Search the Community
Showing results for tags 'ritratto'.
-
Viltrox AF 75mm f/1.2 PRO per Nikon Z (su Nikon Z8)
M&M posted an article in Test obiettivi compatibili con Nikon Z
compatto ma non troppo, sta bene in mano ma ci vuole un corpo serio per usarlo bene. Pesantuccio con Z50/Z30/Zfc, qui l'abbiamo usato esclusivamente con la Z8, corpo con cui si trova benissimo, sfruttando l'efficiente sistema di messa a fuoco anche a tutta apertura Domanda : Mauro, ma hai già i più meravigliosi obiettivi da ritratto disponibili per Nikon Z, perché anche questo Viltrox ? Risposta : perché non mi bastano mai. Sono sempre alla ricerca di nuove sensazioni, nuove soluzioni, differenti modi di vedere. Pensa che mi sono comprato anche il Sigma 105mm f/1.4 ART, detto anche Stielhandgranate D : di quello parliamo magari in un'altra occasione. Ma questo Viltrox non è un obiettivo DX ? R : si, purtroppo non si può avere tutto dalla vita, evidentemente fare un medio-tele f/1.2 richiede ingombri superiori, qui il compromesso è stato trovato nel mezzo-formato D : e come si rapporta questo 75mm con il tuo 85/1.2 S ? Non sono focali troppo ravvicinate alla fine ? R : premesso che il Nikkor Z 85mm f/1.2 è un obiettivo che sta nell'Olimpo dell'ottica, baciato da Venere quando è uscito dal guscio e che gioca in un campionato dove bisogna nascere già capaci di correre e saltare, si, le focali sono vicine ma se vogliamo 75mm è ancora più gentile di 85mm su certi volti. Ma il fattore di campo ridotto consente comunque di restringere sul volto il ritratto, così da non sprecare nemmeno un pixel. diaframma completamente aperto e completamente chiuso. VIltrox dichiara una immagine ripresa del diametro di 28.4mm. Superiore al formato DX ma insufficiente per coprire il pieno formato. La distanza minima di messa a fuoco è quella tipica del medio-tele da ritratto (~90cm), perché questo è un medio-tele da ritratto ! D : si ma qui andiamo in formato DX e quindi i megapixel si mangiano già alla partenza. Di la verità, non è un falso ideologico usare la Z8 per un obiettivo di questo genere ? R : sentimi bene, credi che, avendo in casa la Nikon Z8, se anche Nikon avesse la compiacenza di mettere sul mercato una buona volta un corpo DX decente io me lo comprerei ? Per farlo dovrebbe essere una Z8 ridotta. E non sono sicuro di essere disposto a spendere le cifre che chiederebbe Nikon per una mini-Z8 in formato DX. E poi, è inutile parlare per astratto, io ho il 75/1.2 (e anche 27/1.2 e 13/1.4 Viltrox) e mi piace usarlo sulla Z8. Sulla Zfc non l'ho montato nemmeno per curiosità, sinora. con il paraluce diventa un obiettivo che richiede un corpo serio. Ma Nikon in formato DX per ora non lo fa. D : d'accordo, mi hai convinto. E come ti sembra sul piano costruttivo. R : guarda, si parte dalle serigrafie nitide sull'anello dei filtri per arrivare all'anello dei diaframmi e a quello di messa a fuoco. E' tutto freddo metallo, solido e ben lavorato con macchine a controllo numerico. C'è il selettore M/AF, un tastino funzione, tutto ben dimensionato e visivamente di qualità. Ma soprattutto è sensazionale la ... sensazione che da l'anello dei diaframmi, fa pensare ad uno Zeiss, non ad un vecchio Nikkor pre-AI. contatti dorati, ovvio. Anello rosso (?) e ingresso USB-C per aggiornare il firmware (operazione semplicissima, basta copiare un file e ci vogliono pochi secondi per averlo pronto) D : e la messa a fuoco ? R : non ho una sensibilità specifica al riguardo. Ma usandolo insieme a Nikkor Z 85 e 135 non ho notato differenze sostanziali. Né in termini di velocità né di precisione. C'è più o meno la stessa percentuale di fuori fuoco (molto bassa, considerando che io scatto a raffica e sempre a tutta apertura; naturalmente in AF-C e con soggetti che respirano). Per cui dopo un pò non ci pensi a cosa stai usando. Se sulla Z8 ho il 75/1.2 e sulla Z9 il 135/1.8, a parte il peso complessivo, non trovo grosse differenze. il profilo presente su Lightroom che provvede alle correzioni automatiche dei NEF D : otticamente ? R : non mi chiedere stelline a diaframma chiuso, controluce madornali e confronto bordo-centro, sono cose che si trovano in qualsiasi video di Youtube dove in compenso non c'è neanche una fotografia vera. Quello che posso dire è che ad f/1.2 è nitidissimo, il piano di messa a fuoco degrada gentilmente verso lo sfuocato. Sfuocato che è bellissimo. Non è il Nikkor Z 85/1.2 S (niente lo è) ma siamo in quell'ordine di idee, per capirci. Le foto dell'uno e dell'altro sono riconoscibili ma si possono tranquillamente mischiare in uno stesso servizio. Insomma, è come ti aspetti che sia un obiettivo superluminoso di fascia alta oggi. Ci sono tanti tentativi sul mercato (i primi gli Zhongy e i TTArtisan, i Sirui per finire) ma questi sono i primi superluminosi che possono giocare insieme ai grandi. Non vedo miglior complimento che potrei fare. Il profilo è corretto, non ho mai notato distorsioni importanti e quasi niente aberrazione cromatica. Ma, lo ripeto, pur sensazionale, è uno di quegli obiettivi che rientra nella categoria dell'arte, non della riproduzione o della tomografia. Non so se mi spiego. D : si si, sei stato chiaro. Una domanda provocatoria, ma quando scegli questo o uno dei Nikkor Z ? R : vado a sensazione, basandomi sul soggetti. Qualche volta ho un viso da 135mm e allora il 75 resta a casa, qualche volta l'85 si presta di più e allora posso provare anche il 75. Qualche volta è una questione di ingombri. E' più facile che in borsa entri il 75 anziché il 135, se ci sono già 50/1.2, 85/1.2 o Sigma 105/1.4 Art. Solo che poter contare su un obiettivo f/1.2 quando c'è poca luce, qualche volta può fare la differenza. E questo magari vince sul f/1.4 del 105 o f/1.8 del 135, se magari quella volta non ho portato l'85. Insomma, per me questo è il vice del Nikkor Z 85/1.2. Non un sostituto di ruolo ma un gregario che si può mandare nella mischia quando serve e che non occupa troppo spazio in borsa. AF/MF, tasto funzione il selettore per avere l'anello dei diaframmi in movimento con e senza click di conferma (utile per il video) D : e tra questi quale si muove meno da casa ? R : devo essere sincero ? Il 50/1.2 S. Ma sapevo che sarebbe stato così. Solo che è sensazionale, l'ho sempre desiderato e quindi devo averlo (anche se ultimamente o "cambiato" la terza Zfc con un Sigma 40/1.4 Art ... obiettivo che mi era piaciuto quasi quanto il 105/1.4 quando l'ho provato) D : tornando al 75/1.2, l'hai mai usato per qualche cosa che non sia un ritratto ? R : mi stai prendendo in giro ? Si, ho fatto qualche scatto rituale ad una macchia di muschio sul tronco di magnolia. Bellissimo, ma è stata l'ultima volta ... D : concludendo ? R : é un obiettivo eccellente, che diventa sensazionale se pensiamo che l'ho pagato meno del Nikkor Z 50/1.8 S scontato in outlet come REFB. Sicuro, affidabile, nitidissimo eppure gentile sui soggetti, con uno sfuocato commovente e una delicatezza di passaggio tra fuoco e fuori fuoco che ne denota la classe superiore. Solo tre anni fa quando usavo i primi compatibili cinesi non avrei mai immaginato di arrivare a dire cose del genere. Mentre adesso le posso ripetere anche per i suoi fratelli, ovvero 13/1.4, 16/1.8 e 27/1.2, tutti figli, evidentemente, della stessa matita. Ricordiamoci che Viltrox ha in cantiere due zoom CINE di fascia 65.000~100.000 $ destinati ad Hollywood e in uscita nel 2025 con cui ha presenziato già a due fiere mondiali della cinematografia. Se mi restano dei dubbi sul marchio riguardano la validità a lungo termine della garanzia visto che la rete di assistenza per ora è giusto un'opinione. Ma poi uso questo 75mm (che dei Viltrox che ho è quello che mi piace di più) e non ci penso. D : che altro aggiungere a queste parole, allora R : ma proprio più nulla. Lo uso intensamente da giugno 2024 e ho fatto decine di migliaia di scatti. Non mi dilungherei oltre e lascerei la parola a loro. E quindi lasciamolo dire alle modelle fotografate. Sono tutti scatti in luce naturale, con luce di riempimento SmallRig RC60B, con la Z8, per lo più esclusivamente a tutta apertura, ISO 500 e con pochissimo o nessun editing. Valeria Barbora Nicole Susanna Elena Giulia Gherta Amelia Silvjia e se non bastassero, ce ne sono altre nell'album qui : That's all folks !- 10 comments
-
- 15
-
SmallRig RC 60B : una luce può cambiare il tuo modo di fotografare ?
