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bergat

Nikonlander Veterano
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Blog Entries pubblicato da bergat

  1. bergat

    Interpreti
    Trombettista Britannica di musica classica esce con un nuovo lavoro, un album della Warner classic in cui raccoglie musiche di Bach, Purcell, Telemann e Haendel. Notevole è il fraseggio e la composizione dei brani presenti con una freschezza che fa eco solo alla bellezza della bella trombettista.

    L'opera esce in alta risoluzione (24-192) e giustamente l'ascolto ne fruisce in maniera notevole.
    Brani noti ai cultori ed amanti di musica classica, grazie a nuovi arramgiamenti acquistano una nuova vivacità e piacere d'accolto. Music for the Royal Fireworks and Bach’s Christmas Oratorio, grazie a una rivistazione dell'enseble  orchestrale di Simon Wright caratterizzano  fortemente la novità di tale registrazione.

    Dice la Balsom a proposito di questo album: "Eseguo registrazioni da quasi 20 anni e questa è stata di gran lunga l'esperienza di registrazione più piacevole che ho avuto. La musica è piena di gioia e magia assoluta, le versioni che suoniamo sono spesso nuove e in alcuni casi piuttosto anticonformiste. L'emozione di registrare con alcuni dei più grandi artisti in circolazione, tutti noi su strumenti barocchi, che sono anche miei buoni amici, è stato un privilegio. Spero che il piacere che abbiamo ottenuto suonando questa musica si presenti nell'album. E noi non possiamo che essere d'accordo!



  2. bergat

    Recensioni Audio
    Vorrei parlarvi oggi dei convertitori.
    Con l’avvento della musica digitale, la naturale evoluzione è stato il passaggio dalla sorgente analogica preferita, ovvero il giradischi, al lettore di compact disc e questo è avvenuto nel lontano 1982.
    Man mano si è passati dalla sorgente analogica, giradischi lettore di cassette ecc, al digitale. Purtroppo per loro, rimangono ancora dei troglotidi attaccati alla sorgente giradischi. Di cuore mi dispiace per loro, perché il compact disc player dal lontano 1982 ne ha fatta di strada e ha superato qualitativamente di gran lunga qualsiasi giradischi, anche quelli dal costo stratosferico di 250.000 euro ( e si esistono anche oggetti meccanici chiamati giradischi, il cui costo è uguale ad un appartamento e costruiti e venduti a  cavernicoli impallinati).


    Un CD player, come anche un DVD player  è costituito da una unità di lettura che fa girare il dischetto argenteo e un laser che converte i pit e i land presenti nel CD in un flusso di bit, in cui è stata codificata la nostra musica preferita. Tale flusso di dati costituisce l’ingresso per la sezione costituita da un convertitore che trasforma  il dato digitale in suono analogico. Il matematico Shannon ha dimostrato che per una larghezza di banda di 20 KHz, come quella musicale, è necessario che vengano presentati al convertitore  perlomeno 40.000 campioni al secondo, affinchè si possa ricostruire il segnale originario. E così qualche anno prima dell’inizio della commercializzazione del CD Player e del supporto CD, la Sony e la Philips crearono le specifiche, e scelsero per la codifica del messaggio musicale, campioni di 16 bit in guisa da rappresentare 65.536 livelli differenti (2exp16= 65536) a una frequenza di 44.100 Htz. E’ questo infatti il formato del CD. Il primo cd player della philips fu il CD 100

    Se le unità di lettura sono rimaste concettualmente e praticamente le medesime, in 37 anni i convertitori hanno migliorato la loro funzionalià e qualità. Del resto anche la musica si è evoluta e sono nati nuovi formati ad alta risoluzione, quali il superaudioCD, Il DVD-Audio ed altri, ma alla base tutti partono da una codifica non più però di 16/44.1 ma spostata in linea di massima a 24 bit e frequenza di multipli di 44.1 KHz o 48 KHz costituendo così frequenze di codifica di 48,88,96,176,192, 382 kHz.
    La musica così espressa costituisce la musica ad alta risoluzione occupando uno spazio dimensionale doppio quadruplo o otto volte tanto quello del CD. E chiaramente i convertitori esterni, quelli non inseriti in un cd o DVD player hanno caratteristiche per gestire l’alta risoluzione, che oggigiorno non è più su un supporto come il cd il SACD o il DVD-audio, ma su qualsiasi unità informatica, che sia una memoria USB o una schedina SD o SDHC, o su hard disk o trasmessa in wifi o bluetooth. Ecco quindi  venir fuori la dizione di musica liquida.
    Man mano che il tempo procedeva e i convertitori miglioravano, si è scoperto che non tutti i convertitori suonavano allo stesso modo. Quello che diveniva  basilare era la componentistica e il progetto. Si è quindi arrivati a vendere convertitori, qualitativamente ineccepibili , ma dal prezzo indecente: 20/30.000 euro per un convertitore è stato l’apice della sconsideratezza della Hifi, da taluni definita Hi-end, proprio per trovare una giustificazione inesistente alla follia dei prezzi dilaganti.

    E poi … poi ecco arrivare i cinesi con prezzi decisamente più bassi e qualità elevata. Voglio quindi parlarvi di un convertitore particolare,  il secondo dall’alto del listino di una casa unanimemente ritenuta la migliore a livello mondiale.
     
    Voglio quindi parlarvi del convertitore I-Mini Pro 2S della Matrix Audio.
    Quali sono le caratteristiche di detto convertitore? La qualità del suono certamente, oltre alla duttilità, vista la vastità degli ingressi disponibili, e la parametrizzazione della scelta della curva di risposta. Bisogna poi considerare che puo' fungere da pre se collegato in uscita direttamente a un finale, oltre ad essere un amplificatore  eccellente per cuffia.

     
    Parliamo innzitutto prima di descriverlo degli ingressi e delle uscite disponibili :
    Per quanto concerne gli ingressi:
     
    AES                         PCM 16-24 bit /44,1 kHz, 48 kHz, 88,2 kHz, 96 kHz, 176,4 kHz, 192 kHz  DSD DSD64 (DoP)
    COASSIALE           PCM 16-24 bit /44,1 kHz, 48 kHz, 88,2 kHz, 96 kHz, 176,4 kHz, 192 kHz DSD DSD64 (DoP)
    OTTICO                 PCM 16-24 bit /44,1 kHz, 48 kHz, 88,2 kHz, 96 kHz, 176,4 kHz, 192 kHz  DSD DSD64 (DoP)
    USB                       PCM 16-32 Bit /44,1 kHz, 48 kHz, 88,2 kHz, 96 kHz, 176,4 kHz, 192 kHz, 352,8 kHz, 384 kHz
                                  DSD DSD64 / DSD128 (DoP) DSD64 / DSD128 / DSD256 (Nativo ASIO)
    Bluetooth             PCM 16 bit / 48 kHz aptX / AAC / SBC


    Se questi sono gli ingressi vediamo ora le uscite:
    Uscita analogica
    XLR
    SNR                       >  123dB 20Hz-20kHz A-Ponderazione
    THD + N               <0,0003% a 1kHz A-Ponderazione
    Risposta in frequenza 20Hz-20kHz (+ 0,01 dB / -0,02 dB)
    Crosstalk               > -130 dB a 1 kHz
    Uscita XLR            4Vrms fissi a 0 dBFS DAC MODE
                                   0-4Vrms regolabile a 0 dBFS PRE MODE
    RCA                      
    SNR                       > Pesa A  120dB 20Hz-20kHz
    THD +N                 <0,0005% a 1kHz A-Ponderazione
    Risposta in frequenza 20Hz-20kHz (+ 0,01 dB / -0,02 dB)
    Crosstalk               > -126dB @ 1kHz
    Uscita RCA           2Vrms fissi a 0 dBFS DAC MODE
                                   0-2Vrms regolabile a 0 dBFS PRE MODE
    Uscita Cuffie
    SNR                       > -116dB 20Hz-20kHz A-Ponderazione
    THD + N               <0,0007% a 1kHz A-pesato a 300 ohms 25mW
    Risposta in frequenza 20Hz-20kHz (+ 0dB / -0.1dB)
    Crosstalk               > -126dB @ 1kHz
    Impedenza di uscita 10 ohms
    Uscita cuffia         820mW a 33ohms a THD + N = 0,1%
    210mW a 300ohms a THD + N = 0,1%
    110mW a 600ohms a THD + N = 0,1%
    Parliamo ora dell'aspetto è costruito in alluminio pieno estruso con ricopertura satinata,  con lavorazione CNC e processo superficiale di anodizzazione  per conferire un'impressione tattile superiore, una maggiore resistenza e prestazioni di irradiazione eccellenti, di colore bianco o nero a scelta.



     
    Anteriormente c'è un visore grafico a led che riporta le impostazioni effettuate. C'è inoltre  un ingressso per cuffia e una manopola multifunzione anteriore, che funge anche da regolatore dai volume, qualora non si usasse per questo scopo il telecomando.




