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  1. Nel 1968, e non è un caso, in Giappone uscì il primo numero della rivista Provoke, creata da alcuni giovani fotografi. Provoke perchè si trattava di una rivista d'avanguardia, di fotografia sperimentale (per l'epoca). Tra i fondatori c'erano dei critici, degli scrittori, ed i fotografi Yutaka Takanashi e Takuma Nakahira. Yutaka Takanashi Yutaka Takanashi Takuma Nakahira, la Notte Ai quali si unirono Shomei Tomatsu, quello che con più forza (o più rabbia?), a mio parere trasmise la tensione della società giapponese di quel perodo e il dramma post atomico. Coinvolgenti e terribili le foto dal suo portfolio Chewing Gum and Chocolate: Ragazza giapponese che vuole essere "Afro" O dall'album Coca Cola: Questo Movimento fu strettamente legato al momento storico che il Giappone stava vivendo. Anche in quel Paese il 1968 fu un anno ricco di tensioni politiche e sociali: La rapidissima industrializzazione post bellica, l'urbanizzazione selvaggia, il ricordo del disastro atomico, la pressante occidentalizzazione imposta dapprima dagli USA e poi assorbita dall'establishment nipponico stesso, aveva portato uno sconvolgimento dei valori tradizionali e ad una forste sensazione di oppressione e privazione dei diritti. I primi ad agitarsi furono gli studenti che formarono organizzazioni di protesta, occupando i campus universitari e per chiedere una maggiore libertà intellettuale contro il conformismo generale (per inciso è di quest’anno -2022-, non dell’epoca feudale la notizia di un ricorso al tribunale di una studentessa dai capelli castani naturali che rifiutava di tingersi i capelli di nero come richiesto dalle regole della sua scuola), contro la guerra nel Viet-Nam (il Giappone era pieno di basi militari USA) e tanto altro. Nell'ottobre del '68 decine di migliaia di studenti occuparono i campus e vi furono violenti scontri con la polizia. Le cose poi andarono calmandosi ma il segno rimase. Fotografi e editori di Provoke si posero nella scia di questi movimenti, offrendo la loro visione sovversiva delle regole, con l’intento di sfidare l’estetica corrente attraverso il linguaggio fotografico. Il loro motto era “Are, Bure, Boke” (grana/durezza, mosso, sfuocato), ossia la rovescia dei canoni classici, quasi un’estetica delle foto “sbagliate”, opposto al culto del rigore tecnologico “all’occidentale” imposto dalla società Giapponese in ascesa economica. Altri elementi che si aggiunsero all’ Are, Bure, Boke furono Sakka (attrito) e Sakeme (lacerazione). Uno dei più noti membri di questa corrente, anche se si unì in un secondo momento, è Daido Moriyama, a cui ho dedicato un altro blog, il quale raccontava che a volte non inquadrava nemmeno, scattava e basta, a sensazione, il suo corpo era la fotocamera. Uscirono solo tre numeri di Provoke, tuttavia bastarono per dare alla rivista ed ai fotografi una risonanza internazionale, influenzando profondamente la street photography a livello internazionale. Per i fondatori di Provoke l’esperienza della realtà era frammentaria e così doveva essere la fotografia, non era necessariamente documentativa e nemmeno estetica pura, piuttosto era vista come un modo di cogliere frammenti di realtà che trasmettessero un messaggio emotivo, politico, un’impressione non esprimibile con le parole. Il loro modo di fotografare sfruttava la fotocamera come fosse un mezzo dotato quasi di vita propria che consentiva di fermare in modo quasi incoscio un momento in cui tra il soggetto e la realtà si incontravanor’ da qui il rfiuto di concentrarsi sui criteri classici di composizione e luce e più sul caso e l’impulso emotivo. Questo a volte portava a foto quasi illeggibili come in Hiroshi Yamazaki Hiroshi Yamazaki, il sole anela al mare. Le luci sono fari di autoveicoli. O