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  1. Sono passati più di 60 anni dalla presentazione della prima reflex Nikon e siamo qui a celebrare l'arrivo della nuova ammiraglia digitale. Non è un caso se ho voluto fotografarla montando un Nikkor-S da 50mm progettato nel 1962 come standard per la Nikon F. Il mio esemplare, praticamente come nuovo, è del 1971, un pre-AI modificato AI che può ancora tranquillamente funzionare sulla nuova Nikon D6. mi è venuta alla mente questa pubblicità degli anni '80, pubblicata negli Stati Uniti che presentava la Nikon F3 come la "più riflessiva Nikon di tutti i tempi" cui venivano assegnati gli incarichi peggiori del mondo. Perchè "andare in guerra con qualsiasi altra fotocamera significherebbe prendersi un rischio". Eppure ai suoi tempi, la F3 era tutt'altro che la più avanzata Nikon disponibile. La Nikon FA - che io possedevo e con cui andavo ai campi durante il servizio di leva - era più sofisticata in tutto. Ma non sarebbe sopravvissuta indenne agli abusi di un fotoreporter di guerra, assicurandogli l'affidabilità e la costanza di risultati in tutte le condizioni. Non è solo una questione di costruzione, che nelle ammiraglie Nikon, costruite in larga parte a mano e in pochi pezzi nella fabbrica principale Nikon in Giappone ma anche di equilibrio tra prestazioni e sicurezza, perchè l'ammiraglia più che raggiungere l'apice delle capacità tecniche, deve assicurare il lavoro in ogni condizione. Ecco che la Nikon D6 rinuncia a funzioni che per Nikon sono oramai comuni e che già un'altra reflex come la D780 può sfoggiare, per offrire capacità raffinate là dove conta. La Nikon D6 è di fatto l'estremo perfezionamento di un concetto unico sviluppato nel 1959 a partire da una base già molto solida e che si perpetua nel 2020. Io non so dire se questa sarà l'ultima ammiraglia reflex Nikon, sarebbe troppo scontato predirlo. Nikon chiederà ai suoi clienti se sviluppare un ulteriore modello futuro oppure se interrompere il percorso per ... continuarlo allo stesso modo sulla nuova tecnologia. Un approccio tradizionale che abbiamo già visto - appunto nel 1959, nel 1984, nel 1999 - ad ogni passaggio con la stessa filosofia votata a successivi perfezionamenti, non rivoluzionari ma sempre decisivi. _____________________________________________________________________________________ Punti di forza salienti e di debolezza che ho potuto riscontrare in questa anteprima Forza velocità operativa, raffica, buffer, gestione delle memorie (due XQD o due CFexpress o un misto tra loro) qualità del file, sia esso jpg che NEF tenuta agli alti ISO e dinamica superiore a quelli della D5 (salvo verifica strumentale) aggiornamento di tutte le componenti accessorie (live-view, scatto silenzioso in otturatore elettronico anche ad alta velocità, GPS, wi-fi, bluetooth) e delle funzionalità evolute (calibrazione autofocus sia wide che tele secondo la matricola dell'obiettivo, tempi di posa lunghi, time-lapse, focus stacking automatico) nuovo autofocus che fa della ricerca automatica dell'occhio una prerogativa di base, con tutti i punti direttamente indirizzabili, tutti a croce oltre a modalità di raggruppamento dei punti AF a piacere del fotografo costruzione secondo lo standard delle ammiraglie Nikon dagli anni '50 del secolo scorso agli ... anni '50 del nuovo secolo ergonomia adatta ad un uso (e ad un abuso) per quante ore lavorative ha la luce del giorno, per poi riprendere dopo cena per tutta la notte, ogni giorno, per 500.000, 1.000.000 di scatti sempre coerenti tra loro estremizzazione e perfezionamento dell'idea per cui sono nate la D3s e la D5 : macchine veloci, pensate per fotografi che scattano in velocità. Non è una macchina per la slowphotography (paesaggio, architettura, vacanze, still-life ? Bleah !) Debolezza prezzo. Difficile da giustificare oggi, per una tecnologia ben matura ma già al tramonto esce nel momento di mercato peggiore della storia dal 1946. Le Olimpiadi di Tokyo in cui doveva fare il suo debutto sono state rimandate a "forse" il 2021 e tutti gli eventi sportivi in cui doveva far vedere le sue capacità sono stati sospesi a causa della pandemia che ci blocca a casa. I fotografi professionisti dovranno giustificare con il lavoro il suo investimento. Per la stragrande maggioranza dei fotoamatori non può