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  1. Ringrazio ancora New Old Camera che mi ha fornito questo gioiello della tecnologia Nikon, riservandomi il primo esemplare ricevuto. Questo è un primo test sul campo. Per considerazioni generali su questo obiettivo, vedere Nikon 500mm f/5.6E PF : unboxing e primo contatto (test/prova) Bene, era già prevista l'escursione in autodromo questa domenica. Non mi aspettavo di poterci andare con il nuovo 500mm PF di Nikon. Una bella sorpresa che ho cercato di sfruttare per il meglio. Leggero e compatto, più o meno come il mio Nikon 70-200/2.8E, ho deciso di portare solo lui, accoppiandolo con la mia impareggiabile Nikon D5. Il teleconverter TC-14E II, perchè oramai le distanze da cui si deve fotografare sono sempre più lunghe. ecco il trio oggetto di questa prova. Dietro una borsetta Lowepro da "passeggio" i tre apparecchi scompaiono all'interno chiusa, la borsa pesa circa 3700 grammi in tutto. Per andare in autodromo con il 500mm, normalmente mi devo portare lo zaino, il monopiedi, talvolta anche il seggiolino. Non meno di 8-10 chilogrammi caricati sulla schiena. C'è il sole e ci sono automobili bellissime in pista. Cominciamo con le GTOpen Series, protagoniste di questo week-end (in pista c'è anche l'ex pilota di F1 Andrea Montermini) Dalla lunga distanza (siamo alla Seconda Variante) uso il teleconverter. Sono tranquillamente seduto in tribuna e scatto attraverso il varco della rete dove c'è la telecamera. 1/1000'', f/8, auto-iso, jpg nativo, in qualche caso passo anche al crop 1.2x é una prova facile. Coadiuvato dall'autofocus della D5, pur con il teleconverter, l'obiettivo segue perfettamente le evoluzioni di queste automobili meravigliose. Gli scatti si susseguono, tra ombre e colpi di sole di questo fine settembre ancora estivo. Dopo un pò mi alzo, tolgo il teleconverter, e senza badare al fatto che c'è di mezzo una bella rete di protezione spessa a maglie romboidali, mi metto a fare panning. l'obiettivo è molto leggero e devo regolare il movimento perchè questo diventi abbastanza fluido da seguire il passaggio delle auto. Approfitto del fatto che in mezzo alla variante c'è pieno sole e lo sfondo non è troppo chiassoso. C'è anche il balzo sul cordolo per chi tira particolarmente forte la staccata. Parto da 1/400'' per scendere poi gradualmente ad 1/320'', 1/200'' e fino ad 1/160'' che è il mio limite con queste auto. Guardo gli scatti che sto facendo. La luce è bella forte e resto ad occhi aperti. Nemmeno quando venivo con il 400/2.8 ottenevo foto così belle e già pronte. E giammai pensavo anche minimamente di usare il 400/2.8 e i suoi 4 chili e mezzo per fare panning. Qui con il 500/4 fotografo necessariamente con il monopiede. Mentre oggi sono a mano libera, in scioltezza, potendo seguire tutta la traiettoria delle auto anche quando queste diventato troppo grandi per starci tutte in un fotogramma. Anche se ogni tanto ci sono ostacoli, non importa. Al culmine ... della sfacciataggine mi siedo sui gradoni. Con un tele lungo sono sempre in difficoltà a fare panning da seduto, finisco sempre per impuntarmi e a non riuscire a seguire le auto. Niente affatto, non solo fotografo quasi meglio che con il 70-200/2.8 (nella tribuna di fianco è quello l'obiettivo ideale, con le auto che passano vicinissime al fotografo), ma mi rilasso senza stancarmi ... ! Tra una pausa e un'altra ho anche il tempo di fare qualche scatto di prova. Del resto sono qui soprattutto per provare questo nuovo obiettivo. Questa è la nuca dell'operatore TV, obiettivo moltiplicato, sono 700mm, 1/200'', ISO 640, +1/3EV notare la nitidezza del primo piano (sarà a 12 metri da me, del resto ho impostato il limitatore di messa a fuoco da 8m ad infinito), e lo sfuocato più lontanto, al sole, addetti a bordo pista, sempre 700mm, f/8 ricordo che sono jpg senza particolari manipolazioni, della D5, non della D850. Riprendono a girare le auto, adesso ci sono le Caterham. Sono piccole, non sono velocissime ma molto agili e i piloti ci danno dentro (c'è anche l'ex F1 Pascal Werlhein). Le foto che seguono sono tutte attraverso la rete, con l'obiettivo moltiplicato, tempi lenti fino ad 1/125'' e conseguente diaframma chiuso anche ad f/14. La rete resta invisibile, i soggetti nitidi, nonostante il mio e il loro movimento. Sempre a mano libera. Seduto o in piedi vicino al parapetto della prima tribuna della Roggia. guardandole adesso queste foto, se non sapessi che le ho fatte con il 500/5.6, le scambierei per i soliti panning che faccio con il 70-200/2.8 sostanzialmente con questi tempi di scatto e con questo - ridotto - impegno fisico. Ho un impegno a pranzo e non mi posso fermare. Quindi mi avvicino alla Variante Ascari ed arrivo che è ancora presto e con il sole non proprio a favore. Ci sono i 5 prototipi che battagliano tra loro. Uno