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Saverio Antinori

Nikonlander
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Risposte pubblicato da Saverio Antinori

  1. 1 ora fa, Silvio Renesto dice:

    Mi sembra un po' ottimistico. ll cane in quanto tale, ha un comportamento per cui se è stato abituato da tempo a convivere con la civetta, la considera parte del suo branco, e/oppure se è stato addestrato dal padrone a non cacciarla... non lo fa.
    La civetta da parte sua... li vedete i laccetti alle zampe? E' addomesticata, addestrata o qualcosa di simile stile falconeria.
    In  una situazione non gestita dall'uomo, il cane cercherebbe di prendere la civetta e la civetta cercherebbe di evitarlo.

     

    Figurati se discuto gli aspetti naturalistici. E' solo che viste in termini umani, le foto colpiscono, anche considerando che noi umani abbiamo un sistema normativo (nel caso della relazione fra i due animali è l'uomo, nel nostro, stato, leggi, sistema sociale), eppure non riusciamo ad assumere comportamenti così regolati.

  2. 1 ora fa, Massimo Vignoli dice:

     

    Per rendere più rapido il passaggio da una modalità all'altra ho fatto così:
    * Associato il tasto Fn2 al cambio di AF, in modo da poterlo premere con l'anulare o il mignolo
    * Tolti dal range di aree AF selezionabili le modalità di area diverse da automatica, punto singolo, area dinamica e pinpoint 

     


     

     

    Grazie, buona dritta. 

     

  3. Ho votato per il 200-600 ed anche per il 100-400, in quanto quest'ultimo è della serie S, quindi con caratteristiche "S-uperiori". L'altro, potrebbe tranquillamente convivere con questo, ma tutto dipende da qualità, luminosità, uscite di Sigma su innesto Z. Se il 100-400 fosse un f4 (ma chi sa che prezzo avrebbe!), allora si potrebbe fare a meno dell'altro, moltiplicando con un 1,4x, sempre che quest'ultimo esca con innesto Z. Sul versante macro manca un 200, come da tempo è stato qui ribadito da molti e che sarebbe il mio primo acquisto. Ho votato anche per il 20 f1,8, che mi piacerebbe avesse un'invitante minima distanza di messa a fuoco (sotto i 20 cm.). 

    • Sono d'accordo 1
  4. 7 ore fa, Bilbo dice:

    Confermo. Ma qui teoricamente abbiamo velocità di 5-6-7 volte superiori. Quindi in media, pochi secondi al posto di parecchi minuti.

    Farebbe comodo una menoria così ampia, senza compatibilità di formato e magari con velocità di scrittura ancora più performanti. Sarei però per la removibilità, anche se nel caso, seppur remoto di guasto, sicuramente non potresti fare la sostituzione in tempi rapidi, data la sua scarsa diffusione, a differenza di una scheda di memoria (è comunque un pezzo di ricambio). Per l'uso che ne faccio, sarei dunque per il no.

  5. Il 16/5/2019 at 08:35, Bilbo dice:

    E peraltro io non trovo salutare scaricare le foto via USB tenendo illuminata la fotocamera per decine di minuti di seguito ... a prescindere dalla velocità del collegamento (ed ammesso che uno abbia un pc con almeno una porta USB 3.0).

    Ricordavo queste considerazioni fatte a proposito dell'aggiornamento 2.0 e dell'utilizzo del letttore per le XQD. Ora se avessimo una memoria non rimovibile, non ci troveremmo nella situazione citata? Ho perciò votato boh.

  6. Scusate, ma non capisco. Montando sulla macchina un anello cinese, non rischio di rovinare i contatti della macchina stessa, per salvare il FTZ? Per fare delle foto con RR spinto ho usato un vecchio Pentax 28mm 3.5 con anello di inversione con attacco Pentax, che utilizzavo a suo tempo, su anello COMA di conversione K/F su un anello di prolunga N montato a sua volta su FTZ. E' unpo' macchinoso, lo riconosco, ma comunque ho preferito questo tipo di scelta per preservare l'attacco della (preziosa) Z.

  7. Grazie delle considerazioni, anche se non capisco perchè il on-off del sensore non vada d'accordo con quello del flash, ma sono scarso in elettronica. Forse il sensore della z6 è tipo rolling shutter, e dunque non "scopre" il sensore tutto nello stesso tempo?

  8. Utilizzando il mio nuovo flash V350 Godox sulla Z6, mi sono scervellato per capire come mai scattasse solo in modalità auto o su U1-2-3, mentre negli altri modi era muto. D'altronde l’icona del flash barrato sia nel display che a mirino, parlava chiaro. Infine sono riuscito a svelare l’arcano. Tutta colpa dello scatto silenzioso. L’ho escluso, e tutto è andato a posto.
    Ora mi chiedo: che c’azzecca lo scatto silenzioso e senza vibrazioni, che peraltro con il flash assume minore o nessuna importanza, con la possibilità di usare il flash con il controllo del diaframma?

  9. 2 ore fa, Silvio Renesto dice:

    Quel che dici è corretto. In questi miei piccoli interventi parlo soprattutto di fotografia ravvicinata ad animali attivi, perchè è quella che mi piace di più. Nella macro  cambiano i parametri ma, come hai osservato, il discorso resta valido. C'è da dire che nella macro vera, a meno di volere effetti speciali, si deve chiudere molto il diaframma o fare focus stacking, quindi la gestione di sfondo (e luci) si complica parecchio se fotografi sul campo senza plamp o altri accorgimenti per isolare il soggetto..

    Concordo, Normalmente se devo cogliere siituazioni che sono in se già ben composte come quella che hai mostrato, faccio qualche scatto e, se riesco a dominare la foga, cerco di occuparmi con più calma dell'inquadratura e dello sfondo appunto, ricordando che ci si può spostare un più su, un più giù, eccetera. Questo è il divertimento!

    • Sono d'accordo 1
  10. Sono daccordo naturalmente, però credo che la foto sia volutamente didattica, in quanto è una foto ravvicinata. Quando ci si avvicina al rapporto 1:1 quello stesso sfondo risulterebbe meno invadente ( in questo caso non avresti potuto inquadrare entrambe i soggetti ). Peraltro il ragionamento che fai resta valido se lo sfondo, pur con RR elevati è a breve distanza dietro il soggetto, pertanto ugualmente invadente. Mi sbaglio?

  11. Aprile 2018, Nikon D300 con 300 mm AF-S + 1.7, leggero crop. 
    Lo scorso anno la primavera è stata particolarmente piovosa e molte nidificazioni sono state compromesse dalle condizioni avverse. In questa zona umida retrodunale (palude di Torre Flavia, a nord di Roma) ho avuto modo di osservare questa folaga con l'unico pullus (bruttino, ma simpatico). Questa foto fa parte di una sequenza nella quale si verifica un progressivo avvicinamento della madre al piccolo ed infine l'imbeccata. Mi è sembrato gradevole inserirla fra le esperienze significative, pur trattandosi di un avvistamento assolutamente comune, in quanto descrive un momento di vita quotidiana.

    DSC_5129.jpg

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