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  1. Quando nel 2005 Sigma presentò sul mercato il primo zoom tele 10x a partire da 50mm, con un esemplare f/4-6,3 che venne subito ribattezzato Bigma, per le sue imponenti dimensioni di 95x218mm 20 lenti in 16 gruppi, da quasi 1900grammi di peso, non stabilizzato l'impressione fu notevole, ma la riuscita, causa la quasi impossibilità di gestione a mano libera con le, ancora diffuse, reflex a pellicola, non fu all'altezza delle ambizioni. Ci riprovò con la seconda versione, finalmente stabilizzata, del 2010, ma ancora più pesante e larga (104x219mm e 1970gr.) che riscosse un relativo successo nei primi anni, nonostante fosse affiancata dai meno estesi 150-600 e simili, sia Sigma, sia di altre Case, molto meno costosi anche se generalmente anche meno performanti sia otticamente che per il sistema AF, fondamentale per ottiche zoom di queste escursioni focali. (questo lo schema ottico dell'attuale versione Sports del 150-600 f/5-6,3) La necessità di costruzioni ottiche adeguate all'evoluzione dei sensori delle ultime reflex e mirrorless FF e la voglia di riaffermare il Primato degli Zoom rispetto le ormai numerose realizzazioni 150-600, come le due versioni (Contemporary e Sports) del 2014 di Sigma, insieme alle analoghe Tamron e Nikon, ha fatto sì che nel 2018 venisse alla luce la terza versione del BIGMA con questo 60-600mm f/4,5-6,3 Sports DG OS per ottenere il quale Nikonland si è messa subito a turno col distributore nazionale il quale, a gentile richiesta... ci ha come solito dato gentile risposta ... 25 lenti in 19 gruppi dovrebbero bastare a dare il senso della complicatezza costruttiva di questo bestione da 2,7 chilogrammi di peso, insieme alle sue dimensioni ragguardevoli di 120x269mm a riposo (ha uno slider di blocco per prevenire spostamenti dell'elicoide) Una costruzione mirabile, che in funzione del contenimento dei pesi è composta da una struttura interna di magnesio, per realizzare la quale Sigma ha edificato una apposita fabbrica, (senza la quale il peso attuale sarebbe cresciuto fino a 3,5kg 😮) ed una esterna in un composito termorefrattario dalle caratteristiche analoghe all'alluminio, ma ancora più leggero, capace di dilatazione termica controllata. Lenti anteriore e posteriore resistenti ad olii, polveri e spruzzi. Completa la dotazione di O-ring, per garantire una ideale tenuta ermetica Il paraluce, fornito di collare di montaggio a vite di blocco è costruito in plastica nobilitata e rinforzata da innesto di fibre di carbonio. Se lasciato in posizione il paraluce è dotato di cappuccio a chiusura in velcro, ma esiste in dotazione un più prosaico tappo in plastica da 105mm di diametro, tanto quanto misura la filettatura filtri di questo Bigma... Il diaframma varia con la focale, restando f/4,5 fino ad 85mm, poi f/4,8, a 110mm è un f/5, da 150mm è f/5,3, poi a 210 diventa f/5,6, da 340mm f/6, per diventare a 480mm f/6,3 E' dotato di motore AF ad ultrasuoni HSM e stabilizzatore OS a due stadi , un selettore di memoria di messa a fuoco a due posizioni e l'indispensabile limitatore di range di AF dalla posizione di Full range a quella che va dalla minima maf a 6 metri, oppure da 6 metri ad infinito. Ha la staffa per il treppiede a standard Arca, comodissima e stabile, dotata dei due standard di filettatura e di un collare di rotazione dell'inquadratura per la fotocamera, quando fissata a treppiede, di costruzione eccezionale per estetica e funzionalità: il vitone di blocco zigrinato è il più bello e modulabile che abbia mai avuto modo di sperimentare La messa a fuoco parte da 60cm alla focale più corta, per arrivare a 2,6metri a 600mm, quando la movimentazione di un gruppo di lenti provoca un consistente focus breathing alla minima maf di questo obiettivo: una caratteristica questa che consente a questo Bigma di vantare a 200mm un sorprendente RR di 1:3,3 come ben visibile nelle immagini che seguono, che illustrano la maf minima ai vari step di focale che come si vedono, dopo la performance ai 200mm (distanza operativa 29cm dalla lente frontale) cominciano a regredire a causa del focus breathing. Non fosse per il peso rilevante, parleremmo della possibilità di utilizzarlo in macro: ma certamente con soggetti