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  1. Ne abbiamo usati di superwide zoom fin dall'inizio dell'avventura in digitale, quando i sensori erano soltanto APS-C e sperare di ritrovare gli angoli di campo di un 15 o di un 20mm su pellicola era un lontano miraggio. Usati, metabolizzati e, quasi tutti, rivenduti. A causa dell'impossibilita' progettuale di tenere nitidi anche i bordi come il centro immagine . Ma sono passati ben piu' di dieci anni da allora ed ecco che, accanto al ritrovato formato FX (che ci ha pero' costretto a buttar via negli ultimi tempi anche obiettivi fissi che pensavamo inalienabili, a causa dell'elevatissima qualita' delle terze generazioni di sensori) torniamo a dilettarci con l'allora odiato formato DX, complice l'abbinamento di tele e telezoom di rinnovata qualita'. Spesso nel forum nuovamente viene posta la fatidica domanda: quale zoom wide (escludendo quindi i trans-standard) di prezzo abbordabile ma di buona qualita' complessiva? Nella ricerca di una soluzione dignitosa al quesito, recentemente abbiamo di istinto consigliato l'acquisto, ad un paio di amici, del Sigma 10-20mm f/3,5 EX DC HSM che al range di focali apparentemente limitato, ma in effetti completissimo, equivalendo su FX ad un 15-30mm e comprendendo in un sol colpo angoli di campo complessi e diversissimi come quelli relativi ai 15-18-20-24-28mm e tutti gli altri che stanno in quel mezzo. Dopo che lo hanno acquistato, glielo abbiamo chiesto in prestito e cosi', nella migliore tradizione del "friend's test", Roby Casetta ci ha messo a disposizione il suo esemplare, pagato attorno a 400 euro, per consentirci di effettuare una discreta quantita' di scatti per poterne parlare un po' piu' concretamente, Nikonland style according Si tratta di uno zoom DC (APS-C per Sigma) della vecchia serie PRO, quella denominata EX caratterizzata dal filetto dorato intorno alla parte anteriore del barilotto. La sua presentazione e commercializzazione risale al 2009 e sostituisce il precedente esemplare, molto meno luminoso (f/4-5,6) con un diaframma fisso a tutte le focali f/3,5 molto promettente. Ghiere di messa a fuoco e di regolazione focale separate, paraluce a petalo compatto, ma efficiente, come avremo modo di vedere in seguito Dotato di uno schema ottico di 13 lenti in 10 gruppi, quattro delle quali asferiche e tre a bassa/bassissima dispersione, misura LxH 87,3 x 88,2mm e ha un diametro filtri da 82mm Non e' quindi un obiettivo compatto, come si puo' ben vedere dall'accostamento al suo piu' giovane parente, quel Sigma Art 20mm f/1,4 del quale e' poco piu' basso, ma sicuramente pesante la meta', raggiungendo senza tappi e paraluce a petalo i 520 grammi appena (rispetto i 950 del mio Art) Lente frontale sufficientemente incassata (e protetta) baionetta di montaggio in acciaio (a dimostrazione della classe di appartenenza) orgogliosamente Made in Japan ... anche oggi ! Esteticamente ben proporzionato, da qualsiasi punto lo si osservi, dotato di selettore AF/MF non di OS, che per l'epoca progettuale non era mai preso in considerazione su alcun obiettivo sotto i mediotele almeno. Un difetto evidente fin da subito? Secondo me, Sigma le ghiere di messa a fuoco manuale le tira in aria e aspetta che ricadano sull'obiettivo per stabilire dove collocarle.... anche qui, l'interferenza col bordo del paraluce non e' che aiuti a volerla considerare comoda... Diamine! 10-20mm e' davvero un lusso di range su di uno zoom con cui tappare una reflex DX, fosse anche la mia Nikon D500 che certamente sara' fin troppo severa rispetto il target cui questo Sigma EX sarebbe invece rivolto, ossia quello delle serie 5xxx oppure, al limite, delle 7xxx, ragionando in termini puramente commerciali, quelli aborriti da Nikonland... Io, come ho detto tante volte, degli zoom wide tendo ad utilizzare in prevalenza le focali piu' corte ed anche con questo Sigma i miei neuroni non hanno fatto molte eccezioni, (perche' questi 15mm-eq sono davvero tentatori) salvo che per quelle foto con le quali