4-6,3 che tanti di noi tengono stabilmente in borsa. Ah...volevate sapere per caso quale ho deciso di tenere? E indovinate ! Max Aquila photo © per Nikonland 2023
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Nikkor Z 180-600/5,6-6,3 a pdc aumentata
Max Aquila posted an article in Nikkor Z : Test obiettivi Nikon
Usare un teleobiettivo o un telezoom a diaframmi medi o chiusi è un pò un controsenso... Gli sforzi di progettazione e quelli dell'acquirente sono di solito rivolti al miglior compromesso tra la luminosità ed il prezzo finale di quell'obiettivo. Usare per abitudine di diaframmare di un terzo o di mezzo stop è una pratica diffusa per diminuire aberrazioni cromatiche e vignettatura, se presenti, ma in epoca di gestione digitale dell'immagine quelle problematiche sono ormai facilmente risolvibili. Staccare il soggetto dallo sfondo è il leit-motiv degli utilizzatori di focali a ridotto angolo di campo, ma ciò nonostante, in determinate situazioni, la frequente prossimità di soggetti altrettanto interessanti rispetto a quello su cui si opera la messa a fuoco, procura l'esigenza di ampliare la profondità di campo, diaframmando di più. Una di queste situazioni è certamente il caso delle regate veliche, dove i contendenti, schiacciati dalla prospettiva di un supertele, risultano visivamente quasi appiccicati tra di loro, quando la larghezza di un imbarcazione, minimo di un metro e mezzo fuori tutto, porta a sperare di ottenere nitidezza a distanze che su di un obiettivo standard si risolverebbero in poche frazioni di stop. Oggi ho scattato ad una regata di derive classe ILCA, durante la quale soffiava un libeccio molto rafficato, che in determinate occasioni ha portato a situazioni limite di scuffie in boa anche di più di un'imbarcazione. Ma che sopratutto determinava un muro di particolato acqueo e un accumulo di radiazione UV da non augurarsi mai: una situazione difficile da gestire a tutta apertura con qualsiasi tele. Ed allora ho gestito per tutto lo shooting il nuovo Nikkor Z 180-600mm f/5,6-6,3VR con diaframmi prevalentemente attorno ad f/10-11 e poco di meno, peraltro, alle maggiori distanze, con la mia Z9 in DX Il risultato è a mio avviso (stanti quelle condizioni di trasmissione luminosa) molto, molto interessante... f/8 f/10 f/11 (nelle quattro precedenti, notate come ad f/11 anche gli edifici, in linea d'aria distanti almeno 400 metri, risultino ben definiti, quasi come con obiettivi di focale nettamente inferiore a parità di chiusura) lontanissime, 800mm-eq, eppure abbastanza nitide e contrastate nonostante le condizioni luminose: f/11 al rientro, quando la vista di infilata aumenta l'esigenza di nitidezza a tutto campo: f/11 Una piacevole sopresa questo zoomone: nonostante la chiusura accentuata non sembra soffrire di diffrazione eccessiva e conseguente calo di nitidezza, che si presuppone sempre ottimizzata per le massime aperture... Beh, arriva poi sempre il momento in cui il soggetto va staccato dallo sfondo e si torna a tutta apertura... Max Aquila photo © per Nikonland 2023- 3 comments
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