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  1. Ludwig van Beethoven, sonate per pianoforte Op.110 e Op.111, Bagatelles Op.126. Yevgeny Sudbin, pianoforte BIS 2019 *** Seguo sempre con interesse le uscite discografiche del pianista russo Yevgeny Sudbin. Ricordo due bei dischi dedicati a Scarlatti, i concerti per pianoforte di Scriabin e Medtner, i concerti di Beethoven. Questa, però, mi pare una delle sue prove meno convincenti. Avevo trovato molto più interessanti e brillanti i suo concerti per pianoforte dello stesso Beethoven. E' come se, alla prova delle opere per pianoforte del Ludwig più maturo (ultime due sonate e Bagatelles Op.126) Sudbin non riuscisse ad andare oltre la superficie. Peccato.
  2. Alexander Krichel, "Al caro distante" musiche di Beethoven, Schumann, Kreisler, Wagner Sony 2019, 96/24 *** Non conosco le altre musiche ma se andiamo al preludio del Tristano di Wagner trascritto dal genero Liszt non resta traccia dell'ardore e della passione originali. Nè di nostalgia per l'amato lontano. E sono tanto compassate le variazioni sinfoniche di Schumann da essere a malapena riconoscibili. Programma impegnativo nella scelta ma eseguito scolasticamente, quasi fosse un saggio di fine anno o una prova di ammissione a qualche corso superiore. Sinceramente è un disco che non riesco a capire. Registrazione standard senza infamia e senza lode.
  3. Schumann, Brahms Sarah Beth Briggs, pianoforte Avie Records, 2019, formato 96/24 *** Mi perdonerà Sarah Beth che non conoscevo fino a questo fisco ma, per suonare Schumann non basta lanciare le farfalline nel bosco. Ci vuole una sana dose di lucida follia. Mentre il Brahms degli ultimi pezzi per pianoforte richiede di aver vissuto a lungo, prima. Se fossimo a Master Chef direi che è meglio riprovarsi su un repertorio più alla sua portata, magari Clementi e Scarlatti se non proprio Mozart. Senza acredine, naturalmente ma con l'affollamento che c'è in queste registrazioni una in più si deve poter giustificare. Suono brillante e basso adeguato. Ok da questo punto di vista.
  4. Franz Schubert: Sonata D 821 Arpeggione, Trio n.1 D 898, fantasia per violino e pianoforte D 934, Trio n.2 D 929 Trio Les Esprits. Adam Laloum, pianoforte, Mi-Sa Yang, violino, Victor Julien-Laferrière, violoncello. Sony 2019 *** Tre talenti di scuola francese, alcune tra le pagine più belle del repertorio cameristico schubertiano, una casa discografica di grande rilievo alle spalla: non sarebbero mancati gli ingredienti per fare di questo un grande disco. L'impressione invece è quella di un buon disco, ma niente di più. Manca quella sensualità e quella sensibilità di fraseggio che occorrono per restituire la magia non scritta di queste pagine. Si ascolta comunque volentieri.
  5. Sibelius le sinfonie Orchestre de Paris Paavo Jarvi RCA 2019, formato 96/24 *** Meglio avvisare che io sono un grande fan della famiglia Jarvi, in particolare di Paavo. Paavo è anche stato insignito di più di una onoreficenza quale promotore della musica di Sibelius, seguendo le orme del padre. Ma ... questa raccolta con l'Orchestra di Parigi mi ha lasciato piuttosto (molto ?) deluso. Il suono manca totalmente dell'atmosfera scandinava che io attribuisco alla musica di Sibelius (un tratto distintivo). Capisco che i francesi avvezzi a Gounod e Massenet, poco ci azzecchino con Sibelius (e chi, ci azzecca con Sibelius se non gli scandinavi ?) Ma Jarvi ... ? Che lo conosce da prima di nascere ? Ne fa un suono molto veloce, molto rapido, molto ... privo di quel pathos che io ritengo necessario per rendere questo monumento (Sibelius) e questa musica (non sempre comprensibilissima). Ne farò presto un confronto con le due edizioni che conosco di papà Neeme. Dopo un ascolto lungamente approfondito.
