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Enrico Floris

Nikonlander Veterano
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Articolo Commenti pubblicato da Enrico Floris

  1. A parte la bellezza delle tue foto sulle quali lascio sempre gli occhi. E' veramente un piacere leggere i tuoi test estremi, trovo che sia il giusto modo per mettere alla frusta ogni fotocamera. E sono contento che la Z6 ti abbia soddisfatto, i file sono veramente notevoli. Poi, sai, costa veramente poco, a questo punto, fare aggiustamenti sull'autofocus e realizzare un corpo un po' più grande e bilanciato. Però le qualità di base di sono tutte.

    Bellissimo articolo, dettagliato, preciso e onesto. Nikonland style :)

  2. Ma che belli che siete :cuoricini:

    Devo dire che di fronte alla telecamera vi siete parecchio autolimitati e il disappunto ricorrente per le scelte di Nikon si è trasformato in un leggero fastidio. Mi siete piaciuti troppo. E mi è piaciuto troppo anche Watanabe  :)

  3. Orribile e senza doppi comandi. E poi continuo a non capirne l'utilizzo. Perdonatemi, ma cosa diamine me ne faccio di un battery grip quando ho una batteria che di media mi fa 2000 scatti e (spesso) supera i 4000? E se ho problemi col mignolino trovo più pratica e discreta un'impugnatura (ce ne sono di splendide e comodissime in circolazione).

    Certo, un filmaker sarà enormemente interessato (considerato anche non userà mai l'impugnatura verticale). Ma un un fotografo? 9_9
     

  4. Capisco bene. :)
    Però Max, se da un certo punto di vista ci aspettavamo lenti più adeguate alle nostre esigenze, con qualche scelta diversa e più professionale (e su questo il tuo articolo non fa una piega), va comunque detto che questi quindici mesi non sono proprio stati privi di impegno da parte di Nikon. Insomma: 3 ML molto ben costruite e ben progettate, una delle quali entry level; 7 nuove ottiche Z; 1 nuovo zoom F specifico per la foto sportiva e la D6 alle porte... non è che siano proprio rimasti a girarsi i pollici. Però, certo, come dici tu avrebbero potuto fare scelte diverse. Il fatto è che cambiano le teste (talvolta in meglio) ma le politiche di Nikon restano, spesso, deludenti.

    (La foto della RangeFinder SP mi ha commosso, la vorrei tanto una ML con quel design e quelle bellissime lenti, così compatte... ma anche a questo Nikon non ci pensa. Il marchio a mio parere si impone anche attraverso lo stile)

    • Sono d'accordo 2
  5. Roadmap a mio parere con qualche buco, ma non priva di interesse. Ho visto che manca il 70-200 f.4 che tanto mi sarebbe piaciuto; e mi sarebbe piaciuto anche il 180 che personalmente avrei resuscitato subito. Mi spiace molto che Nikon non la pensi come me. Mi dovrò accontentare del 100-400 che mi incuriosisce parecchio  (in serie S non avrà sicuramente un diaframma variabile). E poi quel 200-600... wow :)

  6. 20 minuti fa, Valerio Brustia dice:

    Ah Marco! Adesso anche uno smartphone "uauei" da 100euro da' risultati migliori di quegli strumenti di 50 anni fa. Il guaio è che oggi di Cassius Clay in giro non ce n'è ... E nemmeno di Foreman.

    Si pongono quesiti più pesanti rispetto al "a chi serve sto piffero di 120-300/2.8"!

    ... ma lo sai bene che non siamo capaci di camminare dritti neanche seguendo una linea bianca :sorriso:

  7. 1 ora fa, Sakurambo dice:

    Ragionando su questa lente basandomi sulle due mie esperienze di safari effettivamente ha un range di focale particolare che ne vincola l'uso.

    Usando il Sigma 100-400 su FF mi sono trovato corto solo in pochi momenti, per contro non ho potuto fare molto la sera causa l'apertura a f6.3.
    Questo 120-300 f2.8 mi avrebbe dato molta più luce ed un sfocato sicuramente migliore, ma mi avrebbe vincolato ancora di più in alto come "ingrandimento".
    Però, se guardo alla disponibilità di lenti attuale, finisco per pensare che l'unica soluzione definitiva sia un set con due corpi, su uno il 70-200 per le riprese ravvicinate ed sull'altro il 150-600 o il 200-500 per la maggioranza delle situazioni.
    Escludo per un attimo i fissi per un discorso di vincolo troppo stretto sulla distanza/inquadratura del soggetto.

    Ma vi avete più esperienza di me su questo...