spettacolo magro ma sufficiente per provare che anche in queste condizioni, dove il Nikon 200-500/5.6 proprio non si poteva usare, qui abbiamo un risultato d'eccezione, degno di un supertele Nikon Alla Variante Ascari, le condizioni di luce in estate a mezzo giorno, sono tali che io non provo nemmeno a fotografare. Ma qui, e pur dalla tribuna e anche attraverso la rete, ho un risultato perfettamente pubblicabile, anche professionalmente. Le foto sono chiare, nitide, con colori accesi e tonalità leggibili. E questi risultati ottenuti praticamente senza fatica, nonostante i soliti 7-8 chilometri percorsi a piedi per i viottoli interni dell'autodromo di Monza. Conclusioni, per ora Sono andato a fare queste foto portandomi il solo 500mm carico di aspettative e un pò di timore di esserne deluso. Generalmente porto sempre anche il 70-200/2.8 per i panning più "coraggiosi", ma oggi ho deciso di lasciarlo a casa per andare il più leggero possibile. Mi sono ritrovato a fare panning a mano libera a 700mm ad 1/125'' e non a 175mm. Ottenendo foto eccellenti sotto ogni profilo. E senza caricarmi la schiena come un asino. - l'autofocus si è rilevato più che adeguato anche ad auto poderose come le GTOpen Series con le loro centinaia di cavalli. Anche quando ho usato il TC-14E II - lo stabilizzatore è tale che il tempo di scatto "di sicurezza" non è più una variabile da tenere in considerazione, almeno entro livelli compatibili con focali di questa portata - la nitidezza è sovrabbondante, tanto che l'uso del teleconverter e la stragrande quantità di foto fatte attraverso la rete non hanno influito più di tanto sulla resa complessiva ci si è dovuto mettere il fotografo, perchè come già anticipavo nell'altro articolo, bisogna fare la tara del fatto che si ha in mano un 500mm (o un 700mm) che pesa solo un chiloemezzo e si deve maneggiare senza incertezze, altrimenti movimenti non adeguatamente fluidi influiranno sulla qualità delle foto. Ma con la D5 questo obiettivo va a nozze, il corpo bello pesante e concreto rende il complesso perfettamente adeguato. Dopo un pò ho semplicemente compensato tenendo la mano sinistra sotto al paraluce e così ho cominciato ad ottenere i risultati migliori. Fotografando in autodromo (gradoni in calcestruzzo), faccio solo un appunto al paraluce, analogo a quello del 200-500/5.6. E' l'elemento debole dell'obiettivo, almeno per me che sono abituato a poggiarlo a terra per il paraluce, in piedi, quando devo fare operazioni (smonta, monta, in borsa, fuori dalla borsa). Un bordino di appoggio gommato, con un anello di rinforzo, non avrebbe fatto male, anzi. Per il resto una vera gioia da usare è un reale game-changer per lo sport motoristico e credo, per lo sport in generale, almeno quello outdoor e con il sole. Potrei fotografare tutto il giorno (oggi in 2 ore ho fatto 5800 scatti in totale scioltezza) senza stancarmi. E il giorno dopo essere pronto per un'altra giornata uguale. Diversamente da quando torno stanco per essermi portato sulle spalle uno zainone, sotto il sole ... Se siete soliti fare questo genere di foto, datemi retta : abbandonate i vostri super-zoom, onesti ma che nulla hanno a che spartire con un vero superteleobiettivo come questo, magari fate un debito e comperatevi questo bellissimo 500/5.6 Phase Fresnel. I sorrisi (di gioia e di soddisfazione) che vi strapperanno le vostre foto, vi ripagheranno dello sforzo economico, invero elevato, necessario per comperarlo. Ma è l'unico sul mercato, è per Nikon, è disponibile oggi. Non fatevi scappare l'occasione e non perdete tempo con altre soluzioni (anche se avete già un 500 o un 600/4 !).
  2. Il negozio di New Old Camera nel cortile sito tra la centralissima Dante e la meno conosciuta Via Rovello, è un punto di riferimento nazionale da decenni, per gli appassionati di materiale fotografico e di fotografia. una delle vetrine del negozio principale Io l'ho visto crescere nel tempo, quasi da quando ha aperto e l'ho visto trasformarsi anno dopo anno. Adesso il negozio ha una struttura importante, con tanti addetti. Se il nome del negozio voleva sin dall'inizio indicare la volontà di trattare sia materiale nuovo che usato, è indubbio che la sua fama è più che altro legata al mondo dell'usato. Usato di tutti i marchi e di tutti i formati. un bel modello di Nikon in vetrina. Di quando Nikon era Nikon ... Ma chi pensa che New Old Camera sia solo usato sbaglia. E' già da un bel pezzo che il negozio tratta direttamente il materiale nuovo, anzi, per molti marchi rappresenta l'eccellenza : ed é addirittura tra i negozi selezionati a trattare come specialista, la nuova Fujifilm GFX 50S o la nuova Hasselblad X1D, apparecchi che non troverete in ogni negozio. Ma per quello che conosco io il grande Ryuichi Watanabe, proprietario e dominus della società NOC, tutto questo non basta. Il