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  1. Ecco la prima mirrorless Z DX: la Nikon Z50 col doppio kit, comprensivo di fotocamera, zoom Nikkor 16-50mm f/3,5-6,3VR e 50-250mm f/4,5-6,3VR, che per conto di Nikonland ho avuto in visione dal distributore italiano Nital e che dopo l'unboxing di due settimane fa, ho portato con me in lungo e in largo con la stessa facilità e spensieratezza con la quale decido di indossare un paio di jeans, ripagato dalla stessa immediatezza con cui il denim, tessuto del jeans, ci concede in termini di comfort e capacità di adattamento ad ogni attività. Nonostante la mia pluridecennale esperienza nel primo approccio a fotocamere digitali, dico subito che mai come in questa occasione, con la Nikon Z50, mi sono sentito più a mio agio e perfettamente in grado, senza alcuna scomodità di apprendimento iniziale, non solo di settare con estrema facilità la macchina, ma sopratutto di vederla rispondere ai miei comandi ed alle mie regolazioni ESATTAMENTE come mi aspettavo di ottenere. Se esista un premio internazionale di userfriendly, questa Nikon lo vincerà di sicuro e con verdetto, probabilmente, unanime. Intanto Nikon con la Z50, già solo corpo, ha dato la paga a tutti i cultori dei prodotti concorrenti in termini di dimensioni con i suoi 127x94x60mm ed i 397g di peso ma è nell'abbinamento allo zoomino entrylevel trans standard, questo 16-50mm dalla luminosità indecentemente bassa, della quale ci si dimentica un decimo di secondo dopo averlo montato in macchina, sia guardandolo di profilo sia poi sbloccato, in posizione di lavoro, nella quale l'escursione massima dello zoom alle diverse focali (equivalenti ad un 24-75mm in FX) è contenutissima. Una microrealizzazione che fa pensare alle dimensioni della precedente e sfortunata serie ONE delle prime mirrorless Nikon, esperienza ormai archiviata dalla linea Z Dei comandi di scatto e della torretta di destra abbiamo già parlato tanto, ma in questi 15 giorni durante i quali ho scattato quasi 6000 file, sono riuscito ad utilizzare quasi ognuna delle (incredibilmente) tantissime opportunità di regolazione di questo unico selettore, con due posizioni di memoria, oltre alle classiche PSAM e quella in totale automatismo, verde, per chi proprio non ne voglia sapere neppure di giocare, comprese le possibilità di program dedicati (SCENE) e quella del tutto ludica, costituita dagli EFFECTS speciali, alcuni dei quali mi hanno fatto divertire tanto. Già, perchè invece di guardare dall'alto in basso questa entry level mirrorless, (con la quale Nikon DEVE fare tanta cassa, per riuscire a sviluppare gli altri programmi, quelli che riguardano fotocamere e lenti di categoria Premium), ho cercato di immedesimarmi nelle esigenze comuni ai destinatari d'acquisto di una Nikon Z50: persone per le quali la fotografia sia una passione da praticare nel tempo libero e con strumenti che li mettano sempre a proprio agio e nelle condizioni di tornare a casa con la quantità e qualità delle foto desiderata. Credo di esserci riuscito perchè restituisco a malincuore il doppio Kit Z50, come se la sua spensieratezza abbia lasciato il segno anche su di me. Andiamo per ordine: sul fianco sinistro ci sono, sotto ai simboli dei trasmettitori wifi e Bluetooth incorporati, le prese di microfono, video e usb con la spia di ricarica della batteria se si voglia lasciare a caricare on board (con specifico alimentatore, optional). Di serie viene fornito il solito charger a parete, dedicato alla nuova batteria della Z50. Sopra le prese, sul fianco del mirino elettronico, lo slider per l'apertura del flash incorporato della Z50 (la prima Z con flash) NG7 utile per essere usato in fill-in flash sulle ombre in primo piano, ma efficace anche il TTL-flash su brevi distanze dal soggetto. Purtroppo non più previsto il protocollo CLS per pilotare gli SB Nikon da Master. Quindi ci aspettiamo a breve che Nikon si dia da fare nuovamente in ambito flash, per fornire la linea Z di lampeggiatori separati dalle dimensioni e specifiche studiate per le nuove fotocamere. Non può ritenersi bastevole un SB500 (indicato nella scatola di questo kit Z50 come flash dedicato alla fotocamera) che appartiene alle generazioni precedenti delle reflex entry level. In questa Z50 Nikon ha operato delle diversificazioni rispetto le altre due Z sul mercato, alcune delle quali hanno destato scalpore, ma alla resa dei fatti sono perfettamente coerenti con lo spirito della macchina e le esigenze dei suoi potenziali acquirenti: cominciamo dalla nuova batteria, la EN-EL25, da "soli" 1120 mAh accreditata di