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  1. Un trapano-avvitatore elettrico Bosch, due scatti a focali differenti sempre ad F2. In questi due scatti, i primi effettuati appena tolto dall'imballo l'obiettivo c'è la summa delle sue caratteristiche, quelle che hanno già decretato il successo degli altri Sigma Art. Io non sono solito provare particolare attrazione per gli zoom. Ne ho usati tanti ma al momento ne faccio praticamente a meno con una sola eccezione in attesa di trovare altro. Ho sempre trovato limiti invalicabili anche negli apparecchi più prestigiosi (come ad esempio il costosissimo Nikkor 200-400/4 in tutte le sue versioni) ma qui ... siamo all'eccezione che conferma la regola. Perchè questo zoom mi ha entusiasmato fin dal primo contatto. E non riuscendo a trovare veri difetti pesato tutto mi sono chiesto il perchè. Perchè ? Perchè questo obiettivo è solo formalmente uno zomm. In realtà è un tri-focale superluminoso e così va considerato. Lo confesso, non lo comprerò perchè ho già i due formidabili Sigma Art ai suoi estremi, 24 e 35 mm che mi assicurano uno stop in più di luce e prestazioni ancora superiori. Ma questo è un Sigma Art in tutto, sfuocato, resa, nitidezza, costanza di prestazioni, colori brillanti ma neutri, bassissima o inesistente CA, costruzione. Costa ma costa meno di tre obiettivi separati, siano questi Sigma o Nikon. In pratica si compra uno ma si prendono tre obiettivi ecco il trio, a sinistra il Sigma 35mm F1.4 Art, a destra il Sigma 24mm F1.4 Art, in centro il Sigma 24-35mm F2 Art. Lo zoom è più grosso ma non enorme, pur con i suoi 82 mm di passo filtri Vediamolo più da vicino. L'obiettivo è solido e ben bilanciato. Sta benissimo nella mano sinistra. Le due ghiere sono facili da azionare, fluide e ben posizionate. il paraluce non è eccessivo e fa bene il suo lavoro. i tappi sono, come per tutti i sigma più recenti, di una materia plastica purtroppo molto incline ai graffi. Peccato, é l'unico punto debole, insieme alla filettatura filtri in plastica di una costruzione invece molto solida. L'obiettivo presenta la scala delle distanze ben leggibile, lo switch Manual e Auto Focus ben dimensionato e posizionato. Il consueto marchietto A di Sigma Art. Ovviamente come gli altri obiettivi Sigma della più recente generazione, è compatibile con l'interfaccia USB e il programma di gestione firmware e taratura fine della messa a fuoco alle varie focali e distanze. Utilissimo sempre perchè riscrive il firmware dell'obiettivo e lo tara per tutte le fotocamere di casa. Per provarlo me lo sono portato domenica al lago all'albeggiare e lunedì in ufficio, profittando di queste ultime belle giornate d'estate. Questa è solo una anteprima, poi per la prova approfondita leggeremo le impressioni di Max Bellagio prima del sorgere del sole dietro alle montagne della costa lecchese del lago di Como, visto da Tremezzo. A 35 mm dettaglio leggibilissimo (nessuna intepretazione in sviluppo) Il sole sale oltre le montagne, F16 per avere la "stellina". scatti in pieno sole (non semplice controluce) e in condizioni estreme. La tenuta dei riflessi è buona, non vedo eccessiva CA sull'acqua. Ma come detto queste sono condizioni di test, mica fotografie ! Sempre a Tremezzo, davanti a Villa Carlotta Villa Carlotta, F2.8, ottima leggibilità delle ombre in primo piano, luci controllate (sottoesponendo il cielo) sulle pareti della Villa. Le finestre, l'orologio i dettagli sono pienamente visibili. Il campanille della chiesetta di Ossuccio ho scelto di mantenere la massima leggibilità sui mattoni della costruzione illuminata dal sole diretto. Il cielo si è oscurito ma il dettaglio è massimo sul soggetto. Varese, dopo il sorgere del sole. Colori complementari (blu e giallo) e verde (sintesi) siamo a 28 mm, F2, la messa a fuoco è sulle finestre ma il dettaglio dell'indicazione stradale in primo piano all'angolo estremo è reso benissimo. Certo è merito dei 36 megapixel senza filtro anti-alias ma non sarebbero tanti gli zoom in grado di una simile risoluzione ... Anche in questo caso con in primo piano le pareti della Basilica di San Vittore e in secondo piano il campanile settecentesco siamo ad F2.8 i dettagli sono perfettamente visibili, questi sono crop al 50% in queste due ultime foto, ombre, colori, trama, dettaglio, sono sempre a mio avviso assolutamente esemplari ! Risoluzione dettaglio 1:1 dell'intonaco di una colonna di casa mia. Non c'è sharpening aggiunto. il ritratto di Heidi by Slowprint in 100x70cm che c'è in camera mia. A 24mm e a 35mm. A parte il riflesso del vetro siamo a livelli da obiettivo macro. Distorsione A 35 mm a i miei occhi la distorsione è inesistente. C'è invece a 24 mm (cornice della fotografia) ma si corregge impostando un +16 in manuale su LR o Photoshop e il risultato è esemplare. Sfuocato Prove di dettaglio e di sfuocato alle varie focali, sempre ad F2. Charlize in biondo. Il dettaglio dell'occhio è senza sharpening aggiunto. Magari c'è un leggero backfocus, non ho avuto motivo di controllare. Questo è un grandangolare non un macro o un obiettivo da ritratto e non si richiederà che raramente la massima precisione di messa a fuoco (ma volendo si può verificare e tarare in casa). Conclusioni di questo breve giro di prova Come ho scritto non sono solito entusiasmarmi per uno zoom ma questo è da considerare un tri-focale 24-28-35mm ad apertura costante F2 e se non avessi già due fissi Art ad alte prestazioni che coprono le focali che mi interessano di più, lo comprerei ad occhi chiusi. A 949 euro costa solo poco di più del nuovo Nikkor 20mm F1.8G o del Nikkor 24mm F1.8G e consente di sostituire un intero arsenale di ottiche fisse moderne nel suo range di focali. Ha un autofocus preciso e molto silenzioso. E' costruito molto ma molto bene. E' ben equilibrato. Ha prestazioni costanti. Colori brillanti, sfuocato da mezzo-tele, una distorsione contenuta e ben correggibile. Non si allunga (!). L'aberrazione cromatica io non l'ho vista e in condizioni normali in controluce non dà problemi. C'è vignettatura a tutta apertura ma io non lo vedo come un problema, anzi. Considerata la distanza minima di messa a fuoco consente quasi-macro e riprese creative ravvicinate, anche ne ritratto. Idealmente lo vedo bene in mano anche al fotografo di reportage o di matrimonio. Veramente un bell'obiettivo ! Complimenti Sigma ! Ringrazio Mtrading per la celerità con cui ci consente questo test. L'obiettivo è stato presentato ufficialmente solo il 20 luglio e noi lo abbiamo già a disposizione nemmeno due mesi dopo ! il link per avere maggiori dettagli su questo prodotto.
  2. Posso scrivere questo articolo grazie ad Mtrading Srl, distributore italiano di Sigma. Io sono Sigma Ambassador per l'Italia e quale miglior occasione per un ambassador, ritrattista, ragionare a voce alta sul trio da ritratto per eccellenza ? i tre oggetti del confronto ragionato di questo articolo. 85, 105 e 135 Sigma Art Arrivato il nuovissimo Sigma 105mm f/1.4 Art si completa un dream team che al momento mi pare di poter dire che nessuna casa ha. Sigma lo offre per Nikon, per Canon e per Sony, permettendo a tutti i fotografi ritrattisti del mondo di avere una gamma completa che speriamo quanto prima sarà completata anche da un Sigma 70-200/2.8 Art che possa arrivare effettivamente a 200mm alla distanza di un metro o giù di li. Ma torniamo a questi tre begli esemplari della moderna ingegneria ottica. Visti insieme così non si direbbe. Sembrano addirittura molto simili tra loro per volume e ingombro. Rimando agli articoli specifici che abbiamo scritto in questi anni su queste ottiche (li trovate in questa stessa sezione di Nikonland qui) ma veniamo al sodo. Siamo stati per anni abituati ad obiettivi di questa fascia con 72 o al massimo 77 di passo filtri. E un peso non superiore ai 6-700 grammi. Ma qui la ricerca delle prestazioni massime e l'impegno a correggere per quanto possibile i tipici difetti degli obiettivi superluminosi, ha fatto decidere a Sigma di non accettare compromessi. Abbiamo il più "piccolo" dei tre - che in realtà è il più lungo - con un passo filtri di 82mm : il 135mm. Passiamo all'85mm ed aumentiamo a 86mm. Per giungere al 105/1.4, ultimo arrivato, che va decisamente oltre : 105mm. Bocche da fuoco di questo genere sono intese per catturare tutta la luce possibile e limitare al massimo la caduta di luce e i difetti agli angoli. Ci sono riusciti. Facendo al contempo oggetti molto ben costruiti - mediamente superiori a tutti gli obiettivi degli altri marchi - ma comunque dotati di ergonomia adeguata all'uso. Pur ammettendo che i pesi non sono trascurabili : 1130 grammi per 85 e 135, 1650 grammi per il 105mm. 105 mm f/1.4 e 135mm f/1.8 : quel mezzo stop di differenza comporta un notevole incremento dimensionale per mantenere le stesse prestazioni più evidenti senza il paraluce l'85mm è quello con la ghiera di messa a fuoco più ampia. Il 105 invece ne ha una decisamente più ridotta. Ma sinceramente con questi eccezionali motori di messa a fuoco, chi li utilizza a mano libera ? metallo da tutte le parti. Costruzione coerente. Oggetti pensati per durare. I tre sono tutti dotati di diaframma elettromagnetico e di motore ad alte prestazioni, silenzioso e molto rapido. NEI TEMPI ANDATI QUESTA CATEGORIA DI OBIETTIVI SI DEFINIVA MEDIOTELE O MEZZOTELE. Ma questi sono teleobiettivi in tutte le loro caratteristiche, con MTF che somigliano a quelli dei superteleobiettivi. E schemi ottici complessi, composti da un elevato numero ognuno di lenti speciali (il 105 esagera addirittura con 3 lenti tipo fluorite, due a dispersione bassissima e una asferica ma il risultato si vede). Differiscono per dettagli e per modalità d'uso. Ed è di questo che siamo qui a dibattere. Perchè volendo e potendo, basterebbe averli tutti per non avere l'imbarazzo della scelta, usandoli tutti e tre alla bisogna, a seconda del risultato atteso o del tipo di soggetto. Ma sebbene siano proposti a prezzi più che ragionevoli vista la concorrenza, il conto totale richiede certamente un investimento graduale. Quindi vediamo le loro caratteristiche sul piano pratico, anzichè dibattere per astratto. LA COMPRESSIONE O DISTORSIONE PROSPETTICA Simili e coerenti tra loro ma non identici. Le tre focali - classiche - differiscono tra loro di una percentuale che produce un gradino importante in termini di prospettiva - a parità di distanza di scatto - e di ingrandimento. Inoltre, se 85 e 135mm offrono una distanza minima di messa a fuoco di circa 88-90cm, il 105 si ferma a 100cm. E questo sul piano pratico crea immagini differenti. Soggetto comune, luce identica, minima distanza di messa a fuoco Sigma 85mm f/1.4 Art, f/1.4, Nikon D850 Sigma 105mm f/1.4 Art, f/1.4, Nikon D850 Sigma 135mm f/1.8 Art, f/1.8, Nikon D850 appare chiaro direi l'effetto della distorsione prospettica su un soggetto che ha un tipo di volto che probabilmente richiederebbe la focale più corta delle tre. In questo caso il soggetto - lasciato per quanto possibile al naturale - viene ingrandito al massimo nello scatto a 135mm. Sembra poca ma guardate bene le proporzioni del naso rispetto agli occhi, la forma del volto, la distanza tra la punta del naso e i capelli. Cosa che si conferma anche in modalità "ritratto" 85mm 105mm 135mm Ne possiamo concludere che usare l'uno o l'altro non è indifferente. Ma che i tre offrono comunque nitidezza esagerata (e qui siamo a tutta apertura, chiudendo il diaframma ad f8 andiamo su rendimenti da obiettivi macro, senza alcun problema) e sfuocato simile, sebbene diverso per le diverse proporzioni tra soggetto e sfondo. Il Sigma 85mm f/1.4 : il Playboy Dei tre è probabilmente il più immediato e il più semplice. Meglio del 50mm quando il soggetto ha il viso un pò "orientale (piatto !), perchè è già quasi privo di distorsioni ottiche. Consente però di inserire il soggetto nel contesto in cui si trova, ma con gli effetti tipici dei superluminosi. dei tre è il meno analitico e più indulgente anche in termini di tempo di scatto é più immediato contestualizzare il soggetto nell'ambiente ma lo sfondo non si liquefa come fa con gli altri due e questo sia un bene o un male, decidetelo voi in base al vostro stile. chiudendo diventa radiografante ma senza diventare molesto insomma è una gioia da usare e non vi costringe ad uscire dalla stanza per passare dal primissimo piano alla figura intera Il Sigma 105mm f/1.4 : il Palestrato fatta subito l'abitudine "al coso", possibilmente smontando il collarino del treppiedi se lo userete per lo più a mano libera, il 105 si scopre molto simile al 85mm. Quei 12 cm di distanza minima inferiore però si mangiano in parte la capacità di ingrandimento e tolgono un pò di effetto alla luminosità relativa (se mettesse a fuoco da 87 cm anche questo, potrebbe funzionare come un 85mm f/1.2 equivalente). Però sono le caratteristiche che lo rendono bilanciato. Si può descrivere il soggetto senza andarci troppo "dentro". Ce l'ho da poco ma già ho potuto fare foto memorabili. ergonomicamente è perfetto. Ma per sicurezza l'ho usato tendenzialmente con tempi nettamente più rapidi di quelli che uso con l'85mm. Anche questo, come l'85, non riesce a dare quegli effetti di "liquefazione" tipici del 135/1.8 Il Sigma 135mm f/1.8 : il Mustang L'avessero fatto f/1.4 anche questo, sarebbe stato ingestibile. Per fortuna si sono contenuti. Eppure ne è venuto un capolavoro che io tendo ad usare per tutto, anche per le riproduzioni e per le "simil macro" (con una lente addizionale, permessa dal passo filtri ancora "umano"). lo sfuocato è normalmente memorabile Nel ritratto consente di essere decisamente analitici potendo entrare nel soggetto senza farlo notare troppo specie se il soggetto collabora 135mm è esattamente la media tra 70 e 200mm. Se mi dimentico a casa il 70-200/2.8 posso utilizzare tranquillamente questo al suo posto, come in questo caso, dove ho selezionato il formato quadrato con la macchina sul treppiedi in live-view ma è in esterni dove sorprende con effetti di sfondo più tipici di un 300/2.8 che di un MEZZOTELE ! Mi fermo qui altrimenti, giustamente, mi mandate a quel paese ! Forse si sarà capita la mia preferenza per il 135mm ? Ebbene si, potendo, io sceglierei sempre il 135mm per tutto. E' la focale ideale per me nel ritratto e anche in tutto il resto. Ma non è sempre possibile, dipende molto dal soggetto. E poi è un obiettivo decisamente più impegnativo degli altri. Più docile in tutto l'85mm, come la mamma per chi non è uno specialista o per chi non vuole isolare del tutto il soggetto dal suo contesto la dolce Sabina in luce naturale ripresa dal 85/1.4 Art ad f/1.4 il 105 è il nuovo campione per prestazioni. Si staglia in tutto. E' più vicino all'85 che al 135 per caratteristiche d'uso e di impiego. Vivian e il 105/1.4 ad f/1.4 (vignettatura aggiunta in sviluppo) Volete un consiglio da me ? Se avete già l'85, puntate al 135. Se avete già il 135, puntate al 85. Se non avete nessuno dei tre, procuratevi un soggetto bello, solare e sorridente come Vivian e provateli. Probabilmente vi innamorerete del 105 e non avrete da pentirvene. Per casi speciali, parliamone pure nei commenti. Io, potendo, li continuerò ad usare tutti e tre, a seconda dei casi o tutti insieme, per continuare a provare il gusto che c'è ! Sigma 135mm f/1.8 Art su Sigma SD Quattro H sempre sia lodata Mtrading Srl che distribuisce tutto questo ben di Dio sul territorio italiano
  3. Buonasera, Nei giorni a cavallo di fine anno sarò in Giordania, due o tre notti nel Wadi Rum + tour di Petra le tappe principali. Fotograficamente parlando porterò con me la Z6 + 24-70 f4, set leggero al quale aggiungerò forse l'85 f1.8. Ora, avrei una mezza idea di cimentarmi in qualche foto di costellazioni ( se il meteo lo consente ) oppure di panoramiche del deserto e della zona di Petra. Ho fatto qualche ricerca sia su Nikonland che su altre piattaforme e, come immaginavo, servono grandangoli spinti e luminosi, sopratutto per le notti stellate. Dai vari test di Mauro e Max e dalle esperienze di Massimo deduco che le due lenti più indicate sarebbero il Sigma 20 art ed il Nikon 14-24 f2.8 entrambe disponibili solo in versione Nikon F. Unica lente nativa Z teoricamente idonea sarebbe il 14-30 f4 visto che il 20 f1.8 S non sappiamo ancora nemmeno quando sarà in vendita. Dico teoricamente perché da quello che scrive chiunque si sia cimentato in questo genere fotografico un'apertura massima di f4 è molto imitante sul campo. In conclusione io sarei propenso verso il Sigma 20 art fisso, un po per il costo ( dovrebbe trovarsi abbastanza agevolmente sui 500 euro usato ) ma anche perché una focale così estrema mi viene più facile sfruttarla come fisso che all'interno del range di un zoom comunque pesante rispetto al corpo Z6 sul quale andrebbe montato. Chiedo.... ma quindi il Nikon AF-S 20 f1,8 voi lo scartereste ? Dal punto di vista del peso è decisamente più proporzionato probabilmente anche per la costruzione più plasticosa. L'ho provato domenica scorsa all'evento Nital su una Z7 ed ho verificato delle forti aberrazioni cromatiche alla massima apertura, diversamente dal 14-30 che però non arriva alla stessa luminosità. Sono sicuro che mi direte che sto mescolando mele con pere ma, come ho già scritto, sarebbe una prima volta con questo genere fotografico. Grazie per le risposte
  4. Non mi vorrei sbagliare ma questo è forse il primo Sigma Art autofocus per reflex che deriva da un obiettivo Sigma Cine. In generale è il contrario (altri Sigma sviluppati in origine per reflex, hanno poi dato origine ad obiettivi Sigma Cine con cui condividono lo schema ottico). Questo è il Sigma Cine 40mmT1.5 : un oggetto costruito totalmente senza compromessi che adotterei ciecamente se io fossi attivo nel video di un certo livello. Mi contento della sua versione per reflex che è arrivato anche sul nostro mercato appena prima delle vacanze di Natale 2018. Si tratta di un oggetto di cui ci si innamora a prima vista, costruito per eccellere e che io mi sento di avvicinare al solo Sigma 105/1.4 Art in tutte le sue caratteristiche. Partiamo dai dati forniti dal costruttore : 1200 grammi di lega e plastica insensibile alle variazioni termiche, con guarnizioni a tenuta e paraluce a petali con blocco di sicurezza schema molto complesso a 16 lenti ripartite in 12 gruppi, di cui 3 equivalenti alla fluorite, 3 a bassissiam dispersione e un elemento finale asferico capaci di offrire una misura MTF degna di un superteleobiettivo e una distorsione trascurabile la vignettatura è in linea con la classe di appartenenza. Ogni obiettivo molto luminoso esibisce una vignettatura evidente a tutta apertura che va via via diminuendo mano a mano che si chiude il diaframma. Qui il fenomeno scompare a partire da f8 ed è probabilmente l'unico dato non eccezionale di questo obiettivo. l'aberrazione cromatica, invece, altro difetto ottico tipicamente presente nei superluminosi, è estremamente ben controllato. come tutti i Sigma delle ultime generazioni, anche questo è compatibile con la USB Dock di Sigma e il programma Sigma Optimization Pro, in grado di permettere all'utente di aggiornare il firmware e calibrarne le prestazioni. Devo ammettere che in questo caso non ne ho avuto bisogno. Già così come l'ho tolto dalla scatola, questo esemplare di 40mm non ha necessitato di alcun intervento (nemmeno di messa a fuoco) neanche con la mia esigentissiam Nikon D850. L'aspetto è eccezionale : il paraluce, oltre ad avere il blocco di sicurezza, ha anche un anello gommato (dove ci sono le serigrafie) in termini di dimensioni e di lunghezza ... è piuttosto imbarazzante per quanto è grosso. Ma perfettamente intonato con le reflex professionali cui è idealmente indirizzato. l'ho montato, è vero, ed usato, con la mia Nikon Z7. Ecco, li si vede tutto quanto il fatto che questa prima generazione di mirrorless Nikon Z sia pensata per un utilizzo con ottiche piccole e compatte. Ma probabilmente in futuro vedremo anche mirrorless Nikon di dimensioni e struttura adatte anche a questa classe di obiettivi. La consueta confezione Sigma non desta sorprese. l'obiettivo in Italia viene venduto con garanzia di 3 anni da Mtrading Srl e il suo centro di assistenza autorizzato In questa stagione le modelle svernano ai tropici e io mi sono dovuto contentare di quelle silenziose che vivono nel mio studio. Ci rifaremo nei prossimi mesi ma anche con Charlize, Jessica e Clohe, le prestazioni sono abbaglianti. Questa è la Z7 con riconoscimento di viso e occhio, flash ad f/7.1 anche questa, in luce disponibile e ad f/1.4, semrpe con riconoscimento del volto (e dell'occhio) attivati la distorsione valutata così amccheronicamente e non corretta da LR. Per un obiettivo del genere è sostanzialmente trascurabile ma azzerabile senza impegno con un click. Jessica in passerella. Flash, f/4, Nikon D850 sempre D850, f/1.4 in esterni, prova di sfuocato ad f/1.4 sempre ad f/1.4, Nikon Z7, assenbramento per visita guidata. Si legge ogni dettaglio, a video e a piena risoluzione la nitidezza è esagerata. altri sfuocati più tecnici ancora Jessica, con la D850 il ritratto di Eva in 100x75cm Una prima prova di contatto che conto di approfondire operativamente appena passata questa fase di "letargo" invernale. Come ho scritto in anteprima è un obiettivo che mi ha semplicemente ammutolito. Rispetto alla pur pregiata prima generazione di obiettivi Sigma Art (35, 50, 24, 24-105) rappresenta un salto in avanti epocale, tanto che potremmo considerarlo - insieme al fratellone 105/1.4 - una sorta di SuperArt. Insomma, io l'ho adottato come standard, con questa sua apertura di campo di 56° è solo un filo più grandangolare del mio adorato 50mm, ma non troppo grandangolare come alla fine mi sembra il 35mm. Adattissimo sia al ritratto d'effetto - ma senza distorsioni esagerate - che a quello ambientato. In luce ambiente, sfruttando se si usa la Nikon Z, anche la validissima stabilizzazione integrata che aggiunge l'unica caratteristica mancante da questa categoria di superobiettivi che - almeno in campo reflex - difficilmente vedremo replicati a superati. E' grosso, si, ma anche io non scherzo. E almeno sinora, non ho mai avuto problemi a sfruttare obiettivi tanto ben fatti e tanto qualitativamente superiori. Nikon, Canon, Sony, Zeiss, dico a voi. Provate a battere questo campione di ottica. Ringraziamo ancora il distributore italiano del marchio Sigma che ci ha gentilmente concesso in uso questo spettacolare ultimo arrivato della grande famiglia degli obiettivi Sigma Art. Aggiornamento del 3/2/2019 : galleria ad alta risoluzione
