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  1. Aspettavo con grandissima curiosità l'occasione di provare questo DAC/Amplificatore desktop di HIFIMAN che rappresenta la scelta "entry" tra gli apparecchi di forma tradizionale da tavolo della casa. E' un apparecchio completamente bilanciato, compreso l'attenuatore e che è in grado di pilotare anche le cuffie più scorbutiche. arriva nella scatola di cartone oramai standard per tutti i prodotti HIFIMAN sul retro sono riportate le indicazioni di massima del prodotto. Il marchio R2R Hymalaya richiama il modulo interno di conversione. Conosco già le potenzialità di questo sistema perché lo uso correntemente "in versione mini" nelle DEVA, cuffie di dimensione standard pensate per l'uso in abbinata con il modulo ricevitore/convertitore R2R/amplificatore, per i miei ascolti portatili. Ha un suono in linea con le cuffie planari, dolce e dettagliato, neutro e lineare. aprendo la scatola compare il foam di protezione e una scatoletta che contiene il cavo di alimentazione nel nostro standard. la macchina è molto ben protetta, la confezione è premium nonostante l'aspetto dimesso del cartone. ed eccolo qui, con sopra l'unico accessorio, il cavo di alimentazione. Per il cavo USB dovrete provvedere voi. Si tratta come dicevo di un apparecchio da tavolo di forma tradizionale, 246,5mm x 228mm x 61mm per circa 3 chilogrammi. Piccolo ma non troppo, molto robusto come fa immaginare il peso. Peso che per la gran parte è responsabilità del grosso trasformatore toroidale di alimentazione. Perché l'alimentatore è integrato, come si conviene a tutti gli apparecchi di classe ! il frontale è caratterizzato dal marchio HIFIMAN su una superficie di alluminio spazzolato (il frontalino è bello spesso e fuoriesce in altezza e in larghezza dalla sagoma del telaio. Sulla destra c'è il marchio dorato R2R-Hymalaya, in mezzo tra le due manopole, una banda nera che integra le prese per le cuffie. Le due manopole sono responsabili, quella di sinistra, della selezione tra le modalità di conversione e di amplificazione, quella di destra è invece il comando dell'attenuatore a quattro canali. Le prese sono complete, single-ended nei due formati standard e bilanciate, coassiale da 4.4mm ed XLR a 4 pin. il resto del telaio è nero opaco con gli spigoli morbidi. La sensazione di solidità è palpabile e il peso rassicurante. il retro non presenta sorprese. Ci sono le due uscite di linea, RCA ed Bilanciata e i due ingressi - alternativi - USB, con presa di tipo B o C. La presa di alimentazione è standard, l'interruttore di accensione è nella stessa vaschetta. dettaglio delle uscite, di ottima qualità e degli ingressi, standard. il fondello bisogna prestare attenzione al selettore del voltaggio che - di fabbrica - dovrebbe arrivare impostato sui 230V per la nostra area. Deve essere visibile il numero bianco su fondo rosso 230. Se ci fosse il 115V attenzione, perché accendendo l'apparecchio, salterebbe il fusibile di protezione. la matricola e un primo piano di uno dei quattro piedini che reggono il telaio, ben dimensionati rispetto alle dimensione e al peso del DAC. Ed ecco tre viste ravvicinate del frontale selettore modalità DAC (NOS e OS) e GAIN (LOW e HIGH) per le cuffie le prese per le cuffie e l'attenuatore del volume che riporta solo MIN e MAX ma non ha tacche intermedie. Ovviamente io ... l'ho aperto perché le foto di repertorio non mi bastano mai. così ho avuto la conferma dell'impostazione razionale anche se con molti cavi volanti l'impianto vede il trasformatore toroidale i cui avvolgimenti sono condivisi sulle due schede, le due schede, quella adiacente al frontale relativa ai condensatori di livellamento (30.000 microFarad) e all'amplificazione e quella digitale che comprende sia il ricevitore USB che il convertitore vero e proprio. che é completamente integrato nei due moduli HIFIMAN HYMALAYA, qui nella versione I. Si tratta di moduli