mercato fotografico è in una fase di difficoltà e di transizione. Se fino a qualche anno fa i grandi marchi mettevano in vendita il materiale nuovo sicuri di vendere tutto, oggi i volumi di vendita sono in netto calo, una frazione dei tempi d'oro. Un contesto in cui, per accaparrarsi maggiori quote di vendita, i vari marchi lanciano continuamente novità interessanti, spesso sovrapposte. Non possiamo nascondercelo, ce lo confermano i fatti. Il negozio tradizionale a bordo strada che offre semplicemente la vendita al miglior prezzo è destinato a scomparire. Anzi, molti negozi, anche un tempo molto noti, hanno chiuso. E quelli che non sono in via di trasformazione, non godono di ottima salute. C'è la concorrenza della vendita online e c'è l'informazione via web che corre veloce. E' difficile competere ad armi pari e bisogna inventarsi qualche cosa per continuare ad operare più serenamente. Ryuichi ha una ricetta a tutto ciò. Il suo negozio vuole essere un punto di riferimento per quelli cui la voce o la notizia del web non basta. Quelli che vogliono confrontarsi di persona, vogliono sentire dalla voce di un esperto se la tal macchina o il tal obiettivo è la risposta alle loro esigenze. Ma soprattutto vogliono toccare e provare di persona l'oggetto del desiderio. E' nato così il servizio "demo". Con la collaborazione di alcuni marchi illuminati, viene messa a disposizione della clientela una grande quantità di materiale che può essere visionato e provato direttamente in negozio. Chi crede che si tratti solo di oggetti entry-level di poco conto dia un'occhiata alla lista : c'è anche tanta roba molto costosa che viene tenuta in giacenza appositamente per noi. Infatti non è materiale destinato alla vendita ma sta comunque in vetrina pronto da essere utilizzato. la vetrina del materiale "demo" di Nikon, ci sono anche la Nikon D500 e la Nikon D5 che ci sono state gentilmente date in test l'anno scorso. Infatti noi stessi abbiamo potuto sfruttare questa opportunità, potendo in alcuni casi offrire un test in anteprima solo grazie alla gentilezza di NOC che non finiremo mai di ringraziare. Nel tempo abbiamo provato in prestito temporaneo da NOC : 01/04/2016 - Nikon D5 : semper fidelis (test/prova) 30/04/2016 - Nikon D500 : primo impatto (test/prova/review) 14/07/2016 - Leica SL : la regina delle mirrorless vista da un nikonista doc (test/prova) 19/10/2016 - Olympus PEN-F : noblesse oblige (test/prova) 04/06/2017 - Fujifilm GFX 50S : piccola o grande ? (test/prova) e scusate se vi sembra poco ! A seconda del valore dell'apparecchio - sia un corpo Leica, sia un obiettivo Sigma o un kit Olympus - varia la durata del tempo a disposizione del cliente. La presa di contatto può avvenire in negozio, oppure fuori dal negozio, per le strade vicine. Ma c'è anche la possibilità, per particolari modelli, di avere un prestito per un periodo più lungo, anche di un giorno. Purchè, ben inteso, l'utilizzo sia strettamente legato al test : NOC non offre noleggio ! Naturalmente le condizioni dipenderanno molto dal fatto se siete un cliente conosciuto o meno. Vi saranno proposte le normali procedure di cautela che possono andare dal semplice documento di identità fino ad un eventuale deposito cauzionale. Ma tutto con la massima cortesia e disponibilità che sono le peculiarità che rendono diverso NOC dagli altri negozi. Ma non basta. Dicevo che l'altro punto su cui Watanabe insiste è il contatto con professionisti, operatori del settore, grandi fotografi in grado di mostrare direttamente al potenziale acquirente le potenzialità degli apparecchi presentati. Nel nuovo Meeting Point di NOC, di fronte al negozio principale si svolgono frequentemente appuntamenti (iscrivetevi alla newsletter per avere gli aggiornamenti settimanali : sono veramente tanti) e se è normale che ci siano le presentazioni dei vari marchi, come quello dello scorso 25 febbraio di Sigma cui io ho partecipato come Sigma Ambassador per l'Italia sono altrettanto frequenti le giornate di fotografia operativa con tutor e maestri, spesso gratuiti o con quote di partecipazione convenienti, promossi con la collaborazione degli amici di NOC. Io credo che solo queste iniziative possano riavvicinare gli appassionati ad un mondo che negli ultimi anni si è eccessivamente spersonalizzato e virtualizzato. E credo allo stesso tempo che sia nell'interesse di chi vuole informarsi in maniera veramente consapevole prendere contatto ed approfittare di queste iniziative. Che sia il semplice 'demo' quello che fa per voi, oppure una giornata di contatto e formazione con ciò che già possedete o che vorreste comperare, rifletteteci sopra e andate da NOC. Naturalmente dovreste poi sentivi moralmente impegnati ad acquistare da loro ciò che vi viene gentilmente offerto in dimostrazione. La vostra fedeltà consentirà loro di continuare ad espandere l'offerta : è nell'interesse di tutti.
