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Silvio Renesto

Nikonlander Veterano
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Risposte pubblicato da Silvio Renesto

  1. Ho incrociato molti anni fa  l'autrice di questa foto:

    https://www.juzaphoto.com/galleria.php?t=2443094&l=en

    Su un forum che, guarda caso, si chiamava Macroforum.  Ai tempi le sue foto non erano dissimili dalle mie. Adesso vedo questa sua foto e oltre a essere contento della sua evoluzione, non mi spiego cone sia riuscita a ottenere questa sensazine di incisione quasi irreale. Siccome non sono in confidenza non lo chiedo a lei, ma spero che qualcuno di voi mi sappia dire se c'è qualcosa oltre quel che si evince dai dati exif. 

    Lei non è l'unica, c'è tutta una scuola "iperrealista" su Juza.

    Mi piacerebbe provare,  se qualcuno di voi ha sperimentato o ha idee,  gli sarò grato.

    :)

  2. Il baffo più stretto e la fronte chiara lo fa somigliare ad un ssp calidus, ma ripeto non sono così esperto.  

    Temo però che abbia ragione Gianni, la discussione sta prendendo una piega molto specialistica.  Magari chiaritevi in privato, o chiedete opinioni ad altri e poi però fateci sapere cosa avete concluso che siamo curiosi.

    :)

  3. Grazie del contributo. Incontro fortunato, E' una serie interessante soprattutto, per l' importanza dell'avvistamento se hai ragione (io non ho la competenza necessaria). Immagino tu sia membro di EBN, LIPU o qualcosa del genere, a cui potrebbe interessare la segnalazione (penso soprattutto EBN) e ti potrebbero confermare o meno l'identificazione.

     

  4. 1 ora fa, effe dice:

    Silvio, le foto vanno benissimo non si nota proprio la presenza del vetro. L'articolo invece è interessantissimo soprattutto per me che amo i felini (e non potrebbe essere diversamente con quattro gatti in casa). Dal momento che sei un esperto volevo chiederti se questa caratteristica  della mascella "a tenaglia" è propria di tutte le specie di leopardi, quindi anche dei più comuni Panthera Pardus. Te lo chiedo perchè occorre un serraggio pazzesco per trascinare una preda sull'albero, una pratica che i leopardi adottano spesso per non farsi rubare il pranzo dalle iene o dai felini più grossi.

    E' come  dici. Ne ho scritto qualcosa  in un mio altro intervento qui: http://www.nikonland.eu/forum/index.php?/blog/16/entry-563-natura-di-tigri-e-di-sciabole-a-gentile-richiesta/    se sei interessato ai felini ti consiglio di leggerlo.

    I felini moderni hanno tutti una presa molto forte. Basta guardare lo sviluppo del processo coronoide della mandibola (vedi  il mio articolo citato sopra ). Tra quelli col morso più  potente c'è il giaguaro che riesce a perforare il cranio delle prede (caimani compresi) con i canini superiori per ucciderle. 

    Il mistero è perchè il Leopardo nebuloso abbia canini così lunghi in proporzione. Forse, come si pensa facessero  le tigri dai denti a sciabola, li usa per uccidere sul colpo la preda :  mordendo al collo riuscirebbe a tagliare trachea, vene e arterie in un colpo solo semplicemente chiudendo le fauci (anzichè usare i muscoli del collo come le tigri dai denti a sciabola). Gli altri felini di solito soffocano la preda con la stretta delle fauci, che richede più tempo. Ma purtroppo non si sa nulla di certo. 

    PS Il gatto del tuo precedente avatar era stupendo...

  5. Quando esce dal Lario (lago di Como) il fiume Adda forma altri due piccoli laghi, quello di Garlate e dopo una strozzatura, quello ancora più piccolo di Olginate.
    La conformazione del territorio fa sì che la parte a Nord/Nord Est, nei dintorni di Calolziocorte, sia riparata dai venti che d'inverno spesso imperversano sui laghi superiori, per cui le acque sono quasi sempre tranquille e la temperatura leggermente superiore.

