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  1. Sì, anzi no, cioè... dipende. Anni fa i miei amici erano soliti criticare la mia scelta di fotografare in macro con un 180mm o 200mm micro perchè, secondo loro, in cambio della maggiore distanza di messa a fuoco/di lavoro avrei avuto una minore profondità di campo, cosa importantissima in macro. Che la lunghezza focale fosse inversamente proporzionale alla profondità di campo ottenibile era una cosa risaputa, di cui anch'io ero convinto, almeno a quei tempi. Poi leggendo, documentandomi e provando, ho capito che non è una una relazione valida in assoluto, ma dipende da altre variabili. In pratica, a parità di distanza di messa a fuoco è vero che un obiettivo di focale minore avrà una profondità di campo maggiore rispetto ad uno di focale più lunga ad. esempio un 50mm avrà più profondità di campo di un 200mm. Ma... A parità di copertura di immagine/rapporto di riproduzione invece la profondità di campo, sorpresa, sarà la stessa! Perchè? Perchè per avere la stessa copertura con un obiettivo più corto dovrò avvicinarmi di più, perdendo quindi in profondità di campo. Dura da credere ma è così. Lo dico io? NO, lo dice l'ottica. Per calcolare la pdc esistono dei calcolatori di profondità di campo online. eccone un paio: https://www.dofmaster.com/dofjs.html https://www.photopills.com/calculators/dof A titolo di esperimento ho ricavato tramite questi calcolatori la profondità di campo (pdc) relativa al rapporto di riproduzione (RR) di 1:2 sia del 55 f2.8 micro-nikkor Ai che del 200mm f4 micro-nikkor Ai, sulla base delle reciproche distanze distanze di messa a fuoco, inserendo la focale effettiva di ciascuno a quella distanza (55mm e 157mm rispettivamente). I risultati sono i seguenti: il 55mm alla distanza minima di 22cm ha un RR di 1:2 ed una pdc di 7.8mm il 200(157)mm alla distanza minima di 71cm ha un RR di 1:2 ed una pdc di circa 7.8mm Valori praticamente indistinguibili. In alcuni vecchi cataloghi nikon c'erano delle tabelle, fra le quali c'era anche quella della profondità di campo a diverse distanze e diaframmi. I calcoli di queste tabelle sono piuttosto grossolani (ad es. per il 55 micro la profondità di campo risulta essere 0 fino a f8 dove diventa 3 mm), ma ciò che interessa adesso è evidenziare come anche in queste tabelle i dati indicano che allo stesso rapporto di riproduzione e diaframma, obiettivi con focali diverse hanno circa la stessa profondità di campo. per il 55 micro a 1:2 si avrebbero 2mm, per il 105 micro 3 e per il 200mm di nuovo 2mm. Ho anche fatto un piccolo esperimento casalingo fotografando un soggetto con il 300mm f4 pf e con il 105mm f2.8 MC entrambi al rapporto di riproduzione di 1:4 ed entrambi ad apertura di diaframma f4.5. Foto scattata con il 300mm f4 pf a f4.5 RR 1:4 Foto scattata con il 105mm f2.8 MC a f4.5 RR 1:4 Crop della foto scattata con il 300mm: Crop della foto scattata con il 105 f2.8 MC. In sostanza, a parità di rapporto di copertura dell'immagine (quindi a distanze diverse dal soggetto), usando una focale corta non si ha il vantaggio di una maggiore profondità di campo rispetto ad una focale più lunga. Per la macro sul campo si ha piuttosto lo svantaggio di doversi avvicinare di più, cosa che può rivelarsi fastidiosa ad esempio se si usa un treppiedi. Ma le foto ottenute con un cinquanta ed un duecento millimetri comunque sono molto diverse anche a parità di copertura del soggetto, questo è evidente, ma non c'entra la profondità di campo. Lo lascio spiegare a John Shaw, riprendendo quanto scrive a pagina 50 della versione italiana della sua "Guida Completa