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Pedrito

Nikonlander Veterano
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Risposte pubblicato da Pedrito

  1. Non so se è tuttora un must fra i giovani under 18, ma negli ultimi anni l'Ape è stata l'oggetto del desiderio di moltissimi adolescenti che l'acquistavano per sfrecciare sui loro tre ruote truccati e aggiunti di rollbar, fendinebbia, ruote in lega, ecc., oltre che per avere un mezzo confortevole per portare a spasso in cabina un amico (o un'amica...).

    Non moltissimo tempo fa ebbi modo di ascoltare per strada un ragazzino che discuteva col genitore, e che lamentava di non poter stare al passo con la sua cerchia di amici perché "non ho neanche l'Ape..."!  xD

  2. Sarà per il tipo di fotografia che pratico, per il quale non è necessaria un'attrezzatura "stellare", ma se mi guardo indietro credo finora di aver investito più sull'imparare a fotografare che sull'attrezzatura, che pure è necessaria e che deve essere di buona qualità.

    Tempo e denaro per acquistare libri, visitare mostre fotografiche anche a parecchi chilometri da casa, stampare immagini da presentare agli amici più esperti del fotoclub e a professionisti in letture portfolio, senza dubbio hanno costituito una parte preponderante dei miei investimenti per questo hobby.

    Poi, da appassionato di tecnologia, disporre di strumenti qualitativi e moderni è anche un "premio" alla mia soddisfazione nel possederli, come forse per molti qui e altrove.

    Ma come tutte le cose belle che ho, queste sono in funzione di poterle usare e sfruttare ogni giorno fino in fondo, per il gusto di utilizzarle ma anche e soprattutto per i risultati che mi permettono di ottenere. Viceversa non ho mai acquistato qualcosa di cui non avevo la ragionevole certezza che l'avrei ben usato. No, non compro qualcosa per tenerlo in un cassetto o dentro un armadio. -_-

  3. Il 12/9/2018 at 09:34, Rudolf dice:

    ...

    Ve lo immaginate un portiere che fa causa ad un centravanti avversario quando l'arbitro gli fischia un fallo per carica sul portiere e magari lo espelle ?
    ...

    Nel calcio italiano - ma credo non solo qui - c'è la clausola compromissoria utilizzata dalla FIGC (cosiddetto vincolo di giustizia sportiva), che consiste nella norma che impone ai tesserati, all’atto del tesseramento, di rinunciare ad adire la giustizia ordinaria per tutte le controversie inerenti l'attività sportiva, rimettendosi al giudizio dei competenti organi previsti dalla Federazione stessa. (da www.gianlucadimarzio.com)

    Se non ci fosse, immaginate quante azioni penali tra tesserati nascerebbero dopo ogni domenica...

    Tuttavia, almeno in ambito AIA-FIGC, un arbitro fatto oggetto di violenze documentate da un referto medico può richiedere di adire le vie penali verso un tesserato/una società sportiva. E normalmente ottiene l'autorizzazione a querelare i soggetti che hanno agito in tal senso. E normalmente, in caso di accertamento delle responsabilità, questi possono beccarsi fino a 5 anni di squalifica con proposta di radiazione (se tesserati) e divieto di accedere alle manifestazioni sportive (DASPO).

    Per il motociclismo dovrebbero valere regole simili. E anche se non ci fossero, per l'esposizione mondiale che il fatto ha avuto Fenati è già condannato dalle scuderie e dagli sponsor che non possono permettersi di accostare il proprio nome al suo per la pubblicità negativa che ne riscuoterebbero.

     

  4. Il 6/9/2018 at 13:58, bergat dice:

    ...

    Capisco però che per voi la macchina fotografica sia uno strumento per esprimere un pensiero, ma per dichiarare che una foto sia pregna di significato, forse è bene dichiarare prima il pensiero e poi fare la foto, altrimenti in qualsiasi banalità puo' trovarsi un recondito significato a posteriori.

    Prendo spunto da questa frase per chiarire che la fotografia di strada, o come diamine si voglia chiamare, ha sempre un soggetto; tuttavia questo può variare a seconda delle situazioni.