     
    Nel Mini-ipro 2S, Matrix Audio ha aggiornato il chip XMOS all'interno e ora supporta fino a 32 bit / 384KHz PCM e fino a DSD 256 playback digitale. A differenza della versione non pro, il mini-i Pro è dotato di un ESS ES9026 Sabre32 Ultra DAC a 8 bit a 32 bit a 8-bit ad alte prestazioni equipaggiato con Time Domain Jitter Eliminator e un'architettura Hyperstream brevettata a 32 bit ESS in grado di gestire PCM fino a 32 bit dati tramite input I2S, così come dati DSD e SPDIF.
    Il Mini-I Pro 2S include anche l'amplificatore operazionale LME49720 a distorsione ultra bassa di Texas Instruments abbinato ad un amplificatore per cuffie TPA6120 ad alta fedeltà, assicurando che il dispositivo possa pilotare anche le cuffie più esigenti sul mercato. Dispone inoltre di un controllo digitale del volume di precisione con display OLED e una serie di connettori di ingresso come Optical, AES / EBU e Coassiale che supporta fino a 24 / bit 192KHz di riproduzione digitale. Per quanto riguarda le porte di uscita, è possibile collegare contemporaneamente sia l'uscita bilanciata XLR che l'uscita RCA sbilanciata. Tuttavia, a seconda della "Modalità di lavoro", la linea RCA o l'uscita cuffie possono disattivarsi o spegnersi automaticamente.
    Il convertitore è inoltre dotato di una antenna per la ricezione tramite Bluetooth del flusso secondo ,odalità APTX 24bit 48 kHz settabile tramite telecomando e da una distanza dalla sorgente fino 1 5 mt.

    Il mini-i pro 2S è dotato infatti  di un telecomando  di metallo che permette oltre all'accensione/spegnimento  la selezione delle sorgenti, il muting e la regolazione del volume . Posteriormente sono presenti gli ingressi e le uscite, oltre all'interruttore di accensione e la vaschetta per il cavo di alimentazione.



    L'oggetto al di la della sua funzionalità è molto molto bello... potremmo definirlo Apple like vista la cura e la precisione in ogni dettaglio sia della costruzione che presentazione e imballaggio.
     
     
     Inoltre presenta varie curve di risposta d'uscita in modo da settarlo più confacente alla propria catena audio.

    Si va tutto bene ma come suona?
    Celestialmente direi con una parola sola. Tutto quello che non appare con altri dac o con lettori integrati anche di pregio, qui c'è in secondo piano ma senza attenuazioni in frequenza e solo in volume acustico determinando una tridimensionalità inaspettata. Il basso solido e corposo fa da contr'altare a degli alti scintillanti e mai aggressivi. Con questo dac è possibile riconoscere quando suona un Zildjian da 20 " della serie professionale. Si sta ore all'ascolto senza affaticarsi minimamente, sia quado c'è collegato un amplificatore oppure si ascolta con una cuffia di qualità elevata. Gli attacchi dei transitori sia che si tratti di una tromba di un oboe o di un rullante hanno qualcosa di miracoloso, netti e precis senza il minimo di sbavatura.
    Provate ad ascoltarlo con musica ad alta risoluzione come questa offerta dalla Reference Recording musica di John williams eseguita dalla Dallas Winds Simphony diretta da Jerry Junkin  e vi cadrà la mascella per terra.

    Il prodotto audio di cui sono stato più contento di acquistare, e di convertitori in 35 anni ne ho avuti diversi, ma mai uno così valido.
    Il prezzo? mi vergogno a dirlo! 650 euro
     
     
     








  3. bergat

    Recensioni Audio
    Potenza, vinili e diffusori
     
    I vecchi audiofili che non hanno mai smesso di ascoltare il vinile, sono coloro che ascoltano la musica a un volume non realistico, oppure sono dotati di mini diffusori e hanno amplificazioni poco adeguate alla bisogna.
     Perché direte voi, fai questa affermazione? La risposta a molto a che fare con la dinamica e l’amplificazione.

    Su un vinile la dinamica nei casi più fortuiti, quelli ad incisione diretta hanno al massimo 35 dB di dinamica. Una dinamica maggiore su un vinile comporterebbe impossibilità per l'equipaggio mobile di tracciare adeguatamente il solco e un LP, si ridurrebbe ad avere una registrazione di 2 minuti al massimo.

    Un nastro a bobine alla velocità di 32 Cm al secondo offre una dinamica senza sistemi di riduzioni di rumore, circa 65 dB. Un CD permette invece registrazioni di 91 dB e un DVD fino a 144 dB.

    Tutti questi valori sono teorici, in quanto sono queste le dinamiche che possono offrire i suppporti, tranne poi verificare quanto, il tecnico di registrazione ne abbia sfruttati: in tal caso ci si  accorgerebbe che per la musica rock attualmente siamo sui 6... 9 dB massimo e per la musica classica in genere sui 30.

    Poi chiaramente ci sono registrazioni ad elevata dinamica trasposte normalmente dove vengono riprodotte anche frequenze di 6 hertz sempre che l'impianto riesca a riprodurle, come questo ad esempio:

    www.mediafire.com/file/syfp186abzklk8n/Born_to_Love_You.wav/file.

    Diciamo pero' che il vinile come supporto per musica rock va più che bene. Il problema nasce con la musica classica dove la dinamica media è generalmente superiore ai 40 dB e dove nei pianissimi con il vinile si sente il fruscio e il creptio del disco (insopportabile per chi ricerca con l'alta fedeltà di avvicinarsi alla riproduzione realistica).
    In tal caso il supporto CD o la musica liquida rappresentano la possibilità del superamento del problema, in quanto la codifica è fatta proprio per proteggersi dal rumore ed è ben superiore al rapporto segnale/disturbo delle elettroniche.

    Ecco qui due validi esempi non registrabili su vinile se non a scapito di porre i pianissimi al disotto del rumore.

    www.mediafire.com/file/fvl1qtpc2ydldnf/03_Ron_Nelson_-_Passacaglia%25E

    www.mediafire.com/file/zy3ipbngto0b3ju/6-Richard_Wagner_Elsas_Process.

    Parliamo ora degli altoparlanti e delle potenze per pilotarli.

    Prendiamo una coppia di diffusori medi con un rendimento di 90 dB/1Watt a 1mt. Esclusi quindi i minidiffusori che hanno sensibilità più basse perchè necessiterebbero di una superficie radiante maggiore e di potenze enormi, ed esclusi anche diffusori a tromba laddove la colorazione timbrica di ogni altoparlante è dinamicamente inaccettabile essendo perlopiù idonei per tematiche di pubblic address.


    Supponiamo di trovarci a casa e di voler ascoltare a un volume realistico un brano classico con una dinamica di 60 dB. Facciamo qualche calcolo.

    Supponiamo il rumore ambientale circa 45 dB poniamo quindi poniamo la posizione del volume del nostro amplificatore al più basso livello tale che riusciamo a percepire il pianissimo del brano ( cioè il suono più fievole) in maniera intellegibile diciamo che saremo all'incirca a 55 dB di pressione sonora (SPL) e la potenza che erogherà il nostro amplificatore sarà 0,0003 watt. A 1 watt quindi avremo 90 dB di SPL e l'amplificatore erogherà una potenza molte volte superiore. Ma abbiamo detto che la dinamica è 60 dB; cosa accadrà allora nel fortissimo? quando ci sarà un picco di 50 dB rispetto al pianissimo, all'amplificatore verrà chiesto di produrre una pressione sonora di 105 db (50+55=105) e sapendo che per ogni 3 dB in più l'amplificatore dovrà erogare un raddoppio di potenza, per raggiungere i 105 dB sono necessari:

    90 dB 1 watt
    93 dB 2 watt
    96 dB 4 watt
    99 dB 8 watt
    102 dB 16 watt
    105 db 32 Watt


    e al massimo dei 60 dB di dinamica ovvero a 115 dB saranno necessari 320 watt elettrici per canale. Considerando però che i canali sono 2, la potenza potrebbe ridursi alla metà 160 watt.... ma ascoltiamo a 1mt di distanza? No.. perlomeno siamo a 2 metri come minimo, e quindi la SPL si riduce.... è necessario compensare la perdita dovuta alla distanza. Secondo le formule dell'irradiazione a 2 metri si perdono 6 dB quindi i nostri 160 watt per canale, per una riproduzione dinamica reale devono diventare 640 watt.
     


    Quindi che si abbiano minidiffusori o sorgenti di elavata dinamica, non è possibile riprodurli senza un adeguata amplificazione, pena distorsione e fatica d'ascolto.

    Questo è il motivo ed l'unico , perchè molti dichiarano che l'ascolto del vinile è più piacevole e meno affaticante. Costoro non ascoltano musica a dinamica reale ma solo musica di sottofondo.
     

  4. bergat

    Recensioni Audio
    Oggi ho trovato un po 'di tempo e voglio parlarvi di un amplificatore di potenza   che ha inteso nel panorama della riproduzione della musica ad alta fedeltà.
    Mi riferisco all'amplificatore di potenza ADCOM GFA 555.

     
    L'Adcom GFA 555 è stato l’archetipo di una nuova era di amplificatori ad alta potenza ed ad alta corrente, corso inaugurato dal suo progettista Nelson Pass. Tale amplificatore fa parte dei mostri sacri dell’alta fedeltà oramai da trentacinque anni e ha visto quasi contemporaneamente nel tempo affacciarsi alla ribalta altri costruttori, quali ad esempio Bryston e krell, giusto per citare due nomi noti.
     Cosa ha di particolare tale amplificatore così dimesso nell’aspetto? Innanzitutto chiariamo che è un amplificatore finale di potenza stereo e quindi necessita di un preamplificatore da frapporre tra lui e la sorgente sonora. Si ha un aspetto dimesso ma nasconde un rapporto qualità/prezzo elevatissimo.
     

     
    E dotato di un basso superbo con una gamma media e alta significativa ma quasi scevra da alcunché di colorazione.
     
    Nel 555 non c’è nessuna durezza o perdita di dettaglio, tipica di amplificatori a stato solido ad alta potenza, e può essere considerato un giusto concorrente del Krell, con la sua capacità di rendere le quattro ottave superiori brillanti e dettagliate.
     
    Dotato come i migliori valvolari di una resa realistica e stabile dell’immagine, è un amplificatore capace di restituire dolcezza e dettaglio anche quando è sollecitato per erogare potenze superiori ai 200 watt per canale, nominali a 8 ohm.
     