nel caso di Kohei Yoshiyuki ad un voyeurismo estremo. Dalla serie "Al Parco" . Yoshiyuki fotografava le notti di un parco pubblico di Tokyo: incontri di amanti, prostitute, omosessuali, e guardoni. Quello che colpiva Yoshiyuki non erano tanto gli atti erotici delle coppie, quanto i gruppetti di guardoni nascosti dietro ai cespugli per spiare. Questi osservavano le coppia prima da lontano poi sempre più da vicino, spingendosi fino a toccarli nei casi più estremi. Gli amanti soggiacevano perchè era l'unico modo di incontrarsi in un Giappone all'epoca soffocato dalla repressione sessuale. Moriyama in un’intervista disse che la fotografia non poteva essere arte, ma dire che le fotografie erano documentazione non portava comunque da nessuna parte; piuttosto si potrebbe dire che le fotografie sono documenti che in qualche modo indefinito vanno oltre la pura documentazione. Chiaramente questa visione non poteva che essere soggettiva, la visione del singolo individuo e non un punto di vista collettivo delle proteste o della situazione politica generale. Altri famosi fotografi fecero parte di questa corrente per poi prendere strade più personali, come ad esempio Nobuyoshi Araki che si dedicò decisamente alla fotografia di nudo/erotica. Araki, my Wife, Tokyo. Provoke fu dunque una corrente fotografica di rottura che non solo lasciò il segno, ma che propose una via diversa, controversa ma stimolante, di vedere la fotografia. Non ne scrivo per semplice divulgazione, ma con sentimento. Sono profondamente attratto da questa fotografia rude, a volte arrabbiata, a volte proprio sporca, sopra le righe senz'altro, ma che descrive un vivere, un soffrire, un godere, a tinte forti ed intense. Se fossi capace di fare fotografia di street, la farei così. Foto prese da internet.
  2. Dopo la città di Tokyo il mio viaggio prosegue a nord dell'arcipelago nipponico: in Hokkaido. Si tratta della regione più settentrionale e l'ultima ad essere stata annessa al Giappone, parliamo di un'epoca relativamente recente (l'annessione definitiva è di circa 150 anni fa) originariamente abitata dagli Ainu con la Restaurazione Meiji venne occupata dai coloni e alle popolazioni locali furono imposte lingua e cultura giapponesi. Solo di recente il governo di Tokyo sta lavorando a un riconoscimento degli Ainu e della loro cultura, provvedimenti ritenuti insufficienti ma da loro accettati. C'è da dire che l'anno prossimo la città di Tokyo ospiterà le olimpiadi estive (a luglio quando si muore di caldo, e non per modo di dire...) e il governo punta molto sul turismo, tanto da stanziare dei fondi per la promozione della cultura Ainu anche attraverso la costruzione di un museo a Shiraoi che dovrebbe attirare un milione di visitatori l'anno. trattandosi di un territorio di recente annessione l'Hokkaido presenta due peculiarità: una scarsa presenza di templi e santuari rispetto al resto del Giappone e, per il fatto che vennero chiamati architetti dall'estero per la sua urbanizzazione, una forte impronta occidentale delle sue città. Akarenga (palazzo del governo) L’Old Hokkaido Government Building, soprannominato "Akarenga Chosha" ovvero "Ufficio governativo di mattoni rossi" o più semplicemente "Akarenga" ("mattoni rossi") venne completato nel 1888 per farne la sede dell’amministrazione dello sviluppo e della colonizzazione di Hokkaido. Lo stile di questo edificio ricorda il Massachusetts State House negli Stati Uniti ed è stato progettato da architetti locali con materiali della zona. Torre dell'orologio (札幌市時計台) 札幌市時計台(旧札幌農学校演武場)- Torre dell'Orologio della Città di Sapporo (ex Aula Magna della Scuola Agraria di Sapporo) Principale simbolo della città di Sapporo, fu costruita verso la fine del XIX secolo (venne completata nel 1878) ed è ispirata alle principali costruzioni