integrati composti dalla scala di resistenze di precisione che viene controllata da un microprocessore programmato dal produttore. Ogni modulo si incarica di effettuare la conversione da digitale ad analogico, generando la corrente che va all'amplificatore o alle uscite di linea (quelle in rosso sono le RCA mentre quelle in nero sono le XLR). L'integrazione è elevata, nulla a che vedere con il dispendio di mezzi che mette in campo un produttore più "analogico" come Audio-gd i cui prodotti abbiamo recensito su queste pagine. Del resto dimensioni, pesi ed ingombri definiscono classi diverse tra questi apparecchi. un'altra vita dell'interno con i moduli di conversione in primo piano in corrispondenza delle uscite e delle entrate. Visto nel dettaglio, diamo un'occhiata alle indicazioni del produttore, prese dal suo sito, alla pagina del prodotto. Ricordo che DAC è uscito nel 2022 e da allora nel catalogo HIFIMAN sono entranti altri apparecchi ed è stata introdotta un'altra generazione dei moduli R2R. il modulo originario è stato premiato al VGP in Giappone qui abbiamo lo schema a blocchi. L'amplificatore, definito "high-current" è in grado di uscire con 10,7 Volt per 4.4 watt su 36 Ohm dalle uscite bilanciate. il funzionamento viene garantito come realmente bilanciato a partire dai convertitori, duali, per procedere con i buffer verso l'attenuatore che è analogico e a quattro canali (per le due semionde positiva e negativa del destro e del sinistro) fino all'uscita cuffie. Attenzione, le due uscite di linea posteriori invece non sono amplificate ma fisse, alla tensione nominale standard. Non si tratta in pratica di un preamplificatore ma solamente di un convertitore di linea con integrato un amplificatore cuffie. Chi volesse collegare dispositivi esterni - come diffusori - dovrà utilizzare uno stadio di amplificazione/attenuazione esterno. è quello che abbiamo fatto noi per provarlo. Uscendo con cavi XLR di qualità verso l'amplificatore a valvole Stax con cui alimentiamo di solito le HIFIMAN Jade II cuffie elettrostatiche dal suono chiaro e dettagliato (quelle che abbiamo in testa in questo momento). In questo modo il segnale - immaginiamo a 5 Volt - in uscita dal EF400 verrà poi trattato dall'amplificatore e il livello del segnale in uscita verso le cuffie, regolato dall'attenuatore dell'amplificatore STAX. Se si volessero collegare dei monitor amplificati, cosa possibile ma scomoda, sarà necessario regolare il volume direttamente dai monitor (che normalmente hanno la manopola dietro, impossibile da raggiungere e da vedere ...). Anticipavamo che nel frattempo i moduli HYMALAYA sono stati aggiornati e ne esistono di due nuove versioni che equipaggiano i nuovi DAC che intanto sono stati presentati da HIFIMAN. Come segno di attenzione per i propri clienti, però, per l'EF400 è stato avviato un programma di aggiornamento che permette di sostituire i due convertitori originali con due delle nuove serie. i due nuovi moduli, denominati PRO e disponibili in due diverse versioni, vengono descritti da HIFIMAN come superiori ai leggendari PCM1704 sia in termini di rapporto segnale/disturbo che di distorsione. Probabilmente anche di musicalità, visto il tempo che è passato. E non potrebbe essere altrimenti. Il programma di aggiornamento : promette un notevole incremento di prestazioni in termini sonori. Con un miglioramento "drammatico" dell'esperienza di ascolto. Probabilmente - maligniamo noi - supereranno anche l'unico difetto che abbiamo riscontrato in questo DAC e di cui parleremo nella sezione di ascolto. Legato forse alla potenza degli FPGA di controllo installati nei moduli (nostra ipotesi). *** Bene, lo abbiamo visto, lo abbiamo pesato, lo abbiamo aperto. Sappiamo che offre fino a 4.4 watt di potenza sulle cuffie nelle uscite bilanciate e che ha un selettore per elevare eventualmente il guadagno di uscita. Anticipo che qui io l'ho usato esclusivamente in NOS, trovando