Nikonland Admin posted an article in Flash
SmallRig 60B : una luce può cambiare modo di fotografare ? La risposta breve sembra essere si. Ma al quesito risponderà M&M. Qui, intanto, una breve anteprima. Cos'è ? E' una luce COB (ovvero un LED a circuito integrato singolo) da 60 Watt con batteria integrata, ricarica via presa USB-C. Regolabile di intensità e di temperatura colore via dimmer. Dotata anche di effetti speciali per il video (tipo televisore rotto, macchina della polizia, lampo, etc.). Come è fatto ? Arriva in una bella confezione. con dentro una splendida valigetta atta a contenere tutti gli accessori. Questo è un valore perché altre luci, anche molto più costose, non ne sono dotate. E così si finisce per perdersi qualche cosa. la dotazione prevede l'illuminatore, un riflettore standard argentato, un accessorio per tenere in mano la luce (per i video "volanti") uno per avvitare l'illuminatore su uno stativo standard e un accessorio utilissimo per montare un power bank dietro alla luce stessa in modo da aumentare l'autonomia complessiva. l'illuminatore, elegante, ben rifinito, in solido metallo. Anche i comandi e i dimmer sono ben dimensionati, affidabili, solidi. La costruzione è negli standard consueti di SmallRig. Abbiamo conosciuto questo marchio per le sue costruzioni in alluminio (cage & affini per fotocamere e video). Adesso si sta allargando anche al campo illuminazione, batterie, con lo stesso standard di qualità. Ben superiore alle solite "cineserie" da quattro soldi. il pacchetto completo. Notare i due cavi, uno corto e uno lungo, per la ricarica via porta Power Delivery di un alimentatore da almeno 60 watt o un power bank da 20 volt e 3 ampere. dettaglio dell'impugnatura manuale e del raccordo snodato per lo stativo il riflettore è responsabile della resa luminosa molto elevata l'accessorio che montato posteriormente all'illuminatore fa da morsetto al power bank accessorio (non incluso nella confezione, ma va bene uno standard di quelli per ricaricare iPhone o MacBook) qui montato sul retro, uno da 100 watt, con un cavetto usb-c adatto, direttamente alla presa di alimentazione. i comandi, il MODE per gli effetti, l'INT per la potenza, il CCT per la temperatura colore il COB è puntiforme, più piccolo di quello dei LED ad alimentazione fissa. Questione di dissipazione di calore. Questa luce ha una ventolina integrata che si innesta in fase di ricarica ma raramente durante l'uso la parte inferiore dove c'è la piastra per il collegamento dello snodo dello stativo i comandi posteriori. Il tasto ECO consente di risparmiare la batteria a discapito della potenza erogata. La presa USB-C per l'alimentazione/ricarica, il tasto di accensione con il riflettore montato l'accessorio per montare il power-bank con lo snodo ripresa dei componenti altro dettaglio del posteriore con il power bank agganciato il display che indica la fase di ricarica le dimensioni sono persino inferiori a quelle di un iPhone di vecchia generazione l'eleganza del prodotto : non vi farà mai sfigurare, specie se siete milanisti. Potenza e autonomia All'atto pratico la luce è potente. Misurata con un luxmetro, ad un metro emette con il riflettore standard la stessa potenza di un Godox LA200D. Questo perché la diffusione è puntiforme e il riflettore è pensato per accrescere l'intensità in asse. Ovviamente questo è a discapito della dimensione del cono, che "vignetterà" se utilizzato a distanza ravvicinata. Ovviamente un LA200D riprende il sopravvento se usato a distanza con il suo riflettore o con un softbox grande (figuriamoci con un ombrello). Questa annotazione per capire bene per quali usi sia pensata questa luce. Foto e video in ambienti piccoli, a distanza ravvicinata, specie a potenze ridotte, dove non si rimpiange di usare la luce diretta senza softbox. Soprattutto in luce mista ambiente/artificiale. L'autonomia è buona, 45 minuti a tutta potenza con la batteria integrata. Più del doppio con un powerbank dotato. Ore di impiego a potenze marginali. Disponendo di più power-bank si può lavorare per ore e ore distanti da prese di corrente. L'RC 60B sul dispaly indica l'autonomia residua quando non è alimentato, la carica residua in % quando è in ricarica. Ovviamente il dispositivo confonde un power bank con un alimentatore, indicando che è connesso alla rete anche quando invece c'è il power bank. Ma non è un problema. In tre mesi di utilizzo e 80.000 scatti, nessun problema. Tanto che ne è stato comprato un secondo esemplare. Ma per l'esperienza d'uso lasciamo la parola a chi lo sfrutta ad ogni seduta.- 49 comments
-
- 13
-
Sigma Art 85 vs 105 vs 135 : mezzotele dillo a tua sorella !
