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Paolo Mudu

Nikonlander Veterano
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Blog Entries pubblicato da Paolo Mudu

  1. Paolo Mudu

    Paesaggio
    Reno, in celtico "Acqua che scorre". il secondo fiume dell'Emilia Romagna.Nasce nel pistoiese, in località Prunetta e sfocia in Adriatico a Casal Borsetti. 
    211 Km.di corso ed un territorio occupato da quasi 2 milioni di persone, ha subito nei secoli svariati interventi a causa delle frequenti piene.
    Inizio un racconto fotografico a ritroso, dalla foce e dal suo canale destro alla sorgente, coinvolgendo l'interessante territorio circostante.
     
    Nella prima parte: 
    Il canale destro a Casal Borsetti, con i caratteristici Bilancioni da pesca, presenti anche nelle Valli di Comacchio e nel Delta del Po.
    La Pineta San Vitale e Piallassa della Baiona più vicina al fiume Lamone, poco più a sud.
     
     















  2. Paolo Mudu

    Paesaggio
    In zona rossa il raggio d'azione è limitato. Per fortuna nel mio Comune, Zola Predosa, c'è una piccola oasi formata dal torrente Lavino, popolata da volatili come aironi, folaghe, cormorani.
    Ho già fotografato questo ambiente con Foveon, Linhof e Nikon, ma con la speranza di riprendere anche la fauna locale e di cambiare un pò la prospettiva, ho acquistato il Nikon 200-500 f.5,6.
    La resa dell'ottica mi ha colpito, un rapporto prezzo prestazioni veramente conveniente. Ho iniziato nella peggiore delle situazioni: il controluce, dove mostra le corde, ma le immagini sono facilmente corrette in PP.
    In situazioni di luce ottimale è ottimo, specialmente a 300 mm.
    Ma lascio parlare le immagini.
     



















  3. Paolo Mudu

    Paesaggio
    Bloccato in zona arancione mi guardo intorno e trovo un sentiero che, a pochi passi da casa, mi porta in un'altra dimensione.
    Un sentiero frequentato da runners che costeggia il torrente Lavino a Zola Predosa (BO). Il torrente poco interessante in inverno, si rivela nelle sue casse di espansione. 
    Oggi, dopo lunghissimi giorni piovosi e grigi ho potuto ripetere le immagini che avevo scattato il 31 dicembre con lo smartphone, al tramonto.
    Il sole ha illuminato il Foveon ed è colore!









  4. Paolo Mudu

    Paesaggio
    Domenica non volevo alzarmi, pioveva, era buio. Che mi alzo a fare?
    Il telefono mi avverte di una notifica. Un collega appena uscito dalla quarantena mi manda un filmato in cui descrive la sua giornata in Appennino: poca gente che scia, nevicata abbondante, alberi già coperti. Dice: e tu che fai?
    Io mi vesto, prendo lo zaino con le Sigma e parto. Era già tardi ma come si può resistere? Almeno pesto la neve fresca, faccio qualche scatto. Sono già contento così!







  5. Paolo Mudu

    Paesaggio
    In realtà ieri avevo in mente di scattare nel Boscone della Mesola, ma chiude ad Ottobre e nelle Valli di Comacchio, ma una volta arrivato mi sono reso conto di non avere bisogno del Foveon ma di un sensore a raggi infrarossi. Una nebbia non la trovavo da tempo...tranne che a Rovigo.
    Ho ripiegato così per una località del ravennate, un'oasi palustre che mi ha dato qualche soddisfazione tanti anni fa, quando ho iniziato col grande formato a colori. 
    Il biotopo di Punte Alberete è una zona paludosa di acqua dolce del fiume Lamone. Un tempo privo di sbocco al mare, iniziato a bonificare nel 1839. 
    Oggi è una foresta parzialmente inondata, ricca di flora, apprezzabile in primavera e di fauna: moretta tabaccata, airone rosso, ibis mignattaio, sgarza ciuffetto, nitticora, tarabusi e tarabusini (lo scrivo per i Nikonlander amanti del genere).
    Il sentiero è ben tenuto e di facile percorrenza.
    L'oasi di Punte Alberete si colloca a nord di Ravenna, circa al km 8 della Strada Statale Romea 309 che da Ravenna porta a Venezia.




