  5. Da appassionato di macrofotografia e di obiettivi macro, oltre che da utilizzatore professionale per la mia ricerca scientifica, ero molto curioso di provare il nuovo Sigma 70mm f2.8 DG Macro, che si fregia della prestigiosa sigla Art, indice di una progettazione senza compromessi. Grazie alla cortesia dell'importatore italiano Mtrading ho avuto la possibilità di provarlo sulla mia Sigma Sd Quattro H (non viene prodotto con l'innesto Nikon). Ecco le mie impressioni d'uso. As an enthusiast of macrophotography and of Macro lenses, as well as a professional user for my scientific research, I was really curious to try the new Sigma 70mm f2.8 DG Macro that bears the prestigiuous label "Art", meaning a design with no compromises. Thanks to the courtesy of Mtrading, the Italian dealer of SIGMA products, I had the chance to test it on my SIGMA Sd Quattro H (Nikon mount is not available). Here are my user impressions. Il 70mm f2.8 Macro DG Art su SIGMA Sd Quattro H su stativo. Ma prima i soliti dati tecnici (dal sito SIGMA). But first the specs: Schema ottico: 13 elementi in 10 gruppi Optical scheme: 13 lenses in 10 groups: Angolo di ripresa (35mm):34.3° Angle of view (35mm):34.3° Lamelle del diaframma: 9 (diaframma rotondo) Diaphragm with nine blades Apertura minima: F22 minimum aperture f22 Minima distanza di messa a fuoco: 25.8cm minimum focusing distance 25.8 cm Rapporto d’ingrandimento massimo: 1:1 Max reproduction ratio 1:1 Diametro filtri: ø 49mm filter size ø 49mm Dimensioni: (diametro x lunghezza):ø70.8mmx105.8mm Size (diameter x length) ø70.8mmx105.8mm Peso:515g Weight 515g L’obiettivo è compatibile con i converter Sigma 1.4x e 2x, con limitazioni dell'Af con l'1.4x, mentre con il 2x la messa a fuoco è solamente manuale. The lens is compatible with Sigma converters 1.4x and 2x, with some limitations for Af with the 1.4x and as a manual focus lens with the 2x. A corredo il paraluce di buona fattura e l'astuccio in cordura, come sempre. Lens hood (good) and lens poach provided as usual. Optical scheme (from SIGMAGlobal site) with two aspherical lenses and two ELD lenses. Costruzione ed ergonomia. Construction and ergonomy Solido, costruzione impeccabile e precisissima, senza giochi di alcun genere, il tutto unito ad un'aspetto raffinato da vero obiettivo Art. Robustezza da carro armato ma finiture da limousine. Sturdy, impeccable construction, with no plays, wobbles or anything, along with an refined finish. Solid like a thank but elegant like a limousine. Il 70mm macro Art (a destra) a confronto con il 105mm macro OS (a sinistra). The 70mm macro Art (right) compared with the 105mm macro OS (left) Come si vede dalle foto diversamente dagli altri Macro SIGMA di recente costruzione, che sono tutti IF (ossia non modificano la lunghezza del barilotto alle diverse distanze di messa fuoco) il nuovo 70mm Sigma si estende, e molto, alle brevi distanze. As it can be seen from the photos, and unlike other recent macro by SIGMA, which are all IF (=the lens barrel does not exted at short distances) the new 70mm SIGMA nearly doubles its length at minimum focusing distances. Questo ha alcune implicazioni: una, positiva è che la riduzione della focale effettiva alle brevi distanze è molto contenuta: al rapporto di riproduzione (RR) di 1:1 la focale effettiva è 64,5mm. Un'altra implicazione anch'essa positiva è che l'obiettivo è meno soggetto a fenomeni di fringing (io non ne ho visti affatto) rispetto ad un obiettivo IF. Una implicazione invece meno positiva è che la distanza di lavoro (distanza del soggetto dalla lente frontale) è molto scarsa, cosa poco rilevante in lavori di riproduzione e still life, ma può essere un problema con soggetti reattivi o in natura dove spesso ci si deve districare col treppiedi fra rami cespugli ragnatele e quant'altro. This has some implications: one, positive, is that the reduction of actual focal length at shorter distances is minor, with respect to IF macro lenses. At 1:1 reproduction ratio the actual focal length is 64.5mm, a very good value. Another positive implication is that the lens is less subject to fringing (I never saw in the photos) that an IF lens. A less positive implication is that the working distance (distance between the subject and the front lens) is scarce. This has little relevance for reproduction works, still life and the like, but may be a problem with skittish critters or on the field, where one has to deal with the tripod among twigs, spider webs, roots and so on. Confronto fra le distanze di lavoro ad 1:1 del 70 Macro Art (sopra) e del 105mm OD (sotto). Comparison between the working distances at 1:1 of the 70mm macro Art (above) and the 105mm macro OS (below). Nella camma interna del barilotto sono segnati i rapporti di riproduzione e le relative distanze di messa a fuoco in piedi e metri. On the inner cam are signed the reproduction ratios and the corresponding focusing distances in feets and meters. Autofocus. I macro, avendo una lunga escursione non sono mai dei fulmini, e nemmeno questo lo è, come è la norma, però la precisione sulla Sd Quattro H è notevole. Il limite è più il sensore della fotocamera, nel caso della Sigma Sd Quattro H, che necessita di un po' di luce e/o contrasto per agganciare. Macro lenses due to their focal excursion are never fast, and so is the 70mm, and it is normal, the mai limit is the camera sensor with the Sigma Sd Quattro H, however the autofocus is precise once there is enough light and/or contrast. Messa a fuoco manuale Manual focus. La ghiera di messa a fuoco è ampia e offre la giusta resistenza ma, attenzione, la messa a fuoco è "focus by wire", ossia la ghiera non movimenta alcun gruppo di lenti, ma manda dei segnali alla fotocamera che controlla il motore coreless. Quindi con l'obiettivo staccato dalla fotocamera la ghiera gira "a vuoto", lo stesso se montato sulla fotocamera spenta. La messa a fuoco manuale è possibile solo con la fotocamera accesa. Per questo sulla ghiera di messa a fuoco non sono segnate le distanze, perchè non avrebbero senso. Operativamente in ogni caso la messa a fuoco manuale grazie alla demoltiplicazione della ghiera e, sulla Sd Quattro H, grazie anche al focus peaking e la possibilità di ingrandire l'area di messa a fuoco è precisa. Direi che il focus by wire rende al meglio su una mirrorless. The focusing ring is wide and with the right resistance, but keep in mind that the focus is a "focus by wire", that is the focusing ring does not move any lens group, rather it sends inputs to the camera processor who regulates focusing electronically. This means that the focusing ring does nothing with the lens detached from the camera or with the camera "off". For this reason there are no distance markings on the focusing rings, they would make no sense. In any case manual focusing on the Sd Quattro H is good, thanks to the wide excursion of the focusing ring, to the focus peaking and the possibility to enlarge the focus area. I would say that focus by wire renders at its best on a mirrorless camera. Niente indicazioni delle distanze. No distance scale. Qualità di immagine. Image quality SIGMA scrive: "Per ottenere risultati di alto rilievo a qualsiasi distanza di ripresa, l’obiettivo presenta un meccanismo di messa a fuoco flottante basato su due gruppi. Tale soluzione riduce l’aberrazione e fornisce risultati di qualità a qualsiasi distanza di messa a fuoco." ed è vero. Questo 70 macro, da me provato su sensore Foveon, da' risultati eccellenti sia alle brevi distanze che a quelle lunghe senza percepibili differenze. The italian site of SIGMA reports as follow (translation is mine): "To gain hig quality results at any distance the lens offer a floating focusing mechanism based on two groups. This feature reduces aberration and allows quality results at any shooting distance". It is true, this lens shines. Tried on a Foveon sensor, results are nothing less than excellent both at short as well as at long distances, with no noticeable differences. Niente aberrazioni, nè fringing. No aberrations, no fringing. L'impressione che ho avuto è di una qualità veramente superiore, da infinito fino a rapporti di riproduzione vicini ad 1:1, dove rimane comunque ottimo. My impression is that this lens offers a really superior quality from infinite to reproduction ratios close to 1:1, where it remains anyway excellent. Ammonite (6cm) 100%crop. Stunning. Sezione di un osso. Section of a bone. 4cm ca. 100% crop Un ramo di corallo al RR di 1:1. A coral branch at 1:1 reproduction ratio E questo è il crop al 100%!. And this is the 100%crop! A distanze lunghe. At long shooting distance. Crop 100%. Probabilmente il Foveon fa la sua parte, ma è formidabile. Crop 100%. Probably the Foveon sensor plays a part in this, but the result is simply stunning. I am repeating myself, I know. Resa dei colori? Colour rendition? Eccellente anche l'omogeneità di resa fra centro e bordi anche a tutta apertura, perlomeno sul sensore APS-H della SIGMA SD Quattro. Ai bordi a f2.8 è meglio del cugino 105mm F2.8 OS, che è un'ottimo obiettivo. The quality remains the same (excellent) from the center to the border of the frame (on the APS-H sensor of my SIGMA Sd Quattro H) even at full aperture. Under this aspect it is better than the 105mm f2.8 OS, which is a great lens. Test image Conclusione: per chi fa lavori di riproduzione, still life, food, fiori, gioielli, minerali (e fossili!), è un obiettivo superlativo per nitidezza, specie se montato su una Sd Quattro o Quattro H. La sua versatilità lo rende un 70mm (84mm su APS-H) Ottimo anche per scorci di paesaggio. Se le vostre modelle non si irritano per la resa tagliente anche a f2.8, potreste anche farci dei ritratti. Unico limite la ridotta distanza di lavoro, che è esimile a quella di un 50mm macro, cosa che lo penalizza per la macro ad insetti o in generale sul terreno. Per il resto è un grande obiettivo. In conclusion: for still life, food, jewelry, mineral, flowers (and fossils!) , it is a superlative lens, especially on a SIGMA Sd Quattro/QuattroH. Excellent as well for some kind of urban photography/landscape. And... if your models do not get angry with you for the razor-sharp, unforgiving rendition of any skin imperfection, you might also use it for portait . The only limit I found is the same of all short macro lenses, the working distance is similar to that of a 50mm macro; it may be a problem for insects or on the field. For anything else is a great, great lens. I miei sentiti ringraziamenti a Mtrading, l'importatore italiano dei prodotti SIGMA per avermi concesso di provare questo obiettivo. My sincere thanks to Mtrading, the Italian dealer of SIGMA products for allowing me to try this lens.
  6. Grazie ad Mtrading che ci ha inviato al volo il nuovo Sigma 85mm F1.4 Art in corso di distribuzione. Non è un obiettivo per tutti, ma per chi ne sentiva il bisogno, finalmente è arrivato ! *** Il nuovissimo Sigma Art 85mm F1.4 sulla Nikon D5. Andiamo subito al sodo ! E' un obiettivo esagerato. Esagerato per dimensioni e peso (1.160 grammi), pretende di essere montato su macchine di struttura professionale. E con tutto ciò fa quasi apparire compatta la Nikon D5 ! ancora montato sulla Nikon D5 Esagerato per prestazioni. No, non parlo di quelle strumentali, quelle le pubblicheranno i soliti siti specializzati in mire ottiche e strumentazione di laboratorio ... ma carenti di fotografia. Dico in termini di resa. E' come avere in mano uno scanner mobile, da usare per lo più completamente aperto, che dona alle immagini un piano di messa a fuoco nitidissimo ma molto ristretto. Con uno sfuocato posteriore fantastico, uno anteriore morbido anche se non altrettanto burroso. Sempre totalmente aperto, un pozzo assetato di luce ! Esagerato per ergonomia, facilità di presa, velocità di autofocus, certezza di prestazioni. L'oggetto definitivo per questa focale e non semplicemente l'Otus dei poveri il pacchetto completo con gli usuali accessori Sigma. Già la scatola e l'astuccio - molto più grandi di quelli degli altri Sigma Art - danno un anticipo di cosa c'è contenuto. se proprio vogliamo sindacare, il paraluce non è praticissimo, con quei petali (saranno proprio necessari per una focale del genere ?) non è stabilissimo se appoggiato capovolto.Anche i tappi - sia anteriore che posteriore - come già detto per tutta la nuova produzione Sigma, potrebbero essere di migliore qualità. ma preso in mano da una sensazione di solidità, di struttura, come potrebbe darli una roccia.L'enorme anello di messa a fuoco manuale copre tutto il palmo della mano sinistra. A proposito, che non vi venga in mente di scattare tenendo il corpo macchina a due mani.Avrete la certezza di fare foto mosse.Questo complesso va tenuto bene in mano, stendendo il palmo sinistro completamente sotto all'obiettivo e tenendo saldamente il grip della fotocamera con la destra. VI sentirete un pò come Dwayne Johnson quando si prepara ad assorbire un pugno diretto di un avversario del suo calibro ma avrete la certezza di poter fare foto capaci di esaltare completamente la nitidezza che questo obiettivo può regalarvi se avrete l'accortezza di mettere a fuoco perfettamente ! il passo filtri da 86mm, mette al sicuro da qualsiasi tentazione di acquisto di filtri. questo nuovo Sigma, insieme ai coevi Sigma Art 12-24/4 e Sigma Sport 500/4, fa parte della prima serie Sigma ad usare il diaframma elettronico anche con l'attacco Nikon.Non credo che sarà un problema per nessuno interessato al suo acquisto, ma attenzione alla compatibilità, possibile solo con le macchine a partire da D300 e D3 (non che con le precedenti non sia possibile fotografare. Ma lo si potrà fare solo e sempre ad F1.4). imponente, più grosso del già grosso Nikon 105/1.4E che di suo pesa un bel chiletto ! e che ha il passo filtri di "soli" 82mm come dicevo, a mio parere è da pensare di utilizzare solo con macchine grosse e pesanti.Almeno una D800 con battery-grip, meglio una D4/D5 in questo modo il baricentro cascherà esattamente al centro del palmo sinistro. Caratteristiche principali foto courtesy Sigma Corporation MTF ufficiale schema ottico 14 lenti in 12 gruppi di cui 2 a bassa dispersione e un elemento asfericoangolo di campo 28,5°distanza minima di messa a fuoco 85cmrapporto di ingrandimento 1:8.5dimensioni : 126.2mm di lunghezza, 94.7mm di diametropasso filtri 86mmpeso : 1160 grammi numeri che possono impressionare ma non quanto una bella foto di gruppo che rappresenti le dimensioni reali a confronto a sinistra il nuovo Sigma Art 85/1.4, in centro il "vecchio" Sigma EX 85mm F1.4, a destra il 50mm F1.8G di Nikon (che non è proprio un obiettivo compattissimo ! Ci sono cose più piccole sul mercato ....) Concorrenti principali Nikon 85mm F1.4G 10 lenti in 9 gruppipasso filtri 77mmdistanza minima 85cm86x84mm per 595 grammi é il concorrente principale, venduto con garanzia italiana a 1.576 euro (è in commercio da qualche anno).E' un buon obiettivo ma a mio parere non ha nulla di meglio ... del precedente Sigma EX. Nikon 85mm F1.4D 9 lenti in 8 gruppidistanza minima di messa a fuoco 85cmpasso filtri : 77mmdimensioni : 80x72.5mmpeso : 550 grammi sostituito dal precedente, si trova usato intorno ai 700 euro. E' un obiettivo della vecchia scuola, molto delicato, con gialli e verdi sensazionali. Purtroppo penalizzato dall'assenza di motore intorno che, in luce sfavorevole, procura continui hunting e perdita di messa a fuoco.E' impensabile usarlo per soggetti per cui è necessaria la messa a punto del fuoco in continuo, raccomandabile solo se il soggetto collabora stando congelato.Oggetto di test di Gianni Zadra qui Sigma EX 85mm F1.4 11 lenti in 8 gruppi, 1 lente in vetro SLD, 1 asfericapasso filtri 77mm85cm di distanza minima di messa a fuocodimensioni 86x87mmpeso 725 grammi circa 850 euro fondo di magazzino, usato si trova 500-550. Lo considero un eccellente obiettivo, l'ho usato intensamente fino ad un paio di mesi fa, avendolo acquistato appena uscito per sostituire il vecchio Nikon, disperato dalla sua lentezza di autofocus.L'ho testato qui Escluderei dal novero sia il Nikon 85/1.8G, obiettivo di buone qualità ma indubbiamente di fascia economica (testato qui) che il recente Tamron 85/1.8, di cui mi raccontano buone cose ma che non ho mai visto, perchè di fascia differente da questo Sigma.Per la stessa ragione escluderei il Samyang 85mm F1.4 a fuoco manuale che dalla sua ha in buona sostanza solo il prezzo d'assalto (ma a quel punto, perchè non pensare ad un vecchio Nikon 85/1.4 AIs ?). Restano i due Zeiss a fuoco manuale, probabilmente gli obiettivi a cui si sono ispirati i progettisti di questo nuovo Sigma. Zeiss 1.4/85mm Milvus 11 lenti in 8 gruppipasso filtri 77mmdistanza minima 80 cm119mm di lunghezza per 1280 grammi In vendita con garanzia Italia a circa 1.750 euro Zeiss 1.4/85mm Otus 11 lenti in 9 gruppidistanza minima 80cm138mm di lunghezza per 1.240 grammi di peso In vendita con garanzia Italia a circa 4,280 euro Io non li ho mai provati ma li riconosco - soprattutto l'Otus - come il riferimento per questa focale.Ma a condizione di avere la capacità, la pazienza, la costanza e la collaborazione del soggetto nella messa a fuoco di precisione manualmente. Condizione essenziale per riuscire a sfruttare le grandissime doti di questi apparecchi Zeiss con i moderni sensori digitali. Come ho già scritto io ho usato a lungo il Nikon 85/1.4D e l'ho sostituito per la disperazione di non avere una messa a fuoco adeguata alle mie esigenze con il Sigma 85/1.4 DG che mi è sembrato, in una prova confronto, del tutto analogo al Nikon 85/1.4G.Ho invece ceduto da poco il sensazionale Zeiss 2/135mm Apo-Sonnar perchè le sue prestazioni pretendono il treppiedi e la messa a fuoco di precisione con il soggetto possibilmente addormentato o semiassiderato.Per le stesse ragioni ho sempre escluso i pur affascinanti Zeiss da 85mm. L'arrivo di questo - atteso - nuovo Sigma 85mm F1.4 Art ha sparigliato le carte. Portando le qualità dello Zeiss Otus con un autofocus addirittura migliorato rispetto a quello già eccellente del "vecchio" Sigma.In questo modo posso fotografare con messa a fuoco continua, ad F1.4 con una percentuale di "centri" con un soggetto che cambia continuamente posa, prossima al 99% ... Voi capirete la mia gioia ed io mi sforzerò di capire le vostre logiche ( ) se mi dite che preferite mettere a fuoco a mano ( ) Prestazioni Messa a fuoco il nuovo motore di messa a fuoco che promette a detta di Sigma una coppia superiore (e quindi una superiore accelerazione) è rapido, silenzioso e consente una messa a fuoco di precisione che, a tutta apertura con questo obiettivio è semplicemente necessaria. All'inizio vi suggerisco di testare la messa a fuoco alla minima distanza ed eventualmente regolarne la messa a punto fine con la correzione on-camera permessa dalla vostra Nikon.Una volta sicuri potrete fare le vostre foto sicuri di aver un sistema che vi asseconda. Aberrazioni Ogni superluminoso è affetto da aberrazioni cromatiche che possono variare a seconda dell'illuminazione.Persino sua maestà lo Zeiss Otus ne è affetto, seppure in misura ridotta. non fa eccezione questo Sigma Art. Devo però dire che in condizioni di luce "normali" il fenomeno è ben contrastato dallo schema ottico e che chiudendo ad F2 già quasi scompare. Ovviamente in condizioni di illuminazione sfidanti (pieno sole e in controluce) come negli scatti che seguono, l'aberrazione cromatica longitudinale sarà evidente nei dettagli più fini. ma siamo su livello sicuramente inferiori a quelli del precedente modello. Ed infinitamente inferiori a quelli che sperimentavo con il venerando Nikon 85/1.4D che avevo prima, anche su macchine a bassa risoluzione come la Nikon D2H (ogni singola linea di ogni struttura era letteralmente scontornata in verde e magenta). Chiudendo il fenomeno scompare. Ma è una cosa abbastanza trascurabile in stampa, salvo che in dettagli particolari, come i riflessi sulle pupille degli occhi. Vignettatura Tutti i superluminosi soffrono di vignettatura ai diaframmi più aperti.Questo Sigma non sfugge alla regola. Ad F1.4 la vignettatura è molto pronunciata, oltre uno stop e mezzo agli angoli ad F2 è ancora evidente ad F2.8 comincia a scemare per diventare trascurabile ad F4. Si tratta di un fenomeno normale, anzi, nel ritratto auspicabile perchè aiuta ad ambientare il soggetto.Chiudendo il diaframma scompare. Se non si mettono soggetti importanti agli angoli estremi, si corregge facilmente via software. Sfuocato lo sfuocato "tecnico" anteriore non è bellissimo. Ma è una costante in quasi tutti gli obiettivi moderni.E' invece adeguatamente cremoso quello posteriore.I punti di luce vengono resi a seconda della loro luminosità e distanza e dalla direzione della luce.Circolari o occhi di gatto. Qui però siamo nel campo dei gusti. Ognuno avrà da dire a favore o contro la resa di ciascun obiettivo. Nitidezza a patto di mettere a fuoco perfettamente, la nitidezza già a tutta apertura è elevatissima.Chiudendo il diaframma si finisce con ... l' esagerare. ad F2 su Nikon D5 In luce ambiente Nikonlander Foto prese da Adriano Max e da Gabriele Castelli durante il recente pranzo di Nikonland a San Nazario Sesia lo scorso 27 novembre.Con la Nikon D5, ai diaframmi più aperti (F1.4 ed F1.8), con la luce ambiente che filtrava dai finestroni della trattoria "Al Sesia".Le foto in controluce forte sono le più sfidanti ed hanno richiesta l'apertura delle ombre e il riempimento dei neri per riportare il contrasto ad un livello adeguato.Quelle in luce invece non hanno avuto interventi.Ed a me sembrano straordinarie. Vedete un pò voi ... In luce ambiente modelle Arya@EuRossModels in un loft totalmente vetrato.In situazioni di forte contrasto l'obiettivo ci mette del suo e bisogna che il fotografo stia attento a quello che sta facendo.Mentre se la luce è di riflesso il risultato ha una trasparenza e al contempo una incisione tale che io resto senza fiato (sempre a tutta apertura, interventi in fotoritocco e sviluppo solo per ridurre un pò di brufoli sulla fronte e sulle guance della ragazza). Saba@EuRossModels in un loft nel tardo pomeriggio di dicembre. La Nikon D5 non ha paura a salire anche ed oltre ISO 6400. E il Sigma 85mm Art la asseconda senza fare impastare le immagini. In studio Se si deve chiudere il diaframma, allora converrà usare obiettivi meno sofisticati (uno zomm F4 basterà).Ma con questo Sigma si può osare lo scatto alle aperture più elevate per caratterizzare diversamente le immagini. Studio Spazio Blu di Milano.MUA : Ilaria Ferrantello Immagini ad alta risoluzione cliccare per vedere al 100% Giusto tre immagini ad alta risoluzione da guardare a tutto schermo se potete.Invariabilmente con Nikon D5 (e il suo autofocus) per sfuttare la massima nitidezza possibile ad F1.4 Potete vedere altre immagini ad alta risoluzione nell'album dedicato al Sigma Art 85mm F1.4 nella nostra galleria (qui) Sono immagini il meno possibile "pasticciate" e quindi in alcuni casi ... spietate. Conclusioni Saba pensierosa, con il suo dolce vita rosa.Nikon D5 e Sigma Art 85mm F1.4 ad F1.4, luce ambiente del tardo pomeriggio. Dopo svariati grandangolari e supergrandangolari siamo grati a Sigma di essere tornata su focali più lunghe.Speriamo non sia l'ultima, vedendo le caratteristiche e le prestazioni di questo 85mm possiamo solo immaginare come sarà un eventuale 135mm luminoso o il già brevettato 200mm F2. Restando a questa nuova realizzazione, si vede chiaramente al primo approccio come Sigma per proporre un oggetto di caratteristiche differenti dai tanti 85mm presenti sul mercato abbia sostanzialmente lasciati liberi i progettisti.Ne è venuto fuori un colosso che rimescola tutti i giochi già consolidati, ad un prezzo che resta molto competitivo rispetto a tutti gli altri 85mm degli altri marchi. Arya un pò sfacciata ed orgogliosa di se, in studio, flash, Sigma Art 85mm ad F2 PRO - bello da vedere e bello da utilizzare se avete una mano sinistra con una presa robusta e un corpo macchina professionale (meglio se una ammiraglia o una macchina con battery-grip)- costruito come dovrebbe essere costruito ogni obiettivo di punta- prestazioni elevate dell'autofocus, rapido e senza incertezze- aberrazioni cromatiche laterali ben corrette- aberrazioni cromatiche longitudinali complessivamente ridotte, considerata la focale e la luminosità (anche l'Otus non è esente da questo difetto ottico)- distorsione ? Distorsione ?- vignettatura in linea con questo genere di obiettivi sostanzialmente indirizzati al ritratto e alla figura umana- nitidezza elevatissima CONTRO - esagerato in tutto, non è un obiettivo per fotografi occasionali, richiede la passione che ci vuole per dominare un mustang selvaggio- pretende anche una fotocamera con un autofocus preciso ed efficiente con ogni tipo di illuminazione (io trovo che sia stato pensato per la Nikon D5)- inutile comprarlo se non si pensa di utilizzarlo sostanzialmente sempre tutto aperto o quasi Giudizio Finale E' - secondo me - senza ombra di dubbio il miglior obiettivo Sigma della serie Art presentato sinora.Se questo è l'antipasto di quanto verrà proposto nei prossimi anni, ragazzi miei, converrà cominciare a mettere da parte i soldi. A mio parere i vari Nikon e Canon diventano - a dispetto del prezzo superiore - delle seconde scelte.L'unico asso nella (loro) manica è paradossalmente dovuto alle dimensioni e al peso molto più contenuti.Per qualcuno può essere un valore. Non per me ...... ma in quanto a prestazioni assolute l'unico obiettivo che può essere confrontato con questo Sigma è un obiettivo manual focus che richiede di essere messo in batteria con un treppiedi robusto e focheggiato in live-view (se il soggetto ve lo permette ....). Se riuscite a provarlo assicuratevi che sia stato tarato nella messa a fuoco. Il mio aveva un evidente front-focus. Mentre il Canon che abbiamo provato in studio il 4 dicembre aveva back-focus.Cose che si sistemano in pochi minuti, sfruttando l'interfaccia USB di Sigma e il programma di gestione gratuitamente scaricabile dal sito Sigma.A quel punto le prestazioni che vi potrà donare vi meraviglieranno ... Cari amici di Mtrading, sto architettando ogni scusa per non restituirvelo per un pò, così posso continuare a giocarci ! Saba sul sofa. F4 Saba si prepara il té mentre il sole scende. F1.4 il meritato riposo. F1.4 per sfuocare ogni dettaglio e rendere l'immagine intonata al momento. Ringraziamo ancora una volta Mtrading, importatore e distributore ufficiale Sigma in Italia per averci consentito l'esemplare in prova per questo test. Cliccando su questo link, andrete alla pagina di presentazione ufficiale del prodotto con tutte le carattistiche essenziali