  6. da Varsavia a Parigi Rafal Blechacz e Bomsori Kim Musiche di Fauré, Debussy, Szymanowski, Chopin Deutsche Grammophon 2019, formato 96/24 *** Un incontro di giovani. Nel libretto si racconta di come casualmente cercando un partner violinista per fare questo disco, Blechacz abbia contattato la Bomsori mentre lei avrebbe gradito questo contatto, avendolo ascoltato ad un concorso. Ne è venuto questo (primo ?) disco piuttosto intenso, guidato dal suono del suo Guadagnini del 1774, molto bello, e lei con un tratto intenso ben supportato dalla solidità del tratto di lui. Non sarà certo un riferimento per questo repertorio ma un disco molto bello. Da **** (4 stelle).
  7. Chopin : Notturni Op. 55, Mazurke Op. 56, Berceuse Op. 57, Sonata n.3 Maurizio Pollini Deutsche Grammophon 2019, formato 96/24 *** Disponibile da ieri e già acclamato dalla critica. In effetti, un recupero rispetto a prove meno convincenti del recente passato c'è. Suono pieno e possente, un pò secco.
  8. Mendelssohn e Britten, concerti per violino e orchestra Sebastian Bohren, violino Royal Liverpool Philarmonic Orchestra diretta da Andrew Litton RCA 2019 formato 96/24 *** Bel disco, buona presenza, violino in evidenza ma senza strafare, meno definito in Mendelssohn, più focalizzato in Britten. Buona interpretazione di un violinista che certamente si farà (suona un Guarnieri del Gesù di fine '700). L'Orchestra di Liverpool non sapevo nemmeno che esistesse ma ha un bel suono. Litton è molto celebrato in patria. Qui, con il violinista, tentano la carta di inserire Britten in un contesto puramente romantico. Ci sta ma operazione riuscita solo in parte. Non ho capito che ci azzecca la Serenata di Chaikovsky come brano finale ...
  9. The Tokyo Gala Concert 120 anni della Deutsche Grammophon Seiji Ozawa, Anne-Sophie Mutter, Diego Matheuz, Saito Kinen Orchestra DG 2019 formato liquido 96/24 *** Primo ascolto DG del 2019. Tutto sommato un bel disco per essere celebrativo. Al vecchio Ozawa non si può chiedere di essere Mravinski ma sa essere convincente e ci da dentro per tutta la 5a sinfonia di Chaikovsky. La Mutter è in grande spolvero, specialmente nel Rondò Capriccioso di Saint-Saens. Una volta un disco celebrativo che ha la sua ragione d'essere. Probabilmente perchè semplicemente sentito (nelle note viene rimarcato che Ozawa conosce la Mutter da quando lei aveva 15 anni, presentagli ovviamente, da Karajan). Bel suono con bassi possenti e buon equilibrio. Un pò in evidenza il violino solista ma nulla di eccessivo. Registrazione del 5 dicembre 2018, subito riversata e distribuita. Un bel modo di iniziare l'anno. Altro che concerto da Vienna ... col figlio del macellaio tedesco.
  10. Liszt, Studio d'esecuzione trascendente, Parafrase sul Rigoletto, Studi da concerto La Leggierezza Boris Giltburg Naxos, 2019 Formato 96/24 *** In fondo non sono un grandissimo fan di Boris Giltburg. Però ci tengo a rimarcare - magari in attesa di una recensione più approfondita - alcuni aspetti interessanti di questo disco. Giltburg sottolinea che il titolo effettivo non debba essere anglicizzato, non sono studi trascendentali, non c'è filosofia o metafisica, sono studi d'esecuzione trascendente. Trascendente le capacità dell'esecutore che con essi può e deve evolvere ad un livello superiore. Come è giusto che sia per degli studi. Giltburg, benchè abbia oramai un certo "nome", resta legato con un marchio che troppo spesso è ingiustamente identificato con economico e da catalogo. E' un errore, nel catalogo Naxos ci sono tesori introvabili altrove. Il suono. Bello, pieno, bilanciato, caldo, con grandi bassi. Come piace a me. Bravo Boris. Ti ascolterò con più attenzione.