la modalità senza oversampling la più dinamica e dettagliata. Mentre con le cuffie che ci sono in casa, non è stato necessario usare il Gain più elevato, anche qui per conservare una buona riserva dinamica. Per di più, il volume non è mai andato oltre un quarto o poco di più. Segno che la potenza c'è se le cuffie non sono di quelle impossibili. E il suono ? Sul principio suonava secco ed asciutto. Dopo due settimane in cui l'ho tenuto costantemente acceso - cosa segnalata dal led anteriore (unica spia che denota l'attività della macchina) e dal teporino a cui si porta il DAC mentre lavora, si è sciolto. E di molto, diventando dolce e pulito. La stessa identica esperienza che ho riscontrato con le DEVA PRO che all'inizio erano inascoltabili e poi nel tempo sono diventate di un chiaro e di un suadente inaspettato, quasi fossero delle ammiraglie. Segno che anche le resistenze e gli FPGA hanno un'anima e che si deve rodare per diventare ascoltabile. Consiglio - anche se l'EF400 non è un classe A - di accenderlo un pò prima di usarlo. Oppure di lasciarlo sempre acceso, tanto consuma poco. Vi ripagherà in classe e calore. Intanto che scrivo sono tornato sull'uscita cuffie dell'EF400 cui ho collegato - in bilanciato le Edition XS. Devo anticipare che gli abbinamenti non sono banali con questo amplificatore. Ho trovato non piacevolissime le Ananda Nano, per esempio, mentre splendide e calde le Sundara Closed Back. Divine, le Audivina, magistrali le Arya Organic. Ma adesso le Edition XS mi stanno piacendo ancora di più (Beethoven, 9a sinfonia, Danish National diretta da Adam Fischer). Naturalmente qui saranno i vostri gusti e le vostre orecchie a guidarvi. Ma con gli Audio-gd le Ananda mi piacciono di più delle Edition XS, qui è il contrario. *** Alcuni disco ascoltati Beethoven i concerti per pianoforte e orchestra. Giovanni Bellucci Suono del pianoforte chiaro e perfettamente posizionato su un'orchestra "leggera" ma ben dimensionata Temptation, Chantal Chamberland Bel basso profondo ma veloce, pelli frizzanti, voce suadente e caldissima di Chantal. Hadewych Van Gent, violoncello, nella sonata per viola di Rebecca Clarke alzo appena il volume perché me lo chiede la musica. Il cello è roco ma esteso fin al suo registro più acuto. Il pianoforte è in secondo piano, basso, come se stessimo seduti tra il pubblico e non sul palco. Bach, Magnificat, Rias Kammerchor Berlin e Akademie fur Alte Musik Berlin Ascolto biased perché si tratta di una delle mie composizioni preferite. L'equilibrio tra le parti è eccellente, senza che nulla turbi l'ascolto. Musica barocca dal vivo, come essere in chiesa durante l'esecuzione, nelle panche di sinistra, in quinta o sesta fila. Art+Pepper + Eleven, 1960, 192/24 classico delle mie sessioni di test, qui sono passato alle HIFIMAN Audivina, prima avevo le Edition XS. Elevata dinamica, il sax è li da qualche parte sulla sinistra ma rivolto verso destra, quando aumenta il volume si incrementa lo spazio che occupa lo strumento. Le cornette e le trombe stanno dietro Art mentre i tromboni sono a destra. Con le percussioni ovunque. Prestazione eccellente, giusto un filo monitor ma che mi convince, perché continuerei ad ascoltare il disco anziché scrivere. Mi fermo qui, era giusto per confermare l'impressione di avere un eccellente front-end al servizio di cuffie che conosco benissimo e di cui mi fido. Sinceramente io non so cosa vogliano espressioni "nero come le pece" che scrivono certi recensori. Se si riferiscono al "silenzio di fondo", credo che non esista oppure se c'è, viene creato ad arte da certi chip. Qui abbiamo un suono complessivamente da giradischi con una bella testina MC. Ma perfetto in ogni dettaglio. Davvero, non scherzo, non saprei cosa dirvi se non ne foste soddisfatti. Adesso provo ad ascoltare le Audivina con l'Audio-gd R27HE. Ok, ok, non parlo più. Non c'è confronto. Ma qui sono passato da un front-end da 3 chili e 400 euro