  7. Ho la fortuna di poter scegliere con che obiettivo scattare una foto e siccome il tempo da dedicare a cio' non mi bastera' mai e neppure tutte le cose che vorrei tenere insieme nelle mie inquadrature, il piu' delle volte sulla mia baionetta F faccio sdraiare un grandangolare. Sigma Art mi vizia e mi intriga da un po' di tempo, grazie anche alla fortuna della nostra amicizia con il suo distributore italiano al quale facciamo i complimenti tanto quanto in altre occasioni, ci capita di esprimere dissenso da alcune scelte della Casa Madre (ovviamente indipendenti dalla loro volonta'), nella speranza di sentirci un piccolo spicchio (che e' piu' di un granello) della grande torta trans-brand, composta dagli appassionati di questa linea di obiettivi. Ed e' grazie alla buona amicizia con Mtrading che ho avuto a poca distanza di tempo dalla disponibilita' di un 14/1,8 del quale ho parlato in questo articolo, nel quale l'avevo utilizzato sul Foveon della Sigma sd4H in un connubio ideale (rispetto al progetto primigenio) ma incompleto in relazione alla ridotta copertura ingenerata dal taglio 1,2x del formato sensore di quella mirrorless. Mi era rimasto il cruccio di non averlo potuto provare sul pieno formato della Nikon D810 ma, appena si e' resa possibile questa congiunzione astrale, in un breve lasso di giorni durante il mio viaggio di inizio ottobre in Salento, sono riuscito ad ottenerlo ed a metterlo alla prova in tutta la sua capacita' dei 114° di angolo di campo di cui e' capace! Non si tratta solo di quanto spazio stia dentro un wide simile, non solo quantita', ma sopratutto della qualita' di immagine ingenerabile con un range di aperture di diaframma che spazia dal luminosissimo ed inedito (ancora una volta una prima assoluta dai Sigma Art) f/1,8 dove oltre a nitidezza e correzione cromatica deve essere messa in conto pure la piacevolezza dello sfuocato agli f/16 del tutto nitido da mezzo metro ad infinito Uno schema complesso e di pregio, formato da 16 lenti in 11 gruppi ed una maneggevolezza limitata solo dal peso (ovvio dati i materiali della linea Art) di 1120grammi, non dalle dimensioni, certamente ingombranti, ma non per questo proibitive del nostro grandangolare estremo tra i fissi Sigma, casa che della correzione delle aberrazioni cromatiche fa giusta bandiera, non certo da adesso Il mio tour in Salento ed in Valle dell'Itria e' durato piu' a lungo dei giorni nei quali ho potuto usare il 14mm Art, prima di doverlo rispedire per tempo ad Opera (MI), dove serviva per un Sigma Day, ma in quei giorni sono riuscito ad utilizzarlo in giornate luminose, nelle quali, insieme agli spettacolosi ISO64 della mia D810, ha dato il meglio della propria nitidezza e cromia in salsaNikon. Ostuni, Cisternino, Otranto, Lecce, Gallipoli, Alberobello e dintorni si prestano con i loro contrasti cromatici ed i quartieri piu' levantini che si possano godere in Italia a mettere a proprio agio le curve della lente frontale asferica da 80mm di questo Sigma Art 14/1,8 e a prestare spazio ad architetture reinventate dai 114° di questa focale, al netto delle distorsioni prospettiche da inquadratura dovute al fatto di non potere sempre trovare la giusta posizione di ripresa rispetto le dimensioni (in altezza sopratutto) dei soggetti inquadrati. Ma un superwide e' anche fantasia allo sbaraglio, senza i lacciuoli dell'ortogonalita' delle regole auree di inquadratura: cosa per la quale non tutti possono trovarsi a proprio agio con ottiche esasperate come questa. Che restituisce da uno dei suoi angoli una piazza intera, ombre comprese, alle quali anche riesce a dare comunque dignita' di soggetto a suo agio ovviamente negli interni a tutta apertura, sfruttando la capacita' di un superwide di consentire a mano libera tempi ben piu' sfidanti di questo 1/30" a soli 160 ISO tanto quanto intrigante anche nelle altrimenti "severamente proibite" inquadrature verso il basso, dove ogni intreccio di linee di fuga, provoca movimento mentre nelle riprese in bolla, tutte le forme riprendono coerenza senza accenni di deformazioni a barilotto, come ci si potrebbe aspettare e con una capacita' di lettura del dettaglio fine anche ad ingrandimenti elevati come in questo crop 3X La differenza di prospettiva data da riprese a distanze relativamente poco differenti forniscono a questa focale risultati assolutamente non sovrapponibili, pur nel rispetto delle caratteristiche prospettiche dell'obiettivo, sempre corrette anche a TA ma la differenza di nitidezza e' percepibile gia' tra gli f/1,8 e la chiusura di un terzo di stop, a f/2 che e' poi il mio diaframma preferito alle brevissime distanze per questo Sigma Art insieme all'intermedio f/4 che oltre a staccare sufficientemente dallo sfondo il soggetto lo rende comunque intellegibile in toto dove ad f/2 si operi invece una radicale tridimensionalizzazione del piano di messa a fuoco oppure un accorto contenimento del rumore ad ISO accettabili in condizioni di luce molto bassa oppure ancora, in notturna a luce ambiente, dove quest'obiettivo conserva intatto (insieme al sensore della D810) tutto il suo enorme potere risolvente e per quanto sia stato tentato di lavorare spesso a TA il perfetto bilanciamento di pesi tra obiettivo e Nikon + BatteryGrip, consente di esagerare abbondantemente di diaframma anche in condizioni difficili, in interni a mano libera destinando gli scatti alla massima chiusura di f/16 alle condizioni nelle quali si renda necessario accostare in modo comprensibile elementi molto distanti tra di loro, come la bandiera dell'UE insieme al faro di Santa Maria di Leuca, uno dei lembi estremi del continente, piegati apposta alla logica dell'inquadratura comune, nonostante le distanze, meglio gestite cercando di ottenere nella composizione la maggiore planeita' possibile lasciando invece ai diaframmi intermedi ... l'ordinaria amministrazione... La luce di mezzo ottobre salentina fa la sua brava parte, tra sensore e lenti asferiche, restituendo sfumature di luci e ombre attese appena il sole spunta tra le nuvole si cambia subito registro restituendo informazioni accettabili anche tra gli estremi di gamma quando non in piena luce, senza porre problema alcuno in postproduzione tra i torrioni delle cittadelle fortificate, come Otranto, avamposto verso l'Oriente nessun timore neppure in controluce, dove ancora una volta lodo l'estrema correzione per evitare del tutto flare e ghost (se questi possano dirsi difetti in controluce diretto e a f/16... CHAPEAU!!!) così come in luce diretta, il 14mm Art non cede neppure qui alla diffrazione e se la mano ogni tanto manca nella correzione a mirino delle linee cadenti (colpa dell'Ape apparsa all'improvviso...) in determinate condizioni parecchio difficili, come nel caso della ripresa del Duomo di Lecce e del suo campanile, si deve scegliere tra il tutto oppure accontentarsi di una parte... ritagliando in PP... Pure nelle ombre coperte il comportamento del 14/1,8 e' ottimo: se la foto sia necessaria, c'è... e tante volte la situazione in ombra e controluce (con 114° di angolo di campo ci si trova spesso in controluce) non e' da meno di quella col sole alle spalle ove poi, grazie alla qualita' della luce, questa situazione atipica (se non controindicata) per moltissimi obiettivi, non si traduca nella soluzione migliore Voglio concludere questo test ontheroad con le foto del posto più caratteristico di Puglia e probabilmente uno dei più caratteristici del pianeta, che si trova a poca distanza tra Bari e Brindisi, in Valle d'Itria: Alberobello con i Trulli, le caratteristiche abitazioni della popolazione, oggi trasformato in attrazione turistica, ma che conserva quasi per intero il senso e la originalità del luogo che fu, nonostante calamite, ristoranti, magliette e tessuti handmade, rigorosamente filati sui telai di quattrocento anni fa, tramandati di generazione in generazione e ancora oggi attivi ristoranti "tipici" fotografo locale visitabili, alcuni, anche all'interno... la vecchietta non desidera essere ripresa: e ci credo, con migliaia di visitatori al giorno... finti trulli... trulli veri Il tutto per concludere come gia' alcuni mesi orsono: neanche stavolta sono riuscito a trovare difetti !!! - Poca distorsione anche alle brevissime distanze, comunque mai deformante i soggetti, qualsiasi siano - Diffrazione invisibile - Vignettatura irrilevante anche su sensore FF - Flares, ghosts e UFO in controluce, ridicoli per forma e dimensioni: facilissimi da eliminare in postproduzione... Davvero un eccelso lavoro negli strati di antiriflesso della gigantesca lente frontale Grazie ancora una volta a Max Aquila photo (C) per Nikonland 2017
  8. Arrivato a tempo record, grazie ad Mtrading, in verità lo attendevamo da almeno 4 se non 5 anni, questo meraviglioso strumento fotografico. In casa Sigma, l'arrivo lo scorso autunno del nuovo 85mm F1.4 Art ha, non solo alzato l'asticella in tema di mediotele da ritratto (l'Otus autofocus è la mia definizioni) ma anche creato aspettative superiori per i successivi modelli. E poi non dimentichiamoci che là fuori c'è anche ill meraviglioso Nikon 105mm F1.4 a mettere in imbarazzo i ritrattisti (e non solo). Capirete la curiosità con cui ho appreso del lancio di questo nuovo 135mm Art di Sigma, specie dopo aver visto il suo grafico MTF, più simile ad un superteleobiettivo esoterico che ad un "semplice" 135mm, seppur di prestigio come è questo. la solita bella scatola bianca con la banda nera il trio delle meraviglie, il superkit da ritratto. Da sinistra il Nikon 105/1.4E, in centro il Sigma 85/1.4 Art, a destra il nuovissimo Sigma 135/1.8 Art oggetto di questa prova. 135mm é all'incirca il calibro dei pezzi medi standard dell'artiglieria navale (era effettivamente 127mm per gli americani, 150mm per i tedeschi ma la Regia Marina usava proprio il 135mm su alcuni incrociatori leggeri come Capitani Romani), superiore per gittata e peso del proietto al più compatto 105mm. 135mm è la focale standard per il ritratto stretto in fotografia nel nostro formato 35mm. E' una focale pensata per andare oltre il mezzo busto, oltre la testa e le spalle e poter studiare la sola testa.Nell'ultima generazione di 135mm la distanza minima di messa a fuoco, scesa sotto ai 90cm, consente anzi di chiudere agevolmente sul solo volto che finisce così per riempire il fotogramma. Il 135mm è già un teleobiettivo abbastanza importante anche per dimensioni e peso. E' pensato quindi per fotografi per nulla timidi, in grado di imporsi sul soggetto per scrutarne i più minuti dettagli, fino a catturarne lo spirito. E' una focale d'elezione, elettiva per natura. Non per tutti. Per pochi. Fortunati pochi. Noi nikonisti da decenni ci siamo dovuti accontentare di un ottimo obiettivo - all'epoca - il Nikkor AF-DC 135mm F2, luminoso e particolare, dotato di un meccanismo di dosaggio manuale della quantità di sfuocatura.Che purtroppo sconta il fatto di essere stato progettato per la pellicola e per un'altra epoca.E che, in era digitale, mostra purtroppo tutti i suoi limiti. Colpevolmente Nikon e tutta l'industria fotografica non ha ritenuto - dal 1990 ad oggi - di aggiornare questa classe di oggetti, fidando sulla disponibilità di zoom prestazionali per coprirne l'esigenza. Ma il ritrattista ha bisogno di una focale fissa, da scegliere a seconda dei casi.Ha bisogno di potersene fidare ciecamente perchè mentre fotografa si concentra al 101% sul soggetto e non ha testa per pensare ad altro. Finalmente, nel 2017, ci ha pensato Sigma. Lo ha fatto con un oggetto che ... scopriremo insieme nelle prossime pagine insieme all'ottimo Sigma 85mm F1.4 Art : che splendida accoppiata ! Ecco qui il mio esemplare appena arrivato. Nell'aspetto si presenta dannatamente simile al Sigma Art 85mm F1.4, tanto che in svariate occasioni li ho confusi, accorgendomi di avere l'obiettivo "sbagliato" solo dopo un pò.Persino per queste prime foto di presentazione dell'oggetto, al primo giro ho fotografato ancora ... l'85mm la garanzia ufficiale del ditributore italiano Mtrading Srl eccolo insieme al degno "compare" 85mm, tolti i petali del paraluce di uno ... si possono facilmente scambiare tra loro. il paraluce è un semplice tronco di cono. La focale più lunga non necessita di particolari accorgimenti di protezione della lente anteriore. Il tappo è il classico Sigma, il passo filtri da 82mm. una aggiunta che può risultare comoda, mutuata da obiettivi macro e supertele è il limitatore di distanza di messa a fuoco.Si può selezionare se stare sul campo vicino (0.875 metri - 1.5 metri) o se andare solo oltre il campo vicino (1.5 metri - a infinito).Ciò evita hunting e movimenti inutili. Ma attenti a non fare come ho fatto io, l'ho impostato, poi me ne sono dimenticato e per un momento, ho temuto che si fosse rotto il motore di messa a fuoco ! voi ditemi se preso così non è maledettamente simile all'85mm ! la baionetta per Nikon, senza più aggeggi meccanici. Anche in questo obiettivo come in tutti i più recenti, il diaframma è elettromagnetico in questo modo il diaframma sta sempre aperto anche a riposo e lascia passare tutta quella luce ! il paraluce riporta una pregevole incisione delle caratteristiche principali l'obiettivo è grosso ma un filo più compatto dell'85. Sulla D5 sembra quasi piccolino ancora un particolare della bottoniera e del marchio Made in Japan con il paraluce sulla D5 Caratteristiche principali foto ufficiale Sigma schema ottico : 13 lenti in 10 gruppi (2 equivalenti alla fluorite FLD e 2 SLD) mtf ufficiale il nuovo 135mm F1.8 Art è a prima vista il fratello gemello del recentissimo 85/1.4 Art.L'aver contenuto la luminosità ad F1.8 anzichè esagerare mantenendo F1.4 ha consentito in un certo modo di limitare l'effetto di gigantismo cui stiamo assistendo ultimamente.In effetti, rispetto ad altre realizzazioni Sigma questo - per essere un 135mm così luminoso - sembra compatto. pesa 1130 grammiè lungo 115mm ed ha un diametro di 91mmimpiega 13 lenti in 10 gruppi (2 equivalenti alla fluorite FLD e 2 SLD)mette a fuoco da 88cm con un rapporto di ingrandimento di 1:5il passo filtri è di 82mm Non c'è ancora disponibilità di questo obiettivo sul mercato, il prezzo consigliato dovrebbe aggirarsi intorno ai 1.450 euro. montato sulla mia D5 : artist impression senza paraluce per ragioni fotografiche (ma io vi consiglio di montarlo SEMPRE) Concorrenti La scelta di 135mm moderni per attacco Nikon si esaurisce subito. Il mitico Nikon 135mm F2D DC oramai conta svariati lustri sulle spalle, essendo stato presentato nel 1990 nella prima versione AF ed aggiornato con la lettera D nel 1995.E' vecchio in tutto, sia nell'aspetto (che poco conta nell'uso pratico) che nell'autofocus (rapido per l'epoca ma oramai ... letargico rispetto ai bolidi supermotorizzati di oggi) che, soprattutto nelle prestazioni. Se alla presentazione suscitava scalpore il meccanismo del Defocus Control (la seconda ghiera di controllo in grado di modulare a mano le modalità dello sfuocato), nella pratica questo è stato il suo secondo punto debole (il primo è sempre stato la quantità e qualità di aberrazione cromatica laterale). Infatti oltre ad essere difficile da dosare anche empiricamente, in molti esemplari questo meccanismo finiva per minarne la precisione di messa a fuoco. Io ho fatto foto spettacolari con questo obiettivo ma ho anche sbagliato innumerevoli messe a fuoco.Tanto da averlo abbandonato presto per cominciare il mio peregrinare tra svariati macro (Sigma) per ridurmi poi - mio malgrado - a mettere a fuoco a mano con l'altro mito di cui parleremo più avanti. dalla sua ha ancora il vantaggio della relativa compattezza e leggerezza (rispetto ai mostri dell'ultima generazione), con un peso di 815 grammi, una lunghezza di 120mm e un diametro di 79mm. Il paraluce è integrato e si mette in posizione spingendolo in avanti. E' composto da sole 7 lenti in 6 gruppi (una lente in più del fratello minore 105/2DC che ha lo schema in comune con il loro papà, il vecchio Nikno 85mm F1.8), nessuna delle quali esotica.La distanza di lavoro appare oggi elevata, minimo di 110 cm, cosa che influenza le possibilità di composizione. Vi risparmio l'MTF e soprassiedo sulle altre caratteristiche come vignettatura e, specialmente aberrazioni cromatiche (per provarlo, basta scattare in controluce su uno specchio d'acqua. Io al lago ho fatto spettacolari anelli di cipolla magenta su acqua monocromatica !). E' ufficialmente ancora a catalogo a riprova della lentezza oramai proverbiale di Nikon nel aggiornare i propri pezzi più pregiati (Nikon aveva già prima ancora di questo a listino un sensazionale - per l'epoca - 135mm F2 AIs) ad un prezzo di 1.383 euro (Foto Colombo, garanzia Nital).Si trova a meno d'importazione (sono fondi di magazzino).Usato è facile da trovare intorno agli 850-950 euro a seconda delle condizioni. Io francamente ve ne sconsiglio l'acquisto, salvo che non vi ostiniate ad utilizzare ancora vecchie glorie come la Nikon D200 o la D700. Lo Zeiss Apo Sonnar 2/135mm a sinistra, senza paraluce, la versione "old", a destra, col paraluce, la versione Milvus dello Zeiss 2/135 Apo-Sonnar di cui ho parlato qua : Zeiss 2/135 mm APO SONNAR su Nikon : l'ineguagliabile ( test/prova ) é invece tra i più stupefacenti apparecchi di fotografia esistenti oggi su questo mondo.Purchè sappiate mettere a fuoco bene a mano.Lo facciate con tranquillità.E i vostri soggetti siano particolarmente ben disposti a collaborare. E siccome questo obiettivo è sostanzialmente pensato - come tutti i 135mm del mondo - per fare ritratto, tranne che non usiate azoto liquido oppure cloroformio in dosi massicce, sarà facile che tra i movimenti del soggetto, tra i microspostamenti vostri mentre mettete a fuoco, il numero di foto perfette ad F2 siano moderato o minimo, dipende da quanto mano ferma avete. In compenso il vostro conto in banca sarà più leggero di circa 2.200 euro (sempre da Foto Colombo con garanzia italiana Fowa). Questo Zeiss comunque è un obiettivo perfetto, realmente apocromatico in grado di dare soddisfazioni ad ogni fotografo in grado di servirsene.Io ho realizzato foto sensazionali con stampe in 100x75cm che mi guardano ogni mattina quando mi sveglio. Finchè un giorno ho deciso che ero stufo di trovarmi in imbarazzo di fronte a modelle non più abituate ad attendere che il fotografo metta a fuoco a mano e me ne sono liberato (vendendolo ad un caro amico che ha molta, molta, molta più pazienza di me perchè ha un approccio Slow alla fotografia ...) per usare moderni strumenti autofocus. Risparmio in questa circostanza il Samyang 135mm F2 in quanto manual focus come lo Zeiss, sebbene ne abbia sentito parlare bene ma non mi sento di considerarlo un concorrente.Non parliamo del mitico Mitakon 135mm F1.4, obiettivo di fatto presentato e mai distribuito (un coso enorme che sembra un 200/2, necessita del treppiedi e, su ordinazione, forse si può avere per soli 3000 dollari) anche perchè delle effettive prestazioni nulla sappiamo. Io credo che Sigma avrebbe potuto fare facilmente anche questo 135mm con la luminosità massima di F1.4 ma ne sarebbe venuto un oggetto molto più difficile da maneggiare e da proporre sul mercato.La differenza tra F1.4 ed F1.8 a 135mm non è così rimarchevole all'atto pratico. Vediamo se Nikon o Canon avranno il coraggio di osare di più di Sigma (una frase che qualche anno fa non avrei mai immaginato di scrivere). Prestazioni Messa a fuoco Come d'abitudine con i Sigma, la prima cosa che ho fatto e verificare la messa a punto dell'autofocus.Ho potuto riscontrare un leggero backfocus che ho sistemato subito usando l'apposita interfaccia USB di Sigma e l'utility software che permette all'utente di gestire tutti i parametri di messa a punto (oltre che di aggiornare il firmware dell'obiettivo se ce ne fosse bisogno).In un primo momento ho impostato un -4 alle distanze più vicine, preferendo poi fissare il dato ad un più corretto -7.In questo modo sia con la D5 che con la D810 ottengo una messa a fuoco precisa, almeno sulla mira che utilizzo per queste prove. Ho scoperto anche una nuova funzionalità per questo obiettivo che non avevo mai notato prima. e che mi riprometto di approfondire prossimamente uno scatto di verifica della messa a fuoco su treppiedi, luce continua. Al di là della messa a punto, nell'uso pratico ho potuto riscontrare una velocità dell'autofocus ... che definirei impetuosa. Misure approssimative mi fanno valutare in circa 0.4 secondi il tempo per andare da 1 metro ad infinito.Una prestazione simile a quella del Nikon 400/2.8, obiettivo che fa della velocità la sua caratteristica principale.Sul campo l'autofocus è preciso ed affidabile. Ma alle aperture più estreme, non aspettatevi di avere sempre tutto a fuoco se il soggetto si muove : questo comunque non è un obiettivo per lo sport o per l'azione. soggetto statico, F1.8, tutto perfetto soggetto in movimento libero, senza riferimento, F1.8, può capitare che anche con la potente Nikon D5 l'autofocus si inganni e finisca su una ciocca di capelli anzichè nell'occhio.In questi casi vi consiglio semplicemente di insistere, tanto una diecina di scatti in più non vi costano nulla !Aberrazioni Cromatiche Le aberrazioni cromati in questo obiettivo sono ben corrette.Quella assiale è proprio minimale e sullo stesso piano di quella dello Zeiss 2/135mm (cambiano le tonalità, anzichè verde e magenta, qui abbiamo blu e giallo).Quella laterale è quasi trascurabile. Vignettatura la vignettatura è normale per un'ottica così luminosa. Vale circa uno stop, uno stop e mezzo a tutta apertura e si riduce chiudendo il diaframma, scomparendo del tutto tra F2.8 ed F4 Distorsione La distorsione è inesistente, misurabile solo in laboratorio. Come è normale che sia per un teleobiettivo fisso di qualità come questo.Sfuocato La qualità dello sfuocato è sempre difficile da valutare perchè si tratta di una qualità che si relazione più sul gusto e le aspettative del fotografo, non essendo in nessun modo misurabile.Io mi sto ancora facendo l'occhio sullo sfuocato di questo obiettivo, quindi lascio a voi valutare da queste foto : naturalmente, oltre che dall'obiettivo, spesso la qualità dello sfuocato dipende molto anche ... dallo sfondo.Ma nella foto che vedete qui sotto, per strada, ad F1.8, io riconosco una capacità di isolare il soggetto dal resto del mondo che ho visto solo con il 300/2.8 che però schiaccia di più il primo piano.Qui il soggetto è nitidissimo eppure immerso in un mondo che si dissolve.Dietro di sono persone ed oggetti, di cui si vedono solo le sagome.I punti di luce sono ben rotondi nel centro mentre nelle zone laterali c'è la solita tendenza ad asssmere la forma degli "occhi di gatto"In quest'altra foto, oltre a confermare le peculiarità già evidenziate nella precedente, sottolineo la sottile entità del campo a fuoco rispetto al resto dell'immagine : siamo ancora, ovviamente ad F1.8. Io non riscontro differenze di qualità tra lo sfuocato anteriore e quello posteriore. Spesso in altri obiettivo moderni lo sfuocato anteriore è più nervoso anche quando il retro è del tutto cremoso. Una conferma l'abbiamo in questa fiorieria, presa in dettaglio : Ma al di là di questo, spicca - ed è la caratteristica più importante, secondo me - la capacità di questo obiettivo di rendere i piani sfuocati del soggetto.Come in questo tulipano, ripreso peraltro in condizioni di tutto manuale con la Sony A7R II : Ma, ripeto nuovamente, le caratteristiche dello sfuocato di un obiettivo variano moltissimi in base alle condizioni di ripresa. E vengono giudicate più che altro in base al gusto e a quello che ogni occhio ricerca in quel particolare tipo di obiettivo. In esterni mi sono divertito veramente con questo obiettivo a fotografare in esterni, rigorosamente ad F1.8 e in luce ambiente.Credo che sia la condizione in cui può dire veramente la sua.E' impegnativo avere una messa a fuoco accurata ma i risultati possono veramente soddisfare realmente. In studio Le dolenti note arrivano in studio. No, non fraintendetemi, il Sigma 135mm F1.8 non ha alcuna difficoltà in studio.Ma è un'arma letale e la sua nitidezza esagerata mette in evidenza con spietata sincerità ogni più piccolo e minuto ... difetto del soggetto. prova fondale (messa a fuoco sugli occhiali, evidentemente foto sbagliata) e non sempre questo è ciò che vorremmo ottenere. Sinceramente, quando non avessi a disposizione soggetti "perfetti" e schemi di luce particolarmente in grado di aiutare a camuffare quei dettagli che in ogni persona ci sono, eviterei di utilizzarlo, preferendogli il più gentile Nikon 105/1.4E o il più lungo Nikon 70-200/2.8, se il Sigma 85/1.4 non è adatto al lavoro che dobbiamo fare. persino nella pelle liscissima della mia modella Charlize questo Sigma 135/1.4 Art riesce a far affiorare segni e segnetti Galleria immagini ad alta risoluzione Ho preferito limitare il numero di immagini inserite in questo articolo per facilitarne la lettura.Vi rimando però all'album dedicato che contiene molte più immagini e che verrà aggiornato di tempo in tempo mano a mano che avrò occasione di avere i miei soggetti prediletti a disposizione. La trovate a questo LINK Conclusioni scatto in studio PRO - costruzione di elevato livello, secondo lo standard cui ci sta abituando Sigma con la serie ART- prestazioni ottiche, meccaniche e motoristiche impeccabili. Anche le aberrazioni cromatiche sono controllate in modo eccellente, su un livello superiore al Sigma 85mm F1.4 Art e nettamente migliori di quelle del Nikon 105/1.4E. Su un piano di parità a quelle dello Zeiss 2/135mm Apo-Sonnar- nitidezza esagerata, alle volte ... eccessiva- autofocus prestazionale, degno di un supertele CONTRO - straordinario in esterni, può essere spietato in studio con soggetti ... imperfetti. Non che questo sia un difetto, solo ricordiamoci che non è sempre comodo andare a fare la spesa alla Esselunga con una Porsche 911R- troppo simile esteriormente al Sigma 85mm F1.4 Art : si scambiano facilmente uno per l'altro- la focale, le prestazioni, il prezzo lo rendono adatto solo a chi cerca il meglio in assoluto. LE ULTIME PAROLE Qualcuno dirà che sono prevenuto. Qualcuno che sono [prezzolato, pagato, sponsorizzato ? vedete un pò voi]. Qualcuno, ancora peggio, dirà che nella mia fase senile oramai mi innamoro di tutte (le ottiche).Ma questo Sigma 135mm F1.4 Art è é uno dei più straordinari teleobiettivi da ritratto che mi siano mai capitati in mano.Non che questo lo qualifichi come l'unico che vorrei avere.No, non si tratta di un obiettivo adatto a tutte le circostanze. E' come un'auto sportiva che va portata fuori dal garage quando si sa che potrà mettere in strada tutti i suoi cavalli selvaggi.Per tutte le altre occasioni, non ci mancano alternative, sia in casa Sigma che Nikon. Di certo, in questo periodo di grande maturità dell'industria fotografica, stiamo vivendo una fase di grande ricchezza di proposte. Oggetti straordinari che un tempo non ci saremmo mai sognati, diventano realtà per consentirci di creare fantastiche immagini. Io sono felice di potermi godere questo momento e mai la mia passione per la fotografia viva e concreta come piace a me, è stata così forte. Grazie a tutti. stesso soggetto di sopra, scatto in esterni Ancora sentiti ringraziamenti a Mtrading Srl, distributore di Sigma per l'Italia per il prestito di questo strumento fotografico
