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Presentati a breve distanza di tempo l'uno dall'altra tra giugno e luglio di quest'anno, ecco una coppia che vedrete spesso in giro tra le mani di fotografi e fototuristi, giacchè un 35mm è per elezione una delle focali più utili...ed utilizzate nella fotografia descrittiva ed itinerante. Ma mentre la Nikon Z6iii è una presentazione annunciata, forte di tutta una serie di innovazioni rispetto i modelli omonimi che l'anno preceduta, questo Nikkor Z 35/1,4 arriva sul mercato del tutto inaspettato e pure ad un prezzo che definire competitivo rispetto allo Z 35/1,8S è poco. Direi invece ad un prezzo di rottura, come se Nikon volesse ridefinire dei livelli di commercializzazione finora non considerati in ambito Z. E già nel 2018 avevamo tutti storto un pò il muso al vedere che i primi fissi presentati fossero tutti f/1,8: ossia di una luminosità che sulla baionetta F delle reflex era per definizione quella economica, senza pretese, sbarazzina. Poi, alla resa dei conti, tutta la serie di quei fissi ci aveva abituati a rinunciare a quei due terzi di stop che ci separavano dalla luminosità di un f/1,4 e successivamente, alla presentazione dei fissi f/1,2 ce ne eravamo fatta una ragione. Invece, a pochi giorni dall'annuncio ed in piena estate, ecco arrivare a sorpresa questo Z 35mm f/1,4 non S-line, ossia non garantito da quella perfezione un pò leziosa dei fissi contraddistinti da questa lettera S: ne ha parlato diffusamente in anteprima Mauro Come detto nell'articolo di anteprima, si presenta con dimensioni e forma indistinguibili da quelle del modello meno luminoso ma S-line ma non è questo il dato saliente, oltre all'assenza di vetri speciali che è la ragione dell'economia di realizzazione riversata sul prezzo finale... una caratteristica distintiva è di certo la lente anteriore concava che a mia memoria non è mai stata presente in alcun progetto ottico Nikkor l'estrema luminosità raggiunta all'interno del barilotto si manifesta con una bella visione del gruppo ottico anteriore a tutta vista a diaframma aperto un altro elemento a vantaggio dell'economicità di realizzazione sarà di certo la provenienza dalle fabbriche China di Nikon non certo caratterizzato da compattezza (come per il precedente f/1,8) però enorme la ghiera di messa a fuoco manuale e, dietro, quella programmabile tra diaframma o compensazione dell'esposizione. No !... La caratteristica fondante per orientare la scelta verso questo obiettivo sta proprio nell'assenza di quella lettera S che in questi anni ci ha insegnato a contare su obiettivi molto corretti nella progettazione ed altrettanto assestati dalle correzioni automatiche via sw per le caratteristiche complementari di diffrazione, distorsione, vignettatura, aberrazione cromatica. Non voglio per ciò dire che il nuovo Nikkor Z 35/1,4 sia un toy-lens oppure un effettospeciale in stile fisheye circolare, col quale ogni foto, anche cambiando soggetto resta....drammaticamente identica alla precedente. NO... questo Nikkor-non-S è a mio avviso uno degli obiettivi con maggiore personalità presente oggi sul catalogo Z : indipendentemente da prezzo e collocazione di mercato. La riprova sta nella serie di foto che seguono, scattate quasi esclusivamente a tutta apertura (altrimenti sarei andato in giro con il mio 24-120/4 che ha pure il vantaggio di essere uno zoom) nelle quali vi sfido a trovarne due che trattino il soggetto messo a fuoco e lo sfondo nella medesima maniera. Da cosa dipende? Sarà il progetto? Sarà la luce? Sarà la distanza di ripresa di volta in volta differente? Sarà il fotografo? Uno, nessuno o centomila? Al netto di difetti di aberrazione cromatica o di uniformità di esposizione o di nitidezza assoluta, che però dovrebbero essere di volta in volta parametri da aspettarsi sugli altri Z Nikkor, quelli S-line, quelli MC macro, quelli f/1,2, quelli da un chilo e rotti di peso in su. Chi si aspetti prestazioni asettiche...ha sbagliato dimora. Vorrei che questa lunga parata di immagini scattate come si ponga un turista in giro per una città possa essere chiarificatrice delle potenzialità di un'ottica così personale nella resa del soggetto, dello sfondo e degli effetti che il famigerato bokeh (traduzione in giapponese della parola sfuocato...nulla di magico) possa apportare alle vostre fotografie. Unico limite la fantasia, l'immaginazione, senza le quali un uomo resterebbe senza ali. Beh, oggi potrete volare... Max Aquila photo© per Nikonland 2024