inanimati...qualunque essere vivente, davanti ad una lente da 105mm ...manifesterebbe disagio. apparentemente esente da color fringings... La stabilizzazione OS, vanta un rinnovato algoritmo che consentirebbe ben 4 stop di assistenza, rispetto il tempo di sicurezza, ma il peso e le dimensioni di questo obiettivo mal dispongono verso un utilizzo a mano libera... Grande risalto quello da dare alla possibilità, come per tutti gli obiettivi Sports Sigma, di riprogrammare alcune importanti regolazioni, come una diversa scalatura del limitatore di messa a fuoco secondo piacimento, la possibilità di dare priorità alla messa a fuoco piuttosto che allo scatto, oltre alla consueta possibilità di ritarare la maf di precisione, nell'utilizzo con reflex, in caso presenza di front o rear focusing. E' disponibile per le baionette reflex di Nikon e Canon e, naturalmente, per quella Sigma. Nelle settimane nelle quali ho potuto utilizzare il Bigma l'ho prevalentemente portato dove uno zoomone di questa portata possa considerarsi più a suo agio: insieme alla mia Nikon D500 che lo trasforma in APS-C in un 90-900mm equivalente, surf e surfers ripresi da terra diventano automaticamente il suo ambiente ideale ovviamente supportato da un treppiede adeguato (nel mio caso un Manfrotto 055 con testa 222) perchè quando soffia il vento, il peso considerevole dell'insieme, non faccia volare tutto a mare, ipotesi che, sotto raffiche particolarmente intense, non mi è sembrata nemmeno tanto remota... Complesso l'utilizzo a mano libera, per più di qualche scatto (io ne ho realizzati complessivamente quasi 10mila con questo 60-600), difficile anche la gestione con un semplice, quanto robusto, monopiede: il primo giorno ho fatto così e...il giorno dopo facevo iniezioni di Voltaren+Muscoril Nonostante Febbraio sia anche a Palermo un mese pienamente invernale, temperature e meteo annessi, ogni tanto abbiamo la fortuna di trovare giornate onorate da un pallido (per noi siciliani) sole ed assistite da brezze leggere che inducono velisti e surfers moderati a mettersi in acqua: come me ed il Bigma, del resto... La prima caratteristica di giornate del genere è di certo una discreta componente di emissione UV che crea con facilità dominanti azzurrine, gestibili di certo in postproduzione oppure direttamente on camera attraverso una corretta regolazione dell'intonazione del WB (facilitata di recente con ulteriori preregolazioni fini) uno dei problemi principali delle lunghe e lunghissime focali (qua operiamo a 900mm eq) consiste proprio nell'abbattimento del contrasto immagine causato dagli UV ma questo superzoom non mi pare ne soffra affatto e questo è un grandissimo aiuto anche per chi non abbia il tempo di preoccuparsi a fare le migliori impostazioni della fotocamera la nitidezza a diaframma appena un pò più chiuso che a TA (qui siamo generalmente attorno f/8) consente agevole lettura tanto del primo piano quanto dello sfondo anche nello stacco tra soggetti "vicini" ed altri ben più lontani, nonostante una naturale propensione alla cattura UV, la cromia generale ne risente in misura limitata Ancora più interessante un'altra condizione spesso critica per i superzoom, quella del controluce indiretto e dei riflessi al traverso della lente frontale, qui evidentemente ottimamente rivestita di antiriflesso Anche con soggetti cromaticamente neutrali e forte componente di riflessi, dati da luce ed acqua il Bigma si comporta in maniera sempre lineare ed omogenea, senza comprimere i colori, nè esaltarli in eccesso, mantenendo sempre un comportamento sorprendentemente neutrale ugualmente nel controluce diretto, dove le ombre sono sempre facilmente recuperabili Bene, a cosa serve una escursione focale 10x come quella di questo 60-600mm? Sicuramente a poter spaziare tra inquadrature differenti come quelle che con simili soggetti in rapida traslazione da una parte all'altra dell'inquadratura ci consenta sia di riprendere particolari minuti, quanto figure intere, corredate anche di sfondo di contesto Devo dire però che, così come con i superwide ho sempre la tendenza a utilizzare prioritariamente l'angolo di campo più largo, all'opposto con i telezoom tendo ad utilizzare in prevalenza la focale più lunga: la statistica dei miei 10mila