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  1. La tradizionale apertura della scatola della nuova Nikon Z6 III appena consegnataci non desta particolari sorprese. in linea con la tendenza minimalista all'interno domina il cartone sopra abbiamo i manualetti multilingue della guida d'uso (versione breve : il manuale è disponibile online ed ha raggiunto e superato le 1.000 pagine, con il sommario che occupa le prime 22 ! e per la sola sezione dedicata alla trasmissione via rete delle foto, sono dedicate 86 pagine ...). E la scheda omaggio di Nital, una SD 1066x da 128 GB di tipo UHS-I, buona per usi disimpegnati o per i primi scatti (l'abbiamo testata in un articolo dedicato : va bene ma noi consigliamo di investire in una buona scheda CFExpress per sfruttare al massimo la vostra Nikon Z6 III). il sigillo Nital che promette 4 anni di garanzia per l'acquirente privato (a condizione che si effettui la registrazione sul sito dedicato). Ma arriviamo finalmente all'interno, con due scomparti separati, corpo macchina e accessori. Gli accessori sono ridotti al minimo cinghia, cavo USB-C, batteria, guide reggicavi e protezione della slitta calda (già montata sulla fotocamera). Manca, come è oramai di norma per tutti i dispositivi ricaricabili venduti nel nostro continente, il caricabatteria. L'acquirente potrà utilizzare per lo scopo un caricabatterie di quelli da smartphone di fascia alta, tipo l'iPhone 15. Ci vuole un dispositivo da 9V e 2A, meglio se PD. La ricarica avviene tramite la porta USB-C della fotocamera. Ovviamente, per chi l'avesse già, ogni caricabatterie compatibile con le Nikon EN-EL15 permetterà di ricaricare off-camera la EN-EL15c data in dotazione con la Z6 III. Così come la macchina accetterà batterie diverse. Ma meglio utilizzare esclusivamente quelle di ultimo modello. Attenzione anche alle batterie "compatibili". Abbiamo verificato e non vengono accettate dalla fotocamera che rifiuta di attivarsi con un messaggio perentorio in rosso che invita ad usare una batteria certificata Nikon. Liberiamo la macchina dalle due buste di materiale plastico di protezione e la posiamo sul tavolo. le differenze con la serie precedente sono minime. A parte l'assenza del numero 6 sul frontale (il marchietto Z6 III adesso è nella stessa posizione di quello di Z8 e Z9 in ossequio ad un certo understatement inaugurato con quelle fotocamere), sono pochi i dettagli che possono far distinguere al volo la diversa serie. E non sta sul frontale. ma sul dorso la macchina adesso presenta un tastino simile a quello che c'è sulla torretta di sinistra di Z8 e Z9 che permette rapidamente di variare la modalità di scatto : Singolo, Raffica Lenta, Veloce etc. Si trova vicino al tasto per cancellare le foto. Ma soprattutto è stato introdotto il display completamente articolato, come sulla Zf e le piccole Zfc e Z30 c'è chi lo detesta. Forse perché strizza l'occhio ai videoblogger o ai videografi in generale. La fotocamera è prodotta in Thailiandia come praticamente tutte le altre Nikon attuali. Per il resto poco da segnalare, il corpo è leggermente più grande di quello della Z6 II ma si tratta di pochi millimetri, indifferenti nell'uso. Se non per una sensazione di globale maggior cura nei dettagli e nella scelta dei materiali di questo modello rispetto al precedente. Insomma, le novità vere sono più che altro all'intero ed è bene che sia così. La Z6 si è sempre caratterizzata per il corpo compatto, in ossequio al dettato "mirrorless è piccolo" che ha i suoi estimatori. primo piano della torretta di sinistra con il tradizionale - per questo segmento - selettore PSAMUx-Auto e il nuovo tastino di cambio della modalità di scatto (singolo, raffica, etc.). Il coprioculare resta rettangolare, la protezione è