     
    Al superamento della potenza massima, allorché la distorsione supera il valore dell’1% si accendono i led di sovraccarico presenti sul pannello. 
    I valori che caratterizzano quest’amplificatore sono i seguenti:
     
    Banda passante :                               4-150.000 Hz
    damping factor:                                150-200
    Guadagno                                           27 dB
    Rumore:                                              -106 dB
    Potenza al clipping:                           242 watt a 8 Ohm, 352 a 4 Ohm, 465 a 2 Ohm (distor. < 0,25%)
    Potenza impulsiva:                             352 watt a 8 Ohm, 630 a 4 Ohm, 1120 a 2 Ohm.
    Potenza per collegamento a ponte: 760 watt a 8 Ohm 900 a 4 Ohm.
     

    L’amplificatore è dotato di un commutatore per il passaggio da stereo al funzionamento mono a ponte. Lo stadio di uscita di ciascun canale ha 8 transistor capaci di erogare più di 20 ampere anche nelle condizioni di carico più gravose.
     
    Il suo costo nel 1985 era di appena un milione e mezzo di lire e vista la qualità e la disponibilità di essere pilotato a ponte, ha invogliato molti di noi audiofili, a dotarsi di una coppia di  questi amplificatori in modo tale da poter usufruire di  una potenza di oltre 700 watt per canale.

    Il funzionamento a sostenuta potenza può portare ad una temperatura sui dissipatori superiore a 75°. In tal caso un circuito termico d’interruzione spegne l’amplificatore, ripristinando il funzionamento al diminuire della temperatura.
     
    A onor del vero in 34 anni di funzionamento non sono mia riuscito a portare i miei due GFA 555 a  sovraccarichi di potenza, neanche nei periodi estivi più caldi e i led indicanti l’incipit di una distorsione non si sono mai accesi
     
    Aprendo un GFA 555 si rimane meravigliati dal grosso toroidale al centro dello chassis e dai grossi elettrolitici di oltre 60.000 microfarad con 100 volt di isolamento.
     
    La qualità della componentistica è fatta per durare quasi in eterno e i cablaggi a vista fatti a mano da personale. Oggi chi ce l'ha lui tiene stretto, anche perché oggi un amplificatore con queste caratteristiche non costa meno di sei, settemila euro.

     
  5. bergat
    Dopo aver visto l’articolo di Max, , avevo deciso che alla prima occasione avrei acquistato come minicavalletto da viaggio il Marsace Mt-01. . Infatti il Marsace ha tutte le caratteristiche che si addicono a un cavalletto da viaggio: peso, trasportabilità, compattezza e naturalmente la capacità di non far collassare una reflex pesante che viene montata sopra.
    Sono queste caratteristiche  contrastanti, ma che fanno si che un cavalletto da viaggio, non sia un giocattolo inutile. Il Marsace Mt-01 ha tutte queste caratteristiche e convengo con Max, che è l’unico che non costi una fortuna. No perché volendo ci sono mini  cavalletti Rollei, Benro, Girzo, che hanno queste caratteristiche, ma anche prezzi che talvolta superano i 200 euro.
    Ok mi son detto appena mi servirà, lo acquisterò.
    Dannata sfortuna, però non avevo fatto i conti della non disponibilità del prodotto nei nostri normali circuiti di acquisto, ovvero negozianti in italia o la grande vetrina di Amazon.
    La indisponibilità è da oltre  da sei mesi. Per cui decido di valutare altre opportunità in seno stesso ad Amazon, maledicendomi per non aver acquistato subito il Marsace, quando Max l’aveva recensito.
     
    Gira scarta e confronta non trovo quello che mi serve, tanto che stavo pensando di portarmi dietro, ob torto collo, il mio manfrotto 190. Certo pero che sono sempre più di 5 kg con la sua testa, mentre il Marsace, mi sembra che non arrivasse neanche a un kg.
    Poi ecco aprirsi davanti ai miei occhi un prodotto con ottime valutazioni il mini cavalletto neewer in lega d’alluminio con testa girevole a 360° e sgancio rapido con borsa e trasporto con tre posizioni per le gambe, che richiuso si riduce a 135 mm, ma a cui altezza può raggiungere i 50 cm. Pesa esattamente  816 g…. 
    Sarà valido?  Penso che per 35 euro si puo’ anche rischiare. Se poi non dovesse andare glielo restituisco.
    Puntuale come un orologio mi arriva ben imballato il cavalletto nella sua scatola di vendita, all’interno di una più grande scatola amazon.
    Soppeso il cavalletto e mi sembra pesante al punto giusto.

    Apro la scatola, apro la borsa di naylon a corredo e oltre al cavalletto con la sfera montata, il libretto di istruzioni, la garanzia e una chiave esagonale a brugola, per serrare secondo evenienza la durezza delle gambe.

     
    Il cavalletto si presenta molto ben fatto, tutto in lega di alluminio, con nessun elemento in plastica tranne i gommini dei piedi, con le gambe allargabili in 3 posizioni e allungabili di 5 elementi con fermi a scatto ruotando in senso antiorario le punte di gomma.

     
    La colonna è estensibile di qual tanto che serve a non snaturare le dimensioni del cavalletto ed è capovolgibile di 180 gradi in modo di avere la testa e la macchina fotografica in basso invece che in alto.


     
    A corredo vi è come detto una chiave esagonale che serve per smontare o serrare le gambe e altre parti del cavalletto dotato di perni a brugola. E fornita anche una piastra universale per il serraggio di qualsiasi macchina fotografica non dotata di sgancio rapido. Con la mia fuji X-T1 dotata di un add-on per sgancio rapido, ne ho fato quindi a meno, ma in tutte le altre occasioni, basta avvitare detta piastra sotto la macchina fotografica per sganciarla rapidamente.

    Ma questo cavalletto supporterà degnamente una macchina fotografica, una reflex? Posso dire che la testa a sfera è dotata anche  di bolla per l’allineamento di precisione e  non si è spostata di un millimetro, nè con la mia d700 dotata di battery grip, né con a fuji x-t1 con il 55-200, né tantomeno con una 6x6 come l’hasselbald.



    Sono quindi molto contento dell’acquisto e credo che non si possa volere di più a questo prezzo. Consigliato, consigliatissimo, a tal punto che ho voluto subito condividere con Max il mio entusiasmo
    https://www.amazon.it/dp/B01MSAEZN8/ref=pe_3310731_189395851_TE_dp_1
     
  6. bergat
    Richard Butler di Dpreview si è posto la domanda se avesse oggi come oggi più senso l'APS-C o il full frame. Ovvero in un mercato di sviluppo tutto orientato al Full frame si chiede che senso abbia le numerose vendite che si hanno nel settore APS-C. E' solo un momento di distorsione di mercato, oppure c'è una certa concretezza nella scelta verso l'APS-C. E' quindi l'APS-C un capriccio della storia oppure ... non c'è nulla di ottimale nella scelta del full frame?
    Del resto si potrebbe dire che il full frame è un punto arbitrario di riferimento da parte di chi è rimasto ancorato alla pellicola 35 mm da cui deriva ma non c'è niente di correttezza intrinseca.
    La verità è che i produttori, Canon e Nikon in primis, non hanno mai investito in Aps-c se non agli inizi, perchè faceva molto comodo poter continuare a utilizzare e non a perdere i soldi investiti nella progettazione di ottiche nate per il 35 mm. Cosichhè da loro è sempre stato visto come un formato minore su cui non investire seriamente.
    Si, da parte dei colossi c'è stata una produzione di zoom, più o meno luminosi, ma sono mancati gli obiettivi fissi e di qualità per il formato Aps-c. Per ottenere il massimo dal formato APS-C sono necessari dei fissi luminosi. Questa mancanza di obiettivi fissi luminosi dedicati all'Aps-c è il vero motivo che ha minato tale formato. E dire che Nikon ad esempio ha prodotto diverse macchine in quel formato: la D300, la D500 la serie 7000, Tutte ottime reflex che hanno pagato lo scotto del peccato originale di non poter essere utilizzate appieno, perchè non full frame, come se, essendo un appassionato, se non hai ancora aderito al full frame, allora forse non sei un vero appassionato.
    Eppure se analizziamo bene ad esempio gli obiettivi  della fuj per il formato Aps-c, questi ti permettono di ottenere una qualità di immagine a pieno formato, quando si ha la necessità, senza doversi trascinare dietro obiettivi full frame per il resto del tempo.
    I sensori d'i mmagine sono migliorati in modo sorprendente per tutta la durata di vita dell'Aps-c, in conseguenza dello sviluppo tenologico, e hanno migliorato le prestazioni in condizioni di scarsa illuminazione nochè la loro gamma dinamica. E mentre i chip full frame hanno seguito lo stesso sviluppo, mi riesce difficile pensare che le esigenze e le aspettative delle persone abbiano seguito lo stesso trend evolutivo.
    In parole povere se 40 anni fa alcuni sentivano l'esigenza del formato 6X6 e la massa utilizzava il 35 mm, c'è ancora la necessità, essendo il 6x6 diventato un formato per pochi professionisti, di utilizzare in massa il 35mm?
     