circa 300 scatti utili, secondo le modalità di misurazione ufficiali fornite dalla casa, io invece, con le mie abitudini di scatto in determinate situazioni (sport, scatto in sequenza ad alta velocità, AFC e formato NEF) sono riuscito a tirarne ben più di 2000 senza avere scaricato del tutto la batteria, indice ciò di una progettazione del processore e di tutte le schede di queste ML Z assolutamente confacenti alle crescenti necessità di alimentazione. Una raccomandazione che faccio è quella di non fidarsi troppo dell'indicatore di carica a segmenti nel mirino, non affidabilissimo, che repentinamente piomba da un'indicazione di carica parziale al blackout totale. La batteria è contenuta nell'impugnatura, dove fa compagnia all'altro elemento di novità di questa Z50: la scheda di memoria SD ad essa affiancata, in un telaietto dal quale va estratta ed inserita con delicatezza, per evitare indesiderati traumi al telaietto stesso, molto ...essenziale. Le schede SD per le quali questa macchina è compatibile sono le UHS I, ma vi consiglio di utilizzare schede recenti e ben veloci, da almeno 90 Mb/s in scrittura , come ho fatto io, utilizzando anche le mie SD UHS II ben più prestazionali. Utilizzando invece schede più lente, scattando in raffica ad alta velocità (la Z50 in H* raggiunge gli 11ftg/s) si rischia che il basso rate di scrittura della scheda ingorghi il buffer, interrompendo la sequenza. Sostituita la SD con una, come indicato, più performante, non ho avuto minimamente problemi, neppure scattando, come ho fatto per tutti questi 15 giorni, sempre in NEF+jpgF Il grande monitor touch da 8cm di diagonale, TFT da 1040k punti, riporta serigrafati sulla destra i comandi di ingrandimento/rimpicciolimento dell'immagine in playback o della zoomata a monitor in ripresa, oltre al comando per la scelta sequenziale delle informazioni a monitor, preselezionabili dal menù. Accanto al monitor, sulla dx, il tasto multiselettore con l'OK di conferma funzione, ed, in senso orario, il tasto per entrare nel menù, il cestino, il playback e l'importantissimo (per questa classe di fotocamere) pulsante per attivare a mirino/monitor le due righe di comandi funzione, presettabili da menù una volta e per tutte, per consentire ad un neofita o ai fotoamatori pigri, di non dover mai più entrare dentro alle intricate (per loro) sezioni del menù Queste le funzioni che imposto sempre io sulle mie mirrorless, di qualunque marca esse siano: dall'alto a sx ed in senso orario: profilo colore, qualità del file, gestione flash, modoAF, motore, sensore AF, scelta tipo otturatore, scatto silenzioso, comando VR, tipo esposimetro, ISO, WB control. Questo tasto i serve davvero a semplificare la vita a tutti, in concorso, eventualmente, con l'ultima sezione dei menù, quella "MIO MENU'" personalizzabile con le principali funzioni che si utilizzano. La Z50 è una macchina che consente anche la personalizzazione di altre funzioni sui tasti già assegnati di default, ma non sarà questa l'intento della maggior parte dei suoi acquirenti, i quali si avvantaggeranno proprio nella semplicità di utilizzo delle funzioni già dedicate ai tasti, in concorso con quelle indicate. Sulla parte destra frontale della Z50 altri due tasti programmabili, FN1 e 2, uno messo dove su tutte le Nikon troviamo da sempre il pulsante della profondità di campo dell'obiettivo (un pò desueto dall'avvento del mirino elettronico, che riesce a far vedere quella effettiva, senza simulatore), ed il secondo sul quale per abitudine io imposto il comando di variazione del formato file. Sulla Z50, la prima Z DX di Nikon, il sensore da 20,9Mpx da 5568x3712, può essere trasformato in un quadrato da 3712x3712 o in un'inquadratura 16:9 da 5568x3128 il monitor touch è, purtroppo, incernierato su due punti, consentendo una basculamento obbligato in una sola direzione, ma ampliato, rispetto le altre due Nikon Z, permettendo adesso anche l'opportunità di arrivare fino a 180° di estensione e consentendo pertanto di effettuare anche "selfie" , scattando a scelta dal pulsante di scatto oppure anche toccando lo schermo: tutto sommato avrei preferito un impernaggio in stile D5xxx, che consenta una completa rotazione su se stesso, anche in funzione protettiva del monitor. Ma Nikon non vuole... Ciò che tutti, ma proprio tutti, esecravamo da anni era di certo il livello qualitativo degli obiettivi Nikon di primo equipaggiamento, da kit, appunto... Quella infinita serie di 18-xx/xxx distorcenti, poco nitidi, brutti: inutili, in una parola. Come inutili NIkonland ha sempre valutato essere le reflex del primo