ad uno di 29 chili e quasi 5.000 euro (ho l'interfaccia digitale in mezzo; tutto con rigenerazione di corrente). Ma, se voi non avete cuffie Top of The Line e avete un budget contenuto, sinceramente non saprei di cosa potreste lagnarvi ... di questo HIFIMAN EF400. CONCLUSIONI Pro: piccolo, compatto, ma rassicurante nella sua costruzione tradizionalmente da tavolo (devo ammettere che i nuovi modelli a sviluppo verticale non mi fanno impazzire !) realmente bilanciato suono naturale come norma per i convertitori R2R nessuna gamma in evidenza, dopo un rodaggio nemmeno troppo lungo ed avendo l'accortezza di lasciarlo scaldare prima di usarlo (o tenerlo sempre acceso) la prestazione è degna di un alto di gamma, sarà veramente difficile se non passate giornate intere ad ascoltare musica dire che potreste desiderare di meglio (ma si, sappiamo che gli appassionati sono incontentabili ed è per questo che esistono macchine di costo superiore) anche se i moduli R2R integrati sono superati dai modelli successivi, HIFIMAN ha avviato una campagna di upgrade (a pagamento) che sembra conveniente uscito a circa € 700 adesso è scontato e non è difficile trovarlo per poco più della metà : a questo prezzo è un affarone ! Contro: nell'ascolto si avvertono talvolta nei passaggi di traccia o di livello degli scrocchi che ricordano quelli dei vinili. Probabilmente un limite nel regolare livelli di segnale molto diversi. A me non da alcun fastidio ma per qualche purista potrebbe essere un problema le uscite di linea non sono controllate dall'attenuatore, sono fisse, quindi ogni dispositivo connesso suonerà al massimo se non ha un suo attenuatore l'unica entrata disponibile è quella USB. E' un precisa scelta di progetto ma a qualcuno potrebbe non bastare non c'è un display che dia le indicazioni minime di funzionamento, tipo la frequenza di campionamento del segnale o altro. L'impostazione è minimal da curare l'abbinamento con le singole cuffie, io ho trovato che per alcune il suono è eccezionalmente chiaro e piacevole, per altre "quasi" detestabile, anche se tutte HIFIMAN. Insomma, bello, ben fatto, solido, be n costruito, con un aspetto premium eppure piuttosto economico. Completo per quanto riguarda la prestazione sonora ma minimal nell'approccio - sia delle entrate che delle uscite - e nelle funzioni. Ma quello che promette lo fa : fa suonare bene le cuffie e converte il segnale digitale in un analogico ... veramente tale ! A differenza di tanti suoi colleghi Sigma-Delta fatti con lo stampino il cui suono sembra la fotocopia dell'originale. Ovviamente non si pretenderà la luna. Per quella ci sono front-end di livello adeguato alle aspettative di tutti. Ideale l'abbinamento con HIFIMAN Edition XS per chi ama la musica classica, Sundara Closed Back per chi invece preferisce jazz o musica moderna. *** Nota per gli utenti Windows. Il DAC non viene visto dal sistema se non installate prima i driver scaricabili dal sito ufficiale. operazione che porta via due minuti e poi non si deve fare più nulla. Il driver viene visto da Audirvana e dal lettore Qobuz ed è stabilissimo.
  2. sono un vecchio estimatore del marchio austriaco. Possiedo da quaranta anni le mitiche cuffie ibride K340 che ancora funzionano (sebbene mostrino l'età che hanno). In tempi più recenti ho comprato altri modelli riscontrando un cambio importante di qualità dopo il passaggio al gruppo Harman (a sua volta oggi di proprietà Samsung). Alcuni modelli sono oggi prodotti in Slovacchia ed hanno una qualità decente. Altri sono costruiti in Cina. E sono di qualità così-così. Alcuni sembra che siano semplicemente cuffie cinesi o koreane rimarchiate. Ho scritto delle K712 Pro, su queste pagine. Ho avuto anche le K700 (un trapano da dentista !). Con queste K371 ho acquistato anche le K550. Belle cuffie, dal suono ricco. Se non fosse che dopo qualche anno di uso moderato hanno cominciato a sbriciolarsi. Letteralmente ! Prima la