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Sigma 24-35mm f/2 Art : un terremoto tra gli zoom
Max Aquila ha pubblicato un articolo in Obiettivi Sigma
Sigma definisce per prima con questo zoom lo stato dell' Arte degli obiettivi a focale variabile in available light Questo zoom mi ha preso letteralmente la mano... Non si tratta "solamente" del fatto che siamo finalmente di fronte ad un punto di svolta epico: il raggiungimento della luminosita' parifocale di f/2 (equivalente al passaggio, nella meta' degli anni Ottanta, dallo zoom 35-70 f/3,5 a quello f/2,8) non si tratta nemmeno "soltanto" di ergonomia ed equilibrio costruttivo di questo imponente oggetto di 980 grammi (paraluce a petalo incluso), forte di uno schema di ben 18 lenti in 13 gruppi, lungo "fuori tutto" 13cm e con un diametro filtri di ben 82mm, che mette a fuoco gia' a 27cm di distanza minima (buono su tutte le focali disponibili), nemmeno dell' insolitamente ridotto range di focali di "solo" 1,45X, che fa rimanere il frutto delle sue inquadrature tutto nel campo dei grandangoli, abituati come siamo a vedere e comprare zoom transtandard piu' o meno esagerati. E nemmeno della estrema cura, comune a tutti i Sigma Art, i relazione a materiali, assemblaggio ed aspetto estetico, come l'elegante diaframma a nove lamelle ed un sopraffino trattamento antiriflesso che garantisce neutralita' anche nei tentativi piu' estremi di metterlo in crisi... Questo obiettivo e' un terremoto tra gli zoom perche' stabilisce un nuovo parametro sul livello cui si possa aspirare rispetto gli obiettivi a focale fissa di corrispondente angolo di campo. E' di fatto a mio parere un insieme di focali fisse di elevata e costante qualita', riunite in unico barilotto e del tutto soddisfacente per sostituirle senza ...spinosi rimpianti S come Sigma e come Solunto... Se un terremoto e' un sconvolgimento geologico che si manifesta sprigionando un'eccezionale energia, in questo zoom Sigma Art l'energia si manifesta nella sua principale qualita', quella di definire in maniera inappuntabile l'inquadratura scelta in aiuto del fotografo che lo utilizzi,sia avvicinandosi ed allontanandosi dal soggetto sia variando la focale che, per quanto possa sembrare limitata nel range, lavora tra i 63° e gli 84° di angolo di campo, quelli per l'appunto tra i quali anche la variazione di un paio di gradi opera profonde differenze compositive. Un'altra caratteristica definitoria di questo obiettivo (che mi risulta difficile chiamare "solamente" zoom) consiste nella grande capacita' di dettaglio, al solito costante su tutto il range di focali e di aperture, che, avvicinandosi al limite minimo della distanza di messa a fuoco, pur con un RR non migliore di 1:4,4 (crop 2 x)lo porta perfino a capacita' di "analisi" dei dettagli di un piu' vasto campo inquadrato, grazie ovviamente anche allo stacco dallo sfondo concesso dalla grande apertura massima disponibile nonostante non sia certo questa la sua destinazione d'uso, che immagineremmo meglio orientata alle classiche vedute d'insieme, ma che da sole non potrebbero giustificare per nullal'unico suo motivo di acquisto S come Sigma e come Selinunte... Terremoto nella considerazione che usualmente si ha dei diaframmi piu' aperti di un obiettivo a focale variabile:gia', perche' in questo Sigma Art diaframmare non serve poi a tanto... f/2 se non ad eliminare quello stop di vignettatura ai bordi che rende invece l'apertura massima cosi' interessante, f/4 f/4 per l'evidente, maggiore, tridimensionalita' che ne deriva f/2 Utilizzando in tal senso la massima apertura... f/2 rendendo finalmente un ibrido il vecchio limite di f/2,8 qui ne' carne ne' pesce f/2,8 e ottenendo il meglio delle sue potenzialita' gia' ad f/4 f/4 certamente il piu' interessante dei suoi diaframmi "medi" Non ce la faccio proprio: con ogni zoom, tendo a usare prevalentemente la focale piu' wide:nemmeno stavolta sfuggo alla tentazione di distorcere il soggetto in inquadratura... Il risultato e' che il terremoto si propaga...la distorsione resta sempre contenuta pure in totale difetto di ortogonalita'! Ancora meglio se ci si contenga, semplicemente facendo qualche passo indietro rispetto questo monumento...ottico che con la giusta luce... vibra!!! S come Sigma e come Segesta... E dopo le rovine di antichi terremoti, Quale miglior palcoscenico per questo obiettivo se non i violenti contrasti di luce sotto un cielo di pioggia, al teatro greco di Segesta, enclave degli Elimi schiacciata tra Greci e Punici dove ho potuto utilizzare con profitto anche i diaframmi intermedi di questo Sigma Art deducendo ulteriore convincimento della sua netta equivalenza, dopo f/4, in tutte le successive opportunita', in funzione di una definizione delle parti estreme del soggetto, che e' gia' evidente ben presto tra le sue nove lamelle e che, ancora una volta, mi convince della sua utilita' per sottolineare spazi ulteriori oltre il piano di messa a fuoco f/2 f/4 f/8 semplicemente funzione della narrazione fotografica.con una capacita' descrittiva generalista, anche oltre il limite del peggiore controluce, in ombra totale S come Sigma e come (omaggio al) Serpotta "Available light" = luce disponibile Cosa possa diventare il Sigma Art 24-35mm f/2 DG in condizioni di illuminazione ambiente debole o addirittura... scadente, lo testimoniano queste riprese, prevalentemente effettuate a f/2 (of course), con un sensore capace, come quello della mia Nikon Df, di ISO elevati senza apparente degrado di immagine e, ovviamente, a mano libera. In un itinerario dedicato al Serpotta, che passa tra le chiese palermitane di Casa Professa, di Santa Maria in Valverde, di San Mamiliano e dell' Oratorio del Rosario in Santa Cita, che spazia dalle vedute piu' generali ai piu' minuti particolari alcuni nascosti nelle pieghe della ricchezza di dettaglio dell'Artista... non meno che di questo altro obiettivo Art... ancora una volta indispensabile a delimitare il campo desiderato con la sua ridotta gamma, ma di importanti focali Anche da prospettive architettonicamente...inconsuete Pronto comunque a riportarsi sui binari della beata consuetudine...mai troppo abusata costruendo un potenziale percorso visivo che continuamente conduca al particolare dall'universale Concludendo...? Si... questo Sigma Art 24-35/2 mi ha davvero preso la mano... del resto 1430 scatti in pochi giorni testimoniano della progressiva assuefazione alle potenzialita' di questo obiettivo dalle molteplici focali, che contravviene alla regola aurea dello stereotipo visivo, secondo la quale la maggior parte delle foto scattate con uno zoom sono in realta' inquadrate alle focali piu' consuete di cui disponga invece che a quelle intermedie.Se riguardo gli exif degli scatti mi accorgo invece di avere scattato a proprio tutte le focali del range (tranne che a 33mm ???) oltre che prevalentemente alle due focali estreme. Questo per la estrema costanza delle prestazioni dell'obiettivo, viziate unicamente (come evidenziato) da una "piacevolissima" vignettatura ad f/2 di tutte le focali e da una lieve distorsione a barilotto a 24mm, fisiologica e poco fastidiosa. Riassumendo:giocare con la pdc a diaframmi contigui... e/o con la messa a fuoco su soggetti contigui... f/8 f/2 e con i diaframmi estremi di gamma... e con i soggetti a distanza ravvicinata... e con dei soggetti da contestualizzare, dettagliatamente... insomma, comunque, GIOCARE... ... ah si.... ed anche: "ma che colori....!" Max Aquila photo per Nikonland 2015 © Nikonland ringrazia Mtrading Srl per averci concesso questo obiettivo in visione