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Viltrox ne ha fatto un'altro dei suoi. Finalmente un grandangolare deciso come un 20mm, full frame ed autofocus, dedicato alle Nikon Z, sopratutto a quelle i cui proprietari si lamentano da tempo con Nikon del fatto che su una mirrorless compatta, come le serie 5,6,7 e Zf, ancora non siano stati creati anche obiettivi piccoli, leggeri, economici... Eccolo qua: un 20mm che costa solo 189 euro e pesa solo 173gr, ovviamente in policarbonato, ma con la baionetta posteriore in solido alluminio contatti elettrici inclusi, per garantire pienezza di compatibilità con ogni corpo macchina Z, anche quelli DX, che sognano una serie di obiettivi di questi pesi e prezzi. Per intenderci, è più leggero di 100g dell'ultimo 20mm compatto di Nikon, quel AFD f/2,8 del 1989 che abbiamo usato un pò tutti per tanto tempo ma che a questo Viltrox lascia mezzo cm di diametro (quello usava filtri da 62, questo da 52) oltre al peso superiore ed al prezzo che incredibilmente da usato di 35 anni è superiore a questo del Viltrox da nuovo !!!! Effetti del cambiamento climatico ? le dimensioni sono quelle però.... paraluce a petalo dal montaggio un pò fragilino, senza uno scatto netto al bloccaggio, ma efficiente dalle indicazioni sulla flangia dell'obiettivo ricaviamo che la dimensione immagine sia superiore alla diagonale del formato 24x36 (che sta attorno a 40mm, contro i 43,3 di questo Viltrox) il che fa già pensare che quest'obiettivo rispetti la focale nominale e magari sia "aggiustato" nei dettagli peggiori....lasciandoli fuori dalla copertura effettiva. La distanza minima di messa a fuoco è quella usuale per queste focali, di 19cm dal piano focale. Anche montandolo sulla Z9 con la quale ho scattato le foto che seguiranno, fa figura, pur essendo più o meno la metà di uno qualsiasi dei fissi f/1,8 Nikon se lo paragonassimo al 20/1,8 (il prossimo test).... entrerebbe nel suo paraluce e costerebbe meno dell' IVA del prezzo di quell'obiettivo Le curve MTF parlano bene del centro immagine e un pò meno dei bordi, come era immaginabile, ma ciò non ci toglie coraggio nè voglia di scattare foto (magari di muri dai mattoni rossi): del resto la presenza di lenti speciali, ci rende ancora più ammirati dello sforzo di questi cinesi. L'aggiornamento firmware si realizza collegando al computer l'obiettivo stesso, come fosse una memoria di massa, attraverso un cavetto USB-C non c'è molto altro da aggiungere e neppure da chiedere, penso.... Deformando la prospettiva inclinando allo spasimo la fotocamera verso l'alto, certamente distorce ai bordi: ma qui avevo il monitor a 90 gradi e l'inquadratura realizzata a filo sul bordo inferiore... rimettendo l'orizzonte in bolla, tutto cambia, anche se a tutta apertura, salvo l'incremento di vignettatura agli angoli (che però non ci abbandonerà del tutto neppure a f/11) Cromaticamente è costruito molto bene, con queste schema a 10 lenti in 8 gruppi tra cui ben 5 lenti speciali, che conferiscono dei colori lievemente differenti per saturazione e contrasto dalle nostre abitudini nikoniste, con una netta prevelenza del rosso sul blu anche e sopratutto in ombra (pdc estesissima già da f/8, come si conviene ad un 20mm) in ogni situazione pronto (non sempre prontissimo) con il suo motore AF STM, assicurata la lettura in EyeAf in tutte le sue modalità, offerte dalla mia Z9 facile anche nel passaggio di sensore AF sull'occhio del soggetto vicino, se lo si desideri... certamente indicato per street e reportage, dove non sia richiesto isolare un soggetto ripreso a media distanza: anche f/5,6 in questi casi è totalitario... Se lo si inclini verso l'alto o verso il basso....distorce: ma siete stati voi... se invece lo si tenga in bolla, regge... Oltre alla vignettatura si nota anche un bel pò di distorsione, sia a cuscinetto, sia a barilotto, effetto evidente della differenza di correzione hw che avvantaggia gli obiettivi Nikkor sui non originali... ma in fondo, anche questo ce lo aspettavamo da un obiettivo da 189 euro di prezzo: quello che non gli è richiesto certamente è di essere utilizzato come strumento per realizzare copie di originali, come con nessun 20mm in commercio, nessuno si sognerebbe di provare a fare. Quello che ce lo fa piacere è di certo la possibilità di realizzare immagini connaturate alla sua dimensione e destinazione, piacevoli e durevoli nel tempo. la strada è il suo palcoscenico. La nostra fantasia, il suo unico limite reale... Max Aquila photo © per Nikonland 2024