banda superiore, poi i padiglioni, quindi le guarnizioni dei driver. Belli, per carità e con una struttura delle cuffie interessante. Ma alla fine ho deciso semplicemente di buttarle nel cestino. Perchè ne parlo qui ? Perché la prima bozza di questa recensione delle K371 è partita nel 2020 (le foto risalgono ad allora). Ma poi vedendo la brutta fine delle K550 mi sono fermato. Fino ad oggi, avendo riscontrato che nonostante sia passati 5 o 6 anni le K371 restano sempre quello che erano il primo giorno. Dici che hanno selezionato i materiali ? Sembra di si. Insomma, niente cedimenti delle "pelli" né della meccanica. Sono cuffie semplici, compatte, leggere. Tutto sommato funzionali. ecco qui sopra le K550 all'inizio del processo di sbriciolamento. Reference ... mi spiego ? la scatola è tipicamente consumer, da supermarket. Dentro, le cuffie, il cavetto con attacco tripolare proprietario che termina con un mini-jack. E un adattatore standard da 6.3 mm a vite. i cuscinetti sono molto morbidi e cedevoli. Poggiano sulle orecchie (sono letteralmente sovraurali) ma non pressano rendendo agevole tenerle in testa. Purtroppo dopo un pò la "pelle" tende a farmi sudare le orecchie. Ma è abbastanza normale con queste cuffie che peraltro, sono chiuse. il cavetto di comunicazione tra i due driver. Il segnale entra da un solo lato. l'interno del padiglione mette in mostra il driver, protetto da una tela nera la regolazione dell'archetto funziona ma non c'è articolazione che è demandata allo snodo del padiglione stesso la presa per lo spinotto del cavo lo spinotto tripolare. Le condanna ad un utilizzo standard single ended. Sono cuffie leggere, sensibili, di impedenza standard (255 grammi, 114 dB, 32 Ohm). AKG dichiara un driver da 50mm (simile a quello delle K550) e una risposta da 5 a 40.000 Hz. Si trovano ancora sul mercato tra i 150 e i 170 euro. Le ho misurate, ovviamente, ricavandone una risposta tipica. Noto una elevata estensione sul basso più profondo ma un avvallamento sul basso che conta (tra i 40 e i 100 Hz), un medio in evidenza e una risposta piuttosto brillante sugli altri. Le ho addomesticate usando il mio Master 9 Mk III in simulazione "valvolare" Audio-gd Master 9 Mk III : risposta su Normal Audio-gd Master 9 Mk III : risposta su Tube misure effettuate con miniDSP Ears Nella simulazione "valvolare" la risposta del Master 9 Mk III viene modulata incrementando i bassi sotto ai 50 Hz ed alleggerendo i medi sopra ai 100 Hz con una gradazione che si riduce oltre i 2500 Hz. In questa modalità il suono delle K371 diventa meno aperto ed avanti, permettendo di apprezzare meglio ogni genere musicale. Non che al naturale siano esageratamente aggressive, ma comunque viene mantenuta la presenza tipica mitteleuropea del marchio. Il suono è potente, basta un filo di "gas". Sono certamente più versate per i generi moderni, sulle medie e sulle alte non hanno una definizione adeguata alla musica ad alta risoluzione. Nel complesso non sono disprezzabili per cuffie chiuse con driver dinamico e anche in termini di fatica di ascolto non stancano troppo presto. Ma a questa fascia di prezzo non offrono nulla di particolare se non un modello piccolo, compatto, quasi da viaggio e tutto sommato " a perdere" (tipo vacanza o spiaggia, oppure come monitor per strumenti musicali o utilizzi tipo videoconferenza e computer). Non dopo l'uscita di cuffie planari in questo range di prezzo. Come dire che le HIFIMAN Deva se le mangiano offrendo una performance da intenditori mentre, volendo un suono più moderno e rotondo, le HIFIMAN HE400 Se sono ben altra classe. Volendole chiuse ? Abbiamo provato le Sundara Closed Back che, secondo me, buttano fuori dal mercato praticamente tutte le dinamiche sotto ai 350 euro. Insomma, va bene la simpatia per il marchio e la fedeltà nei secoli. Ma non tutta la vita (come cantavano quelli la).