  11. Mozart, sinfonie n. 13, 16, 29,40 Folkwang Kammerorchester Essen Johannes Klumpp Genuin 2019 formato 96/24 *** Bel suono limpido, cristallino con buona dinamica. Per il resto si tratta di una buona esecuzione ma che non aggiunge molto alla sterminata collezione di registrazioni di queste sinfonie. Originale la scelta di accoppiamento ma nulla più. Ritmi accelerati. In alcuni momenti anche troppo. Trascurabile.
  12. Chaikovsky e Dvorak Serenate per Archi Archi di Santa Cecilia Luigi Piovano Arcana, registrazione del 2015 formato 88.2/24 *** Bel disco che dimostra, se ce fosse bisogno che anche un grande formazione orchestrale italiana può dare vita a complessi autonomi in grado di avere attività concertistica e discografica propria. Contiamo ... con continuità. Registrazione tersa e chiara con equilibri tra le parti. Note anche in italiano
  13. Stenhammar, sinfonia n.2 e Serenade Gothenburg Symphony diretta da Herbert Blomstedt Bis, formato 96/24 *** Accidenti, lo sapete chi è stato il primo direttore dell'orchestra sinfonica di Gothenburg ? Willelmh Stenhammar, ovviamente. Questo disco live potrebbe essere celebrativo a distanza di un secolo dalle prime assolute. Ma sinceramente non mi ha convinto per nulla. La musica di Stenhammar ha bisogno di tanto, tanto più ardore per trasmettere tutto quello che contiene. Lindberg - disco dell'anno per il 2018 - sempre per la Bis ha consegnato alla storia interpretazione di ben altro spessore. Non me ne vorrà il vecchio Blomstedt ma qui non c'è molto da prendere. Fossi stato in sala, temo che mi sarei addormentato (non ci credete ? Mi è successo durante l'Aida all'Arena di Verona ...).
  14. Bach, partita n. 4, concerto in stile italiano, Bach/Busoni Ciaccona Federico Colli, pianoforte Steinway D Chandos 2019, formato 96/24 *** Stile cristallino e tocco cembalistico del trentenne bresciano che incide per l'inglse Chandos (vedere anche il disco di Scarlatti del 2017). Dalle note di suo pugno sul libretto - profonde ed articolate - sembra che sappia quello che fa. In generale bella prova ma che alla "prima lettura" non mi ha coinvolto del tutto. La riascolteremo a lungo. Suono leggero con bassi assenti, ad assecondare l'impressione cembalistica.
  15. Mendelssohn Concerti per pianoforte, rondò, capriccio brillante Ronald Brautigam, pianoforte Die Kolner Akademie diretta da Michael Willens BIS, formato SACD, SACD multichannel e 96/24 *** Musica degli anni '30 su un pianoforte Pleyel del 1830 (nella realtà un Pleyel riprodotto nel 2010 ma comunque fedele in tutto all'originale). più precisamente questo McNulty il risultato è fedele ma brillante nelle mani di un pianista sensibile come Brautigam. Chi non è abituato ai pianoforti d'epoca ci dovrà fare l'abitudine ma in questo caso non è come certe ricostruzioni filologiche fini a se stesse. Veramente un bel disco e Bis dimostra curiosità anche nel repertorio non scandinavo. Come passare una serata in società a Parigi, nel 1831 o nel 1837 (le date di composizione dei due concerti) in compagnia del giovane Felix e dei suoi amici. Consigliato.
