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  1. E' arrivato l'inverno e con esso il freddo, che per chi fotografa in esterni dovendo muoversi con la fotocamera in mano rende la destra (ma anche la sinistra) soggetta a screpolature, a geloni e a difficoltà nei movimenti. Ho premesso quanto sopra per chiedere se esiste - o se qualcuno sa indicare - un paio di guanti che consenta di mantenerle al caldo senza limitare i movimenti delle dita sulla fotocamera, i cui comandi sono sempre più numerosi e miniaturizzati. Perché al contrario di un fotonaturalista, che immagino fermo sul suo punto di osservazione con la macchina ben agganciata al tripode e con poche regolazioni estemporanee da adottare, chi si muove per fotografare in movimento soggetti diversi in condizioni anche molto variabili di luce, distanze, tempi di esposizione e diaframmi, ha continue necessità di adattare la fotocamera alle situazioni che di volta in volta si presentano. Magari sto chiedendo qualcosa che non esiste o che al contrario può essere trovato banalmente, ma fino ad ora non sono mai riuscito a trovare dei guanti sufficientemente caldi che consentano anche la giusta sensibilità alle dita. Qualcuno può aiutarmi?
  2. La domanda di Nikolas, nel forum, su come proteggere le mani dal freddo mentre si fotografa mi ha fatto venire l'idea di raccontare qui nel blog le soluzioni che, negli anni, ho trovato particolarmente funzionali. Quindi riferisco unicamente alla mia esperienza di campo, che non pretende minimamente di essere una panoramica complessiva di quello che offre il mercato. Innanzi tutto dobbiamo dire che proteggersi dal freddo è una questione olistica, perché anche se tipicamente si inizia a sentire freddo alle estremità, cioè alle mani o ai piedi, questo avviene perché, o anche perché, quando è sottoposto al freddo l'organismo riduce la circolazione periferica. Per questo gli episodi di congelamento normalmente colpiscono le dita delle mani e dei piedi. Ma fotografando abbiamo un problema in più, proprio alle mani, che è quello di tenere in mano la fredda attrezzatura, macchina, obiettivo e treppiede. Seconda cosa, spesso quando si fotografa si sta fermi per lunghi periodi. Questo di per sè non rende necessario un abbigliamento particolare ma se si alternano momenti in cui si cammina, magari in salita, a momenti in cui si sta fermi a fotografare, il ricorso ad un abbigliamento abbastanza tecnico è per me indispensabile. Il principio base è quello di vestirsi a strati, ciascuno con la propria funzione, che chiaramente si declinano in maniera diversa a seconda della zona del corpo. Infine il miglior isolante è l'aria, per questo occorre vestirsi a strati che imprigionano tra loro diverse intercapedini. Mani. Abbiamo il problema di contemperare l'esigenza di guanti abbastanza caldi, e quindi tipicamente spessi, con la necessità di preservare la sensibilità nella punta delle dita, in particolare indice e pollice della mano destra, per manovrare i comandi della nostra attrezzatura. In più le reflex più recenti hanno lo schermo touch. La mia soluzione è quella di usare due guanti, uno sopra l'altro. A pelle uso un guanto di peso medio, in pile o in polartec a seconda del freddo, e con la punta delle dita "touch". Non è importante il modello, solo che non sia troppo pesante per preservare la sensibilità su bottoni e ghiere (ma nemmeno troppo sottile, tipo i guantini da runner). Io uso l' Heavvyweigth screentap fleece gloves di Black Diamond, che il produttore un po' ottimisticamente consiglia in un range di temperatura da -4°C a +4°C. Sono ottimi e con il palmo in sottile pelle per migliorare la presa. Anche The North Face fa guanti simili, in pile, credo che il modello si chiami Denali. Sopra al guanto leggero, indosso una muffola Ferrino molto speciale, il modello Spire, questa: L'esterno è in materiale sintetico, antivento e idrorepellente, mentre l'intento è in primaloft, un materiale molto caldo e leggero che mantiene la termicità anche da umido. Se avete guardato con attenzione l'immagine avrete visto che la muffola ha un'apertura nel palmo. Per noi fotografi, così come per gli alpinisti per i quali è stato pensato questo guanto, è l'uovo di Colombo perché consente di tirare fuori l'indice: Il pollice O tutta la mano, ma senza senza sfilarlo e quindi senza bisogno di riporlo da qualche parte e disponibile per ricoprire istantaneamente la mano. Così otteniamo un doppio guanto molto caldo, vi assicuro che a oltre -20°C andava benissimo, che semplicemente piegando e tirando fuori l'indice consente di utilizzare le ghiere, i pulsanti ed il monitor touch senza problemi. Poi, dopo fotografato, possiamo rimettere le dita dentro senza problemi, e nella muffola le dita si tengono caldo tra loro. Piedi. Per i piedi la questione è più articolata. Diversi gli elementi da considerare: Quanto e su che terreno si cammina Quanto fa freddo Occorre inoltre ricordare che non è solo una questione di scarpone, ma che un ruolo importantissimo lo hanno le calze, che devono essere in lana e spesse - io uso con grande soddisfazione le THORLO da alpinismo. Assolutamente sconsigliabili calze in cotone o in pile. Altra cosa fondamentale è che lo scarpone deve essere ampio e non costringere il piede. Questo per non intralciare la circolazione. Le dita, cioè, devono essere libere di muoversi ed infatti, tipicamente, per uno scarpone invernale si tende a prendere una misura un pochino più grande della solita, cosa utile anche per lasciare posto a due paia di calze. Per lo scarpone, per