Nikon AF-S Nikkor 300mm f/4E PF ED VR
Non sono molti gli obiettivi Nikon cui quest'anno ho potuto dedicare un articolo, meno che mai le novita', nonostante l'archivio 2015 Nikonland abbia superato il record di piu' di trenta recensioni su obiettivi di varie Case :
certamente pero' oltre al test su strada del 20/1,8 AFS di inizio anno, mi sarebbe mancato di non poter provare questo teleobiettivo rivoluzionario (per il mercato intero) che si definisce da se' con la chilometrica sfilza delle sigle che lo contraddistinguono
A darmene modo ci ha pensato, al solito, il mio amico Mauro Maratta che per poco piu' un mese, dalla fine di settembre all'inizio di novembre, ha fatto si che lo avessi a disposizione per maturare un pensiero in proposito.
Per quanto gia' da lui ben messo in risalto nel suo test in agosto, specificamente in senso tecnico, rimando appunto a quel suo articolo, mentre qui vorrei spendere qualche parola in piu' sulle velleita' di questo peso piuma fra i 300mm in relazione alla sua duttilita', la dote che, a mio avviso, meglio lo caratterizza in sintesi.
Cominciamo subito a dire che tra quella selva di sigle della foto commerciale qui sopra, per prima campeggia quella FX a definire il formato dell'obiettivo: che poi sia questa la prima delle caratteristiche a potersi piegare al servizio delle opportunita' che cerchi il fotografo, grazie all'elevata densita' di pixel nei sensori FX di attuale generazione, per la quale facilmente, riducendosi al formato DX darebbe modo di utilizzare questo tele con un angolo di visione di un 450mm f/4 senza bisogno di alcun moltiplicatore
(cosi' come utilizzandolo direttamente su di una reflex DX di gamma alta, proprio come suggerito da Mauro nel suo articolo)
Poi, certo, quella sigla PF = Phase Fresnel (lens), che identifica nell'elemento ottico (colorato in verde nello schema) la rivoluzionaria idea che definisce questo e pochissimi altri progetti, (da poco anche Sigma al riguardo dichiara work in progress) nell'intento di compensare l'aberrazione cromatica che affliggerebbe quest'obiettivo in assenza di questa correzione ottica e che consente la costruzione corta e compatta che distingue, dagli altri pari focale, questo Nikon.
A seguire, la lettera E dopo il valore di apertura massima, a significare la presenza di quel diaframma elettromagnetico che fa abdicare finalmente da leveraggi e rimandi che aumentano pesi, tolleranze e costi di quegli obiettivi che non ne siano dotati.
Poi tutto cio' che ci si aspetta da una realizzazione moderna, come il coating alla fluorite ed i vetri speciali ED a bassa dispersione, il sistema di riduzione delle vibrazioni VR di seconda generazione, il motore SWM in effetti ben efficiente nelle prove che ho effettuato, i nanocristalli, la struttura IF della messa a fuoco, cosicche' non cambino le dimensioni del barilotto alle piu' corte distanze di maf ed il trattamento SIC di ottimizzazione alle stesse distanze, da ultimo, ma non per ultimo, il peso realmente contenuto di soli 755 grammi.
Tutte ragioni di acquisto, nonostante un prezzo di vendita non esattamente invogliante.
In questo mese di utilizzo (ed in quest'altro di ...meditazione) dice il mio Lightroom che ho scattato 2500 fotogrammi col Nikon 300/4 PF a soggetti dei piu' vari, derivandone in sostanza un'idea che mi ha accompagnato fino ad ora che ne scrivo:
quella di aver avuto a che fare con un raro esempio di obiettivo che non impone la sua personalita' ad ogni costo, ma che si piega alle impostazioni settate di volta in volta dal fotografo, riuscendo ad ottenere comunque un file gestibilissimo in post produzione.
Cerco di spiegare meglio la mia idea con le foto che me l'hanno suggerita:
qui siamo a Selinunte in una giornata nuvolosa e ricca di contrasti luminosi in cui, appena soltanto girandosi a destra o a sinistra questo 300mm riesce a dare risposte differenti
ad esigenze interpretative differenti
senza ausilio di post produzione
salvo che nella prima delle tre, in controluce indiretto, che ha necessitato di un lieve rafforzamento nel contrasto e di accentuazione nelle ombre...diversamente da come capiterebbe con un usuale inquadratura del genere.