  6. Paolo Mudu
    Val Amola un anno dopo.
    Il Rifugio Segantini, a circa 2400 mt. è diventato un santuario per molti fotografi di montagna. Il granito, la grande quantità di acqua e la variabilità del clima, sono le caratteristiche che rendono queste montagne un vero parco giochi per fotografi.
     



















  7. Paolo Mudu
    Avevo già pubblicato il primo di due shooting di ritratto ambientato in campo di lavanda. Per completezza li includo entrambi.
    Sara, mia cara amica e modella occasionale, è una ragazza timida, carattere che non ho voluto stravolgere, anche perché l'ambientazione a mio parere si prestava.
    Il campo è veramente piccolo, quindi ho preferito le medie e lunga focali per immergere completamente il soggetto nei filari di lavanda. Dal 105 1,4 al 70/200 2,8 FL.. Raramente il vecchio 24/70 2,8, che coi 24 MP se la cava ancora bene alle focali intermedie.
     








  8. Paolo Mudu
    Anche in questo Tempo non Tempo la nostra mente non smette di vagare nel passato e nel futuro. Le notizie ed i continui, ripetitivi, dibattiti sulla pandemia di Covid 19, non ci aiutano a calmare i pensieri, anzi.
    Eppure abbiamo, salute permettendo, un'occasione che mai si era presentata precedentemente: vivere il qui ed ora, anche in fotografia.
    Fare progetti è positivo ma le giornate sono lunghe, possiamo riempirle osservando l'orizzonte dal nostro piccolo o grande terrazzo di casa.
    Allora apro il treppiede e monto la mia D3X e aspetto che il nel mio "mondo" accada qualcosa.
    In queste settimane il clima e con esso i colori è cambiato, il sole ha girato, proiettando ombre diverse, la neve ha fatto posto alle gemme. Io stesso sono cambiato.
    Le immagini sono lì a testimoniarlo.


     













  9. Paolo Mudu
    Tornato oggi sul luogo del delitto, questa volta armato della amata Nikon D3X. 
    Ultimamente apprezzo molto l'uso dei lunghi tele. Essendomi stato "arrubato" il Sigma 180 2,8 APO, ho optato per il mitico Nikon 300 2,8 ED IF AiS, prestatomi per l'occasione, con cui ho eseguito molti degli scatti fatti oggi nel ravennate.
    L' accoppiata mi ha soddisfatto molto. Nitidezza e plasticità mi hanno convinto della validità di strumenti così datati.
    Altri scatti con il 24-70/2,8 e 105/1,4.
     
























  10. Paolo Mudu
    Io sono la fotocamera, io sono il paesaggio. La macchina è solo un mezzo, con proprie caratteristiche che esprimono il risultato voluto. 
    Fulvio Roiter dice che Il digitale riduce l'inerzia. Vero, viva il digitale, quando a scattare siamo noi, ma questo vale anche per l'analogico.
    Scattando con pellicola, dopo anni di digitale, si riscoprono limiti ma anche fascino, specie in bianco e nero.
    E' da qui che voglio rincominciare! 











  11. Paolo Mudu
    Appena tornato da un breve soggiorno nella penisola di Cornovaglia, pubblico le immagini riprese nei pochi giorni risparmiati dalla pioggia.
    Terra di grande fascino mi ha lasciato la voglia di scoprirla, anche grazie alla gentilezza della popolazione.
    Da Tintagel a Land's end viaggiando attraverso la magnifica campagna inglese
    Lascio parlare le immagini...
     



















