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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 18/01/2022 in Blog Entries

  1. Essere appassionato di arti marziali tradizionali per me significa non solo praticarle, ma anche approfondire la parte culturale e storica. Quando si parla di arti marziali (tradizionali, no MMA ed altri sport da combattimento) si pensa all’Oriente, alla Cina con i suoi mille stili di Kung-fu, al Giappone con il Karate, il Jujutsu l’Aikido ecc.), all’Indonesia e così via. Particolare di affresco che rappresenta monaci combattenti, parete del Monastero di Shaolin Donna cinese praticante di Kung Fu, anni trenta circa. Ma… sarebbe ben strano che l’Europa non avesse avuto arti marziali tradizionali, con tutte le guerre le sommosse, i duelli, le congiure… Infatti le ha, o meglio le aveva. La differenza con l'Oriente penso che sia perchè da noi in Europa l’avvento precoce delle armi da fuoco ed altre questioni socio politiche le hanno fatte dimenticare in gran parte o sono state trasformate radicalmente in discipline sportive come la scherma, la lotta e il pugilato, così sembrerebbe sia rimasta solo qualche rievocazione storica dall’accuratezza a volte buona, a volte discutibile. Invece no, da molti anni in Europa c’è un rinnovato e profondo interesse nel recupero di queste tradizioni marziali e ci sono molte associazioni, anche da noi in Italia, che si dedicano alla pratica della “scherma storica” e ricercano attivamente documenti e testimonianze di queste antiche discipline. Dal sito della HEMA (Historical European Martial Arts) che ha numerose scuole in Italia. Anni fa incontravo sul treno che mi porta a casa dal lavoro un maestro di “scherma” medievale con cui ho fatto lunghe chiacchierate ed ho conosciuto in varie occasioni altri appassionati praticanti (un paio sono stati miei studenti all’Università) che mi hanno incuriosito, così mi sono interessato, ma solo a livello di storia e cultura. La difficoltà principale nello studio della scherma storica, mi si raccontava, sta nel fatto che essendosi interrotta o quasi la tradizione, rimangono quasi solo dei documenti, che sono molto rari. Da un antico codice medievale Uno dei più interessanti e completi è il Flos Duellatorum “Il florilegio dei duellatori” un manuale tecnico scritto all’inizio del 1400 da Fiore de’ Liberi da Premariacco, un maestro d’armi friulano (Premariacco è vicino a Cividale del Friuli) di grande fama, il primo maestro di scherma italiana di cui sia rimasta traccia scritta (si sa di altri grandi maestri italiani prima di lui, ma di loro non si hanno documenti). Fiore insegnò presso diverse Signorie, e numerosi suoi allievi si distinsero come validi combattenti. Per desiderio del marchese d’Este Fiore stese un trattato, il Flos Duellatorum appunto, dove riassumeva le sue conoscenze sul combattimento corpo a corpo con e senza armi. Il suo trattato ebbe un enorme successo ai tempi e esercitò una grandissima influenza sullo sviluppo della scherma italiana. Purtroppo con i secoli andò quasi perduto, oggi ne esistono solo tre copie (due originali ed una copia se non erro anastatica), non complete. La dedizione e la buona volontà di alcuni appassionati membri di associazioni di scherma storica hanno però reso disponibili delle copie anche in pdf, che sono a disposizione di tutti. Inutile dire che me ne sono scaricata una , corredata da un interessante introduzione ad opera del curatore che ha anche inserito chiare spiegazioni. E’ una specie di manuale, un quaderno tecnico potremmo dire in cui Fiore de’ Liberi illustra con disegni e didascalie vagamente poetiche (in uno strano mix di latino e volgare/veneto) i suoi metodi di combattimento. Le figure sono statiche, ossia “congelano” uno, raramente due momenti dell’applicazione di ogni tecnica, in cui chi applica (il “magister”) ha una coroncina in testa, chi subisce no. Questa staticità rende spesso difficile l’interpretazione, ma non del tutto impossibile. Le tecniche poi sono “avanzate”, ossia il manuale non è rivolto a principianti a cui si devono insegnare le basi, ma è una sintesi di tecniche di alto livello, rivolte ad uomini che hanno già un buon bagaglio di pratica e di esperienza e vogliono perfezionarsi, perché allora non era un gioco né uno sport. Va da sè quindi che pensare di imparare dal Flos duellatorum, senza un background di scherma e lotta è ridicolo, come fa notare il curatore. Quello che si può fare, da parte di gente già preparata, sperimentare delle possibili applicazioni e vedere se funzionano. (c) Christian Heusch, applicazione di una tecnica di scherma storica di scuola tedesca. Questo è un altro mandarte in terra e ligadura E contra tal presa non è la persona ben segura Che impressione mi ha fatto? Come chiunque l’abbia letto o studiato, sono ammirato. Si capisce che si è di fronte ad un maestro che ha una conoscenza completa, eclettica. Il termine Scherma come lo intendiamo oggi è riduttivo, perché c’è dentro di tutto. Il combattimento a mani nude che è all’inizio, è basato suprattutto su leve, strangolamenti, proiezioni e meno su percosse (un’eredità delle discipline di lotta), poi si passa a mani nude contro daga, daga contro spada, spada contro spada (quanti modi inaspettati ci sono di usare una spada!), tecniche di disarmo, uso del bastone, combattimento a cavallo o a piedi contro un cavaliere e così via. Votato all’efficacia estrema, ci sono tantissime tecniche “sporche”: è un manuale “militare”, non si tratta di combattimento d’onore “cortese”. Cum lo mio bracio stanco lo drito t'ò ligado Et de molte feride sarai apresentado Lo vecio che in terra tu sei subito per andar De questo tente certo, mo non de levar. Curiosamente ma non troppo, perchè tutti gli uomini hanno due braccia e due gambe, ci ho ritrovato molte tecniche a mani nude presenti nelle arti orientali, soprattutto jujutsu. Addirittura, grazie a Fiore de’ Liberi ho capito il senso di alcune figure delle forme di spada del Tai Chi Chuan il cui significato è spiegato in modo fumoso dal 99% dei maestri di Tai Chi. Fantastico. La pratica di queste arti marziali occidentali per me ha una ragion d’essere non solo come disciplina del corpo ma anche come conservazione di un patrimonio storico culturale, al pari delle opere d’arte. La non grande diffusione da noi, oltre che alla scarsa conoscenza della loro esistenza (ma questo sta rapidamente cambiando) penso sia dovuta al fatto che per praticarle occorrono attrezzature costose (servono armi adeguate e protezioni adeguate) ed il loro studio richiede profonda dedizione, Sempre da un sito HEMA. L'attrezzatura per gli allenamenti è ricca e costosa e per chi vuole praticare in armatura ancora di più! Inoltre la “chimera” della difesa personale si applica di meno (anche se a ben vedere le tecniche a mani nude illustrate da Fiore non hanno nulla da invidiare a quel che si fa oggi, anzi…).