essere razionale il suo acquisto ... ma per fortuna che alla fine decidiamo con il cuore dinamica a bassi ISO che resta ridotta, come per la D5 e per la D3s, secondo un concetto ben consolidato che vuole questa macchina partire in pratica da ISO 1600 per esplorare sensibilità siderali modalità live-view non all'avanguardia. Manca la rilevazione di fase e quindi l'autofocus, pur preciso, non è adeguato a seguire soggetti in movimento. Video di qualità ma non é una priorità di questa macchina, votata allo sport, al fotogiornalismo e al wild-life più impegnativo è una reflex, il pur eccezionale e nuovissimo sistema di autofocus Multicam 37K ha i 105 punti di messa a fuoco in centro. In questo le mirrorless hanno un vantaggio strategico, la copertura dell'autofocus a tutto frame con indubbie possibilità espressive di composizione si sposa alla perfezione con tutti i supertele Nikon (specialmente con gli ultimi E) ma alcuni pezzi del corredo reflex Nikon sono superati e difficilmente verranno avvicendati perchè oggi la parola d'ordine è Z peso, volume, ingombro, oggetto che non passa certo inosservato in ambienti ... ostili _____________________________________________________________________________________ Ma dove ci siamo già visti ? Solo il proprietario di una Nikon D5 riconoscerà ad occhi chiusi la Nikon D6 perchè per gli altri le due macchine si differenziano solo per il marchietto. Effettivamente, le differenze sono minime. Di evidente c'è solo la calottina superiore del pentaprisma che adesso contiene le antenne del wi-fi e del bluetooth. la Nikon D6 resta l'unica macchina Nikon ad avere il terzo display lcd di servizio sul dorso, sotto a quello principale Rispetto alla D5, la D6 nasce con il supporto nativo per le nuove memorie CFexpress ma la compatibilità con le XQD è totalmente assicurata. Resta anche l'unica Nikon ad avere due slot identici per XQD/CFexpress, le altre professionali hanno una soluzione mista come la D850 e la D500. Opzione che probabilmente verrà mantenuta anche sui prossimi modelli in uscita tra il 2020 e il 2021. la disponibilità di tagli elevati (qui una Lexar da 256 gigabyte ma ci sono sul mercato anche modelli da 325 e da 512 gigabyte) e i due slot configurabili a piacere (esubero o backup continuo) danno alla D6 una autonomia virtualmente illimitata. le interfacce di collegamento. Benché la D6 abbia le connessioni wireless, è stata mantenuta la porta Ethernet da utilizzare quando la velocità massima sia necessaria o per quando la rete wi-fi non sia stabile o altrettanto veloce. anche sul display superiore, piccolissime modifiche, invisibili a prima vista. Nella presa in mano e nell'uso, chi è abituato alla D5 si trova immediatamente a suo agio. La macchina è solida, ben costruita, ergonomicamente al massimo livello. Sottolineo questo punto per ricordare che un corpo macchina ben costruito, anche se pesante, aiuta a fare scatti con tempi più audaci ma soprattutto, consente al fotografo di lavorare per ore ed ore senza accusare quei disagi che i corpi minuscoli di molte altre reflex e soprattutto, mirrorless, producono alla lunga sulle mani, sui muscoli e sui tendini di chi le deve impugnare per una intera giornata. Io sono stato in autodromo per 8 ore di fila con D3, D4 e D5 e a sera ero stanco per la strada percorsa a piedi o per il carico sulle spalle. Ma mani e braccia erano ancora in grado di affrontare la giornata seguente. Con la Z6 dopo una giornata di lavoro, il giorno dopo mi riposo. Se l'esterno è apparentemente invariato, le novità stanno dentro Le novità stanno dentro alla macchina, non fuori. Ho già fatto cenno alla connettività wireless. Oltre al marchietto sul lato della macchina abbiamo i menù relativi che ci avvisano delle nuove funzionalità Il funzionamento è semplice e abbastanza immediato. Persino io che sono refrattario ad usare lo smartphone per cose troppo sofisticate ho accoppiato in pochi istanti la D6 al mio iPhone ottenendo il trasferimento automatico delle foto scattate sul telefono, oltre a poter controllare e fotografare direttamente dall'app. Funzionamento ineccepibile, come se fosse una D780 o una Coolpix. Stessa cosa per il wi-fi, sebbene la mia rete sia un pò scorbutica nelle connessioni. Una volta installata l'app sul PC Nikon Wireless Transmitter Utility, si inserisce il codice