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Ahhh, i vecchi tempi... In mezzo la rivelazione di Nikon per la sua estate all'insegna della Zfc in un revival degli anni 70-80 di somiglianze, assonanze, amarcord (per chi c'era) Ma anche per chi non c'era, ai tempi delle fotocamere della serie FM cui la Zfc si richiama, la ghiera del nuovo 28/2,8SE insieme all'estetica tutta del gruppo di famiglia, comunica sicurezza, grip, voglia di utilizzare quella ghiera. Una delle mie critiche al sistema Zfc è sicuramente l'eccessivo utilizzo di plastiche poco nobili, ed anche questo 28mm non ne è immune: all plastic made! E' un peccato, perchè si è persa un'occasione, sacrificando qualche etto di peso, a realizzare una realistica copia delle ottiche e delle fotocamere cui questo sistema si rifà. La seconda critica, ancora più accesa, è alla scelta di Nikon di questa focale da sacrificare sul formato APS-C della Zfc !!! Perchè...???? L'angolo di campo del 28mm è quello più disastrato, a mio vedere, dal fattore di conversione 1,5x: molto più interessante sarebbe stata una copia SE del 40mm f/2 di imminente uscita sul mercato. Credo Nikon abbia perso una ottima occasione, a meno che non voglia succesivamente realizzare una versione SE del 40mm o di altri compatti di futura progettazione. Le qualità indiscutibili (in rapporto a costruzione e prezzo) del 28SE sono state già da qualche settimana evidenziate in questo mio articolo ... Ma dopo questo sproloquio, ci manca ancora di sapere come si comporti questo Z Nikkor 28/2,8 SE in full format: ecco che ho recuperato una bella Nikon Z7, la prima delle mirrorless Z uscita nel 2018, col suo mega sensore da 45,7 Mpx, che fino ad ora non ha avuto 28mm fissi da utilizzare, solo zoom al cui interno questa focale di ripresa leggermente grandangolare, tanto amata da architetti e geometri/ingegneri, per i rapporti molto lineari tra larghezza e profondità del suo angolo di campo da 75,3*. Insomma: eccovi il primo fisso 28mm Z sul catalogo mirrorless Nikon. Vecchi tempi, antichi templi: Agrigento, Valle dei Templi, Tempio della Concordia ...direi un buon soggetto per vedere come si comporti questo grandangolare al pieno delle sue potenzialità... f/4 sappiamo come una delle caratteristiche di questo 28SE sia la buona nitidezza alla minima distanza di maf (19cm), eccolo all'opera a due diaframmi intermedi di lavoro, per vedere come funzioni in profondità di campo, l'altra delle caratteristiche proprie di focali di questo genere... (maf sugli steli in primo piano) f/16 la ripresa di questo fossile chiarisce come possa diventare interessante alla brevi distanze questo 28mm SE. Mi avvicino: un angelo caduto come gli Aiaci Telamoni (che sono più avanti) mi offre la possibilità di continuare a valutare la pdc (flash di rischiaramento in pp) f/11 f/5,6 f/8 guardando la differenza tra primissimo piano e sfondo, a tutti e tre i diaframmi, per quanto molto diversi tra loro, non mi pare di notare molte differenze... la nitidezza dello sfondo è sempre molto simile... Anche mettendo a fuoco l'ulivo vicinissimo...con un diaframma medioaperto, come f/5,6...non otteniamo molto più stacco di prima dallo sfondo f/5,6 La Maestà di questo colosso dell'antichità (440 aC) chiamato Tempio della Concordia (degli agrigentini il sottinteso) dal I sec. dC si ammira tutta nelle viste frontali e di traverso f/11 sia anteriori sia posteriori, dove il 28SE si comporta molto bene in termini di distorsione prospettica (nonostante il pessimo punto di ripresa) e nitidezza anche ai bordi immagine, come si nota dai crop dell'immagine precedente, uno vicino al piano di maf l'altro assolutamente fuori dal piano di maf Un risultato davvero encomiabile per un plasticotto da duecento euro e poco più, in questo senso. L'uniformità di esposizione a diaframmi crescenti, evidenzia invece una manifesta vignettatura a f/2,8 che,curiosamente, ritorna in misura meno accentuata al diaframma di massima chiusura, f/16, come si vede anche nel trittico seguente la suggestione delle riprese di questo Tempio agrigentino (uno dei meglio conservati dell'antichità) viene ben evidenziata col 28SE sia per rapporto dimensionale delle colonne, rispetto