  3. le mie HIFIMAN Arya sulla loro base in legno, cavo custom terminato XLR Neutrik Susvara, Ananda, Sundara, Arya. Non indago sull'etimologia sanscrito di questi termini che per me sono solo bellissimi nomi di altrettante bellissime donne. In fondo, mi andava benissimo anche la tradizionale denominazione numerica, HE400, HE500, HE5, HE1000. Senza esotismi alla Trono di Spade. Ma Arya a me ricorda l'aria, in italiano, l'elemento in cui viviamo, che respiriamo. E trasparente come l'aria é il suono che producono queste cuffie. Nel catalogo delle cuffie magnetoplanari HIFIMAN, questo modello si piazza oltre le Sundara e le Ananda, e al di sotto delle HE1000 e delle Susvara. Probabilmente per fascia di prezzo, vanno a sostituire le Edition X. Ed è questo che mi ha incuriosito alla loro presentazione lo scorso autunno. Per la forma dei padiglioni che riproducono la sagoma delle orecchie ricordano i modelli di mezzo - da Ananda ad HE1000 - mentre i modelli agli estremi hanno il normale padiglione circolare. la forma ovoidale del padiglione delle Arya é asimmetrica e segue il profilo delle orecchie umane, senza mai toccarle che segue in modo asimmetrico la sagoma delle orecchie anche all'interno. In effetti, ero alla ricerca di un trasduttore che potesse affiancare e poi sostituire le mie venerande Stax Lambda SR404 Sn che cominciano a mostrare i loro anni. Anche quelle - pur con la loro forma rettangolare - assecondano la forma delle orecchie senza mai toccarle. E sono gli oggetti più comodi da indossare a lungo che io abbia potuto provare. Non che le cuffie con il padiglione tradizionale non possano esserlo. Potrei tenere in testa le AKG 712 per tutto il giorno senza provare alcun fastidio. Ma il suono ... non sarebbe di questo livello. Mentre scrivo sto ascoltando la nuovissima registrazione della 7 sinfonia di Shostakovich con Andris Nelsons alla testa della sua Boston Symphony e il suono mi avvolge. dalla letteratura HIFIMAN, l'uso di circuiti asimmetrici e di diaframmi ancora più sottili contribuisce ad una riproduzione più lineare e naturale. Non ne ho le prove scientifiche ma le mie orecchie mi danno la stessa testimonianza. Ma torniamo all'oggetto : Confezione la classica scatola nera con l'indicazione del contenuto, uno scatto ravvicinato che rivela il nome del modello, la scritta bianca su fondo nero a destra foam di protezione, tessuto "setoso", manuali. ho acquistato il mio modello online da Playstereo senza nemmeno prima ascoltarle, lo scorso Natale 2018 eccole qui, appena uscite dalla scatola, poggiate sulla "seta" che le avvolge nella scatola. Il cavo però è già il mio specifico, costruito apposta per loro in Inghilterra. Costruzione Salta subito all'occhio che l'archetto è analogo a quello degli altri modelli HIFIMAN di ultima generazione, in metallo, ben articolato e regolabile mediante guide e buchetti a scatto. La banda superiore è in finta pelle, morbida al tatto. Come lo sono i bordi dei padiglioni, morbidissimi. anche le Arya usano gli ultimi spinotti HIFIMAN da 3.5mm, doppi, uno per canale, consentendo il collegamento in modo molto semplice ma estremamente stabile l'esterno del padiglione è in metallo, molto robusto a protezione del driver, di nuova generazione, sottilissimo. Secondo HIFIMAN questo driver deriva da quello usato nelle HE1000. E c'è da crederlo mentre i rullanti della Boston accompagnano gli archi del primo movimento della "Leningrado" nella inesorabile marcia di avvicinamento delle truppe tedesche alla città dello Zar. l'inconfondibile sagoma frontale di questa classe di cuffie HIFIMAN. ripresa artistica, luce naturale : mi piace particolarmente che in questo modello HIFIMAN abbia mantenuto i colori in nero integrale, a differenza delle "cromature" di certi modelli superiori. Arya non ha poi così bisogno di impressionare nell'aspetto. Complessivamente la cura costruttiva sembra di livello elevato. I materiali di grande qualità. Siamo anni luce oltre le mie Stax in tutta plastica. E anche ben al