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seymourglass

Nikonlander
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Risposte pubblicato da seymourglass

  1. ieri, una giornata uggiosa, piovigginosa, "un cielo così basso, così grigio che un'anatra si è persa.: un paese piatto, il mio paese" 

    così, guartando cosa c'è in un vecchio hard disk ho trovato questa foto del 2011, che mi ha dato un piccolo piacere, un soffio di speranza.   E' stata fatta con la D300, la macchina foto che ho tenuto per più tempo.

    verde giallo rosa.jpg

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  2. a seguito di un invito rimproverante (o forse da un rimprovero invitante) di M&M, pubblico due altre foto di uccelli, che non hanno nulla in comune se non la loro abilità di confondersi con l'ambiente dove vivono, due campioni di mimetismo.
    la prima è una Otarda di Kori, in Namibia, abbastanza comune ma difficile a vedersi in mezzo ai cespugli secchi del bush
    la seconda un Tarabuso, ripreso nella bassa padana, abilissimo nel nascondersi, immobile e ritto tra le canne 
     

    otarda. kori.jpg

    tarabuso D3.jpg

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  3. non potendo uscire (come quasi tutti) sono andato …nel passato.
    questa è una foto del novembre 2007 (13 anni fa!) scattata con la D200, a 1/250 e 200 ISO, con un obiettivo che non ricordo, forse un 200 f5,6.
    è nei dintorni della "Madonna dell'Acero" sull'Appennino tosco-emiliano; un luogo in cui non sono più ritornato, ed ora me ne pento. Prometto che quando sarà di nuovo permesso circolare liberamente, ci ritornerò.585316370_madonnadellaceroNL.thumb.jpg.d68f4fc90dd45c53386143edce7e75eb.jpg 

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  4. Una serie di foto veramente affascinanti: non posso che ammirare la tua passione per la montagna e le tue  capacità. la tua sensibilità nel tradurre in immagini le  sensazioni che che provi in quei momenti.

    Qui il soggetto  (nella maggior parte delle foto) sono i monti e le vallate, e gli stambecchi ne sono il giusto complemento. Tra tutte la mia preferita è la nona, con gli stambecchi che si riposano: mi trasmette un senso di vasta quiete, di silenzio calmo e capisco perché lo chiamano Gran Paradiso..

    Sugli aspetti tecnici della post-produzione non posso pronunciarmi per la mia profonda incompetenza in materia. E anche per qualche limite nelle capacità visive.

    ciao

    P.S. Cè n libro, edito dal Parco del Gran Paradiso, con foto di Giorgio Marcoaldi: merita di essere guardato.

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  5. Veramente belle, molto suggestive, e per me estremamente utili.
    Prima gli stambecchi, poi i caprioli ed ora i daini: una serie di foto che mi hanno fatto capire una cosa importante: la necessità di inserire i soggetti nel contesto ambientale. I "ritrattoni" degli animali, come di solito faccio, descrivono il soggetto; messi in relazione al loro habitat sono raccontati. E' come se queste foto contenessero non solo informazioni. ma anche emozioni. Nel tuo caso spesso anche della poesia.

    provo a mettere una mia foto, di diversi anni fa (quest'anno, per vari motivi, non ho ancora fatto nessuna foto) con la speranza che, con tutte le vostre osservazioni, io possa migliorarla e avvicinarla a queste

    namibia.jpg

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  6. Io ho avuto l'occasione di provarla qualche tempo fa, per pochi minuti. Credo che sia un piccolo capolavoro: leggerissima, movimenti morbidi, fluidi come nessuna altra testa basculante provata, manopole che bloccano senza dover stringere, nessuna vibrazione anche con carichi pesanti (nikon D819 e 500/f4 G).
    La mia Photoseki - che comunque resta un ottimo strumento - non arriva a quella perfezione.
    Forse chi compie safari con portatori e aiutantii, o affronta viaggi pesanti e difficoltosi preferisce attrezzature come la RRS, ma per persone comuni sarebbe l'ideale. ma il costo,,,

  7. Dipende… dipende da cosa vuoi comunicare con la foto. Se vuoi ricordare a tutti quanto sia difficile riprendere al volo un Pellegrino, nonostante l'esperienza e l'abilità del fotografo, allora lasci la foto originale (nell'esempio la prima); se vuoi far risaltare l'eleganza del volo d'un rapace, allora "lavori" al meglio la foto, in modo che tutti quelli che la vedono ne traggono un piacere. Ogni foto è manipolata, essendo un particolare della scena deciso dal fotografo: a volte le manipolazioni sono creative, addirittura artistiche e piaccio, altre volte sono un flop, e diventano errori da cui imparare.

