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  1. Riprendo a parlare del Nikkor Z 600/6,3 PF a partire dalle conclusioni del mio precedente articolo di tre mesi fa, grazie alla possibilità datami da Mauro, di averlo disponibile fino adesso. E vorrei parlarne, come dice il titolo, da un punto di vista originale, immaginando di aver avuto a disposizione non tanto e non solamente un supertele corto , così come viene considerato, descritto ed acquistato questo 600/6,3PF ... (qui insieme al fratellone) ma come un obiettivo da ritratto lungo.... che se poi lo guardassimo accanto ad un Nikkor Z 70-200/2,8 non è che poi ci sia tutta questa differenza, o no ??! Soli cento grammi la differenza di peso, peraltro, ad identificare in questo senso l'intento Nikon di metterci a disposizione un fenomenale supporto da ripresa. La critica maggiore da rivolgere alla progettazione Nikon è certamente il solito ed improvvido piedino senza standard Arca Swiss, colpevolmente ignorato dalla Casa di Tokyo. Le persone fissate con il Made in Japan, avranno storto il muso quando hanno letto la targhetta che ne riporta i natali coinesi i fotonaturalisti avranno subito pensato (come per il predecessore F-mount 500/5,6 PF) di aver risolto i propri pensieri anche su baionetta Z grazie anche alla semplificazione delle funzioni a pannello comandi laterale rispetto al precedente (o forse invece i tecnomani ne lamentano l'assenza ) Bello di proporzioni ed anche nella costruzione e disegno, questo Z 600/6,3 PF mi pare essere la soluzione definitiva a molte istanze fotografiche in tanti generi, tra questi generi, con uniche condizioni (fondamentale per ogni tele) quantità e qualità della Luce, il Nikkor Z 600/6,3 PF eccelle a mio vedere sopratutto come ritrattista: il peso limitato e le dimensioni sufficientemente compatte, la focale fissa a prova di distorsioni, l'elevata nitidezza e la caratteristica brillantezza dei tubi moderni, rispetto alla neutralità di un supertele F-mount del passato, sono ottimo viatico per distogliersi dalla continuità delle sequenze di una scena di sport, attraversando la strada che ci riporta invariabilmente nell'ambito del ritratto... basta avvicinarsi alla distanza giusta...oppure convincere il soggetto ad avvicinarsi tanto da averlo a tutto fotogramma, incuriosito dal tubone, senza bisogno di crop pietosi o di moltiplicazioni ottiche brillanti, contrastati, nitidi... dettagliati anche nei particolari più fini, come ci si aspetti da un obiettivo descrittivo e non contemplativo, se volessimo creare una distinzione in questo senso degli intenti ritrattistici di una lente e del fotografo che vi si affidi Il confine è davvero labile tra foto d'azione e foto di ritratto in azione: tutte quelle scattate in questi mesi di utilizzo del Nikkor Z 600/6,3 PF sono state oggetto di osservazioni in termini estetici più dei soggetti che dell'azione svolta, fosse anche stata ottimamente ripresa anche indipendentemente dall'avvenenza dei soggetti in questione... Di una cosa mi sono sincerato: che nonostante tutte queste qualità, per una volta almeno, credo che nessuno si addentrerà con questo Z 600/6,3 in proiezioni filosofiche sul suo utilizzo a distanze ridotte in macrofotografia da campo.... A mio modesto parere, NON si presta ! e non lasciatevi ingannare dallo sfondo indeciso tipico dei Phase Fresnel, ogniqualvolta si scelga....uno sfondo sbagliato ! Come nella natura delle cose, inquadrando e componendo, si può fotografare ogni scena con ogni attrezzatura... Ma in my honest opinion, questo teleobiettivo Z è destinato a cose più elevate... e spero di avervi trasmesso la mia sensazione attraverso queste foto. Max Aquila photo © per Nikonland 2024