     
     
     
  7. bergat
    Cos’è il rumore? Tutti rispondiamo all’unisono quello che ci dà fastidio. E in  effetti questa è un’affermazione corretta.  In elettronica però si preferisce parlare di rapporto tra segnale e rumore, in quanto un segnale qualunque sia il suo valore per essere discriminato, va correlato al rumore.
    Ne abbiamo evidenza quando trovandoci in una sala affollata di un ristorante o di un bar tutti parlano e noi percepiamo il linguaggio del nostro interlocutore cercando di discriminarlo, cioè di isolarlo,  dal rumore ambientale delle altre persone che parlano anch’essi.
    Il rumore è quindi qualcosa che ci crea disturbo rispetto ad una informazione.
    Il rumore è la pubblicità televisiva che ci invade mentre siamo intenti a guardare un film o una trasmissione televisiva.
    Il rumore è il suono della sveglia al mattino, quando vorremmo continuare a dormire.
    Il rumore è il traffico che ci disturba, quando vorremmo procedere senza intoppi, e in questo sono di disturbo i semafori rossi, i limiti di velocità e i vigili pronti a farci rispettare le regole.
    Il rumore è dover fare qualcosa di cui non abbiamo voglia, certo! Perché la nostra mente è istruita per pensare e agire. Qualsiasi cosa si frappone ad essa è un disturbo, un rumore che ne fiacca le capacità.
    Cosa possiamo fare per ovviare alla volontà della mente che vorrebbe oziare o perdersi nei meandri delle proprie informazioni per elaborarle, senza essere disturbata, ovvero essere preda del rumore?
    Potremmo dire di poterlo fare cercando di ingannare la nostra mente tramite immagini mentali che poniamo a barriera  per nostra difesa. Ognuno di noi però è differente, anche in funzione dell’età e della vita che sta percorrendo. Chi è più meditativo e riflessivo, chi più impulsivo e questa, in realtà, la potremmo definire la nostra velocità di risposta al rumore ambientale della vita e della società.
    La scelta di una parte di noi di dedicarsi alla fotografia, come a qualsiasi altro hobby,  è quindi una risposta al rumore. Il fotografo o meglio l’amante   della fotografia in quanto hobby, cerca di rispondere al rumore della vita sociale abbracciando uno o più generi a lui congeniali. C’è chi è attratto dalla vita contemplativa e si dedica  alla natura  e quindi a fotografare animali e uccelli, chi a fotografare avvenimenti sportivi per il dinamismo che rappresentano, altri al ritratto perché attratto dalla bellezza  e dalla composizione, chi più dalla vita sociale e si dedica alla foto definita di strada. Un modo come un altro per estraniarsi dal rumore che ci circonda e focalizzare invece i segnali  della vita.
  8. bergat
    Mi era capitato già di andare in Nord Europa e precisamente a Rovaniemi, ma lì era per puro divertimento una ventina di anni fa. Stoccolma mi mancava e così su pressione di mia  moglie mi sono catapultato nella capitale della Svezia. Che vai a veder gli Abba? ma no, ho risposto a chi me lo chiedeva. e che ci vai a fare i primi giorni di gennaio, allora?!.... Ma vado a ritirare il premio nobel per la matematica, mentendo spudoratamente, sapendo che il premio nobel  per la matematica non esiste. La storia riporta infatti che la moglie di Alfred Nobel lo tradì e lo lasciò per un matematico. A causa di ciò nel testamento decise che l'istituzione dei premi derivanti dal suo patrimonio non dovessero mai andare ai matematici. Per questo motivo non c'è un nobel per la matematica, ma solo  la medaglia Fields.
    Come ho detto ero già stato in Svezia, ma mai d'inverno.  Fuori dall'aeroporto c'è un bel sole. Si è una bella giornata ma la temperatura è rigida e nonostante siano le 13, ci sono ombre lunghe come se fossero le 20 da noi d'estate.
    L' alba è alle 8:49 e il sole tramonta alle 15:30, ma così è. Recatomi con mezzi pubblici davvero efficienti all'albergo,  lascio i bagagli e inizia il mio soggiorno.
    Ho portato con me  la mia fuji e solo uno zoom ultra wide, il 10-24 f4,  paragonabile al nuovo nikon 14-30 f4 per full frame. Nessun cavalletto e nessun flash. Voglio fare solo foto documentaristiche a mano libera, anche contro le avversità di un luogo con poche ore di luce e un freddo umido e non secco.
     

     
    I cieli sono certo particolari e precludono alla formazione di aurore boreali

     
    Mi piacciono gli spazi e le poche auto circolanti rispetto a noi. Non ci sono auto elettriche e  l'energia la producono essenzialmente dal nucleare.


    La vita da parte della popolazione è molto calma. Ci sono molti bambini. Più volte ho visto coppie giovani con più di 3 figli. I servizi sono molto efficienti. Ci sono molte linee metropolitano che si integrano con linee tranviarie e  di superficie oltre ad autobus e traghetti. La singola corsa viene circa i nostri 3,50 euro, ma esistono biglietti per l'intera rete dei trasporti per più giorni, settimanali e mensili.  Ho notato che in ogni stazione di metropolitana ci sono perlomeno dalle 3 alle 10 persone che in giro forniscono informazioni a chi dovesse chiederle. Il costo della vita è simile al nostro, ma gli stipendi sono naturalmente molto più alti e l'assistenza sanitaria è totale e  a carico dello stato. Moto e motocicli non esistono, ma qualche bicicletta si vede. Il concetto di furto è praticamente inesistente tutto viene lasciato libero senza la paura, certezza o timore che qualcuno si appropri di una proprietà altrui.

     

     
    Come ho detto la giornata di luce e breve e ben presto fa notte
     

     
    Ma la vita continua anche di notte

     
    Un museo da visitare è certamente il Vasa 
    Il 10 agosto 1628 il vascello Vasa affondò nel porto di Stoccolma poco dopo essere salpato per il suo viaggio inaugurale
    Nel 1961, dopo 333 anni trascorsi sul fondo del mare, il relitto fu finalmente ricuperato e oggi costituisce praticamente il museo del Vasa. Il vascello completamente restaurato è composto per il 98% di parti originali  ed è decorato con centinaia di sculture in legno intagliate.
    Oltre al vascello, il museo riporta l'opera scientifica compiuta nel restauro, portando alla luce particolari sulla vita di quel periodo e attraverso le analisi del DNA delle ossa degli scheletri delle persone costituenti l'equipaggio, conservate nel museo stesso, si è arrivati a definire i volti delle persone dell'equipaggio.

     

     



     
    Tutte le foto sono ridotte rispetto agli originali, ma sono comunque 1800x1200 per cui vedetele alla grandezza massima pubblicata
    Fuji X-T1 e fujinon 10-24 f4: software utilizzati Lightroom classic 2019, Silkypix studio pro 9, Nikon NX-2
  9. bergat
    Sono nato a Roma. Abito a Roma dal 1976. Non giro molto per la città. Infatti sono pigro,  e,  pur essendo Roma una città visitata da tanti turisti, io non la fotografo. Forse le mie foto di Roma risalgono ai primi anni sessanta quando venivo da bambino, anch'io come turista. Mia moglie mi ha smosso almeno per oggi dal letargo e sono andato a fotografare la cosiddetta Roma Augustea ovvero la Roma Imperiale, quella che si estende dal Palatino al Colosseo  fin dietro il Campidoglio.
    Stamattina quindi con dovuta calma ho munito la mia fotocamera con uno zoom grandangolare e ho fatto qualche foto. La folla di turisti purtroppo è immensa e sono onnipresenti.
    Aprite le foto alla massima risoluzione impostata 1800 x  1200 in linea di massima, se volete immergervi nel paesaggio
     

    Qui le persone quasi a fare da contraltare alle colonne

    ed ecco finalmente il colosseo. Si c'è un effetto linee cadenti, ma in una delle prossime foto ho raddrizzato l'effetto.

    Qui in formato cartolina con l'arco augusteo sulla destra

    ecco come vi dicevo raddrizzato

    Questo invece è l'arco di  Tito
     

     
















    Questa è la tomba di Cesare, successivamente adorato come una divinità. Notare la presenza delle rose al centro che vengono sostituite giornalmente dall'amministrazione comunale.
    Inoltre i turisti buttano come nella fontana di Trevi delle monete, per buon augurio.



    La strada principale della Roma Antica alla fine della quale si sono poi sviluppate le diverse arterie, Appia, Tuscolana, Ardeatina, Salaria ecc 



    Il tempio di Romolo
     

  10. bergat
    Sono nato nikonista e 17 anni quando mi sono potuto permettere la Nikon F , l'ho acquistata. Abitavo a Napoli, ma la preferii prenderla a Roma. Mi costava meno anche  includendo il viaggio in treno. e venni a Roma per acquistarla c/o la Placa. Purtroppo non l'aveva disponibile, ma riusci a fornirmela lo stesso.Sarebbe bastato recarmi presso i distributore a prendermela. All'epoca non c'era la Nital, ma la Cofas in via Sistina qui a Roma.
    Mi accolse un signore trentenne (oggi per me sarebbe un ragazzo) che me la fornì e spese oltre 2 ore a spiegarmela interamente. Altri tempi... Sono sempre rimasto nikonista fino a quando causa vecchiaia e problemi con la spalla, ho dovuto optare per una macchina fotografica più leggera. Avevo a quel tempo la D700  ( e ce l'ho ancora), ma mi decisi per una piccola mirrorless la X100 della Fuji che assomigliava tanto esteticamente alla Leica. Certo formato DX, macchina piccola, obiettivo fisso corrispondente a un 35 mm del formato FX, ma potevo certo fotografare con molta più facilità.
    Poi la nikon è andata avanti con la 800 la 810 la d4, la d5 e io non potevo ritornare a prendermi dei corpi che a causa del formato e dello sviluppo di nuovi obiettivi che rendessero giustizia, all'aumentato numero dei pixel, diventavano sempre più cicciotti e pesanti. Fuji invece esce a quel tempo con una mirrorless a obiettivi intercambiabili che assomiglia a una reflex, e io decido per l'acquisto. Inizialmente con un solo obiettivo , ma poi visto quello che mi permetteva una mirrorless compatta come la Fuji X-T1, deciso di prendere altri obiettivi per poter fotografare a tutto tondo. Ma ... rimango in attesa.
    Finalmente Nikon esce con la sua Mirrorless e le mie speranze di ritrovare una forma di macchina fotografica a me congeniale, si vaporizzano. Inoltre quello che mi offre  oggi la Nikon con Z6 e Z7, non è niente di più di quello che già ho, a  parte il formato FX, e non vorrei ritornare a sobbarcarmi di obiettivi pesanti. Quindi a meno di una uscita di Nikon di una macchina mirrorless con gli attributi, che mi faccia ritornare alla casa madre, continuerò a usare fuji. Del resto a me non interessa lo sport, lo scatto a raffica e gli obiettivi di lunga focale, ma vorrei morire nikonista.
    Ma cosa mi piace della Fuji?   Indubbiamente come rende i colori


