-
Numero contenuti
6.998 -
Iscritto
-
Ultima visita
-
Giorni Vinti
247
Tipo di contenuto
Profili
Articoli
Obiettivi
Forum
Gallery
Blogs
Risposte pubblicato da Silvio Renesto
-
-
Lo sapevo per certo, il mio era un PS ironico.
- 1
-
Uscita Z6, entrata Z8.
- 6
- 2
-
Gene Wilder in Frankenstein Junior (1974).
Devi saperlo fare ma.. se lo sai fare... con la Z8 lo puoi fare (finalmente)!
Nikon Z8, 300mm f4Pf + Tc14 eii + FTZ, f7.1, 1/1600s, 900 ISO, ritaglio Dx, mano libera. Aprire per giudicare please.
Punto singolo di messa a fuoco, dritta come un fuso e veloce come un lampo.
Questo per dire che...
PS1. Si può fare anche con la Z9, ne sono convinto.
PS2. Per i pignoli: lo so che il tappo è a rovescio, ma non lo ritengo essenziale.
- 10
- 3
- 1
-
1 ora fa, Valerio Brustia ha scritto:
ciao a tutti
questa mattina frullavo il sito di Subito alla ricerca di un 135/2.8 (ricerche estive, nel 90% dei casi sono fine a se stesse) manual focus da abbinare alle mie Fiuggi e giocare un po'.
Così è che finisco alla top page di RCE foto Lainate e qualcosa mi appare familiare.
Per diana, quel tappeto è come quello che avevo in sala, anche il 20mm su FM2 e... ma cacchio, è la mia foto.
Ecco l'originale, con watermark poco invasivo
...
Hai gusto nel comporre le immagini di quasiasi tipo esse siano
OT: Al tempo, ricordo che intervenisti su un mio articolo perchè...
Avevamo lo stesso tappeto Ikea!
- 1
-
Se poi fotografi anche a 24-35-50 mm e non hai altri obiettivi di quelle focali...
-
-
-
Amo tantissimo lo Zen, la sua storia, i suoi metodi, i dialoghi, la sua non-filosofia, per cui vedo con piacere le tue foto e ti chiedo perdono in anticipo se mi dilungo un po'.
I giardini Zen mi hanno sempre affascinato per la loro bellezza ed essenzialità. I massi, la ghiaia rastrellata alla perfezione a formare righe ed onde... li hai resi bene.
Molte foto interessanti, non solo quelle del giardino ma anche l'interno del tempio ci sono angoli bellissimi.
Foto particolarmente significativa, per lo stridente contrasto, è quella in cui hai inquadrato il giardino e le persone sedute sulla panca con il cellulare che presumo sia un'audioguida che spiega quello che hanno davanti, ma comunque mostra due mondi lontani tra loro.
Da altre foto si nota bene come lo Zen sia "diverso": i personaggi scolpiti e dipinti sono più allegri, vivaci, più "materiali" e meno solenni di quelli di altri templi buddhisti. Addirittura la figura più significativa, il primo patriarca dello Zen , Bodidharma (in Giapponese Daruma) è ritratto con un faccione da fumetto dall'aria burbera.
- 1
-
1 ora fa, Riccardo Biancolillo ha scritto:
Altra religione e' la EDO. Sono luoghi ove non ci sono statue ma alcune pietre chiuse in circonferenze in un terreno di pietrisco ben curato; tale religione e' di natura meditativa ove ci si siede e si medita sul proprio essere ed esistenza. Daro' alcuni accenni in ulteriore post sui templi.
Da come descrivi i giardini mi sembrano quelli dei templi Zen.
-
Concordo, storia interessante ad alcune immagini sono suggestive (le fumarole) e simpatiche (l'offerta alla statua di non so che divinità, il monumento all'uovo nero, le scatolette di uova... nere).
OT Perdona la curiosità extra: la signora/ina che fa l'offerta con il mestolo ha il volto coperto ma dall'insieme sembra proprio giapponese, o era invece una turista straniera?
-
Altra serie interessante, imamgini belle per la maggior parte, forse un po' spente per via del tempo grigio, può essere che un po' di lavoro in postproduzione le potrebbe rendere un po' più vive. Molto belle soprattutto quelle con le case sullo sfondo e le risaie o le ninfee in primo piano.
- 1
-
-
Siamo ad Abbiategrasso, nel Parco del Ticino, dalle parti della ex Colonia Elioterapica, dove facendosi strada inizialmente fra quelli che fanno pic nic in spiaggia e si bagnano a dispetto del cartello che indica scarsa qualità dell'acqua, arriviamo abbastanza distanti da essere tranquilli e dedicarci alla fotografia macro o quasi macro.
