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  1. Quanto stò per raccontare è storia vecchia, i fatti sono compresi tra l’inizio del 2001 e la fine del 2005, ma di che fatti si vorrebbe narrare? Ma della saga del sottomarino Enrico Toti , ora esposto al Museo della Scienza e Tecnica di Milano, che da questo momento sigleremo come MST. Ma come siamo arrivati a questo?.. quanto segue è quello che vi posso raccontare ma a puntate, mettetevi comodi.. Ero ancora al lavoro nel gennaio del 2001 mi capita tra le mani una rivista e mi cade l’occhio su un trafiletto che recitava.. “ Il sottomarino Enrico Toti è arrivato al porto di Chioggia , con destinazione il MST di Milano “ il sottomarino ormai dismesso è stato regalato dalla M.M. al museo ecc ecc. Lo rileggo ancora, pare sia tutto vero di solito i mezzi navali una volta dismessi vengono disarmati e poi demoliti; salvo rare eccezioni e questa lo era; da quel momento da parte mia è tutto un susseguirsi di letture di notizie di stampa, ma anche di raccolta degli articoli, come se inconsciamente li ritenessi meritevoli di raccolta.. ma come si era giunti a tutto questo? E qui bisogna partire da lontano nel tempo, ovviamente questo notizie sono state recepite da me in altri momenti; l’ammiraglio milanese Sergio Biraghi, aveva notato la grande partecipazione di Lombardi e Milanesi tra le fila della M.M e di quella mercantile, con opportuni contatti riuscì a far donare il sottomarino E. Toti ormai dismesso al MST, senza doverlo demolire; la cosa poi si rivelava di particolare importanza per la ragione che solamente altre due città al mondo non bagnate o vicine al mare avevano un sottomarino, parliamo di Chicago con l’ U 505 preda bellica della II GM, avuto in circostanze davvero fortunose e di Parigi che poteva sfoggiare il suo sottomarino Argonaute, tutti e due sono ospitati in Musei Tecnologici. A questo punto seguo come possibile l’avanzamento dell’evento attraverso la stampa, ritagliando tutti i trafiletti ed articoli; ma guardiamo la cosa sotto il profilo cronologico, il 22 febbraio il Toti entra nel bacino di carenaggio del porto militare di Augusta, viene smilitarizzato e rimesso a nuovo con rifacimenti vari della meccanica e ridipinto, i lavori finiscono il 2 Aprile. il Toti ormeggiato da tempo.. finalmente l'ingresso al bacino di carenaggio comincia ad emergere e si vedono chiaramente i danni dovuti alla permanenza in mare il tutto in una manciata d'anni.. la vernice antiruggine è gialla ripristino della vela la vela è stata staccata, e si vedono i danni dell'acqua marina, la vela è una di quelle parti che ha la libera circolazione d'acqua durante le immersioni, a parte il cilindro interno che collega il sottomarino all'esterno anche in questa parte vi è parzialmente la libera circolazione dell'acqua, all'interno del naso vi sono i sensori, come pure nelle due alette verticali poste dietro e i lavori proseguono la ruggine ormai si misura a chili a quanto si vede.., è pur vero che è stato operativo per oltre trent'anni.. queste immagini mi sono state date a suo tempo dal MST che le aveva avute dalla M. Militare Con la rimessa in acqua e il 5 aprile parte dalla base di Augusta e trainato dal rimorchiatore Polifemo arriva alla base militare di Taranto, dove resta alla fonda per una decina di giorni in attesa che le condizioni del mare in Adriatico un pochino agitate migliorassero, poi trainato dal rimorchiatore Saturno arriva al porto di Chioggia il 10 Aprile, perché è stato trainato? Non possedendo equipaggio ed essendo smilitarizzato pur avendo ancora installato i motori questi non erano più funzionanti; vi era anche il grosso problema che i sottomarini tutti.. hanno un pessimo rapporto col il mare, ma in superficie; essendo progettati per rimanere immersi. A Chioggia vengono saldate alcune bitte, per permettere l’aggancio ai due rimorchiatori fluviali, il Cremona e il Ferrara, il percorso degli ultimi 300 km circa viene fatto comprensivo di alcune