  12. Paolo Mudu
    Questo potrebbe apparire come un periodo d’oro per il fotografo. La tecnologia attuale permette scatti perfetti. Gli automatismi garantiscono esposizioni corrette, algoritmi prevedono ogni condizione di luce, sistemi di messa a fuoco rincorrono la pupilla della modella velocemente ed in silenzio, otturatori che fanno concorrenza alle videocamere. Infine la post-produzione. Cosa può volere di più un fotografo?
    So cosa voglio io: Fotografare!
    Si ma cosa vuol dire oggi fotografare?
    Utilizzo qualsiasi mezzo, anche lo smartphone se non ho una fotocamera sotto mano. Non mi ritengo certo uno snob. Ben vengano gli automatismi, l’autofocus e Photoshop, ma ultimamente non ci sto più dietro. Esce la Z7 ma io devo ancora tirare fuori il meglio dalla D3X, che mi sembra un miracolo di sensore. Questa estate, stimolato da amici amanti della montagna, ho ripreso a scattare in grande formato con pellicola B/N con la mia vecchia Linhof. È stata una riscoperta. Può sembrare paradossale ma ho respirato aria nuova. Non certo per la tecnologia utilizzata, ma per essermi concentrato sugli aspetti più importanti che formano la fotografia: la potenzialità del mezzo gestita dall’esperienza. L’attesa ha condito il tutto. I tempi del processo si dilatano ma proporzionalmente anche le soddisfazioni. L’attenzione aumenta e di conseguenza la consapevolezza. Scatti, ma devi aspettare lo sviluppo per avere un riscontro. L’ansia sviluppa un piacere, un entusiasmo che il digitale ha attenuato. Ripresa, sviluppo, scansione (non ho lo spazio per una camera oscura per stampare da lastre grande formato) ed infine l’appuntamento dallo stampatore, quello bravo. Ad ogni passaggio c’è un’emozione. Soddisfazione o delusione ma sempre passione. Non ho certo abbandonato la comodità del digitale, mi sono solo riappropriato di certe soddisfazioni proprie della Fotografia che non sono le stesse del Immagine. L’analogico stimola anche altri sensi: l’olfatto in camera oscura, il tatto maneggiando un negativo o una trasparenza è molto diverso dal gestire un file immateriale. Tanto che sto pensando di riprodurre le stampe migliori da digitale su pellicola, perché rimangano, perché non si perdano in qualche hard disk difettoso.
    Ma se tutte queste motivazioni non sono sufficienti per tornare all'analogico, facciamo un confronto, diciamo alla pari. Stessa location, stessa condizione di luce. La foto con le suore scattata con un  sensore XTrans di Fiuggi, la foto della porta scattata con "sensore" Ilford FP4, negativo B&W grande formato 4"x5", scansita con Epson V800.
    Vi chiedo, avvertite differenze tecniche, ma anche emozionali, tra le due immagini?


  13. Paolo Mudu
    Per il B/N in montagna ho trovato molto vantaggioso l'uso delle Sigma Dp Quattro. La qualità si coniuga molto bene con la loro leggerezza. In Dolomiti generalmente uso la Dp1 e la Dp2, rispettivamente equivalenti ad un 28 e 45 mm. in FF. 
    Questo mi consente di portare uno zaino relativamente pesante, senza che l'attrezzatura fotografica influisca troppo, anche in uscite di più giorni e percorsi piuttosto lunghi di trekking. 
    L'ultimo trekking, lo scorso WE, dalle Tre Cime di Lavaredo alla cima del Monte Popera (3046 mt.) Via normale percorrendo la "Busa di Dentro". 
     
     













  14. Paolo Mudu
    ‘Heliopoli’ è il nome originario di Terra del Sole. Fu fondata da Cosimo I De Medici nel 1564, allo scopo di difendere i confini del Granducato di Toscana. Più di 200 figuranti provenienti da tutta Europa si incontrano per dare vita alla rievocazione storica dal 26 al 28 Aprile.
    Ritratti ed altro... 




















  15. Paolo Mudu
    Il Carnevale di Venezia è una buona occasione per ritrarre persone altrimenti restie in occasioni normali. 
    La preparazione dei costumi può essere maniacale. Da tutta Europa si riuniscono in Laguna appassionati del Carnevale, ansiosi di farsi fotografare al loro Top.



















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