Stesso... feeling a Segesta,
nel tardo pomeriggio di una giornata piovosa, dove dall'alto della collina che conserva il Teatro Elimo,
sia le gradinate
sia il panorama sull'autostrada sottostante fortemente desaturo,
necessitano di un ritocchino di cursore, sempre su contrasto e neri, piuttosto che ombre, per essere riportati (con facilita') al risultato richiesto
oppure di un delicato lampo di flash,
per far risaltare il primo piano sullo sfondo
...e nulla di piu'
Invece,
basta inserire in inquadratura, nelle stesse condizioni di luce, dei colori netti
o una luce piu' satura
e le immagini possono tranquillamente transitare dalla scheda allo stampatore
Coerentemente con questa teoria, lontano da grigi e azzurri, condizionanti, non appena si transiti su tonalita' piu' inclini alle rapide variazioni di contrasto, come verdi e rossi, il risultato in termini di file "pronto e servito" e' ancora piu' chiaro
ritrovandosi a dover esercitare correzioni di postproduzione (mai eccessive), quando ci si ritrovi ad articolare su tinte piu' chiare ed omogenee,
Insomma,
un obiettivo con cui ragionare in termini cromatici del soggetto riveste una ragione particolare
e col quale nessun soggetto appare mai insignificante in termini di nitidezza, profondita' di campo e sfumatura dei colori
Per cosa si usa un teleobiettivo se non per avvicinare soggetti lontani e magari anche in rapido movimento?
congelandoli in una fase agonistica
o conferendo loro dinamismo attraverso un leggero panning, che grazie al VR e alla leggerezza e compattezza sembra essere proprio l'arma vincente di questo 300mm nelle mani del giusto fotografo
(non certo nelle mie... )
e definendoli nel controluce piu' ostico, risolvibile non solo per le qualita' del sensore, ma sopratutto per la definizione, non esasperata, ma determinante dell'elemento PF di questo Nikon
Dove la mia sensazione di aver a che fare con un obiettivo dalla natura differente da quella dei teleobiettivi fissi di alto livello (ai quali per categoria di prezzo almeno, questo 300mm si avvicina), e' stato proprio nelle foto scattate a mare:
sfruttando controluce e cromie dei soggetti nessuna difficolta (=nessuna necessita' di postprodurre)
dove invece lo sfondo e' uniforme, le tonalita' di celeste, azzurro e blu si fondono ed il soggetto e' drammaticamente lontano (per un 300mm in FX), il discorso cambia e si deve rimetter mano al software, sempre su quel paio di parametri (mai o quasi clarity, solo contrasto e sottoesposizione sulle ombre)
(le ultime tre croppatissime...)
Ancora un esempio,
giornata 1 (luce contrastata) niente pp
stessa spiaggia, stesso soggetto, giornata 2 (luce smorta) necessita' di postprodurre
e con un pelo di contrasto e neri in piu'
Idee a parte, non ho fin qui profferito verbo sulle qualita' che si richiedono ad un teleobiettivo concepito di questo livello qualitativo e... di prezzo, ossia la velocita' del motore SWM durante una raffica di scatti, l'affidabilita' del suo VR, oltre alla sensazione di tridimensionalita' fornita dallo schiacciamento dei piani prospettici, che per un 300mm determina motivo di acquisto anche in caso di utilizzi difformi da quelli sportivo-naturalistici
Ed in questo senso le doti di questo Nikon AFS 300/4 PF emergono di pari passo con la sua facilita' di utilizzo a mano libera, sempre
come detto, una focale da 8° di angolo di campo su FX che consente di inquadrare a distanza per fare emergere dettagli altrimenti difficili da cogliere ad uno sguardo di insieme
e subito pronto a cogliere l'opportunita' di staccare il soggetto dallo sfondo circostante
taccuino di appunti che passa inosservato
ma sempre in grado, lui, di osservare
Max Aquila per Nikonland 2015 ©
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