Comincio con due foto non specialissime, ma corrette:
Calopteryx splendens maschio (blu) e femmina (verde):
Soggetto abbondante ed un tantino inflazionato però.
Il Ticino, a Motta Visconti e ad Abbiategrasso, dal punto di vista "odonatologico" (ossia delle libellule) è il mio luogo d'elezione per fotografare gli Onychogomphus, splendide libellule tigrate i cui maschi hanno una specie di pinza (infatti gli Inglesi li chiamano Pincertails) al termine dell'addome che serve ad afferrare le femmine durante l'accoppiamento.
Amano l'acqua corrente, sono velocissimi volatori che afferrano le prede e si posano per divorarle (o anche solo per riposare)... sui sassi del greto del fiume, per cui, perchè rendano in fotografia, vanno riprese stando sdraiati a terra, in modo di essere (più o meno) alla loro altezza, altrimenti le foto possono risultare deludenti.
Come questa, scattata sbagliata apposta a scopo didattico, per far vedere come non si fa: troppo lontano e troppo alto, anche se ero quasi in ginocchio (c'è dello sporco sul sensore, lo so ma non mi importa per me è una foto da cestino):La macro è cosa anche per vecchi, ma un tantino flessibili
Errore da evitare è modificare la propria figura troppo vicino al soggetto, che nota il cambiamento e fugge. Ci si acquatta già ad una certa distanza e poi ci si avvicina un po' alla volta, con attenzione, scattando nel mentre.
Ed ecco una foto che considero riuscita:
Questa mia chiacchierata ha lo scopo di ribadire per l'ennesima volta che anche in macro non basta il soggetto, l'esposizione corretta eccetera eccetera, ma ci vuole un po' (di esperienza e) di impegno per ottenere risultati gradevoli.
Ok, intanto che ero là per terra, una cavalletta mimetica crede che io non la veda, invece... l'ho vista.
Purtroppo ero armato col 300mm e la lente addizionale, troppo poca profondità di campo a f11 per avere a fuoco sia il corpo che la "coscia" e, appoggiato ai sassi, non si pensa certo a fare stacking. Ma questa è una "catturina" più che altro per simpatia verso queste creature.
Ad una certa ora la massa di spiaggiati autointossicantisi di junk-food inizia ad ingrossare oltre il sopportabile, per cui si riprende l'auto, avviandosi verso la grigia Milano; ma chi non guida sta all'erta, perchè i canali accanto alle risaie possono offrire spunti.
Come ad esempio questi Onychogomphus che in mancanza di sassi si vedono obbligati a posarsi su foglie e steli e l'acqua offre uno sfondo interessante. Subito fuori dall'auto per un altro paio di scatti:
Qui ho schiarito col flash. Lo sfondo è l'acqua corrente del canale.
Qui ho lasciato piccolo il soggetto perchè
se no finivo in acq, scherzo, mi pareva bello il disegno creato dalle foglie.Con cosa ho fotografato? Con la Nikon Z6, il 300mm f4 pf con il Tc14 oppure con i tubi Meike oppure con la lente addizionale da 1,8 diottrie a seconda delle necessità.
Lamento. Se ci sono momenti in cui ho un approccio quasi religioso verso qualcosa, è proprio verso i luoghi della natura. E' rattristante vedere l'accumulo progressivo di rifiuti di ogni sorta che si espande nel bosco man mano che la stagione va avanti.
Molta gente anzichè portar via i rifiuti li ... sposta un po' più in là nel bosco, nonostante ci siano bidoni appositi in area parcheggio. Ovviamente, settimana dopo settimana, le cose peggiorano.
A volte mi rattrista fino a farmi passare la voglia di fotografare.
- 10
- 2
-
FOTO NSFA (Not Suitable For Arachnofobes), siete avvisati.
L'Argiope è un ragno "iconico" per i macrofotografi, abbastanza grosso e colorato (la femmina, il maschio come è tipico per i ragni, è pateticamente minuscolo ed insignificante), da noi è presente con una specie, A. bruennichi (che vedete in queste foto, tutte femmine ovviamente) più settentrionale e dall'addome rotondo, ed un'altra più mediterranea, A. lobata, con l'addome dal contorno ondulato. Molto bella e particolare anche lei.
Sono ragni TOTALMENTE INNOCUI per l'uomo.