  3. Esistono tanti generi di test online oggi. Ci sono quelli sfacciatamente commerciali, dove si magnificano soltanto le lodi degli oggetti provati. Ci sono quelli ipertecnici, con una descrizione dettagliata di ogni particolare funzione del modello in test, di ogni parte dei menù, delle funzionalità più recondite. Zeppi di grafici complessi e valutazioni ... privi di qualsiasi foto degna di nota. Ci sono i test fatti al volo con le immancabili foto di gatti e fidanzate (magari anche del cagnolino della fidanzata). E ci sono infine le prove d'uso, come quelle che facciamo qui su Nikonland. Una prova d'uso consiste nel prendere la fotocamera o l'obiettivo o quello che è lo strumento fotografico che andiamo a testare, metterlo nelle condizioni effettive per cui è stato progettato ... e semplicemente portarlo al limite possibile dalle capacità del tester. Quello che ne deriva è una prova certamente soggettiva, che sicuramente lascia insoddisfatti gli amanti del_muro_di_mattoni_test con crop al 100% (o delle mire ottiche o dei Color Checker, fate voi) e che, in quanto concentrato su giudizi e opinioni di uso sul campo, richiede che il lettore riconosca l'affidabilità del tester stesso. Per chi non frequenta Nikonland (ci sono online centinaia di miei test, tutti con lo stesso stile), posso dire due parole su di me prima di cominciare a parlare della nuova Nikon D5. Ho cominciato ad usare reflex con una Nikon, oramai 34 anni fa. La mia prima macchina autofocus Nikon è stata la Nikon F5, 20 anni fa. Nel tempo ho usato tutte le ammiraglie digitali, dalla D1x fino alla D4, insieme a quasi tutte le altre professionali. Scatto mediamente 100.000 click l'anno. Mi piacciono gli apparecchi difficili, quelli che vanno domati, il mio massimo lo dò quando ho di fronte una macchina da corsa in pista o una bella donna dal carattere impegnativo. Voglio poter controllare al massimo ogni fotocamera che decido di adottare. Le macchine che non mi soddisfano, restano per poco tempo in casa mia. Per le altre c'è amore incondizionato. Come è stato per la D3x. Come è per questa D5, una macchina diametralmente opposta alla D3x e che mi ricorda, proprio a 20 anni di distanza, la vecchia Nikon F5, la prima macchina Nikon con questo genere di corpo e questa volontà di affermazione della tecnologia Nikon. Perchè la Nikon D5 (e l'eventuale Nikon D5s secondo l'abitudine di Nikon di aggiornare il modello dopo due anni) se starà sul mercato fino al 2020, potrebbe essere l'ultima ammiraglia reflex. Le mirrorless stanno prepotentemente sviluppando le loro potenzialità e se ancora a livello di autonomia, autofocus, ergonomia e sistema ancora non sono in grado di entrare nel dominio delle ammiraglie professionali, potrebbero farlo tra 4 o 5 anni quando sarà il momento di sostituire questa nuova D5. Ma questo è un discorso prematuro, godiamoci la 5a ammiraglia digitale Nikon e addentriamoci nelle sue peculiarità, provate con mano con 5.000 scatti in due giorni, limitati solo dalla disponibilità di una piccola scheda XQD da soli 32 gigabyte ... Bene, ma come è , che differenze ci sono rispetto alla D4 ? Non ho citato a caso la Nikon F5, in quanto è da essa, proposta sul mercato nel 1996, che derivano tutte le ammiraglie digitali successive (tralasciamo la Nikon F6, formalmente ancora in produzione, ma di fatto più simile ad una ipotetica F200 che ad una F ad una cifra). La Nikon F5 è stata la prima Nikon ad incorporare il battery-grip aggiuntivo, con un corpo monolitico snello ma robusto. E' stata anche il primo modello con autofocus evoluto, sistema matrix con analisi delle scene e tutte le meraviglie della tecnologia Nikon che sono poi state affinate con le digitali nei venti anni successivi fino ad oggi. Nikon F5, 1996, courtesy Wikipedia.org Nikon D5, 2016, © Nikonland Il corpo è analogo a quello della D4. Più raffinato ed elegante di quello piuttosto tozzo della D3. Ci sono in fondo poche differenze estetiche. Le linee sono più tese, leggermente meno sinuose. L'appoggio per il pollice dell'impugnatura verticale è più pronunciato. Il grip resta è grosso, decisamente più rotondo e meno profondo di quello della D750. Il bilanciamento è perfetto, anche con obiettivi impegnativi. Io non ho avuto alcun problema ad usarla a mano libera per tutto un giorno con il non piccolissimo Nikon 200-500/5.6. Ci sono tre modifiche essenziali rispetto alla D4. 