     
    oppure come riesce a gestire la gamma dinamica
     

     
    O seguire l'azione quando serve

     
    Riesce inoltre a gestire bene i giochi di luce
     

     
    Molti dei suoi obiettivi sono anche macro che anche senza luce del flash riescono a fornire buoni particolari
     

     
    decisamente è facile fare dei ritratti
     

    e la funzione di ricerca dell'volto e autofocus dell'occhio fornisce una nitidezza elevata
     

     
    comoda nei viaggi

    e all'occorrenza riesce a fotografare anche auto da sogno
  11. bergat
    Sono diventato nikonista nel 1967 con la mia prima Nikon F seguita a ruota da una Nikkormat FT e poi in cresecendo ho avuto molte macchine nikon insieme anche a macchine fotografiche di altri marchi. Il 35 mm però è stato sempre di appannaggio Nikon.
    Nikon ha fatto dei corpi stupendi durante la sua lunga carriera, e propri a loro mi voglio riferire.
    Ne ho scelti tre. tre corpi che mi hanno accompagnato e che mi accompagnano ancora, perchè Nikon è sempre Nikon
    Quali sono?
    al terzo posto sicuramente la D700, che insieme alla D3, è stato il passaggio di nikon nel digitale dal DX all'FX. Dopo qualche anno di sonno nel formato DX ecco rispuntare la voglia di presentare una macchina del formato FX: La d700:
     

     
    belle forme si ma inferiori a quelle a cui ci aveva abituato Nikon prima dell'uscita dal mondo analogico.
    Mi riferisco a quella che secondo me occupa il secondo posto quanto a bellezza di forme:
    La F5 corazzata come un carrarmato e con il mirino ottico intercambiabile, cosa che non si è più vista in era digitale.
    Pentaprisma di forma magnifica con impugnatura veramente granitica

     
    se la D5 è uno spettacol di forme e curve invitanti non è da meno il capolavoro in termini di design costituito dalla FE/FE2 ricopiato poi in successive versioni sempre a pellicola come la FTn3
    Ecco per me la FE/FE2 hanno rappresentato il massimo della compattezza e del design della nikon, in piena era analogica, senza elucubrazioni mentali di bilanciamento di ottiche gigantesche. In effetti ho rimpianti per questo tipo di forma di macchina fotografica e per me è al primo posto come design:

     
     
  12. bergat
    Purtroppo per me, l'arte non mi emoziona come la musica. La musica mi coinvolge e interagisce con i miei sentimenti. Purtroppo come ho detto l'arte non mi fa lo stesso effetto, ma non disdegno quando sono all'estero di visitare qualche museo, e dopo il museo dedicato a Van Gogh e altri musei minori, eccomi a visitare quello di arte moderna sempre ad Amsterdam.
    Per me la pittura è stata sempre tentativo di rappresentare la realtà fino all'avvento della fotografia e dopo di questa chiaramente la pittura ha cercato altre forme espressive di rappresentazione. Più che altro stati d'animo e sentimenti. La priva volta che ho visto una tela tagliata da 2 spacchi in diagonale ho pensato, ma cos'è questa cazzata? Poi mi sono avvicinato al cartellino e ho trovato scritto... concetto spaziale Lucio fontana e allora ho intravisto la grandiosità dell'autore nel concepire e trasmettere quel concetto. Certo poi sono arrivati, tante forme espressive d'arte, alcune per me ignote, ma senza senso,  quali ad esempio una stanza con una scarpiera e tante scarpe di ginnastica messe sopra con la scritta ordine nella scarpiera, oppure una stanza con tanti ombrelli aperti con scritto pioggia. Ho  quindi ho capito che mai come prima si sta vivendo il periodo del manierismo. Fare cose strambe senza significato e dare loro un nome e dichiararsi artista, sempre che si trovi un critico d'arte  che ci riconosca, in virtù di un'amicizia o di un vil danaro, come tali.
    Ecco apparire barattoletti venduti a peso d'oro contenenti merda d'artista o altre stronzate micidiali.
    Sono quindi andato al museo d'arte moderna ad Amsterdam e anche li accanto ad opere famose alcune senza capo ne coda.
    Non c'è bisogno che vi indichi quali sono quelle che rappresentano per me qualcosa e quelle insulse.

     

  13. bergat
    Verrà annunciata tra il 14 e 15 febbraio la nuova macchina fotografica della Fujifilm la X-H1, che è un'evoluzione della ben conosciuta X-T2.
    Molti sono i miglioramenti in primis il sensore con la stabilizzazione a 5 assi.
     

    In breve queste sono le caratteristiche salienti
    FUJIFILM X-H1.pdf
    Per quanto riguarda i prezzi si parla di 1.899 euro solo corpo
    Caratteristiche principali
    Qualità delle immagini professionale, alloggiamento robusto e funzionalità video avanzate - con la fotocamera del sistema mirrorless FUJIFILM X-H1, FUJIFILM ha aggiunto alla sua pluripremiata serie X, il modello finora più potente. Offre una serie di funzioni personalizzate in base alle esigenze specifiche dei fotografi professionisti e dei videoamatori. 
    L'X-H1 ha un alloggiamento di nuova concezione ed estremamente robusto ed è il primo modello della serie X ad avere una stabilizzazione dell'immagine a 5 assi integrata (IBIS), che può essere combinato con obiettivi FUJINON XF fino a 5,5 stepsdi stabilizzazione. Inoltre, dispone di una modalità di riduzione dello sfarfallio, che garantisce risultati di esposizione affidabili anche in condizioni di illuminazione difficili, migliorando in modo significativo, ad esempio, la qualità della fotografia sportiva indoor.
    La fotocamera si adatta perfettamente ai nuovi obiettivi professionali FUJINON MKX18-55mmT2.9 e MKX50-135mm T2.9 per la baionetta X, entrambi annunciati per maggio 2018. Naturalmente è compatibile anche con tutte le serie XF e XC esistenti Gli obiettivi, che saranno disponibili entro la fine dell'anno, sono il teleobiettivo ad alta velocità XF200mmF2 R LM OIS WR e l'obiettivo zoom grandangolare XF8-16mmF 2.8 R WR.
    FUJIFILM X-H1 sarà disponibile da marzo 2018 in poi.
    Funzioni speciali di FUJIFILM X-H1:
    IBIS (Integrated Image Stabilization) 
    Il sistema di stabilizzazione dell'immagine interna (IBIS), che viene utilizzato per la prima volta in una macchina fotografica della serie X, presenta tre sensori di accelerazione assiale, tre sensori giroscopici assiali e un Doppio processore molto potente, che esegue circa 10.000 calcoli al secondo in base ai dati misurati. In combinazione con il meccanismo di compensazione efficace, si ottiene una stabilizzazione dell'immagine particolarmente precisa e quindi una qualità dell'immagine senza compromessi.
    La stabilizzazione dell'immagine a 5 assi è possibile con tutti gli obiettivi XF e XC. È anche possibile con obiettivi senza stabilizzazione ottica dell'immagine stabilizzata fino a 5,5 livelli EV * 1 possibile. Con gli obiettivi XF già disponibili, la stabilizzazione di oltre 5 livelli EV viene raggiunta con alcune eccezioni su alcuni obiettivi. 
    Questa prestazione è resa possibile dall'uso di tecnologie di produzione all'avanguardia. Pertanto, i singoli componenti dell'unità di stabilizzazione dell'immagine vengono posizionati utilizzando una misurazione laser, che raggiunge una precisione doppia rispetto ai processi di produzione convenzionali. L'ispezione e la regolazione di ogni singola telecamera assicura che il sensore sia allineato in modo assolutamente parallelo al piano dell'immagine, come nel caso dei modelli XSeries senza stabilizzazione dell'immagine integrata.
    Eccezionale qualità delle immagini
    X-H1 presenta un sensore CMOS III X-Trans da 24,3 megapixel senza filtro passa-basso e un potente X-Processor Pro. La stessa combinazione è già utilizzata nei modelli X-Pro2 e X-T2 professionali della serie X vincitori internazionali. In combinazione con le lenti FUJINON di alta qualità e gli oltre 80 anni di esperienza di riproduzione del colore di FUJIFILM, X-H1 produce immagini eccezionali. Anche i minimi dettagli della trama degli oggetti sono riprodotti con un alto aspetto plastico, che cattura l'atmosfera unica di una scena in un modo speciale