morbida, ottima per gli occhiali. Le gomme sono al solito facili da sporcare maneggiando la fotocamera. Ma non si sciupano e si puliscono facilmente. il marchietto Z6 III è scivolato sulla plancia, vicino al microfono e al tasto per illuminare il display il vano memorie è identico a quello della Z6 III e può alloggiare CFExprss di tipo B/XQD e SD di tipo UHS-I e II. dall'altro lato ci sono le altre prese. Spicca la porta HDMI di dimensioni normali, al posto di quella mini per cui non si trova mai il cavo adatto quando ti serve. chiudiamo la breve presentazione con alcuni scatti più artistici, anche evidenziando come si presenti con il bel Nikkor Z 24-120/4 S montato. Nel complesso la macchina restituisce una buona sensazione, se non proprio premium almeno di qualità. In mano sta benissimo, l'impugnatura sembra anche più comoda di prima, ammesso che ci siano rilevanti differenze di dimensionamento. Si tratta di una evoluzione nel solco del filone inaugurato oramai sei anni fa con il lancio di Z6 e Z7. Sulle capacità della macchina sapete già tutto, le riassumiamo. Il sensore è nuovo, con il precedente condivide solo la tecnologia BSI e la risoluzione. Ma si tratta di un sensore più di 3 volte più veloce in lettura, grazie alla presenza di memoria dedicata stampata direttamente sul chip del sensore. La connessione fotodiodi+memoria diretta, consente una più veloce gestione dei dati e dell'intero sistema sensore. Con un incremento di prestazioni generali eclatante che rendono questa macchina tra le più complete del mercato e non troppo discosta per prestazioni dalla Nikon Z8. Ma in un corpo più compatto, leggero e meno costoso. Con una risoluzione che rende il flusso dati più leggero e un sistema video che permette di prelevare nativamente l'intera immagine del sensore (che è un 6K) e poi ricavare da questo tutte le risoluzione secondarie della fotocamera, siano essere immagini fisse o in movimento. Il processore è l'Expeed 7 che è responsabile di tutto il funzionamento della macchina. Si tratta di un SoC che integra tutto quanto tranne la memoria tampone in un unico chip. Con questo la Z6 III introduce in questa fascia il riconoscimento degli oggetti (in comune con Z9, Z8 e Zf), il tracking realtime, la raffica in modalità silenziosa a 20 scatti al secondo, il prescatto, le modalità ad alta velocità da 60 e 120 scatti al secondo. Il video ad alta risoluzione anche in RAW e PRORES. Rispetto a Z8 e Z9 manca il video 8K che al momento, almeno nel nostro mercato, non è uscito dalla fase di nicchia. In più sono gestiti il sistema antivibrazioni focalizzato sul soggetto inquadrato (punto di MAF e mille altre funzionalità che rendono la macchina molto complessa da conoscere a fondo (ma non per questo difficile, anche perché a nessuno serviranno dal primo momento d'uso le cose più sofisticate che potranno essere studiate in seguito, se interessano). E vengono introdotti per la prima volta anche la connessione diretta con il cloud per la trasmissione delle immagini (oltre alla connessione a server FTP via dongle USB) e i Picture Control evoluti (come il Flessibile) in grado di permettere al fotografo di regolare anche il colore, non solo la curva di contrasto. Il prezzo, astraendo dall'importo che è in assoluto elevato, è in linea con quanto messo a disposizione, viste le capacità della macchina. Che sembrano persino sovrabbondanti per il comune fotoamatore. Noi l'abbiamo provato e trovata perfettamente corrispondente alle aspettative in ogni suo aspetto. Probabilmente con la Nikon Z6 III cadranno gli ultimi alibi per il passaggio da reflex a Nikon, per chi non l'ha già fatto. Sulle opportunità di aggiornamento da parte di chi ha altre Nikon Z, ci riserviamo di tornare in argomento con un successivo articolo. Pur a pochi giorni dalla presentazione, la macchina è già in fase di distribuzione. Se l'avete ordinata, probabilmente vi sta già arrivando o il vostro negoziante vi starà telefonando per andarla a ritirare. Buon divertimento ! altre letture sulla Nikon Z6 III : Nikon Z6 III : il sensore parzialmente stacked Nikon Z6 III e schede di memoria Nikon Z6 III : prove di sensibilità del sensore