la distanza di ripresa, sia nel concentrare l'attenzione sugli aspetti più scenografici come le luci che filtrano tra il tufo delle cave vicine cromia e saturazione non sono aggressive, come con altri obiettivi più "modernisti" della serie Z, specie gli zoom di prezzo basso In buona sostanza, ritengo molto curiosa la mancanza di incremento di pdc, diaframmando: sembra che Nikon abbia progettato lo schema ottico di questo obiettivo proprio come trattandosi di uno standard (al quale assomiglia per quel comportamento) ed invece di calcolare matematicamente il fattore DX a ritroso, relizzando quindi un 33mm, abbia voluto utilizzare una focale classica, come quella dei 28mm (la triade delle FM era il 28, il 50 ed il 135mm) per ricreare la suggestione che la Nikon Zfc vuole realizzare, riuscendoci pienamente. Tirando le somme, ecco il mio pensiero su aspetti di forza e di debolezza di questo semplice obiettivo, una volta utilizzato su un sensore full frame, esigente come quello Z7: cosa mi piace: resa cromatica ben gestibile leggerezza costruttiva correzione della distorsione nitidezza prezzo cosa non mi piace costruzione in plastica pdc impersonale leggera vignettatura Max Aquila photo (C) per Nikonland 2021 ...bei tempLi...
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Materiale ricevuto in visione dal distributore ufficiale italiano che è stato restituito a fine test. Nikon AF-P 10-20mm F4.5-5.6 su Nikon D7500 a 14mm, F8 Lo confesso ad alta voce. Quando ho visto l'annuncio di un supergrandangolare Nikon così estremo, tutto in plastica, baionetta compresa, senza controlli esterni (tutto demandato al menù), F4.5-F5.6, pensato sostanzialmente per le Nikon D3000-D5000 ... ho pensato : oddio, Nikon qui adesso si mette a fare concorrenza a Tamron ! Gasp ! Insomma, non proprio uno di quegli oggetti che può far perdere il sonno ad un nikonista d'annata, considerando quanti obiettivi Nikon meriterebbero un aggiornamento, mentre in catalogo Nikon ha già svariati supergrandangolari DX. E poi AF-P, cosa che ne limita l'utilizzo sostanzialmente alle sole ultimissime fotocamere ... Ma poi mi è stato gentilmente mandato per un test valutativo. E mi sono dovuto ricredere. Per carità, resta sempre un cosino da 230 grammi tutto in plastica che per dare il meglio di se deve lavorare in stretto contatto con il software di sviluppo (io ho utilizzato allegramente la Nikon D7500 che lo vede come un fratellino piccolo e l'ultima versione di Nikon Capture NX-D per convertirne i file NEF in TIF da dare in pasto a Lightroom). Ma a 350-380 euro di street price non c'è niente di simile sul mercato. E a dire il vero, nemmeno a 700 euro montato su Nikon D7500 esteso a 10mm Come è fatto E' piccolissimo ! io ho la mano piccolina ma comunque si vede che è un oggetto compatto ... per essere un equivalente 15-30mm. peraltro - pur contenuto in un semplice 2x - il movimento di zoom non ne aumenta moltissimo la lunghezza complessiva. ripreso con la nuovissima Nikon D7500 ben figura. Non ne ho una in casa ma credo che con una D5600 il complesso sia ancora più compatto ed armonico. E anche il paraluce non è particolarmente intrusivo. Il passo filtri è da 72mm, adeguato alle necessità di focali così spinte. E' un obiettivo che non si fa mancare nemmeno lo stabilizzatore ed ha tutto quello che può servire ad un fotografo amatoriale. Il compromesso è stato cercato nei costi di costruzione. Infatti la baionetta è in plastica - come tutto l'obiettivo. mancano del tutto i controlli che di solito ci sono in questi obiettivi (innesto e sgancio del motore di messa a fuoco, attivazione e disattivazione dello stabilizzatore) che sono demandati al menù della fotocamera (se recente !). Ma, sinceramente, chi ha bisogno di questi comandi a portata di mano in obiettivi di questa classe ? sul frontale, una volta tanto, le serigrafie che qualificano l'obiettivo. Una vecchia abitudine che una volta cercava di ostentare le specifiche di un apparecchio e che adesso si cerca di evitare, chissà perchè. Nel complesso si tratta di un apparecchio molto compatto, leggero, certo non pensato per durare in eterno se esposto a condizioni ostili ed abusi. Certamente inadatto per un impiego professionale (sul piano della tenuta meccanica, non per le prestazioni) ma per quello che viene chiesto all'acquirente, più che adeguato a fare da complemento ad un corredo fotografico minimale, idealmente composto da uno o due zoom e magari un fisso luminoso. Qualche anno fa un obiettivo del genere richiedeva un esborso molto importante (penso al primo Nikon 12-24/4, del costo di non meno di 1000 euro). Mentre ... ai miei tempi (io uso Nikon dal 1982), sarebbe stato semplicemente un sogno proibito, irrealizzabile e basta e che adesso è invece offerto a chiunque sappia servirsene. Dettagli tecnici e prestazioni lo schema ottico è impostato su 14 lenti suddivise in 11 gruppi di cui 3 lenti asferiche, nessuna di tipo a bassa dispersione. 