I problemi (fotografici) con le Argiopi nascono dall'ambiente dove prediligono tessere le loro grosse tele, ossia cespugli fitti, soprattutto roveti. A peggiorare le cose, si posizionano preferibilmente con la "pancia" verso l'esterno, mentre il "dorso" è rivolto verso il cespuglio. Insomma il più delle volte la si trova così:Foto tutt'al più segnaletica a scopo didattico o di censimento/ricerca, ma inguardabile per lo sfondo e per il fatto che "di pancia" non si vedono nè la testa (si chiama in un altro modo ma fa niente) nè le tipiche striature sulla parte dorsale dell'addome (non si chiama così nemmeno lui, ma non vi opprimo con i dettagli anatomici).
Io tento due approcci.
Ne cerco una che sia possa riprendere di lato:Si sta impacchettando la merenda (una malcapitata damigella).
L'ottimo sfuocato del 105 MC (qui su Z6) rende sopportabile lo sfondo, che da questo punto di ripresa è un po' più lontano anche perchè la tela è molto larga e danneggiarla per andare più vicino significherebbe per prima cosa disturbare l'animale e poi farlo fuggire perdendo la foto.
Oppure insisto finchè non ne trovo una fotografabile dal dorso,magari incuneandomi nel cespuglio in modo da inquadrare uno sfondo un po' più decente. Se venisse la tentazione di usare un flash, occorre fare attenzione ai rovinosamente rovinosi riflessi dati da foglie, rametti ecc. :
Alla fine con un 300mm f4Pf e tubi Meike su Z6, ecco il risultato che ho ottenuto in luce ambiente a mano libera:
SHELOB!
Due ultime osservazioni:
L'"addome" dalla parte del dorso è molto sporgente rispetto al capo, per avere a fuoco tutto occorrerebbe o fare del focus stacking, se possibile, oppure almeno chiudere molto i diaframmi, accettando di venire penalizzati in una certa misura dalla diffrazione. Qui ero a f18.
Quando si fotografano le Argiopi è importante lasciare un po' di spazio intorno a loro, in modo che si veda lo "stabilimentum" ovvero la grossa fascia a zig zag con cui "firmano" le loro tele.
A nessuno di voi verrà mai in mente di andare in giro a fotografare Argiopi, lo immagino, ma io condivido lo stesso e comunque mi sono divertito a fare un piccolo, torrido, macro safari (altre bestie, altro post ).
- 3
- 3
-
Se è la NC macro diametro 77, è progettata per ottiche tra i 70 e i 300mm quindi è strano. Le specifiche dicono abbia una potenza tra 3 e 4 diottrie, se è così, la distanza di lavoro (distanza lente -soggetto) massima sarà tra i 30 e i 25 cm, più lontano non puoi andare, ma questo l'avrai già verificato.
Hai provato solo a tutta apertura od anche a diaframmi chiusi? Un problema, rilevato da me con altre lenti addizionali su obiettivi luminosi è che devi chiudere il diaframma almeno ad f8-11 altrimenti è tutto molto soft. Il cambiamento tra diaframmi aperti e chiusi è notevole.
-
8 ore fa, Max Aquila ha scritto:
che a parte la stranezza della sua non frequente infruttescenza,
ho voluto fotografare in tre modi differenti per illuminazione, punto di ripresa, obiettivo, diaframma e fotocamera,
tutte accomunate da Helicon Focus che ha gestito lo stacking delle immagini nel modo più uniforme possibile, portando a risultati simillimi...
Z30 e Nikkor Z DX 12-28mm f/3,5-5,6 PZ VR + lente addizionale da 3 diottrie @ 18mm f/5 ISO 100
luce ambiente + Godox AD100 filtrato purple e Godox Litemons 6R di schiarita
Z30 e Nikkor Z 24-200mm f/4-6,3 VR + lente da 3 diottrie @ 40mm f/5,6 ISO 100
Godox AD200 con testa led + Godox AD100 filtrato purple e Godox Litemons 6R di schiarita
Z9 e Nikkor MC50mm f/2,8 @ f/4 ISO 64
Godox AD200 con testa led + Godox AD100 filtrato purple e Godox Litemons 6R di schiaritaCome a dire che la fotografia a distanza ravvicinata a soggetti inanimati non necessiti più per forza di obiettivi specialistici...
Pienamente d'accordo!
-
Sono molto contento di questi vostri commenti, interessantissimi. Mi portano a fare diverse riflessioni.
Per Giuseppe e Gianni la foto "parla" di arti marziali, però Gianni si chiede se senza spiegazione avrebbe avuto comunque senso proprio. E' una giusta domanda, il mio intento era creare un'illustrazione della frase che mi aveva colpito, per cui ho ritenuto necessaria tutta la spiegazione. Forse la foto da sola sarebbe stata comprensibile, per qualcuno almeno, o forse no, ma sicuramente non collegabile alla frase, in questo senso la foto è un'illustrazione.
