Articolo originariamente pubblicato su Nikonland 1.0 nel 2016 ma ancora del tutto attuale
Con D2h e D2x il 300/2.8 era il mio standard nello sport.
In DX il 300/2.8 resta un 300 mm luminoso ma inquadra il campo quasi di un 500/4, restando tutto sommato compatto ed abbordabile.
Il passaggio al full-frame con la D3 lo ha relegato in un ruolo di secondo piano.
Nel tempo mi sono dotato di 500/4, 600/4 per poi standardizzare sul 400/2.8.
Il 400/2.8 è un obiettivo straordinario ma è anche una vera capital ship, oltre ad essere enorme e pesante.
Ecco che con il ritorno di macchine DX prestanti come la D7100 e la D7200, il 300/2.8 ritorna di prepotenza l'obiettivo giusto per fare tante cose
Così nel tempo ho venduto tutti gli altri supetele per tenere solamente questo ultimo, fantastico 300mm F2.8 nella sua seconda versione stabilizzata.
Vediamolo insieme.
con la usuale cappacopripolvere in materiale sintetico.
Come già sapete, tutti i supertele Nikon vengono forniti senza tappo frontale.
La prima lente (in realtà un vetro ottico posto a protezione delle restanti lenti) ha un diametro esagerato per un normale tappo a vite.
Così la cappa copripolvere funge da protezione integrale, avvolgendo di fatto il paraluce.
il paraluce è un oggetto di straordinaria fattura, in fibra di carbonio resistentissima ad urti ed abusi.
Costa anche come un buon obiettivo normale ... se vi capitasse di perderlo e frantumarlo con una mazza, è meglio saperlo !
eccolo qua, il paraluce a stadio unico che si blocca in posizione con una vite.
A riposo si rovolta sull'obiettivo stesso.
di ultima generazione i comandi di controllo per innescare o disinnescare lo stabilizzatore, su due posizioni "normale" e "sport".
L'obiettivo è anche dotato di limitatore della messa a fuoco (a partire da 6 metri) e di memorie di punti di messa a fuoco (mai usate se non per prova).
attacco standard, ancora con la camma per controllare meccanicamente il diaframma
il collarino del treppiedi è quello usuale di Nikon. Non esasperatamente stabili.
Va bene però per i miei usi con monopiede.
la vista frontale di questo pozzo di vetro e luce
ed eccolo qui in tutta la sua estensione con il paraluce in posizione da combattimento
Con questo 300/2.8 Nikon ha presentato anche - come faceva una volta - un duplicatore 2x dedicato, dotato di lente asferica.
A dispetto delle versioni precedenti, qui il degrado dell'immagine è veramente ridotto.
Infatti, per le prestazioni esibite, è l'unico teleconverter che ho trattenuto in casa.
E' troppo comodo avere la possibilità quando serve di inserire un affarino di 5 cm ed avere magicamente un 600/5.6 VR II ancora compatto con poca spesa ...
Costruttivamente l'obiettivo non si presta ad alcuna critica.
Io lo possiedo da 6 anni e non ha mai lamentato il minimo problema.
Adesso l'azionamento del motore accenna un leggerissimo sibilo ma nulla di preoccupante.
Fa parte del gioco, con il 200/2 VR I era ben più allarmante eppure funziona ancora, dopo 12 anni dalla messa in produzione
Fotografia generale
Qualche foto di esempio per apprezzarne le caratteristiche di isolamento del soggetto, utilizzando la Nikon D3, la D7100 e la D3x
qualche scatto al football
D3
D7100
e qui con D3x ad una rievocazione storica-religiosa, il Venerdì Santo di Romagnano Sesia
Ritratto
Non è inusuale usare il 300/2.8 per il ritratto, specie in esterni.
In interni può risultare un pò inquietante per il soggetto e adesso preferisco usare il magnifico 300/4 PF, che non dà così nell'occhio
su Nikon D800E, con l'obiettivo invariabilmente sempre tutto aperto.
Si nota il potere di isolamento del soggetto, la morbidezza complessiva dello sfuocato, i colori brillanti ma senza esagerazione (sono tutti NEF con profilo Portrait).
In pista
Ma come detto è in autodromo che l'ho usato per lo più
su D7100, in qualche caso in crop mode 1.2, in qualche caso con duplicatore per un 900 o 1200mm equivalente
su Nikon D800E
anche su V2 per vedere come mi trovavo con gli 810 mm sintetici in attesa dell'arrivo del 1 Nikkor 70-300 CX
Conclusioni
Usciti altri obiettivi di cui mi sono dotato (il 300/4PF, splendido e compatto, il 200-500/5.6 che sto testando adesso in pista) ho più volte pensato di vendere anche quest'ultimo supertele.
Ma ogni volta lo guardo e mi fermo.
Lo prendo, inquadro qualche bel soggetto, apprezzo lo sfuocato, la nitidezza sul piano di messa a fuoco sensazionale ma delicata.
Apprezzo l'oggetto in quanto ... la vera quintessenza del retaggio Nikon tramandato fino ad oggi dai tempi che furono.
E non me la sento.
Credo che lo terrò comunque, specie nella prospettiva di utilizzarlo con la Nikon D500, la macchina che più delle altre lo può valorizzare ovunque.
Sostanzialmente lo ritengo un obiettivo perfetto, privo di difetti e dotato solo di pregi.
Non parlo semplicemente di cose come la messa a fuoco fulminea o la stabilizzazione valida anche a mano libera fino ad 1/50'' nonostante il peso.
Ma del complesso delle qualità dell'oggetto ed a dispetto del costo principesco (ma ancora limitato rispetto ad un 400/2.8 FL o un 600/4 FL che oramai superano il prezzo di un piccolo Cross-Over 4x4 orientale).
Facile che questa estate esca la versione E, con il controllo del diaframma elettromagnetico e il trattamento alla fluorite.
Può anche essere che quello sarà di uno iota migliore di questo.
Ma io questo già ce l'ho
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