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  1. mente, occhio, cuore: una lezione per chi abbia ancora voglia di imparare... Un 20mm e' un obiettivo nato per divertirsi e stupire, sia chi lo utilizzi sia chi in seguito ne osservi i risultati. Forse per via di quei 94 gradi di angolo di campo (non a caso giusto il doppio della visione "standard" dell'occhio umano), ma di certo anche per il fatto che si tratta probabilmente della piu' estrema delle focali grandangolari a poter essere ancora progettualmente ben corretta in termini della distorsione ottica. Perche' se poi ci si diverta a deformare prospetticamente, qualcosa di quell'intento progettuale residui ad attenuare gli eventuali eccessi Un 20mm superluminoso, come questo Sigma Art, il primo a presentarsi come f/1.4 , pesante ed ingombrante quanto un 15mm di altri tempi, non si compra di certo per essere utilizzato prevalentemente ai suoi diaframmi intermedi e/o piu' chiusi (magari in iperfocale), ai quali ovviamente produrra' risultati ineccepibili, sia in luce sia in controluce No, un Sigma 20mm f/1,4 DG Art lo si compra per qualcos'altro... Non e' per usarlo quando...ci sia troppa poca luce, per quanto in situazioni del genere riesca a performare in maniera inaspettata, anche in situazioni critiche quanto puo' esserlo la foto in una grotta (messa a fuoco sull'altare al centro in fondo)dove il bassorilievo fuori fuoco a destra, quindici-venti metri prima del piano di messa a fuoco, nonostante appunto un apertura di f/1,4viene risolto in questo modo (ho solo eliminato un po' di rumore che, croppando in questa misura, inevitabilmente era venuto a galla) No... queste situazioni si risolvono felicemente in era digitale, grazie al terzo dei "rubinetti" attraverso i quali scorre l'esposizione del nostro fotogramma: basta aumentare gli ISO entro la misura che il sensore della nostra macchina di terza generazione ormai ampiamente consente. ISO2000 1/25 a mano libera ISO4000 ISO6400 Una volta fatta l'abitudine, la funzione ISO Auto diventera' uno dei modi di funzionamento piu' utilizzati nel nostro fotografare. Ho comprato questo Sigma Art, subito dopo averlo provato a confronto con altri due 20mm qui, per un motivo che mi affascina e mi sorprende ogni volta che me ne rendo conto:la nostra visione, nei limiti delle personali capacita', e' moderatamente panoramica e tridimensionale, grazie alla presenza di due distinti organi visivi, i quali sopperiscono ai limiti della rispettiva mobilita' aiutandosi con gli organi cerebrali per ricostruire in tempo reale la parte che manca alla loro percezione: viviamo quindi producendo un continuo "film cognitivo" nel quale la definizione di un soggetto e' funzione della esperienza che abbiamo gia' vissuto della sua forma. L'utilizzo di diaframmi cosi' aperti da delineare con grande nitidezza solamente una parte, addirittura, di quel soggetto, ci produce una percezione del tutto aliena rispetto la normale capacita' visiva della media delle persone: insomma, ci consente di fissare l’attenzione su elementi che normalmente sfuggirebbero alla valutazione del nostro occhio, diventando invece parte di un'immagine complessiva, nella quale il dettaglio si omologa sui diversi piani prospettici Insomma un grandangolare iperluminoso si contrappone del tutto all'utilizzo generalistico e stereotipo che si possa avere dell'obiettivo compatto e leggero che con un largo angolo di campo "comprenda quanto piu' possibile" nell'inquadratura di un fotografo che non sappia decidersi a scegliere IL soggetto della sua foto. Che invece questo Sigma 20/1,4 determina con immediatezza e dettaglio, sempre giocando col "messaggio" e con i diversi punti di ripresa che a queste aperture determinano differenti percezioni, non solamente visive, del soggetto inquadrato Allora l'utilizzo di un 20mm smette di diventare passivamente un "insalata di genere" e ridiventa la ricerca stimolante del Soggetto all'interno di quegli sconfinati 94° sul lato lungo, che possa da solo, con la sua nitidezza, differenziarsi all'interno dell'insieme di cui e' parte indissolubile e le masse in gioco ed il colore (o la sua sintesi monocromatica) diventano a loro volta protagonisti della scena Capito perche' allora ha senso scattare con un Sigma 20mm f/1,4 Art ? Io direi... meglio che ad occhio nudo... Max Aquila per Nikonland 2016 ©