generato dalla macchina e si definisce la cartella dove verranno salvate le foto. Sul display superiore compare l'antennina di trasmissione e di accoppiamento : sulle foto il segno del fulmine a due punte che indica, a seconda del colore, se è stata prevista la trasmissione della foto e se la stessa è stata trasmessa se guardiamo a menù la macchina ci avvisa delle operazioni in corso. Connessione VERDE, nome del device, stato del wi-fi, foto da trasmettere, foto in corso di trasmissione, tempo totale di trasmissione previsto. L'operazione - se il PC si aggancia (a me qualche volta non c'è modo di farlo vedere ... ma non ho ancora scoperto da cosa dipenda) - tutto fila liscio e con i tempi permessi dal peso dei singoli file, ci ritroviamo le foto direttamente nella cartella specificata, sotto-cartella con il nome della macchina e il suo numero di matricola e dentro ad essa, le tradizionali cartelle che siamo soliti trovare nelle schede di memoria. Naturalmente l'utilizzo massiccio delle connessioni wireless, rispetto alla modalità Aereo che io sono solito impostare, moltiplica il consumo della batteria. La gloriosa EN-EL18 che è stata mantenuta per compatibilità, dovrà a mio parere essere sostituita da un modello più potente (magari da 3500-5000 mAh) nella prossima ammiraglia. L'autofocus Nikon Multicam 37K Però, diciamo la verità, se Nikon non avesse introdotto con questa macchina un autofocus del tutto nuovo, avrebbe anche potuto chiamarla D5s anzichè D6. Invece il nuovo sistema ne fa una fotocamera nuova. il nuovo Multicam 37K ha una impostazione differente rispetto al Multicam 20K della D5. Nella D5 i punti effettivi sono 153 ma solo 51 direttamente indirizzabili. Nella D6 sono "solo" 105 ma sono tutti indirizzabili dall'utente, sono tutti a croce e sono impostati per avere una superiore sensibilità. L'immagine qui sopra è presa dalla brochure inglese della D6 e ne da una descrizione più dettagliata. Io non ho potuto utilizzarla in condizioni sfidanti (come saprete, autodromi, palazzetti dello sport, palestre e stadi in queste settimane sono chiusi ...) e devo dire che sono dubbioso che si possa avere un autofocus ancora più prestante ed affidabile di quello - leggendario - della D5. Ma se andiamo solamente a sfogliare le tante opzioni adesso presenti nel menù AF : ci rendiamo conto di quanto sia flessibile il sistema e quanto permetta al fotografo di raffinarne il funzionamento in base alle sue esigenze, esperienze, necessità volta per volta. Credo che sarebbe bene che Nikon pubblicasse un tutorial approfondito per non obbligare tutti noi a centinaia di ore di sperimentazione sul campo almeno per capire a grandi linee le modalità di utilizzo delle varie opzioni. Che sono così tante che è stato previsto di disattivare alcune modalità di funzionamento, in modo da non dover passare tra le tante posizione del selettore mentre stiamo inseguendo la nostra ... "preda". Di certo mi affascina e questo ho potuto provarlo, la modalità che sfrutta il riconoscimento del viso e dell'occhio del soggetto come punto di messa a fuoco primario nell'area più grande. E' l'unica reflex Nikon che lo fa con questa prerogativa (ma voi sapete che già D5/D850 e D500 utilizzano il riconoscimento del volto in modalità reflex) e con queste promesse di funzionamento. Ce ne accerteremo alla prima occasione, perchè in molte discipline sportive può fare la differenza. Almeno nei casi in cui è praticamente impossibile per il fotografo seguire l'azione e al contempo cambiare il punto di messa a fuoco per centrare l'occhio del soggetto. Restando nel campo dell'autofocus e al di là delle prestazioni del sistema, si apprezzerà la possibilità di regolazione fine dell'autofocus per singolo obiettivo che qui è stata implementata come sulla D780, consentendo per gli zoom di regolare sia la focale più corta che quella più lunga : anche nella D6, ovviamente, è stata mantenuta la modalità di regolazione automatica tramite live-view come sulla precedente generazione. Tempi lunghi di scatto Sinceramente non so a quanti fotografi sportivi interesserà questa opzione ma certamente ad altri fotografi farà piacere sapere che anche sulla D6 c'è l'opzione per impostare tempi di posa lunghi senza l'uso di posa B o di dispositivi di controllo esterni. Qui ho selezionato 8 minuti ma si può