M&M posted an article in Obiettivi Sigma
Posso scrivere questo articolo grazie ad Mtrading Srl, distributore italiano di Sigma. Io sono Sigma Ambassador per l'Italia e quale miglior occasione per un ambassador, ritrattista, ragionare a voce alta sul trio da ritratto per eccellenza ? i tre oggetti del confronto ragionato di questo articolo. 85, 105 e 135 Sigma Art Arrivato il nuovissimo Sigma 105mm f/1.4 Art si completa un dream team che al momento mi pare di poter dire che nessuna casa ha. Sigma lo offre per Nikon, per Canon e per Sony, permettendo a tutti i fotografi ritrattisti del mondo di avere una gamma completa che speriamo quanto prima sarà completata anche da un Sigma 70-200/2.8 Art che possa arrivare effettivamente a 200mm alla distanza di un metro o giù di li. Ma torniamo a questi tre begli esemplari della moderna ingegneria ottica. Visti insieme così non si direbbe. Sembrano addirittura molto simili tra loro per volume e ingombro. Rimando agli articoli specifici che abbiamo scritto in questi anni su queste ottiche (li trovate in questa stessa sezione di Nikonland qui) ma veniamo al sodo. Siamo stati per anni abituati ad obiettivi di questa fascia con 72 o al massimo 77 di passo filtri. E un peso non superiore ai 6-700 grammi. Ma qui la ricerca delle prestazioni massime e l'impegno a correggere per quanto possibile i tipici difetti degli obiettivi superluminosi, ha fatto decidere a Sigma di non accettare compromessi. Abbiamo il più "piccolo" dei tre - che in realtà è il più lungo - con un passo filtri di 82mm : il 135mm. Passiamo all'85mm ed aumentiamo a 86mm. Per giungere al 105/1.4, ultimo arrivato, che va decisamente oltre : 105mm. Bocche da fuoco di questo genere sono intese per catturare tutta la luce possibile e limitare al massimo la caduta di luce e i difetti agli angoli. Ci sono riusciti. Facendo al contempo oggetti molto ben costruiti - mediamente superiori a tutti gli obiettivi degli altri marchi - ma comunque dotati di ergonomia adeguata all'uso. Pur ammettendo che i pesi non sono trascurabili : 1130 grammi per 85 e 135, 1650 grammi per il 105mm. 105 mm f/1.4 e 135mm f/1.8 : quel mezzo stop di differenza comporta un notevole incremento dimensionale per mantenere le stesse prestazioni più evidenti senza il paraluce l'85mm è quello con la ghiera di messa a fuoco più ampia. Il 105 invece ne ha una decisamente più ridotta. Ma sinceramente con questi eccezionali motori di messa a fuoco, chi li utilizza a mano libera ? metallo da tutte le parti. Costruzione coerente. Oggetti pensati per durare. I tre sono tutti dotati di diaframma elettromagnetico e di motore ad alte prestazioni, silenzioso e molto rapido. NEI TEMPI ANDATI QUESTA CATEGORIA DI OBIETTIVI SI DEFINIVA MEDIOTELE O MEZZOTELE. Ma questi sono teleobiettivi in tutte le loro caratteristiche, con MTF che somigliano a quelli dei superteleobiettivi. E schemi ottici complessi, composti da un elevato numero ognuno di lenti speciali (il 105 esagera addirittura con 3 lenti tipo fluorite, due a dispersione bassissima e una asferica ma il risultato si vede). Differiscono per dettagli e per modalità d'uso. Ed è di questo che siamo qui a dibattere. Perchè volendo e potendo, basterebbe averli tutti per non avere l'imbarazzo della scelta, usandoli tutti e tre alla bisogna, a seconda del risultato atteso o del tipo di soggetto. Ma sebbene siano proposti a prezzi più che ragionevoli vista la concorrenza, il conto totale richiede certamente un investimento graduale. Quindi vediamo le loro caratteristiche sul piano pratico, anzichè dibattere per astratto. LA COMPRESSIONE O DISTORSIONE PROSPETTICA Simili e coerenti tra loro ma non identici. Le tre focali - classiche - differiscono tra loro di una percentuale che produce un gradino importante in termini di prospettiva - a parità di distanza di scatto - e di ingrandimento. Inoltre, se 85 e 135mm offrono una distanza minima di messa a fuoco di circa 88-90cm, il 105 si ferma a 100cm. E questo sul piano pratico crea immagini differenti. Soggetto comune, luce identica, minima distanza di messa a fuoco Sigma 85mm f/1.4 Art, f/1.4, Nikon D850 Sigma 105mm f/1.4 Art, f/1.4, Nikon D850 Sigma 135mm f/1.8 Art, f/1.8, Nikon D850 appare chiaro direi l'effetto della distorsione prospettica su un soggetto che ha un tipo di volto che probabilmente richiederebbe la focale più corta delle tre. In questo caso il soggetto - lasciato per quanto possibile al naturale - viene ingrandito al massimo nello scatto a 135mm. Sembra poca ma guardate bene le proporzioni del naso rispetto agli occhi, la forma del volto, la distanza tra la punta del naso e i capelli. Cosa che si conferma anche in modalità "ritratto" 85mm 105mm 135mm Ne possiamo concludere che usare l'uno o l'altro non è indifferente. Ma che i tre offrono comunque nitidezza esagerata (e qui siamo a tutta apertura, chiudendo il diaframma ad f8 andiamo su rendimenti da obiettivi macro, senza alcun problema) e sfuocato simile, sebbene diverso per le diverse proporzioni tra soggetto e sfondo. Il Sigma 85mm f/1.4 : il Playboy Dei tre è probabilmente il più immediato e il più semplice. Meglio del 50mm quando il soggetto ha il viso un pò "orientale (piatto !), perchè è già quasi privo di distorsioni ottiche. Consente però di inserire il soggetto nel contesto in cui si trova, ma con gli effetti tipici dei superluminosi. dei tre è il meno analitico e più indulgente anche in termini di tempo di scatto é più immediato contestualizzare il soggetto nell'ambiente ma lo sfondo non si liquefa come fa con gli altri due e questo sia un bene o un male, decidetelo voi in base al vostro stile. chiudendo diventa radiografante ma senza diventare molesto insomma è una gioia da usare e non vi costringe ad uscire dalla stanza per passare dal primissimo piano alla figura intera Il Sigma 105mm f/1.4 : il Palestrato fatta subito l'abitudine "al coso", possibilmente smontando il collarino del treppiedi se lo userete per lo più a mano libera, il 105 si scopre molto simile al 85mm. Quei 12 cm di distanza minima inferiore però si mangiano in parte la capacità di ingrandimento e tolgono un pò di effetto alla luminosità relativa (se mettesse a fuoco da 87 cm anche questo, potrebbe funzionare come un 85mm f/1.2 equivalente). Però sono le caratteristiche che lo rendono bilanciato. Si può descrivere il soggetto senza andarci troppo "dentro". Ce l'ho da poco ma già ho potuto fare foto memorabili. ergonomicamente è perfetto. Ma per sicurezza l'ho usato tendenzialmente con tempi nettamente più rapidi di quelli che uso con l'85mm. Anche questo, come l'85, non riesce a dare quegli effetti di "liquefazione" tipici del 135/1.8 Il Sigma 135mm f/1.8 : il Mustang L'avessero fatto f/1.4 anche questo, sarebbe stato ingestibile. Per fortuna si sono contenuti. Eppure ne è venuto un capolavoro che io tendo ad usare per tutto, anche per le riproduzioni e per le "simil macro" (con una lente addizionale, permessa dal passo filtri ancora "umano"). lo sfuocato è normalmente memorabile Nel ritratto consente di essere decisamente analitici potendo entrare nel soggetto senza farlo notare troppo specie se il soggetto collabora 135mm è esattamente la media tra 70 e 200mm. Se mi dimentico a casa il 70-200/2.8 posso utilizzare tranquillamente questo al suo posto, come in questo caso, dove ho selezionato il formato quadrato con la macchina sul treppiedi in live-view ma è in esterni dove sorprende con effetti di sfondo più tipici di un 300/2.8 che di un MEZZOTELE ! Mi fermo qui altrimenti, giustamente, mi mandate a quel paese ! Forse si sarà capita la mia preferenza per il 135mm ? Ebbene si, potendo, io sceglierei sempre il 135mm per tutto. E' la focale ideale per me nel ritratto e anche in tutto il resto. Ma non è sempre possibile, dipende molto dal soggetto. E poi è un obiettivo decisamente più impegnativo degli altri. Più docile in tutto l'85mm, come la mamma per chi non è uno specialista o per chi non vuole isolare del tutto il soggetto dal suo contesto la dolce Sabina in luce naturale ripresa dal 85/1.4 Art ad f/1.4 il 105 è il nuovo campione per prestazioni. Si staglia in tutto. E' più vicino all'85 che al 135 per caratteristiche d'uso e di impiego. Vivian e il 105/1.4 ad f/1.4 (vignettatura aggiunta in sviluppo) Volete un consiglio da me ? Se avete già l'85, puntate al 135. Se avete già il 135, puntate al 85. Se non avete nessuno dei tre, procuratevi un soggetto bello, solare e sorridente come Vivian e provateli. Probabilmente vi innamorerete del 105 e non avrete da pentirvene. Per casi speciali, parliamone pure nei commenti. Io, potendo, li continuerò ad usare tutti e tre, a seconda dei casi o tutti insieme, per continuare a provare il gusto che c'è ! Sigma 135mm f/1.8 Art su Sigma SD Quattro H sempre sia lodata Mtrading Srl che distribuisce tutto questo ben di Dio sul territorio italiano- 25 comments