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  2. Piotr Naskrecki è una figura particolare nel mondo della macrofotografia: scienziato e fotografo allo stesso tempo. Usa la fotocamera per documentare le sue ricerche, ma anche per trasmettere al mondo la bellezza delle piccole creature che ci circondano, troppo spesso sconosciute o trascurate. Ebbi modo di intervistarlo "telematicamente" qualche tempo fa e questo mio contributo è in parte basato sul nostro scambio di email. Naskrecki ha lavorato al Museum of Comparative Zoology (Museo di Zoologia Comparata) all’Università di Harvard, a Cambridge, Massachussets (USA) e all'Università del Connecticut. La sua ricerca è incentrata soprattutto sull’evoluzione degli insetti ma è anche coinvolto in numerosi progetti scientifici e di divulgazione correlati con la conservazione delle foreste pluviali tropicali. Il suo interesse per la macrofotografia è iniziato una ventina d'anni fa quando la moglie gli ha regalato per Natale una Nikon N 6006 (F601). Dall'uso della fotocamera come mezzo per illustrare gli organismi su cui lavorava al fare della fotografia una passione il passo è stato breve. Non è interessato fotografare uccelli o mammiferi, perché trova che il piccolo mondo che ci circonda sia molto più affascinante. Attualmente usa soprattutto fotocamere ed obiettivi Canon. Come fotografo cerca sempre di portare alla luce la bellezza di quei soggetti che sfugge ai nostri occhi per via delle dimensioni del mondo in cui noi siamo abituati a vivere. Rendendo i soggetti più grandi del reale, Naskrecki ci porta alla loro scala, permettendoci di vedere strutture, simmetrie e forme normalmente nascoste. Una splendida Mantide tropicale Nemia, un Neurottero tropicale Typophyllum un ortottero mimetico Nello stesso tempo cerca di ricreare la prospettiva e la tridimensionalità di questo microscopico mondo. Per questo usa spesso i grandangoli (15-35mm) con un tubo di prolunga corto, in modo da focheggiare molto vicino pur mantenendo una prospettiva ampia e notevole profondità di campo in modo da cogliere l’ambiente in cui vive il soggetto. Un ortottero del Mozambico, ambientato. Un altro ortottero tropicale In altri contesti usa obiettivi macro e, per soggetti molto piccoli, come le formiche lavora a rapporti di riproduzione molto elevati sfruttando il Canon MPE 65mm, che arriva a 5:1. Se vuole includere qualcosa di più del solo soggetto centrale, usa grandangoli tradizionali Le sue gallerie sono diverse (ma ugualmente spettacolari), rivelando posture insolite, oppure interazioni fra (minuscoli) organismi, che per venire ripresi, richiedono abilità ed esperienza. Per ottenere questi risulta occorre una grande conoscenza del soggetto. Ogni volta che inizia un nuovo progetto fotografico, comincia documentandosi approfonditamente in quanto una buona preparazione fondamentale se si è interessati al comportamento animale. Si può persino arrivare ad osservare e documentare comportamenti che nessun altro ha mai visto prima. Naskrecki rimane comunque prima uno scienziato e poi un fotografo. Usa la fotografia principalmente per documentare il suo lavoro e come strumento educativo alla comprensione del comportamento animale e alla conservazione della natura. Raganella tropicale, Papua Nuova Guinea Pronto al duello... Granchio del Costarica Ma a parte la documentazione scientifica, quando fotografa, il messaggio principale che Naskrecki cerca di trasmettere con le sue foto è che esiste un mondo bellissimo e complesso costituito da organismi di cui pochissima gente sa qualcosa. Si tratta invece di membri affascinanti, coloratissimi e di fondamentale importanza per la sopravvivenza delle comunità biologiche. Spesso sono minacciati quanto i panda e le tigri, ma ricevono poca attenzione dal pubblico e dai conservazionisti, solo perché in pochi sanno della loro esistenza. Mostrarli da vicino è il primo passo per apprezzarli e proteggerli. Piotr Naskrecki, (dal sito Uconn Today) Non perdetevi il suo interessantissimo sito: http://www.insectphotography.com/ E il suo fantastico Blog: https://thesmallermajority.com/ NOTA: Tutte le foto sono (c) di Piotr Naskrecki, qui mostrate solo allo scopo di illustrare la sua opera ad esclusione del suo ritratto, preso dal sito Uconn Today. DISCLAIMER: All the photos shown here are (c) by Piotr Naskrecki, published here only to illustrate his work, apart for his portrait, taken from the site Uconn Today.
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