Se c'è una Nikon Z che possiede la medaglia della mirrorless fx meno tenuta in considerazione a due anni dalla presentazione, quella è di certo la Z5...
Eppure è stata la Z studiata per essere all'altezza di tutti: ha inaugurato la nuova EN-EL15C (alimentabile a macchina accesa), il doppio slot SD, ha abbassato il budget di acquisto per una mirrorless FX, insomma era progettata per sfondare, ma a causa di un paio di fattori non ha poi riscosso l'interesse che sembrava dover riscuotere.
Su Nikonland ne abbiamo scritto davvero in abbondanza e se lo faccio ancora è proprio per il rispetto che provo ancora oggi per questo progetto, tanto che in attesa della mia Z9 me ne sono fatto prestare ancora una volta una da utilizzare secondo le sue prerogative: quelle che in fondo dovrebbero poter coinvolgere una buona fetta dei fotografi amatoriali, specificamente quelli che:
- non fotografano in raffica e non sono interessati a manifestazioni sportive indoor
- prediligono un approccio slow alle fasi di composizione dell'inquadratura e scatto
- non hanno esigenza del 50mm ultraluminoso e pesantissimo, tantomeno di altrettanto ingombranti supertele
- tengono in macchina e sulle schede tutte le foto scattate nell'ultimo mese: ed è per questo che amano il secondo slot, per evitare di dover cambiare scheda per strada
- posseggono un limitato parco ottiche, spesso costituito da un paio di zoom da...a... e qualche ottica vintage per giocare, una volta ogni tanto
non a caso l'avevo definita la FX per tutti e avevo proposto un giro di Attak alla baionetta di un 24-200 da incollarle addosso...
Bene stavolta ho variato il tiro e l'ho utilizzata con obiettivi vari: sia alcuni Zeta Nikkor, sia, attraverso un Megadap MTZ11, altri Nikkor nati per tutt'altro e perlopiù MF: resi AF dall'adattatore.
Per esempio il Micro Nikkor 55/3,5 di cinquant'anni fa in Focus Stacking, una delle funzioni di cui è dotata anche la Z5
a riprodurre questo "padellone" UD 20/3,5 del 1968
oppure il mio galletto marca Schleich (quelli per i bambini)
che...per carità, la Z5 può benissimo riprendere anche col "suo" MC50/2,8...
ma ...vuoi mettere l'ebbrezza di giocare coi giocattoli...?
Restando in tema... anche i Leoni...
puoi usare uno Z Nikkor 28-75mm per catturarne uno...
ma altrettanto bene e con maggior diletto, funge un Nikkor Ai 20/4 del 1977
che se poi gli aggiungi un anello ultraslim K1 a diminuire di quel tanto che basta il RR per giocare in close up insieme alla Z5...
tirando fuori oltre ai cerchietti luminosi dei punti di luce fuori fuoco, anche un (oggi) inedito flare, lungo quanto lo schema ottico dell'obiettivo in controluce
roba che non se ne vedeva da quarant'anni appunto...
oppure facendo nascondino tra fuoco e sfuocato
con dei colori invernali che solo Mamma Nikon...e una risoluzione al centro da campione
Oppure fare le stesse cose col nuovo Z 28-75/2,8 ...
gustando il senso della differenza tra obiettivi di ere glaciali differenti...
per vedere tra pianta e pietra che differenza, se ve ne sia...
o risolvere l'enigma del frammento
Per poi dirottare la nostra Z5 sull'obiettivo più congeniale allo scopo:
quel nuovo piccolo, grande Macro che è l' MC50/2,8 per Zeta
con il quale, come con gli altri, si utilizzano tutte le prerogative della Nikon Z5, che poi sono quelle pressocchè comuni a tutta la prima generazione delle mirrorless Z, comprendenti oltre alla sezione foto, anche quella video, con risoluzione fino a 4k, monitor touch screen, basculante fino a 90°, prese per microfono e cuffia, capace di una completa integrazione nel catalogo Z di ottiche ed accessori.
Una fotocamera che può andare in mano davvero alla stragrande maggioranza dei normali fotoamatori in cerca di un apparecchio affidabile e di buon prezzo, dalle caratteristiche allineate col loro tipo di fotografia.
Una fotografia ragionata: la cosiddetta slow photography...
Max Aquila photo (C) per Nikonland 2022
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