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Showing results for tags 'viaggi'.
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Come da titolo cerco un binocolo da usare in escursione e/o viaggio: Leggero, decentemente robusto così da non dovermi preoccupare di portare doppie custodie. Ho dato uno sguardo al catalogo Nikon e la scelta è persino eccessiva, i prezzi mi sembrano contenuti, ma vorrei scegliere da subito quello giusto. La scelta del valore di ingrandimento/diametro pupilla è quella più difficile non avendone mai posseduto uno. Consigli o esperienze pratiche da condividere? Grazie a chi vorrà rispondere
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UN VIAGGIO non fotografico, principalmente da appassionato di musica. L'intento era quello di seguire il Jazz Fest & Heritage, il festival annuale, un vero e proprio patrimonio per New Orleans. Jazz Fest è una onlus che finanzia col ricavato le 130 scuole di musica della città, le quali ogni anno sfornano musicisti che faranno Pil per i prossimi 40 anni. Un'esperienza che io e Laura volevamo vivere da tempo. Un soggiorno di appena 12 giorni, dei quali 7 trascorsi quasi interamente nel grande spazio aperto adibito ad area concerti: 5 palchi, 2 tende, una media di 400.000 visitatori, 40 concerti al giorno, dalle 11 alle 19, impossibile muoversi senza seguire un programma perchè si vorrebbe vedere tutto ma si finirebbe per non vedere niente. Un happening pazzesco. In una città pazzesca. La Big Eesy non delude. Avevo con me solo la piccola Coolpix P5100, ma l'intenzione era quella di acquistare lì la reflex che mi serviva, cosa che feci il giorno dopo l'arrivo, la D80 in kit con l'obiettivo peggiore che Nikon abbia mai prodotto, il 18-135 (ma io non lo sapevo... ancora). Ciononostante pagai il kit esattamente la metà di quanto costava in Italia (nel 2008 il cambio euro/dollaro era a 1.48 e mi vennero rimborsati persino 90 dollari di tasse...) L'impatto con il Jazz Fest è dei migliori, in una giornata caldissima e... piovosissima Aspettando Stevie Wonder... che arriva insieme alla pioggia Incuriosisce e sorprende la varia umanità che popola questi festival, ad iniziare da me... che tutto sommato sono il più... sobrio (la bandana serve solo per non farmi sudare quando metto il cappellino) Coco Robicheaux, uno dei miei bluesman preferiti sul palco della Blues Tent con la sua bellissima Godin Multiac. Non dimenticherò mai quella fantastica esibizione. Nella Big Easy si vive h24, praticamente io e Laura dormivamo 4 ore, la notte intesa come momento di riposo non è contemplata: locali con musica (di qualità, credetemi) rigorosamente dal vivo, feste private e daiquiri a fiumi... Bourbon Street .... e le sue feste private. Non occorre essere conosciuti per entrare in una di queste terrazze, basta pagare: alcool q.b., tanta musica e tanto divertimento. L'ideale se non si è in compagnia delle mogli... o dei mariti. E poi Toulouse Street, con i suoi bordelli storici (ovviamente chiusi) I sex shop ---- Canal Street di notte ha pure il suo fascino Nonostante la confusione notturna, di giorno il Quartiere appare tranquillo e vivibile, sempre pulito e ordinato. A tal fine si lavora sin dalle prime ore del mattino ed è piuttosto piacevole passeggiare nel parco lungo il Mississippi o nel parco prospiciente la cattedrale di St. Peter, una chiesa non grande ma molto bella, antica e ben tenuta. Iniziarono a costruirla gli spagnoli oltre trecento anni fa, proseguirono gli inglesi e infine venne terminata dai francesi Di giorno Canal Street ha un altro volto. Vedete quelle palme? Se ricordate bene le foto dell'uragano Kathrina, erano sotto l'acqua... Il ferry che collega il French Quarter ad Algiers, il quartiere nel lato Ovest del Mississippi ... e visto che siamo nel Mississippi... Anche di giorno la varia umanità non manca Molti ci sbarcano il lunario. E qualche volta con apprezzabili risultati: tanto ci vuole a far sorridere una signora anziana costretta in carrozzina? ----------- Per terminare questo breve tour. Come ben saprete la Lousiana è un'area di particolare interesse naturalistico. Le sue paludi si estendono per 1.000 chilometri e hanno una profondità di 200 chilometri, praticamente grandi quanto l'Italia. Si tratta di un'area tra le più protette al mondo perchè _ i nostri fotonaturalisti lo sanno _ il termometro che segna la salute dell'intero pianeta sono proprio le zone umide. Un'esperienza di mezza giornata veramente favolosa. Molto difficile fotografare in quelle paludi, servono una buona esperienza e una buona attrezzatura, ma soprattutto la giusta luce: alba o tramonto, perchè la Louisiana si trova in fascia preequatoriale, per cui alle 9,30 il sole è già a picco e la palude diventa una scacchiera di luci e ombre, un disastro. Il molo d'imbarco, peccato avrei voluto un pellicano sul pilone... L'airboat passa dappertutto. E' sicuramente il mezzo più adatto a percorrere gli stretti canali del bayou ... per carità, si potrebbe fare anche in canoa, ma non è consigliabile. Loro sono molto curiosi... Fine del tour. Purtroppo questo viaggio si è concluso con un dramma dal quale ancora non mi sono ripreso: lo scratch dell'hard disk proprio nel momento in cui scaricavo l'ultima SD. Tralascio di descrivere la sgradevole sensazione di disperata angoscia e non ne sarei neanche capace. L'assistenza riuscì a recuperare più o meno un centinaio file degli oltre 2000 che avevo prodotto, per di più in un formato simil jpg da riconvertire, di qualità discutibile. Capirete bene che per me è particolarmente doloroso aprire questa cartella di immagini, purtroppo sparpagliate, senza una traccia narrante, ma visto il periodo di magra ho deciso di prendere il coraggio a due mani e di popolare il mio blog con qualche ricordo. So che apprezzerete. Pezzo consigliato: naturalmente Pit Bull, Coco Robicheaux, dall'album Spiritland
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Nell'ormai lontano 2011 io, la mia allora consorte, e un'amica comune, abbiamo fatto una vacanza in quel della Turchia. Durante la parte di tour, abbiamo visitato la Cappadocia, una regione dell'entroterra turco che ha la peculiarità di essere ricca di montagne di roccia vulcanica che, nel corso dei millenni, sono state scavate per ricavarne abitazioni dai popoli che hanno abitato la zona. Una delle principali attrazioni è il Parco Nazionale di Goreme (coi puntini sulla o), dove si possono ammirare i Camini delle Fate o le pitture rupestri risalenti a prima del 6000 a.C., l'altra è senza dubbio il proliferare di agenzie che offrono un tour dei siti archeologici in mongolfiera. Si parte a orari antelucani perché le condizioni meteo favorevoli son solo al mattino, ed è più suggestivo perché si può ammirare l'alba dall'alto. Purtroppo siamo stati un po' sfortunati perché la prima mattina siamo stati rimandati indietro per troppo vento, al secondo tentativo siamo decollati ma il tempo era molto nuvoloso. Sempre per questo motivo, vedrete i colori delle fotografie un po' spenti. Il viaggio in pallone è assolutamente suggestivo, anche se le ceste metalliche dedicate ai passeggeri sono abbastanza affollate, e soprattutto sono divise in tanti piccoli recinti da 4 persone per evitare che la gente si sposti da una parte all'altra sbilanciandole pericolosamente. La cosa che più ricordo è il silenzio estremo e la quiete, interrotta solo dalle fiammate del fornello che fornisce aria calda al pallone. Un'altra sorpresa è stato constatare l'estrema manovrabilità delle mongolfiere da parte dei piloti. Sono in grado di seguire il profilo delle montagne stando anche a non più di 5 / 6m di altezza dal terreno, e a volte viaggiano in gruppi così serrati che sembra impossibile non scontrarsi con altri palloni. Menzione a parte merita l'atterraggio, in cui il pallone viene tirato a terra a forza di braccia da un gruppo di malcapitati che insegue la mongolfiera con un pick-up carico di aiutanti. I suddetti aiutanti afferrano al volo una grossa cima calata dalla mongolfiera e la tirano a terra. Tentano. Ne ho visti volare parecchi prima di farcela con l'atterraggio
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