  9. Crediamo che Nikonland sia il primo sito, non solo in Italia, a farvi vedere, oltre che a poter maneggiare questo supergrandangolare di cui si favoleggia da piu' di sei mesi. L'impatto e' forte anche se ...preparàti al suo arrivo ! Difficile pensare a qualcosa di piu' coinvolgente della sua lente frontale, identica all'analogo elemento del Sigma Art 12-24 presentato su Nikonland con ben tre articoli Sigma 12-24mm F4 Art : anteprima (test/prova) Sigma 12-24mm f/4 Art : il sesto senso nella prospettiva Sigma 12-24mm f/4 Art: ma si, tarpiamogli le ali... La sua "compattezza" generale, commisurata alle dimensioni del vetro frontale, e' tuttavia incoraggiante Anche raffrontato al fratellino Art 20/1,4 si nota la palese affinita' Abbiamo ottenuto, grazie alla gentilezza e disponibilita' di il PRIMO ESEMPLARE giunto in Italia e per la baionetta Sigma peraltro.... (accanto il 20/1,4 per Nikon) Quindi nelle prossime settimane, grazie alla gentile (protratta) concessione della sd Quattro H ed al suo Foveon di formato 1,2x lo trasformeremo in un fantasmagorico 17mm f/1,8 col quale .... mettere in prospettiva ogni cosa incontreremo in questa calda estate siciliana. Caratteristiche ed engineering Sigma La settima focale fissa della serie Art (inaugurata dal 35/1,4 del 2012) e' un supergrandangolare mai visto prima: 16 lenti in 11 gruppi lente frontale asferica da 80mm (!!!), apertura massima f/1,8 ossia luminoso quanto un obiettivo standard, pur con (o proprio grazie a...) la curvatura di quella scultura moderna che e' la lente anteriore, diaframma a 9 lamelle (a tuttotondo) con chiusura minima ad f/16 per chi desideri nitido tutto quanto, da prima della distanza minima di maf di 27cm, fino all'infinito. Angolo di campo (su FF) da 114,2° per un barilotto da 12,6cm per 9,5cm di diametro; pesante 120g oltre il chilo , garantito esente da flares, ghosts, distorsioni curvilinee oltre quelle accettabili su questi angoli di campo, ovviamente paraluce a petalo incorporato e nessuna possibilita' di applicare un filtro, neppure posteriormente. Accompagnato da grafici MTF da urlo per una focale di questo genere e così luminosa Vignettatura dichiarata presente, ovviamente a TA, ma accettabilissima gia' ad f/4 in piu', sostengo, che chi desideri di ottenere omogeneita' di luminosita' sul fotogramma, ha sulla linea Art di Sigma diversi obiettivi che gliela garantiscano, senza doverla pretendere da un'ottica da oltre cento gradi di angolo di campo, su parti dell'inquadratura che in esterni naturalmente vadano a ricomprendere cielo e terra. In interni....pazienza Motore HSM silenzioso ed efficiente (immagino) come in ogni altra realizzazione di questa linea Art, slider di selezione tra AF ed MF sul fianco sinistro per un ultrawide dalle dimensioni ragguardevoli, ma in fin dei conti ergonomicamente ben disegnato, ivi compresa l'ampia zigrinatura della ghiera MF Disponibile con baionette Nikon, Canon e Sigma, (oltre che Sony attraverso l'adattatore MC-11 con il quale risulta compatibile), a prezzi oscillanti a seconda dell'attacco tra i 1450 ed i 1650 euro, l'ho utilizzato insieme alla Sigma sd Quattro H gentilmente messa a disposizione dall'importatore e distributore Mtrading, in un agosto torrido come quello 2017 che ha concesso luce e atmosfera quasi surreali in tutte le location utilizzate, insieme a qualche problema di surriscaldamento del corpo macchina, evidentemente ignaro di tali temperature Luce, dappertutto... Se da un canto disporre di un'abbinata così ambiziosa come il 14/1,8 sul sensore Foveon della sd Quattro H, e' certamente una opportunita' piu' unica che rara, come giustamente rimarcato all'inizio di questo articolo, d'altra parte il periodo scelto mi ha sicuramente messo in difficolta' per l'utilizzo in esterni delle aperture piu' luminose di questo obiettivo atteso fin dal primo momento del suo annuncio. Inoltre il sensore APS-H della Sigma non mi consentira' di sfruttare in tutto il suo potenziale il prodigioso angolo di campo di queste 16 lenti Sigma, orgogliosamente progettate e realizzate in Giappone, come ben evidenziato sul barilotto (e spero fin da ora in una seconda opportunita' di test con il primo esemplare per Nikon disponibile), ma un angolo di copertura poco piu' ampio di quello di un 17mm (104° eq) non ci rovinera' certo il piacere di fotografare con questo Sigma e costituira' altresi' una delle prime opportunita' di questo accostamento per il quale questi obiettivi Art sono stati originariamente sviluppati ! Palermo, piazza Pretoria e fontana dell'architetto fiorentino Camillo Camilliani, nota anche come "la Fontana delle Vergogne" per i nudi esposti spudoratamente dalle statue Difficile da rendere in un'immagine di insieme, sempre, pur con l'ausilio della scalinata del convento di Santa Caterina, in fondo alla piazza, da dove si trova il punto di ripresa piu' favorevole. Ne approfitto per una panoramica a mano libera, di 17 scatti che montero' insieme grazie all'aiuto dell'apposita funzione di Lightroom Si lavora a diaframmi medi, mai al di sotto di f/4, giusto il tempo massimo di otturazione di 1/4000" della sdQuattroH e d'altra parte la luce e'...quella che e' (di solito si dice in condizioni meteo opposte) si sfruttano gli ampi spazi intorno alla fontana per staccare i soggetti dallo sfondo, cromaticamente e fisicamente con le aperture piu' grandi disponibili in questa "available light" Chiaroscuri dati dal controluce anche diretto che dimostrano quanto corretto in queste condizioni (direi estreme visto il bianco delle statue) si dimostri essere questo obiettivo, che distorce se inclinato, ma senza deformare quanto potrebbe un 17mm-eq (penso a tanti zoom celebrati nel tempo) nelle medesime condizioni Mentre, se tenuto adeguatamente in bolla, si comporta come i suoi illustri fratelli Art-wide (20/24/24-35 etc.) ed aprendo il diaframma anche solo fino ad f/2,2 (mai desiderato tanto un filtro ND, posteriore, in gelatina) comincia a dimostrare tutto il suo potenziale Poi impazzisco, metto su il flash (Godox Ving 860II) e passo al versante opposto, quello del tuttonitido ai diaframmi piu' chiusi, appositamente per tentare di ingenerare diffrazione e "difetti" da grandangolo in condizione di iperfocale ed ipercontrasto... ecco finalmente comparire qualche UFO da controluce: quel dischetto fucsia da maltrattamento cromatico e qualcosetta di altro, pare siano il peggio da potersi ottenere, con intenzione! diamine...ancora !!! qui conto tutte e 16 le lenti di questo ultrawide...ma che fatica ! qui invece, raggiungo il massimo della saturazione che questa combinazione mi consenta. Soddisfatto alfine... Al buio, adesso... Si, al buio.... per riuscire a utilizzare questo ultraluminoso grandangolo nelle condizioni per le quali sia piu' utile un suo utilizzo, come quelle risultanti dall'esigenza di tenere bassi gli ISO, se non fissi ai 100 coi quali il Foveon della sdQuattro dia il meglio delle sue performances, in luce ambiente attenuata, in interni, nelle due meravigliose chiese vicine alla piazza di prima, di San Cataldo e di Santa Maria dell'Ammiraglio (o della Martorana) dove, tra cupole romaniche e mosaici bizantini, questo obiettivo sia costretto a lavorare a TA o giu' di li, facendoci render conto delle sue performances, unitamente alla capacita' di gestione della sd QuattroH a mano libera (senza ombra di stabilizzatori o treppiedi) con tempi mai piu' veloci di 1/20" - 1/30", certamente ai margini del micromosso, ma indipendentemente da questo aspetto, assolutamente identificativi della qualita' di insieme. Inoltre dando ulteriore riprova delle minuziose differenze in termini di pdc, ottenibili semplicemente diaframmando sullo stesso soggetto, anche di poco, come in queste due foto a f/1,8 oppure gia' a f/2,8 diventando strumento di analisi e conoscenza di particolari diversamente inintellegibili, e di situazioni difficilmente registrabili con obiettivi di inferiore luminosita', come quelli che fin qui, su questo range di focali, erano disponibili. in un tripudio di colore e di meraviglia, pur nelle particolari condizioni operative a cui lo si e' sottoposto. Ugualmente, negli interni della Settecentesca Villa Palagonia di Bagheria, caratteristica per forme e contenuti dove la capacita' di dettaglio dell'insieme in oggetto consente esplorazioni altrimenti impossibili, ed insieme, giocando sul filo delle distorsioni indotte dall'inclinazione imposta in ripresa a questo Sigma 14/1,8 Art nelle inquadrature di scorci e padiglioni, si realizzano scatti fortemente caratterizzanti luoghi altrettanto particolari. Come la famosa, anche se purtroppo decaduta per vetusta' Sala degli Specchi, la cui volta ne e' interamente costituita o le curiose iscrizioni sui portali del padrone della Villa crop E per rimarcare il concetto...del buio (o dell'available light, adesso) ancora scatti ripresi all' Oratorio di Santa Cita in Palermo agli stucchi (già altre volte mio benchmark) di quel Giacomo Serpotta, abbellitore di molte delle chiese barocche palermitane qui ripreso a f/1,8...nonostante dal dettaglio non sembri proprio ! Dove, nonostante le riprese a TA la nitidezza del piano di maf crop non differisce di molto da quella dello sfondo, del tutto fuori dal range di pdc a f/1,8 crop o ancora, del livello di nitidezza dell'insieme fotocamera obiettivo, anche inquadrando da vicino su di un piano inclinato all'estremo delle sue possibilita' di resa del dettaglio @ f/2 fino alla minima maf... allo stesso diaframma Il tutto a ulteriore determinazione del livello qualitativo di quest'ottica, se ben supportata dal retrostante sensore. Colore a luce ambiente Ho sempre pensato che un grandangolare sia un obiettivo allegro di suo: un po' come interpretare la forma dei fari delle automobili per stabilire se sorridano o siano tristi... E questo bombardone mette allegria e voglia di fotografarci insieme, sempre: cosicche' a Mtrading non volevo restituirlo piu'... e me lo sono tenuto un po' troppo e dappertutto (come dice il titolo dell'articolo) dando luce con esso a tutto cio' che ho incontrato fiori tenui e dai colori accesi monumenti seriosi e sbeffeggiati posti mistici e pietra... molta pietra.. pietra che tutti i Sigma Art sembrano fatti per fare rivivere ... anche questo Colore in luce flash ... (anche) e che ho fatto poi, secondo voi? Sono andato nel mio solito vigneto, prima e durante la vendemmia (il trattorista mi ha detto: "e così è che ti deve passare la vita, a fotografare...!") dove ci sono 40 gradi Celsius di temperatura e almeno 7000 Kelvin di temperatura colore e quindi...sono andato a raccogliere la frutta... prima però io la fotografo, preferibilmente con un Godox AD360II (dove AD significa ADatto alla frutta) dividendo uva nera (da mangiare) da quella bianca da vendemmiare rischiando spesso di farmi arrotare.... (ma il rischio e' basso: li pago a fine raccolta...) E separando le prugne ancora all'albero, non del tutto mature, nonostante il Sole... dai fichi, prima di destinarli ad uguale...sorte ART inside in conclusione ? Non vedo l'ora di provare il Sigma 14mm f/1,8 ART DG HSM sulla mia Nikon D810 per confermare l'idea che mi sono gia' fatto sul Foveon per il quale e' nato. Le difficolta' incontrate operativamente con una mirrorless eccezionale come la sdQuattro H, ma limitata nella disponibilita' del formato massimo raggiungibile da questo obiettivo, non ha fatto altro che solleticarmi l'immaginazione. Questo test INSOMMA NON E' PROBANTE al 100% (capito MTrading ???) Serve un seguito: non sono riuscito a trovare difetti. - Poca distorsione anche alle brevissime distanze, comunque mai deformante i soggetti, che fossero fichi o stucchi del Serpotta - Diffrazione invisibile - Vignettatura irrilevante (e per forza... su sensore APS-H) - Flares, ghosts e UFO in controluce, ridicoli per forma e dimensioni: facilissimi da eliminare in postproduzione... Davvero un eccelso lavoro negli strati di antiriflesso della gigantesca lente frontale Il prezzo? E quello, se me lo abbassate di 300 euro sono in fila al botteghino !!! Grazie ancora una volta a per l'immensa disponibilita' dimostrata all'inizio del periodo feriale: devono proprio fidarsi di Nikonland.... e fanno BENE!!! Max Aquila photo (C) per Nikonland 2017
  10. Uno dei crucci maggiori degli appassionati Sony, in cerca di ottiche per le loro APS-C E-mount, sta nella mancanza di opportunita' di scelta sul mercato di obiettivi compatibili. Specie assistendo al proliferare di magnifici Sigma Art, Contemporary e Sport in tutte le rispettive categorie, hanno fin qui dovuto frustrare le proprie aspettative di qualita' elevata unita a prezzi abbordabili che fanno di molti obiettivi Sigma degli esemplari irrinunciabili. Nel frattempo Sigma ha anche realizzato una triade di obiettivi DN (per macchine a tiraggio corto) dedicati proprio alle APS-C Sony che, seppure mantengano dimensioni e costi contenutissimi, non sono proprio realizzazioni all'altezza del marchio Art che li accompagna, pur restando ampiamente entro i confini della buona qualita' qui un test del 30/2,8 in parallelo al Sony 1,8/35 Nell'attesa di decidersi a produrre tutta la gamma anche per questa baionetta, Sigma nel 2016 ha tirato fuori dal cilindro un 30mm f/1,4 DC (ossia APS-C) Contemporary, per Sony-E e per montatura QuattroTerzi (Olympus, Panasonic e Samsung) che diventa pertanto un 45mm equivalente, di alta luminosita' per questo innesto Sony-E, dal prezzo invitante, attorno ai 310 euro, di dimensioni davvero contenute anch'esso, schema da 9 lenti in 7 gruppi, con due elementi asferici, un peso di soli 265grammi e dimensioni di 65mm di diametro (passo filtri da 52mm) per 73mm di lunghezza; costruzione nel consueto materiale termoplastico di pregio che riveste gli obiettivi Sigma di questa serie "smart" che unisce costi accessibilissimi a prestazioni di tutto rispetto. foto Sigma inc. foto Sigma inc. paraluce a baionetta, che ne accresce la lunghezza di pochi cm, con inciso sigla ed obiettivo cui e' destinato, invece che serigrafato, per evitare qualsiasi riflessione luminosa in questo accessorio, il paraluce, che non finiremo mai di consigliare come indispensabile ad ogni obiettivo, per tenere a distanza i riflessi ed aumentare il contrasto dell'ottica. foto Sigma inc. Grazie alla collaborazione attivata per merito di che ci ha concesso in prova questo obiettivo e la amichevole attenzione di Alfio Spartà, proprietario del negozio di Catania, che ci ha dotati di una fiammante Sony a6500, la regina ultima delle APS-C con Sony E-mount, (della quale parleremo separatamente ben presto) abbiamo effettuato una certa quantità di scatti che ci hanno consentito di formarci un'opinione su questo divertente standard Sigma x Sony accreditato, peraltro di un MTF piuttosto interessante per la categoria di prezzo cui appartiene. Fughiamo subito, comunque, ipotesi miracolistiche, nonostante la buona nitidezza questo Sigma Contemporary non e' certo un obiettivo da riproduzione... distorsione... e vignettatura ... a qualsiasi diaframma non ne fanno un esemplare utile da realizzarci un catalogo di ...dipinti o di altri originali per i quali siano richieste caratteristiche di neutralita', correzione e planeita'. L'antiriflesso regge fino a quando il sole non entri direttamente in inquadratura, e l'obiettivo dimostra di possedere buone doti di contrasto anche in condizioni cosi' critiche, ma dopo che il Sole spunta... e pazienza...: ... non tutti gli obiettivi nascono per fotografare cataloghi da mostra, per cui liberiamo la mente da possibili preclusioni e utilizziamolo per quello per cui nasce, un obiettivo dalla copertura poco piu' ampia di quella di uno standard ben saturo e contrastato capace di rendere il soggetto rispetto lo sfondo con lo stacco utile agli scopi compositivi del fotografo che lo utilizzi, anche con un solo stop in piu' o in meno di diaframma f/2 f/2,8 quando non con una scalatura piu' ampia di fotogrammi tra i quali scegliere dopo quello piu' interessante f/11 Capace di rendere interessanti anche solo parti di un soggetto, solamente giocando sui chiaroscuri espositivi, tra i quali resta inalterato il contrasto suo proprio, anche senza eccessi di postproduzione o di lasciare il soggetto intero, alla ususle percezione che se ne abbia a prima vista, come si convenga all'angolo di campo di un normale Obiettivo che tratta bene i colori anche in controluce (non diretto) lasciando inalterate sfumature e giochi di luce, cosi' come in luce radente, ma che ha ragion d'essere principalmente sulla linea di demarcazione tra nitido e non nitido alle maggiori aperture dove, regolandosi anche con le distanze piu' corte dal soggetto (la minima maf e' a soli 30 cm) i diaframmi piu' aperti consentono ampia capacita' di scelta (luce permettendo) e basta variare questa distanza, per cambiare radicalmente l'effetto anche solo a f/2,8 La distanza minima di messa a fuoco, consente anche in condizioni inaspettate di cambiare improvvisamente soggetto specie se si usi l'accortezza di tenere in borsa una semplice (ma acromatica, come la mia Marumi) lente addizionale croppando il fotogramma anche solo del 25% prendiamo consapevolezza delle vere attitudini di questo Sigma Contemporary 30/1,4 e dotiamo a basso prezzo la nostra Sony di un obiettivo utile per closeup ed anche oltre. Senza dimenticare quanto di piu' importante per un obiettivo "normale": cioe' di consentire riprese di ogni tipo di soggetto per il quale non servano specifici strumenti atti alla realizzazione di riprese particolari, ossia...la gran parte delle foto che scattiamo nella nostra vita dove le caratteristiche principali della lente in questione siano comunque improntate a prestazioni di buon rilievo, fatta la tara ai difetti di cui si e' detto, ma che non possono inficiare il giudizio che provenga da esperimenti come i seguenti crop 300% crop 300% con i quali si definiscono nitidezza e contrasto di questo economico ma intelligente interludio di ...Yamaki dove non conta solo lo sfuocato a tutta apertura PRO: Costo Costruzione Nitidezza e contrasto resa alla minima maf CONTRO: distorsione vignettatura tenuta in controluce diretto Un sentito ringraziamento ancora a e Max Aquila photo (C) per Nikonland 2017