segmanto entry level, quelle nelle quali l'intervento creativo dell'utente non sembrava essere previsto. In realtà fotocamere antididattiche... Ecco il punto: con la Nikon Z50 e i suoi due plasticotti in dotazione al kit, non mi sento sminuito rispetto la mia frequentazione di ben altra categoria di fotocamere Nikon (e non) da sempre. Qua il brutto anatroccolo...questo zoom/pancake 16-50mm che arriva a f/6,3 di massima luminosità alla focale equivalente di 75mm...peso:...135g Ed ecco il tubo da idraulico, questo 50-250mm da 11cm di altezza (da chiuso), all plastic, range focale equivalente a 75-375mm allo stesso indicibile rapporto luminoso: massimo f/6,3 alla focale estrema ! Pesa 405g...nemmeno poco per un tubo di plastica (allora qualche pezzo di vetro dovrà pur esserci dentro in uno schema 16/12 con lente frontale da 62mm di diametro) Epperò mette a fuoco da 50cm... maf minima che però varia al variare della focale, per esempio a 135mm (200mm-eq) è ancora, ottimamente a 65cm dal soggetto e a 83cm a 200mm di focale... Quindi, vediamo bene, senza preclusioni mentali, il quadro d'insieme. Le diverse dimensioni rispetto la mia Z6 vengono rapidamente metabolizzate: peraltro le differenze salienti rispetto le sorelle più grandi consistono in alcuni fattori non certo trascurabili: nella Z50 manca il joystick di gestione dei sensori AF e però questa carenza dettata certo da motivazioni economiche, (oltre che di destinazione d'uso) lascia lo spazio necessario per il pollice dx, e non crea nessun disagio. I tasti + e - per ingrandire/rimpicciolire sono stati spostati sul touch screen insieme al comando display, realizzando un intelligente risparmio di spazio che crea solo qualche piccolo disagio se inavvertitamente il pollice dx possa andare a sfiorare il tasto + e ci si realizzino a mirino ingrandimenti indesiderati. In questo modo , però, i tasti che su Z6 e 7 stanno in alto a sa sono stati spostati qui sotto il multiselettore, sostituiti da unico tastino di abilitazione dell'alternanza tra visione a mirino oppure a monitor o automatismo tra i due, con il sensore della presenza dell'occhio, qui sulla Z50 ottimamente spostato sul basso della cornice del mirino stesso (sulla Z6 ogni tanto, la flessione dell'oculare in gomma mi fa oscurare il monitor). Il selettore principale non ha sistema di sblocco, quindi gira liberamente tra le impostazioni, ma non mi è mai capitato nell'uso intensivo che ne ho fatto, di trovarlo accidentalmente spostato in una selezione sbagliata. In più, coassiale, ha una levetta di cambio tra operatività foto e video, a mio avviso molto più comoda ed immediata rispetto la posizione che ha nelle altre due Z. La presenza a dx del selettore, priva la Z50 del monitor superiore presente nelle sorelle: una carenza importante per un fotografo che lavori o necessiti un controllo continuo delle regolazioni impostate: esattamente l'opposto quindi dell'utente cui sia destinata questa fotocamera, ossia un fotografo che finalizzi tutto ad inquadratura e scatto, peraltro con la dovizia di informazioni presenti nel mirino elettronico, che non mi hanno fatto rimpiangere quello della mia Z6. La differenza esterna tra Z50 e la mia Z6, oltre a quella dimensionale, si ferma qui. Ovviamente altre sono le distinzioni da fare, a cominciare dall'assenza in questa Z50 del controllo delle vibrazioni sul sensore (che ha fatto si che i due zoom entry level siano i primi obiettivi Z-mount provvisti di VR interno, perfettamente compatibile, peraltro con il VR sul sensore della mia Z6). Manca anche il sistema meccanico di agitazione del sensore, per scuotergli via eventuali granelli di polvere: al netto dell'utilità relativa di questo sistema è di certo un'altra soluzione gestionale di collocamento di fascia per questa Z50, il cui sensore chiaramente non si sporca di meno degli altri e quindi andrà manuteso un pò di più, in assenza di shaker...! Il Nikkor 16-50mm su questa sua Z50 è un prodigio di obiettivo entry level: quello che avremmo desiderato tutti avere, quando ci difettavano i soldi per gli acquisti: a 100 ISO come a 5000 con questa Z50 ho utilizzato esclusivamente gli scatti in jpg, assolutamente conformi alle regolazioni impostate in camera, con aggiustamenti minimi in postproduzione, mai determinanti rispetto alla resa del file: praticamente un eccellente cotto e mangiato che non potrà che entusiasmare i praticanti con poco tempo da destinare alla gestione in camera chiara ! 