    Posto che, in ogni caso, la foto deve trasmettere un significato - quale che sia - per avere una sua ragione d'essere (per essere esposta in una mostra, per avere diritto a una bella stampa, per essere pubblicata, ecc.) similmente a qualsiasi altra istantanea di ritratto, paesaggio, ecc., la foto di strada differisce dagli altri generi per il fatto che il soggetto non può essere dichiarato prima perché figlio del momento.

    Il soggetto può essere pertanto un fatto inatteso che si verifica per un attimo (un uomo che scivola, un cappello che vola da una testa, un'espressione strana e improvvisa di una persona, ecc.) e che viene colto dal fotografo, grazie al suo spirito di osservazione e alla sua tempestività nello scattare.

    C'è ovviamente, ad esempio nel corso di una giornata molto ventosa, la possibilità che una folata di vento (attesa) crei una situazione interessante (inattesa), ma quale possa essere quest'ultima e come e dove possa determinarsi è del tutto casuale.

    Viceversa è possibile talora determinare un soggetto o, meglio, lo sfondo per un soggetto, in una situazione ambientale particolarmente fotogenica. Se ad esempio un palazzo dalle geometrie curiose o interessanti attira l'attenzione del fotografo, questi può appostarsi nei pressi ed attendere che si verifichi qualcosa (il passaggio di una persona, un'ombra di un'auto o di una bicicletta che si stagli sulla parete, ecc.) per "creare" una foto che possa diventare interessante per l'insieme della composizione, cioè il soggetto ritratto nel contesto dello sfondo.

    D75_6725low.thumb.jpg.ace31de45e72cb9f3e9984a2faf09e76.jpg

    In questa foto chiarisco il concetto, per il quale le geometrie dell'edificio costituiscono un set interessante per uno scatto ma non sono sufficienti per renderlo tale. Anche la ragazza e il suo vestito possono risultare un soggetto fotogenico, ma pure esso non è abbastanza forte per giustificare una foto.

    Viceversa i due temi, la macchia di colore costituita dalla ragazza e lo sfondo monocromatico dalle geometrie lineari, costituscono insieme un'interazione interessante che mi è sembrato interessante fotografare dopo averla vista e cercata. Certamente questa immagine non sarà ricordata nel tempo come un'istantanea indimenticabile, ma è altrettanto vero che non può neanche essere considerata una foto banale, né scoperta interessante a posteriori dopo lo sviluppo al pc.

     

     

  5. E' cambiata la fruizione dell'informazione. Con internet è più immediata, più aggiornata e (quasi sempre) più economica se non addirittura gratuita.

    Una volta se non sfogliavi Epoca non potevi capire quale scoperta avevano fatto gli astronauti vedendo la Terra dallo spazio, o meglio, non riuscivi a comprendere il loro stupore quando la descrivevano di uno straordinario colore azzurro, né la tv in bianco e nero poteva venirti in aiuto.

    Oggi anche i fatti raccontati per immagini delle terre più lontane e dimenticate del mondo possono essere fruiti semplicemente utilizzando un tablet, e con tempi brevissimi rispetto ai loro accadimenti.

    Ma in Italia abbiamo anche un altro "problema", forse ancora più importante rispetto al tema di questo thread: da noi non si legge più. O meglio, non si comprano i giornali, non si acquistano né si leggono libri (a parte quelli necessari per studiare a scuola o all'università), e, come è stato detto, non si comprano più neanche i fumetti. Ovviamente questa affermazione è in rapporto a ciò che avviene in altri paesi europei simili per sviluppo, cultura, condizioni economiche, ecc.

    E si è persa questa abitudine a favore di social network, siti web e qualche settimanale scandalistico.

    Non voglio dire che la "colpa" sia dei nuovi mezzi di comunicazione, anzi, credo che essa risieda in una mancanza di educazione - in senso lato - all'uso del libro come strumento di conoscenza e aggiornamento, oltre che per passatampo. Educazione sulla quale la scuola in primis dovrebbe investire, insegnando il valore dei libri e la loro perfetta possibilità di integrazione con gli altri strumenti elettronici oggi imprenscindibili.