  11. Gemelli diversi questi due Sigma Art, il nuovo 24-70/2,8 messo a disposizione per Nikonland dalla gentile disponibilita' (anche temporale) di mentre il 24-105/4 mi è stato dato in prestito da Mauro Maratta. Nati in due periodi ben differenti di questa sfarzosa era Yamaki, nel 2013 (uno dei primi a fregiarsi dell'argenteo bollino Art), il Sigma 24-105mm f/4 DG OS HSM 19 lenti in 14 gruppi, 885 grammi di peso per 88,6 mm di diametro e 109,4 di lunghezza nel 2017, recentissimo e a gran voce richiesto ed atteso, il Sigma 24-70mm f/2,8 DG OS HSM stesso numero di vetri, (19/14), ma 1020 grammi e 88 x 107,6mm di dimensioni quindi entrambi dotati di diametro filtri da 82mm, diaframma a 9 lamelle, motore HSM ad ultrasuoni e stabilizzatore di immagine, quasi identici per costruzione e dimensioni, perfino i due paraluce a petalo sono distinguibili unicamente dall'iscrizione dedicata ed incisa (invece che serigrafata, per minimizzare riflessioni luminose al proprio interno) minime le differenze anche zoomando, dove si rimarca la maggiore cicciosita' del barilotto del 24-70 rispetto alla rastrematura dell'elicoide a tre stadi del 24-105 che solo alla maggiore focale di distacca di pochi cm dal gemello rendendoli quasi indistinguibili nella stessa borsa, come gia' rimarcato nei due articoli nei quali Mauro Maratta ci ha dato mostra delle loro potenzialita' Sigma 24-105mm F4 Art : l'insospettabile Sigma 24-70mm f/2.8 Art : ma benvenuto con le sue bellissime foto di ritratto alle quali rimando, poiche' in questa sede resteranno l'unico genere non preso in considerazione nel confronto tra questi due Sigma Art Una differenza sostanziale gioca tra i due zoom, ovviamente, lo stop di luminosita' a vantaggio del 24-70 da un canto, quanto la maggiore escursione focale del 24-105 dall'altro canto. Ma determinate differenze che ci accompagneranno in alcune delle foto realizzate con queste due facce dello zoom trans-standard derivano di certo anche dalla diversa distanza minima di messa a fuoco, che alla focale piu' wide dice chiaramente la sua, come anche la lieve differenza di peso a vantaggio del meno luminoso f/4 rispetto la ben piu' consistente differenza di prezzo per la quale il 24-70 costa il 70% piu' del meno luminoso, ma piu' eclettico 24-105 Una stranezza in questa quasi indisturbata simmetria: mi sono accorto che la baionetta dei due obiettivi sia vincolata da quattro viti disposte asimmetricamente, nel piu' anziano 24-105, solamente da tre nel piu' moderno e costoso 24-70... strano pensare ad una scelta di risparmio per un Sigma Art..., chissa' quale sia la ratio. Eleganza nell'estetica comune a tutti gli obiettivi di questa serie le ghiere gommate di dimensioni inversamente proporzionate tra zoomata e messa a fuoco (preferisco quella piu' grande di zoomata del 24-105) per il resto, due realizzazioni dirette a soddisfare parallelamente esigenze simili, con atteggiamento mentale ben differente: il 24-70/2,8 e' il transtandard del professionista che e' abituato agli zoom di questa luminosita' come strumento quotidiano in una triade composta da uno widezoom 12-24 ed un telezoom 70-200 il 24-105/4 lo vedremo in mano all'appassionato che lo utilizzera' per il 90% dei suoi scatti, affiancando un paio di fissi superluminosi per le specifiche esigenze di ripresa, quali un 14 o un 20mm ed un mediotele da ritratto o paesaggio. Tuttalpiu' a fianco di un telezoom come il recentissimo Sigma 100-400/5-6,3 a completamento di ogni esigenza di ripresa con due zoom ed un corpo macchina. ... tutto qui...? Possiamo chiudere l'articolo...? direi di no, altrimenti non avrei maturato la necessita' di scattare nelle differenti condizioni nelle quali vedrete a seguire. Perche' Art attack? Parodiando un vecchio programma per bambini, che li invogliava a costruire oggetti semplici utilizzando mezzi alla portata di tutti, ecco la mia concezione relativa a questi (e a molti altri) zoom che transitano nei pressi della focale standard, dilungandosi chi piu', chi meno, verso focali wide e tele, nell'intento di fornire a noi fotografi-bambini lo stimolo, la colla e le forbici per ritagliare dalla realta' le immagini che desideriamo. Ma se non siamo svogliati e privi di immaginazione dovremmo sapere di cosa abbiamo bisogno per fare bene cio' che questi obiettivi consentono di fare comunque, ma sempre. Per cui, abituato alle prestazioni strepitose di zoom Sigma Art quali il 12-24/4 o, ancora di piu', il 24-35/2 mi chiedo perche' Sigma abbia classificato "Art" anche questi due zoom, onesti, sicuri nell'AF dotato di motore ultrasonico e silenziosissimo, muniti di ottima stabilizzazione ottica che consente scatti impensabili a mano libera con tempi di otturazione prossimi al secondo... ottimi, quindi, ma sicuramente non eccellenti. Degni probabilmente, in funzione del prezzo del 24-105 abbordabile e commisurato alle prestazioni, della seconda linea, quella dei Sigma Contemporary, pertanto inspiegabile la collocazione di prezzo del piu' luminoso ma non per forza meglio performante 24-70/2,8. Fatta questa doverosa premessa, a corollario delle immagini che seguiranno, cominciamo col dimenticare concetti come la planeita' di immagine, specie alla focale piu' corta, quei 24mm che inquadrando oggetti critici, come un quadro vengono interpretati in questo modo 24-105 24-70 e la situazione non migliora alle altre focali, neppure a quelle centrali, neanche in funzione della vignettatura, molto evidente in entrambi gli zoom 24-105 @ 24mm f/4 24-105 @ 70mm f/4 24-70 @ 24mm f/2,8 24-70 @ 70mm f/2,8 sarei portato a credere che siano addirittura i paraluce a petalo a produrre vignettatura, ma anche eliminandoli e chiudendo ad f/8... 24-105 24-70 Essendoci tolti il pensiero delle caratteristiche complementari, quali distorsione e vignettatura, trovandoci a Monte Pellegrino, sopra Palermo, al cospetto della Santuzza (Santa Rosalia) protettrice della citta', approfittiamo della sua ricorrenza celebrativa del 4 settembre e della sua vigilia per seguire la vecchia strada dei pellegrini che ci consentira' di mettere alla prova in varie condizioni di luce (e buio) i due zoom. Si parte dal tempietto neoclassico del Basile, nei pressi del quale sono state rinvenute da poco tracce di insediamenti paleocristiani (la posizione dominante si prestava bene) grande luminosita', molta radiazione UV, ma i due Art ci forniscono un risultato sovrapponibile e sicuramente piacevole (qui sopra il 24-105, sotto il 24-70) una lieve sensazione di maggior contrasto a vantaggio, qui sopra, del piu' luminoso dei due zoom, che mi accompagnera' in tutte le successive uscite coi due obiettivi anche il flashettino incorporato della D810 serve a contrastare un pelo le ombre del controluce, mai troppo chiuse con questi due obiettivi, forniti di un trattamento antiriflesso a prova di flare, anche inquadrando direttamente una sorgente luminosa entrambe col 24-70 Si salgono a piedi tornanti impervi di pave' scivoloso di giorno sotto il sole, figuriamoci la notte della vigilia, durante la processione verso il Santuario. Ma se il 24-70 ha un pelo di contrasto in piu', il 24-105 mi pare piu' saturo... mai pero' in maniera eclatante (ex. stile nanocrystal) dote propria, (la neutralita') di tutti i progetti Art con cui ho avuto modo di scattare foto pressocche' indistinguibili nelle ombre (a sx 24-105, a dx 24-70) 24-70 entrambi posseggono la caratteristica di scendere a piccole distanze di maf dal soggetto: di piu' il 24-70 che come detto arriva fino a 37cm contro i 45 dell'altro 24-105 consentendo dei close up interessantissimi per entrambi, semplicemente con una lente addizionale di media potenza diottrica (come vedremo bene appresso). In cima alla strada si arriva al Santuario di Santa Rosalia, (la grotta nella quale furono ritrovate le sue spoglie 450 anni dopo la sua morte, in concomitanza con una spaventosa epidemia di peste (1625), che si vuole cessata al momento in cui le spoglie rinvenute furono portate in processione in giro per Palermo) fuori dalla quale sono migliaia gli ex voto esposti, intorno ad una sua statua e alla fonte di acqua benedetta che scaturisce dalla pietra della montagna 24-70 24-105 dentro la grotta,la statua della Santa dentro una teca piena di coralli, ori ed argenti, frutto di donazioni 24-70 24-105 In tutte queste condizioni la possibilita' di disporre di obiettivi a focale variabile dai 3x del 24-70 ai 4x dell'altro Art consente gestibilita' di qualunque situazione di ripresa da breve e media distanza dal soggetto, unitamente alle doti di media ed elevata luminosita' parifocale dei due progetti ottici, che insieme ad un corpo macchina disposto anche alle sensibilita' piu' proibitive (non e' certo il caso della D810) mettono ogni fotografo nella possibilita' di risolvere ogni ripresa: efficacemente, certo non eccezionalmente come con obiettivi fissi specifici invece e' possibile progettare... Continuando il reportage, la sera della vigilia del 4 settembre viene organizzata una processione notturna durante la quale i fedeli si recano a piedi al Santuario, alcuni perfino a piedi nudi: io con le mie sneakers rimpiango le scarpe da trekking...figuratevi i penitenti il 24-70 assolve bene il suo compito da reporter, delineando bene il carattere tutto palermitano delle ricorrenze religiose: se non si mangia, a Palermo, non ci si muove neppure per la santita' alla cappelletta di mezzo percorso i fedeli cominciano ad accendere i ceri io ho scelto questo posto, molto suggestivo, per arrampicarmi in anticipo, smaltire il fiatone ed appostarmi ad aspettare la processione delle 22 con i due zoom Art non ho pero' intenzione di fare monta e smonta, ma sopratutto al buio preferisco usare la mia D500 sulla quale sara' montato il 24-105 in un 36-150mm equivalente il 24-70 certo non sfigura al cospetto, neppure al crepuscolo, ma non ho intenzione di alzare troppo gli ISO sulla D810 24-105 24-70 24-70 solo barlumi di luce ad ISO 6400, il che accentua la sensazione di mosso col 24-105 e nel buio pesto delle 22,45 la processione iniziata a valle mezzora prima, arriva alla mia postazione 24-105 24-70 (interessante nella linearita' tra altissime e bassissime luci) 24-70 sparare 360Watt di flash a persone affaticate dalla salita, dalla folla e dal buio...non e' mai troppo popolare, ma mi piace mettere queste due (le uniche scattate) foto col 24-70 a TA e ISO 500 ad 1/125" col Godox AD360II per osservare come lo zoom anche in queste condizioni estreme, non manifesti fenomeni di "coma" sulle parti piu' riflettenti dei soggetti, ne' potenziali aloni che in questa situazione (come ad una festa in discoteca) facilmente zoom di classe economica invece manifesterebbero anche i bambini piccoli salgono la notte al Santuario, Palermo e' una citta' dalla spiritualita' molto accentuata e diffusissima: le recenti (negli ultimi 20 anni) immissioni di extracomunitari tamil hanno portato un ulteriore "zoccolo duro" di fedeli della Santuzza, quasi inspiegabile se non con la necessita' di rispecchiamento con i ceti piu' popolari della citta: per integrarsi ! Scendere e' anche piu' difficile e pericoloso che salire: buio fitto, sassi resi ancora piu' sdrucciolevoli dall'umidita' della sera e ...dei pellegrini, specie con zaino in spalla contenente una D810 e una D500, un flash a torcia Godox e la sua batteria portatile, staffe di ferro ed accessori vari, ma sopratutto... duemila euro di obiettivi in prestito... i due Sigma Art ! Allora usciamo a riveder la luce del giorno, sempre nei pressi delle falde del monte, in un posto dove negli anni vi ho portato piu' volte, fotograficamente, la Palazzina Cinese, padiglione di caccia dei Borboni, curiosa costruzione in stile orientale, ricca di spunti quanto...nemmeno io riesco ad esaurire: opportunita' per i due zoom di raccontare altre storie Il colore ed i contrasti non possono che venire in aiuto anche se il 24-70/2,8 non sembra averne eccessivo bisogno, distorsioni geometriche a parte ma anche il 24-105 parla "ad effetto" in luce come negli interni, a sensibilita' meno consone dei 64 ISO per la mia D810 ma la gestione di bianco e delle tinte neutrali sono appannaggio preferito del meno saturo e piu' contrastato 24-70 come dimostrato empiricamente da queste immagini nessuna defaillance neppure col 24-105, soltanto sensazioni... ... alimentate subito fuori dalla Palazzina, nel giardino circostante dove, in un'aiuola colma di fiori di Lantania gialli, mi appare da lontano una farfalla bellissima, una Podalirio... e mi scateno con entrambi gli zoom, previa lente addizionale Marumi da 3 diottrie sul portafiltri da 82mm, 24-105 per primo...: quindi anche col 24-70, il quale, anche consentendomi un avvicinamento maggiore, sconta la minore focale massima rispetto il suo gemello diverso ma... vuoi per la differenza di rapporto di ingrandimento, vuoi per quella sensazione di cui prima.. mi pare mi faccia ottenere un diverso e piu' rilassante bokeh rispetto a quello piu' nervoso del 24-105/4 Insomma una performance di entrambi gli zoom che ne fanno degli strumenti utilissimi (a parte il costo della lente addizionale per quel diametro filtri) anche nelle occasioni (per me non infrequenti) nelle quali mi infilo con la testa dentro un cespuglio, se qualcosa mi dice che... E' tempo di vendemmia, dopo un'estate di siccita': cerchiamo di spuntare il massimo che il nostro vigneto sia disposto a concederci; niente vendemmia manuale neppure quest'anno: costerebbe troppo rispetto il potenziale raccolto che faremmo (e anche qui l'istinto quest'anno mi ha salvato) La vendemmiatrice automatica e' un mostro di trattore dotato all'interno anche di aria condizionata... e si muove tra i filari in maniera arrogante ed indiscreta 105mm l'andata gliela faccio fare col 24-105 a tutta apertura 35mm 50mm 105mm il quale si comporta bene anche nella nuvola di terra sollevata al passaggio, che non pregiudica il risultato di nitidezza a tutte le focali. Il ritorno nel filare accanto, tocca al 24-70/2,8 48mm 24mm beh... ed anche lo scarico dell'uva cosi' raccolta, a 35mm 31mm24mm continuo a percepire questa sensazione di maggior contrasto dello zoom piu' corto ma piu' luminoso. Per completare il giro, lente addizionale pure qua in campagna.... rane supreme. (qui senza lente) (qui con lente) e libellule (damigelle) dagli occhi alieni...! tutte col Sigma Art 24-70/2,8... questa invece col 24-105, che mi piace di piu' per il taglio da tele Per concludere questa carrellata di immagini, che spero diano il senso delle opportunita' che a mio avviso concedono obiettivi generalisti come qusti zoom trans-standard, approfitto di queste ultime giornate di luce meno aggreesiva e piu' tenue, per osservare come i due Art interpretino in esterno in queste condizioni: f/5,6 e finalmente ammortizzando con la foschia l'eccesso di vignettatura del 24-105 anche a diaframmi medi qui f/8 (non lo direste mai, ma Marco Casagrande, oltre ad essere stato un campione juniores di windsurf, e' anche un bravissimo commerciale Canon Italia, del nostro distretto territoriale: Nital deve pensarci seriamente... all'immagine ! ) Idem con il 24-70, nitidezza e tridimensionalita' in condizioni di luce ambiente piatta portano a comprendere come ci si trovi davanti comunque a progettazioni ottiche eseguite con vetri di ottima qualita' queste altre col 24-105 rendendo questi due obiettivi, se ancora non fosse chiaro, entrambi strumenti preziosi per il reporter di eventi e cerimonia, saldati su un corpo macchina apposito, destinati a rimanere a disposizione per tutta la durata di una manifestazione, di un matrimonio, di una festa: perche' arrivera' sempre il momento nel quale serviranno alla bisogna ! Controluce diretto senza flares o ghosts nel 24-105 la torre delle saline di Nubia (TP) a seconda di: 24-105 @ f/5,6 oppure 24-70 @ f/11 mulino e saline con i due nostri Sigma Art indovinate voi quale foto con quale obiettivo. Due ritratti anche per me... ma qui sono compromesso da amore paterno In conclusione mi permetto di citare me stesso all'inizio di questo articolo, che spero utile a chi voglia operare una scelta Mi sono piaciuti e propendo per mia natura per quello di maggiore escursione focale e minor peso, proprio in funzione della sua...di natura: strumento atto a sostituire, senza la pretesa di eliminare, gli obiettivi che oltre a darmi stimolo a fotografare, regalano anche un pezzetto della loro personalita': con questi transtandard...la personalita', gliela devo infondere tutta io.... Non fosse ancora chiaro il mio pensiero al riguardo, lo condenso appresso: Pro: poliedricita', in questo i due Sigma Art sono insostituibili, ma questo aspetto e' la loro ragion d'essere, quindi promossi entrambi, con la lode il piu' lungo, il 24-105 (ovviamente) neutralita' rispetto condizioni di luce variabile: in controluce sono eccellenti entrambi... nessuno davanti l'altro nitidezza e contrasto: il 24-70/2,8 mi piace un pelo piu' del 24-105/4 AF eccellente e silenziosissimo, HSM Sigma promosso a pieni voti stabilizzazione eclatante per entrambi: ho pubblicato immagini scattate a 1/4" a mano libera a 35mm a TA il prezzo ottimo del Sigma 24-105mm f/4 Art Contro: il prezzo sbagliato del Sigma 24-70mm f/2,8 Art distorsione e vignettatura imbarazzanti per dei Sigma Art anche sul meno luminoso dei due, che risulta pertanto peggiore la neutralita' rispetto condizioni di luce variabile: oltre ad essere un pregio costringe a ricordarsi di dover intervenire sempre ed attivamente nella caratterizzazione dell'inquadratura (e dopo averlo scritto...non so piu' se non sia un pregio anche questo ) In buona sostanza, se volessi comprare uno dei due zoom, io sceglierei il 24-105 proprio per la sua destinazione naturale, quella di strumento all-in-one a disposizione su di un corpo macchina per ogni evenienza, nella quale tirera' fuori un risultato ottimo, con un impegno piu' che accettabile dal punto di vista economico. Ma l'eccellenza, in casa Sigma esiste. Altrove Max Aquila photo (C) per Nikonland 2017
  12. Ho ricevuto questo obiettivo in test da Mtrading Srl, distributore italiano di Sigma, in qualità di Sigma Ambassador. L'obiettivo sarà restituito a fine test. 1.060 grammi, 108x88mm (in posizione 24mm), passo filtri da 82mm, 19 lenti in 14 gruppi, ecco il biglietto da visita del nuovo zoom Sigma 24-70/2.8 Art OS. Si tratta di una aggiunta molto attesa al catalogo degli obiettivi Sigma Global Vision e se ne parlava effettivamente da almeno un paio di anni. E' oramai un must per ogni casa produttrice avere in catalogo almeno uno zoom di questa categoria perchè nel tempo sono diventati ambiti dai fotografi, sia professionisti che amatoriali. Un tempo potevano sostituire un intero corredo, quando i fissi alle focali corrispondenti erano poco luminosi e poco prestazionali. Adesso le cose sono cambiate. E tra obiettivi superluminosi (e Sigma con i suoi Art è all'avanguardia, quasi un riferimento) e della serie F1.8, le soluzioni sul fisso sono oggi molto più attraenti di un tempo. Resta la flessibilità e la comodità dello zoom, specie quando non si può cambiare ottica oppure non si sa a priori quale servirà, come sarà il soggetto, a che distanza saremo. Ma oggi esistono anche zoom trans-standard con una escursione più ampia che pagano uno stop di luminosità sui più prestigiosi F2.8 ma generalmente non sono delle seconde scelte. Insomma, lo zoom 24-70/2.8 è una scelta tra le diverse possibili, magari non più "la scelta" ma comunque tra le prime che il fotografo considera. E l'ultima generazione aggiunge alle sue specificità anche la presenza dello stabilizzatore che se non serve a fermare un soggetto che si muove, rende ininfluenti i movimenti del fotografo quando è costretto - per scelta o per necessità - ad usare tempi molto lunghi. Questo Sigma, annunciato lo scorso mese di marzo e reso disponibile a metà estate, si presenta come il più classico degli obiettivi Sigma Art. Ben costruito, con il fusto in metallo e la restate parte in resina termostabilizzata, in posizione 24mm ha una presenza massiccia, un pò tozza, ma sta benissimo in mano. il paraluce a petali è di buona fattura. Il tappo è il consueto Sigma che immdiatamente si riga senza paraluce a 24mm, esteso a 70mm, con il paraluce non è piccolo ma a confronto con il Sigma 100-400mm F5-6.3 sembra piccolino mentre a me sta bene in mano, e le mie mani non sono particolarmente grandi ... bottoniera tradizionale, qui si aggiunge l'interruttore dello stabilizzatore. la costruzione è ineccepibile, secondo gli standard Sigma dell'ultima generazione il marchio dell'anno di introduzione made in Japan, ovviamente la parte anteriore è ben sigillata da differenti anelli e guarnizioni. Non credo che questo obiettivo debba patire infiltrazioni di polvere o di umidità montato sulla mia Nikon D5. Una accoppiata abbastanza agile test dello stabilizzatore ad 1/6'' di secondo. Ragionevolmente fermo. primo piano e sfuocato in esterni, 46mm. Una bella prova. a 24mm l'aberrazione cromatica assiale è abbastanza presente ma nella norma a 70mm è invece quasi del tutto assente. Bella prova. distorsione alle varie focali. Anche qui siamo nella norma, tutto sommato meglio del Nikon ma è impossibile fare miracoli su escursioni così estese. Insomma, quanto mostrato dal meraviglioso Sigma 24-35/2 Art sta su un altro pianeta. Ma quello non è nemmeno un 2x ! l'escursione focale sulla villa d'Este di Varese sfuocato a 70mm e tutta apertura due prove di panning a diaframma tutto chiuso e tempi intorno ad 1/25''. L'autofocus è fulmineo e reattivo. nuvole, sole a destra sole nel fotogramma aprendo un pò il diaframma si vedono gli artefatti luminosi in primo piano. Ma il sole non si fotografa in pieno agosto ... a 24mm a 50mm a 70mm a 50mm a 70mm, F8 a 24mm Per più di uno questo Sigma sarà un ideale candidato in alternativa al superprofessionale Nikon 24-70/2.8E VR, provato da noi di recente su queste pagine. Li confronto solo sul piano dimensionale (dirò due parole sulle mie impressioni in fase di conclusione). il Nikon, pur tanto furbo da nascondere l'escursione dello zoom con il paraluce monumentale di cui è dotato, è comunque enormemente più grosso del Sigma in posizione rientrata peraltro il Sigma si estende al massimo a 24mm, mentre il Sigma è al minimo a quella focale, il Nikon è al minimo intorno ai 58mm altra foto "artistica" del nuovo Sigma sulla mia Nikon D5 Un altro confronto (anche qui, solo dimensionale, per un confronto fotografico dovrete attendere il prossimo test di Max Aquila) che può interessare molti e con l'ottimo Sigma 24-105/4 Art che è il mio zoom standard (per quando uno zoom è indispensabile pure a me :marameo:) il passo filtri è lo stesso (82mm), le dimension a riposo paragonabili. Il 24-70/2.8 ha un diametro più marcato ma la lunghezza è simile. ovviamente il 24-105/4 svetta quando è esteso al massimo. Ma ci sono giusto quei 35mm in più che a me tanto fanno comodo sul campo ... ! di fronte sono praticamente indistinguibili, infatti nell'usarli io dovevo leggere prima l'etichetta qual'è l'uno e qual'è l'altro ? Vi aiuto io : in primo piano il 24-105/4, in secondo, il 24-70/2.8 ancora di fronte Uno dei punti di forza degli obiettivi Sigma Global Vision è la disponibilità della basetta USB e del programma Sigma Optimizer Pro. In questo caso, dopo aver verificato la presenza di un nuovo firmware, ho tarato la messa a fuoco. che ho poi verificato con questo scatto a Sue mentre non c'è nessuno in grado di verificare la velocità di messa a fuoco del mio Fritz In questo periodo ho fotografato moltissimo ed ho portato sempre con me il Sigma 24-70/2.8. In studio un momento di preparazione del make-up : Julia e Ilaria Ferrantello mi sono subito accorto che la prestazione migliore di questo zoom è sempre attorno ai 46-56mm. Non che alle focali più corte sia disprezzabile, ma è visibilissima la differenza. In location, con Arya, luce naturale e mista, sempre tutto aperto e ancora in studio, flash da 600 W/s e ombrellone da 185cm, F2.8 Bene, andiamo alle : Conclusioni Pro ottime prestazioni di autofocus e stabilizzatore aberrazioni cromate molto ben controllate distorsioni normali per questo genere di zoom, forse un filo meglio della media alla focale più corta colori vivaci, contrasto non esagerato, obiettivo adatto al ritratto pur pesando più di un chilo è un obiettivo più compatto del Nikon che invece sembra quasi un 70-200/2.8 massima prestazione in termini di nitidezza alla focale normale Contro non brillantissimo alle focali grandangolari. Per il paesaggio sul mercato c'è di meglio vignettatura sempre ben presente a tutte le focali, anche chiudendo di uno stop il diaframma anche a 70mm tende ad essere un pò più morbido che a 50mm. Ma potrebbe essere un vantaggio per ritratto stretto prezzo consigliato al pubblico di 1.400 euro che se conveniente rispetto agli obiettivi "originali" Nikon e Canon non ne fa un campione di prezzo/prestazioni in casa Sigma In estrema sintesi, sarebbe un ottimo obiettivo questo nuovo Zoom Sigma se considerato a se stante. Purtroppo è un obiettivo Sigma Art e le ultime realizzazioni hanno alzato così tanto le aspettative di noi fotografi che questo non è riuscito ad entusiasmarmi come, ad esempio, il fantascientifico Sigma 24-35/2 Art, per tacere degli ultimi fissi da 85 e 135mm. Evidentemente ancora non si possono fare miracoli con escursioni così estese che prendano dal grandangolare spinto al tele moderato. E' possibile che il 24-35/2 tragga vantaggio dall'avere una escursione così modesta. Ma tant'è e la differenza di prestazioni è tale che nessuno potrebbe non accorgersene. E non considero nel novero il bellissimo Sigma 50-100/1.8 Art solo perchè non è full-frame. Mentre entrambi sono più luminosi di oltre uno stop rispetto al 24-70/2.8 e non pesano così tanto sia in mano che ... nel portafogli. Insomma, candidamente, confesso che me lo aspettavo. Da parte mia non sono un grande fan degli zoom e trovo che, se devo accettare dei compromessi per usare uno zoom, il Sigma 24-105/4 soddisfi di più le mie esigenze, dandomi a circa la metà del prezzo (pari garanzia Mtrading) e pur a costo di uno stop di luce in meno, molta più flessibilità sulle focali più lunghe. Quando sull'altro corpo avrò la possibilità di montare uno o più fissi scelti tra le opzioni del ricchissimo catalogo Sigma. Non che ve lo sconsigli, certamente no, ma solo vi consiglio di provarlo bene prima di comperarlo. Per evitare di comperare una cosa differente da quello che vi aspettate. Può essere che per voi vada bene, io lo so, sono un pò particolare con gli zoom. Rispetto al Nikon, sul piano delle prestazioni siamo tutto sommato li, con il Nikon un filino meglio (e questa è già una novità di questi tempi). Non che il Nikon sia un campione assoluto - tutt'altro - ma se siete un fotografo professionista, io tenderei a consigliarvi quello, specie con la Nikon D5. La parentela dà dei vantaggi che vanno oltre le prestazioni. Il Nikon sta in mano come un 70-200/2.8, solo è un pò più leggero. Ed è assolutamente naturale nell'uso. Ma anche con quello avrete bisogno dei migliori fissi per avere invece la prestazioni maiuscola. Ad un fotoamatore ... beh, ragioniamoci insieme nei commenti, se vi va. Comunque sia, e al di là della mia opinione che non voglio sembri essere asseverante, questo Sigma è bello da usare, "docile", pastoso, ben fatto e sincero. Una volta fatta la tara ai suoi "limiti", non dubito che, pur non potendo mai diventare un purosangue come il Sigma 135/1.8 Art, farà quello che gli chiederete di fare. Infiniti ringraziamenti a Mtrading che ci ha inviato questo esemplare in test, appena disponibile in Italia.