20mila ISO questa macchina e questo zoomino li gestiscono così...senza particolare preoccupazione di rumore digitale o di aberrazioni cromatiche disturbanti la facilità di gestione di una mirrorless a monitor orientabile, aiuta e molto nella composizione del soggetto, ma la resa cromatica deve dire la sua il controllo automatico delle distorsioni e delle aberrazioni integrato nel sistema Z aiuta a rendere ogni inquadratura possibile qualunque sia la sorgente di luce, naturale... ... o artificiale, il controllo WB funziona egregiamente, con tutte le opportunità già presenti su Z6 e 7, di filtrature specifiche, che si sommano agli "effects" presenti sul selettore principale, quelli da divertimento puro, per non dire peggio... L'assenza del VR sul sensore, per quanto ovviamente difettiva, rispetto la mia Z6, con le dovute accortezze di appoggio, non si fa poi sentire troppo, grazie alla stessa funzione incorporata in questo 16-50, che gestisce eminentemente molti stop (dichiarati 4,5) a mano libera o con appoggi di fortuna, come in queta posa di 4 secondi La leggerezza dell'insieme (Z50 + 16-50) produce una sensazione di estrema piacevolezza e consente finalmente di portarsi sempre appresso una fotocamera con un sensore di dimensione non llilipuziana, per essere sempre pronti a scattare il flare anche su questo zoomino, pur presente, non è mai eccessivo la resa cromatica fedele alle regolazioni impostate, anche nelle situazioni di massima variabilità, come in Campo dei Miracoli a Pisa, dove ogni minuto il concetto di bianco varia, anche drasticamente Se alle mie abitudini da appassionato di superwide, mancano alcuni mm determinanti rispetto i 16 (24-eq) di questo zoomino, la correzione delle distorsioni mi consente di strapazzarlo sul sensore APS-C della Z50, con risultati, a mio vedere, più che soddisfacenti, anche ad alti ISO in interni Tra i valori ISO più vari, non riesco a notare significative differenze ed in questo la Z50 parte avvantaggiata dall'utilizzo del sensore della reflex più capace in questo senso che abbia utilizzato (la D500) altra caratteristica di questo 16-50mm è certamente la capacità di avvicinamento al soggetto, che fino a 35mm di focale sta tra i 20 ed i 25cm con grande qualità di nitidezza e risoluzione, anche attraverso ostacoli come una teca di vetro a prova di qualsiasi temperatura colore delle luci presenti in scena Uno strumento micidiale in mano anche ad un principiante. Come del resto è anche il secondo dei due zoom del corredo: incredibilmente è questo il primo telezoom Z, per giunta VR... Leggero, compatto (da chiuso... una volta aperto passa da 16cm alla focale minima, fino a 20cm alla massima), anche acuto, come detto, mette a fuoco agevomente a distanze ridotte, che se aiutate con opportuna lente addizionale, possono sostituire per gli utenti di una Z50 gli obiettivi macro che ancora Nikon non ha prodotto. (la lente addizionale è una Nikon 5T, che ha lo stesso passo filtri da 62mm dello zoom) Un teleobiettivo deve resistere bene a UV e riflessi in controluce, per passare le forche caudine di un utilizzo sul campo e a mio avviso questo 50-250 si mantiene su una linea molto più che accetabile, tenuto conto della presenza nel suo schema di 16 lenti di un solo elemento ED capace di migliorare entro certi limiti una ripresa in condizioni di variabilità di esposizione là dove il rapporto di contrasto sia maggiore, ecco dove questo 50-250 dà il meglio di se anche indipendentemente dalla temperatura colore della luce o dall'utilizzo ad alti ISO altri scatti selezionati, nelle rispettive gallerie: Sono sicuro che il mio giudizio sul doppio kit della Nikon Z50 vi sia già più che trasparente: si tratta di un corredo già ben completo di suo, perfettamente espandibile al resto del sistema, qualora il fotografo che lo acquisti senta davvero il bisogno di completarlo. Le foto scattate con i due zoom del kit (mi sono immedesimato nell'acquirente potenziale e non ho portato con me altro) credo parlino dei pregi e delle inevitabili aree di migliorabilità. La fotocamera in sè è la più completa entry level (non solo) Nikon che io abbia avuto in mano: ergonomica, facile da capire all'impronta anche nel caso non si sia mai posseduta una Nikon, facile da settare per una persona, come me, abituata a trovare le funzioni che gli servano sempre a portata di dito. Auguro grande successo commerciale a Nikon ed al suo distributore italiano NITAL che ci ha gentilmente messo a disposizione il doppio kit: ritengo che tale successo sia insito nelle qualità del prodotto proposto e nella capacità commerciale di chi dai negozi lo offrirà ai suoi clienti. Max Aquila photo (C) per Zetaland 2019
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