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  1. Tutti i 600/4 della storia di Nikon sono lenti impegnative da usare, qui sopra vedete il nuovissimo 600/4 TC VR S montato sulla Z9 ed in prova in questo articolo, rappresentano l’eccellenza in termini ottici e costruttivi ma questo risultato si ottiene con pesi ed ingombri significativi e porta con sé la necessità di essere molto padroni della tecnica fotografica con i supertele. Sono quindi oggetti che pongono una notevole pressione sul fotografo che, per ottenerne il meglio, deve padroneggiare una tecnica adeguata. Per tutto questo, è con una certa trepidazione e timore reverenziale che mi appresto a scrivere il report di questi primi mesi. Anticipo subito che, molto probabilmente, seguirà un test più completo e proseguirò completando nel tempo questi contenuti in quanto, come vedrete, ci sono aspetti che non ho avuto ancora modo di provare. Ma queste prime impressioni sono costruite su quasi 20.000 scatti fatti in 12 diverse uscite, fotografando diversi soggetti con luci e situazioni molto eterogenee, da treppiede, monopiede ed a mano libera. Credo, quindi, sia abbastanza per condividere le prime conclusioni. Z9 su 600/4 TC VR S 1/1250 f4 ISO450 (a mano libera) Z9 su 600/4 TC VR S@840 1/3200 f5.6 ISO360 (a mano libera) Ricordo ai lettori che volessero vedere più immagini di questa lente che l'unboxing, con le mie mediocri fotografie di questo magnifico obiettivo, è qui. Ovviamente, come d’uso, non ho fotografato mire ottiche o altro. Lo reputo una cosa priva di interesse: una lente deve dare il massimo nella condizioni d’uso per le quelli è progettata, il resto non ha la minima importanza. Anche per questo, vedrete praticamente solo immagini scattate a tutta apertura. Z9 su 600/4 TC VR S@840 1/4000 f5.6 ISO500 (treppiede) Z9 su 600/4 TC VR S 1/5000 f4 ISO180 (a mano libera) Z9 su 600/4 TC VR S@840mm 1/4000 f5.6 ISO250 (treppiede) Com’è fatto. Intanto è il 600/4 più leggero e, se considerate che contiene sia un TC14 che il maggior tiraggio necessario alle mirrorless (l’FTZ), anche il più piccolo - 165x437 vs 166x432 del precedente FL (ma a cui aggiungere la lunghezza del TC14 e del FTZ). Il peso scende in modo significativo, da 3810gr a 3260gr. Ma, di nuovo, se considerate TC14 ed FTZ questo 600/4TC VR S pesa meno del 500/4FL. Un risultato straordinario. Ma c’è di più. Nonostante l’enorme lente frontale, il peso è più arretrato. Di gran lunga se lo confrontiamo con il precedente 600/4FL. Ma, apprezzabilmente, anche confrontandolo con il 500/4FL!!! Di fatto, è il 600/4 più semplice da usare a mano libera che Nikon abbia mai prodotto. Non ho fatto confronti con il 600/4 di Sony, non conosco nessuno che lo possegga…. Mentre la lista di persone che conosco che hanno già tra le proprie mani questo Nikon, seppure uscito sul mercato da molto meno tempo, è già piuttosto corposa. Qualcosa anche questo vuole dire, secondo me. Ma tornando alla lente, l'uso a mano libera di un 600mm fino a pochi anni fa era considerato folle. Ma facendolo si apre un modo, non solo grazie al risparmio di peso fotografando in alta montagna, ma per le possibilità di fotografare da punti di ripresa funzionali a risultati come questo. Z9 su 600/4 TC VR S 1/2000 f4 ISO400 (a mano libera) Ma ai potenziali acquirenti che basassero il loro acquisto sull’idea che è una lente maneggevole devo dire di fare attenzione. Il peso e le dimensioni sono stati entrambi ridotti, ma resta una lente molto impegnativa da usare e domare. Non fatevi prendere da facili entusiasmi se non avete mai usato una lente di questa categoria: non è semplice tirare fuori il massimo. Il TC interno. Questa caratteristica merita un capitolo dedicato. In una parola: STRAORDINARIO. Avere la libertà, movendo un dito e senza nemmeno smettere di inquadrare, di cambiare focale quasi come se fosse uno zoom è una cosa che non è facile da pesare fino a che non si è utilizzato…. Poi non si riesce a smettere di sorridere, soprattuto se si sta fotografando a mano libera o da monopiede. Utilità che nella prova del 180-400 non avevo riconosciuto in modo così inequivocabile come con questa lente. Ma lo devo dire con chiarezza: da sola questa caratteristica ha un valore enorme, ben superiore al costo