    Questo fa di quell'angolo di lago un "dormitorio invernale" per molti migratori, un paradiso soprattutto per gli anatidi. Se uniamo a questo la presenza di un paio di canneti con una certa abbondanza di fauna, tanto che è considerato area protetta, diviene un luogo interessante per quei fotografi naturalisti appassionati di avifauna, i cosiddetti birders.
    La fauna è ricca, ma ci sono dei problemi, si fotografa allo scoperto da un pontile oppure da un moletto abusivo in disuso che offre un po' di riparo. Quando l'acqua è bassa si può fotografare anche da una piccola penisola temporanea, poco più di una lingua di terra. 
    Servono focali lunghe quindi, 500mm a volte con un moltiplicatore 1.4x , a meno che ci si accontenti dei moriglioni, relativamente confidenti e presenti a centinaia, oppure non si abbiano dei colpi di fortuna, come capita con il porciglione, che quando meno te lo aspetti ti compare a tre metri, per rovistare per un po' nel limo e sparire di nuovo.
    La varietà dei soggetti è discreta, oltre al moriglione, fra gli anatidi abbiamo le morette e le morette tabaccate, a volte il fistione turco, e ovviamente i comuni germani reali.
    I rallidi abbondano con folaghe e gallinelle d'acqua. Svassi e tuffetti pescano in continuazione. Il martin pescatore si fa vedere spesso, ma non è semplice da "catturare". 
    Qualche ardeide si ferma aironi bianchi e garzette. Ospiti fissi invernali i cormorani.
    Raramente, e solo negli inverni più rigidi, si presenta la star del lago, la strolaga mezzana, il che manda in fibrillazione i birdwatcher della zona (quest'anno non si è vista). 
    Nel canneto è presente il porciglione e numerosi passeriformi di palude, e nelle siepi e sugli alberi che circondano il laghetto separandolo dalla paseggiata, pista ciclabile e dalla strada ci sono cince, fringuelli e la più elusiva capinera. Lungo la riva ballerine bianche e gialle cercano insetti.
    Gabbiani e cigni reali completano il quadro di questo piccolo, tranquillo angolo di lago.

     

     

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    Una vista dell'angolo Nord -Est del lago. Sullo sfondo il pontile, spesso affollato di fotografi naturalisti (birders)

     

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    Il moletto abusivo abbandonato. Altro punto di osservazione, ottimo per il Porciglione.

     

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    Moriglioni e morette che svernano.

     

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    Una Moretta (maschio).

     

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    Volo di Moriglioni.

     

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    Un'Oca canadese, insolito ospite fisso (probabilmente fuggita da qualche privato).

     

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    Cigno in decollo.

     

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    L' onnipresente Nutria.

     

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    Cormorano che asciuga le ali.

     

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    Quando l'acqua è bassa è più facile vedere il Porciglione

     

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    Capinera nel canneto. Non è il suo ambiente ma vicino ci sono molte siepi e cespugli.

     

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    Ballerina gialla sulla riva.

     

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    Lago di Olginate all'alba.

     

  6. No, non sono andato in Myanmar o in qualche altra foresta tropicale dell'Estermo Oriente (anche se temperatura e umidità erano più o meno quelle), purtroppo.
    Le foto le ho scattate in un parco faunistico (uno un po' speciale, ma lo spiego dopo).
    Normalmente non faccio foto allo zoo perchè ...non mi interessa. Non le considero fotografie naturalistiche, giusta o sbagliata che sia, è la mia opinione.
    Questa volta ho fatto un'eccezione per un soggetto... d'eccezione.
     
    Durante le mie lezioni sull'evoluzione dei Felidi, parlo del Leopardo Nebuloso perchè ha dei tratti unici che  ricordano le tigri dai denti a sciabola, C'è chi ha pubblicato bei lavori scientifici in merito.
    A lezione uso immagini da internet che vanno bene, ma.. . siccome non avevo mai visto dal vero un Leopardo Nebuloso, mi era rimasta una certa curiosità. Così, quando ho saputo che un centro Italiano fa parte di un progetto internazionale per fare riprodurre in cattività questi animali (gravemente minacciati  di estinzione), e ne ha tre, nati in altri zoo,  sono andato subito a vederli. E, naturalmente fare qualche foto ricordo ;)
    Niente di troppo bello perchè ho dovuto districarmi fra decine di visitatori, di ogni età e livello di chiassosità, vetrate e quant'altro, ma qualcosa ho portato a casa ed eccolo qua.

    Il Leopardo Nebuloso è una specie diversa dal Leopardo .

     

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    Non è nemmeno il Leopardo delle Nevi,

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    E' una bestia a sè,  Anche il nome scientifico è differente: Neofelis nebulosa.
     
    Non è tanto grande, un grosso maschio è lungo poco più di un metro, al massimo un metro e venti, più la coda, che è altrettanto lunga. Un maschio adulto pesa sui 25 kg, la femmina è molto più piccola. Ha un manto con grandi macchie che ricordano le nuvole, da cui il nome.

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    Perchè mi interessa?
     
    Perchè come ho scritto,  ha qualche carattere che ricorda le tigri dai denti a sciabola, soprattutto le più antiche (di tigri dai denti a sciabola non ce n'era una sola, ma c'era una varietà altettanto grande come  grossi felini attuali e no, non sono antenate dei felini attuali ma evolute in parallelo).
     
    Il Leopardo Nebuloso ha i canini in proporzione più grandi di tutti i felini viventi, pur pesando dieci volte meno di una tigre, ha i canini lunghi uguale.
    Per poter snudare questi canini l'apertura delle sue fauci arriva quasi a  90° contro i 65° nei felini attuali, e vicino ai 110-120° nelle tigri dai denti a sciabola.
     

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    Da un lavoro di Per Christiansen, Il leopardo Nebuloso è a sinistra, i disegni non sono in proporzione. Per Christiansen è un mio  collega Danese che si occupa di queste cose, 

     
     
    Se guardiamo il muso del Leopardo Nebuloso possiamo farci una vaga idea di come poteva essere quello di una tigre dai denti a sciabola, meno tondo, più allungato e  spiovente, forse anche più che nel Leopardo Nebuloso .Sempre come le Tigri dai denti a Sciabola le spalle e le  zampe anteriori in proporzione sono robustissime. Più che negli altri felini attuali.

     

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    Il muso è spiovente e le zampe anteriori sono muscolose 

     

     

    Per Christiansen  sostiene che se si sapesse di più sul modo di vivere e cacciare del Leopardo Nebuloso, potrebbe essere di aiuto nel valutare le teorie che si sono fatte sul modo di cacciare delle tigri dai denti a sciabola. Purtroppo si sa pochissimo perchè è un animale timido e braccato. 

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    Le foto sono state tute scattate al Parco faunistico  La Torbiera ad Agrate Conturbia (NO).
    Come ho scritto all'inizio la considero un parco faunistico un po' differente dai soliti perchè fa parte di un circuito di zoo e parchi faunistici a livello internazionale in cui si tenta di far riprodurre specie ad alto rischio di estinzione non sempre per reintrodurle in natura (a volte sì, in alcuni centri specializzati si tenta con i cuccioli, ma per gli adulti, soprattutto predatori, vissuti in cattività fino all'età adulta difficilmente riuscirebbero a sopravvivere nel loro ambiente originario) ma per preservarle dall'estinzione totale. 
    Per evitare incroci con consanguinei che porterebbero a  tare ereditarie, alcuni degli esemplari che nascono in uno zoo/parco vengono mandati in zoo/parchi di altri paesi per accoppiarsi con gli esemplari che là risiedono, in modo da cercare di garantire una varietà genetica che mantenga sana la discendenza.  Come  ho detto solo in pochissimi centri specializzati  (di solito vicini all'area  di diffusione naturale della specie) si può poi tentare la reintroduzione.
    Alla Torbiera l'anno scorso sono nati due  cuccioli di Leopardo dell'Amur o della Manciuria, una varietà del Leopardo "normale" adattata ai climi freddi. In natura si ritiene che ne siano rimasti meno di settanta. Sono bellissimi (vedi la prima foto della serie)
    Da tempo si tentava di far riprodurre il leopardo nebuloso, ma tra la coppia non c'era feeling; ora è arrivata una terza femmina, si vedrà se "funziona".
     