soste tecniche in poco tempo e la sera del 6 maggio è ormeggiato al porto di Cremona. Questo scatto è stato fatto dal Comandante F. Regis che ha guidato il battello sino a Cremona I due rimorchiatori fluviali carichi di sabbia, in maniera da poter avere lo stesso pescaggio del sottomarino una sosta sull'argine, dovuta ad un tronco che la corrente aveva fatto incagliare tra i rimorchiatori e il Toti Tutte queste notizie sono state acquisite parzialmente in quei giorni dai quotidiani e le precisazioni le ho avute poi; ora il sottomarino era al porto si trattava di poter andare a vederlo, come minimo.. il 12 maggio, un sabato parto da casa appena pranzato, porto con me la macchina fotografica uno zoom corto, il flash e la telecamera, arrivo alle 15,00 sul posto vi trovo solamente una troupe di una televisione locale, a parte una guardia giurata a sorvegliare l’ingresso, dopo un po’ arrivano un gruppo di persone e si capisce che sono tutti ex marinai, io resto ad ascoltare, poi uno del gruppo lancia la frase.. “ e allora? non scendiamo? “ il Toti era ormeggiato con il boccaporto di prua alzato, attraverso una passerella ci si poteva calare al suo interno, passano tutti da bravo bambino mi ero accodato ed ero l’ultimo, giunto il mio momento lo ammetto con trepidazione la guardia giurata mi blocca, non ho tempo di replicare.. dal portello esce un sott’ ufficiale ed esclama : il signore è con noi, lo faccia passare! era il capo Macchina Ivano Pinelli, persona squisita.. che accompagnava il T.di V. Fausto Schenardi, ex capitano del Toti, ma di questo ne parleremo poi. Certo non mi aspettavo una cosa simile, scendo mi presento semplicemente come fotoamatore/appassionato, faccio 72 scatti, ossia 2 rullini di diapositive.. e leggendo le note dell’epoca, ora dovrò cercarmi il filmato.. ( visto che ho usato la telecamera ) resto un’oretta e dopo essermi fatto dare il numero telefonico della persona che mi ha fatto salire torno a casa. Passa la domenica, il mattino del lunedì prima di andare al lavoro porto i rullini da invertire al laboratorio, a fine mattinata chiamo e mi rispondono che vanno bene, alla sera tornando a casa riesco a recuperarli e.. tragedia, preso dall’ emozione di essere sceso la sotto.. ho cannato alcuni scatti, troppa luce la sotto rifletteva tutto quanto.. ed ancora non vi era il digitale per vedere.. non mi perdo d’animo, a casa avevo già a quei tempi uno scanner per pellicola, un Microtek, pagato una vera fortuna.. dell’epoca; scansiono riesco a recuperare, insomma non tutto è da buttare.. faccio un CD( non le penne USB erano ancora da venire ) e vado a nanna. ed ecco una delle mie prime diapositive, il secondo da sinistra è il capo Macchina Ivano Pinelli, dietro la mia testa si intravede il Cap. Schenardi e ultimo un tecnico elettronico di cui non sò il nominativo uno scatto delle persone che erano li a vedere il natante, le altre? mi vergogno.. sono improponibili.. almeno di questi due rotoli La mattina del martedì, giunto sul posto di lavoro, mi faccio chiamare dal mio centralino il MST, e ho un’ appuntamento per il pomeriggio alle 16.00, entro al museo giro e arrivo nell’ ufficio che si occupava del sottomarino, mi presento vedono le foto, mi danno appuntamento per la mattina dopo che vi sara l’addetto stampa, la dott.sa Paola Galli acconsento e torno a casa, beh.. non è vero.. ho veleggiato sino a casa.. Il mattino dopo alle 9 precise, sono all ’ingresso, la strada ormai la conosco, ci ritroviamo, parliamo con i due responsabili, il dott. Ferrulli e la dott.sa Galli erano entusiasti degli scatti, io invece li avvisavo di quanto non andava bene; e butto la mia richiesta se ho la loro autorizzazione posso fare di molto meglio, il Dott. Ferulli, responsabile all’ epoca mi bloccò subito con una precisa domanda, il costo? risposi: “ le spese più una percentuale che avremmo concordato” a loro andava bene, mi diedero i nomi del responsabile a Cremona il cap. Fulvio Regis e il telefono diretto, per