scatti col Bigma non dice altro: il 45% sono stati scattati alla massima focale, il 10% a 400mm e poi un 5% a 350mm, la restante parte del 40% in ugual misura tra le altre focali intermedie. In questo senso una critica la muovo alla non fluidissima ghiera di variazione focale, che oppone una certa resistenza (ben venga quando è utile) alle variazioni imposte: mentre il surfista schizza verso il fotografo diventa arduo gestire in maniera agevole la variazione di focale: meglio sarebbe stata una gimbal per migliorare la maneggevolezza dell'insieme... insomma, passare velocemente da 60mm a 450mm di focale in veloce progressione, prevede una certa disponibilità a torsioni del polso sinistro da ...violinista di professione: cosa che non tutti i fotografi possono millantare di essere. In questo senso ci viene in soccorso, rendendo questo Sigma 60-600 ancora di più un telezoom più unico che raro, la possibilità offerta dalla presa apposita sotto il collare del paraluce, di utilizzare la zoomata invece che in maniera rotativa, attraverso la ghiera, direttamente "a pompa" proprio come consentito dai primi Bigma in una modalità non più utilizzata di norma dai fabbricanti, ma che in questo caso potrebbe aiutarci ad evitare faticose torsioni del polso sinistro, per ruotare velocemente la ghiera usuale, con soggetti in rapido avvicinamento o allontanamento Devo dire che non ero a conoscenza di questa opportunità e non ho avuto modo di sfruttarla: spero di poter usare ancora questo Bigma in questa modalità operativa: UNICO al mondo !!! ciò che fa innamorare di questo colosso è certamente la sua indifferenza alle variazioni della temperatura colore della luce e la sua notevole duttilità in termini di resistenza a riflessi parassiti, mai notati in nessuna delle sessioni di scatto cui l'ho sottoposto: in questo senso il salto rispetto alle due versioni precedenti di Bigma è davvero epocale ed in perfetta compliance con lo stato dell'arte delle attuali fotocamere. L' AF va aiutato col selettore di fuoco: ho quasi sempre tenuto inserito il limitatore da 6 metri ad infinito, a pena di rischiare hunting, facili con gli spruzzi d'acqua e le altre variabili di questo tipo di fotografia Il motore HSM è eccezionale per performance (considerato il numero e la mole delle parti movimentate) e per silenziosità: quando ho scattato con la mia Nikon Z6 in otturatore elettronico, non si percepiva alcun soffio o sibilo, potenzialmente alla portata dei motori ad ultrasuoni. Velocissimo nell'adeguare il fuoco su soggetti dal movimento imprevedibile tanto quanto rapido, nell'avvicinamento frontale: impensabile sui primi due modelli queste performances ! definito, contrastato, saturo, anche in totale assenza di luce... morbido sulle linee curve e variabili, tanto quanto acuto sugli elementi definiti Quest'obiettivo dà il meglio di sè ovviamente in condizioni di luce che consentano alla fotocamera di utilizzare gli ISO più utili alla alta definizione delle immagini scattate e consente di giocare con il formato, grazie alla grande disponibilità di spazio che concede con la sua escursione focale infinita permettendo inquadrature altrimenti realizzabili solo attraverso crop in postproduzione, qui invece alla portata delle prestazioni velocistiche dell'obiettivo a distanza ravvicinata Tirando delle facili conclusioni possiamo adesso apprezzare i punti salienti del Sigma 60-600/4,5-6,3 Sports, riassumendoli in Pregi: sorprendente qualità generale per un megazoom da 10 ingrandimenti ! prestazioni omogenee e costanti indifferenti alle condizioni di luminosità: un obiettivo davvero PRO costruzione mirabile per materiali e disegno: un pezzo davvero unico di tecnologia ed engineering efficientissima protezione antiriflesso e UV RR a 200mm, per quanto utile possa essere per uno zoom di queste dimensioni staffa per treppiede ottimamente dimensionata e Arca shaped elevata programmabilità tramite USB dock e sw Sigma Difetti: peso comunque importante, che rende impegnativo l'utilizzo a mano libera prezzo elevato, ma comunque adeguato al fatto che questo zoom sia unico nel panorama di mercato escursione focale: forse più un vezzo che una utilità, superiore agli zoom che cominciano da 100 o 150mm Alla fine di questo test sono proprio contento di avere rivalutato in questa terza edizione il Bigma che aveva conferito primato assoluto a Sigma: questo esemplare è davvero all'altezza delle altre splendide realizzazioni della linea Sports !!! Grazie ancora ad che ce ne ha concesso l'utilizzo Max Aquila photo (C) per Nikonland 2019