    Involucro robusto L'involucro della X-H1 è realizzata in una robusta lega di magnesio, che è più spessa del 25% rispetto all'X-T2. Sebbene la fotocamera sia molto più robusta e stabile, l'alloggiamento è compatto e leggero grazie al nuovo montaggio dell'anello a baionetta. X-H1 è resistente alla polvere e agli schizzi e perfettamente funzionante anche a basse temperature fino a meno 10 ° C. Il rivestimento esterno ha una durezza superficiale di 8 ore a causa di particelle più grandi ed è quindi particolarmente resistente ai graffi.
    Mirino e LCD
    Il mirino elettronico con una risoluzione di 3,69 milioni di pixel e un ingrandimento di 0,75 volte, offre prestazioni di primo piano nel segmento delle fotocamere del sistema mirrorless. A causa del tempo di risposta ultra-corto di soli 0,005 secondi e di una frequenza fotogrammi rapida di 100 fotogrammi al secondo, i movimenti nell'immagine del mirino sono estremamente fluidi. Anche con soggetti dinamici, il fotografo può determinare con precisione i dettagli dell'immagine e comporre l'immagine esattamente in base alle proprie idee. 
    L'LCD touch-screen da 7,6 cm (3 pollici) sul pannello posteriore si piega e si muove in tre direzioni. Ha 1,04 milioni di pixel. Come con la fotocamera GFX 50S di medio formato mirrorless, i più importanti parametri di registrazione sono anche facili da leggere in qualsiasi momento sull'X-H1 su un display da 3,25 cm (1,28 pollici).
    Usabilità ottimizzata
    Su suggerimento di fotografi professionisti, il concetto operativo dell'X-H1 è stato ottimizzato rispetto ad altri modelli della serie X per un totale di 19 punti. Quindi, la fotocamera è ancora meglio in mano, ad esempio, a causa del grip più grande. 
    L'X-H1 si inpugna in modo estremamente silenzioso, rendendola ideale per le situazioni in cui è necessaria la massima tranquillità, come ad esempio quando si pratica la fauna, i concerti o i matrimoni. 
    Inoltre, i pulsanti sul retro della fotocamera sono stati ingranditi e la presa dei quadranti è migliorata. Sul retro c'è un nuovo pulsante AF-ON, tramite il quale è possibile attivare la messa a fuoco automatica per mezzo del pollice. Con l'aiuto di un puntatore  il punto di messa a fuoco può essere spostato molto comodamente e rapidamente nella posizione desiderata dell'immagine.
    Varie funzionalità video
    X-H1 è lo strumento ideale per produzioni multimediali che oggi sono standard in molte aree e lo rendono ideale per le riprese professionali. 
    È la prima fotocamera della serie X ad offrire la simulazione di film ETERNA, la cui riproduzione dei colori delicata e le profondità ricche di dettagli aprono molte libertà creative per gli utenti della post-produzione. Inoltre, per una qualità dell'immagine ottimale, i video possono essere registrati con un bitrate elevato di 200 Mbps.
    La fotocamera offre anche registrazione Cinema 4K in formato 17: 9, registrazione DCI 4K 4.096 x 2.160, registrazione Full HD a 120 fps per slow motion (2x, 4x, 5x), registro F-flat * 4 e registrazione timecode e 4K F -Log registrazione direttamente su scheda SD, gamma dinamica del 400% (circa 12 f-stop) e un microfono di alta qualità incorporato (24-bit / 48 kHz).
    Riduzione dello sfarfallio
    Lo sfarfallio della luce artificiale, che è praticamente impercettibile per l'occhio umano, ad esempio in un palazzetto dello sport, può falsificare il risultato della misurazione dell'esposizione. Per evitare questo effetto, X-H1 ha una modalità di riduzione dello sfarfallio che garantisce risultati di misurazione affidabili anche in condizioni di illuminazione difficili.
    Algoritmo AF migliorato
    L'autofocus X-H1 presenta un algoritmo migliorato che migliora in modo significativo l'accuratezza e la velocità di messa a fuoco in situazioni di scarsa illuminazione. Pertanto, la sensibilità della fase AF di rilevamento è stata migliorata di circa 1,5 f-stop da 0,5 LW a -1,0 LW, in modo che ora possa essere utilizzato anche con obiettivi con apertura fino a F11, ad esempio XF100-400mmF4.5 - 5.6 R LM OIS WR con teleconverter XF2X TC WR. 
    I motivi con strutture superficiali finemente dettagliate (ad es. Piumaggio o pelliccia), che in precedenza non erano stati catturati in modo ottimale dalla messa a punto AF, ora possono essere focalizzati rapidamente e con precisione.
    Inoltre, le prestazioni dell'audio continuo (messa a fuoco automatica) durante lo zoom sono state notevolmente migliorate, il che è vantaggioso, tra l'altro, in situazioni in cui il soggetto principale si muove in modo imprevedibile (ad esempio, riprese sportive).
    Accessori opzionali (venduti separatamente)
    Impugnatura per batteria verticale VPB-XH1 
    L'impugnatura per batteria, progettata esclusivamente per FUJIFILM X-H1, massimizza le prestazioni della fotocamera. Può essere equipaggiato, oltre alla batteria della fotocamera, con altre due batterie, in modo che siano possibili fino a 900 scatti. La modalità Boost velocizza la velocità dell'otturatore, la frequenza dei fotogrammi e il tempo di risposta della fotocamera, minimizzando ulteriormente il tempo di blackout minimo. Per le registrazioni di film 4K con impugnatura a batteria, il tempo di registrazione massimo viene esteso a circa 30 minuti.
    L'impugnatura della batteria è resistente alla polvere e agli spruzzi e pronta per l'uso a temperature fino a -10 ° C. I controlli includono il pulsante di scatto, il puntatore di messa a fuoco, il pulsante AE-L, il pulsante AF-ON, la rotella, il pulsante Q e il pulsante Fn. Ciò consente alla fotocamera di funzionare in modo estremamente confortevole anche in posizione verticale. 
    Il VPB-XH1 ha un jack per cuffie per monitorare l'audio durante la registrazione video.
     
    Eyecup EC-XH-W
    Questo oculare grande per le fotocamere serie X e GFX copre completamente l'area intorno all'occhio. L'incidenza dei raggi luminosi è così efficacemente prevenuta e il fotografo può osservare il soggetto per un periodo di tempo più lungo concentrato. L'oculare può essere ruotato di 90 °, in modo che possa essere adattato sia per l'occhio sinistro che per quello destro, nonché per la ripresa di ritratti. Un rivestimento antistatico previene l'adesione di polvere e sporcizia.
     
    Le caratteristiche principali di FUJIFILM X-H1:
     Sensore CMOS III XPS24 APS-C da 24,3 megapixel 
     Processore X Pro 
    • Stabilizzazione dell'immagine a 5 assi integrata (IBIS) 
    Rivestimento ermetico ed esente da vibrazioni 
     Funzioni video professionali (incluso Cinema 4K) 
     Ampio mirino elettronico da 3,69 milioni di pixel 
     LCD touch-screen pieghevole da 7,6 cm (3 pollici) con 1,04 milioni di pixel 
    • Display superiore da 3,25 cm (1,8 pollici) 
    • Chassis particolarmente robusto 
     Resistente agli spruzzi e alla polvere e Resistente al freddo fino a 10 gradi sottozero.
     Algoritmo AF migliorato 
     Doppio slot per schede di memoria 
     Funzione Wi-Fi 
     Modalità di simulazione del film (incluso ETERNA) 
     Effetti filtro creativi
    FUJIFILM X-H1 
    PVP: 1.899, - Euro Disponibile: da marzo 2018 Colore: Nero 
     
    FUJIFILM X-H1.pdf
     
    FUJIFILM X-H1.pdf
  14. bergat
    ABBECEDARIO: espressione di sollievo di chi s'è accorto che c'è anche Dario
    ADDENDO: urlo della folla quando a Nairobi stai per pestare una merda
    ALLUCINAZIONE: violento colpo inferto col ditone del piede
    APPENDICITE: attaccapanni per scimmie
    ASSILLO: scuola materna sarda
    AUTOCLAVE: armi automatiche dell'età della pietra
    BACCANALE: frutto selvatico usato una volta come supposta
    BALESTRA: sala ginnica per gente di colore
    BASILICA: chiesa aromatica
    BIGODINO: doppio orgasmo piccolino
    BUCANEVE: precisa pisciata maschile invernale
    CACHI: domanda che rivolgi ad uno chinato dietro un cespuglio
    CALABRONE: grosso abitante di Cosenza
    CALAMARI: molluschi responsabili della bassa marea
    CERBOTTANA: cervo femmina di facili costumi
    CERVINO: domanda dei clienti all'oste romano
    CINCISCHIARE: perdere tempo fotografando cince.
    CONCLAVE: riunione di cardinali violenti e trogloditi
    CONTORSIONISTA: ebreo arrotolato
    COREOGRAFO: studioso delle mappe della Corea
    CUCULO: gay balbuziente
    CULMINARE: fare uso di supposte esplosive
    DOPING: pratica anglosassone di rimandare a più tardi
    ELETTROPOMPA: novità bolognese a luci rosse
    EQUIDISTANTI: cavalli in lontananza
    EQUINOZIO: cavallo che non lavora
    FAHRENHEIT: tirar tardi la notte
    FANTASMA: malattia dell'apparato respiratorio che colpisce i consumatori di aranciata
    FOCACCIA: foca estremamente selvaggia
    FONETICA: disciplina che regola il comportamento degli asciugacapelli
    GESTAZIONE: gravidanza di moglie di ferroviere
    GIULIVA: slogan di chi è vessato dall'Imposta sul Valore Aggiunto
    INTERPRETATO: posto tra due preti
    LATITANTI: poligoni con moltissime facce
    MAIALETTO: animale che non dorme mai
    MASCHILISTA: elenco di persone di sesso maschile
    MELODIA: preghiera di una vergine
    NEOLAUREATO: punto nero della pelle che ha fatto l'università
    PARTITI: movimenti politici che nonostante il nome sono ancora qui
    PRETERINTENZIONALE: un prete che lo fa apposta
    PREVENIRE: soffrire di eiaculazione precoce
    RADIARE: colpire violentemente usando una radio
    RAZZISTA: fabbricante di missili
    REDUCE: sovrano con tendenze di estrema destra
    RUBINETTO: gemma preziosa di piccole dimensioni
    SANCULOTTO: patrono degli omosessuali
    SCIMUNITO: attrezzato per gli sport invernali
    SCORFANO: pesce che ha perduto i genitori
    SMARRIMENTO: perdita del mento
    SPAVENTO: società per azioni eolica
    STRAFOTTENTE: persona di grandi qualità amatorie
    SUCCESSO: posizione da toilette
    TACCHINO: parte della scarpina
    TELEPATIA: malattia che colpisce chi guarda troppo la TV
    TEMPOREGGIARE: scoreggiare andando a tempo (tipico dei musicisti poco educati)
    TONNELLATA: marmellata di tonno
    UFFICIO: luogo dove si sbuffa
    VERDETTO: cosmetico verde (a differenza del rossetto che è rosso)
    ZONA DISCO: parcheggio per gli UFO
     
