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    Nikon D780 : focus stacking via Helicon Remote

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    la Nikon D780 su un treppiedi in carbonio Leofoto, testa a sfera Marsace, riprende in Live View in modalità silenziosa la Nikon Zf con un bel Nikkor Z 105mm f/2.8 montato sopra.

    La fotocamera è collegata via porta USB-C ad un computer Windows 11 che ha installata la coppia di programmi Helicon : Remote e Focus.

    Scopo dell'operazione è ottenere una immagine con modalità multiscatto che abbia profondità di campo continua dall'angolo inferiore sinistro a quello superiore destro, avendo - per quanto possibile - ogni dettaglio visibile, perfettamente a fuoco e quanto più possibile nitido.

    Nel precedente articolo abbiamo utilizzato la Ripresa con cambio di messa a fuoco automatica messaci a disposizione da Nikon negli ultimi modelli di fotocamera. Siano reflex che mirrorless.

    Ma in questo caso vogliamo sfruttare una più comoda operazione totalmente automatica che per funzionare ovviamente necessita di un computer collegato alla fotocamera.

    Nella pratica tendiamo ad utilizzare la procedura automatica Nikon in campo aperto in esterni. Mentre in casa o in studio, sempre quella automatizzata via USB-C, più comoda, pratica, precisa ed efficiente.
    E soprattutto con la possibilità di controllare a monitor del computer ogni passaggio ed ogni dettaglio.

    Per questo ci aiutano le due app citate :

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    Helicon Focus è il programma che si incarica di montare le sequenze di scatti

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    Helicon Remote invece è un programma di controllo via cavo della fotocamera che automatizza la sequenza degli scatti e poi chiama automaticamente Helicon Focus per ottenere il risultato finale.

    Vediamo il processo nell'insieme

    Il set è lo stesso usato per approfondire la procedura on-camera Nikon.

    Qui però usiamo Helicon Remote per la ripresa.

    Immagine2023-11-14151514.thumb.jpg.cabd7f6ed2009d3827c44d2bdedc30b5.jpg

    l'ambiente riconosce immediatamente la Nikon D780 (è compatibile con la gran parte delle Nikon, sia D che Z, almeno le più recenti, esclusa la nuovissima Zf)

    E ci propone l'immagine del live-view nella finestra grande. Mentre a destra ci sono i parametri di scatto e quelli per controllare la sequenza degli scatti automatici.

    Immagine2023-11-14151554.thumb.jpg.d0dfd6c91faa5c34ae77885e0ac3e2ec.jpg

    stabilito, anche aiutandoci con l'istogramma, senza nemmeno guardare il set che è alle nostre spalle, le impostazioni di scatto che resteranno fisse per tutta la sequenza, ci concentriamo sui comandi per lo spostamento della messa a fuoco che verrà controllata interamente dal programma.
    Nella nostra Nikon D780 non dobbiamo impostare proprio nulla. Salvo, come nel caso precedente, la ripresa Live-View in modalità silenziosa. In modo da evitare ogni vibrazione ed avere tutto il più possibile nitido.

    Indicati dalle frecce abbiamo dei cursori e delle opzioni.
    In blu, nell'immagine Live-View ci sono le zone di messa a fuoco.

    Per definire la sequenza, dobbiamo impostare i punti A e B, ovvero quello di inizio sequenza e quello di fine sequenza.
    Scegliendoli esattamente dove vogliamo che inizi e finisca il campo di nitidezza a fuoco.

    Muovendo le frecce abbiamo a video immediato riscontro di dove sta mettendo a fuoco la macchina, con il completo controllo di tutto il sistema e sapendo già in anticipo come sarà la sequenza.

    Potremmo scegliere di avere il primo piano sfuocato, poi tutto a fuoco ed infine lo sfondo ancora sfuocato. Sceglieremmo coerentemente A e B.

    Ma noi vogliamo che tutto sia completamente a fuoco.

    E quindi spostiamo A sull'angolo sinistro in basso e B sull'angolo destro in alto. O meglio, muoviamo la messa a fuoco in modo che i punti che ci interessano siano coperti dalla zona blu. E poi impostiamo a coerenza i punti A e B.

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    qui, ad esempio, abbiamo B che è addirittura oltre il bordo della tavola.

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    mentre qui abbiamo A che è il punto di messa a fuoco più anteriore che possiamo ottenere in questa situazione di ripresa.

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    in base ai punti da noi impostati, il programma calcola automaticamente quanti scatti sono necessari.
    In questo caso sono 24.
    Alternativamente avremmo potuto scegliere noi un intervallo e il sistema avrebbe selezionato il numero degli scatti necessari.
    Qui il calcolo è fatto direttamente sulla profondità di campo per ogni singolo scatto, per quella focale e quel diaframma utilizzati.

    A questo punto, lasciando tranquillamente l'impostazione di fuoco che capita (mentre con la procedura Nikon dobbiamo rigorosamente lanciare la sequenza partendo dal primo punto di messa a fuoco), lanciamo la sequenza :

    Immagine2023-11-14151803.thumb.jpg.93bf7bea159a377ea7e534b816ae4573.jpg

    il sistema parte. La messa a fuoco si sposta automaticamente all'inizio della sequenza e parte l'azione.

    A monitor vediamo ogni singola situazione con evidenziato in blu dove la macchina sta scattando.

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    questo, ad esempio, è uno scatto intermedio, verso la metà della sequenza.

    A fine serie dei 24 fotogrammi, il programma si ferma. E noi facciamo partire Helicon Focus dal pulsante in alto HF :

    Immagine2023-11-14152029.thumb.jpg.ee1c8ddc35c8fef7009fbc420d975a7e.jpg

    evidenziato con la freccia verde in alto. In rosso, dove si è fermata la ripresa : esattamente al punto B da noi selezionato.
    Senza errore.