  2. Unboxing e come è fatto Scatolone di trasporto enorme, appena consegnato dal corriere. Ma confezione Nikon compatta, dentro. Analoga a quella di 70-200/2.8 e 100-400. e il contenuto ne ricalca lo stile protezioni in spugna e cartone, un foglio di cellophane ed eccolo che viene fuori a corredo il solito, l'astuccio morbido, i manualetti. finalmente, eccolo qui, libero da impegni con il suo bel paraluce di fianco L'estetica è quella inaugurata lo scorso anno dal 105/2.8 S, con la ghiera di comando personalizzabile con finitura diamantata. Il collarino del treppiedi integra l'attacco di sicurezza kensington (qui c'è il tappino aperto), il piedino è identico a quello del 70-200/2.8 S e del 100-400mm. anche la S è come quella degli ultimi Superior in primo piano il grosso tappo anteriore da 95mm il paraluce invece mi ha subito colpito. E' una spanna sopra tutto quello che si è visto sinora, ad eccezione di quelli in carbonio dei supertele superprofessionali. Mi sembra migliore di quello del 800/6.3. E' robusto, ben dimensionato, gommato, si inserisce con una scatto secco senza incertezze. Anche il pulsante di sblocco/blocco mi sembra un filo migliore. i comandi sono i soliti. Funzione 1, Funzione 2, limitatore di messa a fuoco con step intermedio a 6 metri, Autofocus/Manual Focus. Memoria di messa a fuoco programmabile dall'utente con l'indice della mano destra. l'iscrizione sul bordo esterno superiore a contatto col paraluce la denominazione dettaglio del vetro d'ingresso. Trattamento leggermente verde nella mia luce ambiente. Si vede tutto l'interno fino al diaframma. sull'attenti marine ! Montato sulla sua compagna ideale, la Nikon Z9 ben equilibrato e proporzionato. Più "tozzo" del 70-200/2.8 quanto lo è il 100-400 ma non più impegnativo da maneggiare Come evidenziato in questa foto di gruppo : quattro cavalieri Nikon : da sinistra il Nikkor F 500/5.6 PF, poi il nuovo 400/4.5, il 100-400 e infine il 70-200/2.8 confronto con il 100-400. Due bestie differenti nell'aspetto e nelle attitudini. Come anche nelle potenzialità espressive. Sono alternativi, non sovrapposti, per usi diversi. Del resto uno è un fisso di categoria superiore, l'altro uno zoom 4x. qui invece vi mostro un dettaglio di confronto tra il paraluce (super-very-cheap) del 500/5.6 PF e quello (super-pro) del nuovo 400/4.5 *** Primi scatti e prime impressioni il ritratto di Sigrid nel mio studio (sotto vetro). Dà un'idea della forza di questo obiettivo confermata da questo controluce a 3 metri di distanza nel pieno sole di luglio con George non troppo disponibile a posare che preferisce restare in ombra (lui viene dalla Northumbria, che ne sapeva che avrebbe trovato 35 °C da queste parti ?) La motorizzazione dell'autofocus si avverte appena mentre scorre (io scatto sempre in silenzioso). La messa a fuoco veloce. Il VR fa il suo lavoro. Lo sfuocato mi sembra molto interessante. Naturalmente cercherò di metterlo alla prova ... ma l'entusiasmo, con le temperature previste nei prossimi giorni, non vince la tentazione di stare in casa col ventilatore sparato in faccia ... Ma come anticipavo nel titolo, hanno sempre ragione loro Avevamo tante aspettative su questo obiettivo, quando inserito lo scorso autunno in roadmap. L'annuncio a fine giugno ha un pò stemperato gli ardori, almeno per quanto mi riguarda e, a leggere, altri pareri, anche da parte di altri potenziali acquirenti. Un pò per il prezzo, pericolosamente simile a quello del 500/5.6 PF (che però è sul mercato da 5 anni, sconta il passato interesse per gli obiettivi da reflex e non incorpora né gli ultimi aumenti di listino né il calo dell'euro, né le previsioni di penuria di componenti di qui ai prossimi mesi ... o anni), un pò per le sovrapposizioni con altri obiettivi già in nostro possesso, tipo il 100-400 VR o il 70-200/2.8 che qualcuno pensa di farsi bastare duplicandolo 2x. Ma anche, forse soprattutto, per il timore che Nikon avesse giocato "al ribasso" per risparmiare sui costi di produzione, su soluzioni e scelte di materiali. Nulla di più sbagliato e basta vederlo dal vivo per capire che invece è un obiettivo di fascia realmente PREMIUM, messo dentro una "confezione" destinata agli zoom di fascia media, perché purtroppo le foto proposte di lancio di Nikon sono sempre un pò troppo artificiose e rendono gli obiettivi come se fossero finti, anziché reali strumenti fotografici costruiti con criterio con leghe speciali e vetri ancora più speciali. Insomma, giò ad un primo esame si vede che é fatto maledettamente bene. Il paraluce è un piccolo gioiello. Il dimensionamento è perfetto. Il baricentro "calibrato" alla perfezione. Il peso piuma si poco più di un chilo non fa pensare che si possa rompere a solo guardarlo ... anzi. ma guardando meglio lo schema ottico ci rendiamo anche conto di tante altre cose. Che Nikon nemmeno è capace di mettere in luce. Come se fossero timidi nel sottolineare i loro sforzi. Vincenti, come in questo caso mentre certa concorrenza per un chilogrammo propone obiettivi a diaframma fisso f/11 ... Ci hanno raccontato ai tempi del lancio delle prime famose mirrorless full-frame 8-9 anni fa che i nuovi schemi ottici favorivano le focali corte. Ebbene, era solo metà della storia e adesso ce ne accorgiamo. Se guardiamo lo schema del nuovo 400/4.5 notiamo due cose. Che davanti c'è un solo elemento grande in vetro ED mentre gli altri vetri pregiati sono concentrati al centro, in diametri molto più contenuti di quelli costosissimi due precedenti superteleobiettivi. Queste lenti sono quelle deputate a correggere i difetti ottici, come le aberrazioni cromatiche e il piano di proiezione dei tre colori primari. Sono in vetro Super ED che una volta Nikon usava solo sul mitico 200/2 VR. Con l'aggiunta per sovramercato di un elemento a bassissimo indice di rifrazione. Elementi più piccoli e leggeri, quindi meno costosi dei grossi diametri in vetro ED o addirittura in fluorite. E in più sono dove sta il baricentro dell'obiettivo, rendendolo così equilibrato ... tanto da stare in piedi poggiato sul piedino (che naturalmente io ho subito smontato perché superfluo). Tanto da rendere superfluo l'approccio che avevamo ipotizzato in principio, con un elemento Phase Fresnel come i precedenti 300 e 500 PF su attacco F. Continuando con lo schema, passati i gruppi di controllo dello stabilizzatore integrato e della messa a fuoco interna, ci sono le ultime lenti responsabili della telecentricità del percorso ottico che, grazie al grande attacco Z e alla possibilità di andare più vicini al sensore senza i problemi legati allo specchio, consentono di perfezionare le correzioni ottiche fino a consegnare al sensore la migliore immagine possibile con diametri crescenti quando invece con l'attacco F vedevamo gli ultimi gruppi molto distanti dal piano pellicola e con lentine minuscole. la prestazione ottica qui è sintetizzata dal grafico MTF che essendo simulato, lascerebbe il tempo che trova se non fosse che già da qualche scatto libero e senza impegno, la prestazione ottica si manifesta in tutta la sua prepotente eccellente qualità. Nulla di tutto questo sarebbe