del TC14! Ma una funzionalità senza la giusta prestazione è nulla. E quindi? Z9 su 600/4 TC VR S@840 1/2000 f5.6 ISO900 (treppiede) Crop a pixel reali, così è come funziona il moltiplicatore interno. Ergonomia. Ho letto alcuni test critici sull’ergonomia del 400/2.8TC VR S che è sostanzialmente costruito nello stesso modo, solo più corto. Francamente, a me in questo 600 sembra tutto al posto giusto: una lente perfetta. Ma questi aspetti sono quelli dove sono più indietro. Ad esempio, non ho ancora programmato i due anelli funzionali. Z9 su 600/4 TC VR S@840 1/1000 f5.6 ISO1800 (treppiede) Unica nota che vorrei fare è la solita sulla mancanza della scanalatura ARCA sul piede per il treppiede, peraltro molto leggero e di pregevole fattura. Al punto che, per la prima volta, non l’ho sostituito ma ho messo sotto una sbarretta per montarlo sulla testa. Quindi un problema piccolo. Prestazioni. Mai risposta fu più ovvia: sono eccellenti. Otticamente, sia in termini di nitidezza che di sfocato, sia liscio che con il moltiplicatore interno inserito, si comporta benissimo. Non teme nessuna condizione di luce, producendo immagini ben contrastate e nitide. Ha un notevole microcontrasto, che rende le immagini “croccanti e luminose”, vive direi. Sulla nitidezza avete visto qualcosa sopra. Ora parliamo di sfocato: Z9 su 600/4 TC VR S@840 1/800 f5.6 ISO5600 (monopiede) Z9 su 600/4 TC VR S 1/500 f4 ISO500 (monopiede) Tornando al TC, praticamente, l’unico effetto collaterale che ho visto inserendolo è una appena accennata riduzione del contrasto. Quasi più una sensazione che un fatto oggettivo, considerato che io regolo i miei NEF individualmente e quindi, individualmente, regolo anche il contrasto. Anche l’impatto sulla nitidezza, secondo me, è privo di impatto visibile. In sostanza, questo obiettivo è sia un 600/4 che un 840/5.6. Ho sempre pensato che il 500/4FL fosse una lente spettacolare, mi riferisco a questo come paragone perché è il tele dal quale provengo, ma questo 600/4TC VR S è secondo me visibilmente superiore in termini di qualità ottica, se usato liscio ed ancora di più se usato moltiplicato. Z9 su 600/4 TC VR S@840 1/250 f5.6 ISO220 (monopiede) L’autofocus è velocissimo e capace, in sinergia con la Z9, di aumentare in modo visibile il numero di immagini perfettamente a fuoco. Anche su questo un apprezzabile passo avanti. Lo stabilizzatore è una vera sorpresa. Questa è una immagine ripresa a mano libera dal mio amico Marco, a 1/5 di secondo. E non è figlia unica: ho visto la sequenza: 3 in fila tutte e tre decisamente nitide. Marco è molto abile, ma è ben meglio di quello che riusciva a fare con il 600/4FL. Anche qui, raccomando al lettore un sano spirito critico delle proprie capacità: fare cose del genere non è alla portata di tutti… io ad esempio così avanti non riesco ad andare. Z9 su 600/4 TC VR S 1/5 f4 ISO400 (a mano libera) Crop a pixel reali, così è come funziona lo stabilizzatore a mano libera: 600m ed 1/5"... se si è capaci! Ricordo che lo stabilizzatore ha tre posizioni: OFF, ON e SPORT. Questi tempi sono con la modalità normale, SPORT stabilizza di meno (ma agevola il panning e mantiene fermo il punto di messa a fuoco). Io, complice anche un periodo di forma particolarmente bassa, sto sperimentando l’uso con il monopiede. Con la testa giusta - ne parlerò in un prossimo articolo - si riescono a fare cose egregie. Z9 su 600/4 TC VR S 1/50 f4 ISO6400 (monopiede) Cos’altro? Come detto, è una lente impegnativa. Se chi la acquista arriva da un qualsiasi 600/4 (ora non lo accomuno agli altri supertele), la strada sarà in discesa. Per gli altri, invece, c’è una salita variamente ripida. Occorre prevedere di investire in se stessi, per affinare la tecnica. Ma anche in equipaggiamento. Come uno zaino adeguato: La mia scelta è stata per il Gura Gear Kiboko 30L 2.0 (o lo zaino da montagna con il LensCoat e il TravelCoat) - Articolo a breve. O treppiede/monopiede. Per il primo, orientativi su qualcosa che abbia almeno 36mm di sezione di gambe, mentre come testa continuo a consigliare la Uniqball (articoli in proposito già fatti). Per il secondo, il punto chiave è la testa. La mia scelta è stata la Wimberley MH-100 - Articolo a breve. Già da questo capirete perché queste "prime