arrivare fino a 900'', ovvero 15 minuti di posa. Con l'occasione vi ho fatto vedere il bel display che mostra le funzioni principali premendo il tasto i ovviamente del tutto configurabile. L'immagine è chiara, a colori, a prova di .... occhiali GPS Integrato La Nikon D6 ha un GPS integrato. si attiva da un menù apposito e consente oltre che registrare i dati di posizione nelle foto, anche di creare un registro di posizione della fotocamera con un intervallometro. Anche questa è una novità assoluta in una ammiraglia Nikon. Probabilmente i principali fruitori(richiedenti di questa funzionalità, sinora trascurata, saranno i fotografi naturalisti e di wildlife che devono documentare con le loro foto anche la posizione dove è stato fatto lo scatto. nel display LCD superiore compare anche l'antennina del GPS mentre riceve i dati dal satellite. jpg con i dati del GPS tra le proprietà del file Modalità live-view Ammettiamolo, viste le caratteristiche della Canon 1Dx Mk III e la presenza sul mercato di Z6 e della sua nemesi reflex D780 che ne replica all'ingrosso le qualità a specchio alzato, la D6 ci ha lasciati un pò delusi. In particolare la mancanza della rilevazione di fase sul sensore che è la caratteristica che consente autofocus evoluti, oltre che veloci sulle altre fotocamere. Stesso discorso per il video. Ma Nikon aveva come priorità rendere migliore l'esperienza d'uso al fotogiornalista sportivo che sarà certamente dotato di altre fotocamere e videocamere per lavori differenti. Ciononostante la D6 è stata aggiornata anche in questo campo, allineandola alle capacità della D850 che io ho utilizzato prevalentemente "a specchio alzato" durante tutto il periodo in cui l'ho posseduta. modalità live-view a specchio alzato, riconoscimento del volto. Funzionalità - vado a memoria - analoga per prestazioni a quella della D850 e nettamente meglio di quanto possa fare la D5 inseguimento 3D, al netto dell'autofocus lento e incerto punto singolo focus peaking per il fuoco manuale con intensificazione colorata delle zone ad alto contrasto (cioé a fuoco) con la normale funzione di ingrandimento. L'autofocus, benchè resti a differenza di contrasto è preciso e abbastanza rapido anche se adatto a soggetti fermi. Il riconoscimento del volto è funzionale ma soprattutto la modalità di scatto è immediata. La D5 sotto tutti questi aspetti è abbastanza primitiva mentre la D6 almeno ha qualche potenzialità in più, come ad esempio lo scatto silenzioso (benchè limitato in autofocus ed esposizione) fino a 10 scatti al secondo (ma soggetto a rolling-shutter come tutte le attuali fotocamere Nikon). Non manca anche una modalità ad alta velocità, in due formati, da 30 e da 60 scatti al secondo, che producono jpg da 8 e da 2 megapixel, a seconda che sia selezionata l'acquisizione video 2K/60fps e 4K/30fps. Il video è di qualità ma sinceramente non vedo tra le principali destinazioni di questa fotocamera il video cinematografico o le riprese speciali. Sono presenti come sulla D780 e sulle Z anche la ripresa intervallata, la ripresa HDR, il Time Lapse e il movimento del fuoco automatico. Insomma, é un allineamento conservativo perchè probabilmente inserire la rilevazione di fase avrebbe comportato una perdita di qualità d'immagine (banding eccessivo o altro, specie ad alti ISO) e Nikon ci fa capire che dovremo attendere la prossima ammiraglia per avere di meglio in modalità a specchio alzato. Velocità operativa La D6 fa 14 scatti al secondo senza limitazioni, contro i 12 della D5. La differenza può non essere eclatante visto che ci sono macchine full-frame che raggiungono i 20 scatti al secondo ma a volte può fare la differenza. A livello di buffer ho riscontrato una gestione dinamica molto efficiente. A fronte dei 34 scatti che si vedono a mirino (in NEF) la gestione della memoria interna mi consente di fare : 108 scatti consecutivi prima che il buffer si riempia, usando una XQD Lexar 2933x 125 scatti consecutivi usando una CFexpress Lexar da 256 gigabyte 155-160 scatti consecutivi usando una CFexpress ProGrade CObalt da 325 gigabyte in jpg si vedono 43 scatti nel buffer ma nella pratica si deve raggiungere il limite imposto di 200 scatti consecutivi prima che la cadenza venga rallentata. In condizioni operative è una quantità di scatti che raramente servono ma anche se