dell’Ovest degli Stati Uniti dell’epoca. La torre nasce come sala di addestramento militare per i decani dell’Istituto agrario di Sapporo, l’odierna Università dell’Hokkaido. In seguito le sue stanze sono divenute aule, laboratori e spazi dedicati all’esposizione botanica. Al secondo piano si tenevano le attività fisiche e le cerimonie ufficiali del college. Con il trasferimento dell’istituto, l’edificio divenne prima ufficio postale e poi biblioteca pubblica. Negli anni ’70 fu dichiarato parte del patrimonio culturale del Paese, per diventare poi museo nel 1978. Maruyama Park Il Maruyama park di Sapporo è stato realizzato dopo l’omonimo parco di Kyoto e ospita al suo interno luoghi come l’Hokkaidō Jingū, lo zoo di Maruyama e gli stadi di baseball e di atletica leggera di Maruyama. L’inaugurazione ufficiale avvenne nel 1957, ma un inizio della realizzazione del parco si ha già nel 1875 quando vennero piantati 150 alberi sulla strada che porta all’Hokkaidō Jingū. Il parco, però, iniziò a prendere forma solo diversi anni dopo, nel 1951, dopo l’apertura dello zoo. La foresta vegine all’interno di esso è composta da diverse varietà di alberi come querce, katsura, magnolie e aceri. Inoltre, con più di 1.500 alberi di sakura, è il luogo più popolare di Sapporo dove praticare l’hanami. Hokkaidō Jingū Questo è uno dei luoghi che mi è rimasto più impresso nella memoria per una cosa particolare: alcune delle colonne di legno avevano ancora l'odore, direi anzi il profumo, del legno fresco. La foto qui sotto mostra la fontana per la 'purificazione' del corpo con tanto di cartello che indica come procedere. L’ Hokkaidō Jingū risale al periodo Meiji, allorché l’imperatore fece consacrare tre Kami come le tre divinità della bonifica dell’Hokkaido, ovvero: Okunitama, Onamuchi e Sukunahikona. In quel periodo fu eretto un edificio provvisorio, mentre la struttura odierna, nella posizione attuale, venne edificata nel 1871, assumendo il nome di “Sapporo Jinja”. Nel settembre dello stesso anno si tenne la cerimonia di inaugurazione. Nel 1964 l’anima dell’imperatore Meiji venne consacrata come quarto Kami e il santuario assunse l’attuale denominazione di Hokkaidō Jingū. Fushimi inari Jinja Il Fushimi inari di Sapporo è uno dei 32.000 sotto-santuari del Fushimi Inari Taisha e risale al 1884. Particolarità di questo santuario è, in inverno, è la combinazione del bianco della neve e il rosso vermiglio dei torii. le informazioni contenute in questo articolo sono tratte da: Akarenga (palazzo del governo) https://www.japanvisitor.com/japan-city-guides/akarenga https://www.sapporostation.com/akarenga-the-former-hokkaido-government-office/ https://www.alamy.it/foto-immagine-il-vecchio-palazzo-del-governo-a-sapporo-noto-come-akarenga-mattoni-rossi-14155980.html Torre dell'orologio (札幌市時計台) https://www.marcotogni.it/torre-orologio-sapporo/ https://www.japan.travel/it/spot/1921/ https://www.wonderful-japan.com/it/torre-dell-orologio-di-sapporo/ https://www.italiajapan.net/sapporo-tokeidai/ Maruyama Park https://en.wikipedia.org/wiki/Maruyama_Park_(Sapporo) https://maruyamapark.jp/?page_id=13868 https://www.japan.travel/it/spot/1933/ Fushimi inari Jinja https://good-hokkaido.info/en/sapporo-fushimi-inari-shrine/ https://www.flashpackingjapan.com/hokkaido-travel/fushimi-inari-shrine-sapporo/ Qui trovate Gli altri articoli del mio blog. Concludo con in breve filmato montato da me. Al prossimo articolo! ciao! そして次の曲が始まるのです