1) La differente posizione del tasto ISO che passa a destra, al posto di quello MODE che invece va sulla calottina a sinistra. Io mi sono abituato subito, si modifica la sensibilità premendo il tasto con l'indice e ruotando la ghiera posteriore con il pollice della stessa mano, quando prima si dovevano invece usare le due mani. Ciò consente di fare l'operazione senza togliere l'occhio dall'oculare, mentre prima si guardava invece nel display di servizio posteriore. L'Auto-ISO si innesca facilmente usanto indice (sul tasto) e medio della stessa mano (sulla ghiera anteriore). Che il tasto MODE sia adesso in posizione più protetta, insieme alla modalità di esposizione e al bracketing a me non sposta nulla in termini operativi. Di fatto io scatto prevalentemente in Manual sia con ISO fisso che Auto ISO. Difficilmente mi capita di cambiare modalità durante una singola sessione. 2) La seconda modifica riguarda il coprioculare. Francamente preferivo quello fisso e indistruttibile che ha caratterizzato tutte le altre macchine precedenti fin dalla Nikon F5. Questo è asportabile premendo i due tasti laterali. Per ipotetici accessori futuri. Sarà ma a me sembra gracilotto, ho provato a smontarlo ma mi sono fermato, temendo di non riuscire a rimetterlo a suo posto. Pollice verso da parte mia. 3) L'ultima modifica importante (tralascio il tasto funzione in più e la riprogrammabilità degli stessi tasti, rimandandovi al manuale), riguarda l'adozione di un display posteriore di qualità nettamente superiore ai già ottimi di D4/D800/D750. Maggiore risoluzione, migliore qualità e fedeltà di immagine. Ma soprattutto dotato di touchscreen gestuale. Comodissimo per visualizzare e far scorrere le immagini, zoomare con una doppia leggera pressione (come sugli smartphone). Non reattivo come un iPhone di ultima generazione ma comunque oramai un must anche per una macchina di questo livello. Io trovo scomodo usare il tastierino con le dita (troppo piccolo) ma in questo sono maldestro e non faccio testo. La connettività è completa e finalmente anche sull'ammiraglia (come già sulle D800) abbiamo la presa USB 3.0, oltre alla porta di rete. Nital aggiunge nella scatola una scheda di memoria XQD 2.0 della Lexar, un taglio da 32 gigabyte 1400x, secondo me buona per cominciare ma inadeguata - per dimensione - alla esuberante raffica e buffer di questa macchina. Credo che bisognerà aspettare i tagli più grandi e poi le annunciate 2933x della stessa Lexar. Il lettore incluso è un Sony, diverso da quello dato in dotazione con la D4, che mi sembra sia compatibile solo con le XQD 2.0 e non con le vecchie (ma la cosa è da verificare, non ne ho in casa). eviterei di acquistare il modello dotato di compact flash (anche se l'assistenza può modificare il modulo delle memorie anche dopo l'acquisto) in quanto vedo oramai ampiamente superate le CF, sia nei tagli disponibili che nelle velocità di accesso (e nei costi). Le XQD si diffonderanno anche con la prossima Nikon D500 (e le future altre professionali) e saranno sempre più a buon mercato rispetto ai primi tempi della Nikon D4. I tempi di scrittura e lettura sono elevatissimi così come, soprattutto, la capacità di svuotare il buffer tra una raffica e un'altra. La presa in mano è quella che ognuno si attende da questa categoria di macchine. E' come ritrovarsi con una vecchia amica. Non ho altro da aggiungere su questo versante se non per dire che la presenza di un processore più potente (l'Expeed 5) dona maggiore reattività a tutte le funzioni della macchina, menù compresi, come deve essere per una ammiraglia pensata per l'azione. Sensibilità pratica I tremilionierotti di massima sensibilità promessi dalla D5 certamente hanno creato molte, forse troppe, aspettative. Ovviamente a quelle sensibilità (che io non ho nemmeno provato per curiosità) i fotoni saranno certamente molto rarefatti e sarà obbligatorio acciuffarli per la coda uno ad uno. Ma nella pratica, come cerco di dimostrare con gli scatti che seguono, fatti nel mio studio con la luce spenta ad una stampa di Slowprint appesa al muro (una 100x75cm), il vantaggio pratico c'è anche rispetto alla bella D4. Macchina su treppiedi, Nikon 70-200/2.8 tutto aperto, scatti di prova da ISO 100 a oltre la sensibilità lineare di ISO 102400. 100 ISO 200 ISO 400 ISO 800 ISO 1600 ISO 3200 ISO 6400 ISO 12800 ISO 25600 ISO 51200 ISO 102400 ISO 204800 ISO (HI-1) 409600 ISO (HI-2) Che ho riportato per più facile evidenza in questa sequenza Fino a 25.600 ISO io non noto derive particolari. Da 51.200 c'è sia un cedimento sia sul rumore che nella tenuta dei colori. Oltre si assiste ad un netto peggioramento delle prestazioni con comparsa di banding e shift colorimetrico. Credo che le "sensazionali" sensibilità oltre il normale possano tornare utili solo a quelle categorie di fotografi che necessitano di avere una foto pronta per l'analisi sul campo o per la trasmissione via rete alla base (penso alla videosorveglianza, le forze investigative etc. etc.). Il motore di conversione interno dei file in jpg è comunque di primordine anche se la rimozione del rumore tende ad essere un filo aggressiva. Io ho impostato NR su NORM mentre nello sviluppo dei NEF mi limito alle impostazioni standard di Lightroom per preservare i dettagli. 