  16. The Polish Violin Karlowicz, Szymanowski, Wieniawski, Moszkowski Jennifer Pike viliono, Petr Limonov Piano Chandos 2019, registrazioni dell'agosto 2018 Formato 96/24 *** Gran bel disco di repertorio per noi abbastanza desueto, il violino polacco da camera di inizio secolo scorso e della seconda metà dell'800. Bravi gli interpreti. Chiaro il suono. Repertorio brillante, a tratti salottiero. Jennifer Pike ha avuto in prestito un Guarneri del Gesù del 1733 per la registrazione. Bel disco.
  17. Kalevi Aho Concerto per trombone Concerto per tromba Jorjen Van Rijen, Alain Rudder, Antwerp Symphony Orchestra, Martyn Brabbins direttore BIS 2018 ma uscito nel 2019 Registrazioni del 2015 formato 96/24 *** Più contemporaneo di così si muore, l'autore - che firma anche parte delle note - è del 1949 e queste due composizioni sono del 2010 e del 2011. Richiedono grande virtuosismo nei solisti e l'interpretazione non può che essere giurata in quanto eseguita davanti all'autore o sotto la direzione dell'autore. Credo siano prime registrazioni assolute e bene fa Bis a valorizzare il patrimonio sconosciuto dei compositori della scandinavia (in questo caso Finlandia). Aho ha all'attivo parecchie composizioni. Tutto sommato interessanti (anche perchè a me piace tutto ciò ha gli ottoni in evidenza). Ma certo non un ascolto da dopo pranzo ...
  18. Concerto per violino e orchestra d'archi in Re minore Sinfonie per archi 1-6 Munchner Rundfunkorchester Henry Raudales solista e direttore BR Klassik 2019, formato 44/24 *** E' una raccolta di registrazioni dal 2006 al 2018, una specie di vetrina per orchestra (non troppo nota) e direttore (altrettanto). Fa comunque bene l'etichetta a valorizzare anche artisti emergenti insieme a star molto conosciute. Non fingerò che le sinfonie per archi di Mendelssohn siano tra i miei brani preferiti. Nella realtà mi hanno sempre fatto addormentare. Mozartiano ma "gajardo" invece il concerto per violino in Re minore, spesso in repertorio e che secondo me meriterebbe più attenzione. Qui vale il disco. Per il resto ben registrato come di consueto per questa etichetta.
  19. Recensioni e impressioni rapide di dischi ascoltati durante il 2019.I dischi più meritevoli verranno recensiti approfonditamente a parte.
  20. Ancora un bel disco della collana che Harmonia Mundi dedica a Claude Debussy nel centenario della morte. Questa è il primo libro dei Préludes (il secondo era già uscito qualche mese fa con Melnikov) eseguito ottimamente dal pianista spagnolo Javier Perianes. Una lettura "orchestrale" con un'eccellente resa dei timbri e dei contrasti, senza che questo vada mai a scapito della trasparenza del suono, anzi. Non conoscevo Perianes e questo disco è stata una piacevolissima scoperta.
  21. Ancora due dischi da Harmonia Mundi dedicati a Claude Debussy, nel centenario della morte. Bella questa iniziativa dell'etichetta francese di chiedere ai propri migliori artisti di interpretare opere di Debussy. In qualche caso i risultati sono stati di sicuro interesse. Il primo disco è dedicato alle sonate da camera (sonata per violino e pianoforte, sonate per flauto, viola e arpa e sonata per violoncello e pianoforte) e ad alcuni brani per piano dello stesso periodo. Tutte opere composte durante la prima guerra mondiale. Gli interpreti sono vari. Svettano l'interpretazione della Faust e di Melnikov della sonata per violino e quella di Tamestit, de Maistre e Mosnier della bellissima sonata per flauto, viola e arpa. Lo consiglio.Ho invece trovato più ordinario il disco di NIkolai Lugansky. Sicuramente un buon disco, ben eseguito, con la consueta pulizia di suono che lo contraddistingue, ma niente di più. Una riprova che Lugansky fatica ancora a uscire dal suo repertorio d'elezione (Rachmaninov e Chopin).