-
- 3
-
- tutta apertura
- modelle
- (and 7 more)
-
fosse un obiettivo come altri, basterebbe il primo approccio. Ma qui siamo di fronte un oggetto tale che ci vogliono almeno sei mesi per capirlo abbastanza da poterne riparlare. E' un pò come per le cuffie magnetostatiche che sto provando. Le ho già da due mesi e le sto appena rodando. Comincerò solo tra qualche settimana ad approfondire il carattere di ognuna. Perchè ognuna ha il carattere che ha. E non sarebbe onesto liquidarle con il primo ascolto. Lo stesso qui, si, certo, l'effetto sbalorditivo di quello sfuocato e di quelle palline perfettamente rotonde colpisce subito. Ma avete notato che, come al solito, sul web non si parla più di questo obiettivo ? Perché non ci si da più il tempo di imparare a conoscere gli strumenti prima di dare un giudizio complessivo obiettivo. E in questo caso posso già anticipare che non basteranno questi primi sei mesi ma ci vorranno anni perché diventi un vero amico come lo fu il vecchio 200mm f/2. Quello che posso dire subito, per farla finita con questo preambolo, è che questo è forse il più caratteristico ed unico Nikkor Z, dopo l'inarrivabile 58/0.95 Noct. Si, perché il 400/2.8 e il 600/4 sono eccellenti, ma in fondo simili ai precedenti pari classe, almeno all'ultima generazione senza teleconverter. Qui invece abbiamo un obiettivo originale, unico e che non va semplicemente a sostituire il vecchio 135/2 DC sulla piazza da oltre trenta anni, diventa un riferimento permanente. E' un obiettivo cinematografico anche se non si fa video, anzi, soprattutto se non si fa video, viene normale seguire l'azione, seguendo il soggetto, inquadrandolo non solo sullo stretto ma anche nella scena in cui si trova ci penserà lui a caratterizzare l'immagine passo dopo passo in qualunque circostanza sia in interni che in esterni invitando te a scattare e lei a muoversi senza pensarci troppo, anzi, pensando a se un passo indietro, uno avanti (quello che segue è un crop del precedente scatto) per vedere quello che succede quale che sia la luce Certo, lo "stretto" è il suo pane ma non solo Dello sfuocato si è anche troppo abusato ma più che dell'effetto Netflix che adesso è tanto in voga io guardo a quello che succede dietro perché ci sia l'impronta nella ripresa non solo in esterni La focale è impegnativa L'imperare dei telefonini e delle focali corte ha largamente condizionato il nostro sguardo. E con il teleobiettivo si rischia facilmente "l'effetto faccione" che non piace alle modelle ritratte, abituate ai selfie. Per cui bisogna stare attenti, scegliere soggetto e punto di ripresa. e anche osare la figura, oltre al ritrattone l'impatto sarà ugualmente assicurato Ma in studio su sfondo uniforme è sprecato sebbene sia sensazionale nel dipingere una rossa fumante Mi fermo qui Perché conservo in archivio solamente 51.944 scatti fatti con questo 135 da quando ce l'ho. Che è diventato la mia prima scelta quando il soggetto lo pretenda. Ma non sempre. In alternativa e in antagonismo al 85/1.2. Fantastico ma molto differente. Mentre ho abolito del tutto il 105mm fisso che prima amavo tanto. Ma solo perché Nikon ancora non ne ha proposto uno di questo livello. Questo è ammaliante, straordinario, irreprensibile, prezioso. E rende ogni immagine ripresa degna di essere coccolata e curata al massimo. Sebbene io debba aggiungere per finire che il 99% degli scatti che ho presentato in questo articolo, per lo più scelti a caso tra sequenze riprese a raffica lente, siano al naturale come sono stati registrati sulle schede di memoria. Un'ultima considerazione sulla fotocamera da usare con il 135/1.8 S Plena. Si sposa solo o quasi con la Z9. Con la Z8 l'ho usato perché in quel momento non avevo la Z9. Con la Zf va bene solo per le foto di repertorio (quelle della macchina con l'obiettivo). Non per demeriti dell'elettronica della Zf, ma perché quel corpo proprio non lo regge quell'obiettivo. Sono unioni pensate all'origine. Il 135 e la Z9, la Z9 e il 135.
- 6 comments
-
- 31
-
28/12/2022 Model: Sara Carione Ph: © Mùdu | 2022 Studio: "Officina Fotografica" Bologna
- 8 comments
-
- 11
-
TTArtisan 35mm f/0.95 : l'altro ultraluminoso
M&M posted an article in Test obiettivi compatibili con Nikon Z
PRO ben costruito, vetro e metallo diaframma dal funzionamento rassicurante nitidissimo sul piano di messa a fuoco (il che per questo prezzo non è mica scontato !) sfuocato onirico oltre il piano di messa a fuoco consente effetti di fuoco selettivo sensazionali obiettivo per "creativi" relativamente economico (credo intorno ai €200) CONTRO discreta distorsione da correggere a mano assenza di trattamenti antiriflesso di livello superiore sfuocato "strano" davanti al piano di messa a fuoco inutile chiudere il diaframma, le foto migliorano ma si perde carattere Arriva nell'usuale "cubetto" di cartone telato, elegante ma e compatto, il nuovo TTArtisan 35mm f/0.95 disponibile con attacco Z. E' il fratello corto del 50/0.95 che abbiamo provato questa estate. A differenza di quello che, bene o male copriva anche il formato pieno pur essendo progettato per APS-C, questo è strettamente DX, quindi praticamente un normale ultraluminoso. Un obiettivo del genere si compra per usarlo sempre a tutta apertura. Infatti, sebbene le sue caratteristiche ottiche in generale migliorino chiudendo il diaframma, non vedo perché farlo. Ci sono 35mm migliori per fare foto a diaframma chiuso, a cominciare dal 16-50 del kit di Z50/Z30/Zfc. Lo sfuocato è onirico, come deve essere, e il carattere delle fotografie di questo obiettivo si presta al genere "nostalgico". Ascoltate un disco di musica biedermeier mentre guardate le sue foto e vi sentirete tutti merletti e nastrini. ovviamente, come si conviene per i superluminosi, non c'è modo di evitare l'aberrazione cromatica assiale (verde dopo il fuoco e magenta prima del fuoco) che si mantiene nei punti luminosi, riprodotti abbastanza bene. C'è una discreta distorsione a barilotto che va corretta a occhio (io ho impostato +16 in ACR) lo sfuocato come dicevo è onirico ma davanti al punto di messa a fuoco, a volte succedono cose "strane" mentre nelle vedute non ho notato stranezze guardate la bellezza dello sfuocato sulla sinistra, oltre il fuoco e i pasticci sulla destra, sul tronco, prima del fuoco anche in questa foto, oltre la ringhiera ma naturalmente noi abbiamo occhi per guardare quello che succede nel frame, no ? una giornata senza sole al lago, depressione pura, ben impressa dall'obiettivo nelle foto Naturalmente, sfruttando anche la distanza minima di messa a fuoco di soli 35cm ho voluto provarlo anche nel ritratto. Sempre ad f/0,95. Le foto che seguono non hanno praticamente postproduzione devo ammettere che io ho grandissima facilità di messa a fuoco con questo obiettivo, una sensazione