fosse necessario mitragliare a quel modo (immagino il sottoscritto in autodromo al Blancpain GT con 50 e più Lamborghini lanciate alla carica senza soluzione di continuità), basta alzare il dito ogni tanto perchè si scarichi il buffer o si annulli il blocco dei jpg. Rimanendo in tema di velocità, la D6 consente di salvare alternativamente due tipi di jpg, uno pesante e uno leggero. Il primo per i lavori redazionali, il secondo per l'invio realtime in redazione. Una novità della macchina è la possibilità di cancellare sia la foto salvata nello slot 1 sia il suo backup nello slot 2. Il jpg è di eccellente qualità, avendo al solito cura di scattare curando esposizione e bilanciamento del bianco. E ci sono molteplici possibilità di editing direttamente oncamera. Insomma, tutto per la gioia del fotografo sportivo che tra un intervallo e l'altro o anche durante un game di una partita di tennis deve fare avere le foto in redazione per fare concorrenza alla TV che ricava fotogrammi 2K o 4K direttamente dal video. Ricordo la modalità in scatto silenzioso ad alta velocità che produce fotogrammi a 30 e a 60 fps di qualità adeguata alla stampa sui quotidiani, sebbene limitata nella messa a fuoco che rimane fissa sul punto iniziale. Qualità d'immagine L'ho lasciata intenzionalmente in fondo perchè parliamo di una fotocamera "sample" non destinata alla vendita, matricola 71 e quindi di preserie con firmware non definitivo. Non possiamo sapere in cosa le macchine di serie che oramai dovrebbe essere già pronte per la messa in commercio, si differenzieranno. E quindi ci vuole la giusta cautela in questo campo. Così ad impressione, posso confermare che il sensore è del tutto identico a quello della D5. Le misure di laboratorio confermeranno o smentiranno le mie considerazioni. Ma a bassi ISO la dinamica mi pare del tutto analoga a quella della D5. Come dire che probabilmente anche qui parliamo di un sensore che parte effettivamente da una posizione equivalente a 1600 ISO il cui segnale viene amplificato elettricamente fino a 102.400. Mentre sia sotto che sopra abbiamo una estrapolazione digitale. Che si traduce in entrambi i casi in una perdita di dinamica. Agli ISO più bassi, avendo cura di esporre bene, se non si devono elaborare troppo le immagini, non succede nulla. Oltre, insomma si ricavano immagini di fortuna fino ad ISO esagerati anche da citare. Ma in mezzo ... ecco, aprendo i file NEF trasformati in DNG con Adobe Camera Raw io non ricordo una resa di questo genere. O meglio, rispetto alla D5 mi pare che ci sia il divario che abbiamo visto tra D3 e D3s. 25.600 ISO pulitissimo, 51.200 ISO encomiabili ed immagini utilizzabilissime anche fino a 91.200 ISO con solo i 102.400 giusto giusto un pò troppo tirati ma comunque ancora "buoni". Foto scattate in luce naturale, una stanza non illuminata che dal riflesso della finestra in opposizione di sole, stamattina presto : 28.800 ISO 91.200 ISO. Si tratta di un ritratto stampato in 100x75cm 25.600 ISO 51.200 ISO ovviamente non sto a mettere foto ad ISO più bassi, puliti come se fossero stati scattati a 100 ISO. A differenza della D5 che ho sempre notato deviare un filo in termini di tenuta del colore andando verso il fondo scala superiore degli ISO lineari, qui la coerenza interna è assoluta. Come anche il bilanciamento del bianco, fedele tra uno scatto e l'altro anche in luce artificiale. Insomma, una pacchia per chi scatta in circostanze dove la luce - sia naturale che artificiale - è un optional spesso non previsto ! Conclusioni In questi giorni ci sarebbero state gare in autodromo ed io avrei certamente trovato altre occasioni per mettere la D6 alla frusta. Ma il momento è quello che sappiamo e ho dovuto farle mordere il freno impegnandola in compiti da ... test, certamente troppo noiosi per la sua capacità. Le ho fatto le mie scuse e lei le ha accettate a condizione che le promettessi che rimedierò appena si potrà uscire e soprattutto, appena ci sarà qualche cosa che valga la pena di portarla sul campo. Quindi tutto il mio pensiero va alla valutazione dei suoi punti di forza alla luce della mia "purtroppo" quarantennale esperienza con le migliori Nikon della storia recente. Reflex definitiva ? Non lo so. Uscirà, io penso un aggiornamento della Nikon D850 nel 2021 che starà alla D850 come la D780 sta alla