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  1. Il Trioplan è una di quelle leggende. Quali leggende ? Quelle leggendarie ottiche di cui si racconta nelle sere d'estate attorno ai fuochi, con i cani accucciati e gli umani affratellati dal mito. Un obiettivo - parliamo dell'originale - che affonda le radici in un disegno semplice, il tripletto di Cooke, del 1916. Meyer Optik di Gorlitz (una cittadina della Sassonia orientale, al confine con la Polonia attuale), società fondata da Hugo Meyer che grazie anche alla collaborazione del progettista Paul Rudolph (il papà del Planar e del Tessar quando lavorava per Zeiss) negli anni '20 arrivò a fare anche 100.000 obiettivi l'anno. Il Trioplan costava meno del Tessar perché, appunto, aveva solo tre lenti al posto di quattro. il mio esemplare è un pò più recente, perché risale al dopoguerra, quindi alla produzione della ex-DDR, quando Meyer-Optik in qualche modo visse le vicende della stessa Zeiss della vicina Jena (dove aveva sede la Carl Zeiss storica, almeno la parte rimasta all'est dopo la divisione delle due germanie). ha una matricola abbastanza alta che lo identifica come una delle ultime serie in alluminio estruso, con incisioni bianche e nere. e l'identificazione già in millimetri (2.8/100, mentre gli esemplari precedenti avevano la focale in cm) penso che sia stato prodotto intorno al 1958 o giù di li. Il disegno però è conforme all'originale, ed ha attacco Exakta. Successivamente questi obiettivi avranno finitura nera (e qualità inferiore) fino alla fine del "collettivo" che farà chiudere i battenti alla società (nel 1990 Meyer-Optik è stata incorporata da Carl Zeiss e poi liquidata. Non confondiamo quella Meyer-Optik con la ripresa del marchio avvenuta con varie vicissitudini negli ultimi anni per riproporre alcuni degli antichi progetti in chiave moderna a prezzi adatti ai gonzi. Le accomuna il marchio e nulla più. Ma prima di andare alle radici del .... mito, la spiegazione del perché ne parliamo sulle pagine di Nikonland. Ho acquistato questo obiettivo una decina di anni fa, prima che le sue quotazioni raggiungessero valori inconfessabili, a seguito della comparsa di adattatori che ne consentivano l'uso, chiaramente in manual focus, sulle mirrorless. Ma noi di Nikon siamo andati oltre ... grazie al MEGADAP MTZ11 di Gabale. Il Meyer-Optik Trioplan deve la sua leggenda alle sue qualità ottiche che ne determinano effetti di sfuocato onirici. Ma noi nikonisti possiamo usarlo in autofocus grazie al MEGADAP MTZ 11 infatti eccolo qua montato sulla mia Nikon Zfc con adattatori di tiraggio il MEGADAP MTZ11 (LEICA M -> Nikon Z) e un ulteriore adattatore cinese "stupido" Exakta-> Leica M i due adattatori separati dal corpo macchina e dall'obiettivo il MEGADAP MTZ11 permette di far diventare "autofocus" praticamente tutti gli obiettivi manual focus esistenti. Direttamente se con attacco Leica M, grazie ad un altro adattatore per Leica M se nativi per un altro attacco, come è il caso del mio Trioplan. come vedete, il suo fascino post-moderno lo mantiene, con la sua struttura in alluminio naturale, le parti in ferro (debitamente arrugginite) e i tanti segni e graffi dei suoi più di 60 anni. Oddio, questo è l'unico obiettivo più vecchio di me ... che sono disposto ad usare su una Nikon. Nella realtà avrete letto su queste pagine che io non amo adattare vecchie glorie su macchine moderne. Questa è una eccezione per tributare gli onori ad un fossile ben conservato ma soprattutto ad un congegno geniale che ne permette l'uso anche a me che vado esclusivamente di autofocus. Andando a considerazioni più tecniche, se lo sfuocato lo dobbiamo allo schema semplice e al diaframma a 15 lamelle, l'uso è caratterizzato da un elicoide a lunghissima corsa, circa un giro e mezzo per andare da 1.1 metri all'infinito. Una cosa che mette in difficoltà il Megadap che ha un movimento di 6mm in tutto. Ma tutto si risolve, basta mettere grossolanamente a fuoco ad occhio e poi premere il tasto messa a fuoco. Magia : il MEGADAP centrerà il fuoco sul soggetto, dove avete messo il cursore della messa a fuoco. Con il Trioplan però si compone per lo sfuocato, perché le foto normali sono poco significative, caratterizzate solo da una eterea presenza, dovuta al contrasto bassissimo che questo obiettivo produce. é il caso ad esempio di questo scatto che ha cercato solo il colore o meglio, i colori o questo, ancora più una tavolozza di gialli qui invece cominciamo ad inquadrare le potenzialità dell'oggetto : siamo a diaframma aperto, ovviamente, il soggetto in primo piano è abbastanza visibile mentre dietro, sul nero, compaiono i giochi del diaframma Ma andiamo al titolo dell'articolo, Trioplan e Tulipani, perchè ho atteso che i miei tulipani fiorissero per fare le foto necessarie a questo articolo e qui Gauguin chiama mano a mano Cezanne e poi Van Gogh con tinte che da pastello diventano più o meno intense a seconda della temperatura della luce, del sole, delle ombre, del contrasto tra il soggetto e ciò che gli sta dietro fino all'apoteosi dei punti di luce, scelti con gli occhi, non casuali. Il Trioplan è un obiettivo otticamente mediocre se lo si usa con gli occhi del ... geometra. Bisogna liberare la fantasia e curare la mente per ricavarne immagini di un altro mondo. Come nella carrellata che aggiungo qui, ringraziando Hugo Meyer, Paul Rudolph e il Signor Nikon che ha creato una fotocamera in grado di attirare la creatività di tutti noi, compresi Gabale e il suo MEGADAP MTZ11 Ringraziamenti : a mia madre per i tanti tulipani comprati insieme e coltivati con amore a Nikon per la mia Zfc (anzi, per le mie Zfc con cui ho realizzato questo articolo) ad Ebay che mi ha permesso di comprare per 250 euro il Trioplan quando adesso ce ne vogliono 500-700 a Megadap per l'eccezionale MTZ11 ad Amazon che vende adattatori per mirroless a meno di 20 euro (come è il caso di questo noname per Exakta su Leica M)
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