avere la possibilità di stabilire delle date per i nuovi ingressi al sottomarino; il tutto ( e qui vi è stato il mio macroscopico errore ) suggellato con una stretta di mano, poi a suo tempo si leggerà del perché e del percome. Il giorno 16 maggio chiamo il cap. F. Regis e ci accorda per il giorno dopo, alle 12,00 del 17 parto dall ’ azienda arrivo al porto verso le 14,15 con appuntamento alle 14,30 ma vi sono dei ritardi e mi tocca assieme al fotografo di panorama, star lì ad aspettare; dopo aver chiamato più e più volte alla fine alle 16,15 si può iniziare. Il fotografo di panorama si era portato persino due set di luci da studio.. e calati giù nella pancia è stata una faticaccia. Purtroppo abbiamo avuto anche un altro stop, un gruppo di bambini in visita di cui due erano i figli di un noto politico della zona, quindi.. fermi tutti.. per farla breve siamo usciti dai cancelli alle 20,15.. poi sotto l’acqua perché a pure iniziato a piovere sono arrivato a casa erano le 22,30 e mia moglie ( ç@°##§§é** ) non che avesse poi torto, non l'avevo avvisata del ritardo. L’indomani venerdì 18, come apre il laboratorio, porto le dia da invertire e intelaiare, sono le 7,30..e si rimane d’accordo che entro le 16.00 il materiale deve essere pronto, me ne vado al lavoro e a metà mattinata vengo chiamato dalla dott.sa Galli vuole essere presente in laboratorio per la visione; la cosa non nascondo che mi prende un pochino in contropiede, non che avessi qual’cosa da nascondere, vado all’ orario previsto nel laboratorio e dopo una rapida visione, tutto va bene salvo la scritta sue telaietti errata,poco male.. si sistema la cosa, il tempo passa e alla fine alle 18.00 arriva la dott.sa Galli, vede il materiale, sceglie tre diapositive significative e chiede 100 copie urgenti delle stesse, che dovranno essere allegate alla cartella stampa della presentazione, per non oltre il 22 mattina. una vista esterna il sottomarino ha due boccaporti per entrare, uno posto nella vela, e l'altro a prua, scendendo si accede direttamente alla cameradi lancio, che poi è di fatto polifunzionale.., qui il cap. Regis sulla scaletta di prua, in fondo i tubi lanciasiluri in primo piano il boccaporto per entrare/uscire , sul fondo i portelli dei lanciasiluri, con una placchetta di plastica blu gli armadietti personali, in basso vi sono le brande estraibili e sotto sempre estraibili i tavoli per mangiare il rancio, lo dovete immaginare ma ancor sotto vedete una squadra metallica arrugginita, beh.. quello era il posto dei siluri di scorta.. ecco la rete della branda e sotto si intravedono un tavolo e lo spazio siluri di scorta il lato opposto ancora brande, tavoli e armadietti, ma anche l'uscita per il nuovo locale questa è parte della camera di manovra, i due grossi manometri servono per vedere la profondità a cui si naviga, sotto i comandi per le variazioni certo che se sei un profano.. vi è da impazzire, tra valvole e cose simili Il tubo bianco che si nota sopra è per la fuoriuscita dei gas di scarico dei due diesel e per il carico dell'aria, un po di strumentazione elettronica se non sbaglio è il radar uno dei due motori diesel Fiat il motore elettrico siemens questa è la parte più a poppa che si possa immaginare, li in mezzo vi è l'albero dell'elica, notare la ruggine sulle manovelle di azionamento.. parte dei comandi.. non vi è uno spazio che non sia impegnato.. davanti al portello di prua La mattina del sabato la perdo al piano luminoso per rimettere in senso cronologico gli scatti che la dott.sa aveva mescolato, inizio a navigare sul sito del museo, i giorni passano velocissimi, il MST ha ritirato e pagato tutto il servizio di duplicazione delle diapositive, esce l’articolo su Panorama, a mio vedere non troppo positivo, ma il MST dice che va bene così, di prepararmi che la mattinata della presentazione stampa dovrò essere presente, e siamo al venerdì 25 non vedo l’ora. Fine Prima Parte rev. 01
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