  3. Vi propongo qui un ideale viaggio in Giappone che toccherà diverse tappe ognuna delle quali verrà approfondita negli articoli relativi. partiamo da un luogo particolare: Itsukushina Jinja. questo santuario ha la particolarità di essere costruito su palafitte, motivo? leggetevi l'articolo e lo scoprirete. Proseguiamo con una prima curiosità sul Giappone. Sappiamo tutti che in quella terra è molto importante l'industria dell'animazione le cui opere spesso sono ambientate in luoghi realmente esistenti, ad esempio... Caratteristici del periodo feudale sono i castelli, molto diversi da quelli che conosciamo in Europa per forma e struttura. In molti casi quelli che vediamo oggi sono ricostruzioni, anche solo parziali, dell'edificio storico, come nel caso del castello di Kanazawa di cui, appunto, è stata ricostruita solo una parte. Ma la storia ha lasciato anche segni dolorosi che non vanno dimenticati per ricordare quanto crudele possa essere l'essere umano soprattutto quando decide di farsi la guerra coinvolgendo città abitate da civili indifesi. Tra i luoghi particolari annoveriamo il villaggio storico di Shirakawa-gō con le sue case dai tetti di paglia, dateci un occhio. Proseguiamo con un piccolo tour della città di Tokyo Lasciamo la capitale per il nord dell'arcipelago: l'Hokkaido. terra che è entrata a far parte del Giappone più di recente e con una storia particolare che ha portato le sue città ad avere un aspetto più "occidentale" rispetto al resto del Giappone. un piccolo 'tour' per le campagne di quest'isola Particolare è ance la città di Otaru con la sua storia passata di porto commerciale e ora di città prevalentemente turistica. e poi uno dei santuari più grandi del nor del Giappone: l'Hokkaido Jingu Giappone in estate vuol dire anche matsuri: eccovene alcuni di quelli estivi che si svolgono nel nord del paese a differenza dei castelli, le case dei samurai hanno continuato ad essere abitate anche quando la funzione del samurai è venuta meno pertanto sono state conservate integre. A Date masamune, signore e fondatore della città di Sendai, è dedicato un mausoleo: lo Zuihoden e ora una carrellata di luoghi tra Hokkaido e Tohoku つづく
  4. Concludo questo ideale viaggio in Giappone con una carrellata di luoghi ed eventi non compresi negli articoli precedenti, partendo dal museo della birra di Sapporo. Si tratta dell’unico museo in Giappone dedicato alla birra ed è ricavato da un edificio in mattoni rossi costruito nel 1890. Originariamente vi era ospitata una fabbrica di zucchero, la Sapporo Sugar Company. La costruzione fa parte della lista dei siti considerati patrimonio culturale del paese in quanto si tratta di una delle testimonianze più importanti del periodo Meiji. All’interno del museo il percorso prevede varie sezioni: la prima riguarda la storia della birra in giappone, dai primi marchi introdotti dagli europei alla produzione locale. Successivamente si passa alla sezione riguardante il birrificio Sapporo e al suo legame con la regione. L’ultima sezione riguarda le fasi di produzione della birra mentre il tour viene concluso dalla degustazione di tre tipologie di birra prodotte dall’azienda (chi vuole può scegliere di assaggiarne una sola). Ogami-jinja Shrine Le origini di questo santuario sono un mistero, si dice che sia il più antico di Hachinohe. Quel che è certo è che esisteva già nel tardo periodo Heian ma la sua origine potrebbe essere ben più antica. Hachinohe Sansha Taisai Si tratta di un matsuri che si tiene dal 31 luglio al 4 agosto nella città di Hachinohe da oltre 290 anni. La sua origine risale al 1721. In quell’anno nel santuario di Ogory di Horyosan si tenne una processione di mikoshi (santuari portatili). Nel corso degli anni sono stati aggiunti carri allegorici, ballerini e quant’altro. L’odierno matsuri consta di ventisette carri che, da semplici carri, sono diventati dei palcoscenici riccamente decorati con scene di racconti popolari cinesi e giapponesi, spettacoli di Kabuki, battaglie storiche e altro. I santuari Ogami, Chojasan Shinra e Shinmei-gu partecipano alla tradizionale processione di mikoshi. La manifestazione è accompagnata