  15. bergat
    Tutti noi siamo affascinati dal tempo.... non ci basta mai... ne vorremmo di più per realizzare quanto abbiamo deciso di fare nella giornata , vorremmo tornare indietro per ritornare giovani o proiettarci verso un futuro, che pensiamo migliore della vita attuale.
    Ma cosa è il tempo? Quale è la nostra considerazione sullo scorrere della lancetta dei secondi?
    Einstein nel 1915, più di 100 anni fa pubblico' i suoi studi sulla relatività generale, dimostrando che lo spazio e il tempo sono concetti relativi e che forse bisogna più correttamente parlare di spazio tempo, in quanto i due concetti sono correlati tra loro.
    Quanto Einstein ha affermato, non sono dei concetti teoretici o spiritualistici, ma hanno un fondamento nella vita reale, tanto è che ne abbiamo tenuto conto nella costituzione di quel sistema di cui tutti ci serviamo giornalmente e che va sotto il nome di GPS, ad esempio. Einstein nel 1907 descrisse infatti l''influenza della massa di un corpo, sul concetto di  gravità e della variazione  temporale gravitazionale. Corpi massivi influenzano il tempo. Supponiamo di avere due orologi tra loro sincronizzati e di portarne uno a elevata distanza dalla terra. per un certo tempo. Una volta riportato sulla terra ci accorgeremmo che quello stato nello spazio è in anticipo sull'altro e questo perchè il tempo scorre più velocemente a distanza dal corpo massivo della terra. Tale aspetto fu dimostrato in un esperimento di Pound-Rebka ed è universalmente accettato. Il sistema  dei satelliti geostazionari del sistema GPS infatti devono giornalmente correggere i propri orologi atomici rispetto a quelli terrestri, per tener conto di tale dilatazione, altrimenti, il sistema sarebbe inutilizzabile e il nostro visore in macchina ci indicherebbe che  un giorno ci troviamo in punto e un altro giorno in un'altra posizione pur non essendoci mossi di un millimetro.
    Tale dilatazione temporale assumerebbe valori estremi, se per ipotesi ci avvicinassimo ad un corpo di massa enorme molto più massimo della terra, quale ad esempio un buco nero. Rispetto alla velocità dello scorrere del tempo sulla terra, per noi che ci avviciniamo al buco nero il tempo dilaterebbe di diversi ordini di grandezza, senza che ce ne potremmo accorgere, ma le nostre 24 ore diventerebbero 24 anni o forse 24 secoli sulla terra.
    E' quello che ci ha fatto vedere Kip Thorne premio nobel per la fisica 2017 nel suo testamento spirituale che è il film  da lui voluto e realizzato insieme a Christofer Nolan, INTERSTELLAR .
    Tutto cio' avviene nella nostra realtà macroscopica dell'universo. D'altra parte però lo studio della fisica quantistica ci porta a considerare i principi di indeterminazione di Heisemberg, in cui non vi è certezza della posizione di una particella elementare,  si puo' solo parlare di densità di probabilità della sua posizione e velocità. Si arriva quindi a considerare che la realtà è solo la costruzione di infiniti universi paralleli statici che si creano istante per istante e definiscono la nostra realtà, alla stessa stregua di tanti fotogrammi di una pellicola di un film che presi singolarmente non sono nient'altro che un'immagine di una realtà che si definisce solo all'atto del susseguirsi di tali frame e si arriva a considerare vera.  In tale considerazione il tempo è un'illusione e vi è coesistenza di passato presente e futuro, mancando quindi il libero arbitrio e la nostra mente non è nient'altro che lo spettatore ad un certo punto del film che è la nostra vita in un universo che si dimostra solo un ologramma proiettato all'infinito.
  16. bergat

    Tematiche Audio
    Vi siete mai chiesti chi siamo effettivamente?
    Audiofili, dirà qualcuno. Si fa presto a dire audiofili. Se avessimo un pensare comune, forse tante beghe attorno ad un forum non ci sarebbero. Ci sarebbero  ampie sedute d’ascolto a casa di ognuno e saremmo tutti una vera e propria comunità.
     
    Dov’è il problema?
     
    Il problema è che in effetti ognuno  di noi ha una propria mentalità un proprio carattere e quindi siamo in effetti tutti diversi . Quali sono quindi le caratteristiche più spiccate negli audiofili?
    Proviamo a vedere quale sono gli stereotipi, che ci caratterizzano.
    In effetti ognuno di noi non ha una singola caratteristica ma è un melting-pot di vari elementi, alcuni molto presenti, altri meno , altri assenti, ma … siamo fatti così.
     
    Una prima categoria è indubbiamente qella degli ottimisti.
    Sono quelli che hanno appreso qualche erudimento sull’hifi, o sono stati folgorati sulla strada di Damasco e hanno assemblato un impianto, non importa in che modo, non importa se ben suonante o meno, non importa se limitato , tanto per loro va benissimo. Non si accorgono spesso delle lacune, credono ad ogni cosa che venga loro detta da recensori, ogni cosa letta sulle riviste, sono come ho detto degli ottimisti inguaribili, creduloni, ma allo stesso tempo, negano anche la realtà più evidente, a meno che non gli venga certificata da qualcuno che loro considerano autorevole. Si offendono facilmente se si parla male o si discute solamente delle scelte che hanno finora condotto in campo audio.
     
    Esistono poi gli iniziati.
    L’iniziato è un audiofilo alle prime armi che giustamente cerca di migliorare la sua conoscenza e sa che la strada da percorrere è lunga e irta di difficoltà, ma ha iniziato il cammino e cerca appoggi per poter accrescere il bagaglio delle proprie conoscenze.
    E’ il beniamino dei negozianti, ben disposti a levarsi molta merce invendibile dal magazzino. Ben presto però si tasformerà, il più delle volte in persona capace di ragionare con la propria testa e discernere le qualità dei vari componenti. Talvolta la volontà di crescere determina delle distorsioni, e la persona crede, in breve tempo, di sapere già tutto e non accetta che qualcuno gli possa fornire dei consigli.
     
    I pastorali sono invece la categoria dispensatrice sempre di consigli sul buon suono, sul bel disco. Talvolta scoprono l’acqua calda e allora nessuno li ferma più. Sono coloro che dall’alto del loro sapere spesso forniscono le informazioni coerenti per una crescita, un miglioramento.  Come tutti i buon pastori, sono però malvisti, dai negozianti e dai distributori, perché dicono pane al pane e vino al vino, e non capiti da altri audiofili che molte volte provano invidia per loro e tavolta una puntina di odio. Sono generalmente audiofili con un’esperienza maturata sul campo e tetragoni del loro divenire.
     
    Esistono poi i preoccupati. Sono coloro che al di la della loro esperienza sono in balia di pesececani e forze occulte. Sono sempre presi dal dubbio delle scelte. Cambiano continuamente la componentistica alla ricerca del Santo Graal. Fanno affari sballati, talvolta, e spesso, nei loro continui cambiamenti, come i gamberi, si muovono all’indietro. Incuranti, non si accorgono degli errori, presi come sono dalle loro manie di punte, bilancine, bluetack, pesi, mattoni, sostituzione di fusibili, vitine etc. La loro non è una fruizione coerente e organica dell’ascolto, quanto un parossismo maniacale che li porta a sonni agitati. Hanno sempre bisogno di una cerchia di persone che condivida quello per cui stanno operando, che li rassicuri continuamente delle scelte, che alla fin fine, non sono mai definitive. Diventano quindi le persone attente alle novità e sono spesso preda di magli fattucchiere e imbonitori alla Vanna Marchi. La loro domanda è : Ho fatto bene? I preoccupati però a causa della loro pazzia, sono alla fin fine soli nel mondo da loro costruito.
     
    Gli arredatori sono invece quelli che si circondano di tube traps, daad, e ne fanno l’arredamento principale della stanza in cui hanno l’impianto. Sono anche quelli che con la storia che l’occhio vuole la sua parte, cercano di acquistare oggetti di arredamento che potrebbero figurare in una mostra di Kandiski o comunque in museo d’arte dadaista o cubista. Sono quelli che acquistano diffusori, degni di un museo degli orrori o ampli e lettori a forma di astronave spaziale, Luci lucette, valvole coll’unico scopo di colorazioni visive ambrate etc. Per loro non è importante il suono, quanto l’immagine, il design, il poter far vedere agli amici e conoscenti oggetti di cui loro ignorano la funzione. Sono generalmente persone danarose spesso con pochissima cultura audiofila che accendono molto raramente l’impianto. In una parola hanno più a cuore la forma che la sostanza.
     