  2. Ci è arrivato in visione uno dei primi esemplari di Nikkor Z 70-180/2.8 che abbiamo provato per una quindicina di giorni nelle circostanze più varie. Alcune decine di migliaia di scatti per formarci un'opinione diretta, al di la delle specifiche e dei "si dice" del web. Ma prima vediamolo insieme. la scatola non desta sorprese, è la classica in cartone colorato di nero e dorato. tutti gli esemplari di normale importazione hanno queste etichette sul lato della scatola. In particolare il codice EAN : diffidare di quelli che non le hanno, sono di importazione "alternativa". naturalmente poi ci deve essere il marchio che assicura la garanzia Nital di 4 anni oltre all'adesivo Nital vip. aprendo la scatola sporgono i manualetti multilingue. sotto al primo separatore bianco c'è una scatoletta in cartoncino che contiene il paraluce, confezionato a parte. che funge anche da fermo per l'obiettivo che è posto al di sotto, avvolto in un foglio di schiuma bianca l'obiettivo e il suo paraluce. Qui siamo nella posizione a 70mm. Come sappiamo questo zoom si allunga all'aumentare della focale, come evidenziato in questo montaggio : alla fine è poca cosa ma è bene saperlo. Nell'uso non si nota, non c'è una netta sensazione di spostamento del baricentro. l'obiettivo è fabbricato in Cina mentre il paraluce nelle Filippine. Sappiamo che Nikon non ha fabbriche nelle Filippine e ufficialmente ha dismesso anche quelle cinesi dopo la chiusura delle linee di Coolpix e Nikon 1. esteticamente l'obiettivo è del tutto omogeneo con la restante linea Nikkor Z. In particolare facciamo notare l'anello programmabile, con la sua finitura diamantata, la scritta Nikkor argento, le serigrafie in rilievo e il grosso punto bianco in corrispondenza con l'innesto dell'ottica sul corpo fotocamera. ancora più evidenti in questo dettaglio. lo zoom ha una posizione di blocco in corrispondenza dei 70mm che serve a non far allungare inavvertitamente l'obiettivo quando è a riposo. Ovviamente va sbloccato prima per poter cambiare la lunghezza focale. queste riprese non fanno risaltare con immediatezza quanto sia compatto questo obiettivo. Nella realtà è lungo quanto il Nikkor Z 105/2.8 S e giusto un paio di centimetri più lungo del Nikkor Z 24-120/4 S con il quale si accompagna bene in un eventuale kit da vacanza compatto e prestazionale (cui magari associare quando necessario un Nikkor Z 14-30/4 S). Per questo lo abbiamo fotografato vicino al Nikkor Z 70-200/2.8 S VR : a 70mm a 180mm. Sappiamo che il 70-200/2.8 S non modifica la sua lunghezza al variare della focale. Andando alle specifiche effettive, il peso è inferiore agli 800 grammi, il passo filtri è di 67mm, mette a fuoco a 27cm in posizione 70mm e a 85cm in posizione 180mm. Ha un motore elettrico passo-passo, è composto da 19 lenti in 14 gruppi di cui 5 in ED, una in Super ED e tre asferiche. Il diaframma è a 9 lamelle ed è lungo, a riposo, 151mm. il passo filtri da 67mm è coerente con una parte della linea di obiettivi Nikkor Z di secondo equipaggiamento, come ad esempio, il Nikkor Z 28-75/2.8 e il Nikkor Z 17-28/2.8 con cui compone un ottimo trio di ottiche luminose in grado di creare un intero corredo. La lente anteriore è trattata in modo da essere repellente e facilitare la pulizia. é ovviamente dotato di anelli a tenuta di polvere e umidità ed è anche compatibile con i teleconverter Nikon TC 1.4x e TC 2.0x con i quali mantiene il totale automatismo. lo schema ottico, piuttosto sofisticato, che però non integra il classico gruppo di stabilizzazione dei teleobiettivi. In effetti questo obiettivo conta sullo stabilizzatore integrato alla fotocamera per compensare le vibrazioni e i movimenti indotti dal fotografo. MTF