Egidio (scusate un doveroso OT: Laogong, che nostalgia, il mio maestro lo traduceva con "palazzo della fatica". Se facevi ritsuzen correttamente abbastanza a lungo "scaldava" .... ) coglie l'intenzione non ancora espressa del movimento, la potenzialità dell'atto (in effetti le mani sono raccolte pronte a "esplodere" come scrive lui in un movimento tipico della Gru Bianca -del Sud,scusate la pedanteria ma quella del Nord è uno stile molto diverso ).
Max non ci vede nulla di marziale perchè in effetti non è esplicitato nulla, non conoscendo la postura è più che comprensibile, e sarebbe errore mio non aver espresso meglio questo aspetto (forse solo l'abito potrebbe dare un'indicazione) però sono contento che, come Egidio anche Max colga un intento anche se non gli è chiaro quale sia (non ho reso la posa abbastanza esplicita).Sakurambo da ex praticante legge meglio l'immagine, però anche secondo lui manca di "carica" marziale.
Sul discorso delal gestione del bianco e nero, ho optato per una certa rudezza, scelta opinabile, ma al momento non approfondisco questo aspetto, mi sembra che ci sia da lavorare anche (e prima) sulla posa, perchè qualcosa c'è ma molto altro manca per avere un risultato pienamente efficace.
Grazie, mi siete stati tutti di grande aiuto.
Egidio, sulla luce ho lavorato molto in postproduzione.
-
Non so il giapponese, conosco solo alcune frasi e parole legate alla mia grande passione (le arti marziali tradizionali compresa la cultura ad esse legata). Però mi piace molto come si riesca ad esprimere pensieri e concetti con una o poche parole ed apprezzo anche la sonorità, la musicalità della lingua.
Nel coltivare questa mia passione mi capita di incontrare modi di dire orientali che mi colpiscono in modo particolare alcuni addirittura mi viene voglia di trasformarli in immagini!E' il caso della frase del titolo oni te hotoke kokoro (traducibile approssimativamente come Mani di Demone, Cuore di Buddha o anche il Demone nelle Mani, Buddha nel Cuore).
L'origine forse deriva dalla pratica medica dove si taglia, si fa sanguinare, ma per guarire. Il concetto però è stato esteso anche al Karate antico, con più significati, il duro allenamento le tecniche di lotta possono sembrare crudeli, quindi ecco le mani (il corpo) di demone, ma se la pratica è volta a nobile scopo (il perfezionamento di sè, la protezione degli altri) , il cuore rimane rivolto al bene (a Buddha).
Ho cercato di rendere questo concetto con una postura della Gru Bianca del Sud (Yong Chun Bai Hui).Ho tenuto la luce sulle mani ma senza far scomparire completamente il vestito, in modo da contestualizzarle. Mi sono così divertito a progettare la foto ed a realizzarla, che ho pensato di condividerla, sperando dica qualcosa anche ad altri.
A voi commentare, criticare, ignorare, insultare (ehm, no magari questo no).
Per i curiosi: perchè lo stile cinese della Gru bianca (del Sud) e non il Karate originale? Perchè la Gru bianca, di cui so qualcosina, è una delle arti marziali che più ha contribuito alla nascita del Karate originale (quello di Okinawa) a cui il detto fa riferimento, ma che purtroppo non ho mai praticato.
- 5
- 1
-
Ho rivisto con piacere diversi nikonlander che già conoscevo e sono stato contento di incontrarne dei nuovi vedersi ogni tanto di persona fa bene. Un bel pomeriggio a chiacchierare di fotografia e attrezzature fotografiche.
Minireportage da parte mia:ù
Toccato con mano come la Z8 "faccia la differenza", sul serio.
Sorpreso molto positivamente dal piccolo ma performante 70-180 f2.8
Ottima impressione mi ha fatto il 180-600 ma...
il 400mm f4.5 è stato una rivelazione. Devo rubare le parole a Max "parametro".
-
Io ci sarò come scritto, nel pomeriggio, io arrivo direttamente in metro, ma la metropolitana è il mezzo migliore anche per chi arriva in auto, consiglio di parcheggiare in periferia e prenderla.
-
Se mi rileggete, non ho scritto che ci tengo tanto ad avere il vecchio 200 mcro AfD, ma che mi piacerebbe qualcosa come il 200mm micro AfD aggiornato agli standard qualitativi e tecnologici odierni, non che voglio montare il 200 micro AfD sulle Z. Siccome non c'è cerco delle alternative.