alla Macrofoto" pubblicato da Editrice Reflex: [con il teleobiettivo] non è la ridotta profondità di campo che isola il soggetto. Tutti gli obiettivi messi a fuoco per la stessa dimensione immagine (cioè con il soggetto che ha le stesse dimensioni nel fotogramma) e con lo stesso diaframma, danno la stessa profondità di campo. Ciò che fa stagliare il soggetto contro uno sfondo uniforme è l'elevata lunghezza focale, perchè essa inquadra una piccolissima parte di ciò che sta dietro al soggetto. In poche parole la differenza è data dal diverso angolo di campo. Non dalla diversa profondità di campo. Variazione dellangolo di campo secondo la focale. "Angoli" puramente indicativi, solo per rendere l'idea, non riflettono quelli reali. Scattata con il 105mm MC: Scattata con il 300mm Nella foto con il 105 la libreria è intuibile perchè la focale "abbraccia" un'area maggiore dello sfondo rispetto al 300mm, ma non è questione di profondità di campo. Quindi se pensate che usando una focale corta avrete più profondità di campo (a parità di RR)... ripensateci.
  2. Nei due sondaggi lanciati da Mauro qualche giorno fa appaiono delle affermazioni del tipo, "non sono abbastanza bravo per..." "le mie foto sono troppo brutte allora..." . Ci ho pensato sopra, se facciamo foto brutte a nostro stesso giudizio, come possiamo essere contenti di fotografare? C'è un modo per cambiare la situazione? Per me, se si vuole, un modo c'è. Spesso amici e colleghi vedendomi disegnare dicono: "Eh anche a me piacerebbe saper disegnare, ma non sono capace". La cosa mi pare un po' strana, perchè prima di imparare, anch'io non ero capace, come, un po' prima ancora, non ero capace di parlare nè di camminare, ma dato che queste cose mi interessavano (e qualcuna mi serviva), un po' alla volta le ho imparate. Senza scherzi, è mia convinzione che se una cosa ci piace davvero, la amiamo davvero, allora possiamo impararla, anzi dobbiamo, perchè la soddisfazione che di darà il praticarla è grandissima. La chiave sta nel davvero. Ogni tanto io dico ad altri, "eh come mi spiace non capire quasi nulla di musica, di non saper suonare", ma non è per davvero, perchè non mi è mai passato per la testa nemmeno per un istante di prendere lezioni di musica. Non ci ho mai investito nulla in termini di tempo o denaro. Nelle cose che mi interessavano, invece ci ho messo tutto l'impegno che potevo. E continuo a mettercelo. Sì ma, perdonaci, a noi che ci frega di quel che fai tu? Niente, la mia vuole essere solo una riflessione: quando qualcuno riconosce, ad esempio qui su Nikonland, che le sue foto "fanno schifo" (a detta di lui stesso!!) come situazione definitiva, come se fare foto "da schifo" fosse una decisione del Fato... Le tue foto faranno sempre schifo! ...contro cui nulla si può, e per questo magari non le fa nemmeno vedere, perchè "non si sente all'altezza", allora mi vien da pensare. Scrivo per discuterne e, se riesco, proporre dei suggerimenti, ma anche per suscitare una discussione "educata" sul tema. Se ritenessi che le mie foto "fanno schifo", anche dopo anni di pratica, vedrei due possibili reazioni, 1) smetterei di fotografare per fare altro, oppure 2) mi sforzerei di migliorare. Altrimenti più che passione sarebbe frustrazione. Di certo non indulgerei in un hobby costoso, senza trarre piacere nel praticarlo. Eh parli bene tu, ma ci vuole tempo e io non ne ho. Che parlo bene è fuori di dubbio , che ci vuole tempo anche, che non ne hai... può darsi, ma può darsi di no. Il tempo che metti per fare quelle foto che (a tuo dire eh, io non le ho viste) fanno schifo potresti impiegarlo ad esercitarti a