    Ma a scuola sembra che non si insegni più neanche a scrivere, stante i numerosi errori di ortografia che - mi dicono - si leggono sui temi a scuola così come sui siti web dove molti si esprimono con modalità imbarazzanti, fino ad arrivare alla loro tesi universitaria - chi ci arriva - che molti studenti faticano a scrivere per la disabitudine a farlo (aspetto che già quando mi laureavo io - più di 25 anni fa - i professori denunciavano).

    Ma, chissà, magari più avanti ci sarà un "riflusso", e la carta stampata tornerà di moda come i vinili, gli accessori di abbigliamento vintage e i baffi all'insù dei nostri bisnonni... :sayonara:

    • Sono d'accordo 1
  6. 1 ora fa, Rudolf dice:

    Che non si offenda nessuno ma pur senza il gusto per la battuta salace tipicamente romana di Bergat, la penso esattamente come lui.

    E' solo da questo millennio che la fotografia street è diventata un genere a se stante. Prima era soltanto il caso che la guidava, se capitava a margine di un assignment (servizio fotografico, remunerato o meno, occasione d'altro tipo).

    ...

    Ma no, anzi, Bernardo ha sollevato un tema che è interessante sviscerare qui.

    E' abbastanza vero che la street è diventata un genere a se stante negli ultimi anni e che via via si è affermata una generazione di fotografi che ne ha fatto una pratica nel proprio modo di fotografare.

    Ciò significa anche che il "caso" - ammesso che di esso si possa parlare - è  poi sparito dal genere nel momento in cui quest'ultimo viene praticato in modo continuativo e con il fine di ricercare e ritrarre aspetti interessanti della vita di strada.

    Però, forse, è meglio chiarire una volta per tutte cosa vogliamo significare con "caso".

    Se si intende come una situazione meritevole da fotografare che ci appare  improvvisamente davanti alla fotocamera e che dobbiamo essere rapidi ad immortalare, si può anche essere d'accordo.

    Se si intende invece come una serie di soggetti interessanti e del tutto fortuiti che ci capitano davanti per scattare altrettante interessanti fotografie beh, questo non è proprio vero. Perché il caso in questo senso ti può venire incontro una volta, forse due, mentre la capacità di "vedere", cercare, scovare queste situazioni particolari o dei soggetti meritevoli di essere ritratti è un valore che ha il fotografo che pratica il genere, che con il caso non ha proprio nulla a che fare.

    E' il piacere della scoperta, la stessa - credo - che Paolo cita quando nelle sue uscite per fotografia naturalistica, ben pianificate, la casualità gli pone di fronte effetti di luci, scorci inaspettati, ecc. che rendono ancora più interessanti i suoi scatti.

    E nello street questo aspetto è ancora più importante dato che si tratta di fotografare quasi sempre ciò che non è possibile prevedere o attendersi con ragionevole certezza, e che la capacità del fotografo riesce a cogliere.

    • Sono d'accordo 1
  7. Ripeto, dipende dalla "bontà" (mi piace indicare così una foto generalmente meritevole, come ama affermare Berengo Gardin) dello scatto.

    Ad esempio, alcune foto "segnalate" nel mio hd non le ho stampate subito perché, per quanto interessanti, non mi sembravano né meritevoli come scatti a se stanti, né utili o funzionali per un progetto. Quando poi il progetto si è concretizzato e quegli scatti sono diventati coerenti per esso, ecco che essi si sono materializzati in stampe.

    D'altra parte, possiamo forse stampare tutto quanto ci sembra ben riuscito? Forse, ma per uno come te, Mauro, che conta le foto a migliaia al mese, credo che non sapresti poi dove mettere le stampe, ammesso che tu sia in grado (dal punto di vista del tempo, della spesa, ecc.) di poter far stampare tutto quello che ti piace.

  8. Sì, certo, una foto che non ritengo valida non la stampo. Ma non la butto.

    Fanno eccezione per gli scatti tecnicamente sbagliati (fuori fuoco, mossi, ecc.) che cestino senza pietà.

    Mentre invece gli scatti che indico come "segnalati" li tengo nell'hard disk: mi capita spesso di tornare a guardarli dopo un po' di tempo "scoprendo" che alcuni sono più interessanti di quando li avevo rivisti su pc, e qualcuno diventa poi anche meritevole di stampa.

    • Sono d'accordo 1
  9. 4 ore fa, bergat dice:

    ...

    Penso quindi che a me non piaccia la foto di street, o fare foto a tema, a meno che non siano panorami o foto di ritratti concordati. Forse è tutta qui la differenza. e quando faccio una foto di street, è solo perchè non potevo evitarla.

    Ok, ma che c'entra con quanto hai affermato più sopra (" la street photography vera è solo quella dovuta al caso ")?  o.O

    Qui si sta trattando del perché di un genere e di come ci si muove per ottenere un buono scatto. O del fatto - a cui hai poi accennato - che una foto mancante del titolo sarebbe non comprensibile, che in fotografia suona quasi come una bestemmia, in quanto se una foto necessita di spiegazione avrei qualche dubbio sulla sua, chiamiamola così, efficacia, e sulla sua capacità di raccontare qualcosa.

    Semmai un titolo appropriato potrebbe rafforzarne il senso.

    Ma forse stiamo andando OT.

    Silvio, visto che sei anche amministratore, se vuoi sposta questa discussione altrove se ritieni che l'argomento possa/debba essere meglio affrontato. E scusa per il nostro "inquinamento". :sorriso:

     

  10. 5 ore fa, bergat dice:

    Questo si chiama caccia fotografica alla fauna umana.9_9 E per me la street photography vera è solo quella dovuta al caso, ma è una mia opinione. Ovvero sono in giro a fotografare strade, panorama monimenti e mi ritrovo un fatto curioso senza che neanche me ne accorgo.

    ...

    Rispetto la tua opinione, ma se il fatto curioso, la situazione particolare, la relazione tra soggetti (che possono essere persone, cartelli stradali, ombre, ecc.) la cerchi e la scorgi dopo un'accurata osservazione - frutto anche di esperienza in questa sorta di ricerca - non sei di fronte ad una casualità ma ad un soggetto che ti si offre e che puoi essere in grado di cogliere.

    Se invece giri per strada col prosciutto sugli occhi, davvero non vedrai mai nulla.

    Così se sei un buon osservatore e ti sforzi di cercare, puoi notare tante cose meritevoli di essere colte e fotografate. E in questo caso, il caso (appunto..) non c'entra nulla. :marameo:

  11. Osservare, osservare, e osservare ancora... e poi tenersi pronti con la macchina in mano. Per la street photography non occorre altro.

    Bene anche appostarsi da una parte se la situazione che si presenta (luce, colori, ombre, geometrie, ecc.) può far scaturire qualche scatto interessante.

    Non sempre si porta a casa qualcosa, ma si è comunque imparato ad osservare che, ripeto, è la cosa più importante.

    Qualche volta mi capita di dover attendere dei minuti per strada in attesa dell'apertura di un negozio, di un appuntamento con qualcuno, ecc. Così, non riuscendo ad aspettare senza far niente, mi metto ad osservare ciò che mi circonda, qualche volta con la fotocamera in mano, altre volte con il solo telefonino, "obbigandomi" a trovare qualcosa di interessante nell'intorno.

    Beh, posso assicurare che c'è quasi sempre qualcosa di interessante da fotografare, perché la noia obbliga la mente ad immaginare, gli occhi a ben guardare ciò che si ha attorno e la fantasia ad elaborare una situazione da immortalare per uno scatto che possa avere un qualche significato.

    Ovviamente questa non è la bibbia, ma una modalità personale per fotografare per strada che, tuttavia, non credo sia molto dissimile da quelle che hanno tanti guru della street photography, e che penso possa aiutare chi voglia cimentarsi nel genere.

    Perché non si è sempre detto che ciò che conta di più, aldilà della macchina e degli obiettivi più o meno performanti, è l'occhio fotografico? :fotografo:

    • Sono d'accordo 2
  12. Ottimo!

    Chi si occuperà dell'impaginazione?

    Quando intendete darlo alle stampe?

    Aldilà della correttezza del testo, sarebbe utile poter verificare anche le immagini a corredo che, mi permetto di suggerire, se fossero disposte all'interno dell'intervista la renderebbero più "leggera" e gradevole e, forse, più fruibile dal punto di vista grafico.

    Ma sto immaginando il libro senza ovviamente conoscere come intendete strutturarlo, con la certezza che in ogni caso ne farete un buon lavoro. ;)

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