che con il 50/0.95 non sono riuscito ad avere I colori sono abbastanza morbidi. Siamo sempre a tutta apertura. ma la nitidezza sul piano di messa a fuoco è elevata. Che per un obiettivo da circa 200 euro è difficile da immaginare. *** Costruttivamente è un gioiello. Confesso che l'ho voluto per mostrarlo con Morgana, la mia nuova Nikon Zfc Black Edition. A me pare che stiano benissimo insieme. L'obiettivo è tutto in metallo e vetro. Solido con una sensazione di luxury diffusa. il tappo è a vite, ben dimensionato e ben costruito. Con incisioni nitide. Non c'è paraluce in dotazione. Ammesso che serva. Non ho provato ma credo che prenderà ogni riflesso possibile se ci mettiamo in condizioni di abbagliarlo. attenzione al diaframma. E' bello ma non è perfettamente circolare. Cosa che si traduce in uno sfuocato non proprio bellissimo quando chiudiamo il diaframma. Raccomando di comprare ed usare questo obiettivo perché è un f/0.95 qui, completamente aperto. Riflessi verdi in un occhio di luce. piccolo, compatto, leggero, eppure robustissimo. Il diaframma ha un click leggero ma rassicurante. Anche nel video mi sono trovato bene, di seguito alcuni videoclip montati senza pretese, se vi va, date un'occhiata. Nel complesso è un bell'oggetto. Calibrate le vostre aspettative e vi troverete bene. A me piace e anche solo per questo, fa da gemello al 50/0.95. -
Nikkor Z 24-120mm f/4 e le donne (articolo NSFW)
M&M posted an article in Nikkor Z : Test obiettivi Nikon
Il Nikkor Z 24-120mm f/4 S ha fatto un rapido passaggio per casa mia in queste settimane di settembre. Era tanta la curiosità di provarlo. Non come "tuttofare giramondo" come pare sia considerato dai più. Ma come ottica specializzata in grado di sostituire il Nikkor Z 70-200/2.8 S (alle gare di dragway) e tutto un arsenale di Nikkor Z in studio fotografico. Ed è questo l'oggetto di questo test. Che poi un vero test non è. Nel senso che quando io prendo totale confidenza con il mezzo che sto usando (è il caso della Nikon Z9 già con me da inizio anno ma è stato altrettanto immediato con questo zoom transtandard) mi dimentico del tutto che ... sto provando un obiettivo e mi concentro su quello che mi piace di più : fotografare. Ecco, credo che questa sia la sintesi estrema delle mie settimane d'uso con questo obiettivo. E' talmente naturale usarlo che tutto il resto passa in secondo piano. E' privo di difetti ottici (giusto un filino minimo di vignettatura alle focali più corte). E' nitidissimo sempre. Ha un autofocus rapidissimo. E' tanto affidabile da toglierti ogni ansia. Anche di cambiare obiettivo Morale, ho fatto 17.582 scatti in quattro sessioni fotografiche con due modelle. Usandolo in tutta la gamma focale ma principalmente - ma guarda un pò - tra 85 e 105mm. Difetti ? Si, personalmente rinuncerei ai 24mm per arrivare invece a 135 sul lato più lungo ! Per il resto capisco perfettamente perché Nikon non riesca a produrne abbastanza per soddisfare le richieste. La finisco qui nell'introdurre la lunga teoria di foto che ho selezionato per convalidare quanto dicevo più sopra : altro che test, io ho scattato con questo obiettivo come se facesse parte del mio arsenale in pianta stabile ... da anni. Mi scuso se la gran parte di queste foto sono da visualizzare in situazioni di privacy ma io adoro le donne. Tanto più quando, così belle, lo sono ancora di più al naturale ! *** Location : Cross+Studio di Milano, sale Bridge e Watt Modelle : Silvjia e Ginevra Luci : Godox M600D e UL200 con fresnel da 10'' e riflettore in ambiente misto naturale+artificiale Diaframma quasi sempre f/4, sensibilità ISO 64 e ISO 500, bilanciamento del bianco su Natural Auto, picture control su Portrait o Monocromatico, NEF compresso ed efficienza elevata e ovviamente la mia adorata Nikon Z9 Messa a fuoco perfetta ? Checked ! immagine piena dettaglio del viso immagine piena dettaglio del viso al 100% immagine piena dettaglio al 100% La capacità di lettura del sistema è tale da poter aprire impunemente le ombre per ottenere ogni dettaglio visibile mentre le tonalità di colore sono esattamente come le vedo ad occhio nessuna incertezza sull'incarnato. Queste foto non hanno alcun ritocco se non in dettagli marginali. Nessuna teoria del colore applicata, né gradazioni tonali o altre sofisticherie. Io scatto troppo per permettermi anche queste complicazioni ... al limite posso starare io il bianco per avere un effetto a piacere ... Ma partendo da una base assolutamente neutra, come si conviene per uno strumento chiaramente professionale dettaglio della foto precedente (con la pelle e tutto il resto di Silvjia al naturale) insomma, lavoro se uno lavora, divertimento se uno si diverte. Senza pensare un secondo allo strumento che deve essere del tutto duttile, come la creta dello scultore. Altra situazione, altra modella, altro tipo di luce : Ma torniamo per un attimo all'altra scena, per confrontare i differenti contrasti resi. sono mezzi busti ma ho la certezza che se ingrandisco gli occhi al 100% li avrò perfettamente a fuoco ! Ma per averne la certezza ... voilà ! Chiudiamo una sala ... ... per spostarci nell'altra In questo set alternavo la Z9 con il 24-120/4 ad f/4 con la Zfc e un obiettivo f/1.4 per differenziare le riprese, quindi la gran parte delle immagini riprese con il 24-120/4 sono figure intere o quasi in varie situazioni di luce e postura. Concludendo in una visione caravaggesca dove si esaltano forme e volumi. Insomma ... ... il più l'ho già detto. E' difficile che trovi la confidenza assoluta con un obiettivo nuovo già la prima volta. E' come con le modelle, devo prendere bene le misure per sapere fin dove posso osare con la giusta tranquillità. Ma non è raro che con i Nikkor Z già dai primi scatti la sintonia sia totale. Con questo Nikkor Z 24-120/4 S ho fatto circa 25.000 scatti in tre settimane. Non so se qualcuno sia da buttare. Certamente non per causa sua. Piena soddisfazione. Ecco, in questo articolo potete vedere cosa pensa questo obiettivo, delle donne. Io non c'entro, ho lasciato fare a lui e a loro (il problema adesso è che mi è piaciuto tanto che, una volta spedito al destinatario, mi manca. Ma che diamine, come dice il mio amico Giuseppe, mica posso comprarmi sempre tutto !)- 19 comments
-
- 19
-
Come da titolo, ma non ci è riuscito nemmeno stavolta Andiamo con ordine. Nelle settimane precedenti Ross ha cominciato a ventilarmi la possibilità di uno shooting remoto, e di vederci per tale occasione perché mi considerava "esperto" del genere poiché ne avevo fatto uno lo scorso anno. Dopo qualche giorno mi disse di tebermi libero per domenica 11, senza possibilità di replica. "Molto bene", dico io, "mi libero di un appuntamento già preso così siamo a posto". Arriva il giorno dello shooting e sembra di pescare l'intero mazzo di Imprevisti del Monopoli. Si comincia al mattino con febbre da cavallo che si trascina da venerdì notte, e per un problema collegato sono praticamente vestito per andare i pronto soccorso. Avviso Ross, che giustamente mi dice di correre in PS e tenerlo aggiornato. Per fortuna il problema da PS si risolve da solo (circa), e con tachipirine come caramelle la febbre scende. Confermo quindi a Ross che nel pomeriggio può venire tranquillamente. Ross arriva, finalmente conosce mia madre (ci teneva tipo da sei anni), io ho preparato il PC e sono in postazione in studio. Sento che Ross traffica in salotto, viene da me e mi dice che ci son problemi di connessione, io rispondo ok, ci beviamo intanto un aperitivo. Andiamo in salotto. Mi trovo davanti Sabi con una candelina in mano che canta "Happy Birthday to you" (Kennedy puppa!). Fingo di non avere l'arresto cardiocircolatorio che ho per qualche secondo, la saluto come si conviene e soffio sulla candelina. Poi siccome Ross è Ross, la candelina è una di quelle che non si