di sopra delle HIFIMAN Sundara che comunque possono vantare dalla loro, un prezzo decisamente più abbordabile. Ma andiamo al dunque, perchè le cuffie possono essere bellissime ed essere ben costruite (e queste, secondo me, sono al di sopra di ogni sospetto) ma se poi non suonano come ci aspetteremmo ... ? Suono risposta in frequenza calibrata, misurata con i miei microfoni miniDSP Ears. Di sopra il solo canale destro, sotto i due canali sovrapposti. Le differenze, limitate alle medie e alte frequenze, sono dovute alla differente posizione del padiglione sul supporto. Gli EARS hanno superficie dura, ben diversa dai lati delle nostre teste. Le Arya affondano nella nostra pelle e quindi sono certo che non sia effettivamente misurabile la reale risposta. Ma allo stesso tempo sfido chiunque sia in grado di apprezzare differenze - anche ampie - nella risposta, non nell'ampiezza, tra i due canali a 8 o a 11.000 Hz. Resta comunque la regolarità della risposta complessiva dal basso fino al medio, con il solito avvallamento - non pronunciato come su altri modelli - intorno ai 1800 Hz, che poi riprende senza alcun picco fino a 4000 Hz. Ben più tormentato invece l'andamento alle altissime frequenze, quelle in cui di musica generalmente non ce n'è più e dove le nostre orecchie perdono inesorabilmente di sensibilità. Al confronto le mie Stax hanno un largo picco ben pronunciato proprio dove le Arya hanno l'avvallamento sui medi e il basso è ben meno esteso ma un pò più gonfio prima di calare. E all'atto pratico ? Adesso c'è lo Stradivari di Janine Jansen e il secondo movimento del secondo concerto di Prokofiev che suona. Il violino è in evidenza, ma mai aspro, salvo sulle altissime come deve essere, un pò vetroso. I bassi entrano con chiarezza, senza colorazioni. Veloci e leggeri. La naturalissima voce di Simone Kermes - "Se pietà" di Handel - è resa in modo naturale ma con tutte le sue sfumature e colore. Anche più chiara e pulita, ne "Ombra mai fu" di Bononcini, dove è accompagnata solo dal cello e dal liuto. E dove purtroppo si sentono in modo altrettanto chiaro tutte le sue E che diventano I ... Bellissima anche l'Orchestra Nazionale Russa con Pletnev che dirige l'integrale sinfonica di Chaikovsky. Non aggiunge verve al gelido uomo di Arcangelsk che si rifa però alla grande nella Cenerentola di Prokofiev. Qui le dinamiche sconvolgenti (pur in una normale registrazione 44/16) vengono risolte benissimo. Mi mancano i miei quattro 15 pollici in vetro nella stessa registrazione ma nessuna cuffia potrebbe sostituirli per dinamica e precisione, ad essere sinceri. mi spingo anche su brani moderni. La voce dell'ultimo Paul Simon (René e Georgette Magritte ha grandissimo garbo con le Arya) e quella di Sting che conosco benissimo (The Last Ship). Il jazz di "I may be wrong" - Till Bronner - voce chiarissima su un tappeto di percussioni. Mi accorgo che l'assenza di distorsioni mi ha fatto alzare troppo il volume e corro ad abbassarlo ... La performance qui è da diffusori elettrostatici ... con subwoofer. Queste cuffie peraltro consentono anche equalizzazioni con generose iniezioni di bassi ! Non che ne abbiano deciso bisogno però i gusti sono gusti. Tutto il test è stato condotto con il mio Audio-GD R28, all-in-one DAC+PRE+AMPLI di qualità al di sopra di ogni sospetto. Sinceramente io non sento il bisogno di cercare abbinamenti particolari ampli+cuffie con questo apparecchio dalla resa assolutamente neutrale e dalla grandissima capacità di pilotaggio. Le uso oramai da più di due mesi e le conosco molto bene, quindi un ultimo passaggio all'Handel di Natalie Dessay e al finale della 9a di Beethoven per Gunther Wand nell'edizione SACD Esoteric su base RCA per andare finalmente al giudizio complessivo : PRO ottima costruzione con l'uso di buoni materiali. In particolare la protezione dei padiglioni in metallo che evita il contatto con oggetti (fossero anche solo le mani) con i