ho inteso considerare anche il resto delle opportunita' offerte. Razionalmente cercando di valutare come sia la riposta in termini di nitidezza e distorsione, oltre che appunto, a 10mm anche a 12mm 14mm 17mm e a 20mm sia cercando di tenere in bolla il piu' possibile l'inquadratura sia...fregandomene ed inclinando intenzionalmente verso l'alto la fotocamera 10mm 12mm 14mm 17mm 20mm (oltre il limite fisico) Nell'ambito in cui meglio si inserisce questo zoom, quello della street-photography, non vedo controindicazioni neppure nelle piu' evidenti esagerazioni prospettiche, alla focale piu' corta, che sono invece tipicamente caratterizzanti questo genere (piacevolmente a mio vedere) in un alternanza di resa, a condizioni di luminosita' mutevoli, sempre adeguata non per forza eclatante, talvolta anche ...delicata, se possibile su focali di questa ampiezza Ora, a parte le considerazioni personali sui generi di elezione degli obiettivi, specie se zoom, che a mio parere servono piu' a colmare delle incertezze di scelta (voglio tutto disponibile e dappertutto) oppure peggio, a evitare di muoversi dal punto di ripresa scelto, riquadrando il soggetto con la ghiera di zoomata, mi sento di dire che utilizzare un widezoom come questo a me mette invece voglia di muovermi, di provare inquadrature anche improponibili, di sperimentare: percio' ben venga un obiettivo come questo, dotato di un silenzioso ed efficiente motore HSM, sufficientemente maneggevole, ideale da accoppiare a reflex, come la mia 500, dotate di monitor basculabile per agevolare riprese inquadrando dal basso verso l'alto, o viceversa e che in prima battuta privilegino il concetto alla base dell'utilizzo di un grandangolare, ossia quello di ambientare, contestualizzare un soggetto in funzione di inquadratura, dimensioni, colore e forma La distorsione congenita alle focali di cui dispone, si accentua nelle inquadrature in orizzontale con una forma a barilotto (stranamente per me) appuntita al centro decisamente meno avvertibile nelle inquadrature verticali La resa in controluce, nonostante l'elevato numero di lenti, ma grazie alla elevata qualita' intrinseca di molte di esse, non pregiudica l'equilibrio generale di questo zoom, raramente manifestando la presenza di artefatti cromatici e/o di ghosts e flares piuttosto caratterizzandosi di un pronunciato effetto a raggiera, dato evidentemente dalla forma delle sette lamelle di cui si compone il diaframma, chiaramente non al livello qualitativo delle piu' attuali realizzazioni. Ancora meno elegante invece, ( ed ovviamente per lo stesso motivo), lo sfuocato quando si apra a quel f/3,5 di tutta apertura, rispetto lo stesso scatto a valori medi di diaframma Tutto sommato un bilancio sufficientemente positivo nelle condizioni in cui piu' soffrono obiettivi di questa categoria rispetto ad altri piu' corretti. Perfino in condizioni di illuminazioni meno esaltanti (e da dietro i vetri polverosi di una terrazza coperta) Ritornando a fagiolo (anzi...ad oliva) sull'argomento dello sfuocato di questo zoom alle sue maggiori aperture, ho continuato a fare delle prove in tal senso, per esempiostabilendo ad f/4 la messa a fuoco su soggetto in primissimo piano,sfuocando lo sfondo e viceversa, sfuocando il primissimo piano ancora... f/4 f/11 e peggio... allontanando maggiormente lo sfondo dal primo piano... f/11 f/3,5 comprovando la necessita' con questo Sigma EX di evitare il piu' possibile l'utilizzo di diaframmi piu' aperti di f/5,6 per non incorrere in ...problemi di bokeh scadente... che agli altri diaframmi invece non sussistono... sovraesporre per migliorare la leggibilita' dei particolari fuori fuoco a TA puo' aiutare meglio non esagerare come ho fatto, per riuscire a tirare fuori dall'antiriflesso di questo zoom qualche flare... degno di questo nome Ma siccome non andiamo in giro a fotografare muri di mattoni rossi per misurare i % di distorsione, ne tantomeno ci muoviamo con un 10-20mm per le mani a cercare sempre e solamente il pelo nell'uovo... non lo utilizzeremo