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Corredo Fotografico (sintetico !)


Cosa fotografi in prevalenza ?

  1. Prima di presentare qui di seguito le mie impressioni sull’ utilizzo di questa super ammiraglia Z9, volevo precisare due fattori che chi legge dovrebbe prendere in considerazione. Prima di tutto, per me e’ una ‘’first time Z experience’’ visto che vengo direttamente dal mondo reflex, senza rampe d' acesso intermedie, come mi ha fatto notare l' amico Massimo. Per questo mottivo le mie prime impressioni probabilmente contengono considerazioni che a tanti utilizzatori Z sono gia note. Secondo, ho voluto cominciare a fotografare senza aver consultato la guida d’ uso del nuovo apparecchio per vedere quanto velocemente avrei riconosciuto il dna della nuova ammiraglia. Impugnando la nuova ammiraglia Massa e Peso. Il corpo si presenta massicio ma nello stesso tempo compatto. Questo fa sentire la macchina piu’ pesante rispetto il suo volume (peso concentrato in massa piccola). Nikon dichiara un 20% di volume in meno rispetto la D6. La Z9 pesa 1350gr con batteria e scheda contro i 1450gr della D6. Per fare un altro tipo di confronto, pesa poco piu' di quanto pesa una D500 o poco meno di quanto pesa una D850 tutte e due con il grip montato e con la batteria EN-EL18, mentre e’ meno voluminosa di queste ultime composizioni. Presa in mano. Mai sentito una presa migliore in un’ ammiraglia Nikon. La macchina si afferra con sicurezza sia in orizzontale che in verticale. Lo spessore del corpo e’ sottile ma il grip e la soletta base che ospitta la batteria sporgono parecchio e assicurano una presa molto efficace e salda. Addirittura la presa in verticale e’ leggermente migliore rispetto quella orizzontale. Portandola in giro insieme al 300/2.8G VR+FTZII devo ammettere che la presa e’ molto salda e sicura anche per un peso complessivo del genere (4537 gr). Costruzione ed Ergonomia. La costruzione e' molto buona e con standard di fattura altissimi. La Z9 e’ tutta in metallo con pocchi rivestimenti in plastica rinforzata (frontale con il logo, sportello schede, parte rincurva attorno al pulsante di scatto del grip verticale e copri vano batteria). L’ ergonomia si presenta migliorata rispetto la D5. Il corpo, essendo piu’ compatto, si avvolge meglio dalla mano del fotografo e le dita arrivano dapertutto senza problemi. Il riconoscimento al tatto dei bottoni e’ esemplare. Ci sono dei rilievi sul corpo per poter identificare cosi la posizione dei vari tasti e poter lavorare senza togliere l’occhio dal mirino. Per quel poco che ho fotografato fino adesso vi posso assicurare che una volta presa la confidenza tattile si puo’ lavorare anche con gli occhi chiusi. Infatti e’ un esercizio che propongo di fare ai futuri utilizzatori di questa ammiraglia per prendere la neccessaria confidenza. Passando in cose piu' pratiche ho trovato il display superiore un po' piccolo per i miei gusti ma adoperando la Z9 mi sono accorto che presto non mi servira’ piu’ cosi tanto. Le informazioni nel mirino sono cosi complete che insieme al fatto che si puo' riconoscere al tatto tutti i bottoni sul corpo macchina, non serve staccare l’occhio dal mirino. E quando lo si fa si lavora consultando sempre di piu’ il display grande posteriore. I tasti sul dorso hanno avuto una drastica ricollocazione ma alla fine ci si abitua velocemente. Ho trovato molto comoda la nuova posizione laterale del tasto per la regolazione dell' autofocus in combinazione con le due ghiere. Il police della mano sinistra lo trova facilmente senza staccare l' occhio dal mirino. E’ scomparso del tutto il tasto per la regolazione dell’ esposimetro, lo troverete solo nel menu’. Personalmente non mi e’ mancato ma ho memmorizzato la sua funzione nel ‘’mio menu’’. Invece ha fatto la sua apparizione un nuovo tasto sulla torreta che riguarda il modo di ripresa veloce. Per attivarlo bisogna scegliere lo stesso simbolo che si trova ultimo nel anello della torreta stessa. E’ un tasto che fa diventare un gioco la regolazione dell’ impostazione velocistica della Z9. L’ ho trovato molto comodo e utile