  13. Mtrading, importatore italiano di Sigma vuole bene a Nikonland Sono anni che, ormai, con la cadenza definita dalle presentazioni delle ponderose novità (sotto il segno di Yamaki-san) ci mette a disposizione the best of... di cui possa disporre, mettendo in questo modo a dura prova le nostre possibilita' di trovare qualcosa che non ci soddisfi nelle attrezzature che riusciamo a testare: gli chiederemo ogni tanto di farci provare apparecchi di secondo livello, tanto per non indurre i lettori del sito a pensare che noi si sia in qualche modo Sigma-addicted nel senso deteriore del concetto E perche' allora ho definito Teatro della Vita questo mediotele, ultimo nato della serie Art? Perche' lo so bene che un obiettivo, così come una macchina fotografica, come qualsiasi altro accessorio, non siano altro che dei mezzi, strumenti adatti ad ottenere un risultato predefinito e premeditato. Il fatto e' che la Teoria poi si combina con la Realta' delle cose in modo imprevedibile, tanto da ridefinire il confine tra lo strumento ed il risultato. Posto che un mediotele come un 135/1,8 non sia certamente ne' uno standard, nè tantomeno uno zoom all-in-one ma invece un obiettivo ben specialistico, come ottimamente dimostrato dagli specifici articoli di Mauro Maratta su questo eccellente obiettivo Sigma 135mm F1.8 Art : il mustang Sigma 135mm F1.8 Art ... a nudo ma nelle settimane nelle quali ho avuto modo di usarlo, questo Sigma 135/1,8 Art mi ha parlato anche di altro... e non proprio sussurrandomi le sue opportunita' all'orecchio, ma chiamandosi a gran voce sulla sd Quattro H con la quale utilizzavo in contemporanea il 14/1,8 Art ed il 35/1,4 Art con i quali Mtrading mi ha dato il privilegio di utilizzarla. Teatro, intanto, come genere: avevo gia' provato ad utilizzare la sd Quattro 1,5x in teatro ed a ISO proibiti dallo stato dell'arte del sensore Foveon, che accanto alle strabilianti prestazioni alla sensibilita' base non riesce ancora ad accompagnare un'amplificazione del segnale esente da...effetti collaterali, nel senso di artefatti cromatici e di scadente rapporto S/N. Il risultato mi aveva confortato, insieme alle caratteristiche complementari come la silenziosita' di scatto, inarrivabile da alcuna reflex. La necessita' in questa calda e luminosa estate di restare su diaframmi apertissimi come quelli offerti da questo mediotele Art, mi ha indotto nella decisione di iniziare sfruttandolo proprio a teatro, a Segesta, durante le rappresentazioni serali che si tengono esattamente dove si tennero, analoghe, fin dal III secolo a.C. (senza cellulari allora...) e nello specifico durante la rappresentazione dell'Oreste di Euripide e, alcune sere dopo, delle Nuvole di Aristofane. Il filo che leghera' tutte le foto realizzate per questo articolo è chiaramente l'utilizzo di questo Art a tutta apertura o immediatamente presso questa: l'esigenza di luce in condizioni di ripresa come quelle che seguono non consente l'utilizzo di diaframmi piu' chiusi, giusto il secondo paletto, quello di restare tra gli ISO 100 canonici per la sd QuattroH e al massimo ISO 400 per evitare eccessi di rumore digitale o di distorsioni cromatiche a vanificare l'intento originario, ossia fermare l'azione ! Ecco quindi dipanarsi la storia della follia di Oreste, perseguitato dalle Erinni per l'orrendo delitto commesso (l'uccisione della madre Clitennestra e del suo amante Egisto, richiesta da Apollo per vendicare l'assassini da parte di quei due di Agamennone tornato vincitore da Troia con Elena) Elettra regge tutta la scena, raccontando della follia del fratello, Oreste, follia che e' travaglio interiore per il gesto compiuto e le motivazioni che continuano a dividerlo tra il Giusto e la Perdizione, una Luce spettacolare, quella del sole al tramonto che investe il palco da sinistra verso destra, illuminando nel modo piu' suggestivo gli attori (il palcoscenico e' disposto esattamente verso il Nord): il Sigma 135/1,8 Art non si fa pregare in queste condizioni, anche nel crop seguente si vede come sia stato progettato per avvolgere il soggetto della luce disponibile, anche e sopratutto in esterni i riflessi sugli ornamenti di Elena di Troia (sposa di Menelao) riflettono del tutto la luce del tramonto prossimo la qualita' del fuori fuoco di sfondo e' una delle caratteristiche piu' rilevanti di questo Sigma anche con un diaframma piu' chiuso, (f/2,8) lo stacco tra i piani prospettici di questo mediotele continua ad essere determinante sul soggetto, Elena istruisce Ermione (la figlia avuta da Menelao), in questo crop si percepisce meglio la pdc dell'immagine precedente ed i colori e la nettezza del gesto, rispetto il tempo di otturazione non fulmineo (1/200") la dicono lunga sull'insieme di valori in gioco ma e' dove si apra verso il limite massimo che si torna a considerare in pieno l'opportunita' offerta da questa lente, che tiene l'asticella della qualita' ottica sempre al massimo (pure quando le Eumenidi si trasformino in Erinni ) e pur variando in postproduzione valori come quelli della temperatura colore o della saturazione (il Foveon tende a caricare in eccesso al diminuire degli EV), il risultato e' del tutto intercambiabile, perche' non dipende solo dal sensore, ma principalmente dalla lente. Oreste passa dalla lucidità alla follia (mentre le luci di scena cominciano a sopravanzare l'ultima luce solare) ed il 135 Art fa il suo splendido lavoro, selezionando soggetti anche negli insiemi spicca la sua vocazione al sottolineare (crop) senza eliminare informazioni dagli spazi circostanti. Gradualmente, senza scosse, ma inesorabilmente ! arrivano in scena Menelao e il vecchio Tindareo, nonno di Oreste, che vuole giustizia della figlia, (Clitennestra) che la luce mista sta per diventare artificiale e cio' nonostante, Foveon + Art = successo guardate il blu dell'ora sulle montagne di sfondo (ed il loro definito sfuocato) Pilade, amico di Oreste, arriva a ...dargli una mano cosa che Oreste ...si accolla di buon grado Elettra e' sull'orlo di una crisi di nervi decisamente, direi... e nel crop vorrei sottolineare come omogenei siano i passaggi, le transizioni cromatiche e delle forme dei soggetti salgono gli ISO, per forza di cose... (qui siamo a 250) e compaiono i primi artefatti verdastri, intorno alle aree meno definite, come si vede nel crop seguente ma nella trasformazione in B/N (e coerente correzione dei difetti delle immagini) l'incisivita' del 135 Art continua a definire il senso del racconto, a seconda di che soggetto sia quello a fuoco proprio come sia lecito aspettarsi da obiettivi costruiti per questo crop sulla qualita' d'immagine della trama del velo Niente luce se non artificiale, ma forse ancora piu' definito lo stacco prospettico, giusto lo sfondo ormai tutto nero il dramma volge al termine, con Elettra, Oreste e Pilade condannati al suicidio dal tribunale popolare voluto dal padre di Clitennestra cosa si inventano i tre? Prendere in ostaggio la piccola Ermione e tentare di ucciderne la madre, Elena (quella che aveva originato la soap opera intera) e quando il terrore scorre sul filo della lama impugnata da Oreste (paura....) arriva Apollo e trova la soluzione: liberi tutti e matrimoni incrociati... Oreste ed Ermione (ma non la stava ammazzando?), Elettra e Pilade e chipiunehapiunemetta (Ma questo e' un finale rivisitato: Euripide volle far scorrere sangue anche alla fine del dramma) Teatro, poi, come luogo: Altra accezione del termine, che indica il luogo dello svolgimento dell'azione, anche quando non scenica, nella quale un obiettivo come questo Sigma 135mm si ritrova sempre alla grande, per sua natura. Dal ritratto piu' banale che praticato con questo mediotele...smette di essere banale, alle foto di vedute (terreno per tutte le lunghezze focali, ma sopratutto a mio vedere per quelle medie) che proprio per questo si arricchiscono facilmente di ulteriori elementi (che su angoli di campo piu' larghi resterebbero in minor dettaglio) Al dettaglio di parti del campo inquadrabile con altri obiettivi, a specificarne dinamiche difficilmente intellegibili ad occhio nudo particolari mai notati nella loro "azione" resi palesi dalla capacita' del Sigma 135/1,8 di isolare, definire, distinguere, comprendere e... ricordare. E rivolgendo occhio ed obiettivo a dettagli d'insieme, come una guglia, girandovi attorno lo sguardo per determinarla soggetto... piu' volte oppure al pavimento dello stesso luogo indovinando da qui una nuova caratteristica, inconsueta per un mediotele luminoso, quella della definizione anche sulle brevi distanze, applicandola quindi a teatri ben differenti, ma pur sempre paradigma di Vita, di vite... differenti dalla nostra, ma non per questo meno caratterizzate dalle qualita' di questo fuoriclasse indiscusso, già senza lenti addizionali, senza tubi di prolunga, solamente con l'ausilio del suo limitatore del range di distanza focale che ai suoi 87,5 cm di distanza minima, a f/2 ci consente di riportare anche di simili Teatri di Vita (crop 90%) Teatro, infine, come Tempo: Il Tempo e' una delle variabili della Vita, se non la piu' determinante. Ogni oggetto ha il suo tempo, fa il suo tempo, e dopo altro tempo... avra' fatto il suo tempo. Ogni epoca ha degli oggetti che la caratterizzano e nel nostro piccolo, su Nikonland, siamo convinti che l'Estro e l'Inventiva dei progettisti e della proprieta' di Sigma, stiano facendo battere i secondi del tempo attuale: perche' indipendentemente dal valore assoluto di queste attrezzature, cio' che sta ottenendo questa cascata di obiettivi di grande qualita' accompagnati da macchine fotografiche tanto particolari quanto innovative, ha di certo ottenuto il grande merito di spaccare l'argilla ai piedi delle Grandi del mercato, che sentendo la pressione di Sigma e di pochi altri competitor, si sono rimessi in movimento. Cosa che potrà solo produrre benefici per tutti noi appassionati. Nel Tempo si muove l'Umanita', che agisce e vive e produce memoria del suo essere. Questa memoria viene trasmessa e condivisa: il pregio di Aristofane sta nell'indiscutibile senso dell'Universale che pervade la sua opera: che puo' essere attualizzata come hanno voluto fare gli sceneggiatori di quest'anno a Segesta, nel rappresentare le Nuvole niente di meno che come ...the Cloud rispetto i moderni smartphone e tablet cui riferirsi come oggetti del potere terreno, in contatto con l'Etereo. Socrate vive lacero e puzzolente in un cassonetto e gestisce una... scuola per aspiranti smart people, con alterno successo, specie se l'allievo sia un allevatore di polli ignorante come Strepsiade ossessionato dai vizi del figlio Fidippide che pensa solo a cavalli e lussi per loro improponibili. Debiti da gioco e da acquisti (niente rate a tasso zero) da curare con la filosofia del Guru... Sigma 135mm f/1,8 Art in available light a f/2 t/200" Socrate dal cassonetto in luce mista, predica alle masse e parla alle Nuvole ammonisce Strepsiade, che tenta di aggiornarsi col cloud le nuvole le quali scendono tra gli uomini, sempre in available light, e nonostante l'errore di esporre ad 1/30" f/2,8 la mirrorless sdQuattroH salva in parte il risultato 320 ISO @ f/1,8 t/100" ISO 250 @ f/1,8 t/200" Non finisce bene: Strepsiade non riesce come allievo, suo figlio molto meglio di lui e lo ricatta... Allora Strepsiade manda a quel paese le Nuvole e Socrate e con una fiaccola gli appicca il fuoco dentro il cassonetto (ma sono le 21,30 e la luce di scena diventa sempre piu' gialla, il Foveon non regge piu' e questa foto l'ho fatta col 35/1,4 art) Morale dell'Articolo? Sigma costruisce segni del tempo attuale come questo 135/1,8 Art, che non serve solo per fare ritratti in studio, ma spazia per Teatri di molte altre dimensioni e destinazioni, nei quali fotografi migliori senza dubbio di me, sapranno tirarne fuori tutto cio' che questo obiettivo sapra' loro suggerire... Tornando quindi al pensiero dell'inizio ritengo senza dar segno di cedimento mentale che esistano strumenti che riescano ad essere ben piu' che semplici mezzi con i quali portare indietro il risultato, ma oggetti decisamente ispiratori delle opportunita' che vi offrono. E ve lo scrive uno ben abituato a scendere a compromessi con materiale ed attrezzature non per forza "no compromise". Per divertimento... Che dire di piu' ...? W S I G M A... e grazie ancora alla gentile disponibilita' di per la possibilità di utilizzo di queste attrezzature ...del nostro Tempo ! Max Aquila photo (c) per Nikonland 2017
  14. mente, occhio, cuore: una lezione per chi abbia ancora voglia di imparare... Un 20mm e' un obiettivo nato per divertirsi e stupire, sia chi lo utilizzi sia chi in seguito ne osservi i risultati. Forse per via di quei 94 gradi di angolo di campo (non a caso giusto il doppio della visione "standard" dell'occhio umano), ma di certo anche per il fatto che si tratta probabilmente della piu' estrema delle focali grandangolari a poter essere ancora progettualmente ben corretta in termini della distorsione ottica. Perche' se poi ci si diverta a deformare prospetticamente, qualcosa di quell'intento progettuale residui ad attenuare gli eventuali eccessi Un 20mm superluminoso, come questo Sigma Art, il primo a presentarsi come f/1.4 , pesante ed ingombrante quanto un 15mm di altri tempi, non si compra di certo per essere utilizzato prevalentemente ai suoi diaframmi intermedi e/o piu' chiusi (magari in iperfocale), ai quali ovviamente produrra' risultati ineccepibili, sia in luce sia in controluce No, un Sigma 20mm f/1,4 DG Art lo si compra per qualcos'altro... Non e' per usarlo quando...ci sia troppa poca luce, per quanto in situazioni del genere riesca a performare in maniera inaspettata, anche in situazioni critiche quanto puo' esserlo la foto in una grotta (messa a fuoco sull'altare al centro in fondo)dove il bassorilievo fuori fuoco a destra, quindici-venti metri prima del piano di messa a fuoco, nonostante appunto un apertura di f/1,4viene risolto in questo modo (ho solo eliminato un po' di rumore che, croppando in questa misura, inevitabilmente era venuto a galla) No... queste situazioni si risolvono felicemente in era digitale, grazie al terzo dei "rubinetti" attraverso i quali scorre l'esposizione del nostro fotogramma: basta aumentare gli ISO entro la misura che il sensore della nostra macchina di terza generazione ormai ampiamente consente. ISO2000 1/25 a mano libera ISO4000 ISO6400 Una volta fatta l'abitudine, la funzione ISO Auto diventera' uno dei modi di funzionamento piu' utilizzati nel nostro fotografare. Ho comprato questo Sigma Art, subito dopo averlo provato a confronto con altri due 20mm qui, per un motivo che mi affascina e mi sorprende ogni volta che me ne rendo conto:la nostra visione, nei limiti delle personali capacita', e' moderatamente panoramica e tridimensionale, grazie alla presenza di due distinti organi visivi, i quali sopperiscono ai limiti della rispettiva mobilita' aiutandosi con gli organi cerebrali per ricostruire in tempo reale la parte che manca alla loro percezione: viviamo quindi producendo un continuo "film cognitivo" nel quale la definizione di un soggetto e' funzione della esperienza che abbiamo gia' vissuto della sua forma. L'utilizzo di diaframmi cosi' aperti da delineare con grande nitidezza solamente una parte, addirittura, di quel soggetto, ci produce una percezione del tutto aliena rispetto la normale capacita' visiva della media delle persone: insomma, ci consente di fissare l’attenzione su elementi che normalmente sfuggirebbero alla valutazione del nostro occhio, diventando invece parte di un'immagine complessiva, nella quale il dettaglio si omologa sui diversi piani prospettici Insomma un grandangolare iperluminoso si contrappone del tutto all'utilizzo generalistico e stereotipo che si possa avere dell'obiettivo compatto e leggero che con un largo angolo di campo "comprenda quanto piu' possibile" nell'inquadratura di un fotografo che non sappia decidersi a scegliere IL soggetto della sua foto. Che invece questo Sigma 20/1,4 determina con immediatezza e dettaglio, sempre giocando col "messaggio" e con i diversi punti di ripresa che a queste aperture determinano differenti percezioni, non solamente visive, del soggetto inquadrato Allora l'utilizzo di un 20mm smette di diventare passivamente un "insalata di genere" e ridiventa la ricerca stimolante del Soggetto all'interno di quegli sconfinati 94° sul lato lungo, che possa da solo, con la sua nitidezza, differenziarsi all'interno dell'insieme di cui e' parte indissolubile e le masse in gioco ed il colore (o la sua sintesi monocromatica) diventano a loro volta protagonisti della scena Capito perche' allora ha senso scattare con un Sigma 20mm f/1,4 Art ? Io direi... meglio che ad occhio nudo... Max Aquila per Nikonland 2016 ©
  15. Il piu' venduto di sempre, credo, tra gli obiettivi Sigma Art esiste ovviamente anche in baionetta proprietaria e Vuole, Deve essere montato sul Foveon della Sigma sd Quattro H che ci ha prestato insieme agli altri due Art dei quali ho appena scritto: Sigma 14mm f/1,8 Art DG: luce per tutti, dappertutto Sigma 135mm f/1,8 Art: il Teatro della Vita L'ho utilizzato insieme agli altri due e negli stessi contesti all'interno dei quali sono scaturiti gli altri due articoli, quindi questo mio terzo costituira' una sintesi fotografica di concetti gia' espressi e non a caso con questo obiettivo da 35mm su formato pieno che, sulla Sigma sd Quattro H, copre un angolo di campo 1,2 volte piu' ristretto, equivalente ad un 42mm su formato pieno. Quindi quanto di piu' vicino ad una focale standard equivalente per questa particolare e stupefacente mirrorless dotata di sensore Foveon. Del Sigma 35/1,4 Art ha gia' scritto nel 2014 Mauro Maratta qui. Si tratta di un obiettivo da 13 lenti in 11 gruppi lungo 9,4 cm per 7,7 di diametro (filettatura filtro da 67mm), pesa 665 grammi e con diaframma a 9 lamelle che chiude fino ad f/16. Vanta distorsione pressocche' nulla ed un MTF di nitidezza particolarmente buono al centro immagine, meno ai bordi Paraluce a petalo (non capisco il perche' su questa focale) 30cm la minima distanza di messa a fuoco, con un rapporto di ingrandimento da 1:5,2 Motore HSM silenziosissimo, nessuna stabilizzazione (con quella luminosità...) antiriflesso Sigma multistrato, per minimizzare flare e ghost, compatibilità, come per tutti gli Art, al dock USB ed al programma gratuito Sigma per la minimizzazione di ogni front o rear focusing, oltre che per gli aggiornamenti fw eventuali. sistema di messa a fuoco flottante, utile per diminuire l'escursione del barilotto cosa molto frequente oltre che negli zoom anche nelle ottiche macro. La qual cosa, incuriosendomi mi ha portato a compiere alcune prove di ripresa close up, con una lente addizionale Marumi HMC anteposta alla lente ottenendo subito un vantaggio nella minima maf questa la minima maf normale da 30cm dal piano focale questa con la Marumi... @ f/16 con lente senza lente @ f/4 con... senza... @ f/1,4 con... senza... In entrambi i casi un obiettivo che si avvicina parecchio al soggetto e che anche alla massima apertura, lo caratterizza, in funzione del bellissimo effetto dello sfocato che gli appartiene. Ancora (con un soggetto cromaticamente piu' complesso)... minima maf @ f/1,6 senza lente addizionale crop 200% Esterni, luce naturale... Torniamo a Bagheria, dentro quella Villa Palagonia della quale ho mostrato le foto realizzate col 14/1,8 Il Sigma 35/1,4 Art adesso ci serve (come ogni focale standard consentirebbe) per realizzare scorci e particolari degli "insiemi" ottenuti col superwide citato. In simili condizioni (incluso gli EV di gamma alta) ci basterebbe un diaframma medio per definire e delineare i dettagli ripresi, ma con questo superluminoso obiettivo la mano cade sempre sui diaframmi piu' aperti, cosi' come in questo semicontroluce di un totale e del suo dettaglio superiore dx, scattati ad un f/2 che non consentirebbe in realta' la definizione che vedete ai bordi, se non per il fatto di lavorare su sensore 1,2x e quindi con la parte meno compromessa del bordo. Nelle soggettive ambientate poi, basta una differenza di un paio di stop come nelle seguenti due immagini, scattate a f/1,8 oppure a f/4 per determinare gia' una decisa differenza sullo sfondo e lo sfuocato. Villa Palagonia e' altrimenti conosciuta come "la Villa dei Mostri" per la presenza di innumerevoli statue raffiguranti caricature di personaggi e divinità di pura fantasia realizzate da uno dei suoi proprietari lungo i muri di cinta ed all'interno del giardino, figure spesso deformi e ridicole, specchio della personalita' invero curiosa del principe di Palagonia che la fece edificare. difficili da isolare dal contesto urbano circostante tanto quanto indimenticabili per i contrasti, non solo artistici, che rappresentano f/1,8 f/1,8 con le quali mi diverto a tentare (con tutta la difficolta' che un 35mm consente) di isolarle dagli sfondi, aprendo al massimo delle possibilita' che i minimi ISO della macchina, abbinati agli EV di un mezzogiorno di agosto siciliano possono concedere. La vignettatura si vede, e' presente, ma non disturba eccessivamente... f/8 Fino a quando non getto la spugna e comincio a dedicarmi a diaframmi piu' chiusi f/8 f/13 La Sigma sd Quattro H che sto utilizzando, aiuta in queste riprese consentendomi cambi di formato on-camera che reputo sempre molto utili, specie quando gli obiettivi si prestino, come nel caso di inquadrature in proporzione quadrata (1:1 ) oppure questa in 21:9 formato curioso ma divertente, del quale questo crop all'estrema sx, dimostra ancora le qualita' lineari di questo 35/1,4 Art gia' a f/2 Ancora bizzarre forme e figure, in luce ed in controluce, ghosts, flares ed ogni altro disturbo, virtualmente assenti dalla lente frontale di questo ottimo obiettivo che quando poi lavori in luce, ripaga cromaticamente anche nelle riprese meno ortodosse del fotografo, rispetto la direzione della luce. Interni, available light... Sfrutto, per questa tipologia, l'opportunita' degli interni della cattedrale ortodossa di Palermo, quella Santa Maria dell'Ammiraglio (Antiocheno) detta anche " Chiesa della Martorana" per la vicinanza al convento omonimo, ove le suore di clausura realizzavano fino alla mia infanzia, i dolci di pasta reale (al Nord direste marzapane) a base di mandorle siciliane, coloratissimi e a forma di frutta (foto dell'anno scorso con il 50/1,4 Art) la bonta' e fama dei quali diede nome alla ben piu' importante chiesa ortodossa che avrete gia' vista fotografata in altri miei articoli Ovviamente la totalita' delle immagini a massima apertura, giusta la condizione dell'illuminazione, esclusivamente proveniente dalle finestre poste in alto, terreno ideale anche se ai fatidici 100 ISO ai quali le cromie del Foveon manifestano il meglio delle sue potenzialità. Altare principale volta centrale in entrambi i sensi... volta di destra controvolta di dx e dettaglio (crop al centro del 200%) stucchi su altare laterale crop centrale sul bokeh a f/1,4 Un caleidoscopio di forme e colori resi sempre in maniera equilibrata e lineare dal nitido e contrastato Sigma Art 35/1,4 pur in condizioni limite di illuminazione e grazie alla collaborazione della mirrorless sd Quattro H che non soffre i tempi lunghi a mano libera (tutti gli scatti tra 1/20" ed 1/50"), neppure in assenza di stabilizzazione ottica. Esterni in luce mista ed artificiale... Le stesse Nuvole di Aristofane, utilizzate per descrivere il 135/1,8 Art mi sono servite per allargare il campo e dare preminenza alla scena, rispetto ai singoli soggetti (il che e' poi la differenza di linguaggio fotografico tra uno standard ed un mediotele come un 135mm) Si inizia al crepuscolo, ma con una luce naturale ancora protagonista rispetto alle luci di scena diaframmi aperti a f/2, ma che consentono i 100 ISO e tempi abbastanza sicuri da 1/250" - 1/200" purche' con monopiede Socrate e le Nuvole sono impegnati a mostrare al Mondo la propria saggezza e cultura, utilizzando tablet, smartphone e... il cloud (of course) ! attrezzi ...di scart, piu' che ...smart ma tutto fa gioco per attirare i gonzi, come lo stolto contadino che vorrebbe istruirsi per poter gestire il figlio irrequieto e spendaccione poi la luce cala di parecchio rispetto all'ora blu fotografata col 135 (che ho utilizzato prioritariamente) e scemiamo anche di tempi, scattando a 1/50" - 1/60" ma Nuvolette e sfondo sono ancora ben mescolati, colori attendibili (prevale ormai quella dei riflettori, artificiale) e l'insieme di 35 Art e Foveon va ancora piu' che bene. Quando finisce ogni sprazzo di luce naturale, tutto dipende da qualita' del bilanciamento del bianco e tenuta cromatica del sensore: l'obiettivo puo' continuare a fare il suo degno lavoro, ma si deve stabilire un compromesso tra documentazione e qualita' finale delle immagini. I diaframmi sono la massima apertura o uno o due terzi di stop di chiusura, ma grazie alla mancanza di necessita' di bilanciare la luce mista delle situazioni precedenti, ci si puo' addirittura permettere di tornare a tempi di sicurezza di 1/100" - 1/200" esponendo spot sui volti degli attori e sobbarcandosi l'onere di postprodurre gli eccessi di saturazione delle luci di scena su abiti e pelle degli attori nelle situazioni di emergenza, magari shiftando verso il B/N sempre che i soggetti e il contrasto di illuminazione si prestino oppure anche no... Qua Strepsiade finalmente manda a quel Paese le Nuvole, ed anche... Socrate, prima di dargli fuoco Segue la commemorazione dei simboli della "smart philosophy" (il calzino bianco bucato di Socrate, usato nel pensatoio) finale in allegria... e processione funebre Noi che siamo sopravvissuti, riconosciamo nel Sigma 35mm f/1,4 Art, a distanza di ben cinque anni dalla sua presentazione, ancora intatto il crisma che ne ha fatto il bestbuy della serie Art. I pregi e la maneggevolezza superano i pochi difetti, quali la lieve disomogeneita' (in FF, non qui...) tra centro e bordi, ma apprezziamo le doti di contrasto al centro e di neutralità cromatica pur nelle peggiori condizioni nelle quali abbiamo costretto a lavorare il Foveon della sd Quattro H con la quale lo abbiamo testato, la velocita' e precisione del motore HSS, nonche' dello strato antiriflesso a prova di flares. Ancora un grazie a per l'estrema cortesia e disponibilità manifestateci... e se la domanda vi premesse davvero, vi rispondo subito: si... mentre scrivevo questo articolo contemporaneamente ho contrattato l'acquisto di un 35/1,4 per le mie Nikon. Quale miglior garanzia? Max Aquila photo (C) per Nikonland 2017