spengono, quindi momenti ilari a mie spese fin da subito. Poi da lì, un po' di relax... come stai, come non stai, non ci vediamo da un sacco di tempo e insomma sembra quasi che l'ultima volta ci si sia trovato l'altro ieri. E' andata a finire che lo shooting è stato molto poco remoto e molto divertente (perdonate la qualità non "da portfolio" delle foto, ma sono praticamente come scattate) Momento top: foto n.6 con Sabi nuda sul balcone che saluta verso una delle rotonde più trafficate di Lecco raccogliendo una sinfonia di clacson. Ah, questione zia: in realtà ha visto Sabi solo a fine shooting, quindi era già vestita. Niente foto della zia basita, mi dispiace Questioni tecniche sulla Z fc, a seguire. E' stato il primo shooting "serio" con la nuova macchina e devo dire che, finché è durata, si è comportata egregiamente. Il principale punto a favore è senza dubbio la leggerezza, in mano sta come una piuma; il secondo è il display regolabile, soprattutto per me. Avendo fatto l'intero shooting da seduto (con Ross che mi muoveva di qua e di là ) l'altezza di ripresa sarebbe stata estremamente limitata senza il display basculante. Con esso, invece, si può usare la fotocamera ad ogni altezza senza la necessità di dover per forza guardare nel mirino. Per il resto, c'è stata ancora qualche incertezza nel trovare alcune opzioni ma niente di insormontabile. Dicevo "finché è durata", perché a metà è andata in rosso la batteria (mi era stato detto che serviva per un Backstage e vedendo la batteria a tre tacche la sera prima, non l'avevo caricata). Per fortuna Ross mi ha prestato la sua Z6 II e tutto è proseguito liscio Di nuovo, un grazie gigantesco a Ross per la sorpresa clamorosa e inaspettata, e so che ci è voluta anche parecchia organizzazione e... segretezza! Per fortuna non ho deciso di rimandare, mi sarei mangiato le mani fino ai gomiti. Doverosa, Menzione d'onore sempre per Ross anche per avermi scarrozzato per casa in lungo e in largo, compreso un numero per superare il gradino per uscire in balcone, che pensavo di finire di sotto
- 35 comments
-
- 17
-
Come festeggiare il millesimo post se non con la mia modella preferita? Gli scatti risalgono all'ormai lontano 2014, al Cross Studio. Li ripropongo perché sono le due uniche stampe di qualità che ho mai fatto, e mia madre me le ha incorniciate a sorpresa come regalo di compleanno Le avevo fatte stampare (trovandomi ottimamente, peraltro) da quell' ex iscritto a Nikonland che sta in Veneto, e di cui non ricordo più il nome (abbiate pietà, soprattutto lui se per caso ci legge ancora). Se a qualcuno viene in mente, non mi dispiacerebbe ricontattarlo.
- 7 comments
-
- 4
-
- bianco e nero
- studio
-
(and 1 more)
Tagged with:
-
Negli ultimi giorni ho insistito un po' con Chiara per poter pubblicare qualcuna delle foto che le avevo fatto 4 anni fa. In realtà è stata contenta della proposta e ne abbiamo scelte alcune insieme. Volevo pubblicarle sia perché sono scatti a cui sono particolarmente affezionato, sia perché mi sembrava giusto ricambiare il favore dopo le bellissime foto che ha fatto a me (le trovate nell'entry precedente). Come avevo scritto in altra sede, durante quella sessione avevo pensato: "ma allora il ritratto è questo!". Fu un'esperienza totalmente diversa dalle sessioni con le modelle, senza distacco professionale ma con una totale fiducia ed apertura nei miei confronti. Chiara non è una modella, posare non è il suo mestiere. E' una persona molto in gamba che però a volte ha delle insicurezze e non si piace. Mi disse che in quel periodo aveva bisogno di sentirsi bella, e dopo aver visto le mie foto ha deciso di darmi fiducia per uno shooting. Ma non fu facile per lei. Per di più, abbiamo un caro amico in comune che aveva parlato di noi l'un l'altra, ma ai tempi ci eravamo visti di persona solo una volta o due. Siamo partiti piano, prendendoci il tempo che serviva. Abbiamo chiacchierato, riso (mangiato nutella ), e poco alla volta sono riuscito a metterla a suo agio e si è rilassata. Da quel momento in poi ci siamo semplicemente divertiti. Spesso le fotografie hanno un certo impatto solo per chi le scatta perché l'autore le "riempie" col suo vissuto, ma poi non arriva all'osservatore. Vediamo queste come se la cavano, e spero di ottenere la liberatoria per altre
- 22 comments
-
- 12
-
E ora qualcosa di completamente diverso (cit.)
Gabriele Castelli posted a blog entry in Diario di un pigro
Per una volta non sono il fotografo ma il soggetto. Una mia cara amica è passata a trovarmi e questo è il risultato. Volevo tenerne qualcuna per il contest "fuori dalla comfort zone", ma probabilmente sarebbero state fuori tema. Comunque, un grazie immenso a Chiara, che ha saputo non solo farmi sbottonare su un aspetto un po' difficile di questi ultimi giorni, ma me l'ha resa molto facile e mi ha pure fatto divertire Per il lato tecnico, alcune sono fatte con la mia D700, altre con iPhone. (spoiler: sto ancora messo meglio di quel che sembra, in realtà). -
In una recente intervista rilasciata ai media cinesi, i progettisti della Z7 II hanno dichiarato che il sensore da 45 megapixel secondo loro ha ancora del potenziale da offrire. Si tratta praticamente dello stesso sensore che ha debuttato nel 2017 con la Nikon D850, cui è stata aggiunta la matrice dei punti per la rilevazione di fase. E che equipaggia anche la Z7, tale e quale. Questa Nikon Z7 II è quindi la terza fotocamera ad utilizzare questo sensore progettato da Nikon per le sue specifiche esigenze, a cominciare dalla sensibilità base di 64 ISO. In questo senso é proprio arduo se non impossibile trovare differenze di resa in termini di qualità di immagine tra le tre fotocamere. E' possibile - ma più in via teorica che pratica - che la D850 proprio per l'assenza dei punti semiciechi della rilevazione di fase abbia un filo di qualità in più quando si spingono le ombre oltre il dovuto. Ma qui mi fermo perchè è un campo di indagine che non solo non mi appassiona, mi annoia proprio. Dando per assodato che la qualità data dal sensore sia la stessa, noi tutti abbiamo amato la Nikon D850 - probabilmente la migliore reflex mai prodotta dal nostro marchio - per il mix di specifiche, di caratteristiche e di prestazioni offerte. Ma anche per quel feeling particolare che lo sviluppo del corpo delle reflex professionali Nikon ha raggiunto nella sua ultima fase di maturità. Usare una fotocamera come quella è un piacere, nessuno può negarlo. Tutto funziona come si deve. Tutto è dove te lo aspetteresti che sia. Le Nikon Z7 sono belle fotocamere, costruite con lo stesso criterio e con gli stessi materiali, concepite allo stesso modo. Ma sono state pensate per soddisfare un altro genere di fotografo, uno che si attende che una mirrorless, debba avere anche un pò meno peso e volume rispetto ad una reflex. Anche a costo di rinunciare ad un pò di comodità in termini di ergonomia e di comandi. Ammettiamolo, una D850 la si può usare a memoria, senza mai entrare in un menù. Mentre più di metà delle funzioni di uso comune della Z7 ti obbligano ad entrare nel menù, sia anche solo quello rapido richiamato dal tasto i (che pure è presente anche nella D850) mentre stai fotografando. Non è la stessa cosa. Almeno, non è la stessa cosa per una certa fascia di fotografi. Motivo per cui molti di noi stanno attendendo la vera alternativa mirrorless Z della reflex D850. Anche se in termini di qualità di immagine una Z7 arriva fino la. E lo fa anche andando in campi inesplorati dalla D850. Quelli resi possibili dal mirino elettronico, dall'assenza di specchio e di ... otturatore meccanico (almeno quando è possibile usare quello elettronico). Bene, chiarito il punto che a distanza di quasi tre anni dal lancio una Z7 non sostituisce per intero una D850, vediamo meglio la Z7 II. Distinguere da lontano una Z7 