51.200 ISO. Una foto buona e utilizzabile, certamente non fine art ma la quantità del dettaglio non è compromessa. Senza scomodare grafici, formule e logaritmi, ritengo che ci sia un vantaggio sulla D4 di 0.66 stop da 3200 ISO in su, che diventano oltre uno stop se si lavora in jpg. Stesso vantaggio rispetto alla D750. Quasi due stop sulla D810 che, sostanzialmente, a 1600 ISO ha lo stesso livello di rumore della D5 a 6400 ISO. Io comunque ho fatto foto stampabili in 60x90cm a 6400 e 12800 ISO con i 1600 ISO quasi buoni come un 100 ISO. In rete si sono accesi dibattiti circa la qualità a bassi ISO e la possibilità di intervento in post produzione a recupero di sottoesposizioni. Ecco, ritengo pacifico dichiarare che questa è una macchina pensata per dare il meglio di se da 1600 ISO in su. Fino a 800 ISO la D810 resta l'alternativa migliore (con la D750 a ruota) se il fotografo è abituato a non preoccuparsi molto di esporre correttamente. Io ho tenuto sempre l'esposizione "allegra", restando sul luminoso, approfittando, come da copione, dell'ampia esuberanza agli alti ISO della Nikon D5 e tranne che in Auto ISO ho cercato di evitare i terzi di stop (meglio usare le sensibilità rotonde fino a 1.600 ISO 100-200-400-800-1600, oltre non ci saranno problemi). Perchè l'amplificazione della macchina, sia elettronica che digitale non si comporta in maniera lineare e, paradossalmente, i 125 ISO potrebbero essere meno puliti dei 200 ISO. Vedere al buio La D5 monta per la prima volta il nuovo ed evoluto sistema aufotocus Multi-Cam 20K i 153 punti di messa a fuoco occupano una'area leggermente superiore a quella del precedente a 51 punti. 99 di questi punti sono a croce ed hanno una sensibilità che arriva fino a -3EV. Il punto centrale a -4EV. I punti effettivamente selezionabili in singolo dal fotografo sono però, giudiziosamente, un massimo di 55. Io ho provato subito a metterla in difficoltà in uno scantinato. La scena, illuminata solo flebilmente dalla luce che arriva da un lucernario attraverso una finestrella, ad occhio nudo si presenta così : Nikon D5, 35/1.4, F1.4, ISO 4000 cioè praticamente al buio. Io vedo Charlize (il mio manichino di prova) solo perchè so che c'è (è anche vestita di scuro per far risaltare i capelli biondi ). Ma ecco cosa fa la Nikon D5, inquadrando la scena con il punto di messa a fuoco automatica più laterale possibile, l'obiettivo completamente aperto ad F1.4, la macchina in Auto ISO : ISO 65535 la stanza si illumina a giorno anche se monta il rumore (ovviamente). Premetto che in questa immagine non c'è alcun trattamento del rumore. Ma a parte questo, voglio sottolineare come il soggetto sia a fuoco, pur praticamente non riuscendo io a vederlo ad occhio nudo, intuendo quasi dove si trova la testa e l'occhio. Una prestazione eclatante del sistema di messa a fuoco e controllo, oltre che di tutta l'elettronica asservita, del matrix e di tutte le componenti della macchina, qui utilizzate in automatico. Per confronto un ritratto del manichino ad ISO Auto in quella luce (mentre generalmente quando faccio i miei test di ottiche e fotocamere, uso una lampada alogena da 1000 watt con softbox per stare sugli 800 ISO) ISO 65535, 35/1.4 ad F1.4 ISO 51200, 35/1.4 ad F1.4 eclatante, non vi pare ? Questa prestazione è inarrivabile per le altre Nikon e a mio parere - se si deve scattare sovente in quelle condizioni - già sarebbe una seria motivazione di acquisto ! Colori I colori della Nikon D5 sono belli e naturali. L'immagine è ben dosata. Ho voluto vedere la resa dei vari profili interni e confrontarla con quella profilata. Vi mostro allora la carrellata di immagini sviluppate con Lightroom CC 2015 partendo dal NEF originale. Profilo Adobe Standard Profilo Camera Standard Profilo Nikon D5 ottenuto con xRite Passport Profilo Nikon Flat Profilo Nikon Neutral Profilo Nikon Portrait Profilo Nikon Vivid rispetto a D4 e D810 la profilazione credo che valga la pena, almeno per l'esemplare che avevo in prova. Le differenze sia sui rossi che sui blu sono evidenti. A mio modo di vedere la macchina produce naturalmente una immagine molto contrastata con ombre chiuse e neri decisi. Può piacere e soddisfare già come è. Ma secondo me il contrasto è eccessivo e tende a far giudicare male l'esposizione che sembra sempre troppo chiusa. Per fortuna c'è ampia personalizzazione e il jpg risultante é sempre fedele, specie con il bellissimo display in dotazione alla macchina. In pista i jpg vengono pronti per l'uso, magari alzando un pelo la luminosità se il cielo è coperto e abbassando il contrasto se c'è il sole pieno. Ma credo che nel ritratto e in altri generi più posati sia meglio lavorare con una esposizione accorta per evitare di avere ombre chiuse e trovarsi nei guai in fase di sviluppo. Magari impostando