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Godox AD100Pro + Speedlite Softbox Neewer: un kit semplice semplice per la macro sul campo
Massimo Vignoli ha pubblicato un articolo in Flash e Luci
La luce, e le ombre che questa produce, in fotografia sono gli ingredienti principali. E' una sorta di legge universale, un assunto di una banalità assoluta, ma nonostante questo è frequentemente sottovalutato. In particolare da chi fa fotografia naturalistica sul campo che, anzi, spesso dichiara, di fronte alla difficoltà di imparare a gestire nuovi strumenti, di fotografare tassativamente in luce naturale. Arrivandone quasi a farne un vanto. Qui su Nikonland, invece, siamo piuttosto curiosi e, appena possibile, ci piace sperimentare nuovi giocattoli. Oggi vi racconto di due di loro: - Flash Godox AD100Pro, molto noto e trattato già dalla sua uscita qui su Nikonland (Es. questo articolo di Max Aquila). Io lo comando con l'XPro. - Speedlite Softbox Neewer, che è invece una novità qui da noi (e che ho comprato su Amazon per 32€, in bundle con un'altro diffusore del quale parleremo in futuro). Scopo di questo articolo, quindi, è illustrare le caratteristiche di questo kit che, nelle mie uscite sul campo di queste settimane, ho soprannominato "il mio sole personale". Il Godox AD100Pro l'ho scelto su consiglio dei colleghi di redazione. Il solito ottimo consiglio made in Nikonland! In realtà, nell'uso che illustrerò in questo articolo, altri flash - purché piccoli, leggeri, maneggevoli, potenti, regolabili ed utilizzabili off shoe su un piccolo treppiede - potrebbero sostituirlo. Ma lui funziona veramente bene e quindi, se si decide di comprarlo apposta per questo scopo, lo consiglio vivamente. Relativamente al flash, sottolineo un punto fondamentale: non va montato sul contatto caldo della macchina. Il motivo? È semplicissimo: luce ed ombre. La luce di fronte, quella cioè che colpisce il soggetto come se arrivasse esattamente dalle spalle del fotografo, è la più noiosa che ci sia. Per me, sostanzialmente, non vale la pena di affrontare questo tema senza mettersi subito nella condizione di poter decidere, ad ogni immagine, da dove vogliamo che la luce colpisca il soggetto. L' AD100Pro è perfetto: non può essere montato sul contatto caldo! Questo, invece, il diffusore, con le sue dimensioni. Qui lo vedete montato su un flash cobra, piegato per concentrare la luce realizzando uno snoot o diffonderla, con un'angolo ed una intensità totalmente definibile dal fotografo in quanto, per effetto dei fili di metallo che ha sul dorso, si può piegare a piacere. Come vedete è un oggetto veramente semplice e costruito con un principio piuttosto ingegnoso. Per capire come usarlo, prima di uscire sul campo, ho fatto alcuni scatti di prova sul tavolo della cucina, ad un pupazzetto. Iniziamo con la sola luce naturale. Come vedete, non c'è profondità, mancano ombre e luci che rendano tridimensionale il soggetto. E poi siamo a 5600ISO. Insomma, una schifezza. Ma il sottobosco in dicembre ha sostanzialmente questa stessa luce, qui in Lombardia. In ogni caso, chi ha provato sa che, nel bosco, è comunque sempre meglio una giornata nuvolosa, per evitare sfondi bruciati dalla luce. Z6II su 105/2.8MC 1/60 f4 ISO5600. Ed allora entra l'AD100Pro. Se lo uso da solo (prima immagine) o con il suo piccolo dome (seconda) ottengo questo: Il dome è troppo piccolo per questo uso (mentre credo che fotografando in un appartamento o in un locale ed usando la riflessione su muri o soffitto abbia molto da dire, ma quello è un altro discorso). Comunque, abbiamo risolto il problema degli ISO (ora siamo a 100), ma ne abbiamo introdotto un'altro: la luce è troppo dura. Eccoci al Softbox, che sulle prossime 2 immagini ho messo in bandiera, con due diverse "pieghe" ed orientamenti. Nella prima ho tenuto un allineamento a 90° rispetto all'inquadratura, per generare una luce solo leggermente diffusa, più drammatica, mentre nella seconda l'ho avvicinato e ripiegato in modo che la luce cadesse con un angolo di circa 60° e da sopra. Ora ci siamo, finalmente abbiamo modellazione e tridimensionalità. E, pur essendo il nostro amico fatto in plastica lucida, nessun particolare riflesso. Ma le possibilità sono quasi infinite. Di seguito inizio con uno snoot (che poso sagomare sia per essere rotondo che per fare "lame di luce" verticali o orizzontali) e proseguo con un'ampia gamma di diffusioni. Per vederne meglio una, prendiamo questa: E sul campo? beh, facilissimo! Questi alcuni esempi dei set che ho messo in piedi nel bosco vicino casa: Vedete, la capacità di piegarlo è impagabile perché si dispone di infinite possibilità di regolazione della luce, rendendola perfettamente funzionale all'effetto che si vuole cercare. Quindi, alcune foto da quel set, ovviamente tutte illuminate dal "mio sole"! Le prime due immagini sono ottenute senza nemmeno muovere la macchina, solo variando la diffusione del flash ed il mix di luce artificiale/ambiente. Z6II su 105/2.8MC 1/5s f16 ISO 100 Z6II su 105/2.8MC 1/15s f16 ISO 100 - I puntini sono polvere sulla lente frontale del 105 macro in questa ripresa 100% controluce e senza paraluce. Bello o brutto dipende dai gusti, ma mi hanno fatto venire un'idea..... che esplorerò in futuro. Z6II su 40/2+con tubo di prolunga da 18mm 1/20s f11 ISO200 Z6II su 40/2+con tubo di prolunga da 18mm 1/100s f2 ISO100 Z6II su 105/2.8MC 1/4s f16 ISO100 Z6II su 105/2.8MC 1/10s f16 ISO100 Z6II su 105/2.8MC 1/10s f11 ISO100 Z6II su 105/2.8MC 1/40s f8 ISO400 Quindi credo che sia chiaro che le possibilità aperte da questo kit siano praticamente illimitate. Non vedo l'ora che sia primavera/estate, per disporre di soggetti più interessanti di questi funghetti tardivi. Ma sapete come si dice, prima ti alleni e poi fai la gara! Massimo per Nikonland (C) 2/1/2022- 14 commenti
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