in macro, perche' non e' un obiettivo confacente, con la sua minima maf a 24cm (troppi per un 15-eq) ed il suo RR di 1:6,6non cercheremo modelle (nane...per non deformarle troppo), ma proveremo a far vedere quanto di bello si sia riusciti a fare nella settimana in cui lo abbiamo utilizzato. Ci sono piaciuti, per iniziare, i colori che questo obiettivo trasmette al sensore (eccellente) della nostra Nikon D500 in luce naturale e la capacita' (anche se moderata) di lettura del dettaglio, che per angoli di campo che possano superare i 100° non e' cosa da poco la sua variabilita' di interpretazione del soggetto a seconda della focale in uso in fondo all'insegna di una sostanziale correttezza la sua capacita' di gestione della luce mista (Godox Ving 860II N) la sua capacita' di lettura anche nei controluce piu' ...spinti Insomma... anche questo laaaargo obiettivo a focale variabile (widezoom) ci e' piaciuto parecchio... ed alla luce delle prove di questa settimana, dovremmo confermare all'amico Roby Casetta di aver....scelto e speso bene i suoi soldi! (meno male...se no sai che figuraccia avremmo fatto... ) Alla fine della fiera dovremmo anche formulare i... PRO - versatilita' - maneggevolezza - correzione ottica - prezzo ed iCONTRO - sfuocato alle maggiori aperture - distorsione a 10mm - distanza minima di maf Ma a guardar troppo nella palude... saltano fuori i mostri delle favole... Grazie Roby !!! Max Aquila photo © per Nikonland 2016
  2. Sigma definisce per prima con questo zoom lo stato dell' Arte degli obiettivi a focale variabile in available light Questo zoom mi ha preso letteralmente la mano... Non si tratta "solamente" del fatto che siamo finalmente di fronte ad un punto di svolta epico: il raggiungimento della luminosita' parifocale di f/2 (equivalente al passaggio, nella meta' degli anni Ottanta, dallo zoom 35-70 f/3,5 a quello f/2,8) non si tratta nemmeno "soltanto" di ergonomia ed equilibrio costruttivo di questo imponente oggetto di 980 grammi (paraluce a petalo incluso), forte di uno schema di ben 18 lenti in 13 gruppi, lungo "fuori tutto" 13cm e con un diametro filtri di ben 82mm, che mette a fuoco gia' a 27cm di distanza minima (buono su tutte le focali disponibili), nemmeno dell' insolitamente ridotto range di focali di "solo" 1,45X, che fa rimanere il frutto delle sue inquadrature tutto nel campo dei grandangoli, abituati come siamo a vedere e comprare zoom transtandard piu' o meno esagerati. E nemmeno della estrema cura, comune a tutti i Sigma Art, i relazione a materiali, assemblaggio ed aspetto estetico, come l'elegante diaframma a nove lamelle ed un sopraffino trattamento antiriflesso che garantisce neutralita' anche nei tentativi piu' estremi di metterlo in crisi... Questo obiettivo e' un terremoto tra gli zoom perche' stabilisce un nuovo parametro sul livello cui si possa aspirare rispetto gli obiettivi a focale fissa di corrispondente angolo di campo. E' di fatto a mio parere un insieme di focali fisse di elevata e costante qualita', riunite in unico barilotto e del tutto soddisfacente per sostituirle senza ...spinosi rimpianti S come Sigma e come Solunto... Se un terremoto e' un sconvolgimento geologico che si manifesta sprigionando un'eccezionale energia, in questo zoom Sigma Art l'energia si manifesta nella sua principale qualita', quella di definire in maniera inappuntabile l'inquadratura scelta in aiuto del fotografo che lo utilizzi,sia avvicinandosi ed allontanandosi dal soggetto sia variando la focale che, per quanto possa sembrare limitata nel range, lavora tra i 63° e gli 84° di angolo di campo, quelli per l'appunto tra i quali anche la variazione di un paio di gradi opera profonde differenze compositive. Un'altra caratteristica definitoria di questo obiettivo (che mi risulta difficile chiamare "solamente" zoom) consiste nella grande capacita' di dettaglio, al solito costante su tutto il range di focali e di aperture, che, avvicinandosi al limite minimo della distanza di messa a fuoco, pur con un RR non migliore