  16. Sigma definisce per prima con questo zoom lo stato dell' Arte degli obiettivi a focale variabile in available light Questo zoom mi ha preso letteralmente la mano... Non si tratta "solamente" del fatto che siamo finalmente di fronte ad un punto di svolta epico: il raggiungimento della luminosita' parifocale di f/2 (equivalente al passaggio, nella meta' degli anni Ottanta, dallo zoom 35-70 f/3,5 a quello f/2,8) non si tratta nemmeno "soltanto" di ergonomia ed equilibrio costruttivo di questo imponente oggetto di 980 grammi (paraluce a petalo incluso), forte di uno schema di ben 18 lenti in 13 gruppi, lungo "fuori tutto" 13cm e con un diametro filtri di ben 82mm, che mette a fuoco gia' a 27cm di distanza minima (buono su tutte le focali disponibili), nemmeno dell' insolitamente ridotto range di focali di "solo" 1,45X, che fa rimanere il frutto delle sue inquadrature tutto nel campo dei grandangoli, abituati come siamo a vedere e comprare zoom transtandard piu' o meno esagerati. E nemmeno della estrema cura, comune a tutti i Sigma Art, i relazione a materiali, assemblaggio ed aspetto estetico, come l'elegante diaframma a nove lamelle ed un sopraffino trattamento antiriflesso che garantisce neutralita' anche nei tentativi piu' estremi di metterlo in crisi... Questo obiettivo e' un terremoto tra gli zoom perche' stabilisce un nuovo parametro sul livello cui si possa aspirare rispetto gli obiettivi a focale fissa di corrispondente angolo di campo. E' di fatto a mio parere un insieme di focali fisse di elevata e costante qualita', riunite in unico barilotto e del tutto soddisfacente per sostituirle senza ...spinosi rimpianti S come Sigma e come Solunto... Se un terremoto e' un sconvolgimento geologico che si manifesta sprigionando un'eccezionale energia, in questo zoom Sigma Art l'energia si manifesta nella sua principale qualita', quella di definire in maniera inappuntabile l'inquadratura scelta in aiuto del fotografo che lo utilizzi,sia avvicinandosi ed allontanandosi dal soggetto sia variando la focale che, per quanto possa sembrare limitata nel range, lavora tra i 63° e gli 84° di angolo di campo, quelli per l'appunto tra i quali anche la variazione di un paio di gradi opera profonde differenze compositive. Un'altra caratteristica definitoria di questo obiettivo (che mi risulta difficile chiamare "solamente" zoom) consiste nella grande capacita' di dettaglio, al solito costante su tutto il range di focali e di aperture, che, avvicinandosi al limite minimo della distanza di messa a fuoco, pur con un RR non migliore di 1:4,4 (crop 2 x)lo porta perfino a capacita' di "analisi" dei dettagli di un piu' vasto campo inquadrato, grazie ovviamente anche allo stacco dallo sfondo concesso dalla grande apertura massima disponibile nonostante non sia certo questa la sua destinazione d'uso, che immagineremmo meglio orientata alle classiche vedute d'insieme, ma che da sole non potrebbero giustificare per nullal'unico suo motivo di acquisto S come Sigma e come Selinunte... Terremoto nella considerazione che usualmente si ha dei diaframmi piu' aperti di un obiettivo a focale variabile:gia', perche' in questo Sigma Art diaframmare non serve poi a tanto... f/2 se non ad eliminare quello stop di vignettatura ai bordi che rende invece l'apertura massima cosi' interessante, f/4 f/4 per l'evidente, maggiore, tridimensionalita' che ne deriva f/2 Utilizzando in tal senso la massima apertura... f/2 rendendo finalmente un ibrido il vecchio limite di f/2,8 qui ne' carne ne' pesce f/2,8 e ottenendo il meglio delle sue potenzialita' gia' ad f/4 f/4 certamente il piu' interessante dei suoi diaframmi "medi" Non ce la faccio proprio: con ogni zoom, tendo a usare prevalentemente la focale piu' wide:nemmeno stavolta sfuggo alla tentazione di distorcere il soggetto in inquadratura... Il risultato e' che il terremoto si propaga...la distorsione resta sempre contenuta pure in totale difetto di ortogonalita'! Ancora meglio se ci si contenga, semplicemente facendo qualche passo indietro rispetto questo monumento...ottico che con la giusta luce... vibra!!! S come Sigma e come Segesta... E dopo le rovine di antichi terremoti, Quale miglior palcoscenico per questo obiettivo se non i violenti contrasti di luce sotto un cielo di pioggia, al teatro greco di Segesta, enclave degli Elimi schiacciata tra Greci e Punici dove ho potuto utilizzare con profitto anche i diaframmi intermedi di questo Sigma Art deducendo ulteriore convincimento della sua netta equivalenza, dopo f/4, in tutte le successive opportunita', in funzione di una definizione delle parti estreme del soggetto, che e' gia' evidente ben presto tra le sue nove lamelle e che, ancora una volta, mi convince della sua utilita' per sottolineare spazi ulteriori oltre il piano di messa a fuoco f/2 f/4 f/8 semplicemente funzione della narrazione fotografica.con una capacita' descrittiva generalista, anche oltre il limite del peggiore controluce, in ombra totale S come Sigma e come (omaggio al) Serpotta "Available light" = luce disponibile Cosa possa diventare il Sigma Art 24-35mm f/2 DG in condizioni di illuminazione ambiente debole o addirittura... scadente, lo testimoniano queste riprese, prevalentemente effettuate a f/2 (of course), con un sensore capace, come quello della mia Nikon Df, di ISO elevati senza apparente degrado di immagine e, ovviamente, a mano libera. In un itinerario dedicato al Serpotta, che passa tra le chiese palermitane di Casa Professa, di Santa Maria in Valverde, di San Mamiliano e dell' Oratorio del Rosario in Santa Cita, che spazia dalle vedute piu' generali ai piu' minuti particolari alcuni nascosti nelle pieghe della ricchezza di dettaglio dell'Artista... non meno che di questo altro obiettivo Art... ancora una volta indispensabile a delimitare il campo desiderato con la sua ridotta gamma, ma di importanti focali Anche da prospettive architettonicamente...inconsuete Pronto comunque a riportarsi sui binari della beata consuetudine...mai troppo abusata costruendo un potenziale percorso visivo che continuamente conduca al particolare dall'universale Concludendo...? Si... questo Sigma Art 24-35/2 mi ha davvero preso la mano... del resto 1430 scatti in pochi giorni testimoniano della progressiva assuefazione alle potenzialita' di questo obiettivo dalle molteplici focali, che contravviene alla regola aurea dello stereotipo visivo, secondo la quale la maggior parte delle foto scattate con uno zoom sono in realta' inquadrate alle focali piu' consuete di cui disponga invece che a quelle intermedie.Se riguardo gli exif degli scatti mi accorgo invece di avere scattato a proprio tutte le focali del range (tranne che a 33mm ???) oltre che prevalentemente alle due focali estreme. Questo per la estrema costanza delle prestazioni dell'obiettivo, viziate unicamente (come evidenziato) da una "piacevolissima" vignettatura ad f/2 di tutte le focali e da una lieve distorsione a barilotto a 24mm, fisiologica e poco fastidiosa. Riassumendo:giocare con la pdc a diaframmi contigui... e/o con la messa a fuoco su soggetti contigui... f/8 f/2 e con i diaframmi estremi di gamma... e con i soggetti a distanza ravvicinata... e con dei soggetti da contestualizzare, dettagliatamente... insomma, comunque, GIOCARE... ... ah si.... ed anche: "ma che colori....!" Max Aquila photo per Nikonland 2015 © Nikonland ringrazia Mtrading Srl per averci concesso questo obiettivo in visione
  17. dedicato a chi componga Fotografia Abbiamo appena presentato qua il nuovo Sigma 12-24mm f/4 serie Art, promettendo di pubblicare "a ruota" foto nelle quali ci si possa render conto delle possibilita' di questo superwide, oltre che delle prerogative, delle quali l'articolo di presentazione dice esaurientemente. Se in ambito grandangolare ho sempre prediletto le focali fisse agli zoom, per giunta, andare al di sotto dei 20mm e' capitato prevalentemente a causa del "fattore dx" che in una prima fase del digitale ha spinto in molti a ricreare la copertura di un 20mm (che resta la mia focale wide di elezione) con obiettivi fissi e zoom ...semplicemente nati per altri scopi.Cosi' questa e' una delle prime volte che mi trovo a misurarmi con un range di focali a tutto formato cosi' estremo, capace di un angolo di campo variabile da 84 a 120 gradi, ossia da poco meno di un angolo retto, fino ad un terzo di angolo giro....Non e' poco gia' considerando una ripresa "in bolla" che a mano libera con una scultura ottica come questo zoom...sara' difficile ottenere. Nonostante il peso considerevole ed il diametro massimo di dieci centimetri questo Art cade bene in mano e da' l'impressione di essere realmente meno ingombrante di quanto non sembri. Ma la caratteristica piu' allettante, ossia quella della regolazione continua della lunghezza focale, porta naturalmente ad utilizzare la ghiera di zoomata verso gli estremi inferiori della gamma, cosi' da trovarsi piu' che spesso ad inquadrare "tutto" cio' che ci si presenta davanti, incuranti delle deformazioni prospettiche indotte dalla ortogonalita' dell'obiettivo rispetto alla scena inquadrata... senza tanto rispetto, per vedere sotto sotto l'effetto che fa... diagonali molto piu' che ardite interni a tutto campo schiacciamenti dall'alto verso il basso ...sfarfallamenti ... e tutto il campionario di orrori e curiosita' che tanti gradi di angolo di campo ci vengono concessi sul pieno formato della nostra reflex, nella fattispecie la migliore di Nikon al momento in listino In questo articolo provero' a descrivere le sensazioni indotte da questo ulteriore capolavoro Sigma dell'era Yamaki in termini di usability e qui anticipo una delle conclusioni alle quali sono giunto in un mesetto di utilizzo (grazie ovviamente alla tempestivita' di Mtrading, importatore italiano, che ce ne ha dato disponibilita'): questo zoom non e' un obiettivo per tutti e non soltanto per peso e prezzo, ma certamente non puo' essere considerato un obiettivo da street photography, come forse alcuni pensavano potesse essere.Si tratta di un attrezzo assolutamente indirizzato a chi in fotografia abbia estrema cura nel controllo della prospettiva in ambito professionale: come dice il titolo dell'articolo, addirittura un "sesto senso" per la cura di essa. E per il quale verra' ripagato con la stessa moneta utilizzata. 1 - interni Cominciamo quindi a guardare come questo Sigma Art "veda" alla sua minima focale di 12mm in interno, uno degli ambiti privilegiati dalla possibilita' di variare in maniera continua la zoomata su angoli di campo cosi' vasti, dove oltre che arretrare di pochi cm, rispetto una ripresa di base orizzontale o verticale dello stesso scorcio, basti girare il punto di ripresa di qualche cm sullo stesso asse o riportarlo sull'asse orizzontale per ottenere un campionario di riprese, ognuna autonoma e autoreferenziale, ai fini della realizzazione prefissa. Cio' che in interni risulta complesso con obiettivi da tale curvatura di campo e' sicuramente la gestione delle fonti di illuminazione, specie se miste a meno di organizzare interi set di luci artificiali, opportunamente pero' dissimulate (un 12mm vede quasi ovunque!!!) Suggestivo di certo anche in monocromatismo ma certamente di piu' per la multiforme potenzialita' di inquadrature in uno spazio ristretto, pur nella sua apparentemente ridicola escursione 2X (che al suo interno racchiude oltre agli estremi di gamma, focali wide importanti quali i 14/15/18/20/21mm, ognuna dotata di sue peculiarita') 12mm 15mm anche semplicemente zoomando dallo stesso punto di ripresa 12mm 24mm come anche qui, semplicemente restando al centro di una stanza e ruotando intorno il suo Art-eye Uno strumento, quindi, fatto apposta per introdursi in un ambiente e introdurvi gli osservatori prego, accomodatevi... 2 - esterni Stessa opportunita', ovviamente, in esterni, con la sorpresa ben gradita di un controllo cromatico eccellente, nonostante la boccia di vetro che e' la lente anteriore, costruttivamente lavorata in Sigma con apposito ed esclusivo tornio, potenzialmente recettore di riflessi e colorazioni che invece in questo 12-24 sembrano proprio essere assenti, manifestandosi sempre con la neutralita' cui da qualche anno a questa parte questa linea Art ci ha abituato a godere. Quattro possibili inquadrature dello stesso soggetto in luce e in controluce diretto o indiretto... a tutta apertura per cercare lo sfocato dietro il soggetto A mare ed al massimo della manifestazione di flares e ghost: piu' definiti e rimpiccioliti man mano che si proceda verso le aperture piu' piccole f/8 f/16 al pieno delle possibilita' di questo zoom alla minima distanza di maf notare il dettaglio della foto di prima: definizione, contrasto, saturazione: tutto come SigmaArt crea ! anche in ombra chiusa figuriamoci se in piena luce, sole alle spalle (attenti alla vostra ombra!!!) 3 - people People, reportage ambientato, street photography, sport: vero campo minato di un obiettivo da 120°A questo punto confessiamolo pure... sulle mie statistiche di Lightroom il 68% degli scatti fin qui effettuati col Sigma 12-24 sono a 12mm e la seconda percentuale rilevante e' un 8% di scatti a 20mm e poi un 7% a 24mm: queste ultime frutto piu' del "fondo corsa" alla ricerca di ulteriori focali (che non sono presenti) piuttosto che di scelta di inquadrature specifiche con quell'angolo di campo...Se utilizzare la curvatura dell'orizzonte in un panorama, o ricercare l'allineamento prospettico di un interno arredato, pur complesso, e' pero' un risultato gestibile, non appena abbiamo invece persone che non stiano esattamente al centro dell'inquadratura, non possiamo che distorcere, deformare, tagliare, sacrificare una parte del fotogramma, a vantaggio del soggetto reale della nostra composizione ma che dettaglio! anche qua! anche se sul fuori fuoco! 4 - people again... ...si, anche con le statue, oltre che con le persone... Dove la ricerca dell'inglobamento prospettico di elementi vicini e lontani, tipica prerogativa di un superwide, deve incontrare il freno del rispetto delle proporzioni: specie se il tutto sia indirizzato ad un utilizzo professionale. Diversamente....la ghiera di zoomata fa venire...il prurito! (notare come nel controluce col sole in inquadratura questo zoom riesca a direzionare l'inevitabile flare sull'asse verticale, quasi annullandolo nel riflesso della sorgente luminosa) Tutto il resto, non opportunamente gestito, e' ...libero arbitrio, non certo studio prospettico: e capita con molta facilita' di perdere il suo controllo ovviamente non soltanto con questo superwide, ma con qualsivoglia lente che interpreti in modo analogo la realta'. in fondo son sempre situazioni da... salto nel buio 5 - 12-24/4 VS. 20/1,4 Nel girovagare per la citta' con questo 12-24mm mi e' venuto spontaneo, in determinate occasioni, metterlo a confronto con uno dei Sigma Art che preferisco, il mio 20/1,4dal quale si differenzia piu' nel diametro della lente frontale (maggiore di un cm pieno), che nella lunghezza totale, praticamente identica e nella ricerca di soggetti difficili da inquadrare, che non con questi wide, ho realizzato alcune considerazioni interessanti, quantomeno sulla focale dei 20mm Intanto la sensazione che...si accendesse la luce, ogniqualvolta che, facendo cambio ottica, passavo al 20/1,4...vero pozzo di luce!Corrispondentemente, che il 20/1,4 sia meno saturo dello zoom alla stessa focale e non troppo piu' inciso del fratellone meno luminoso: di certo sempre lievemente sovraesposto (+0,3EV) rispetto lo zoom 20 fisso @ f/11 20 zoom @ f/11 Guardiamo a f/4 ed f/11 lo stesso scatto ed il dettaglio per entrambi gli obiettivi: zoom @ f/4 e dettaglio fisso @ f/4 e dettaglio zoom @ f/11 e dettaglio fisso @ f/11 e dettaglio Comunque di eccellenza si tratta per entrambi zoom @ f/8 fisso @ f/8 Nella possibilita' di utilizzo con luce come quella della primavera a Palermo, dell'intera gamma dei diaframmi con tempi di assoluta sicurezza, sono riuscito a determinare come (a mio parere) il diaframma piu' nitido alla massima pdc, prima dell'avvento di un'ineluttabile diffrazione, essere f/11 f/4 f/11 f/22 (messa a fuoco sulla pilotina in primo piano, pdc visualizzabile sulla scritta col nome della nave di sfondo) 6 - conclusioni In buona sostanza sono fortemente impressionato dalle qualita' progettuali di questo zoom: che e' studiato per inquadrare, rispettando luce e composizione ben oltre i limiti fisici della sua, affascinante, estrema focale wide.Correttissimo nell'antiriflesso, ma anche all'estremo, nella forma compatta e ben accettabile dei flares prodotti dai frequentissimi controluce ingenerati dall'enorme angolo di campo a 12mm, pari ad un terzo di un giro completo della Terra. I files che produce sono duttili cromaticamente ed anche nell'eventualita' che necessitino tagli di inquadratura Induce a paziente riflessione nella scelta, a mano libera, dell'angolazione da imporre all'inquadratura per mettere dentro quanto richiesto e questa riflessione non puo' che essere motivo di perfezionamento nella propria tecnica. Lo ritengo dedicato, proprio per questo, a chi della Fotografia ami la componente compositiva, piu' che quella istintuale, della quale questo zoom comunque puo' essere comunque altrettanto interprete Non penso possa trovarsi bene in qualsiasi mano: nella street serve andare in giro il piu' semplici e leggeri possibile, nel reportage di cronaca servono range focali che in wide arrivino almeno a 35mm e poi anche uno o due diaframmi di luce in piu'...Nello sport serve un ritratto del soggetto il piu' possibile esaltante delle sue qualita' atletiche... e i 12mm trasformerebbero in bastoni di scope anche i piu' tarchiati piloni del rugby...oltre a dover arrivare davvero troppo vicini all'azione. Di certo non ho mai visto un obiettivo su questi range focali migliore di questo in termini di distorsione (non indotta da inclinazioni improprie) e, sopratutto, NITIDEZZA !!!Quando si va ad ingrandire anche il centro dell'immagine scattata con un wide spesso si raccolgono delusioni inimmaginabili: questo obiettivo, anche a 12mm va a fuoco sul soggetto con una velocita' e precisione che solo Sigma su tali focali ci ha regalato negli ultimi anni con la serie Art. Ciononostante continuo ad amare i wide fissi: quelli che arrivi coi piedi nel punto da cui devi scattare la foto, e dopo poche volte lo sai gia' prima di mettere l'occhio al mirino di essere gia' nel punto giusto. Ma questa boccia di vetro la voglio usare ancora: non riesco comunque a stancarmene! Grazie ancora a MTrading per la fiducia nella Redazione di Nikonland Max Aquila photo © per Nikonland 2017
  18. quando si dice: la qualita' e' tutto...! Abbiamo gia' abbondantemente detto e mostrato di questo Sigma 12-24mm f/4 DC HSM Art, prestatoci per un paio di mesi da Mtrading, nella sua piu' congeniale collocazione in ambito Nikon, ossia sulla D810, la reflex che possiede su questo marchio il sensore della migliore qualita' e densita'. Mentre lo utilizzavo con la soddisfazione che ho raccontato ed il profitto che le mie foto, spero, abbiano espresso, mi attraversava la mente l'idea di fare la medesima esperienza collocando questo zoom (capace di un angolo di campo esteso fino a 120°), anche sulla mia D500, reflex di formato APS-C, tarpandogli quindi le ali, trasformandolo in un 18-36mm equivalente, certamente una copertura meno eclatante del valore assoluto di cui questo eccellente obiettivo e' accreditato, ma classicamente in uno zoomino 2x per un corredo da viaggio, in associazione ad un 50mm luminoso e ad un telezoom a piacere.Per confutare le mie osservazioni conclusive dell'articolo citato, nelle quali sostenevo che Quote Bene, adesso a 35mm ed anche oltre ci si arriva, gli stop di luce in piu' li compensiamo con la gamma dinamica dello splendido sensore della D500, i 12mm deformanti non ci sono piu'... e quindi...?Resta di certo il peso... Ed e' stato cosi' che, approfittando di una mezza settimana progettata (in pieno fuori stagione, ad inizio di aprile) tra Cagliari ed il sud/sudovest sardo, complice un corso di lavoro della mia compagna Raffaella, ho fatto la mia borsa fotografica, appunto con gli elementi sopracitati (e qualcosa in piu') e su di una Panda in affitto ho cominciato il mio tour, alla fine del quale i 950 km percorsi, sono stranamente coincisi con il numero degli scatti (esattamente 950) effettuati con il solo Sigma Art: su un totale di piu' di 1500, quindi, il Sigma Art 18-36mm f/4 l'ha fatta da mattatore, come era nelle stelle che dovesse essere... Il secondo motivo per cui abbia voluto scriverne un secondo articolo, risiede nell'entusiasmo che mi ha suscitato l'uso prolungato di questa enorme boccia per pesci rossi e la curiosita' di vederlo alle prese col sensore della D500, sicuramente meno esigente di quello della sorella maggiore, ma molto piu' propenso a quelle regolazioni verso l'alto degli ISO che nelle fattispecie di ripresa di questo veloce tour sardo mi sarebbero state necessarie.Una notazione di servizio: nel nome di ognuna delle immagini postate nelle pagine seguenti, troverete anche la focale equivalente alla quale ho scattato.Ossia, con la ghiera di focale regolata a 12mm il file si chiamera' 18mm e cosi' via fino a 36... e cosi' li considerero' io stesso nell'articolo Cosa resta da dire di questo Sigma Art? nulla, a voi il giudizio: ormai gli editor di Nikonland sono diventati troppo di parte per Sigma.E Sigma Art unitamente al profilo colore FL(at) sono diventati per me connubio indissolubile con Nikon... Scusate se e' poco! Primo giorno dedicato a questo obiettivo, andando dal sud verso il centro della Sardegna, per fermarci a Barumini, nella regione della Marmilla, specificamente per visitare uno dei nuraghi piu' rappresentativi (che grazie alle indicazioni delle persone incontrate, diventeranno due, anzi poi tre...). Cominciamo dalla deliziosa chiesa tardogotica della Beata Vergine Immacolata, al centro di questo paesino regno delle ricerche di un archeologo sardo, nominato accademico dei Lincei per le sue scoperte, il prof. G. Lilliu. Certamente un 18mm necessita per un'immagine orizzontale d'insieme, come d'uopo per documentare, tanto quanto di stringere l'inquadratura su entrambi gli orientamenti per meglio descrivereNegli interni ugualmente sia per l'insieme che per la piu' evidente delle qualita' di questo obiettivo, la definizione nel particolare sfruttando la sua massima apertura. A fianco a questa chiesa sorge un'istituzione culturale, fondata dallo stesso Lilliu, che contiene "casa Zapata" un palazzo del Seicento che recentemente si e' scoperto essere stato edificato su un insediamento nuragico che adesso ingloba e, sorprendentemente...mostra!"Su nuraxi E'Cresia" il nuraghe della Chiesa, in funzione della adiacenza ad essa. Ovvio che in tutte queste riprese la piu' corta focale dello zoom unitamente alla qualita' dinamica del sensore D500, capace di far coesistere luci alte e basse, consentono vita facile al turista fotografo Ma l'interesse per questa localita' sarda e' tutto orientato all'incredibile complesso fortificato Su Nuraxi, formato da un maschio di quasi 19 metri d'altezza e tre camere sovrapposte, contornato inizialmente da quattro torri nuragiche, poi affiancate da un secondo stadio di cinta e da altre cinque torri, contornato da un villaggio di un'epoca stimata tra il 17° ed il 13° sec. AC La visita guidata permette di comprendere al meglio come in pochissimo tempo il prof. Lilliu sia riuscito con i mezzi ancora primigenii degli anni Cinquanta del 900, a disseppellire quelle che fino allora erano vestigia incognite e a realizzare degli studi che ne hanno fatto comprendere l'importanza, non solo dimensionale, ma storica, per la definizione del periodo nuragico della Sardegna, terra nella quale, grazie alla natura differente rispetto il resto del territorio italiano si sono avvicendate popolazioni e tradizioni antichissime, testimonianza delle quali e' rimasta piu' integra grazie, non solo all'isolamento territoriale, ma anche alla totale assenza di sismi che altrove hanno mutato orografia ed integrita' dei luoghi, rendendone difficile la trasmissibilita' e conoscibilita'. I 18mm la fanno ovviamente da padrone nella maggior parte di queste riprese, giusta anche la necessita' di interporre "spazio" dove spazio proprio non esiste, tra camminamenti per popolazioni alte mediamente venti cm meno di noi e passaggi in pietra viva (e vegeta) caratterizzati dal buio delle camere secondarie dei nuraghi, quelle sottomesse perlomeno, fiocamente illuminati da spiragli di luce, ove non da lampadine posizionate a ... tutela della vita dei visitatori Non ho mai corretto le dominanti di colore, per cercare di trasferire (in qualche modo) l'enorme suggestione che provoca lo spostarsi su percorsi battuti e vissuti dai nostri simili di quasi 4.000 anni fa Auto ISO tra 100 e 6400, con impostato un tempo minimo da 1/125" per ottenere di scattare in tutte le condizioni di (non) illuminazione con la qualita' che a quei livelli la mia D500 consente, ma anche a luce ambiente in esterni dove diventava necessario anche chiudere il diaframma ai valori (by me) piu' congeniali a questo zoom, ossia f/8 ed 11.In postproduzione, al PC, solo piccole correzioni del rapporto S/R sugli ISO piu' alti, su LR. Il terzo complesso nuragico indicatomi nel primo giorno di perlustrazione sardo, e' non troppo lontano da Barumini, non troppo vicino: nel borgo nascosto tra i campi di Villanovafranca,dove un battesimo si annuncia gia' dal sentiero che porta alla masseria dove si festeggera' paese ovviamente caratterizzato come il nuraghe che custodisce, da edifici costruiti in pietra viva, che al Sigma piace tanto e da una piazza principale dalla prospettiva cara a tanti luoghi dell'edilizia rurale del ventennio fascista, (le linee cadenti si possono dominare anche a 18mm ) l'importantissimo complesso di Su Mulinu, che grazie ad una campagna di scavi iniziata all'inizio degli anni Ottanta e non ancora ultimata, sta dando risposta a moltissimi quesiti della storia nuragica della Sardegna, caratterizzata purtroppo dalla totale mancanza di testimonianza scritta, che non si derivi dagli oggetti che in luoghi come questo sono stati rinvenuti compreso un sorprendente e stupendo altare votivo dell'VIII sec AC dal fascino magnetico anche per la storia della sua scoperta narratami dalla guida eruditissima che ho avuto la fortuna di ascoltare. Che parla del periodo nuragico, di quello fenicio e di quello punico, di quello romano e di quello vandalico, dei barbari che approdarono qui in Sardegna, attraverso