  2. Il piu' venduto di sempre, credo, tra gli obiettivi Sigma Art esiste ovviamente anche in baionetta proprietaria e Vuole, Deve essere montato sul Foveon della Sigma sd Quattro H che ci ha prestato insieme agli altri due Art dei quali ho appena scritto: Sigma 14mm f/1,8 Art DG: luce per tutti, dappertutto Sigma 135mm f/1,8 Art: il Teatro della Vita L'ho utilizzato insieme agli altri due e negli stessi contesti all'interno dei quali sono scaturiti gli altri due articoli, quindi questo mio terzo costituira' una sintesi fotografica di concetti gia' espressi e non a caso con questo obiettivo da 35mm su formato pieno che, sulla Sigma sd Quattro H, copre un angolo di campo 1,2 volte piu' ristretto, equivalente ad un 42mm su formato pieno. Quindi quanto di piu' vicino ad una focale standard equivalente per questa particolare e stupefacente mirrorless dotata di sensore Foveon. Del Sigma 35/1,4 Art ha gia' scritto nel 2014 Mauro Maratta qui. Si tratta di un obiettivo da 13 lenti in 11 gruppi lungo 9,4 cm per 7,7 di diametro (filettatura filtro da 67mm), pesa 665 grammi e con diaframma a 9 lamelle che chiude fino ad f/16. Vanta distorsione pressocche' nulla ed un MTF di nitidezza particolarmente buono al centro immagine, meno ai bordi Paraluce a petalo (non capisco il perche' su questa focale) 30cm la minima distanza di messa a fuoco, con un rapporto di ingrandimento da 1:5,2 Motore HSM silenziosissimo, nessuna stabilizzazione (con quella luminosità...) antiriflesso Sigma multistrato, per minimizzare flare e ghost, compatibilità, come per tutti gli Art, al dock USB ed al programma gratuito Sigma per la minimizzazione di ogni front o rear focusing, oltre che per gli aggiornamenti fw eventuali. sistema di messa a fuoco flottante, utile per diminuire l'escursione del barilotto cosa molto frequente oltre che negli zoom anche nelle ottiche macro. La qual cosa, incuriosendomi mi ha portato a compiere alcune prove di ripresa close up, con una lente addizionale Marumi HMC anteposta alla lente ottenendo subito un vantaggio nella minima maf questa la minima maf normale da 30cm dal piano focale questa con la Marumi... @ f/16 con lente senza lente @ f/4 con... senza... @ f/1,4 con... senza... In entrambi i casi un obiettivo che si avvicina parecchio al soggetto e che anche alla massima apertura, lo caratterizza, in funzione del bellissimo effetto dello sfocato che gli appartiene. Ancora (con un soggetto cromaticamente piu' complesso)... minima maf @ f/1,6 senza lente addizionale crop 200% Esterni, luce naturale... Torniamo a Bagheria, dentro quella Villa Palagonia della quale ho mostrato le foto realizzate col 14/1,8 Il Sigma 35/1,4 Art adesso ci serve (come ogni focale standard consentirebbe) per realizzare scorci e particolari degli "insiemi" ottenuti col superwide citato. In simili condizioni (incluso gli EV di gamma alta) ci basterebbe un diaframma medio per definire e delineare i dettagli ripresi, ma con questo superluminoso obiettivo la mano cade sempre sui diaframmi piu' aperti, cosi' come in questo semicontroluce di un totale e del suo dettaglio superiore dx, scattati ad un f/2 che non consentirebbe in realta' la definizione che vedete ai bordi, se non per il fatto di lavorare su sensore 1,2x e quindi con la parte meno compromessa del bordo. Nelle soggettive ambientate poi, basta una differenza di un paio di stop come nelle seguenti due immagini, scattate a f/1,8 oppure a f/4 per determinare gia' una decisa differenza sullo sfondo e lo sfuocato. Villa Palagonia e' altrimenti conosciuta come "la Villa dei Mostri" per la presenza di innumerevoli statue raffiguranti caricature di personaggi e divinità di pura fantasia realizzate da uno dei suoi proprietari lungo i muri di cinta ed all'interno del giardino, figure spesso deformi e ridicole, specchio della personalita' invero curiosa del principe di Palagonia che la fece edificare. difficili da isolare dal contesto urbano circostante tanto quanto indimenticabili per i contrasti, non solo artistici, che rappresentano f/1,8 f/1,8 con le quali mi diverto a tentare (con tutta la difficolta' che un 35mm consente) di isolarle dagli sfondi, aprendo al massimo delle possibilita' che i minimi ISO della macchina, abbinati agli EV di un mezzogiorno di agosto siciliano possono concedere. La vignettatura si vede, e' presente, ma non disturba eccessivamente... f/8 Fino a quando non getto la spugna e comincio a dedicarmi a diaframmi piu' chiusi f/8 f/13 La Sigma sd Quattro H che sto utilizzando, aiuta in queste riprese consentendomi cambi di formato on-camera che reputo sempre molto utili, specie quando gli obiettivi si prestino, come nel caso di inquadrature in proporzione quadrata (1:1 ) oppure questa in 21:9 formato curioso ma divertente, del quale questo crop all'estrema sx, dimostra ancora le qualita' lineari di questo 35/1,4 Art gia' a f/2 Ancora bizzarre forme e figure, in luce ed in controluce, ghosts, flares ed ogni altro disturbo, virtualmente assenti dalla lente frontale di questo ottimo obiettivo che quando poi lavori in luce, ripaga cromaticamente anche nelle riprese meno ortodosse del fotografo, rispetto la direzione della luce. Interni, available light... Sfrutto, per questa tipologia, l'opportunita' degli interni della cattedrale ortodossa di Palermo, quella Santa Maria dell'Ammiraglio (Antiocheno) detta anche " Chiesa della Martorana" per la vicinanza al convento omonimo, ove le suore di clausura realizzavano fino alla mia infanzia, i dolci di pasta reale (al Nord direste marzapane) a base di mandorle siciliane, coloratissimi e a forma di frutta (foto dell'anno scorso con il 50/1,4 Art) la bonta' e fama dei quali diede nome alla ben piu' importante chiesa ortodossa che avrete gia' vista fotografata in altri miei articoli Ovviamente la totalita' delle immagini a massima apertura, giusta la condizione dell'illuminazione, esclusivamente proveniente dalle finestre poste in alto, terreno ideale anche se ai fatidici 100 ISO ai quali le cromie del Foveon manifestano il meglio delle sue potenzialità. Altare principale volta centrale in entrambi i sensi... volta di destra controvolta di dx e dettaglio (crop al centro del 200%) stucchi su altare laterale crop centrale sul bokeh a f/1,4 Un caleidoscopio di forme e colori resi sempre in maniera equilibrata e lineare dal nitido e contrastato Sigma Art 35/1,4 pur in condizioni limite di illuminazione e grazie alla collaborazione della mirrorless sd Quattro H che non soffre i tempi lunghi a mano libera (tutti gli scatti tra 1/20" ed 1/50"), neppure in assenza di stabilizzazione ottica. Esterni in luce mista ed artificiale... Le stesse Nuvole di Aristofane, utilizzate per descrivere il 135/1,8 Art mi sono servite per allargare il campo e dare preminenza alla scena, rispetto ai singoli soggetti (il che e' poi la differenza di linguaggio fotografico tra uno standard ed un mediotele come un 135mm) Si inizia al crepuscolo, ma con una luce naturale ancora protagonista rispetto alle luci di scena diaframmi aperti a f/2, ma che consentono i 100 ISO e tempi abbastanza sicuri da 1/250" - 1/200" purche' con monopiede Socrate e le Nuvole sono impegnati a mostrare al Mondo la propria saggezza e cultura, utilizzando tablet, smartphone e... il cloud (of course) ! attrezzi ...di scart, piu' che ...smart ma tutto fa gioco per attirare i gonzi, come lo stolto contadino che vorrebbe istruirsi per poter gestire il figlio irrequieto e spendaccione poi la luce cala di parecchio rispetto all'ora blu fotografata col 135 (che ho utilizzato prioritariamente) e scemiamo anche di tempi, scattando a 1/50" - 1/60" ma Nuvolette e sfondo sono ancora ben mescolati, colori attendibili (prevale ormai quella dei riflettori, artificiale) e l'insieme di 35 Art e Foveon va ancora piu' che bene. Quando finisce ogni sprazzo di luce naturale, tutto dipende da qualita' del bilanciamento del bianco e tenuta cromatica del sensore: l'obiettivo puo' continuare a fare il suo degno lavoro, ma si deve stabilire un compromesso tra documentazione e qualita' finale delle immagini. I diaframmi sono la massima apertura o uno o due terzi di stop di chiusura, ma grazie alla mancanza di necessita' di bilanciare la luce mista delle situazioni precedenti, ci si puo' addirittura permettere di tornare a tempi di sicurezza di 1/100" - 1/200" esponendo spot sui volti degli attori e sobbarcandosi l'onere di postprodurre gli eccessi di saturazione delle luci di scena su abiti e pelle degli attori nelle situazioni di emergenza, magari shiftando verso il B/N sempre che i soggetti e il contrasto di illuminazione si prestino oppure anche no... Qua Strepsiade finalmente manda a quel Paese le Nuvole, ed anche... Socrate, prima di dargli fuoco Segue la commemorazione dei simboli della "smart philosophy" (il calzino bianco bucato di Socrate, usato nel pensatoio) finale in allegria... e processione funebre Noi che siamo sopravvissuti, riconosciamo nel Sigma 35mm f/1,4 Art, a distanza di ben cinque anni dalla sua presentazione, ancora intatto il crisma che ne ha fatto il bestbuy della serie Art. I pregi e la maneggevolezza superano i pochi difetti, quali la lieve disomogeneita' (in FF, non qui...) tra centro e bordi, ma apprezziamo le doti di contrasto al centro e di neutralità cromatica pur nelle peggiori condizioni nelle quali abbiamo costretto a lavorare il Foveon della sd Quattro H con la quale lo abbiamo testato, la velocita' e precisione del motore HSS, nonche' dello strato antiriflesso a prova di flares. Ancora un grazie a per l'estrema cortesia e disponibilità manifestateci... e se la domanda vi premesse davvero, vi rispondo subito: si... mentre scrivevo questo articolo contemporaneamente ho contrattato l'acquisto di un 35/1,4 per le mie Nikon. Quale miglior garanzia? Max Aquila photo (C) per Nikonland 2017
  3. Sigma definisce per prima con questo zoom lo stato dell' Arte degli obiettivi a focale variabile in available light Questo zoom mi ha preso letteralmente la mano... Non si tratta "solamente" del fatto che siamo finalmente di fronte ad un punto di svolta epico: il raggiungimento della luminosita' parifocale di f/2 (equivalente al passaggio, nella meta' degli anni Ottanta, dallo zoom 35-70 f/3,5 a quello f/2,8) non si tratta nemmeno "soltanto" di ergonomia ed equilibrio costruttivo di questo imponente oggetto di 980 grammi (paraluce a petalo incluso), forte di uno schema di ben 18 lenti in 13 gruppi, lungo "fuori tutto" 13cm e con un diametro filtri di ben 82mm, che mette a fuoco gia' a 27cm di distanza minima (buono su tutte le focali disponibili), nemmeno dell' insolitamente ridotto range di focali di "solo" 1,45X, che fa rimanere il frutto delle sue inquadrature tutto nel campo dei grandangoli, abituati come siamo a vedere e comprare zoom transtandard piu' o meno esagerati. E nemmeno della estrema cura, comune a tutti i Sigma Art, i relazione a materiali, assemblaggio ed aspetto estetico, come l'elegante diaframma a nove lamelle ed un sopraffino trattamento antiriflesso che garantisce neutralita' anche nei tentativi piu' estremi di metterlo in crisi... Questo obiettivo e' un terremoto tra gli zoom perche' stabilisce un nuovo parametro sul livello cui si possa aspirare rispetto gli obiettivi a focale fissa di corrispondente angolo di campo. E' di fatto a mio parere un insieme di focali fisse di elevata e costante qualita', riunite in unico barilotto e del tutto soddisfacente per sostituirle senza ...spinosi rimpianti S come Sigma e come Solunto... Se un terremoto e' un sconvolgimento geologico che si manifesta sprigionando un'eccezionale energia, in questo zoom Sigma Art l'energia si manifesta nella sua principale qualita', quella di definire in maniera inappuntabile l'inquadratura scelta in aiuto del fotografo che lo utilizzi,sia avvicinandosi ed allontanandosi dal soggetto sia variando la focale che, per quanto possa sembrare limitata nel range, lavora tra i 63° e gli 84° di angolo di campo, quelli per l'appunto tra i quali anche la variazione di un paio di gradi opera profonde differenze compositive. Un'altra caratteristica definitoria di questo obiettivo (che mi risulta difficile chiamare "solamente" zoom) consiste nella grande capacita' di dettaglio, al solito costante su tutto il range di focali e di aperture, che, avvicinandosi al limite minimo della distanza di messa a fuoco, pur con un RR non migliore di 1:4,4 (crop 2 x)lo porta perfino a capacita' di "analisi" dei dettagli di un piu' vasto campo inquadrato, grazie ovviamente anche allo stacco dallo sfondo concesso dalla grande apertura massima disponibile nonostante non sia certo questa la sua destinazione d'uso, che immagineremmo meglio orientata alle classiche vedute d'insieme, ma che da sole non potrebbero giustificare per nullal'unico suo motivo di acquisto S come Sigma e come Selinunte... Terremoto nella considerazione che usualmente si ha dei diaframmi piu' aperti di un obiettivo a focale variabile:gia', perche' in questo