da balli, musica dal vivo ed esibizioni tradizionali. Utou Jinja Piccolo santuario nel centro di Aomori, situato nei pressi della stazione. Dietro all’edificio principale troviamo un piccolo giardino e uno stagno con le carpe. Senshu Koen Akita È il parco costruito sulle rovine del castello di Akita. Vi possiamo trovare degli splendidi giardini giapponesi dove, nella seconda metà di aprile, è possibile ammirare la fioritura dei sakura. Vi sono infatti 730 alberi per i quali il parco è stato selezionato tra i 100 posti migliori dove ammirarne la fioritura. Oltre a questo ci sono le azalee che fioriscono nella seconda metà del mese di maggio e i fiori di loto che galleggiano sull’acqua (del fossato di Otemon) a fine luglio. (nota da spostare dopo il castello kubota?) Kubota Castle Situato nella città di Akita, e conosciuto come "Yadome-jō" ( 矢 留 城 ) o "Kuzune-jō" ( 葛根 城 ), è stato la dimora del clan Satake , daimyō del dominio Kubota. Ubicato su una collina è stato edificato tra il 1602 e il 1604 in stile hirayama. Nella sua storia subì almeno due incendi che obbligarono a delle successive riparazioni mentre con la restaurazione Meiji, e l’appoggio del clan al governo, a cui venne ceduto, il catello divenne l'Ufficio Prefetturale. Una volta trasferito tale ufficio, esso venne abbandonato, i fossati chiusi per ampliare le vie della città e molte delle strutture abbattute. Ciò che ne restava venne in buona parte distrutto da un incendio nel 1880. Nel 1890 il clan Satake, rientrato in possesso dell’area, ne fece dono alla città affinché potesse essere adibita a parco pubblico. Il castello attualmente visibile è una ricostruzione del 1989 a fini turistici. Qui trovate Gli altri articoli del mio blog. Concludo con in breve filmato montato da me. つづく - [luoghi] Il mio Giappone 2019 parte 12 (2 di 2)
  5. La quinta tappa di questa serie di articoli sul Giappone (continuo a non seguire l’ordine cronologico) ci porta ad Akita per un altro matsuri, completamente diverso da quelli di Susukino ed Aomori, ovvero il Kanto Matsuri. Il Kanto Matsuri, detto anche Akita Kanto Festival, è uno dei principali matsuri del Tohoku e si tiene ogni anno agli inizi di agosto, dal 3 al 7 per la precisione, nella città di Akita. Il Kantō (il termine significa letteralmente "un palo con lanterne") è composto da un palo di bambù a cui sono appese, a delle barre orizzontali, delle lanterne di carta di riso e ricorda la forma delle piante di riso mosse dal vento e rappresenta la principale attrattiva di questo festival. I kanto vengono suddivisi in 4 categorie a seconda di alcuni parametri rigidamente fissati: Oowaka: lunghezza 12m, peso 50kg, dimensione della lanterna 64*45 cm e numero di lanterne 46 Chuwaka: lunghezza 9m, peso 30 kg, dimensione della lanterna 48*36cm e numero di lanterne 46 Kowaka : lunghezza 7m, peso 15 kg, dimensione della lanterna 48*36cm e numero di lanterne 24 Youwaka: lunghezza 5m, peso 5 kg, dimensione della lanterna 30*21 cm e numero di lanterne 24 La funzione dei kanto è scacciare gli spiriti maligni attraverso offerte e preghiere alle divinità sia buddhiste che shintoiste ed essere così di auspicio per un buon raccolto dei cinque grani (grano, riso, fagioli, Setaria Italica e miglio cinese). L’origine di questo matsuri risale alla metà del 18° secolo quando vennero combinati assieme riti per propiziare buoni raccolti e per liberare il corpo dalle impurità e dagli spiriti maligni. Dal secolo successivo è diventato un evento annuale in cui venivano mostrati i kanto come simbolo di buon auspicio. In tempi più recenti ha iniziato ad avere più rilevanza l’abilità dei portatori di kanto. Le tecniche di kanto, dette "Myogi" si dividono in cinque categorie: Nagashi, Hirate (mano), Koshi (anca), Kata (spalla) e Hitai (fronte). Durante