secoli e millenni, contribuendo alla ricostruzione storica della vita dell'Uomo.Scienza, religione, suggestione, tutto attraverso l'occhio di pesce del Sigma Art sulla mia Nikon... E la Sardegna non e' solo pietra, ma sopratutto mare e colore, come non ho mancato di godere durante il mio breve viaggio, rasentando spiaggie, coste, rade piu' o meno deserte (ad aprile?...non credo solo per questo, quanto per l'immensita' degli spazi ancora integri in questo versante dell'isola), ma incontrando sul mio percorso anche cave, murales (tanti, come quelli del paese di San Sperate) ed in generale, luoghi degni sempre di essere considerati fotograficamente, specie con l'obiettivo oggetto di questo articolo, indispensabile nel suo range di focali (equivalenti). Immagini, luce, colori, con le quali il Sigma, un po' a tutte le focali (perche' nei panorami non servono soltanto i grandangoli spinti) dimostra di trovarsi a suo agio certamente quando la luce sia brillante, talvolta un po' in minor dettaglio, come gli EV diminuiscano e/o nei controluce (facili come sul formato pieno) nei quali dove piu' dove meno, compaiono i flares gia' decantati (per la loro contenutezza) nell'articolo precedente al riguardo.Raramente quest'obiettivo mostra immagini desature o poco dettagliate. Raramente resta indifferente o causa delusione, dopo osservata la...cattura. (solo...non bisogna mettere umani ai bordi...neppure in APS-C) Last but not least, Cagliari ...dove i polpacci si torniscono nei saliscendi tra il centro residenziale e quello monumentale, dove camminare a naso all'aria e' consigliabile quanto l'opposto (per evitare inciampi e cadute ), dove le vestigia di numerosi e ben concreti passati si fondono al presente di una citta' nella quale mangiare bene e' considerato tanto quanto il godere dell'assetto urbanistico curato e pulito.Il Sigma Art 18-36/4 va a nozze con Cagliari... La meravigliosa Cattedrale di S. Maria Assunta e S. Cecilia, adornata di colore e forme sia nella imponente e prospettica facciata completata in sette secoli di modifiche sia nei suoi interni barocchi e nella imponente e ricchissima cripta (dettaglio del bordo alto dx a testimoniare la nitidezza di questo zoom anche ben fuori dalla zona di maf ed in condizioni di luce precaria) Non c'e' distorsione fuori da quella prospettica, non viene mai a mancare dettaglio ai bordi immagine, non serve postprodurre se non per gli errori (possibili) in inquadratura.Cromaticamente indenne da noia... quando si dice: la qualita' e' tutto...! Aggiungo, per concludere, alcuni scatti realizzati in un altro importante sito archeologico sopra Iglesias, quello di Antas, dove alla meta' dell'Ottocento, il Generale Lamarmora, perlustrando alla ricerca della leggendaria citta' perduta di Metalla, si imbatte' nelle rovine puniche e romane del tempio dedicato alla divinita' primigenia del "sardopadre" chiamato Babi o Babay, rispettato nel culto romano fino alla sua riedificazione, probabilmente sotto Caracalla.I lavori di restauro e riqualificazione del sito cominciarono solo verso il 1967 per concludersi dieci anni dopo. Incredibile il modo in cui si svela alla vista dei visitatori, all'interno di una vallata che un tempo fu popolata da querce da sughero, probabilmente enormi come questo esemplare, segnalato sul percorso. La mia opinione sull'obiettivo con cui ho scattato il 70% delle foto di questo viaggio (e mi riservo di integrare queste foto nel mio blog ed in galleria, prossimamente) dovrebbe trasparire dalla resa ottenuta e dalla considerazione con la quale l'ho voluto abbinare anche in questo modo improprio alla mia Nikon D500. Non mi pare cambi molto rispetto alla maggiore densita' di informazioni del miglior sensore della D810.Non mi sembra di aver travisato il senso di questo progetto ottico Sigma Art, bensi' di avere suggerito una ulteriore potenzialita' di utilizzo a chi, come me, possegga corredi di formati differenti, non solo da sfruttare con le lunghezze focali maggiori, cosi' come sarebbe logico comprando una reflex APS-C oggi, in tempi di FF prestazionali e non piu' eccessivamente costose. Ringrazio ancora Mtrading per la cortesia con la quale ce ne ha concesso utilizzo e spero di aver prodotto argomenti di interesse per altri utenti, non ancora raggiunti dalle potenzialita' di questo wide zoom. Max Aquila photo © per Nikonland 2017
  19. Attenzione : in questo articolo sono presenti quasi esclusivamente immagini di nudo, anche esplicito. Chi si sentisse offeso o turbato dalla loro visione é pregato di interrompere la lettura. Mentre se continua, lo fa dichiarando di farlo di sua volontà. *** A fine sessione, modella e fotografo distrutti, ma il Sigma 24-35/2 a 35mm non fa una piega e continua a lavorare al suo meglio. Non so se l'ho scritto chiaro nel mio test dell'anno scorso ( Sigma 24-35mm F2 Art : prime impressioni (test/prova) considero questo zoom, semplicemente lo zoom migliore finora presentato con attacco Nikon, a prescindere dalla fascia di prezzo e con buona pace dei proprietari del meravigliosamente costruito Nikon 200-400/4 che costa circa 6 o 7 volte questo grandangolare Sigma. Intanto ho potuto provare anche i due eccellenti Leica per la SL, oggetti di altra classe, classe a cui mi sento di associare questo Sigma Art. E' vero, ha una escursione breve, solo da 24 a 35mm. Ma è eccellente a tutte queste focali, millimetro per millimetro. E' sempre nitidissimo. Ha sempre una distorsione molto ben controllata. Non ha aberrazioni cromatiche (o almeno, io non le ho mai viste). Per questo ho deciso di tributargli un ... tributo particolare. Uno zoom pensato certamente per altri generi fotografici (dal reportage, sia in interni che in esterni, al paesaggio e al ritratto ambientato o al matrimonio). Quello che segue è un servizio - anzi due - di nudo, in alcuni casi anche esplicito, fatto esclusivamente utilizzando il Sigma Art 24-35mm F2. E basta. Sfruttandone le sue peculiarità anche per evidenziare le peculiarità del soggetto. Un soggetto scelto appositamente per questo obiettivo ed esaltarlo. Per tutto il servizio - durato 6 ore su due giorni differenti. Mi sono lasciato ispirare dallo strumento. Avendo cura di utilizzarlo per tutta la sua gamma focale e non semplicemente per le classiche 24-28-35. E' stato impegnativo. Ma mi sono divertito. Nelle pagine seguenti troverete solo noiosissime fotografie di nudo. Invito chi non gradisce questo tipo di fotografia a lasciare questo articolo. Gli altri si annoieranno con me. Vi avviso, sono molte foto, 12 pagine, selezionate per focale. In alcuni casi ripetute per le varie focali in modo da mostrare il differente comportamento dell'obiettivo. E' un test approfondito in termini pratici cui non aggiungerò altre, inutili, parole ma solo i millimetri ! 24mm 25mm 26mm 27mm 28mm 29mm 30mm 31mm 32mm 33mm 34mm 35mm A servizio completato, mi sono accorto di aver trascurato le focali 33 e 34mm e mi sono trovato pochi scatti in quel range. Segno che nell'uso le trovavo poco dissimili dal 35mm. Per tutte le altre invece, la varietà della gamma espressiva di questo zoom mi ha consentito di ottenere scatti differenti semplicemente cambiando focale. Vi assicuro che Yulia si è in alcuni casi giovata delle mie scelte di focale. Scelte consentitemi solamente dalla qualità assoluta per tutto il range di funzionamento dello zoom. Una qualità più unica che rara. Ricordo che l'obiettivo ci è stato dato in visione da Mtrading lo scorso anno tra settembre e ottobre e poi lo abbiamo restituito. Ogni tanto mi manca e mi piacerebbe averlo nel mio arsenale, tanta è la sua qualità. Ma la mia frequentazione di queste focali non lo giustificherebbe. Almeno per il momento. Il servizio presentato è stato effettuato nell'ottobre 2015 presso lo Spazio Blu di Via Tortona e il Cross+Studio di Milano, grazie all'aiuto di Rossano Rinaldi, con la modella bielorussa Yulia. Sono stato a lungo indeciso se pubblicare o meno questo articolo. Lo faccio adesso dopo 10 mesi dalla data di scatto perchè mi è stato sollecitato al Nikon Day di giugno. Non me ne vogliano gli altri non interessati. Un'ultima curiosità.Questo test è stata un sfida per me e per l'obiettivo che mi è stata suggerita dall'amico Max Aquila che intanto aveva provato l'oggetto e se ne era fatta una sua più precisa idea, forte della sua lunga frequentazione di queste lunghezze focali
  20. ...and then they were three... Nemmeno il tempo di gioire per l'avvento (dopo trent'anni) del nuovo grandangolare di casa Nikon, qui testato a gennaio di quest'anno, che a completare la triade di superwide fissi per Nikon si presenta con veemenza il primo obiettivo da 20mm di luminosita' f/1,4 mai costruito, questo Sigma Art dalle giunoniche proporzioni, piu' vicino per dimensioni e peso a un 14mm che al vecchio 20/2.8 effigiato al centro di questa...foto di gruppo. Ancora una volta messo a disposizione a tempo di record da MTrading, importatore per l'Italia, con la sollecitudine e la gentilezza che ci ha permesso di testare sul campo alcune delle piu' importanti novita' che Sigma ci ha regalato in questo ultimo anno. Se un confronto si limitasse a dimensioni e peso, facilmente si potrebbe discriminare tra i due obiettivi del test in oggetto, unitamente al terzo, vecchio e inferiore per due stop di luminosita' al nuovo Sigma, in funzione del fatto che il Nikon AFD con i suoi 286 grammi ed i 55mm di lunghezza da flangia di montaggio al paraluce di certo si impone per comodita' d'uso rispetto al pur leggerissimo fratellone AFS di luminosita' f/1,8 che pesa solamente 378 grammi ma misura pero' 115mm dall'estremita' del paraluce a petalo (di ben 95mm di diametro) fino alla flangia. Il Sigma Art appartiene ad altra categoria costruttiva, accreditato di uno schema ottico da 15 lenti in 11 gruppi (due lenti in piu' del Nikon AFS) impressionante per il numero di elementi speciali e di un barilotto che fa corpo unico col paraluce fisso, heavy metal all, che porta il peso complessivo a 950 grammi e la lunghezza fuoritutto a 125mm per 90 di diametro complessivo. Se il prezzo dovesse riflettere la qualita' di quanto appena descritto, gli 800 euro che costituiscono il prezzo di presentazione italiano di questo nuovo gioiello della serie ART costituiscono il valore aggiunto rispetto i 790 euro a cui dopo un anno dalla presentazione viene venduto il Nikon AFS ed i 550 euro (ormai del tutto ingiustificabili) del vecchio AFD. Ma noi di Nikonland non guardiamo al prezzo come parametro e valuteremo la consistenza fotografica di questi due superwide iperluminosi, accostando di tanto in tanto anche qualche scatto di confronto col piccoletto AFD: a futura memoria Se c'e' un filo conduttore che accomuna questi due (tre) obiettivi e' certamente la comune lunghezza focale che ne fa degli strumenti di interpretazione del soggetto inquadrato utile agli scopi piu' generici, come le vedute a largo raggio nelle quali conta quanto l'obiettivo sia in grado di abbracciare elementi disparati, utili a svelare il contesto Sigma Art Nikon AFS-ED Nikon AFD In piu' il Sigma Art ed il Nikon AFD-ED sono obiettivi particolarmente luminosi, cosa che fa immediatamente pensare a sfruttarli in situazioni di illuminazione anche ...grottesche(grotta del Santuario di Santa Rosalia sul monte Pellegrino a Palermo) Sigma Art crop 2xNikon AFS-ED crop 2x Certamente, fin dai primi scatti e dalla loro osservazione a monitor della mia Nikon Df, utilizzata proprio per esaltare agli alti ISO la capacita' luminosa di questi due wide, mi sono accorto della profonda differenza in termini cromatici e di esposizione che passa fra queste tre diverse interpretazioni della focale in oggetto.Come si nota anche in luce abbastanza diffusa (pur con le inevitabili variazioni di luce ambiente), Sigma Art Nikon AFS-ED Nikon AFD il Sigma tende a sovraesporre a parita' di condizione (o il Nikon AFS-ED a sottoesporre) su tutta la gamma dei diaframmi disponibili e questo porta a ottenere dei files diversamente lavorabili in postproduzione, oltre che ad ottenere un diverso contrasto sul soggetto inquadrato. Il vecchio AFD interpreta ed espone in modo differente, a partire dalla resa dei bianchi, come vedremo anche oltre. Ancora, come avevo gia' notato durante il test del Nikon AFS-ED, anche il Sigma Art sembra cedere qualcosa in termini di angolo di campo effettivo, sia alle brevi distanze (50cm circa) Nikon AFD Sigma Art sia (anche se meno visibile) a quelle maggiori Nikon AFD Sigma Art In aggiunta alla lista delle differenze, la distanza minima di messa a fuoco del Sigma ART e' posta a 27,5cm invece dei 25cm del vecchietto AFD, ma sopratutto dei 20cm di maf minima del Nikon AFS-ED, cosa che potrebbe essere insignificante su di un mediotele, ma non lo e' di certo su di un 20mm Sigma Art Nikon AFS-ED determinando alle rispettive massime aperture quell'effetto regalato dal bokeh indubbiamente affascinante di entrambe le lenti. -------------------------------------------------------------------- Le considerazioni appena esposte sono preludio alla considerazione di utilizzo differente che a mio avviso caratterizza questi tre obiettivi:non e' solo il ben differente peso del Sigma Art a condizionare quindi per un utilizzo reportagistico, magari direttamente in jpg, bensi' la diversa interpretazione cromatica e di contrasto, ampiamente plasmabile in situazione di PP, ma certamente piu' consona al fotografo che ricerchi la perfezione (o la situazione piu' vicina ad essa) in termini di punto di bianco, eliminazione delle distorsioni, linearita' nelle transizioni dalle alte luci alle ombre e ampia capacita' di lettura delle stesse. Mentre il Nikon AFS-ED trovera' degna collocazione nelle mani di chi voglia sfruttare la sua grande apertura massima di diaframma in unione alla brevissima distanza minima di maf per mettere in evidenza cio' che del soggetto si desidera vada sottolineato, con immagini cromaticamente e per contrasto di forte impatto, senza rinunciare ad un elevato tasso di correzione da distorsioni e flares, come anche per il Sigma, piu' luminoso di due terzi di stop.Da sottolineare il fatto che la estrema leggerezza di questo Nikon, unitamente alle importanti dimensioni, non sempre costituisce un beneficio, come ho dovuto considerare durante i frequenti cambi di obiettivo sulla baionetta della mia Df, quando mi sentivo piu' sicuro a maneggiare il pesante Sigma piuttosto che l'etereo AFS-ED, che tende a sfuggire di mano con piu' facilita'. A parte l'affetto che mi ha suscitato confrontare agli altri due il terzo Nikon AFD in mio possesso (per non parlare dei parenti stretti MF), i punti di forza di chi decida di continuare ad utilizzarlo, o addirittura ad acquistarlo oggi, risiedono piu' nelle compattissime dimensioni che nelle prestazioni di nitidezza e fedelta' cromatica di questo dinosauro Nikon, destinato ad una facile previsione di estinzione.Certo...un reporter d'assalto, rinunciando ai quattro terzi di luminosita' che lo separano dal nuovo AFS-ED (ed a tutto il resto), mi rispondera' che acchiappandolo nel palmo della mano destra per piantarlo sulla baionetta di una reflex che si regoli in iperfocale a diaframmi chiusi, si guadagna il tempo di fare quella foto che la pazienza di montare uno degli altri due barattoloni, lunghi e pesanti possibilmente non permetterebbe.... Ma allo stato dell'ART... attuale. mi pare davvero molto poco! Sono sopratutto le transizioni tonali che mi fanno sognare, in questi due luminosi 20mm Sigma Nikon ma chiaramente anche la resa ad alti ISO a diaframma massimo o quasi, Sigma anche dentro una grotta, vera e propria Nikon Dove preferisco di gran lunga il Sigma Art e' certamente nell'interpretazione del bianco, come gia' detto, anche in interni, al buio pesto delle lampadine ad incandescenza di una chiesa luminosa solo dei marmi e degli stucchi del Serpotta a Palermo(tutti i files di queste pagine sono solamente convertiti da NEF in jpg) Sigma Art Nikon AFS-ED Nikon AFD Sigma Art Nikon AFS-ED Sigma Art Nikon AFS-ED che e' il terreno privilegiato del ritrattista in mano del quale questo obiettivo Sigma alla distanza operativa competente, sapra' raccogliere intorno al soggetto tutto lo spazio che il fotografo decidera' di impegnare, rendendo cromaticamente neutrale il risultato finale. -------------------------------------------------------------------------- Questi obiettivi Sigma e Nikon sono dei campioni di resa anche nelle situazioni piu' generalistiche, se in assenza di degna luce si comportano come si e' visto, figuriamoci quando invece la luce abbonda, sia in luce sia in controluce diretto Sigma Nikon e la consapevolezza del loro valore la si conferma in pieno su soggetti dai colori netti e complementari, come possono essere i fiori sotto il sole Sigma Nikon figuriamoci...in controluce... Sigma Nikon Conclusioni Mi pare che da questo veloce test su ...strada dei due nuovi 20mm per Nikon traspaia tutto il senso che i progettisti delle due case abbiano voluto conferire a obiettivi il prezzo dei quali abbiamo gia' considerato nella prima di queste pagine. Resta da fare qualche considerazione finale: Nikon ha impiegato davvero troppo tempo a partorire questo 20mm f/1,8 se consideriamo che, tenendo conto unicamente della luminosita', erano gia piu' di dieci anni che Sigma ne aveva gia' uno in vendita (che non aveva proprio nulla a che vedere, naturalmente, con questo meraviglioso ART). Non appena nato ecco che viene insidiato e per tanti aspetti ben visibili, surclassato da questo Sigma Art (luminosita', schema ottico, possibilita' di taratura fine del fuoco, costruzione in metallo) per altri aspetti, invece piu' soggettivi, oggetto di riflessione per i potenziali acquirenti (contrasto, saturazione, neutralita') Noi che utilizziamo i grandangoli in molti ambiti del nostro fotografare non possiamo che essere felici di questa messe di obiettivi prodotti dalla rinnovata energia di Sigma (ricordo le recenti prove degli Art 24-35/2 e 24/1,4 e del Contemporary 17-70/2,8-4 DC) e sperare che anche gli altri marchi universali (Tamron sembra iniziare a svegliarsi) possano in un vicino futuro innervosirsi e perdere ogni timore reverenziale per l'immobilismo delle "grandi" giapponesi. Un sincero ringraziamento a MTrading che ci ha concesso in anteprima nazionale di mettere alla prova quest'altro eccellente Sigma Art Max Aquila per Nikonland 2015 ©
  21. A poco più di un mese (16 ottobre 2015) dalla presentazione ufficiale, ci arriva in prova il nuovo Sigma 20mm F1.4 Art. Ancora un sentito grazie al dinamismo e disponibilità dell'importatore italiano Mtrading Srl ! Sabato mattina. Suona il campanello. E' il corriere. Mi consegna un pacchetto marchiato Mtrading Srl. Santo DHL che lavora anche di sabato E' lui. E' il nuovo 20 mm F1.4 della linea Art. Presentato, a grande sorpresa e in grande segreto soltanto il 16 ottobre 2015. Dopo nemmeno un mese e mezzo Sigma lo mette in consegna. E noi lo abbiamo in prova in anteprima. E' un'emozione particolare. Perchè questo è un obiettivo molto particolare. Uno dei pochi in questi tempi un pò massificati, che mostri caratteristiche tali da renderlo un vero oggetto del desiderio. Noi nikonisti desideriamo un 20 mm di grandissimo prestigio da quasi trenta anni. Il tentativo di Nikon di rinverdire il vecchio schema con il recente 20 mm F1.8 costruito in vera plastica in Cina non basta. Non che sia un cattivo obiettivo ma insomma, dopo tutto questo tempo, un colpo di reni, no ? Ebbene di questi tempi ci pensa Sigma che con questa serie di ultraluminosi fissi (cui aggiungo di diritto il fantastico zoom 24-35/2, un oggetto realmente in grado di ispirare il fotografo) dimostra coraggio, spirito, iniziativa, vera imprenditorialità mista ad una carica di orgoglio nazionale che Nikon e Canon hanno - forse irreparabilmente - perduto. Apro il pacchetto e ne esce questo bel set : 950 grammi di made in Japan. dettaglio del complesso frontale composto da un doppietto a doppia lente asferica che lo fa somigliare più ad un 14mm che ad un normale 20mm. Costruzione Parata di stelle : i fissi Sigma serie Art - 20, 50, 24, 35 allo stato dell'arte Come si vede l'oggetto è grosso ed imponente. La sagoma è all'incirca quella del 50/1.4, anzi un filo più grosso e con la particolarità che salta subito all'occhio. Non è indicato un passo filtri. Infatti questo obiettivo non li può montare. E il paraluce a petali è fisso, in plastica dura, inamovibile. E questo ultimo particolare, se vogliamo proprio dirlo, è l'unico elemento che mi desta qualche perplessità nel lungo periodo, in caso di urto accidentale. Andiamo più a fondo nei dettagli costruttivi. 15 elementi in 11 gruppi. Un complesso asferico frontale, due elementi a bassissima dispersione (equivalente alla fluorite), 4 elementi a bassa dispersione, una ulteriore lente asferica posteriore. l'oggetto pesa 950 grammi (si, ho detto un chilogrammo !), è lungo 130mm ed è largo 91. Apre ad un angolo di campo di 94.5°. Il diaframma è a 9 lamelle e chiude fino ad F16. I dati di distorsione dichiarati (e misurati) sono inferiori all'1% la vignettatura è abbastanza contenuta per un oggetto del genere l'MTF ufficiale, stiamo parlando di un 20mm, ricordiamocelo, non di un 500 mm il motore HSM è ad anello e come tutti gli altri obiettivi di nuova generazione si può "programmare" in casa con la basetta USB e l'apposito programma Sigma che è in grado anche di aggiornare il firmware senza interventi in assistenza. Al primo test mi sono accorto che in questo esemplare c'è un certo back-focus. Ho corretto con un +12 nella D810. La nitidezza a quel punoto diventa esemplare, quasi fosse un mezzo-tele. questo è il dettaglio di 5 o 6 cm al vero di una stampa da 100x75cm che ho fotografato a mano libera, a circa 45° dal basso ad una distanza di non meno di 120cm, ovviamente a TA. Mica male, no ? Vi ricorda il vecchio Nikon 20/2.8 che non era nitido nemmeno ad F11 ? Interni Qualche scatto per prendere confidenza con quelle che, secondo me, sono le condizioni di uso più indicate per un supergrandangolare superluminoso come questo. Al chiuso e con diaframma tutto aperto. Non lo vorrete mica comperare per fare semplicemente dei panorami a diaframma chiusi, vero ? non so dove sia stato messo a fuoco, non ho fatto io questo scatto ... la bella Charlize. Sfuocato e resa dei volumi quasi da mediotele da ritratto. Chi ha detto che col 20mm non si può fare ritratto ? due oggetti delle mie passioni. Distorsione al minimo. Vignettatura trascurabile (siamo sempre a TA). Bene, in questo test molto lontano dai miei generi preferiti, ho voluto lasciarmi ispirare da questo obiettivo, componendo e scattando senza pensare a tutto il resto. Ecco una serie che ho intitolato "La fredda luce del giorno" sono scatti eseguiti a Milano, intorno alla vecchia Fiera Raddoppiati a colori "La calda luce del giorno" due scatti da test nessuna distorsione orizzontale nè verticale (corrette facilmente senza sprecare troppi pixel) sole nel fotogramma, diaframma completamente chiuso mentre, decisamente, se si vuole si può forzare la prospettiva con linee tendenti all'infinito come si conviene ad un supergrandangolare come questo Interni in luce disponibile Old Wild West Saloon ISO tra 1600 e 2500, diaframma F1.4 o F2, profilo calibrato D810, nessun intervento in PP Conclusioni Bene. Volete la sintesi in una sola frase ? Questo è un obiettivo straordinario. Punto ! Perchè non è solo costruito come si deve costruire un obiettivo di prestigio ma ha prestazioni eccezionali per questa focale. E, soprattutto, mantiene quelle caratteristiche tipiche dei Sigma Art che hanno decretato il successo di questa linea. Con i fratelli di focale più lunga condivide - oltre alle qualità costruttive - anche lo stesso carattere. Utilizzando nella stessa sessione di scatti, ritroverete lo stesso sfuocato da mediotele, la stessa resa di volumi e forme, le stesse delicate transizioni di tonalità e di passaggio tra punto di messa a fuoco, e non, senza alcuna soluzione di continuità. Neutralità di colori. Nitidezza assoluta, anche ad F1.4. Distorsione contenuta, LoCa limitata, vignettatura sotto controllo. Tenuta di riflessi, controluce e sole nell'inquadratura realmente esemplari. Sono proprietà impagabili che però Sigma tutto sommato mette a buon mercato. Perchè se è vero che, oggi specialmente, 850 euro di prezzo consigliato al pubblico (ma lo street price sarà inferiore), non sono una cifra trascurabile per nessuno, con quello che offre la concorrenza (il Nikon ha un 20/1.8G non male ma è costruito con la plastica delle vaschette del gelato e costa più di 800 euro, il "nuovo" Zeiss 2.8/21mm Milvus costa 1.899 euro, è manual focus ed è di due stop meno luminoso. E' bello ma ... sostanzialmente superfluo con questo nuovo Sigma sul mercato) il prezzo diventa addirittura a buon mercato. Io di difetti non ne ho trovati. Peso e volume sono tipici di questa serie di obiettivi. Chi ha necessità di avere oggetti leggeri e compatti li ha sicuramente trascurati sinora e continuerà a farlo tranquillamente. Ma per chi ha nella focale 20mm una delle sue forme di espressione elette. Ebbene ... che sarà mai un oggetto da un chilo e 130mm di lunghezza ? Un perfetto complemento per una reflex seria come una D810 con MB-D12 o una D5x, se mai uscirà Per chi è indicato ? Non ditemi che sono rude. Gli amici amanti del panorama su cavalletto, scatto ritardato, ripresa lenta con i filtri per rendere setosa l'acqua del mare non dovrebbero prendere in considerazione questo oggetto. Per loro esistono i vari zoom 16-35/4 & Co. Ma se fate della fotografia in luce ambiente il vostro pane, mettete al centro uno o più soggetti, possibilmente animati - ritratto in interni ! - usate un obiettivo che apre ad F1.4 ... ad F1.4 oppure ad F2 come me, beh, che fate li, non l'avete ancora comperato ? Forza che vi scappano via i primi ! Insomma ? Assolutamente Consigliato. Anzi, consigliatissimo. Un oggetto che non può mancare al fotografo che sa cosa vuole in questa focale. Per tutti gli altri, restate nella vostra beata ignoranza. Vedere e toccare questo oggetto significa volerlo possedere. Il resto sono pure chiacchiere e onanismo organizzato. E' grosso ? Si. Non può montare filtri ? Embè ? un sentito ringraziamento a Mtrading che ci ha consentito questa anteprima europea su un modello di serie di questo straordinario oggetto fotografico. Per dettagli ulteriori sul prodotto andate qui Con la viva speranza di poter presto provare qualche altro Sigma Art, possibilmente di focale 6 o 7 volte più lunga
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