lavorando con riprese d’azione elevata perche’ non perdi tempo staccando l’occhio dal mirino e senza cosi perdere il momento decisivo dell' azione. Lo sportello delle schede e’ completamente in plastica rinforzata ed e’ rimovibile. E’ sparito il solito chiavistello di apertura sul dorso ed e’ sostituito da un bottone-cursore sullo sportello stesso. Personalmente riesco ad aprirlo spostandolo con il police della mano destra e spingendo contemporaneamente lo sportello ma la cosa vi assicuro che non e’ cosi facile. Questa scelta progettuale assicura la non apertura accidentale dello sportello mentre nello stesso tempo libera posto sul dorso della macchina. Una piccola critica Utilizzando la macchina, ho individuato un punto che secondo me meritava ulteriore attenzione dai proggettisti giapponesi, riguarda la torretta. Alla base di essa si trova l’anello impostazioni per il modo di ripresa. Per poter spostare questo anello bisogna premere il bottone di rilascio del movimento che sta vicino alla torretta. Chi adopera macchine di questo tipo sa benissimo che con un movimento della mano sinistra puo’ premere il bottone di rilascio con l’indice e contemporaneamente spostare l’ anello con il police. Nel caso della Z9 ho notato che questa funzione mi riesce difficile o almeno non cosi facile come mi ero abituato a fare con altri corpi Nikon. Ho cercato di spostare l’anello con due ditta (in questo caso bisogna adoperare anche la mano destra) e la cosa funziona senza problemi e senza attrito. L’ anello essendo costruito in plastica sembra che abbia poco spessore e quando si preme, per poterlo spostare con il police, si flette e tocca il corpo della torretta rendendo leggermente difficile, quanto basta per dar fastidio, lo spostamento. Se questo anellino fosse realizzato con uno spessore maggiore o se fosse in metallo, secondo me, non darebbe questo tipo di inconveniente. Il mirino Il mirino, molto criticato da tanti ‘’sapientoni del web’’ per la sua relativamente bassa risoluzione ripetto la concorenza, si presenta molto, luminoso e grande, con tutte le informazioni necessarie dentro ma soprattutto con una riproduzione della scena molto reale e fluida. La Nikon mantiene la promessa: ''the Real-Live Viewfinder is a revolution''. Infatti durante le riprese la visione rimane inalterata, continua, in tempo reale e senza nessun tipo di interuzioni. La schermata del mirino puo' essere impostata in due grandezze-formati, uno piccolo ed uno piu' grande e vi assicuro che il formato piccolo e' gia' comodo soprattutto per i portatori di occhiali. Provate a pensare come si vede bene con quello di superficie maggiore. La protezione dell' oculare in gomma lascia passare qualche volta delle infiltrazioni di luce se l' occhio del fotografo non e' ben attaccato su di esso ma speriamo che Nikon faccia un oculare tipo conchiglia per la sua ammiraglia. Da notare che la protezione in gomma del oculare non si avita ma si aggancia con un semplice meccanismo a baionetta. Uso con i guanti Ho avuto l’occasione di usare la macchina per piu’ di un ora con temperature sotto lo zero e ovviamente servivano i guanti. E’ inutile confermare che la nuova ammiraglia Nikon e’ stata progettata per l’uso con i guanti. Tutti i bottoni si riconoscono lo stesso bene come con le ditta nude. Particolare attenzione, per questo tipo di utilizzo, hanno avuto il botone per l’ autofocus che si individua subito e velocemente per i grossi rilievi che porta su se stesso, i tre punti presa per estrare il display dalla sua posizione e il grosso rilievo sul frontale del corpo tra i bottoni Fn1 e Fn2. Ho apprezzato moltissimo queste scelte progettuali dei progettisti Nikon perche’ lavorando con temperature basse le ditta perdono sensibilita’ soprattutto se l’uso deve essere prolungato. La mia esperienza e’ stata a temperatura di -5°C per piu’ di un ora all’ alba per tre mattine consecutive. Ho utilizzato guanti sottili della MacWet costruiti a posta per avere la miglior presa ma che nello stesso tempo prottegono le mani dalle basse temperature e dall’ umidita’. Per ultimo una nota importante per gli