Nikon Z6 e quindi la metterà come la più avanzata reflex Nikon. Esattamente come lo fu la Nikon FA per la Nikon F3. Ma difficilmente qualche cosa in casa Nikon potrà confrontarsi allo stesso livello con la D6 se non la D5 da cui la D6 deriva. O una eventuale, improbabile secondo me, D7. Per molti fotografi la D5 è più che sufficiente. Per altri la D6 sarà un'opportuna aggiunta al proprio arsenale. Credo che le prestazioni siano di un tale livello che solo il budget personale, del professionista che in questa fase di mercato ha probabilmente visto azzerare i suoi lavori di medio periodo, del fotografo amatoriale che dovrà giustificare l'acquisizione della D6 razionalmente possono impedirne l'acquisto. Perchè dal punto di vista emozionale, io non la restituirei mai. Oggi ci sono le mirrorless. Una Z6 può svolgere la gran parte dei compiti di una D6 ad una frazione del costo. E per altre opzioni c'è sempre l'ottima D500 che si compra al costo ... dell'IVA di una D6. Ma dobbiamo capirci nei termini, la D6 è una ammiraglia e sta alla Z6 come la CVN 78 Gerald Ford appena entrata in servizio sta al rimorchiatore che la sta scortando in questa foto : la Ford pesa 100.000 tonnellate, è fatta per la proiezione di potenza oltre mare. Non deve passare inosservata, anzi. E deve poter fare a meno di protezione e di appoggi fino alle coste nemiche. La Ford è l'ultima portaerei d'attacco del US Navy ed è stata costruita per operare per almeno i prossimi 50 anni. come la CVN 69 Eisenowher, qui preceduta dalla lancia dell'ammiraglio, che è entrata in servizio nel 1970 quando Nikon varava la Nikon F2. La Ike andrà in pensione quando verrà avvicendata dalla nuova CVN 80 USS Enterprise, che non sarà pronta prima dei prossimi 5 anni. Dopo più di 50 anni di onorato servizio. Io ho nello scaffale, D1x, D2x, D2h, con 15-16 anni di servizio sulle spalle. Tuttora funzionanti. Una portaerei d'attacco ha un suo comandante, un comandante dello stormo aereo imbarcato ma al ponte di comando siede un ammiraglio. L'uomo che la guida in battaglia deve essere in grado di dominarne la potenza, conoscendone intimamente punti di forza e di debolezza. Una Nikon D6 è in campo fotografico la stessa cosa. Una ammiraglia Nikon. Una ammiraglia Nikon è per sempre al tuo servizio, nelle mani del suo ammiraglio. Grazie a Nikon e a Nital per averci proposto l'anteprima della sua splendida, sesta sinfonia reflex digitale.
  2. Le schede CFexpress sono schede definite dal consorzio Compact Flash. Come le precedenti XQD e CFast, sono schede di fascia professionale, nate per prendere l'eredità delle venerande Compact Flash. I più anziani di noi hanno cominciato la loro carriera digitale con le Compact Flash. Schede praticamente indistruttibili con il loro bel guscio metallico. Avevano due soli difetti, il protocollo di trasmissione piuttosto obsoleto (quello degli hard-disk di inizio secolo) e l'interfaccia di connessione lato fotocamere con una piedinatura (anche quella ereditata dagli hard disk dell'epoca) estremamente fragile e facilmente danneggiabile. Di fatto abbiamo utilizzato le Compact Flash fino alle D800/D810, dopo di che è stato proposto uno standard più avanzato, avente caratteristiche aggiornate. Sono nate le XQD, con un fattore di forma abbastanza simile alle Compact Flash, stessa struttura robusta in larga parte metallica, piedinatura solida, protocollo di trasmissione aggiornato, per prestazioni decisamente superiori alle vecchie schede. In parallelo, ma confinate all'ambito consumer, almeno in casa Nikon, le SD, fragili, flessibili, lente (alcune lentissime) con un unico vantaggio dalla loro : il prezzo. Il formato XQD si è arenato di fronte a problematiche di royalties, un caso comune quando c'è di mezzo Sony che è l'ultimo produttore rimasto ad aver rifornito il mercato di schede XQD. Per superare il problema e al contempo per aumentare ancora le prestazioni, strizzando l'occhio alla ripresa vidoe 4K e 8K, ecco arrivare - dopo un ritardo di quasi 24 mesi - il formato successivo, oggi in prova su Nikonland. Generazioni a confronto a sinistra una delle prime schede CFexpress di ProGrade Digital, è il taglio inferiore, quello da 120 gigabyte. A destra una delle vecchie schede XQD Lexar da 128 gigabyte, è una delle 2933x che ci sta accompagnando sin dal 2016 con D5 e D500. Le