impressioni” arrivino dopo un paio di mesi: se non si è youtubers d’assalto, che recensiscono qualcosa avuto in prestito per alcuni giorni, ma si fa un punto d'orgoglio a che le opinioni che si condividono debbano avere solide fondamenta occorre tempo. Consigliabile? Si, senza riserve se non quella di capire bene di cosa si stia parlando. Questo non è uno zommettone solo un po’ più luminoso e nitido: è una lente impegnativa che darà il massimo solo al fotografo che la saprà usare. Proibitiva? Assolutamente no, ma se non avete mai usato un 400/2.8, 500/4 o 600/4 prevedete un bel periodo di rodaggio ed anche che, in detto periodo, i risultati possano anche peggiorare. Z9 su 600/4 TC VR S@840 1/250 f5.6 ISO2000 (Monopiede) E rispetto al 400/2.8? Ecco vorrei avere anche io questa risposta: mi sono interrogato per mesi su questo argomento! Battute a parte, secondo me occorre pensare alle focali che si usano. Entrambi mettono a disposizione un 600mm f4 (560/4 non è così lontano) ed immagino che le prestazioni del 400/2.8 con il TC interno attivato siano almeno buone come quelle del 6004/ con il TC attivato (anzi mi aspetto che possa essere anche uno zic meglio). Quindi la decisione si prende in base alla risposta a questa domanda: come seconda focale serve di più 400 o 800? Nel primo caso, ovvio, occorre prendere il 400, altrimenti il 600. Considerando anche che, in caso di scelta del 600/4, la focale 400 si può ottenere con il 100-400 (come faccio io) o con il 400/4.5. Mentre volendo arrivare ad 800mm con il 400/2.8 occorre o usare il TC20 (perdendo la flessibilità del TC interno, per me determinante nell’acquisto) o acquistare un ben più impegnativo 800/6.3. Z9 su 600/4 TC VR S 1/125 f4 ISO800 (monopiede) Poi, ovviamente, c’è il prezzo. Ad ognuno capire se il “gioco valga la candela” e, quindi, si trovi il valore che motivi il costo sostenuto. Per me, anche qui, un rotondo si. MA, c’è un grande ma, ogni fotografo deve guardare in se stesso e capire cosa fa per sé, cosa può migliorare o sostenere la propria fotografia e come approcciarne il prezzo. Non dimenticando che per chi, amatore, non faccia della fotografia una professione, l’unica questione importante è se prezzo, possibilità economiche e passione collimino. Non abbiate timore, a poterlo acquistare, questo capolavoro farà tutta la sua parte. E voi? Pronti a fare la vostra? Z9 su 600/4 TC VR S 1/250 f4 ISO1100 (monopiede) Massimo Vignoli per Nikonland (c) 5/3/2023
  2. Il vero tester sarà Massimo Vignoli che lo condurrà per fiumi e monti. Ma io non potevo certo lasciarlo imballato. Eccolo qua ! Unboxing Doppia scatola di cartone. Esterna : con tutti i sigilli del caso E interna : con sigillo di garanzia e talloncino Nital Vip l'interno è ulteriormente protetto da un altro foglio di cartone che protegge la sacca in nylon che contiene l'obiettivo : avvolto nel cellophane Eccola qui, liberata dall'involucro, con tutti i manuali d'uso in bella mostra all'interno, altro cellophane protettivo la cinghia e la custodia per i filtri finalmente riesco a liberare l'obiettivo che si presenta con il paraluce in carbonio montato all'inverso. La classica cappa copripolvere di protezione è identica a quella degli altri superteleobiettivi Nikkor il dettaglio del piedino del treppiedi con marchiata la focale obiettivo e paraluce : dettagli del paraluce in carbonio. Tutto made in Japan in bilico, la lente anteriore sposta il peso sull'anteriore dettaglio della ghiera di zoom e della targhetta con le caratteristiche dell'obiettivo il complesso e robusto piede del treppiedi con il suo collarino mobile. Il maniglione è abbastanza comodo anche per il trasporto e nella parte interna ha una placca in materiale morbido per le dita la bottoniera con le funzioni di base, modalità di autofocus, dello stabilizzatore integrato, del richiamo delle memorie e della limitazione di messa a fuoco che può partire dai 6 metri di distanza il cassettino portafilitri che all'origine contiene un vetro trasparente ma può essere sostituito con filtri ND o un polarizzatore il suo vano, aperto. eccolo in posa artistica con la mia D5 perfettamente bilanciata dietro il baricentro è esattamente calibrato per mantenere in perfetto equilibrio il complesso di obiettivo con paraluce e corpo macchina ma ho lasciato per ultimo la funzione principale di questo obiettivo, ovvero il teleconverter TC14 integrato, che si può innestare o disinnestare con un dito, tenendo l'occhio sul mirino (a condizione che sia disarmato il blocco, ovviamente !) ultima immagine "artistica" con l'obiettivo montato su una testa Manfrotto 400 *** COME VA SUL CAMPO Giusto pochi scatti. Ho approfittato della riapertura del Parco Faunistico Le Cornelle di Valbrembo per andare a trovare i miei amici quadupedi e fare quattro scatti di prova, prima di dare la parola a Massimo Vignoli che vedrò domani. Un saggio dell'escursione focale : paesaggio a 180mm dettaglio a 400mm superdettaglio a 560mm La zoomata è incredibilmente fluida e l'utilizzo dell'obiettivo totalmente intuitivo per ogni nikonista. Si avverte una qualità complessiva, sia costruttiva che qualitativa ben superiore al vecchio Nikon 200-400/4 che io ho usato per un paio d'anni senza mai riuscire ad innamorarmene. Qui devo ammettere che l'esperienza è abbastanza ... destabilizzante. Se non fossi costretto - per mera questione di disponibilità economica - a guardare il cartellino del prezzo, lo ordinerei già oggi stesso. Ed io ho avuto sostanzialmente ogni grosso calibro Nikon, con l'esclusione del solo 800/5.6 ... Mi immagino quale potrebbe essere la reazione di chi si deve accontentare del pur onesto Nikon 200-500/5.6 o, peggio, di qualche zoomone Sigma o Tamron f/6.3 ... Ma andiamo a quella che non esito a definire una esperienza mistica, come quella che i credenti devono provare andando in Tibet ... (immagino). Siamo con l'occhio al mirino, stiamo inquadrando un soggetto. Abbiamo sbloccato in anticipo il blocco del teleconverter. Allunghiamo il dito anulare della mano destra .... e .... con una dissolvenza degna del miglior John Ford, l'immagine si ingrandisce otticamente davanti ai nostri occhi e passiamo da 400 a 560mm. Non vi sto prendendo in giro, davvero, Io la descrivo ma provarla diventa totalmente naturale ma al contempo da ... assuefazione. Ok, mi sono dilungato abbastanza con le chiacchiere. Ecco l'album con un pò di foto dei miei amici : Le mie considerazioni sommarie e non scientifiche dopo veramente una brevissima prova di contatto che spero di bissare il mese prossimo quando riaprirà la stagione in autodromo. PRO obiettivo di classe superiore, che rivaleggia con 400/2.8 e 600/4 ultima serie flessibilità assoluta resa ancora più pratica dalla possibilità di andare da 180 a 560mm con un solo obiettivo, senza dover montare teleconverter (quindi immaginiamo chi fotografa in condizioni estreme, d'inverno, con il freddo, con i guanti, oppure in barca o in situazioni pericolose e non può avere due corpi macchina con due ottiche complementari) costruzione di livello assoluto in casa Nikon e non solo prestazioni ottiche (nitidezza, sostanziale assenza di aberrazioni, distorsioni, vignettatura) CONTRO il prezzo ne fa un oggetto per pochi, se non per pochissimi, anche perchè non è detto che possa essere l'unico obiettivo di cui uno necessita, spesso è solo un complemento ad uno o più superteleobiettivi fissi in questa fascia di prezzo ci stanno i migliori superteleobiettivi Nikkor (io sarei in forte dubbio se comprare questo o un 400/2.8 FL, per esempio !) Nikon dovrà decisamente convincersi che lo standard per gli attacchi delle teste dei treppiedi è quello Arca Swiss. Montare la piastra sotto al piedino è una rottura di scatole e potenzialmente un rischio come per il caso del Nikon 200-400/4, la sacca in dotazione è bella, anzi, fantastica, imbottita, comoda da trasportare. Ma Santiddio che cavolo ci vuole a farla leggermente più alta così che possa contenere anche una D5 già montata sull'obiettivo ? Per valutazioni più approfondite, in vero ambiente wildlife e non allo ZOO che è il massimo che può offrirvi il sottoscritto, e confronti con altri obiettivi di questa classe, dovrete però attendere le prove che farà il nostro Massimo Vignoli. Intanto tutti i ringraziamenti a Nital Spa, distributore italiano dei prodotti Nikon, per il prestito di questo superzoom. Senza la sua benevolenza nei confronti di Nikonland, questi articoli non sarebbero stati possibili.
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