     

    Helicon Focus

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    Helicon Focus parte da solo e carica automaticamente le fotografie.

    In questa procedura, non è nemmeno necessario che la fotocamera abbia una scheda di memoria (mentre nella procedura on-camera Nikon non si può avviare il sistema senza scheda di memoria).
    Le immagini viaggiano via cavo e in tempo reale vengono salvate nel nostro computer, a nostra insaputa, come semilavorati intermedi che per noi sono ininfluenti.
    Li vediamo, tutti e 24 nel riquadro a destra.

    A questo punto scegliamo il metodo di fusione che più ci convince. Possiamo andare per tentativi finché abbiamo il minor numero di artefatti da montaggio e flare (sono inconvenienti inevitabili nelle procedure automatiche, c'è il modo di intervenire manualmente sul risultato finale ma solo se vogliamo un lavoro assolutamente ineccepibile).

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    qui abbiamo il confronto tra il primo scatto dei 24 e il montaggio finale.

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    che qui ci evidenzia come sia tutto a fuoco.

    Portandoci su Photoshop per il taglio, otteniamo questa immagine finale

    Immagine2023-11-14152319.thumb.jpg.26903afcd0b79b0ff8ee54458891908f.jpg

    che ci soddisfa a sufficienza. E' stampabile su una rivista o comunque in grande formato.

    Abbiamo lavorato direttamente in JPG in quanto non prevedevamo la necessità di alcuna lavorazione finale, perché il risultato è già buono come viene.

    E' il sistema che usiamo per ogni foto che pubblichiamo a corredo dei nostri articoli su Nikonland.
    Spesso usando JPG basic. Con l'obiettivo più modesto che abbiamo in casa, sfruttando la potenza delle nostre fotocamere e il software a nostra disposizione.

    Il set è sempre lo stesso, e permette risultati come questo :

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    che riteniamo di livello professionale (sequenza di scatti in studio, con flash e Nikon Zfc su cui montiamo usualmente il Nikkor Z 16-50VR impostato ad f8 : anche il lungo 600mm f/6.3 è tutto a fuoco, così come la Z8 e il tavolo in simil-radica).

    Conclusioni

    Risultati un tempo inimmaginabili oggi sono alla portata di ognuno, semplicemente e con poco sforzo.

    Quale che sia la nostra fotocamera, reflex o mirrorless Nikon e quale che sia l'obiettivo che impieghiamo.

    Ovviamente nulla può sostituire il gusto e lo stile del fotografo, nel comporre l'immagine ed illuminarla al meglio.
    Per quello ancora non sono state rilasciate le apposite app ...

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    Commenti Raccomandati

    • Amministratori

    Abbiamo pubblicato nel recente passato articoli che su Nikonland attestano come la pratica del focus stacking, sia pilotata dal carente (di logica) menù Nikon, sia praticata a mano per poi essere composta su programmi di composizione degli scatti, a nostro parere stia soppiantando nel tempo l'utilizzo di obiettivi performanti e costosi come i macro e delle attrezzature di illuminazione adeguate al loro utilizzo in funzione di diaframmature importanti.

    La Nikon D780 che è un capolinea reflex come la D6 (...ed altrettanto misconosciuta) ne è dotata e consente in Live View una gestione paragonabile a quella che io opero in pari condizioni con la mia Z30, che nello still life ritengo essere la Nikon Z più utile sul mercato.

    Ben venga e soprattutto a vantaggio di chi dal mondo reflex non si voglia muovere.

    Consentirà foto come quelle mostrate da Mauro con obiettivi semplici e poco onerosi.

    E non credo che i suoi vantaggi si limitino a questo aspetto: attendiamo altri articoli su Nikonland 

    • Sono d'accordo 1
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    • Amministratori

    Una puntualizzazione di carattere generale.

    Abbiamo sottolineato come la Nikon D780, in silent-shooting, si comporti esattamente in queste circostanze, come una Z6.
    Praticamente lavora in permanenza a specchio alzato e otturatore aperto, usando le due "tendine" elettroniche simulate per effettuare l'esposizione.
    Ma di fatto tenendo in permanenza l'immagine visualizzata a display posteriore in ripresa video.

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    lo vediamo nel display, come evidenziato dall'etichetta [SLche simboleggia otturatore elettronico/silent shooting.

    Ma anche dal circolino del flash sbarrato in alto, vicino alla modalità di esposizione.

    E nel caso in cui volessimo utilizzare i flash come facciamo in studio per le foto di repertorio dei prodotti di test per il sito ?

    In quel caso, semplicemente ometteremmo di usare la modalità "elettronica", scelta in questa circostanza per poter effettuare sequenze di scatto a tempi lunghi senza vibrazioni, perché sarebbe il flash a determinare il tempo di esposizione.

    Regolando i flash per avere scatti ad f/8 con un tempo convenzionale di 1/100'', basta 1/4 di potenza per un flash da 600 W/s. Il che si traduce in un tempo di illuminazione di 1/3000''. Più che sufficiente a congelare tutto, anche le vibrazioni della fotocamera.

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    qui abbiamo fatto 10 scatti, ad f/11, con 3 flash. Avendo tutto perfettamente a fuoco.

    La Zfc, utilizzata in questo caso, non ha nemmeno lo stabilizzatore sul sensore, si comporta proprio come la D780 in questa modalità.
    O come la D850.

    Per dire che con questa ultima generazione di fotocamere, siano essere mirrorless o reflex, abbiamo la più ampia possibilità di lavorare in questo genere di set.

    La D780 è un pò più vicina alle Z della D850.

     

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