Sigma Art diaframmare non serve poi a tanto... f/2 se non ad eliminare quello stop di vignettatura ai bordi che rende invece l'apertura massima cosi' interessante, f/4 f/4 per l'evidente, maggiore, tridimensionalita' che ne deriva f/2 Utilizzando in tal senso la massima apertura... f/2 rendendo finalmente un ibrido il vecchio limite di f/2,8 qui ne' carne ne' pesce f/2,8 e ottenendo il meglio delle sue potenzialita' gia' ad f/4 f/4 certamente il piu' interessante dei suoi diaframmi "medi" Non ce la faccio proprio: con ogni zoom, tendo a usare prevalentemente la focale piu' wide:nemmeno stavolta sfuggo alla tentazione di distorcere il soggetto in inquadratura... Il risultato e' che il terremoto si propaga...la distorsione resta sempre contenuta pure in totale difetto di ortogonalita'! Ancora meglio se ci si contenga, semplicemente facendo qualche passo indietro rispetto questo monumento...ottico che con la giusta luce... vibra!!! S come Sigma e come Segesta... E dopo le rovine di antichi terremoti, Quale miglior palcoscenico per questo obiettivo se non i violenti contrasti di luce sotto un cielo di pioggia, al teatro greco di Segesta, enclave degli Elimi schiacciata tra Greci e Punici dove ho potuto utilizzare con profitto anche i diaframmi intermedi di questo Sigma Art deducendo ulteriore convincimento della sua netta equivalenza, dopo f/4, in tutte le successive opportunita', in funzione di una definizione delle parti estreme del soggetto, che e' gia' evidente ben presto tra le sue nove lamelle e che, ancora una volta, mi convince della sua utilita' per sottolineare spazi ulteriori oltre il piano di messa a fuoco f/2 f/4 f/8 semplicemente funzione della narrazione fotografica.con una capacita' descrittiva generalista, anche oltre il limite del peggiore controluce, in ombra totale S come Sigma e come (omaggio al) Serpotta "Available light" = luce disponibile Cosa possa diventare il Sigma Art 24-35mm f/2 DG in condizioni di illuminazione ambiente debole o addirittura... scadente, lo testimoniano queste riprese, prevalentemente effettuate a f/2 (of course), con un sensore capace, come quello della mia Nikon Df, di ISO elevati senza apparente degrado di immagine e, ovviamente, a mano libera. In un itinerario dedicato al Serpotta, che passa tra le chiese palermitane di Casa Professa, di Santa Maria in Valverde, di San Mamiliano e dell' Oratorio del Rosario in Santa Cita, che spazia dalle vedute piu' generali ai piu' minuti particolari alcuni nascosti nelle pieghe della ricchezza di dettaglio dell'Artista... non meno che di questo altro obiettivo Art... ancora una volta indispensabile a delimitare il campo desiderato con la sua ridotta gamma, ma di importanti focali Anche da prospettive architettonicamente...inconsuete Pronto comunque a riportarsi sui binari della beata consuetudine...mai troppo abusata costruendo un potenziale percorso visivo che continuamente conduca al particolare dall'universale Concludendo...? Si... questo Sigma Art 24-35/2 mi ha davvero preso la mano... del resto 1430 scatti in pochi giorni testimoniano della progressiva assuefazione alle potenzialita' di questo obiettivo dalle molteplici focali, che contravviene alla regola aurea dello stereotipo visivo, secondo la quale la maggior parte delle foto scattate con uno zoom sono in realta' inquadrate alle focali piu' consuete di cui disponga invece che a quelle intermedie.Se riguardo gli exif degli scatti mi accorgo invece di avere scattato a proprio tutte le focali del range (tranne che a 33mm ???) oltre che prevalentemente alle due focali estreme. Questo per la estrema costanza delle prestazioni dell'obiettivo, viziate unicamente (come evidenziato) da una "piacevolissima" vignettatura ad f/2 di tutte le focali e da una lieve distorsione a barilotto a 24mm, fisiologica e poco fastidiosa. Riassumendo:giocare con la pdc a diaframmi contigui... e/o con la messa a fuoco su soggetti contigui... f/8 f/2 e con i diaframmi estremi di gamma... e con i soggetti a distanza ravvicinata... e con dei soggetti da contestualizzare, dettagliatamente... insomma, comunque, GIOCARE... ... ah si.... ed anche: "ma che colori....!" Max Aquila photo per Nikonland 2015 © Nikonland ringrazia Mtrading Srl per averci concesso questo obiettivo in visione
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