il matsuri, infatti, viene organizzata una gara di kanto (Myogikai o Kanto diurno) che ha lo scopo di "migliorare l'abilità del Kanto nel suo insieme mostrando le abilità dei membri della Società al pubblico e studiando le reciproche abilità" decretando come vincitore il partecipante che dimostra di avere la tecnica migliore e la posizione migliore. Per potervi partecipare i giovani si allenano con l’aiuto degli anziani (si inizia da bambini ad allenarsi) così da perpetuare la tecnica del kanto di generazione in generazione. I gruppi in competizione, 5 membri ciascuno, mostrano una alla volta le 5 tecniche. Le competizioni sono sia individuali che di squadra, con dei limiti di tempo per ogni tecnica e di spazio, in quanto l’esibizione deve avvenire all’interno di un’area circolare del diametro di 6 metri. il vincitore di ciascuna competizione riceve un premio dal Comitato Esecutivo Kanto. Lo spettacolo notturno, che è uno degli eventi principali di questo matsuri e a cui fanno riferimento le foto di questo articolo, si svolge lungo la ‘Chuo Dori street’ ed ha il solo scopo di intrattenere i visitatori mostrando loro le abilità dei portatori di kanto. i cavi lungo il percorso sono messi a protezione del pubblico, servono per evitare che i canto cadano sopra gli spettatori seduti sul bordo del marciapiede. Qui trovate Gli altri articoli del mio blog. Concludo con in breve filmato montato da me. つづく
  6. La quarta tappa di questa serie di articoli sul Giappone (non sto più seguendo l’ordine cronologico) ci porta ad Aomori dove ogni anno si svolge un altro matsuri, completamente diverso da quello di Susukino: il Nebuta Matsuri. Per chi, leggendo i miei articoli, se lo stesse chiedendo, con il termine matsuri si intende una festa tradizionale giapponese, che può svolgersi in un parco o sulle strade, attirando diverse centinaia di persone. Molti di questi hanno origine cinese ma col tempo le tradizioni originarie sono via via sparite e sono state sostituite o si sono mischiate alle usanze locali. Il concetto di “festa” in Giappone trae origine dal profondo legame tra uomo e natura, che costituisce dei cardini della religione tradizionale del Paese, lo shintoismo. Per questo motivo ogni santuario festeggia il proprio matsuri, che sia per rendere omaggio ai Kami protettori o per degli eventi stagionali/storici. Torniamo ora al Nebuta Matsuri. Questo nasce 300 anni fa. Si pensa che derivi dal tanabata ma le sue origini sono poco chiare. Esistono diverse teorie in proposito, la più conosciuta delle quali lo fa derivare dalla battaglia che si svolse nella provincia di Mutsu, durante la quale il futuro Shogun, Tamuramaro, avrebbe utilizzato flauti e taiko per attirare l’attenzione del nemico. Da questa storia ha preso origine il Tamuramaro Shō (Premio Tamuramaro) assegnato al miglior gruppo partecipante, successivamente rinominato Nebuta Taishō. Con tutta probabilità, però, si tratta di una leggenda, in quanto è improbabile che Tamuramaro abbia condotto delle spedizioni militari in quella che oggi è la prefettura di Aomori. La parata dei nebuta si svolge dal 2 al 7 agosto, quasi sempre di sera, tranne l’ultimo giorno, quando, invece, si tiene il pomeriggio per lasciare il posto nella serata a uno spettacolo pirotecnico. Come vi ho fatto notare nell'articolo precedente, anche in questo caso vi è una massiccia presenza di importanti sponsor e si tratta di aziende note a livello nazionale se non internazionale, come possono essere Asahi, Family Mart, Fujitsu e Japan Railways. A proposito: se andate in Giappone e volete spostarvi col treno da una città all'alta il JR pass è praticamente obbligatorio per non spendere un capitale coi biglietti del treno. Tra i 'carri' si possono vedere anche cose 'particolari', in riferimento al contesto della