migliorarle, un poco per volta. E poi... quanto tempo passi in passatempi passivi, quando lo stesso tempo potresti impiegarlo attivamente? Ormai sono vecchio, che vuoi che impari alla mia età. Ahi Ahi, una mia collega ed amica cita spesso un proverbio di sua nonna calabrese che recita così: "La vecchia aveva cent'anni, ma non voleva morire perchè aveva ancora tanto da imparare". Hokusai (il pittore della famosa "onda") nel 1834 scriveva: Sin dall'età di sei anni ho amato dipingere qualsiasi forma di cosa. All’età di cinquanta ho disegnato qualcosa di buono, ma fino a quel che ho raffigurato a settant’anni non c’è nulla degno di considerazione. A settantatré ho un po’ intuito l’essenza della struttura [...]. A ottant’anni avrò sviluppato questa capacità ancora oltre mentre a novanta riuscirò a raggiungere il segreto della pittura. A cento anni avrò forse veramente raggiunto la dimensione del divino. Quando ne avrò centodieci, anche solo un punto o una linea saranno dotati di vita propria. Gli antichi maestri di Baguazhang (un modo molto elegante di picchiarsi che ho studiato) avevano un detto: "Vivi fino alla vecchiaia, impara finche vivi". Questo signore ha oltre cent'anni (è morto qualche anno fa a 118 anni) ed è un famoso maestro, si direbbe che il Baguazhang faccia bene. Il succo, è che sì, con l'età diventa più difficile, ma se la cosa appassiona, si può sempre migliorare, basta un po' di ... intenzione sincera, è la mia esperienza. Si fa fatica però! Ma certo. Per questo che deve essere davvero una passione, altrimenti l'inerzia iniziale, il peso da smuovere, è insopportabile. Molte persone che conosco mi dicono da anni: "eh sì, anch'io vorrei fare un po' di movimento, per la salute, sai". Ma lo dicono con lo stesso entusiasmo con cui direbbero "eh sì, dovrei proprio fare un clistere di otto litri, per la salute, sai". Perchè il movimento per loro non è piacere e non gli interessa veramente di migliorare il proprio fisico. Quindi non lo faranno mai o forse lo faranno un po', poi smetteranno. Chi fa cross-fit, Mountain bike o che so io, fa fatica, ma si diverte e si fissa sempre nuovi obiettivi. Allora chiediamoci, proviamo piacere nel fotografare? Vogliamo andare avanti? O ci va bene così, "tanto per". E poi so che non diventerò mai bravo come tanti altri. Può darsi, anzi quasi sicuro. Ma chi se ne frega, non è questo il punto. Il vero scopo che ci deve muovere nella nostra passione, qualsiasi sia, è essere ogni giorno un po' più bravi di quanto si era prima, fino ad essere essere soddisfatti dei propri risultati. Tra eccellere e fare schifo c'è un sacco di spazio, dove si sarà "almeno" soddisfatti delle proprie foto, poi si potrà provare ad andare anche più in là, un po' per volta. Certi maestri di arti marziali (non agonistiche) fanno capire che se oggi riesci a battere qualcuno che prima ti batteva, non devi essere contento perchè sei diventato più bravo di lui, ma perchè sei diventato più bravo di com'eri prima. Penso sia lo stesso per quasi tutte le arti (la danza ad esempio), ma io parlo solo di quello che conosco. Si incontra sempre gente più brava di noi, e allora? Sono convinto che non ci si debba misurare con altri se non con se stessi. Ma se pubblico le mie foto poi mi giudicano male perchè sono brutte e io ci rimango malissimo. Se parliamo di un contesto come questo, dove in gran parte non ci si conosce di persona, se qualcuno giudica male te, è lui che sbaglia, la cosa non ti deve amareggiare o irritare, non fa testo, non si devono giudicare mai le persone, soprattutto quelle che non si sa nemmeno che faccia abbiano. Questo è il mio pensiero