di 1:4,4 (crop 2 x)lo porta perfino a capacita' di "analisi" dei dettagli di un piu' vasto campo inquadrato, grazie ovviamente anche allo stacco dallo sfondo concesso dalla grande apertura massima disponibile nonostante non sia certo questa la sua destinazione d'uso, che immagineremmo meglio orientata alle classiche vedute d'insieme, ma che da sole non potrebbero giustificare per nullal'unico suo motivo di acquisto S come Sigma e come Selinunte... Terremoto nella considerazione che usualmente si ha dei diaframmi piu' aperti di un obiettivo a focale variabile:gia', perche' in questo Sigma Art diaframmare non serve poi a tanto... f/2 se non ad eliminare quello stop di vignettatura ai bordi che rende invece l'apertura massima cosi' interessante, f/4 f/4 per l'evidente, maggiore, tridimensionalita' che ne deriva f/2 Utilizzando in tal senso la massima apertura... f/2 rendendo finalmente un ibrido il vecchio limite di f/2,8 qui ne' carne ne' pesce f/2,8 e ottenendo il meglio delle sue potenzialita' gia' ad f/4 f/4 certamente il piu' interessante dei suoi diaframmi "medi" Non ce la faccio proprio: con ogni zoom, tendo a usare prevalentemente la focale piu' wide:nemmeno stavolta sfuggo alla tentazione di distorcere il soggetto in inquadratura... Il risultato e' che il terremoto si propaga...la distorsione resta sempre contenuta pure in totale difetto di ortogonalita'! Ancora meglio se ci si contenga, semplicemente facendo qualche passo indietro rispetto questo monumento...ottico che con la giusta luce... vibra!!! S come Sigma e come Segesta... E dopo le rovine di antichi terremoti, Quale miglior palcoscenico per questo obiettivo se non i violenti contrasti di luce sotto un cielo di pioggia, al teatro greco di Segesta, enclave degli Elimi schiacciata tra Greci e Punici dove ho potuto utilizzare con profitto anche i diaframmi intermedi di questo Sigma Art deducendo ulteriore convincimento della sua netta equivalenza, dopo f/4, in tutte le successive opportunita', in funzione di una definizione delle parti estreme del soggetto, che e' gia' evidente ben presto tra le sue nove lamelle e che, ancora una volta, mi convince della sua utilita' per sottolineare spazi ulteriori oltre il piano di messa a fuoco f/2 f/4 f/8 semplicemente funzione della narrazione fotografica.con una capacita' descrittiva generalista, anche oltre il limite del peggiore controluce, in ombra totale S come Sigma e come (omaggio al) Serpotta "Available light" = luce disponibile Cosa possa diventare il Sigma Art 24-35mm f/2 DG in condizioni di illuminazione ambiente debole o addirittura... scadente, lo testimoniano queste riprese, prevalentemente effettuate a f/2 (of course), con un sensore capace, come quello della mia Nikon Df, di ISO elevati senza apparente degrado di immagine e, ovviamente, a mano libera. In un itinerario dedicato al Serpotta, che passa tra le chiese palermitane di Casa Professa, di Santa Maria in Valverde, di San Mamiliano e dell' Oratorio del Rosario in Santa Cita, che spazia dalle vedute piu' generali ai piu' minuti particolari alcuni nascosti nelle pieghe della ricchezza di dettaglio dell'Artista... non meno che di questo altro obiettivo Art... ancora una volta indispensabile a delimitare il campo desiderato con la sua ridotta gamma, ma di importanti focali Anche da prospettive architettonicamente...inconsuete Pronto comunque a riportarsi sui binari della beata consuetudine...mai troppo abusata costruendo un potenziale percorso visivo che continuamente conduca al particolare dall'universale Concludendo...? Si... questo Sigma Art 24-35/2 mi ha davvero preso la mano... del resto 1430 scatti in pochi giorni testimoniano della progressiva assuefazione alle potenzialita' di questo obiettivo dalle molteplici focali, che contravviene alla regola aurea dello stereotipo visivo, secondo la quale la maggior parte delle foto scattate con uno zoom sono in realta' inquadrate alle focali piu' consuete di cui disponga invece che a quelle intermedie.Se riguardo gli exif degli scatti