manifestazione, come questo Eva01. I nebuta di ogni gruppo sono accompagnati da suonatori di taiko, flauto e cembalo oltre che da centinaia di ‘ballerini’. Chiunque, anche i turisti, può partecipare a patto che indossi il costume tipico di questa manifestazione, il quale può essere comprato oppure noleggiato. La sfilata procede al grido di Rasserā ( ラ ッ セ ラ ー ), abbreviazione dialettale di "irasshai". Nel 2011 è stato aperto un museo dedicato all'evento, il Nebuta Museum Wa Rasse ( ね ぶ た の 家 ワ ・ ラ ッ セ ), all’interno del quale vengono spiegati i metodi di costruzione dei carri e la varietà di soggetti diversi a cui si ispirano, mentre nella nebuta hall è possibile ammirare alcuni dei più grandi nebuta che hanno partecipato alla parata. La visita è accompagnata da una musica di sottofondo con shamisen e flauto giapponese per ricreare un’atmosfera che ricorda quella del matsuri. Il museo offre la possibilità di riposarsi nella hall con vista sul lungomare o nel ristorante dove vengono serviti i piatti locali. Per chi vuole è disponibile il classico shop con i souvenir. Qui trovate Gli altri articoli del mio blog. Concludo con in breve filmato montato da me. 『つづく』
  7. La terza tappa del viaggio in Giappone mi porta a parlare dei matsuri estivi, eventi molto sentiti sia dagli abitanti delle varie città (i matsuri attirano nelle localitò in cui si svolgono moltissime persone) sia dalle aziende che, data l’importanza degli eventi, sono presenti in massa come sponsor. L’affluenza è talmente elevata che si rivela molto difficile trovare degli alberghi in cui soggiornare nella stessa città del matsuri. Oltretutto, molti alberghi sono riservati ai giapponesi e può capitare di doversi recare in città vicine per trovare alloggio, magari (come nel mio caso) località a mio parere non particolarmente interessanti come Omagari. Una cosa che accomuna tutti i matsuri sono gli stand gastronomici dove potersi fermare a mangiare dato che alcuni sono provvisti di tavoli e panche, e ce n e sono tantissimi anche se non è detto che siano sufficienti per tutto il pubblico presente. Questa manifestazione nasce nel 1951 come ‘Susukino-sai’, ma è dal 1965 che riprende vigore, dopo qualche anno di oblio terminata la 3^ edizione, ed è diventato un evento annuale. Nel 1978 nasce la Susukino Tourism Association che trasforma il festival in un evento sponsorizzato dalla stessa associazione. un attimo di relax prima di iniziare e gli ultimi preparativi per l'esibizione coi taiko Saké per tutti!! non eccezionale ma buono! Fa parte di questo matsuri la tradizionale danza del leone, promossa dalla Susukino kankō kyōkai (Susukino Tourism Association), associazione che mira a proteggere le arti tradizionali dello spettacolo. Nel 1985 viene aggiunta l’esibizione dei taiko, con l’idea di radunare almeno un migliaio di persone per suonarli lungo tutta la via principale della manifestazione, numero che negli anni successivi è stato superato. Una cosa particolare di questo matsuri è la marcia delle Oiran: ogni anno 2 donne vengono scelte per vestire i panni delle Oiran. Le oiran erano delle cortigiane considerate delle yūjo, ovvero "donne di piacere" o prostitute, con un ampio bagaglio culturale che spaziava tra danza, musica, poesia, calligrafia. A differenza delle geisha le oiran portano l’obi annodato sul davanti probabilmente perché più pratico da sciogliere. Purtroppo di quest’ultima parte ho solo alcune foto riuscite male dato che, per evitare la calca del rientro e quindi i treni sovraffollati, siamo tornati in albergo prima della fine del matsuri. Qui trovate Gli altri articoli del mio blog. Concludo con in breve filmato montato da me. Al prossimo articolo sul Giappone che riguarderà un altro matsuri. Ciao! 『つづく』
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