me, non c'è una risposta univoca. Per il freddo "normale", diciamo fino ad un -5 da fermi o -15 se si cammina almeno un po' io uso i Salomon Nytro GTX, che il produttore definisce "Scarpa performante per il grande freddo, con GORE-TEX® e design aggressivo della suola per un’aderenza perfetta anche sul ghiaccio". Definizione che io sottoscrivo, sono leggeri - 600gr, e ci si cammina molto bene in tutte le condizioni. Sono questi: Ottimi dal tardo autunno ed inverno in montagna, se c'è ghiaccio abbinati ad un paio di ramponcini e se c'è molta neve con le racchette. Sono molto comodi per camminare. Il loro vero limite è dovuto alla loro leggerezza, portata da una suola, pur scolpita, non abbastanza spessa. Questa è una cosa necessaria per consentire una camminata agevole ma impedisce un più sostanzioso isolamento termico. Per il grande freddo, da sopportare stando fermi in piedi sul ghiaccio, io ho comprato i Sorel Glacier XT, questi: Sono estremamente caldi e pure comodissimi, a dispetto della sensazione "da mattone" che abbiamo guardando la foto. Evidentemente, però, sono inadatti ai sentieri alpini. Io, finora, li ho usati con grande soddisfazione in Canada a gennaio e per alcuni appostamenti in alta montagna ma senza dover percorrere a piedi tratti tecnici o troppo lunghi. Pensando ad un uso in Italia probabilmente li considererei eccessivi e starei sui Salomon, con misura adeguata alla doppia calza per le giornate particolarmente fredde (e magari cambiando la soletta con una in alluminio). Non consiglio, anche se dei pregi li hanno, gli scarponi da ghiacciaio o in plastica: troppo rigidi per la camminata su terreni non tecnici in particolare per chi non è abituato ad usarli. Gambe. Per le gambe consiglio la combinazione di tre strati: Calzamaglia, io mi trovo benissimo con le Mizuno Breath Thermo, un tessuto tecnico sottile in grado di "riflettere" il naturale calore del corpo. Sono veramente confortevoli e calde. Pantalone da escursionismo invernale. Non è così importante il modello o la marca, l'importante è che l'interno sia "felpato" e l'esterno sintetico ed idrorepellente. Io evito i pantaloni da sci perchè sono troppo ampi e troppo poco traspiranti, assolutamente da evitare anche il cotone (tipo tute o altro!). Pantalone antivento impermeabile. Solo se serve, tipicamente se fa vento forte o se mi sdraio o siedo a terra. Io uso un modello economico in nylon ma con la cerniera a tutta lunghezza per metterlo e toglierlo senza dover togliere lo scarpone. Prediligo un modello economico perché non voglio preoccuparmi di rovinarli e perché, attrezzandosi per il grande freddo, non c'è da temere di stare sotto la pioggia per ore. Se nevica, basterebbe già l'esterno idrorepellente del secondo strato,il sovrapantalone, serve per il vento od il freddo veramente intenso. Corpo. Tipicamente 4 strati: A pelle, lana Merino. Io ho trovato Brynje che produce le polo Arctic Double. Sono incredibili. Sono fatte con due strati, a pelle una rete di polipropilene crea migliaia di sacche d'aria e sopra la lana merino. Occorre prenderle aderenti, perché le micro camere d'aria funzionino, ma il risultato è indescrivibile. Io, da quando le uso, ho smesso, dopo l'avvicinamento su sentiero in montagna, di cambiare la maglia a pelle: caldo ed asciutto sempre e comunque. Pile leggero, nessuna avvertenza particolare Pile pesante, nessuna avvertenza particolare Piumino wind stopper. Qui, invece, vale di nuovo la pena di spendere. Io, per il grande freddo, ho comprato The North Face Himalayan Parka. TNF lo descrive così: "Designed for athletes aiming to reach the top of the world, the insulated Himalayan Parka is our warmest jacket, period. It's perfect for remote expeditions.". posso solo confermare. 1.5 kg di piuma, esterno windstopper. Una meraviglia. Raramente, se fa veramente freddo, vi servirà qualcosa di più impermeabile. Ma nel caso, ricordate che i piumini in piuma raramente sono impermeabili, proprietà necessaria a renderli traspiranti per non inumidirsi con la traspirazione. Pochi produttori usano il goretex. Personalmente, nel caso, uso un piumino più leggero e, sopra, una shell in goretex. Un paio di note aggiuntive sul piumino. L'Himalayan Parka è necessario per i climi veramente estremi, da noi può tranquillamente bastare qualcosa di più leggero, da scegliere tra la piuma o le fibre sintetiche: in casa TNF Thermoball o Primaloft. In generale la piuma, se di buona qualità, è più calda e comprimibile del sintetico, che però conserva maggiore termicità se umido. Quindi se siete in cerca di un "piumino" da escursionismo ormai vi consiglio il Thermoball. Il potere termico è strettamente correlato alla quantità di piuma. A Dire che i recenti piumini 100gr sono caldi per la città, ma niente a che vedere, nel freddo vero, con un kg di piuma. Collo, testa e viso. Personalmente credo che il collo sia abbastanza protetto dal colletto di piumino e pile: anche se soffro di cervicale non mi hanno mai tradito. Per stagioni intermedie, quando nello zaino il piumino non lo porto, uso indossare uno scalda-collo Mizuno, fatto dello stesso Breath Thermo che ho descritto prima. Per la testa consiglio qualsiasi cosa vi sia comodo, da supplementare alla bisogna con il cappuccio del piumino. Per il viso, non dimenticare la crema ed il burro cacao per le labbra, ad evitare di trovarvi a perdere i pezzi nei giorni successivi :-) Credo di aver detto tutto, chiedetemi di quello che non risultasse chiaro od esaustivo. Massimo 2/3/2018
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