utilizzatori di guanti, la Z9 ha nel menu impostazioni (quello indicato con la chiave inglese) /comandi touch, l’ impostazione a posta chiamata ‘’Modo guanto’’. Serve per dar maggior sensibilita’ al display posteriore con le operazioni touch screen. Funziona bennissimo. Batteria e caricabatterie La nuova batteria EN-EL18d e' veramente molto ''large''. Con la batteria carica e piena al 100% e dopo quasi due ore e mezza di utilizzo intenso, con raffiche di 20fps e quasi 2400 scatti in formato Raw, la macchina mi segnalava la carica della batteria quasi al 74%. Insoma si puo’ affrontare, tranquilamente penso, un evento speciale senza il dover cambiare la batteria. Io avevo con me una seconda batteria di scorta, tipo EN-EL18a, che non mi e’ servita. A proposito del diverso tipo di batterie valgono le seguenti norme e precauzioni: - La Z9 funziona con tutti i tipi di batteria EN-EL18 - La nuova batteria EN-EL18d non puo’ essere caricata con i vecchi caricabatteria MH-26 o MH-26a. - Con il charger fornito con la Z9, modello MH-33, non possono essere caricate le due prime versioni EN-EL18 e EN-EL18a. - In macchina, direttamente con l’utilizzo del trasformatore EH-7p, non possono essere ricaricate le batterie EN-EL18 e EN-EL18a. Non ho ancora trovato informazioni se il tipo di ricarica ‘’on camera’’ oltre che con la nuova batteria tipo d puo’ andar bene anche con i tipi b e c. Schede Insieme con la macchina ho orfdinato anche la ProGrade 325GB Cobalt. All’ inizio ho pensato che fosse un acquisto un po’ esagerato per la sua capienza ma l’ ho comprata lo stesso per le sue capacita’ velocistiche. Mauro ha avvertito in tempo ed io oggi confermo le sue parole in pieno. Oggi dopo la ‘’first experience’’ dell’ ultimo weekend al lago di Kerkini, fotografando i pelicani, sono molto contento di questo acquisto e spiego subito il perche’. In totale di 9 ore di riprese sono riuscito a riempire la scheda, con scatti in raw con efficienza elevata*, per un totale poco piu’ di 9900 scatti. Il 70% di questi e’ statto fatto con raffiche di 20fps, il 15% in 8fps (riprese a cui ho abinato il flash in continuo) ed il resto con scatto singolo. Non ho avvertito nessun ritardo. La macchina ha sempre scattato alla velocita’ di raffica impostata. In modalita’ di visione delle foto la velocita’ di scorimento avanti e dietro e' fulminea ed ultra veloce. E’ inutile dire che subito dopo questa prima mia esperienza ho gia’ ordinato la seconda Cobalt dello stesso taglio. Sequenza a 10fps, AFs Nikkor 300/2.8G VR + FTZII, AF-C, 3D tracking & animal eye, a mano libera, auto iso 800, f/8, 1/2000s Conclusioni, per usare come si deve questa macchina scordatevi i tagli di schede minori ai 256GB ma soprattutto adoperate schede di qualita' che hanno una scrittura ultra veloce e non si surriscaldano troppo. Schede cosi di alto livello sono le Pro Grade della serie Cobalt in due tagli da 325 o 650GB e le Delkin della serie Black con tagli piu' normali che partono da 64GB, 128GB, 256GB e 512GB queste ultime pero' e' difficile reperirle in Europa. Una nota molto importante che pero’ non riguarda le schede ma il cavo di collegamento del corpo macchina con il pc, che serve per scaricare appunto le foto. Mi riferisco al cavo UC-E24 che troverete nella scatola insieme alla Z9. Ho voluto fare la prova ed ho scaricato 20gb di files sul mio laptop. Ci sono voluti quasi 5 minuti. Ho comprato un nuovo cavo tipo usb typeC to TypeC pensando che sarebbe stato piu’ veloce. Ci ha messo, con gli stessi files, piu’ di 15 minuti. Non mi sebra che devo commentare niente di piu’. La qualita’ Nikon e’ alta anche ai piu’ piccoli atrezzi. Sensore Il sensore stacked da 45.7mpx e’ molto generoso. Le foto hanno cosi tanto dettaglio che ti viene la voglia di croppare senza pensarci due volte. Infatti mi e’capitato di fotografare una specie di ucello molto particolare e rara avendo in macchina montato il 300/2,8 ed essendo lontano. Ho scattato lo stesso a 20fps. A prima vista del fotogramma intero ho pensato subito che ero sfortunato a riprendere un incontro del genere senza poter avicinarmi o di aver il tempo di montare il 200-500/5,6. Ma ingrandendo le immagini riprese sono rimasto col la bocca aperta. Non avevo perso niente, il mio oggetto e la mia foto del desiderio stavano la nascosti entrambi nei tantissimi pixel del sensore della mia Z9. Nei pochi scatti fatti fino adesso, circa 14000, ho riscontrato una gamma tonale molto continua e ricca. Sicuramente le prestazioni di questo meraviglioso sensore saranno argometo di discussioni e valutazioni piu’ aprofondite da tutti gli amici Nikonlanders che utilizzeranno la Z9, molti piu’ esperti di me su questo tipo di valutazioni. Non ho provato per il momento a spingere il sensore in alte sensibilita’. Lo faro’ prossimamente. Per il momento ho lavorato non oltre i 6400 iso, cioe’ entro la zona di prestazioni, tra virgolette, assicurate da un sensore di questo tipo. AFs Nikkor 300/2.8G VR + FTZII, AF-C, 3D tracking & animal eye, a mano libera, auto iso 800, f/8, 1/6400s Crop al 100% del precedente scatto. Aprire l'immagine per vedere il dettaglio. Una particolare funzione del sensore, che si muove su 5 assi per compensare vari tipi di mosso, riguarda la sua sicurezza in caso di trasporto. Si tratta del suo blocco automatico in tre casi: quando la macchina si spegne, quando si preme il pulsante del menu o il tasto visione dello scatto. Ogni volta che si sceglie una di queste tre opzioni, si sente il blocco o il rilascio del sensore con un colpo deciso all’ interno del corpo macchina. Animal focus e Eye Animal focus L’ animal focus funziona spaventosamente bene quando la forma dell’ animale e’ ben descritta. Io al inizio ho regolato la funzione della scelta del oggetto in automatico ma di seguito effettuando varie prove ho l’impressione che funziona meglio se si sceglie direttamente la funzione animal focus (testina del gatto). La funzione riconosce l’animale sotto tutte le sue forme. Lo dico con sicurezza perche’ ho avuto l’ occasione di provare la sua eficacia visitando e fotografando vari tipi di animali nel parco faunistico di Atene. La mia vera prima esperienza di wildlife con la Z9 l’ ho fatta sopprattuto con foto di uccelli di grande e medio taglio. Per uccelli in volo o in azione veloce il 3D tracking funziona egregiamente. Il sensore dell’ autofocus sceglie automaticamente la sagoma del animale piu’ vicino. Scegliendo noi l’ animale che vogliamo seguire, che puo' essere in secondo piano, possiamo indicare la nostra scelta al dispostitivo mettendo il quadratino bianco del sensore sulla sagoma del nostro soggetto e premendo leggermente il pulsante di scatto. Subito il quadratino diventa giallo, blocca il nostro soggetto e lo segue all’ intera area dell’ inquadratura ovunque esso vada. In contemporanea e senza mollare la sagoma dell’ animale, l’autofocus cerca il suo occhio. Vi posso assicurare che nel caso di uccelli di media taglia e non tanto vicini, la macchina riesce a riconoscere l’occhio. Mi ha fatto impressione l’ efficacia del dispositivo con esemplari completamente scuri e con l’ occhio pure scuro. Comunque, voglio ripetere che sono le primissime considerazioni e per avere un’ opinione completa su una funzione del genere bisogna fare tante prove ma sopprattuto provarlo sul campo e in tante piu’ occasioni. Concludendo vorrei precisare che la Z9 offre tante nuove possibilita' per fare fotografia come mai prima. Alcune nascono dall' otturatore completamente elettronico come le sue alte capacita' velocistiche e da tante altre scelte del progetto dell' ammiraglia che sicuramente avremmo l' occasione di discuttere in questo sito. Pero' quello che vi posso confermare, avendo utilizzato questa super macchina, e' che in poco tempo ti cambia cosi tanto il modo di fotografare che non puoi piu' ragionare, fotograficamente parlando, con una macchina che non sia lei. Auguro a tutti i Nikonlanders che l' hanno ordinata di averla il piu' presto possibile per affrontare questo modo diverso di fare fotografia.
  2. Jorgos

    Z9 autofocus birds in flight

    Sembra che funzioni bene, ma attenzione lo sfondo é omogeneo. Obiettivo in prova 400/2,8.
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