mi accorgo invece di avere scattato a proprio tutte le focali del range (tranne che a 33mm ???) oltre che prevalentemente alle due focali estreme. Questo per la estrema costanza delle prestazioni dell'obiettivo, viziate unicamente (come evidenziato) da una "piacevolissima" vignettatura ad f/2 di tutte le focali e da una lieve distorsione a barilotto a 24mm, fisiologica e poco fastidiosa. Riassumendo:giocare con la pdc a diaframmi contigui... e/o con la messa a fuoco su soggetti contigui... f/8 f/2 e con i diaframmi estremi di gamma... e con i soggetti a distanza ravvicinata... e con dei soggetti da contestualizzare, dettagliatamente... insomma, comunque, GIOCARE... ... ah si.... ed anche: "ma che colori....!" Max Aquila photo per Nikonland 2015 © Nikonland ringrazia Mtrading Srl per averci concesso questo obiettivo in visione
  3. dedicato a chi componga Fotografia Abbiamo appena presentato qua il nuovo Sigma 12-24mm f/4 serie Art, promettendo di pubblicare "a ruota" foto nelle quali ci si possa render conto delle possibilita' di questo superwide, oltre che delle prerogative, delle quali l'articolo di presentazione dice esaurientemente. Se in ambito grandangolare ho sempre prediletto le focali fisse agli zoom, per giunta, andare al di sotto dei 20mm e' capitato prevalentemente a causa del "fattore dx" che in una prima fase del digitale ha spinto in molti a ricreare la copertura di un 20mm (che resta la mia focale wide di elezione) con obiettivi fissi e zoom ...semplicemente nati per altri scopi.Cosi' questa e' una delle prime volte che mi trovo a misurarmi con un range di focali a tutto formato cosi' estremo, capace di un angolo di campo variabile da 84 a 120 gradi, ossia da poco meno di un angolo retto, fino ad un terzo di angolo giro....Non e' poco gia' considerando una ripresa "in bolla" che a mano libera con una scultura ottica come questo zoom...sara' difficile ottenere. Nonostante il peso considerevole ed il diametro massimo di dieci centimetri questo Art cade bene in mano e da' l'impressione di essere realmente meno ingombrante di quanto non sembri. Ma la caratteristica piu' allettante, ossia quella della regolazione continua della lunghezza focale, porta naturalmente ad utilizzare la ghiera di zoomata verso gli estremi inferiori della gamma, cosi' da trovarsi piu' che spesso ad inquadrare "tutto" cio' che ci si presenta davanti, incuranti delle deformazioni prospettiche indotte dalla ortogonalita' dell'obiettivo rispetto alla scena inquadrata... senza tanto rispetto, per vedere sotto sotto l'effetto che fa... diagonali molto piu' che ardite interni a tutto campo schiacciamenti dall'alto verso il basso ...sfarfallamenti ... e tutto il campionario di orrori e curiosita' che tanti gradi di angolo di campo ci vengono concessi sul pieno formato della nostra reflex, nella fattispecie la migliore di Nikon al momento in listino In questo articolo provero' a descrivere le sensazioni indotte da questo ulteriore capolavoro Sigma dell'era Yamaki in termini di usability e qui anticipo una delle conclusioni alle quali sono giunto in un mesetto di utilizzo (grazie ovviamente alla tempestivita' di Mtrading, importatore italiano, che ce ne ha dato disponibilita'): questo zoom non e' un obiettivo per tutti e non soltanto per peso e prezzo, ma certamente non puo' essere considerato un obiettivo da street photography, come forse alcuni pensavano potesse essere.Si tratta di un attrezzo assolutamente indirizzato a chi in fotografia abbia estrema cura nel controllo della prospettiva in ambito professionale: come dice il titolo dell'articolo, addirittura un "sesto senso" per la cura di essa. E per il quale verra' ripagato con la stessa moneta utilizzata. 