    Attigua a questa categoria vi è quella degli”io ce l’ho più grosso” .
    Qualunque sia il vostro impianto, il loro è migliore, hanno gli altoparlanti migliori, gli ampli all’ultimo grido. Intendiamoci ne sono fermamente convinti ma vogliono che anche gli altri riconoscano questa loro superiorità. Se qualcuno osa mettere i dubbio il loro impianto, è indubbiamente un cretino, uno che non capisce niente, anche se a quel punto forse meditano quanche cambio di componenente. Se hanno una buona disponibilità economica, fanno felici i negozianti. Se le loro risorse sono bassine, invece si arroccano sulle loro posizioni e guai a dire che forse, lì in quel passaggio la tim…, perché in tal caso vi siete fatti un nemico.
     
    Quella degli scenografi è una categoria molto ampia.
    Tempo addietro, forse, si sono aperte delle scuole di scenografia e tutti o quasi vi ci sono iscritti. Sono quelli che danno un’importanza estrema alla scena, alla focalizzazioni. Sono perennemente alla ricerca del violino di quinta fila perduto, del battito del piede dell’orchestarle lì in quinta fila, il sesto da sinistra. Il loro tempo dedito all’ascolto viene quasi tutto consumato nello spostamento perenne dei diffusori, che generalmente sono piccoli e da stand, dal loro allontanamento dalla parete posteriore, dal calcolo della distanza tra i due diffusori, e da quella dalle pareti laterali. Questi audiofili sono completamente dimentichi di tutti gli altri parametri della riproduzione, non capendo che la scena e la focalizzazione è uno dei tanti parametri, ma non certo dei più importanti. E come dev’essere questa scena? Alta ampia ingigantita o diventare mezza bellezza?
     
    Esistono poi gli Idraulici, ossessionati dal cambio dei cavi, dalle loro lunghezze, dalle loro foggie, dalle varie categorie, dalle vari attacchi, in ottone,argento, rame, diamante  e dalla portata musicale, dalla loro capacità e dalla loro strozzature, ops volevo dire capacità equalizzatrici. Sono le perle, i benefattori dei costruttori, essendo un cavo un oggetto a ricarico pressoccè tendente a infinito.
    Gli audiofili appartenenti a questa categoria spesso dimenticano il valore del loro impianto e qualcuno arriva anche a spendere per i cavi più del 50% del valore dell’intero impianto.
     
    Altra categoria è quella degli infreddoliti. Sono audiofili in cui l’ampli deve essere necessariamente in classe A, altrimenti sentono freddo Fanno scopa con i minimalisti rappresentati da audiofili, con il loro triodo a riscaldamento diretto senza controreazione, dall’enorme potenza di 1 watt al quale è collegato un singolo altoparlante, casomai senza il diffusore per non spoorcare il suono. La loro sorgente è generalmente costituita da un giradischi con spinta a mano e chiodo affilato per la raccolta dell’informazione allo stato nativo. Talvolta convertiti al digitale acquistano da un rigattiere cd player vecchi di 25 anni a cui fanno togliere all’interno condensatori e molti altri componenti, perché così il suono possa essere più naturale, e poi perché credono che l’invenzione del condensatore sia un’invenzione perniciosa, che va bandita dal mondo dell’elettronica.
     
    Sono personaggi pericolosi di cui diffidare, nel caso vi imbatteste in una trattativa di acquisto di qualcuno dei loro oggetti. Potreste comprare senza saperlo di veri e propri killer  per il vostro impianto.
     
    L’ultima categoria, non molto rappresentata per fortuna è quella degli integralisti presuntuosi.
    Sono audiofili caratterizzati da un loro credo o dogma che dirsi voglia.
    Quelli in cui o solo valvole o niente, quelli del non oversampling o niente, quelli che necessariamente il disco anche arato suona meglio di un Sacd, quelli che la potenza è eccessiva, quelli in cui esiste solo un marchio, quelli il cui confronto con la realtà è un optional, tanto quello che è registrato non è veritiero.
    Sono insomma quelli destinati ad invecchiare precocemente, che non si pongono con il gusto di recepire le novità,  aperti a un confronto leale con gli altri che condividono il medesimo hobby,  vecchi  insomma, come le loro idee integraliste e di presunzione.
  17. bergat

    Tematiche Audio
    16/44.1,  16 /48 20/48, 24/88.2, 24/96, 24,192 ma cosa sono quando si parla di musica digitale? Il primo numero rappresenta il numero dei bit impegnati e il secondo numero la frequenza di campionamento espressa in kHz. Bene iniziamo dall’inizio, che forse è meglio.
    Nel 1936 un certo Claude Elwood Shannon matematico, lontano parente di Thomas Edison, si laurea all’università del Michigan  in matematica e ingegneria elettronica. Nel 1938 ottiene un master presentando uno studio, Un'analisi simbolica dei relè e dei circuiti, in cui getta la base teorica dei sistemi di codificazione, elaborazione e trasmissione digitale dell'informazione.
    Nel 1941 comincia a lavorare nei celebri Laboratori Bell e, a partire dagli anni cinquanta a questa attività aggiunge l'insegnamento al MIT.
    Nei laboratori della Bell, dove rimarrà fino al 1972, Claude Shannon si è occupato di problemi d'ingegneria a livello matematico e intraprende gli studi che lo portano a definire l'entropia nell'informazione, iniziando a porre le basi della teoria dell'informazione.
    Durante la  seconda guerra mondiale il Pentagono gli chiede  di eseguire ricerche sulla possibilità di "guidare" i missili. Nel 1948 pubblica Una teoria matematica della comunicazione, un trattato scientifico di eccelsa qualità anche dal punto di vista della scrittura tecnica. In questo lavoro si concentra sul problema di ricostruire, con un certo grado di certezza, le informazioni trasmesse da un mittente. Shannon utilizza strumenti quali l' analisi casuale, che in quegli anni si stavano appena sviluppando. E’ in questa ricerca che Shannon conia la parola bit, per designare l'unità elementare d'informazione. La sua teoria dell'informazione pose le basi per progettare sistemi informatici partendo dal presupposto che l'importante era cercare di memorizzare le informazioni in modo da poterle trasferire e collegare tra loro.
    Nel 1949 pubblica una sua notevole scoperta ovverossia il teorema del campionamento, che studia la rappresentazione di un segnale continuo (analogico) mediante un insieme discreto di campioni a intervalli regolari (digitalizzazione) e ne da formale dimostrazione.
    Tale teorema afferma che, in una conversione analogico digitale, la minima frequenza di campionamento, necessaria per evitare ambiguità e perdita di informazione nella successiva ricostruzione del segnale analogico originario (ovvero nella riconversione digitale-analogica) con larghezza di banda finita e nota, è pari al doppio della sua frequenza massima.
    Un segnale musicale analogico quindi con una frequenza limitata da 20 a 20.000 Hz, necessita di una frequenza di campionamento pari a 40.000 Hz . Per il CD l’industria ha quindi scelto una frequenza di 44.100 Hz.
    Cosa si intende ber bit?
    Il bit è l’informazione elementare e puo’ assumere due valori (zero o 1) (bianco o nero) (acceso o spento) ecc. ecc.
    Se un bit ha quindi 2 valori, 2 bit in sequenza hanno 4 valori
    00 , 01, 10, 11
     3 bit 8 valori
    000, 001, 010, 011, 100, 101, 110, 111 e così via
    Con 16 bit possiamo rappresentare 2 elevato a 16 ovvero 65.536 valori differenti
    Dato quindi un segnale musicale per quanto complesso limitato in una banda fino a 20.000 Hz, i bit rappresentano il livello, e la frequenza di campionamento,  il valore di quante volte al secondo viene misurato e preso il campione di quel segnale.
    Quindi se 44.100 sono i campioni presi ogni secondo durante il campionamento, 16 bit sono i 65.536 valori rappresentabili.
    Che correlazione c’è tra il numero di bit e la dinamica che il segnale puo’ avere? Esiste una relazione ben specifica ovvero ogni  bit corrisponde a 6 dB di dinamica. Un CD quindi ha la possibilità di memorizzare segnali con una dinamica massima di 96 dB. Il CD così come è stato ideato è quindi un supporto ad elevatissima dinamica, sempre che questa venga sfruttata in registrazione. C’è da dire che la frequenza stabilita dal teorema di Shannon è una frequenza limite. L’innalzamento di tale frequenza (48 KHz, 96 KHz, ecc) aiuta matematicamente la ricostruzione del segnale analogico evitando errori di aliasing, ovvero di errori nella ricostruzione del segnale.
    Quando si ha a che fare con un vinile dove la dinamica, nelle più rosee previsioni è 38dB, bastano 7 bit (7bit x 6 = 42dB). Poiché pero’ non esistono convertitori AD (analogico digitali) a  7bit,  puo’ andare più che bene una conversione 16/48 KHz.
    Un nastro master la cui dinamica è sui 75 dB (13 bit) lo stesso puo’ andare bene una conversione 16/48kHz. Se poi proprio si vuole strafare si registra a 24/96Khz (24 bit= 144 dB di dinamica).
    Oggi però per noi cultori di musica ben riprodotta, preferiamo file di musica ad alta risoluzione quelli che hanno un campionamento  a 24 bit e una frequenza di campionamento minimo di 96.000 Hz, perche in aggiunta a una dinamica disponibile molto ampia, si aggiunge una ricostruzione del segnale, pressoché perfetto più che raddoppiando quanto previsto dal teorema di Shannon.
    Potrebbe sembrare uno spreco di banda e di spazio, ma in realtà attraverso questo eccesso di campionamento e frequenza, ci si avvicina in misura maggiore all’obiettivo di simulare la realtà musicale attraverso la musica riprodotta.
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