22 cm di messa a fuoco minima passo filtri da 72mm 77mmx73mm peso 230 grammi il prezzo suggerito al pubblico in Italia da Nital é intorno ai 310 euro + IVA MTF ufficiale : mica male per un cosino così ! a 20mm, linee corrette, la distorsione è praticamente zero creativamente a 10mm e distanza ravvicinatissima, la distorsione è intorno al 3-4% 20mm 10mm le aberrazioni cromatiche sono praticamente assenti (complice l'apertura massima relativa piuttosto contenuta a tutte le focali). La vignettatura è più o meno sempre presente ma automaticamente corretta dal software. Peraltro non credo che per qualcuno possa essere un problema, a 15mm equivalenti ... Il trattamento è adeguato alle necessità. Pure con il sole in fronte l'obiettivo regge bene e le luci parassite non influenzano troppo il contrasto complessivo. E' comunque un obiettivo che prende tanta luce, pur avendo una lente anteriore non enorme. E quindi il fotografo per ottenere i migliori risultati farà bene a tenere il sole alle spalle. Concorrenti Il concorrente #1 questo Nikon 10-20 ce l'ha in casa. O forse si dovrebbe dire il contrario ... ? Il Nikon 10-24mm F3.5-4.5G è uno zoom DX con una escursione 2.4x presente già da tempo sul mercato e che rappresenta il supergrandangolare più estremo del corredo Nikon per le macchine DX. schema ottico MTF ufficiale a 10mm MTF ufficiale a 24mm Pensato probabilmente come prima scelta per la D7500 e la D500 offre meno di uno stop di luminosità in più rispetto al più nuovo 2x che stiamo provando in queste pagine. Ma non è stabilizzato , pesa il doppio, è leggermente più grande. E costa molto di più. raffronto tra gli ingombri dei due obiettivi, il nuovo 10-20 ha una sagoma più piccola del 10-24. Il passo filtri del 10-24 è da 77mm, il 10-20 ne ha uno da 72mm. Io non l'ho mai provato, la presenza di due lenti ED nello schema ottico dovrebbe ben deporre. Ma alla fine gli MTF differiscono veramente di poco. Il sistema di messa fuoco del 10-24 è di tipo interno e questo consente di effetuare la zoomata senza allungamenti del barilotto, a differenza del nuovo 10-20 che invece a 10mm si allunga. Credo che la scelta tra i due obiettivi debba essere lasciata all'acquirente, ipotizzando che la scelta del nuovo obiettivo debba andare da parte di chi privilegi un oggetto più compatto e (molto) più leggero e che non consideri questo intorno di focali come la preminente. Non possiamo infine trascurare la differenza di prezzo che per il più pregiato costruttivamente Nikon 10-24mm è di 929 euro, mentre il nuovo 10-20 si attesta intorno ai 380 euro, sempre a parità di garanzia Nital di 4 anni. Alcune delle foto che farei io con un obiettivo come questo. In gita o in viaggio, disinvolto, con il sole. E con una compagna come la Nikon D7500 o la D5600. sono scatti eseguiti a focali varie, qualche volta a priorità dei tempi per avere il movimento dell'acqua, sfruttando lo stabilizzatore (efficace) di questo obiettivo. La D7500 settata in NEF ma con il Picture Control in "Auto". Poi aperti con Nikon Capture N-XD e convertiti in pieno automatismo in batch in TIF per la successiva importazione su Adobe Lightroom. Io noto una nitidezza esemplare nei particolari architettonici, una certa variabilità di risultato a seconda della qualità dell'aria. Meglio con il cielo terso e meno umidità. La gita a Valeggio sul Mincio ha messo un pò in crisi la lettura di alcuni particolari lontani, più per effetto della condensa dovuta al caldo torrido che per limitazioni del sistema. Qualche giorno prima, a Varese in un pomeriggio ventoso, invece ho ottenuto scatti che a memoria avrei potuto avere con il mitico Nikkor 14-24/2.8 su una D750. E scusate se è poco ... Conclusioni Bene, credo di averle già in larga parte anticipate le mie conclusioni ma le riepilogo. Il timore che Nikon, spinta dalla pressione dei produttori di