II da una Z7 è impossibile. Perchè le differenze sono sostanzialmente due. Una è il marchietto : l'altra la contattiera interna che permette la comunicazione piena con il nuovo battery grip Nikon MB-N11 e la logica di ricarica della nuova batteria interna EN-EL15c, ricaricabile anche durante l'uso. Il resto - i due processori, il buffer maggiorato e le nuove modalità autofocus - si possono apprezzare solo nell'uso ma non differenziano sul piano estetico le due fotocamere. Che per il resto sono del tutto fungibili. Z7 e Z7 II sono entrambe fotocamere più riflessive delle Z6 sono progettate per poter sfruttare la più elevata risoluzione e gamma dinamica a basse sensibilità sono più versate per la fotografia di studio, la macro, il paesaggio (ma solo a condizione di sfruttare la gamma dinamica e la risoluzione alla sensibilità base) sono le più indicate per sfruttare di più la capacità di risolvenza dei migliori obiettivi (che di converso significa che richiedono i migliori obiettivi per offrire il meglio di se) la più ampia capacità di catturare le sfumature di colore permesse dal doppio dei megapixel, si perdono se la destinazione d'uso non prevede stampe fine-art di dimensione superiore ad almeno A2 Bene ma in cosa si differenziano allora, Z7 e Z7 II ? Non è una domanda banale. Ed è meglio sgombrare il campo dagli equivoci. per alcuni fotografi potrebbe essere molto arduo determinare quanto hanno fatto i progettisti Nikon nella Z7 II. Che porta sulla Z7 sostanzialmente questi vantaggi che abbiamo già accennato ma che ripetiamo ancora : nuova batteria EN-EL15c, più capace ma soprattutto in grado di essere ricaricata via USB-C durante l'uso (la stessa EN-EL15c è compatibile con la Z7 ma senza possibilità di ricarica durante l'uso) nuovo battery grip MB-N11 completo di comandi per lo scatto in modalità verticale (mentre rimane la compatibilità con il battery-pack MB-N10 progettato per Z7 e Z6) buffer maggiorato doppio slot di memorie. Allo slot per XQD/CFexpress è stato associato uno slot per schedine SD UHS-II modalità video in formato 4K60P (la Z7 si ferma al 4K30P che per molti sarà già superiore alle proprie necessità, ammesso che siano interessati al video) nuove modalità autofocus (in particolare per quanto riguarda il riconoscimento del volto e dell'occhio di umani e animali domestici) nuova modalità di selezione dei tempi di scatto sino a 900 secondi (ammetto che è una funzione che non ho esplorato e che dubito avrò mai bisogno di usare) oltre ad una potenzialità, di fatto già messa in campo, di ulteriore sviluppo delle capacità via firmware che sembrerebbe (il condizionale è d'obbligo) interrotta sulla Z7 (che sia per ragioni di marketing o tecnologiche lo ignoriamo). La Z7 II ha un doppio processore identico a quello della Z7 che ne rendono più fluido l'impiego. Nell'uso pratico io l'ho riscontrato solo in termini di migliore precisione del riconoscimento dell'occhio dei miei soggetti e nella possibilità di scattare praticamente in continuo senza interruzioni. Mentre la Z7 dopo pochi scatti tossicchiava avendo saturato il buffer, la Z7 II invece continua a scattare mantenendo sostanzialmente costante (almeno in raffica H) la capacità del buffer che viene liberato sulla CFexpress praticamente in tempo reale (nell'uso la capacità residua si mantiene pur scattando a raffica sui 22-23 scatti liberi, andando a zero solo quando si raggiunge il limite imposto dopo parecchi secondi di fotografia che in condizioni normali "non da sport" praticamente non capita mai. La Z6 II invece arriva fino a 200 scatti, come abbiamo visto nei nostri test pratici con video dimostrativo). Ma queste caratteristiche probabilmente interessano solo una parte dei fotografi. Non certo chi fa sempre pochi scatti oppure fotografa solo in studio a scatto singolo o fa paesaggio, che sono poi le occupazioni principali della Z7. Ok, ci hai detto tutto ? Ma come va ? E' una fotocamera Nikon. Quindi va benissimo. Nei mesi da cui l'ho in casa l'ho usata come macchina principale, facendo di tutto. Pur confinato per lo più in casa ho superato i 20.000 scatti con profitto. Senza inconvenienti e sempre con grande soddisfazione. Con soggetti statici : focus stacking di 26 scatti ad alta risoluzione : Nikon Z7 II e Nikkor Z 24-200 ad f/8 con soggetti dinamici : Nikon Z7 II insieme al suo compagno ideale, il meraviglioso Nikkor Z 50/1.2 S che grazie alla sua luminosità le consente di scattare per lo più ad ISO 64 per sfruttarne la grandissima gamma dinamica Ottenendo con più facilità le foto che ottenevo con la mia precedente Nikon Z7 che potrà sembrare un limite ma nella realtà non lo è affatto. Confesso che oggi queste foto non sarei (e non sono) più capace di farle con una reflex. La comodità di vedere a mirino la luce e l'esposizione, la silenziosità, lo stabilizzatore integrato, l'assenza totale di vibrazioni che mi consentono di scattare foto "granitiche" ad 1/8'' senza scordare la grande potenza per me - ritrattista al 90% - di poter inquadrare mettendo l'occhio del mio soggetto in qualunque punto del frame senza dover fare equilibrismi è impagabile. Ma sarebbe anche un filo disonesto dire che le differenze tra Z7 II e Z7 invochino l'immediato upgrade. La Z7 II è una macchina meglio rifinita che consiglio a chi pensi di dotarsi di una Z7 oggi. Ma ha qualità superiori alla Z7 solo per chi ne necessiti specificatamente. Per tutti gli altri la Z7 offre le stesse qualità di immagine ad un prezzo più vantaggioso, senza altra rinuncia che non siano quegli aspetti, importanti ma non rivoluzionari, che abbiamo bene evidenziato, credo. Escludo a priori che chi trovi nella Z6 la sua macchina d'elezione, possa aggiornarsi alla Z7 II. Avrebbe sbagliato in origine, oppure sbaglierebbe oggi. Z6 e Z7 restano differenti nell'impostazione e nell'indole anche nella versione II. Quindi non fate l'errore di pensare alla Z7 II come una Z6 ad alta risoluzione. Non è così. L'equivoco nasce dal fatto di avere fisicamente la stessa architettura. Ma la Z6 II va più veloce, ha un video più fluido, è più agile, ha una gamma dinamica complessivamente migliore su tutto l'arco delle sensibilità. La Z7 II resta una macchina da meditazione. Un complemento per chi abbia già una macchina per tutti i giorni. O la macchina d'elezione per chi viaggia sempre in surplasse. Che è sempre un bel viaggiare anche quello. *** Una nota a margine sull'ultimo firmware appena pubblicato. E' possibile che l'autofocus della Z7 II sia più sensibile di quello della Z7 come dicono le specifiche. Io sinceramente non sono andato a cercare le differenze, anche perchè non ho più in casa una Z di prima generazione. Ma ho provato il riconoscimento dell'occhio delle persone al chiuso mentre un amico usava una Z6 I. La differenza è eclatante. E qui (anche, non solo la Z6 II) la Z7 II è sia più sensibile che più precisa anche della Z6. Ci vede di più, da più lontano, sbaglia poco o niente. Ecco, se uno fotografa le persone, un pensierino alla nuova lo dovrebbe fare. Otterrebbe in un colpo tutti i vantaggi del caso ed avrebbe meno pensieri quando cerca l'occhietto della modella in penombra anche a figura intera a 4 metri di distanza come in questo caso : l'autofocus è andato a prendere l'occhietto anche se è lontano ed occupa una frazione del campo inquadrato e sebbene un occhio sia socchiuso e l'altro semicoperto dai capelli E un'ultima annotazione che sono certo non farà piacere al distributore italiano ... ma mi corre l'obbligo. Le prime Z sono tutte eccellenti fotocamere io ho accumulato sinora 300.000 scatti con le Z di prima generazione e 50.000 con quelle di II generazione. Ma sappiamo che se non è domani, tra qualche mese uscirà almeno un esemplare e poi più di un esemplare di Nikon Z si categoria superiore. E la Z7 II non sarà più l'ammiraglia delle Z ...