Portrait o addirittura Flat, come del resto faccio con la D810. Purtroppo qui scopriamo l'unico tallone di Achille di questa macchina, la dinamica molto ridotta rispetto a D750 e D810 a bassi ISO che introduce rumore e banding nelle ombre aperte violentemente in fase di sviluppo. In autodromo In questo week-end all'Autodromo Nazionale di Monza c'era il Ferrari Challenge, una manifestazione che vede gareggiare tra loro le Ferrari 458 EVO, con motori portati a 740 CV e piloti di tutte le nazionalità (è di fatto un campionato mondiale monomarca). Quale migliore occasione per vedere la Nikon D5 nel suo ambiente d'elezione ? L'ho portata solo con il mio nuovo Nikkor 200-500/5.6 che sarà presto oggetto di test. La scelta dell'ottica poco luminosa in una giornata dal cielo coperto voleva premiare le capacità ad alti ISO della macchina. Infatti l'ho impostata direttamente in Manuale con auto-ISO senza limite (praticamente libera di andare a 102.400 ISO), avendo la necessità di controllare il solo tempo di scatto a secondo delle circostanze. Sono tutti jpg on-camera, senza alcun intervento in post-produzione. Profilo Adobe Standard, Contrasto -1, Nitidezza 3, Luminosità +1 o +1.5 interno dei box dall'altro lato del rettilineo (circa 75 metri di distanza). 16.000 ISO Speravo nella pioggia, invece è apparso anche il sole a tratti, mannaggia ... sostanzialmente ho testato l'autofocus, perchè la sensibilità non è mai salita a livelli esagerati. Ho usato il sistema a mano libera per avere fluidità nei panning e dopo aver preso un pò la mano (ero a riposo dallo scorso ottobre .... !) sono potuto scendere fino ad 1/100'' con la focale 500mm, quasi sempre a tutta apertura o ad F8. Ho provato la modalità 3D. Funziona ma è limitata dalla copertura dei punti AF. Comoda e poco invasiva la modalità a punto singolo con 25 punti adiacenti. Ma in fondo mi sono ritrovato meglio con quella a gruppi che già ho potuto apprezzare con D810 e D750. Nessuna incertezza e nessun fuori fuoco se non prodotto dal fotografo. Raffica esagerata e riserva di buffer eccessiva. Tutto sommato mi sono limitato a brevi sequenze di 5-7 scatti dosando con l'indice l'azione. Promossa e complimenti a questo ferrarista svizzero che si è venuto a fare un pò di giri di pista con la sua GTB n studio In studio una macchina come la D5 dovrebbe essere superflua, visto che è il campo di elezione della Nikon D810. Tutti gli scatti qui presentati sono stati eseguiti con la Nikon D5, il Nikkor 300/4PF, NEF aperti in Lightroom CC 2015.5, applicato profilo Portrait, convertiti in jpg. Leggero trattamento della pelle della modella, nessuna riduzione del rumore oltre lo standard. Uno scatto con il flash a 100 ISO e diaframma F7.1 dimostra che c'è un buon grado di dettaglio. Tutto sommato 20.8 megapixel non sono distanti dalla risoluzione della D3x o della D750. esponendo correttamente si possono fare foto eccellenti. Ma avendo a disposizione una macchina così esuberante viene naturale osare. E se tutto sommato è di ordinaria amministrazione notare che ad ISO 1600 la foto sembra fatta ad ISO 100 ... approfittando di un momento in cui una lingua di sole scalda l'ambiente é molto più audace andare a 6400 ISO per non rischiare il mosso, mantenendo il diaframma ad F4 dell'eccellente 300/4PF ed un tempo di sicurezza di 1/320'' Siamo a luce ambiente in un seminterrato illuminato da poche finestre basse non disposte su tutta la parete. ed avendo in mente le celebri scene di Nicole Kidman nel film Far and Away, Irlanda, vento, inverno, freddo, luce fredda, mi lancio in una sequenza di 142 scatti ad ISO 12.800 che termina solo perchè ... la ventilatrice si stanca. in questa serie non c'è nemmeno un fuori fuoco, la macchina passa dall'occhio (modalità punto singolo AF-C, con i 25 punti adiacenti di rinforzo) alla ciocca di capelli che vola davanti agli occhi senza soluzione di continuità. I 12.800 ISO si vedono solo sullo sfondo ma il dettaglio del viso - senza alcun trattamento - resta sempre esemplare. E' un trionfo di potenza e di coerenza che mi lascia senza fiato. A testimonianza, uno scatto scelto a caso dalla sequenza : WB su 3000 K, tint a zero. e complimenti alla brava Paola che ha interpretato alla perfezione il ruolo. Ci siamo risparmiati il superfluo e monoespressivo Tom Cruise ed è stato meglio così ... credits : Photographer: Mauro Maratta Model Paola Bettinaglio Agency: Wave Management Milano Hmua: Ilaria Ferrantello Clothes: Antonio Olivier Fashion Designer Studio: Spazio Blu Photostudio Milano Conclusioni Due giorni e mezzo, 5400 scatti non bastano certo a dare un giudizio definitivo di una macchina così impegnativa. Non ho provato il video (non ne sono in grado), non ho provato la funzione di autocalibrazione della messa a fuoco (ho letto le istruzioni e mi sono messo un pò in agitazione) e