    • Eccellente, grazie ! 1
  8. La discussione su verità/falsificazione delle immagini, sul valore documentale in fotografia (o nell'arte in genere) credo sia antichissima e irrisolvibile. Per nostra fortuna ognuno è libero di avere la sua opinione e di comportarsi di conseguenza.
    A me ha fatto venire in mente un vecchio (e, nei miei ricordi, molto piacevole a leggersi) libro di Ando Gilardi, uscito una dozzina di anni fa: "Meglio ladro che fotografo". l'ho cercato ma non l'ho più trovato, forse perso durante qualche trasloco. L'ho potuto però ricomprare su Amazon e giovedì dovrebbe arrivare.


  9. 1) Questo rapace è un Aquilastore Variabile, piuttosto raro anche in Sri Lanka, dove è stato fotografato. Nikon D3, Nikon 80-400, 1800 iso,1/1000, f 5,6
    2) L'Occhione è abbastanza diffuso anche in Italia mai è molto elusivo e lo si incontra di rado: Questo è stato fotografato in Spagna, dopo un infernale pomeriggio sdraiato a terra e coperto con una rete mimetica. Nikon D500, Nikon 500f4 + 1,4x, iso 250, 1/800 f6,3
    3) Serpentario, Namibia Una luce accecante, difficile per me da controllare. Nikon D300. Nikon 500f4 + 1,4x, iso 500. 1800 f11
    4) Sula Bassana, sull'isola di Helgoland, con un vento talmente forte da aver fatto cadere cavalletto, macchina e obiettivo (per fortuna non dalle scogliere). Nikon D300, Nikkor 200-400, iso 500, 1/1600 f7

    ho scelto queste foto. perché sono state difficili da lavorare in post-produzioni: l'Aquilastore era in ombra, con il cielo dietro luminosissimo; la Sula e il Serpentario illuminate da un sole forte, con difficoltà poi nella gestione dei bianchi; l'Occhione lavorato con modalità diverse dal solito, e risultati dubbi. Sarò grato a chi mi indicherà gli errori e suggerirà le opportune correzioni

     

    aquilacrestata.jpg

    occhione2.jpg

    serpentario3.jpg

    sula.jpg

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  10. in attesa di inviare qualche altra foto migliore, mando questa.
    il soggetto è il più banale (dopo i piccioni), ma voglio premiate la costanza e l'impegno di questo giovanissimo gabbiano che ha continuato per un tempo infinito ad allenarsi per prendere le porcherie che scendevano in questo canale, e poi lasciarle cadere.

    giovane gabbiano.jpg

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  11. Perfetto: Gianni ha individuato correttamente gli animali.
    Qualche atra notizia? Il Pellicano e l'Aquila sono stati fotografati nel 2015, nel Delta del Danubio.
    L' Aquila, ben conosciuta dalla guida, aveva circa 30 anni, era cieca dall'occhio sinistro ed aveva il becco rotto, ma era comunque l'esemplare dominante nella zona.
    il Pellicano mi ha colpito perché ha faticato molto nel prendere il volo, ma quando ha assunto quella posizione cos aerodinamica avanzava controvento quasi senza battere le ali.
    I due Luì, comunissimi ma sempre graziosi da fotografare, sono del 2016, fotografati a Ventotene. 
    Il Migliarino, sempre in quell'anno,  di un sito tra Modena e Bologna.
    Del 2017 sono le foto dell'Otarda e dei Nibbi Bianchi, in Spagna. Per lOtarda, dopo aver trascorso una intera giornata nel capanno, senza fotografare nulla, salvo un gregge di pecore, sono uscito per andarmene a casa, e l' ho vesta passare dietro al capanno, camminando tranquillamente. Non ho perso la giornata.
    i Nibbi sono due giovani di un gruppo di quattro, ormai in grado di cacciare autonomamente, ma ancora fermi sul posatoio "di famiglia"  dove erano stati allevati. In seguito  arrivata la madre, che li ha scacciati di malo modo, per riaffermare la proprietà del sito.
    Le foto dei Nibbi Bianchi mi sono "costate" quattro viaggi in Spagna, ma mi hanno alla fine dato delle soddisfazioni. Questa foto  stata scattata all'alba, prima del sorgere del sole, dopo che avevo passato ore in un capanno scomodo e freddo, al buio, con il solo sollievo del termos di caffè.

    Spero che ci siano delle critiche a queste foto e a quelle che metterò poi, che mi aiutino a migliorare sia il modo di inquadrare la scena, di usare le attrezzature, e sopratutto di "lavorarle" il post produzione: ho delle difficoltà visive (dopo l'orologiaio cieco di Paley (o di Dawkins per i moderni), forse è arrivato anche il fotografo orbo) e spesso non vedo dei difetti dell'immagine, evidenti per gli altri.

    Le osservazioni invece sul mio specifico modo di fotografare gli animali (sono tutte, o quasi, in "modalità assistita", da capanno, anche  con mangiatoie ed esche) non le prenderò in considerazione.
    A presto
     

  12. Sono, e sarò ancora per qualche tempo, via da casa; Silvio Renesto mi ha confermato che, in mancanza di nove fotografie, è possibile inviare anche foto
    d'archivio, vecchie e magari già comparse sul web.
    Provo a cominciare l'allenamento, come prevedono le indicazioni di Mauro Maratta, in vista dell'autunno.