mirrorless, abbia immesso sul mercato improvvisamente ... un obiettivo mediocre giusto per fare una mossa difensiva è subito svanito quando ho potuto utilizzare effettivamente questo obiettivo. Pensato per un uso chiaramente amatoriale si fa apprezzare per compattezza e peso ridottissimo. Non ha una costruzione a prova di impatto contro un mezzo corazzato e la montatura in plastica, così come l'assenza di comandi, confermano le scelte volte ad economizzare. Ma credo che l'acquirente tipo di questo obiettivo lo capisca da se guardando il cartellino del prezzo. Insomma nelle sue caratteristiche esterne mantiene la promessa che tutti i produttori di fotocamere ci hanno fatto quando hanno presentato il formato APS-C/DX : piccolo e compatto. Promessa purtroppo non sempre materializzata. Ma è nell'uso che le cose vanno per il meglio. Pur a focali così estreme che naturalmente stressano ogni sensore, la nitidezza è esemplare e anche il fogliame - punto debole di certe realizzazioni - non diventa fanghiglia impastata. Anche se credo che il meglio questo obiettivo lo sappia dare nell'architettura, sfruttando la ridottissima - sempre avendo a mente di che focali stiamo parlando - distorsione che a 20mm è praticamente assente mentre a 10mm è comunque minima, ordinata e facilmente correggibile dal software automaticamente. Per me è l'obiettivo ideale da aggiungere al proprio corredo per i viaggi nelle città d'arte del mondo senza spendere un capitale ma con la pretesa di poter ottenere comunque ottime immagini ben oltre l'obiettivo che generalmente si riceve nei kit delle reflex di fascia entry e media. Non ci volevo credere, ma bella prova Nikon ! Acquirenti attenzione che la vostra fotocamera sia compatibile con i nuovi obiettivi AF-P come questo Ringraziamo il distributore italiano del marchio Nikon che ci ha inviato a tempo record questo obiettivo per il test.
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Sigma 12-24mm f/4 Art : il Sesto Senso nella prospettiva
Max Aquila posted an article in Obiettivi Sigma
dedicato a chi componga Fotografia Abbiamo appena presentato qua il nuovo Sigma 12-24mm f/4 serie Art, promettendo di pubblicare "a ruota" foto nelle quali ci si possa render conto delle possibilita' di questo superwide, oltre che delle prerogative, delle quali l'articolo di presentazione dice esaurientemente. Se in ambito grandangolare ho sempre prediletto le focali fisse agli zoom, per giunta, andare al di sotto dei 20mm e' capitato prevalentemente a causa del "fattore dx" che in una prima fase del digitale ha spinto in molti a ricreare la copertura di un 20mm (che resta la mia focale wide di elezione) con obiettivi fissi e zoom ...semplicemente nati per altri scopi.Cosi' questa e' una delle prime volte che mi trovo a misurarmi con un range di focali a tutto formato cosi' estremo, capace di un angolo di campo variabile da 84 a 120 gradi, ossia da poco meno di un angolo retto, fino ad un terzo di angolo giro....Non e' poco gia' considerando una ripresa "in bolla" che a mano libera con una scultura ottica come questo zoom...sara' difficile ottenere. Nonostante il peso considerevole ed il diametro massimo di dieci centimetri questo Art cade bene in mano e da' l'impressione di essere realmente meno ingombrante di quanto non sembri. Ma la caratteristica piu' allettante, ossia quella della regolazione continua della lunghezza focale, porta naturalmente ad utilizzare la ghiera di zoomata verso gli estremi inferiori della gamma, cosi' da trovarsi piu' che spesso ad inquadrare "tutto" cio' che ci si presenta davanti, incuranti delle deformazioni prospettiche indotte dalla ortogonalita' dell'obiettivo rispetto alla scena inquadrata... senza tanto rispetto, per vedere sotto sotto l'effetto che fa... diagonali molto piu' che ardite interni a tutto campo schiacciamenti dall'alto verso il basso ...sfarfallamenti ... e tutto il campionario di orrori e curiosita' che tanti gradi di angolo di campo ci vengono concessi sul pieno formato della nostra reflex, nella fattispecie la migliore di Nikon al momento in listino In questo articolo provero' a descrivere le sensazioni indotte da questo ulteriore capolavoro Sigma dell'era Yamaki in termini di usability e qui anticipo una delle conclusioni alle quali sono giunto in un mesetto di utilizzo (grazie ovviamente alla tempestivita' di Mtrading, importatore italiano, che ce ne ha dato disponibilita'): questo zoom non e' un obiettivo per tutti e non soltanto per peso e prezzo, ma certamente non puo' essere considerato un obiettivo da street photography, come forse alcuni pensavano potesse essere.Si tratta di un attrezzo assolutamente indirizzato a chi in fotografia abbia estrema cura nel controllo della prospettiva in ambito professionale: come dice il titolo dell'articolo, addirittura un "sesto senso" per la cura di essa. E per il quale verra' ripagato con la stessa moneta utilizzata. 