CFexpress riprendono forma, robustezza, attacco, tensione di alimentazione delle XQD. Ma non sono come le XQD. Tanto che né i lettori XQD né le fotocamere compatibili con le XQD, sono compatibili con le CFexpress. Perchè è cambiato il protocollo ed è necessario un driver aggiornato, capace di pilotare il controller delle schede. Le Nikon Z6 e Z7 sono nate già pensando alle CFexpress e fin dal lancio ci è stato promesso un aggiornamento capace di permettere l'uso delle nuove schede. Che è finalmente arrivato a cavallo di fine 2019. Insieme alle schede di memoria e ai loro lettori. BORN IN USA ProGrade Digital può sembrare un nuovo player del mercato ma in realtà non lo è. Micron, gigante dei microchip californiano ha deciso di riarticolare la propria produzione tre anni fa, e nella ristrutturazione è stata sacrificata Lexar. Lexar è stata, insieme a Sandisk, la protagonista del mercato delle memorie ad alte prestazioni per le nostre fotocamere, praticamente fin dalla nascita del digitale. In particolare, nelle XQD. Sono Lexar le schede XQD che mi accompagnano dalla Nikon D4 in avanti. Micron quindi ha venduto marchio e diritti ad un produttore cinese, forte in campo consumer, Longsys, ma del tutto digiuna in campo fotografico professionale, che ha ripreso da zero la progettazione delle schede di memoria. In buona sostanza Longsys con la Lexar americana, pur detenendone il marchio, non ci azzecca nulla. I prodotti sono diversi e tutti da scoprire. Ma il personale californiano della vecchia Lexar si è intanto consociato ed ha creato una nuova società autonoma che si è messa sul mercato di eccellenza con il marchio ProGrade Digital. ProGrade ha messo a disposizione anche due lettori di schede. Uno - quello ripreso - ha porta USB 3.2 gen 2 con ingresso USB-C ed è in grado di leggere CFexpress ed SD ma non XQD. C'è un altro modello, dotato di porta Thunderbolt 3.0 che legge indifferentemente schede XQD e CFexpress, venduto però a prezzo Premium (circa 147 euro su Amazon.it). La nuova Lexar è una società cinese, marchio di Longsys. ProGrade Digital è la vecchia Lexar in termini di know how, management, target di mercato. Ed è Born in USA la confezione - molto sobria - di una delle nuove CFexpress di ProGrade che all'interno ha il classico guscio in plastica trasparente per conservarla durante il trasporto o quando non è in uso l'aspetto è del tutto identico a quello di una XQD al posteriore si conferma la politica di ProGrade che quando era Lexar, faceva produrre da Micron a Taiwan, oggi in Vietnam. Non in Cina. la confezione del lettore di schede San Jose, California, BORN IN USA l'interno della confezione i due cavi USB Attendevo quindi non trepidazione la disponibilità di schede di memoria e dei relativi lettori per poter provare nei miei sistemi le nuove CFexpress che per Nikon sono e saranno i dispositivi di memorizzazione delle immagini di fascia alta. Ed ecco qua che, esattamente il giorno dell'annuncio dei nuovi lettori, i dispositivi sono disponibili world-wide anche su Amazon.it Fatto l'ordine il primo di aprile, consegna il 2 aprile. Tutto perfettamente funzionante come da standard Lexar ... pardon, ProGrade Digital ! *** Dopo aver verificato la compatibilità con il firmware ultimo delle mie Nikon Z (funzionamento ineccepibile. La scheda tolta dalla confezione ed inserita nella macchina non formattata ha generato una segnalazione di FOR sulla fotocamera. Fatta la formattazione direttamente nella fotocamera, ho potuto scattare esattamente come se avessi in macchina una XQD. Potrebbe bastare questo ma andiamo avanti. Ho verificato la compatibilità con sistema differenti. Il mio vecchio computer che dispone solo di porte USB 3.0 (intel i7 da 4 GHz con 16 gigabyte di ram) USB 3.0 Scheda CFexpress Scheda XQD registro prestazioni sostanzialmente allineate (al netto del differente lettore). Ricordo che la 120 GB di ProGrade è data per una velocità massima di scrittura di 600 megabyte al secondo con una media di 145 megabyte. Le XQD Lexar 2933x secondo la vecchia nomenclatura che risale addirittura al primo standard CD-ROM (150 kb/s sarebbe 1x), dovrebbe essere capace di 450 megabyte in lettura. non ci andiamo nemmeno vicini. Ma come sappiamo ProGrade utilizza come base le nuove interfacce di connessione ai pc. In attesa di verificare con la