sintetico, piuttosto lusinghiero che promette buone prestazioni al centro, specie alla focale più lunga. *** Esaurita la panoramica, due parole su aspetto e consistenza. E' una costruzione leggera ed economica ma non in termini dispregiativi, anzi, prima di sentire quanto sia leggero, ha in verità un aspetto premium, merito della finitura sobria ma ben disegnata dei Nikkor Z. La ghiera dello zoom è consistente e ruota bene soprattutto grazie alla sua corsa molto breve. Anche il block Lock è solido e rassicurante. E' buono anche il paraluce che all'interno ha una finitura zigrinata per assorbire meglio i riflessi. Sappiamo - è inutile girarci intorno - che le origini di questo obiettivo sono Tamron, la prima apparizione di questo 70-180/2.8 é proprio avvenuta con marchio Tamron per Sony alcuni anni orsono. Il suo lancio, considerando il mix di caratteristiche e di prestazioni unite ad un prezzo aggressivo hanno fatto a suo tempo scalpore, tanto da convincere in un certo qual modo Sony a riprogettare (e riprezzare) i suoi due 70-200/2.8 ed f/4 per distanziarlo. L'ingresso nel sistema Nikon è per noi quindi ragione di curiosità, visto che i due ecosistemi non sono simili. Nikon qui ha fatto del suo meglio - diciamo anche che ci è riuscita - per integrare il progetto Tamron nel sistema Z, tanto che risulta indistinguibile esteticamente dagli altri obiettivi. Ma anche funzionalmente dobbiamo sottolineare il "miracolo" di renderlo compatibile con i due teleconverter (il Tamron per Sony non li accetta, per quanto ci consta) ma soprattutto di omologarlo al mondo Z via firmware. A dispetto dell'elemento frontale compatto (solo 67mm di passo filtri) non c'è accenno di vignettatura, nemmeno ai diaframmi più aperti. Non si vede alcuna aberrazione cromatica, almeno ad occhio nudo e se c'è distorsione, sinceramente sarà a livello strumentale. In quanto alle prestazioni generali, l'autofocus non è un fulmine, diciamo che è in linea con quello del Nikkor Z 24-200mm ma è preciso. Però di questo ed altro ancora parlerà in un inciso il nostro tester. complessivamente noi esprimiamo un giudizio positivo con alcuni caveat che confermano, se ce ne fosse stato bisogno, che il Nikkor Z 70-200/2.8 S non deve temere nulla da questo lancio. Si tratta di due obiettivi concepiti per fotografi differenti che appartengono a due categorie di prodotti molto diverse. Qui l'abbiamo voluto riprendere montato sulla Nikon Z9 ma nella realtà si trova più a suo agio sulla Z8 o su una delle altre Z full-frame che sono quelle che possono accoppiare l'obiettivo con il loro stabilizzatore integrato sul sensore. Escluderemmo di usarlo con Z50/Z30/Zfc salvo che con tempi di scatti veramente veloci. L'assenza di aggancio del treppiedi (perfettamente intonato con la filosofia del progetto "compatto e leggero"), non ci pare che vada incontro alla capacità di messa a fuoco molto ravvicinata e al rapporto di ingrandimento favorevole. Salvo, appunto, scattare con tempi di sicurezza molto elevati e/o con l'ausilio di illuminazione sempre adeguata. Ma questo è un campo che abbiamo volutamente evitato di esplorare ritenendo questo obiettivo un oggetto più indicato per la fotografia generale, mai quella specialistica, per la quale, per fortuna, il corredo Nikkor Z, offre opportunità più adeguate. Se questo articolo vi è sembrato utile mettete un like. A voi non costa nulla ma per noi fa una grande differenza per capire quali siano gli argomenti che i lettori trovano più interessanti. Non abbiate timore ad aggiungere i vostri commenti
  3. Un esperimento di foto ambientata, quindi non macro. Nikon Z6 con FTZ, 300mm f4 PF e Tc14 EIII.
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