1 - interni Cominciamo quindi a guardare come questo Sigma Art "veda" alla sua minima focale di 12mm in interno, uno degli ambiti privilegiati dalla possibilita' di variare in maniera continua la zoomata su angoli di campo cosi' vasti, dove oltre che arretrare di pochi cm, rispetto una ripresa di base orizzontale o verticale dello stesso scorcio, basti girare il punto di ripresa di qualche cm sullo stesso asse o riportarlo sull'asse orizzontale per ottenere un campionario di riprese, ognuna autonoma e autoreferenziale, ai fini della realizzazione prefissa. Cio' che in interni risulta complesso con obiettivi da tale curvatura di campo e' sicuramente la gestione delle fonti di illuminazione, specie se miste a meno di organizzare interi set di luci artificiali, opportunamente pero' dissimulate (un 12mm vede quasi ovunque!!!) Suggestivo di certo anche in monocromatismo ma certamente di piu' per la multiforme potenzialita' di inquadrature in uno spazio ristretto, pur nella sua apparentemente ridicola escursione 2X (che al suo interno racchiude oltre agli estremi di gamma, focali wide importanti quali i 14/15/18/20/21mm, ognuna dotata di sue peculiarita') 12mm 15mm anche semplicemente zoomando dallo stesso punto di ripresa 12mm 24mm come anche qui, semplicemente restando al centro di una stanza e ruotando intorno il suo Art-eye Uno strumento, quindi, fatto apposta per introdursi in un ambiente e introdurvi gli osservatori prego, accomodatevi... 2 - esterni Stessa opportunita', ovviamente, in esterni, con la sorpresa ben gradita di un controllo cromatico eccellente, nonostante la boccia di vetro che e' la lente anteriore, costruttivamente lavorata in Sigma con apposito ed esclusivo tornio, potenzialmente recettore di riflessi e colorazioni che invece in questo 12-24 sembrano proprio essere assenti, manifestandosi sempre con la neutralita' cui da qualche anno a questa parte questa linea Art ci ha abituato a godere. Quattro possibili inquadrature dello stesso soggetto in luce e in controluce diretto o indiretto... a tutta apertura per cercare lo sfocato dietro il soggetto A mare ed al massimo della manifestazione di flares e ghost: piu' definiti e rimpiccioliti man mano che si proceda verso le aperture piu' piccole f/8 f/16 al pieno delle possibilita' di questo zoom alla minima distanza di maf notare il dettaglio della foto di prima: definizione, contrasto, saturazione: tutto come SigmaArt crea ! anche in ombra chiusa figuriamoci se in piena luce, sole alle spalle (attenti alla vostra ombra!!!) 3 - people People, reportage ambientato, street photography, sport: vero campo minato di un obiettivo da 120°A questo punto confessiamolo pure... sulle mie statistiche di Lightroom il 68% degli scatti fin qui effettuati col Sigma 12-24 sono a 12mm e la seconda percentuale rilevante e' un 8% di scatti a 20mm e poi un 7% a 24mm: queste ultime frutto piu' del "fondo corsa" alla ricerca di ulteriori focali (che non sono presenti) piuttosto che di scelta di inquadrature specifiche con quell'angolo di campo...Se utilizzare la curvatura dell'orizzonte in un panorama, o ricercare l'allineamento prospettico di un interno arredato, pur complesso, e' pero' un risultato gestibile, non appena abbiamo invece persone che non stiano esattamente al centro dell'inquadratura, non possiamo che distorcere, deformare, tagliare, sacrificare una parte del fotogramma, a vantaggio del soggetto reale della nostra composizione ma che dettaglio! anche qua! anche se sul fuori fuoco! 