Il 24-200 col tubo (o un tele col tubo) è una buona alternativa se non si ha necessità di passare da macro a soggetti distanti come Salvetti.
Altrimenti il 300mm f4 col Tc14 è una soluzione con i suoi limiti OPPURE, IN TEORIA PERCHE' MAI PROVATO il 100-400 z con il Tc14 z con altri suoi limiti.
Obiettivi a parte, da quel che ho visto anche su Nikonland, la Z8 (e immagino anche la Z9) sono pressochè imprescindibili se si vogliono fare sistematicamente e non per botta di fortuna, dei close up al volo. Questa è una signora foto:
https://www.nikonland.it/index.php?/gallery/image/28587-ape-selvatica-“longicorne”/
Che con la Z6 o la Zfc possono venire per caso o tramite astuzie come focheggiare il fiore e sperare... -
1 ora fa, Massimo Vignoli ha scritto:
Per me è del tutto dirimente la presenza di autofocus e stabilizzazione.
...Assolutamente d'accordo
1 ora fa, M&M ha scritto:MTF 24-200@200mm (liscio) ad f/6.3
MTF 200/4 micro ad f/4
per fortuna il tempo non passa invano. Ma certo i ricordi di giovinezza ...
A quel tempo il 200/4 era un obiettivo di lusso, del costo "nuovo" che è arrivato sino a € 2.000.
Il 24-200 adesso viene, scontato, € 849 e va bene per fotografare di tutto, su qualsiasi corpo Z. Io lo porto al WEC sabato 8 luglio a fotografare le macchine da corsa più belle che ci siano
Ne sono contento, per me questo 24-200 oltre ad essere il tuttofare per cui è stato progettato, se adeguatamente accessoriato (come ad es. con un tubo di giusta lunghezza) è diventato il mio nuovo 200micro, ottica che era più adatta a rapporti di riproduzione di 1:2 che 1:1, ottima per "tenere le distanze" e con questo puoi farlo a mano libera:
Potrei scriverci su... anzi , lo farò.
Sarei anche curioso di confrontare, in questo contesto, il nuovo 70-180mm Z , ugualmente accessibile e più luminoso, quindi magari pù adatto a sopportare il tubo.
Girano foto (Dustin Abbott) scattate a 70mm alla minima distanza (1 : 2) che non mi entusiasmano troppo, ma dan prendeere con beneficio di inventario. Comunuqe io lo userei a 180mm,dove secondo me darebbe il meglio.
-
10 ore fa, Max Aquila ha scritto:
ma ne sei ancora certo?
Guarda che il rendimento di un sensore moderno, in unione ad un obiettivo medio, secondo me supera di gran lunga i mostri sacri con i quali già la messa a fuoco era un'incognita scatto per scatto.
Possiamo anche dirlo, eventualmente, che oggi è tutta un'altra storia...
(sequel della provocazione sul 105 MC ...)
Purtroppo (o forse è meglio così) non ho più il 200 micro AfD e quindi non ho fatto confronti diretti. Sono incline a pensare che la nitidezza e la qualità dello sfuocato potrebbero ancora essere a vantaggio del 200 micro (nei confronti del 24-200) ma non ho confronti oggettivi. Per tutto il resto (messa a fuoco ecc. ecc.) è come dici tu.
Il 105 MC è un mondo a parte, quando la distanza ne consente l'uso appropriato, il risultato non ha paragoni con nulla che io abbia provato finora. Mi viene da descriverlo come descriverei un vino d'annata. E' nitido, ma non secco, ha una transizione tra a fuoco e sfuocato che delizia. Senza parlare dei colori.
PS Sulla Zfc diventa un 150 equivalente, quindi più vicino ai miei ambiti d'uso, senza sensibili perdite qualitative.
- 1
-
... e un tubo da 35mm, fanno cose ...
Questo non è un crop:Gonepteryx (rhamni?) detta Cedronella. Nikon Zfc, 24-200mm Z a 200mm, tubo Z compatibile da 35mm, f6.3, 1/500s, 250 ISO, luce ambiente, mano libera, ossia posizione inginocchiata "del cecchino".
Non sarà certo come il 200mm micro AfD, però a distanza ravvicinata va più che bene!
- 6
- 3
SI PUO' FARE (Con la Z8)!
in Club Nikon Z8
Inviato
Vero, occorre sapere come fare, ma con la Z6 o Zfc non si riusciva lo stesso perchè andavano a prendere il ...nulla e la libellula intanto era volata via .