    Nell'utilizzo dei teleobiettivi capita che le scelte di fotografi molto diversi, con esigenze diverse, in qualche modo si incrocino. La nitidezza e la luminosità, la perfezione che contraddistinguono il lavoro di un fotografo naturalista che deve documentare un animale libero, la bellezza della sua livrea, la meravigliosa ambientazione, richiedono una qualità estremamente elevata dei vetri attaccati alla baionetta. Sta tutto nella natura di quel genere. Ma per un fotografo sportivo non è mai così (o quasi mai). A me serve congelare quel momento, la qualità... forse; la luce... posso lavorare anche sotto di due stop, poi mi arrangio; la distanza... cazzo, questo è un problema.

    Le foto dei più grandi fotografi sportivi sono tutt'altro che perfette, magnifiche sicuramente ma perfette quasi mai. La foto di Clay che stende Foreman tecnicamente fa cagare, ma è bella da levare il fiato, attimo e composizione da manuale. La vedi una volta e te la ricordi per tutta la vita.

    Quindi Fabio, direi scelte sulle lenti più o meno simili,  aspettative e risultati totalmente diversi :)

     

    • Sono d'accordo 1
  8. Indoor potrebbe porsi il problema, però va considerato che non tutte le illuminazioni sono da schifo. In un campo di basket di luce ce n'è in quantità, un 70-200 f. 2,8  è sufficiente e spesso non si va oltre i 3200 iso, si può lavorare anche a tutta apertura visto che i sistemi di messa a fuoco di ultima generazione sono precisi e veloci.

    Outdoor (quando si parla di sport) l'unico problema sono le distanze. In un campo da calcio un 120-300 gioca facile. Ma, come dice Max, nel surf da spiaggia la cosa si complica: con una line-up a 140-150 metri dalla spiaggia un 300mm su una aps-c in pp ti chiede un crop come minimo del 50%... non riesco ad immaginare con una FF. Allo stato attuale e con quello che c'è sul mercato (e sono escluse le ottiche fisse) il miglior setup in casi del genere è una D500 armata di 200-500.
    Si potrebbe optare per un 70-200 da moltiplicare ma si andrebbe di poco oltre i 500mm reali, fermo restando il corpo D500.

  9. Non lo conoscevo, anche se  conosco bene la rivista... mi sarà sfuggito. Mi hanno colpito molto le scelte nella composizione e l'illuminazione apparentemente eccessiva (non casuale, sapiente) che genera quasi evanescenza intorno ai soggetti. C'è tanta poesia e tanto peso in tutte le sue immagini. Lo definirei un artista sorprendente, piacevole. Grazie Silvio :)

  10. 31 minuti fa, Sakurambo dice:

    Per un'amatore quindi è consigliabile una busta di plastica intorno l'obiettivo ?
    Specialmente se la lente si allunga e quindi "aspira" roba all'interno durante la zummata ?

    Attenzione  a buste  domopack vari: sotto il sole la fotocamera scalda (è nera) e le protezioni generano condensa. La cura potrebbe essere peggiore del male ;)

    Però, quando capita, un uso estremo dell'attrezzatura ci sta anche. Non bisogna sempre avere paura.

  11. 1 ora fa, egidio65 dice:

     

    ....ma il salino sulla lente?

    mi mette ansia

    La salsedine diventa un problema solo in presenza di onde e vento forte perchè le creste vengono letteralmente nebulizzate dal vento e si forma una "nebbiolina" che appena tocca qualcosa solidifica all'istante, in sostanza microcristalli di sale. Ho spesso questo problema (in estate e in inverno) per via della mia fissa di fotografare il mare agitato o il surf. Il tempo di utilizzo dell'obiettivo, prima di intravvedere l'effetto flou attraverso il mirino, è di circa 20 minuti.

    Come si risolve: vetro protettivo davanti alla lente (neutro) e interventi brutali _ tanto di quel vetro me ne frego _ con spray per lenti e panno in microfibra (se vuoi continuare a fotografare). Ma nel tuo caso il problema non si pone (lo dico per esperienza). Eventualmente, con calma la sera, puoi affrontare una normale e attenta pulizia.

    (Comunque ogni tanto assaggia la fotocamera, per capire se è diventata "salatina" 😁)

  12. 7 ore fa, Viandante dice:

    Tutto sommato noi la guardiamo come una compatta fotografica ma Sigma l'ha creata come un insieme sensore+processore sul quale montare tutto ciò che serve all'utilizzatore finale...sia un solo pancake f2,8 o sia un sistema complesso per video con monitor esterno, microfoni, stabilizzatori, carrelli ed ottiche cine, con tutto quello che sta in mezzo tra i due estremi.