almeno. Se invece esprime un giudizio sulla tua foto, anche severo, ma educato, allora se ne deve tenere il dovuto conto, che significa valutare criticamente, ma onestamente il giudizio ricevuto, allo scopo di migliorarsi. All'inizio della mia avventura digitale, quando si cominciava appena a condividere foto in internet, avevo pubblicato su un forum di fotografia naturalistica una foto di due cicogne in controluce che mi sembrava un capolavoro... uno dei membri storici, fotonaturalista di buon livello, con la massima schiettezza mi ha spiegato che per lui il posto giusto per quella foto era il cestino e mi ha detto perchè. Nonostante fossi molto più giovane ed irritabile di adesso, dopo un primo momento di sconcerto, ho capito che aveva ragione, e gli sono ancora grato adesso per avermi esortato a non essere indulgente con me stesso. Mi è anche capitato (ma rarissimamente) di ricevere giudizi offensivi e o indifferenza, non vivo su un Pero, ma il bilancio, posso dirlo, è largamente positivo. Ho imparato tantissimo, ho conosciuto gente eccezionale (e un po' di str...ani) ma soprattutto mi ha aiutato a migliorare quel che faccio. Magari non mi risponde nessuno, si commentano solo tra amici. Può essere, anzi a volte è, ma insistendo, "scassando" facendosi conoscere, presenziando, un po' alla volta, i feedback arrivano (o si viene cacciati , no scherzo). Ma attenzione, non lo si deve fare per dovere! Se poi anche noi si commenta gli altri... aiuta. La fai facile tu. Senz'altro c'è chi è più portato a comunicare e chi meno, ma se c'è interesse, entusiasmo per quel che si fa, un'opinione o una piccola domanda.... No in realtà non ne ho proprio voglia, mi diverto a fare il fotografo per finta, gioco con le attrezzature, compro vendo e ne discuto sui forum, poi le foto sono un di più, la storia dello schifo è una scusa. Allora il problema non esiste! Se sei già contento così, non c'è bisogno d'altro. Ma credi di sapere tutto tu? Ma lo sai che ci stai proprio rompendo i... Sì lo so, sto procurandovi una grave gonadofrazione (modo difficile di dire che rompo ciò che ho sostituito coi puntini sopra), ma le mie intenzioni sono buone. Ho sperimentato su di me il detto che lo scopo del viaggio non è tanto nella meta ma nel viaggio stesso; ha ragione (tranne quando prendi il treno da pendolare per andare a lavorare). Metaforicamente, ogni piccolo passo in avanti che fai è una soddisfazione. La mia intenzione è proporre una via per essere più contenti di quel che si fa. Attenzione: non sto dicendo che partecipare al forum vi darà la felicità, ma che la condivisione e la partecipazione ad un forum è uno degli strumenti, uno dei tanti che potrebbero aiutarci a migliorare, se ci interessa farlo. Non confondiamo il dito che indica con l'oggetto indicato. Ecco, se a leggere vi siete divertiti e vi è servito a qualcosa, sono contento, se no ...sono contento perchè mi diverto lo stesso a scrivere, ma un po' meno. SCUSE DOVUTE E CHIARIMENTI NECESSARI: SCUSATE SE OGNI TANTO HO FATTO IL SANTONE, è un ruolo troppo divertente e non ho resistito ma, sul serio, non penso di essere più saggio di nessuno. NON C'E' ALCUN INTENTO PROMOZIONALE NE' COERCITIVO Quanto ho scritto è solo allo scopo di incoraggiare chi vuole provarci. QUELLO CHE SCRIVO NON PRETENDE DI ESSERE VERITA' UNIVERSALE. E' solo la mia visione della cosa. Ci sono ben poche verità universali e io non ne possiedo. MI INTERESSA MOLTO SENTIRE LE VOSTRE OPINIONI E I VOSTRI PERCHE', SE VOLETE, SOPRATTUTTO PER OFFRIRE UNA BASE PIU' AMPIA DI CONFRONTO A CHI PUO' SERVIRE. Grazie!
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