delicatissimi drivers. In ogni caso meglio avere cautela nel poggiarle suono di qualità elettrostatica su tutta la gamma. Il dettaglio è elevatissimo a tutte le frequenze in tutti i generi musicali, c'è ben poco da chiedere di più anche se mi viene la curiosità di sapere come possano suonare le Susvara, le Shangrilà o anche solo le Jade II dello stesso marchio per quanto possibile con le cuffie, l'immagine è aperta e non concentrata sul cranio. Passando rapidamente ad un altro dispositivo tradizionale (in questi giorni sto provando le Pioneer DJ HDJ-X10 che certo non sono pensate per queste "sottigliezze") la differenza è eclatante fatica di ascolto molto ridotta anche per lunghi periodi purchè non si ecceda con il volume ergonomia di livello assoluto, in particolare i padiglioni asimmetrici che seguono del tutto la forma delle orecchie. Non sono leggerissime ma il peso in testa quasi non si sente. Le mie Stax restano ancora più comode ma queste si avvicinano, pur con una robustezza di costruzione che le Stax semplicemente non avvicinano nemmeno CONTRO per 1600 euro, aggiungere un cavo bilanciato di qualità non avrebbe spostato l'equilibrio della confezione. Certo meno di un cash-back o di uno sconto flash, operazioni cui HIFIMAN oramai ci ha abituati. Io credo che i due cavi in opzione dentro alla confezione di tutte le cuffie da oltre 500 euro non dovrebbe essere ... una opzione. La differenza di suono e di dinamica è di tutta evidenza e chiunque dovrebbe avere un amplificatore in grado di sfruttare al meglio cuffie di questo genere. la bassa distorsione, i medi intorno ai 1800 Hz un pò indietro ma soprattutto la bassa sensibilità, portano a dover alzare il volume a livelli sostenuti, cosa che richiede un ottimo amplificatore a disposizione. Una ovvietà, quest'ultima per chi acquista cuffie di questo prezzo e di questa levatura ma da tenere in considerazione per la salvaguardia delle proprie orecchie. E' soprattutto per questo che tendo ad usare una equalizzazione digitale che allinea i medi ad una figura che mette in evidenza il basso profondo e smussa qualche asperità negli alti. In questo modo la risposta diventa assolutamente infinita e definitivamente ariosa. il cavetto in dotazione, ottimo, per carità, ma come seconda scelta. A mio parere nella stessa confezione dovrebbe essere offerto anche un secondo cavo bilanciato con un connettore all'altezza del sistema. Conclusione In estrema sintesi sono il mio nuovo riferimento e le cuffie che mi piace di più ascoltare tra quelle che ho in casa. Ne ho di più accattivanti per determinati brani, in fondo le Arya non sono fatte per stupire con effetti speciali ma per dare una risposta di qualità. Non sono in assoluto neutrali nel senso di strumento da laboratorio e di questo certo ci si giova nell'ascolta. Facendo un parallelo con altre HIFIMAN che conosco, trovo le HE400i più "divertenti", perchè meno neutre, le Sundara invece troppo fredde e dal suono secco, sinceramente le meno interessanti del trio. Il suono ha una impostazione morbida, più caldo nelle Arya, più esteso in generale ai due estremi. Naturalmente il repertorio di elezione deve essere quello acustico e con registrazioni di qualità. Ma su questo sito direi che si tratta di un dettaglio che possiamo dare per scontare. Mentre sto ascoltando il cembalo di un giovane Handel non riesco a staccarmene. E credo che questo possa essere il miglior complimento che si possa fare ad un paio di cuffie, certo non economiche ma che a mio avviso ripagheranno di ogni euro speso con ore e ore di puro piacere musicale. Consigliato un amplificatore/DAC di grande livello e in grado di erogare generose dosi di corrente, nonostante la bassa impedenza e - sempre - un collegamento interamente bilanciato con un cavo il più possibile neutro e lineare. Specifiche tecniche : impedenza : 35 Ohm sensibilità : 90 dB peso : 404 grammi
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