     
    Le foto sono state scattate attraverso vetrate e c'erano dominanti fortissime, ho fatto qualcosa in pp per rimediare, ma so che sono così così. Mi interessava però condividere  l'argomento, perchè a me appassiona. Se vi ho annoiato, me ne scuso fin d'ora.

     

    Ho fotografato una Tigre dai Denti a Sciabola una volta, ma  solo le ossa :P   .

    • Eccellente, grazie ! 1
    • Sono d'accordo 1
  7. Fin da studente, per superare certi esami dovevo imparare  a riconoscere diversi gruppi di animali, piante, minerali, ecc.. Ancora oggi riconoscere a che specie appartiene un certo esemplare fossile oppure capire che si tratta di una specie nuova è una parte molto importante del mio lavoro di ricerca (contrariamente a quanto si potrebbe pensare nella paleontologia moderna è più spesso un punto di partenza che di arrivo, ma è un'altra storia).

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    La parola  classificare deriva da tagliare, suddividere; in pratica classificare è suddividere oggetti, o animali, o piante in gruppi distinti, in base alle somiglianze ed alle differenze seguendo certi criteri.

     

    I criteri per la zoologia sono quelli che derivano da un'attento studio dell'anatomia degli animali e l'individauzione di caratteristiche che accomunano un gruppo distinguendolo dagli altri. Non è  semplice perchè non tutti i caratteri vanno ugualmente bene. ci sono caratteri che derivano dall'adattamento all'ambiente e possono far somigliare  animali che non sono imparentati fra loro: il delfino, il tonno e lo squalo si somigliano tra loro più che il delfino e il cammello, eppure il delfino è parente più prossimo del cammello che degli altri due perchè condivide caratteri (polmoni, ossa degli arti, produzione del latte ecc.) che testimoniano una parentela più stretta. Sono entrambi Mammiferi. Ho semplificato in modo enorme ma il concetto è che sono somiglianze funzionali (convergenze) e somiglianze che invece indicano antenati comuni più prossimi. Queste ultime si usano per classificare
    La faccenda in realtà è un bel po' più complessa, ma non vado oltre se no vi faccio una lezione.

    La classificazione poi è gerarchica ossia è fatta  di  gruppi e sottogruppi: posso avere il gruppo delle sedie distinto dalle poltrone, però all'interno delle sedie posso distinguere quelle da cucina, da soggiorno, ecc. e all'interno di quelle da cucina posso distinguere quelle  pieghevoli ecc., insomma avete capito: Si classifica in base ad  insiemi di caratteri, partendo da quelli principali che individuano i gruppi più ampi fino a scendere nei dettagli per i sottogruppi via via più piccoli.  In Zoologia  si chiamano ad es. Ordini, Famiglie  Generi e Specie (non li ho nominati tutti).

    Come si fa a conoscere i caratteri per classificare? In un modo solo, studiando. Se parlate non solo con professionisti, ma anche con birdwatcher  o appassionati di questo o quel gruppo di insetti, rettili ecc., tutti avranno studiato le basi e poi via via si sono specializzati (se ne hanno avuto voglia).

    Dove si studia? Per  l'appassionato o il fotografo naturalista non occorre andarsi a prendere testi universitari, ci sono le cosiddette guide da campo, che quando sono buone hanno (quasi) tutto quel che serve.

     

    Per le libellule, la migliore guida che conosco è il Dijkstra 

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    Che però è in inglese, in italiano c'è questo libro (in formato ebook e anche consultabile da smartphone)

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    Curato da persone di grande esperienza e di cui ho grande stima.

    C'è anche questo

     

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    Una volta era gratuito, ora non so, comunque è scritto a una delle più grandi esperte di Libellule in Italia.

    Come inizio può andare ma è un po' limitato, trattando solo della provincia di Novara si può applicare in pratica al bacino padano e aree circostanti, mancano invece molte specie del Centro e del Sud.

    Se prendete in mano una qualsiasi guida seria inizierà con la nomenclatura delle parti del corpo della libellula, perchè poi la classificazione si farà sulla base delle differenze che ci sono fra parti corrispondenti in specie diverse. Non c'è altro modo.