4 - people again... ...si, anche con le statue, oltre che con le persone... Dove la ricerca dell'inglobamento prospettico di elementi vicini e lontani, tipica prerogativa di un superwide, deve incontrare il freno del rispetto delle proporzioni: specie se il tutto sia indirizzato ad un utilizzo professionale. Diversamente....la ghiera di zoomata fa venire...il prurito! (notare come nel controluce col sole in inquadratura questo zoom riesca a direzionare l'inevitabile flare sull'asse verticale, quasi annullandolo nel riflesso della sorgente luminosa) Tutto il resto, non opportunamente gestito, e' ...libero arbitrio, non certo studio prospettico: e capita con molta facilita' di perdere il suo controllo ovviamente non soltanto con questo superwide, ma con qualsivoglia lente che interpreti in modo analogo la realta'. in fondo son sempre situazioni da... salto nel buio 5 - 12-24/4 VS. 20/1,4 Nel girovagare per la citta' con questo 12-24mm mi e' venuto spontaneo, in determinate occasioni, metterlo a confronto con uno dei Sigma Art che preferisco, il mio 20/1,4dal quale si differenzia piu' nel diametro della lente frontale (maggiore di un cm pieno), che nella lunghezza totale, praticamente identica e nella ricerca di soggetti difficili da inquadrare, che non con questi wide, ho realizzato alcune considerazioni interessanti, quantomeno sulla focale dei 20mm Intanto la sensazione che...si accendesse la luce, ogniqualvolta che, facendo cambio ottica, passavo al 20/1,4...vero pozzo di luce!Corrispondentemente, che il 20/1,4 sia meno saturo dello zoom alla stessa focale e non troppo piu' inciso del fratellone meno luminoso: di certo sempre lievemente sovraesposto (+0,3EV) rispetto lo zoom 20 fisso @ f/11 20 zoom @ f/11 Guardiamo a f/4 ed f/11 lo stesso scatto ed il dettaglio per entrambi gli obiettivi: zoom @ f/4 e dettaglio fisso @ f/4 e dettaglio zoom @ f/11 e dettaglio fisso @ f/11 e dettaglio Comunque di eccellenza si tratta per entrambi zoom @ f/8 fisso @ f/8 Nella possibilita' di utilizzo con luce come quella della primavera a Palermo, dell'intera gamma dei diaframmi con tempi di assoluta sicurezza, sono riuscito a determinare come (a mio parere) il diaframma piu' nitido alla massima pdc, prima dell'avvento di un'ineluttabile diffrazione, essere f/11 f/4 f/11 f/22 (messa a fuoco sulla pilotina in primo piano, pdc visualizzabile sulla scritta col nome della nave di sfondo) 6 - conclusioni In buona sostanza sono fortemente impressionato dalle qualita' progettuali di questo zoom: che e' studiato per inquadrare, rispettando luce e composizione ben oltre i limiti fisici della sua, affascinante, estrema focale wide.Correttissimo nell'antiriflesso, ma anche all'estremo, nella forma compatta e ben accettabile dei flares prodotti dai frequentissimi controluce ingenerati dall'enorme angolo di campo a 12mm, pari ad un terzo di un giro completo della Terra. I files che produce sono duttili cromaticamente ed anche nell'eventualita' che necessitino tagli di inquadratura Induce a paziente riflessione nella scelta, a mano libera, dell'angolazione da imporre all'inquadratura per mettere dentro quanto richiesto e questa riflessione non puo' che essere motivo di perfezionamento nella propria tecnica. Lo ritengo dedicato, proprio per questo, a chi della Fotografia ami la componente compositiva, piu' che quella istintuale, della quale questo zoom comunque puo' essere comunque altrettanto interprete Non penso possa trovarsi bene in qualsiasi mano: nella street serve andare in giro il piu' semplici e leggeri possibile, nel reportage di cronaca servono range focali che in wide arrivino almeno a 35mm e poi anche uno o due diaframmi di luce in piu'...Nello sport serve un ritratto del soggetto il piu' possibile esaltante delle sue qualita' atletiche... e i 12mm trasformerebbero in bastoni di scope anche i piu' tarchiati piloni del rugby...oltre a dover arrivare davvero troppo vicini all'azione. Di certo non ho mai visto un obiettivo su questi range focali migliore di questo in termini di distorsione (non indotta da inclinazioni improprie) e, sopratutto, NITIDEZZA !!!Quando si va ad ingrandire anche il centro dell'immagine scattata con un wide spesso si raccolgono delusioni inimmaginabili: questo obiettivo, anche a 12mm va a fuoco sul soggetto con una velocita' e precisione che solo Sigma su tali focali ci ha regalato negli ultimi anni con la serie Art. Ciononostante continuo ad amare i wide fissi: quelli che arrivi coi piedi nel punto da cui devi scattare la foto, e dopo poche volte lo sai gia' prima di mettere l'occhio al mirino di essere gia' nel punto giusto. Ma questa boccia di vetro la voglio usare ancora: non riesco comunque a stancarmene! Grazie ancora a MTrading per la fiducia nella Redazione di Nikonland Max Aquila photo © per Nikonland 2017