  22. Niccolò Paganini, sonate per violino e chitarra. Fabio Biondi (violino), Giangiacomo Pinardi (chitarra) Glossa 2018 *** E' questo un Paganini diverso dal virtuoso che siamo abituati ad associare ai 24 Capricci, più vicino se vogliamo al classicismo viennese di Haydn. Queste sonate per violino e chitarra sono una vera delizia da ascoltare. Fabio Biondi e Giangiacomo Pinardi ci regalano un'interpretazione vivace e gioiosa, registrata straordinariamente bene. Consigliato.
  23. Debussy, Préludes I livre, Satie, 6 Gnosiennes e 3 Gymnopédies. Fazil Say, pianoforte. Warner Classics 2018 *** Il genialoide pianista turco Fazil Say si aggiunge alla lista dei pianisti che omaggiano Claude Debussy nel centenario della sua scomparsa. Canta, canta incessantemente il buon Fazil nell'arco di tutto il disco, ma l'impressione è che la musica che si immagina nella sua testa sia diversa da quella che poi gli esce dal pianoforte. L'ascolto mi ha un po' sconcertato: intuizioni interessanti si alternano a momenti in cui "tira dritto" senza pensarci troppo. In questo repertorio ci si confronta con interpretazioni di altissimo livello alcune storiche, come quelle di Gieseking o di Arturo Benedetti Michelangeli, ma anche recenti, come la bella integrale di Jean-Efflam Bavouzet. Fazil Say si riscatta nella seconda parte del disco, decisamente migliore, dedicata ad alcune delle pagine più note di Erik Satie.
  24. Neeme Jarvi alla testa della Gothenburg Symphony Orchestra DG 2018 Formato CD compilation di autori scandinavi (Stenhammar, Sibelius, Berwald, Nielsen, Grieg, Rautavaara, Larsson, e altri) *** Poco meno di nove ore di musica con brani noti e meno noti di autori scandinavi noti e meno noti. Il filo conduttore è la grande orchestra di Gothenburg resa tale dal grande Neeme Jarvi in decenni di collaborazione. Il direttore estone si trova completamente a suo agio in queste musiche che negli anni ha promosso in tutto il mondo, favorendone in alcuni casi il reingresso o l'ingresso nel repertorio comune. Si tratta di una compilation e in quanto tale non riporta tutte le composizioni nella loro integralità. Ma tanto basta per incuriosire in alcuni casi e guidare alla scoperta di un mondo atipico e molto legato a quel territorio, unico, freddo, ostile ma al contempo vivo e appassionato. Vulcani tra i fiordi. Jarvi non ha ancora deciso di passare del tutto la bacchetta ai due figli. Ne è prova la prossima uscita per la BIS di un nuovo disco dedicato a Stenhammar. Consigliatissimo.
  25. Debussy...et la jazz Quartetto Debussy (Christophe Collette, Marc Vieillefon, Vincent Deprecq, Cédric Conchon), Jacky Terrasson (piano), Vincent Peirani (fisarmonica), Franck Tortiller (vibrafono), Jean-Philippe Collard-Neven(piano), Jean-Louis Rassinfosse (contrabbasso) Harmonia Mundi 2018 *** Nel centenario della morte di Claude Debussy Harmonia Mundi ha chiesto ad alcuni suoi artisti di rileggere pagine del compositore francese. Da qui questa serie di dischi molto interessante, non ancora arrivata alla fine. Questo è con certezza il più originale di tutti quelli in qui ascoltati. Il Quartetto Debussy rivisita alcuni dei Préludes di Debussy con la collaborazione di alcuni musicisti jazz. Si tratta di riletture molto rispettose della musica e dello spirito degli originali, ma con una freschezza e una gioia di far musica insieme che non mi sarei aspettato. In realtà mi aspettavo delle interpretazioni molto più radicali in chiave jazz, ma va benissimo così. In fondo Harmonia Mundi non è la Blue Note
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