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    Ecco ad esempio  alcuni caratteri (non tutti) fra quelli riconoscibili "a vista" o in fotografia, senza dover prendere in mano l'esemplare per vedere dettagli minuti (cosa da esperti che può anche danneggiare l'esemplare).

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    Oltre a questi ci sono altri caratteri, alcuni difficili da vedere come la venatura delle ali, poi i  colori, dimensioni, differenze di proporzioni e fra maschi e femmine ecc. Non spaventiamoci però, non dobbiamo sapere a memoria tutti questi caratteri per tutte le specie, si cerca  di imparare prima quelli principali per distinguere  le famiglie, poi si va avanti un po' alla volta e per quel che ci manca si consulta la guida.
    L'importante è sapere la nomenclatura anatomica così se leggiamo  che il segmento S3 è fatto così e cosà, si sa che S3  è il terzo segmento dell'addome e così via.

    Il bello è che se ci si appassiona, pian piano le nozioni entrano da sole, per cui si comincia a riconoscere le libellule ad occhio e la guida si usa solo per conferma o quando si hanno dubbi. 
    Senza prendere in mano l'esemplare  (cosa che non faccio mai) può darsi che la foto non mi mostri tutti i caratteri, ma con un po' di allenamento si diventa in grado di fare con quel che si ha. E' un lavoro da detective che io  trovo divertente. Può essere difficile distinguere due specie dello stesso genere perchè le differenze possono essere minime soprattutto fra le femmine. Ma con l'esercizio pian piano si arriva. Come nell'arte: impegno costanza e passione. Non si va a caso.
     

    Esempi:

     

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    Ho fatto il cattivo ed ho preso due specie estremamente simili, in queste foto riesco a distinguerle soprattutto per i tre caratteri indicati dalle frecce:
    Strie anteomerali grosse in una e sottili nell'altra, grosse righe scure sul torace di una, torace con riga sottile nell'altra, macchie verdi e azzurre sui segmenti addominali di una e solo azzurre nell'altra. se si fossero viste di fronte avrebbero mostrato altri caratteri che le distinguevano, ma ho dato l'idea.
    Le prime volte non sapevo se avessi fotografato una o l'altra, per cui guardavo le guide. Ora le distinguo quasi a vista.  

     

     

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    Sopra Crocothemis erythraea (maschio). Sotto Sympetrum sanguineum (maschio). Le vedete le differenze? La principale è che Crocothemis è tutta rossa, l'altro ha le zampe e altre parti nere.

    Ci vuole un po' di applicazione, che non pesa se la cosa diverte e interessa, ad esempio fatico a distinguere  le damigelle, perchè mi interessano meno e le ho "studiate" di meno, per cui ricorro più spesso alla guida.

     

    Spero di aver chiarito qualcosa. Ora correte a comprarvi le  guide ;)

     

    NOTA FINALE Questo tipo di classificazione non è l'unico che si usa, ma è quello più vecchio e più pratico per "il campo". Per il mio lavoro ad es. o per la genetica,  si usano anche altri sistemi, lo scrivo perchè se per caso sentite parlare di altri metodi, ebbene sì esistono, ma si usano in altri ambiti.
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  8. Io non posso essere  di aiuto, ma  seguo con interesse,  nel senso che ho molto da imparare in questo campo. Per ora  il flash l'ho usato (poco) come luce di schiarita, ma non ho mai provato ad ottenere effetti particolari. Devo dire che il tuo Macaone (la intera serie del nuovo corso direi) è un incentivo a provare. Ma occorre che l'animale sia tranquillo intanto che sperimenti, quindi perdona l'ingenuità, si può applicare  soprattutto al mattino presto?

  9. A tutti i fotografi di natura presenti su Nikonland.

     Ho creato un club tematico QUI

    Pensato come  posto dove condividere e commentare immagini di fotografia naturalistica di ogni genere, animali, piante, macro, sopra e sott'acqua. Un luogo dove commentare foto, chiedere identificazioni di animali e vegetali, proporre incontri, scambiarsi "dritte" e consigli , discutere di attrezzature per la fotografia naturalistica.

    Vi aspetto!

    Silvio

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