Thunderbolt 3.0 (magari quando ci saranno i tagli superiori, tutti dati per 1000-1400 mb/s in scrittura), mi sono portato sul mio nuovo pc (un Intel i9 a 8 core e 32 gigabyte di memoria) USB 3.1 Scheda CFexpress scheda XQD e qui i dati diventano interessanti, avvicinandoci ... pericolosamente al target massimo (più teorico che pratico, naturalmente). Per confronto vi mostro cosa è capace di fare la tecnologia NVMe negli hard-disk interni costruiti con criteri similari alle CFexpress. Questi sono i dati di scrittura e lettura del mio hard-disk interno Samsung EVO 970 PRO. scaliamo e possiamo capire fino a che limiti le prossime generazioni di schede e di fotocamere potranno lavorare. All'atto pratico. Fin qui sul piano teorico e pratico lato pc possiamo essere sicuri che i tempi di lettura e scrittura di queste schede permetteranno di risparmiare tempo nello scarico delle nostre foto, almeno per chi di noi è solito tornare a casa con le schede da 120 gigabyte piene. Per gli altri ... il discorso è diverso. Nel senso che all'atto pratico e senza aver velleità scientifiche (lungi da me l'uso di cronometri o impostare programmi di confronto dell'ora di scrittura dei file dagli exif in minuti primi, secondi e millesimi di secondo ....) direi che l'uso di una CFexpress di queste o di una XQD delle nostre sulla Z7 (che è la macchina più complicata in termini di gestione del buffer di memoria) è abbastanza la stessa cosa. Ne più né meno. Forse ... un filo meno. Riempito il buffer poi si scatta ad 1-2 scatti al secondo e ci vogliono 10-15 secondi per svuotare il buffer. E' poco, è tanto. Lascio decidere a voi. Di certo sappiamo che la prima generazione di Nikon Z non è composta da fotocamere da corsa. La compatibilità con le CFexpress mi pare normale che sia stata prevista più che altro in termini di estensione della disponibilità di memorie, a fronte di uno standard - le XQD - oramai fuori produzione. Per il futuro si vedrà. Magari già con la D6 ma più probabilmente con Z8 e Z9 perchè ho come l'impressione che la D6 stia nascendo già un pò ... tardona. Conclusioni (per ora) Consideriamo che è un periodo di quarantena in cui non si fotografa sul serio, hai voglia di simulare ma non è esattamente la stessa cosa, non mi sento di essere asseverante ma qualche considerazione la voglio fare. PRO ProGrade Digital è un marchio californiano che ha la sua ragion d'essere nel servire il mercato di eccellenza già il solo privilegio di non costringermi a comprare Sony basterebbe in più produce schede colorate in oro e nero che per noi nikonisti significa qualche cosa il nuovo standard ha prestazioni che sono interessanti e che possono scalare verso l'eccellenza con le schede serie Cobalt (il taglio da 325 GB è già in commercio ed assicura 1300 megabyte al secondo di velocità media in scrittura .... scusate se è poco) le nostre Nikon Z funzionano nativamente (previo aggiornamento all'ultimo firmware) con queste schede sono schede di fascia alta, robuste, affidabili, longeve (ma non eterne : pensate già a sostituire le vostre XQD se hanno più di tre anni di attività !) CONTRO costano come il caviale. Ma anche le XQD costano come il caviale. Solo, di qualità differente (qui chiedete a James Bond quale è il caviale più pregiato !) i lettori per le XQD non sono compatibili con le CFexpress e viceversa i tagli disponibili partono da 120 gigabyte (che per me è il taglio minimo ma per qualcuno già 8 gigabyte sarebbe sufficiente !) le Nikon Z6 e Z7 sono pienamente compatibili ma le loro prestazioni non sono apprezzabilmente differenti rispetto all'uso delle XQD (lato raffica e svuotamento del buffer), almeno così empiricamente è uno standard non ancora consolidato e quindi ci vorrà tempo perchè si diffonda e i prezzi - specie dei tagli più grossi - diventino convenienti 120 gigabyte diventano 112 utilizzabili in questa scheda ... per poter sfruttare le migliori prestazioni in campo informatico è necessario che il pc utilizzato abbia porte USB 3.1 o USB 3.2 perchè sulle USB 3.0 la velocità è identica a quella delle mie XQD ma questo è il futuro. Vi ripeto, nessuna memoria è sicura per sempre, nemmeno le più sicure come le XQD. Quindi prima o dopo, dovrete cambiare le vostre. E sarà il caso di comprare quelle nuove ...
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