1 - interni Cominciamo quindi a guardare come questo Sigma Art "veda" alla sua minima focale di 12mm in interno, uno degli ambiti privilegiati dalla possibilita' di variare in maniera continua la zoomata su angoli di campo cosi' vasti, dove oltre che arretrare di pochi cm, rispetto una ripresa di base orizzontale o verticale dello stesso scorcio, basti girare il punto di ripresa di qualche cm sullo stesso asse o riportarlo sull'asse orizzontale per ottenere un campionario di riprese, ognuna autonoma e autoreferenziale, ai fini della realizzazione prefissa. Cio' che in interni risulta complesso con obiettivi da tale curvatura di campo e' sicuramente la gestione delle fonti di illuminazione, specie se miste a meno di organizzare interi set di luci artificiali, opportunamente pero' dissimulate (un 12mm vede quasi ovunque!!!) Suggestivo di certo anche in monocromatismo ma certamente di piu' per la multiforme potenzialita' di inquadrature in uno spazio ristretto, pur nella sua apparentemente ridicola escursione 2X (che al suo interno racchiude oltre agli estremi di gamma, focali wide importanti quali i 14/15/18/20/21mm, ognuna dotata di sue peculiarita') 12mm 15mm anche semplicemente zoomando dallo stesso punto di ripresa 12mm 24mm come anche qui, semplicemente restando al centro di una stanza e ruotando intorno il suo Art-eye Uno strumento, quindi, fatto apposta per introdursi in un ambiente e introdurvi gli osservatori prego, accomodatevi... 2 - esterni Stessa opportunita', ovviamente, in esterni, con la sorpresa ben gradita di un controllo cromatico eccellente, nonostante la boccia di vetro che e' la lente anteriore, costruttivamente lavorata in Sigma con apposito ed esclusivo tornio, potenzialmente recettore di riflessi e colorazioni che invece in questo 12-24 sembrano proprio essere assenti, manifestandosi sempre con la neutralita' cui da qualche anno a questa parte questa linea Art ci ha abituato a godere. Quattro possibili inquadrature dello stesso soggetto in luce e in controluce diretto o indiretto... a tutta apertura per cercare lo sfocato dietro il soggetto A mare ed al massimo della manifestazione di flares e ghost: piu' definiti e rimpiccioliti man mano che si proceda verso le aperture piu' piccole f/8 f/16 al pieno delle possibilita' di questo zoom alla minima distanza di maf notare il dettaglio della foto di prima: definizione, contrasto, saturazione: tutto come SigmaArt crea ! anche in ombra chiusa figuriamoci se in piena luce, sole alle spalle (attenti alla vostra ombra!!!) 3 - people People, reportage ambientato, street photography, sport: vero campo minato di un obiettivo da 120°A questo punto confessiamolo pure... sulle mie statistiche di Lightroom il 68% degli scatti fin qui effettuati col Sigma 12-24 sono a 12mm e la seconda percentuale rilevante e' un 8% di scatti a 20mm e poi un 7% a 24mm: queste ultime frutto piu' del "fondo corsa" alla ricerca di ulteriori focali (che non sono presenti) piuttosto che di scelta di inquadrature specifiche con quell'angolo di campo...Se utilizzare la curvatura dell'orizzonte in un panorama, o ricercare l'allineamento prospettico di un interno arredato, pur complesso, e' pero' un risultato gestibile, non appena abbiamo invece persone che non stiano esattamente al centro dell'inquadratura, non possiamo che distorcere, deformare, tagliare, sacrificare una parte del fotogramma, a vantaggio del soggetto reale della nostra composizione ma che dettaglio! anche qua! anche se sul fuori fuoco! 4 - people again... ...si, anche con le statue, oltre che con le persone... Dove la ricerca dell'inglobamento prospettico di elementi vicini e lontani, tipica prerogativa di un superwide, deve incontrare il freno del rispetto delle proporzioni: specie se il tutto sia indirizzato ad un utilizzo professionale. Diversamente....la ghiera di zoomata fa venire...il prurito! (notare come nel controluce col sole in inquadratura questo zoom riesca a direzionare l'inevitabile flare sull'asse verticale, quasi annullandolo nel riflesso della sorgente luminosa) Tutto il resto, non opportunamente gestito, e' ...libero arbitrio, non certo studio prospettico: e capita con molta facilita' di perdere il suo controllo ovviamente non soltanto con questo superwide, ma con qualsivoglia lente che interpreti in modo analogo la realta'. in fondo son