  2. Mi è tanto piaciuto questo 500mm e mi mancava tanto un superteleobiettivo serio con cui fare scorribande in autodromo, al di là del compatto e comodissimo Nikon 300/4E PF, che dopo averlo provato un anno fa ( qui il test completo) l'ho voluto comperare e me ne sono fatto regalo per lo scorso Natale. Da quanto l'ho avuto ne ho approfittato per utilizzarlo esclusivamente con la Nikon D850 e i suoi 45 megapixel. L'anno scorso si era ben comportato con la D5 ma volevo vederlo alla prova con una partner più difficile Nikon D850 e Sigma 500mm f/4 Sports con staffa Sigma TS 81 su treppiedi Genesis con testa Marsace Dico subito che la fase di taratura (nulla con la D5 nell'aprile 2017) è stata critica alle brevi distanze con la D850. E ancora oggi non sono del tutto soddisfatto. Nulla da imputare all'obiettivo, solo che la sua nitidezza strabiliante, pretende una precisione più che millimetrica. E questo resta il vero punto debole della Nikon D850. Non che abbia difetti, no, solo che se la foto non è perfettamente a fuoco, appare immediatamente da cestinare una fase della taratura nel programma Sigma Optimization Pro che riconosce autonomamente anche la configurazione con il teleconverter Sigma TC1401, distinguendolo dall'obiettivo liscio (e dal precedente obiettivo avuto in test da Mtrading) Le foto seguenti sono state fatte in differenti occasioni alla Seconda Variante dell'Autodromo Nazionale di Monza attraverso il foro nella rete della postazione TV. Non sono crop, in alcuni casi l'obiettivo è stato accoppiato con il teleconverter 1.4x che non altera in maniera apprezzabile l'immagine. La distanza è notevole, anche se questi soggetti sono discretamente grandi. Le tre foto seguenti sono state riprese invece alla Variante Ascari, in uscita, attraverso la rete dalla tribuna. mentre qui siamo ancora alla Seconda Variante, io in piedi, attraverso la rete. 500mm liscio a tutta apertura in Autoiso. mentre qui siamo proprio all'ingresso del rettilineo che porta alla Parabolica Cambiamo completamente ambito e genere. In gennaio, in capanno, passeriformi assortiti. Obiettivo sempre ad f/4 a distanza MOLTO ravvicinata, ISO quanto basta sono sostanzialmente "ritratti" di soggetti in posa. Per gli uccelli in volo mi devo ancora attrezzare Ad fine primavera, una visita ad un sito popolato da Gruccioni non sono crop. Torniamo in autodromo, dalla Tribuna della Ascari altra occasione, auto oramai "storiche" qui invece, sul Lungo Lago di Como e ancora, passeriformi casalinghi mi fermo qui, convinto di avere già messo anche troppe foto per sottolineare il concetto. In estrema sintesi, confermo il giudizio sulla validità di questo obiettivo. Il fatto che l'abbia intanto anche comperato dovrebbe essere un rafforzativo ma ci tenevo a riprendere le mie osservazioni anche con l'esperienza D850 in mezzo. Lo ritengo valido sotto tutti gli aspetti e sempre molto affidabile. Tutto sommato abbastanza compatto (penso, rispetto ad un 600/4 Nikon) e leggero da non pesare eccessivamente. Ed utilizzabile anche con treppiedi leggeri e teste non esoteriche (ma io scatto sempre con tempi rapidissimi). In autodromo, considerando che fa sempre premio la qualità dell'aria o la presenza di ostacoli, rispetto alla bontà dell'obiettivo, ritengo esagerato l'uso con la D850. Prossimamente ci continuerò ad andare solo con la D5. L'autofocus più prestante mi da più sicurezza nell'inseguimento. Mentre per animali o altri soggetti a distanze ravvicinate, con la D850 si possono ottenere poster stampabili a dimensioni di parete in ogni circostanza. La messa a fuoco è sempre il punto critico e si devono scattare tante foto da cui scegliere quella potenzialmente migliore. La possibilità di aprire le ombre e tirare al massimo dinamica e colori permessi da questo sensore, fanno la differenza. E' un piacere e uno spasso poter utilizzare questo teleobiettivo, per me oramai irrinunciabile.
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