    P.S. nel sito, esiste un luogo dove si chiariscono le modalità (collocazione, limiti delle dimensioni dei file, eccc..) di pubblicazione delle foto?

     

    controvento.thumb.jpg.dcde7c19e0cfba7be52022b1e7e9414b.jpg

    aquila 2.jpg

    all'alba, in atesa del sorgere del sole.jpg

    lui_1.jpg

    migliarino.jpg

    lui_2psd.jpg

    otarda_1:17..jpg

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  13. Forse hanno ragione quelli che pensano che solo chi scatta moltissime foto, e con assiduità quasi quotidiana, abbiano le caratteristiche necessarie e sufficienti per essere dei veri fotoamatori, tra cui il confronto fra pari ha senso.

    Forse sono nel vero quelli che ritengono non affidabili quei dilettanti che accampano pretesti per disattendere la partecipazione alle iniziative magari da loro stessi richieste: ignavi che si nascondono adducendo scuse come la mancanza di tempo di dedicare alla fotografia, o al fatto che il cane abbia mangiato proprio l’immagine che volevano inviare.

    Forse hanno ragione.

    O forse no.

    Intendiamoci, l’esperienza recente sembra confortare lo scetticismo che circola, e le obiezioni espresse sono non solo legittime, ma anche sensate se si condivide il presupposto che i lettori di Nikonland debbano essere tutti ad alto livello e con la stessa competenza tecnica e simile gusto estetico

    Ma non è così, ci si deve sentirsi liberi di partecipare come e quando si vuole e si può. Ha ragione Viandante: in altri siti si pubblica con maggior leggerezza e facilità. Si impara anche meno, sia dal lato delle tecniche (io per esempio nn avrei mai pensato di fare foto stacking, ma ora ci sto provando, grazie a Nikonland) che del gusto fotografico, anche se attraverso le critiche alle foto inviate ai contest.

    Forse si può trovare una via di mezzo tra pretendere troppo, con il rischio di diventare una setta, e l’accettare tutto, rinunciando anche a indicare i limiti delle foto ricevute.

    Non siamo nei giorni dell’Apocalisse descritta da san Giovanni: non guastiamo il piacere di condividere una passione comune.

    Così, visto che qualcuno lo ha chiesto, propongo alla redazione di Nikonland di due temi: per il contest di settembre “le nuvole”, e per quello di ottobre, citando un bel film,  ”momenti di trascurabile felicità”. Io probabilmente parteciperò, ma non posso garantirlo: non sono in vacanza, e, sono sicuro, per quest’anno non lo sarò.

    P.S.
    L’ultima mia uscita fotografica significativa risale al maggio 2019: ho proprio poco da inviare alla sezione sui selvatici. E’ corretto mandare a Nikonland foto già pubblicate altrove?

  14. Ho partecipato a solo due "contest": all'ultimo ho inviato  una foto scattata poche ore prima, non curata tecnicamente e, fondamentalmente non "pensata" bene. E' stato in ogni caso una esperienza assolutamente interessante e stimolante, utile per capire come, di fronte ad un tema comune i propri punti di vista, i presupposti e i significati che vogliamo trasmettere siano spesso così mal rappresentati da risultare oscuri e confusi, e  come quello che noi vediamo chiaramente nella nostra foto sia in realtà incomprensibile per gli altri. E questa è una lezione necessaria, per cambiare.. 
    Scatto poche foto, e tutte limitate ad un settore ridotto -quello della caccia fotografica- per cui ho pochissimo. da presentare; e poi, ho ancor meno tempo da dedicare alla fotografia.
    Quindi, poiché voglio che continui questa occasione, spero che la redazione di Nikonland ci ripensi, e  proponga nuovi "compiti a casa". Magari, con un anticipo molto ampio, per permettere, a chi non è già pronto, di potersi preparare meglio. Quali potrebbero essere, per esempio, i temi di ottobre, novembre e dicembre?

  15. Grazie per la risposta. Solo un  chiarimento, per cercare di giustificare le mie scelte- 

    Malinconia non è sinonimo di tristezza: "Malinconia, ninfa gentile/la vita mia consacro a te/i tuoi piaceri chi tiene a vile/ai pica veri, nato non è" (Pindemonte)

    E spesso, anzi, la malinconia è associata al sorriso: pensiamo ai film di Chaplin, in bianco e nero, appunto. Per motivi tecnici.allora, ma che è bene siano così: a colorirebbero tutt'altra cosa. 

    La foto a colori di un albero in cima ad una collina potrebbe essere una bella cartolina della Val d'Orcia; in bianco e nero…. la numero 2 la terrei appesa nel mio studio.

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