nemmeno quelle di trasmissione delle immagini (mandancomi gli accessori). Ma credo di avere l'esperienza per fare un sommario dei punti di forza e di debolezza della Nikon D5. Mi riprometto, se ci sarà l'occasione, di approfondire in futuro. Punti di forza - il nuovo autofocus è eccezionale. Oltre ad essere preciso e veloce, vede anche al buio completo o quasi. - la gestione dell'amplificazione (duale oltre i 3200 ISO) è addirittura esuberante. La macchina porta la luce, dove la luce non c'è - prestazioni esposimetriche e di bilanciamento del bianco di grande coerenza in automatico tra uno scatto e l'altro. In particolare ho apprezzato il WB che preserva i toni caldi - motore di produzione dei jpg on-camera di grandissimo livello. Merito certamente del nuovo processore, finalmente all'altezza di questa classe di macchina. Trovo che i file prodotti abbiano un contrasto un pò esagerato e che la riduzione del rumore sia aggressiva ma il livello di personalizzazione è elevatissimo e ognuno si può cucinare i file in uscita come gli piace secondo i propri gusti - il nuovo display posteriore è di grande fedeltà cromatica e la funzionalità touch carina, visto che oramai siamo abituati ad usare tablet e smartphone - la costruzione è sul livello della D4 con qualche caduta di stile che è certamente legata ai costi (come lo sportellino di sicurezza del pulsante di apertura del vano memorie, in plastica) - la scelta di Nikon di dotare la macchina di due memorie uguali (da scegliere, consiglio spassionato, esclusivamente con le nuove XQD 2.0) finalmente mette al riparo dall'avere una macchina zoppa (anche per i costi esagerati delle XQD Sony di 4 anni fa, ognuno di noi ha tenuto di fatto solo la scheda data con la macchina, alternando invece CF di taglio più grande con l'impossibilità di fare il backup automatico) - la nuova posizione del tasto ISO, finalmente non più relegata al dorso basso della macchina, considerato che si cambia molto più spesso la sensibilità che il modo di esposizione - l'otturatore e lo specchio sono silenziati rispetto alla D4 che, in situazioni come ai concerti o in chiesa, era veramente imbarazzante Punti di debolezza - almeno il mio esemplare ha mostrato la tendenza a sottoesporre di almeno di 1/3 o 2/3 di EV a bassi ISO, tendenza a sovraesporre dello stesso valore ad alti ISO - pur fantastico, il nuovo modulo di messa a fuoco continua ad avere i punti concentrati nel centro dell'inquadratura. In questa ottica, la D500 probabilmente avrà una maggior capacità di seguire i soggetti su tutto il frame. Ma sappiamo che ci sono limiti che non possono essere superati con questa tecnologia. - l'esuberanza ad alti ISO va a discapito della dinamica alle basse sensibilità. Del resto non si può avere tutto. Il tentativo di recuperare le ombre o anche solo fare interventi creativi in sviluppo porta inevitabilmente a far montare il rumore e all'apparire di banding locali. Insomma, fino a 800 ISO, anche in condizioni controllate, sarebbe meglio rivolgersi ad un'altra fotocamera. Ma del resto la D5 non nasce per deliziare paesaggisti e fotografi still-life - il copri-oculare rimovibile. Sarà probabilmente utile ma a me non piace. - il costo. Solo parzialmente giustificato secondo me dalle prestazioni, specie considerando a che prezzi sono state lanciate le precedenti Nikno D3 e Nikon D4. Insomma, a mio giudizio, e al di là della ... libidine da possesso, ogni futuro acquirente della Nikon D5 dovrebbe seriamente interrogarsi sulle proprie effettive necessità e sulle proprie abitudini di scatto. E' una bella macchina ma non è - a mio modesto avviso - una macchina per tutti. Del resto se uno vuol viaggiare comodo, facilmente acquisterà una bella Mercedes Classe E. Mentre questa D5 è una supercar sportiva come la Lamborghini Aventador, un oggetto per pochi non solo per la categoria di prezzo ma perchè richiede al volante un signor pilota che ne sappia domare l'esuberanza da puledro da corsa. La Nikon D4 mi é sempre sembrata invece una soluzione più equilibrata, buona per tutto anche se non così estrema. Questione di indole, della macchina e del fotografo. Nikon questa volta ha scelto l'estremo perchè ha voluto dare un segnale e consegnare al mercato una prova d'orgoglio. La D5 é la quinta digitale, come lo fu, a pellicola, la Nikon F5. Insomma, se non l'avete ancora capito ... mi è proprio piaciuta tanto, sembra fatta inver per me ringraziamo ancora Newoldcamera per averci permesso di svolgere questo test sul campo in anteprima nazionale. Volete provare anche voi questa Nikon D5 ? Fate un salto a trovarli in negozio (qui) e potrete usare in demo proprio l'esemplare che ho avuto io. Ma attenti, loro sapranno convincervi a comperarne una più di quanto non abbia tentato di fare io con queste righe
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