- 2 comments
-
- 10
-
L'avevamo lasciato così lo scorso febbraio e lo ritroviamo ancora così in luglio-agosto, con, finalmente, una data di consegna prevista per fine mese. Con la sorpresa dell'aggiunta, graditissima di due teleconverter TC Z 2.0x e TC Z 1.4x che saranno distribuiti con l'obiettivo. Ma non abbiamo perso l'occasione di utilizzarlo questa volta più a fondo per dimostrare l'assunto, del tutto non strumentale, che l'obiettivo perfetto (per quello che ti serve) esiste. Mi dicono molti ben informati che con un 70-200/2.8 ci si fanno anche paesaggi e panorami. E' vero, ho perfino provato. Panorama del Primo Bacino del Lago di Como. Focale 165mm, f/8, unione in Photoshop. L'immagine finale è da 200 megapixel ed il file RAW occupa circa 720 megabyte su disco. Un dettaglio 1:1 senza particolari interventi : Ma io questo obiettivo lo comprerò come gli altri, per farci sport e soprattutto ritratto. Terrò anche il modello da reflex, il fantastico 70-200/2.8E FL che al lancio mi fece esclamare "Ma chi ha più bisogno dei fissi ?" Ecco, questo nuovo Z va oltre. Perchè aggiunge la possibilità di essere quasi invariante di focale. Cambi focale, ti avvicini o ti allontani restando sempre alla minima distanza di messa a fuoco, e il ritratto viene delle medesime dimensioni, solo con la diversa prospettiva concessa da quella lunghezza focale. Ecco qua : 200mm 135mm 105mm 85mm 70mm E ditemi voi se questa non è una novità grandiosa, specie ricordando come si comportava il vecchio 70-200/2.8 VR II. Ma oggi con il video permesso dalle Nikon Z, è possibile avvicinarsi e allontanarsi dal soggetto, e intanto cambiare focale, con l'obiettivo che vi segue. Come uno zoom cine di quelli da 100.000 euro. Ma se questo non vi affascina, posso confessarvi che La nitidezza sul piano di messa a fuoco è sensazionale Lo sfuocato è da sogno Funziona con ogni Nikon Z Z50, 200mm Z7, 150mm Z6, 200mm Z5, 200mm Se lo sapete usare, rende i soggetti più belli In mano da' le sensazioni di un vero Nikkor professionale In poche parole è bellissimo ed insostituibile. Anzi, sostituisce in un botto solo 85, 105, 135, 180 e 200mm se non li avete (e visto che in catalogo i Nikkor Z sono per ora limitatissimi questo costituisce da solo un intero corredo). Z5, 180mm Z5, 200mm Z5, 145mm *** Non mi attardo oltre, troverete decine di altri scatti nell'album dedicato nel Club dei Nikonisti. In attesa che ad inizio settembre mi arrivi il mio esemplare, ordinato già nel dicembre scorso, mi sento però di trarre le mie conclusioni da queste settimane di utilizzo abbastanza intenso (purtroppo quest'anno sport niente e temo sarà così fino a nuovo ordine, speriamo con un corpo Z più prestazionale della Z6). CONCLUSIONI PRO l'obiettivo perfetto esiste, è questo. Se ha difetti sono impercettibili lo sfuocato è sensazionale la nitidezza è sensazionale non ha distorsione non ha aberrazione cromatica è veloce, silenzioso, è "quasi" parfocal nel video è imbattibile in casa Nikon esce con una coppia di teleconverter che si preannunciano "micidiali" CONTRO doveva essere messo in vendita per Natale 2019 ! Altre foto qui : e l'anteprima del 4/3/2020 :
- 52 comments
-
- 9
-
- nital
- recensione
- (and 14 more)
-
Impiego prettamente "professionale" per la Nikon Z5 e il Nikkor Z 70-200/2.8 S impegnati questa volta in un casting a Milano. La Nikon Z5 equipaggiata con una scheda di memoria Sandisk 170mb/s da 128 megabyte, utilizzata quasi esclusivamente per ritratto. Di backup la Z7 che ha alternato il Nikkor Z 24-70/4 S con il fantastico Nikkor F 105/1.4E, molto impegnativo da utilizzare al meglio, ma sempre eccezionale quando portato al suo limite. Due modelle presenti a Milano in questo agosto post-Covid, Ania, una magrissima polacca e Amanda, una pinup svedese. Oltre 3100 scatti con la Z5 che solo in un paio di occasioni ha esaurito il buffer, scattando per lo più a raffica L e otturatore meccanico. Luce naturale dall'esterno della finestra e schiarita con LED da 200 W su ombrello parabolico bianco da 150cm, bilanciamento a 4600 K complessivi. Uno spezzone di video di solo un minuto, girato in 2K con la Z5 e il 70-200/2.8 ad f/2.8 per introdurvi nel mood. Di sfondo Rossano che comincia a fare pratica con la sua nuovissima Nikon Z6 che va a sostituire la sua vecchia Nikon D750. Z5V_3386_1.mp4 Tutte con il 70-200/2.8 S invariabilmente sempre tutto aperto, tranne le ultime due fatte con il 24-70/4 S ad f/4. Alcune foto sono finalizzate per il book (quindi con il fotoritocco) ma la maggior parte sono al naturale, con la luce dosata in manuale e a occhio a mirino, regolando la sensibilità ISO con la ghiera interna del 70-200/2.8 S. Devo precisare che non solo la macchina è un Sample (e anche il 70-200/2.8 S) dato che la consegna dei modelli di produzione è attesa solo verso fine mese ma che anche il supporto di sviluppo dei file (trasformati in DNG via Adobe DNG Converter beta e poi importati in LR) è preliminare. Se queste foto vi sembrano interessanti, saranno certamente migliori quando avrete ritirato il vostro esemplare di Z5 e di 70-200/2.8 S che vi raccomando di acquistare. Si perché se la Z5 nasce come "entry-level" delle Nikon Z full-frame, nella realtà si comporta nell'uso in modo praticamente indistinguibile dalla Z6 (che usava Rossano) in tutto e per tutto tranne che per la raffica. Insomma, la Z5 passa gli esami a pieni voti anche in questo caso, in modo estremamente più convincente di quanto fece la D600 in condizioni simili (ma all'epoca c'era una bionda belga, al posto della svedese ) e il suo precario autofocus. Anche il video mi sembra di livello, contentandosi del formato 2K60p che per i miei usi è ben più che sufficiente (un minuto e dieci, 450 megabyte di file, poi esportato in Premiere contenendone lo spazio, non la qualità, a 97 megabyte. Giusto per renderci conto dei pesi in gioco). Comprerei la Nikon Z5 come muletto ? Sinceramente si, per certi versi è anche meglio della Z7 quando non serve tutta quella risoluzione, sebbene io oramai odi le schede SD e sebbene abbia da ridire alla scelta ridicola di contenere la raffica a 4 scatti al secondo (che in questo caso è quello che ci voleva ma in altri casi non mi basterebbe certo ....). Ultimo appunto, con la batteria EN-EL15b (la c arriverà a fine mese insieme alla Z5 di serie), i 3107 scatti hanno comportato un consumo del 43%. Più che adeguato ma segnatevi un +30% con la batteria di serie.
- 6 comments
-
- 1
-
- nikkor z 70-200/2.8 s
- nikon z5
-
(and 7 more)
Tagged with: