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Pedrito

Nikonlander Veterano
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Blog Entries pubblicato da Pedrito

  1. Pedrito
    In questo articolo vorrei parlare di uno dei soggetti maggiormente ritratti dai fotografi di quasi tutto il mondo: i muri.
    Come? Dite che sono altri i generi più frequentati, come il ritratto, il paesaggio, il reportage di viaggio? Vero, vero, ma i muri possono a ben ragione essere inseriti in questa particolare classifica come soggetti maggiormente ripresi dai fotografi.
     
    Basta peraltro navigare un po' sul web, sui siti specializzati più frequentati, per accorgersi che i muri sono oggetto di centinaia di migliaia di foto, soprattutto quelli dove sono presenti geometrie di mattoni, mattonelle e cornici di cemento, così come quelli costituiti da assi di legno o altri materiali di forma regolare, ma anche muri dove serie di finestre, finestrelle o aperture diverse si ripetono con continuità sulla propria superficie.
     
    Sembra che queste pareti siano oggetto delle attenzioni di migliaia di appassionati di fotografia (ma anche di tecnici del settore o presunti tali) i quali, per testare i propri obiettivi appena acquistati e valutarne la distorsione ottica, si dedichino con maniacale attenzione a riprenderli per le misurazioni del caso e per i successivi confronti con le altre lenti presenti sul mercato. Davvero un gran divertimento per questi fotografi...
     
    Ebbene, approfitto di queste pagine per dichiararmi con la massima sincerità, mettendomi completamente a nudo e mostrando il mio pensiero quale esso è, a costo di sembrare un originalone, uno snob, un eccentrico o un anticonformista a tutti i costi. Insomma, voglio fare outing, e affermare - accettandone tutte le conseguenze - che io non fotografo i muri per prove o esperimenti di sorta, né li ho mai fotografati a questo scopo!
     
    E accetto anche di essere tacciato come uno che si crede di essere più figo degli altri, o addirittura politicamente scorretto, ma è così: io non fotografo i muri. Sono un fotoamatore appassionato dell'immagine digitale, ma non fotografo i muri pur avendo acquistato negli anni decine di obiettivi. O meglio: i muri qualche volta li fotografo, ma non per studio né per confronti tecnici, ma solo perché alcuni li trovo interessanti.
     
    Come faccio a trovare interessanti dei muri senza il fine di cui sopra? Vabbè, scorrete le fotografie che seguono, e ditemi se non è vero che qualche parete che si vede per strada, qualche muro che ci scorre vicino quando camminiamo a piedi o in auto lungo le vie delle nostre città non sono dei soggetti stimolanti da fotografare, soprattutto quando poi li raccogliamo insieme in una serie dove possiamo apprezzarne i colori, confrontarne le fogge o coglierne l'originalità.
     
    Scherzi a parte, aldilà dell'idea - alla fine neanche tanto originale - di presentare una serie di scatti più o meno omogenei su un tema, vorrei solo mostrare che realizzare una sequenza di immagini avente come dominante un soggetto qualsiasi non sia affatto difficoltoso, senza la pretesa di definirlo un portfolio, un progetto, un lavoro. Alla faccia di chi non trova l'ispirazione per fare fotografie o non riesce a pensare ad un soggetto quale che sia e a svilupparlo per immagini...
     
    Basta osservare con occhi attenti quanto ci circonda, liberare la propria immaginazione e dare libero sfogo alla propria creatività. In altre parole, come si cantava nelle fiabe sonore di qualche decennio fa, basta un po' di fantasia e di bontà (fotografica!).
     
    Enjoy!
     
    (aprire le foto)
     
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  2. Pedrito
    E' il mio personale resoconto dell'anno fotografico appena passato e di come l'ho vissuto. Si tratta semplicemente di una piccola retrospettiva sul mio 2016 passato con la fotocamera in mano, stilata in un giorno per raccontare un anno.
     
     Sono circa 6000 le foto che ho scattato nell'anno appena passato, il 20% meno di quello precedente ma, credo e spero, di maggiore interesse e qualità se è vero che in questa attività il tempo e l'esperienza generalmente contribuiscono a migliorare le proprie capacità e quindi anche i propri risultati. 
    Stranamente nei primi sei mesi ho scattato solo un quarto del totale delle foto dell'anno, e pochissime sono state quelle che ho ritenuto essere meritevoli di una menzione nel mio catalogo, cioè proponibili per una stampa o per essere mostrate qui o al fotoclub. Chissà, forse le rigide temperature dell'inverno mi hanno scoraggiato ad uscire a scattare, o forse non avevo la giusta ispirazione, o più probabilmente gli impegni lavorativi e familiari mi hanno impedito di dedicarmi "seriamente" alla fotografia. Fatto sta che mi sono poi abbondantemente rifatto nei secondi sei mesi dell'anno, perlomeno sotto l'aspetto del numero degli scatti effettuati.
    Come detto, ritengo di aver trascorso un anno assai proficuo e ricco anche di qualche soddisfazione.
    Ad aprile ho potuto esporre per la prima volta una serie di scatti in una vera mostra fotografica, con l'onore di averne uno scelto per essere pubblicato sul manifesto che annunciava l'iniziativa.
    E nella settimana seguente, all'interno della stessa manifestazione, ho potuto bissare esponendo 11 mie stampe nella sala principale della mostra, in quello che è il luogo dove durante l'anno artisti di ben altro valore espongono le proprie opere.
     
    Ma è con l'estate che finalmente riesco a combinare qualcosa di interessante con le mie fotocamere. Il Salento evidentemente mi ispira (o è il periodo di ferie che mi dà il tempo che ci vuole e la giusta capacità creativa?) e diverse foto mi appaiono un po' più meritevoli di altre di essere mostrate.



     
    In particolare, abbandonando per un attimo il genere che più amo praticare, la street photography, ho tentato di cogliere altro attorno a me, cercando di osservare con occhi diversi quanto vedevo in giro per provare a fissarlo in uno scatto, in quella che secondo me deve essere la ricerca di nuove prospettive e strade da percorrere per non fossilizzarsi nel consueto, la ricerca nel mettersi in gioco per uscire dalla propria area di confort e rapportarsi con nuove sfide.
    Così, complici le ferie e più tempo disponibile, anche in altre località marine ho potuto proseguire il percorso intrapreso ...



     
    ... senza dimenticare però il genere che più amo praticare, la street photography, sia a colori ...

     
     
    ... che in bianco e nero.


     
    L'anno si è poi chiuso con la sorpresa di vedere pubblicata sul catalogo ufficiale di Arezzo&Fotografia, la biennale fotografica che si tiene nella città che abito, una mia foto che era stata richiesta per presentare fotograficamente il Circolo di cui faccio parte sulle pagine web della mostra, e che avrebbe concorso con quella degli altri soci nella selezione degli organizzatori.

     
    Concludendo questo breve bilancio personale, mi ritengo complessivamente soddisfatto della stagione fotografica appena trascorsa, e ho già cominciato la nuova mettendo nel mirino le prossime sfide, a partire dalla nuova stampante che ho acquistato con cui ho da poco iniziato a... combattere per rendere concreti e subito visibili i migliori file delle mie fotocamere, fino a dare corpo ad alcuni progetti che ho in mente e che desidero realizzare.
     So comunque che, in ogni caso, il piacere e le emozioni che mi darà il solo click della macchina quando uscirò a fare fotografie sarà il premio più bello e soddisfacente in questa nuova stagione fotografica, e quella sarà la vera... vittoria.

     
  3. Pedrito
    Complici delle care amiche di Paoletta e del fatto che Marina di Romea, dove risiedono, si trovasse di strada durante un viaggio nelle scorse vacanze estive, ho potuto finalmente visitare una zona del Parco del Delta del Po, comprensorio che da tempo volevo conoscere.
    Marina di Romea è una tranquilla cittadina a pochi minuti di macchina da Ravenna, che durante l'estate si riempie di vacanzieri per poi svuotarsi quasi del tutto durante le altre stagioni e che, aldilà delle strutture turistiche, vanta ad est una bella pineta che separa l'abitato dalla lunga spiaggia, e ad ovest uno straordinario affaccio sulla Pialassa della Baiona, una laguna salmastra all'interno del Parco.
    Il comprensorio costituito dalla Pialassa della Baiona e del Piombone comprende all’incirca 1800 ettari di zone umide collegate al mare con un unico sbocco rappresentato dal Canale Candiano e dalla bocca di porto. L’etimologia del nome “Pialassa” deriva probabilmente dal caratteristico sistema dinamico che caratterizza le lagune, influenzato dai livelli di marea. L’invaso riceve (“Piglia”) l’acqua marina per due volte al giorno durante l’alta marea, per poi ricederla (“lascia”) per altrettante volte durante la bassa. La Pialassa della Baiona rappresenta la porzione meglio conservata del comprensorio salmastro e costituisce la laguna di maggiore rilevanza dal punto di vista naturalistico (da www.parcodeltapo.it).
    Avendo previsto l'arrivo in loco per il tardo pomeriggio e sapendo già cosa avrei trovato, non mi sono fatto trovare impreparato : munito della mia fida D750 con Sigma Art 24-105mm, ho potuto fare una bella passeggiata lungo le sponde della laguna e fotografarne il tramonto che mi avevano preannunciato spettacolare. E in effetti così è stato.
    I colori del sole basso all'orizzonte sullo specchio d'acqua, i tanti uccelli che lo abitano, la vegetazione spontanea e selvaggia tipica del luogo e protetta dagli interventi umani, e quella particolare atmosfera che respiri e percepisci solo quando sei in vacanza, rilassato e libero dai pensieri della quotidianità, hanno reso quei momenti magnifici e unici.
    E' stato perciò estremamente divertente fissarne con la fotocamera alcuni istanti, che provo qui a proporli così come li ho fissati.
    Aggiungo solo che il fotonaturalismo non è nelle mie corde anzi, nel genere sono un dilettante assoluto, e sono certo che alcuni scatti sembreranno uguali a migliaia di altri che si vedono in giro sul web: nondimeno provo a presentarli, notando come - qui più che in altre occasioni - il tempo che ho passato a scattare queste immagini sia scorso via con una rapidità impressionante.
    Sarà per la luce del tramonto che dura davvero pochi attimi, quasi impossibili da fermare per fotografarli come si conviene, o perché ogni bel momento dura poco?
     
     
    1. La vegetazione spontanea della laguna

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    4. Gli uccelli, i veri padroni di questo specchio d'acqua

     
    5.  Il sole si fa via via più rosso e meno luminoso.

     
    6. Potevo far mancare una "street photo" pur in un contesto così bucolico?

     
    7. Il sole se ne è quasi andato, e sembra voler dire: Buona serata, amici, ci vediamo domani...

     
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