    Pensandoci bene avrei valutato anche un altro utilizzo, sicuramente più interessante per i fotografi. Viste le dimensioni e i pesi la vedrei bene attaccata a un drone. Quindi utilizzo paesaggistico: diciamo che se vogliamo raccontare il paesaggio di una determinata area, anche molto estesa, in maniera più completa possibile _ferma restando la narrazione tradizionale lavorando al livello del suolo _ penso che due o tre scatti che diano un'idea ampia del territorio nell'ambito di una tale produzione non siano del tutto da scartare. Ma l'investimento diventerebbe importante ;)

    • Sono d'accordo 1
  13. La vedrei bene solo con ottiche molto corte, roba utile per street o in viaggio nelle grandi città, dove si fanno tanti chilometri a piedi. Purtroppo non ha il mirino e questo la porta decisamente fuori dalla portata del mio radar.

    • Sono d'accordo 1
  14. 15 minuti fa, Marco63 dice:

    Tutte le panoramiche ad arco che vedo alle nostre latitudini sono con ambientazioni invernali. Se ho ben capito, ma prendi con le pinze il tutto, ci sono due fattori. L'inclinazione (ora è quasi verticale, lo sarà ad agosto) e l'orario in cui è visibile per questioni di rotazione rivoluzione. Dovrebbe essere più coricata ad aprile maggio. Il problema è che a aprile dovrebbe essere visibile poco prima dell'alba quindi con una luminosità elevata in cielo. 

    Giusto per farmi un'idea: per una panoramica ad arco dal momento che la via lattea sorge a sud e tramonta a nord, la fotocamera dovrebbe puntare ad est o ad ovest. E' corretto? Quindi l'ampiezza focale dovrebbe essere adeguata, credo non meno di 20mm. Lo chiedo perchè su questo argomento vorrei farmi una cultura, mi piacerebbe poter inserire qualche foto notturna in lavori più ampi a tema paesaggistico.

  15. Bella avventura, racconto emozionante e immagini magnifiche. Uno standard pazzesco, direi che ci stai viziando :)

    Solo qualche dubbio sul tempo di esposizione: qualche anno fa decisi un timido tentativo, giusto un paio di scatti in agosto e circa 2 litri di sangue donati alle zanzare e mi beccai un tracciamento infame a soli 15"" di esposizione... Secondo me i tips&tricks sarebbero tutti da verificare.

  16. Lo sapevo :)
    E' un piacere rileggerti e, naturalmente, auguri. Per molti versi la seconda metà della vita non è niente male ;)

    Ottima e dettagliata recensione, in parte condivisibile. Però la distorsione è una caratteristica che non può mancare a un ultrawide. L'effetto visivo che genera è proprio quello che cercano gli appassionati di queste lenti. E quando viene corretta lo si fa al minimo indispensabile. Credo che si tratti comunque di un'ottima lente... con un prezzo un po' elevato. Però c'è da notare che i listini stanno subendo sensibili modifiche verso l'alto anche per gli altri brand. Giusto ieri è stato presentato il nuovo 85mm 1.2  RF Canon, niente di più di un ottimo obiettivo, per la modica cifra di 2.700 dollari. Ho paura che questa sia la tendenza del mercato, per cui converrà farci l'abitudine.

    • Sono d'accordo 1
  17. Non sono un utente Z e, ovviamente, non posso valutare di persona l'intero sistema (o quel poco che Nikon al momento ci mette a disposizione) e questo include anche (e soprattutto, viste le mie esigenze) il 14-30 che tante discussioni sta sollevando su scala mondiale. Più o meno le seguo tutte, principalmente perchè in futuro sarò sicuramente anch'io un utente Z e in particolare perchè quel 14-30 troverà certamente un posto nel mio zaino. Mi piace come si comporta, mi piacciono le sue dimensioni e il suo peso; ciò che invece non mi piace è perdere tempo a leggere grafici e test di laboratorio, sicuramente attendibilissimi in un laboratorio dotato di illuminazioni perfette ottenute con luci coerenti. Ma fuori dal laboratorio?

    Fuori dal laboratorio gli unici due test attendibili, tra quelli citati da Mauro, sono quelli di Max Aquila e di Spencer Cox e per un motivo molto semplice ma anche molto ovvio: entrambi sono corredati da immagini realizzate sul campo ed entrambi gli autori sono andati a cercare illuminazioni estreme, esattamente quelle che troverebbe anche senza volerlo qualsiasi appassionato di superwide.

    Max, in particolare, ha dimostrato quanto questa lente sia resistente al flare, riuscendo nella maggior parte dei casi ad azzerarlo totalmente. Un miracolo, anche se nessuno ne parla. Parrebbe cosa normale per tutti gli ultrawide in circolazione. Invece no. Fra tutte le lenti S presentate finora questo obiettivo è l'unico che mostra chiaramente su quali standard di progettazione stia lavorando Nikon.

    Alla fine l'unica cosa che conta sono le immagini, più dei numeri e dei grafici. Nessun obiettivo al mondo (e dico nessuno) conoscerà mai in un laboratorio neanche un milionesimo delle condizioni di luce  che vedrà nella sua prima settimana di vita tra le mani di un fotografo. Amen:)

     

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