sempre situazioni da... salto nel buio 5 - 12-24/4 VS. 20/1,4 Nel girovagare per la citta' con questo 12-24mm mi e' venuto spontaneo, in determinate occasioni, metterlo a confronto con uno dei Sigma Art che preferisco, il mio 20/1,4dal quale si differenzia piu' nel diametro della lente frontale (maggiore di un cm pieno), che nella lunghezza totale, praticamente identica e nella ricerca di soggetti difficili da inquadrare, che non con questi wide, ho realizzato alcune considerazioni interessanti, quantomeno sulla focale dei 20mm Intanto la sensazione che...si accendesse la luce, ogniqualvolta che, facendo cambio ottica, passavo al 20/1,4...vero pozzo di luce!Corrispondentemente, che il 20/1,4 sia meno saturo dello zoom alla stessa focale e non troppo piu' inciso del fratellone meno luminoso: di certo sempre lievemente sovraesposto (+0,3EV) rispetto lo zoom 20 fisso @ f/11 20 zoom @ f/11 Guardiamo a f/4 ed f/11 lo stesso scatto ed il dettaglio per entrambi gli obiettivi: zoom @ f/4 e dettaglio fisso @ f/4 e dettaglio zoom @ f/11 e dettaglio fisso @ f/11 e dettaglio Comunque di eccellenza si tratta per entrambi zoom @ f/8 fisso @ f/8 Nella possibilita' di utilizzo con luce come quella della primavera a Palermo, dell'intera gamma dei diaframmi con tempi di assoluta sicurezza, sono riuscito a determinare come (a mio parere) il diaframma piu' nitido alla massima pdc, prima dell'avvento di un'ineluttabile diffrazione, essere f/11 f/4 f/11 f/22 (messa a fuoco sulla pilotina in primo piano, pdc visualizzabile sulla scritta col nome della nave di sfondo) 6 - conclusioni In buona sostanza sono fortemente impressionato dalle qualita' progettuali di questo zoom: che e' studiato per inquadrare, rispettando luce e composizione ben oltre i limiti fisici della sua, affascinante, estrema focale wide.Correttissimo nell'antiriflesso, ma anche all'estremo, nella forma compatta e ben accettabile dei flares prodotti dai frequentissimi controluce ingenerati dall'enorme angolo di campo a 12mm, pari ad un terzo di un giro completo della Terra. I files che produce sono duttili cromaticamente ed anche nell'eventualita' che necessitino tagli di inquadratura Induce a paziente riflessione nella scelta, a mano libera, dell'angolazione da imporre all'inquadratura per mettere dentro quanto richiesto e questa riflessione non puo' che essere motivo di perfezionamento nella propria tecnica. Lo ritengo dedicato, proprio per questo, a chi della Fotografia ami la componente compositiva, piu' che quella istintuale, della quale questo zoom comunque puo' essere comunque altrettanto interprete Non penso possa trovarsi bene in qualsiasi mano: nella street serve andare in giro il piu' semplici e leggeri possibile, nel reportage di cronaca servono range focali che in wide arrivino almeno a 35mm e poi anche uno o due diaframmi di luce in piu'...Nello sport serve un ritratto del soggetto il piu' possibile esaltante delle sue qualita' atletiche... e i 12mm trasformerebbero in bastoni di scope anche i piu' tarchiati piloni del rugby...oltre a dover arrivare davvero troppo vicini all'azione. Di certo non ho mai visto un obiettivo su questi range focali migliore di questo in termini di distorsione (non indotta da inclinazioni improprie) e, sopratutto, NITIDEZZA !!!Quando si va ad ingrandire anche il centro dell'immagine scattata con un wide spesso si raccolgono delusioni inimmaginabili: questo obiettivo, anche a 12mm va a fuoco sul soggetto con una velocita' e precisione che solo Sigma su tali focali ci ha regalato negli ultimi anni con la serie Art. Ciononostante continuo ad amare i wide fissi: quelli che arrivi coi piedi nel punto da cui devi scattare la foto, e dopo poche volte lo sai gia' prima di mettere l'occhio al mirino di essere gia' nel punto giusto. Ma questa boccia di vetro la voglio usare ancora: non riesco comunque a stancarmene! Grazie ancora a MTrading per la fiducia nella Redazione di Nikonland Max Aquila photo © per Nikonland 2017
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