possibile senza l'attacco Z. Come scriviamo dal 2018, la vera ragione per passare a Z é impiegare le nuove soluzioni ottiche, non per sostituire le reflex con macchine senza specchio ... Infine - ma l'ho già evidenziato, c'è solo da ribadirlo - la costruzione. Che rende il pur pregiato Nikon F 500/5.6 PF un oggetto veramente "economico" e che non si discosta per nulla dal più grosso e prezioso 800mm. Il tutto in poco più di un chilogrammo liscio, liscio. Se è vero che una costruzione premium non è necessariamente influente sulla qualità d'immagine, è normale che questa crei aspettative in termini di prestazioni. Sommando le peculiarità dello schema ottico e i grafici MTF quasi del massimo livello di categoria, probabilmente il prezzo finisce per diventare un elemento di secondo piano. Certo elevato ma poi non così ingiustificato, considerando che sul mercato non esiste altro 400mm come questo (il Canon 400mm f/4 DO è di un'altra categoria, è a diffrazione ma soprattutto, costa oltre 6000 euro a pari garanzia). In sintesi estrema, se ad un fotografo è necessaria una focale fissa di 400mm che promette alte prestazioni, luminosità relativa elevata insieme ad uno sfuocato eccellente che, purtroppo - lo dico per esperienza - il 100-400, concepito per fare altro, non può dare, allora questo nuovo Nikkor Z 400mm f/4.5 diventa una scelta obbligata. Tanto più che pur con la Z9, non peserà su braccia e articolazioni anche dopo una giornata di uso intenso e in borsa occuperà lo spazio del 70-200/2.8 S, ma con una potenza doppia. Insomma, queste sono le mie prime, oneste impressioni. Nei prossimi giorni cercherò di dare un peso concreto a queste mie affermazioni che per il momento restano nell'aria in questo pomeriggio afoso ...
  3. appena arrivato da una due giorni di "contatto" con la Z9. Ma dovrete attendere domattina per leggere l'articolo. Adesso sono ...s t a n c o ! *** il totem che ci ha accolti fuori dal circolo sportivo dove si è tenuta la presentazione della Z9. i giornalisti presenti in sala la presentazione dell'evento da parte di Marco Rovere, responsabile PR di Nital e la presentazione vera e propria da parte del Product Manager, Giuseppe Maio cui lascio sintetizzare l'imbarazzante lista di caratteristiche della Nikon Z9, troppo lunga per qualsiasi presentazione "concisa" : ZFC_9904.mp4 il programma della giornata che comprendeva sessioni in interno e all'aperto per saggiare le prestazioni della Z9 di cui c'erano sei esemplari a disposizione. Alcuni scatti fatti in palestra durante la prima sessione. E poi fuori, ad un gruppo di runners Il residuo di corpi ed ottiche portati da Nital per l'evento Ma sabato c'è stato anche un evento a Milano, riservato ai fotografi NPS, invitati singolarmente (circa una cinquantina) che hanno potuto provare la macchina e fare tutte le domande necessarie senza alcuna formalità allo staff NPS di Nital. Ho visto persone molto interessate ed espressioni molto eloquenti se non proprio di sorpresa, di soddisfazione per il nuovo prodotto e la sua gamma di obiettivi, presente e futura. *** Fin qui due parole necessarie di presentazione degli eventi e di ringraziamento per averci invitati (Max non è potuto venire per altri impegni, visto il breve preavviso, io ho il vantaggio di stare a due ore di macchina da Torino e ad un'ora scarsa da Milano, quindi per me è stato più facile liberarmi). Ma adesso andiamo alla macchina e alle mie prime impressioni. Ovviamente parziali perchè non basteranno dei mesi per esprimere un giudizio compiuto ed approfondito su una macchina che non solo è rivoluzionaria ma che, lo sappiamo già, evolverà rapidamente e forse anche profondamente mano a mano che gli ingegneri Nikon completeranno i processi di sviluppo del firmware. PRESA IN MANO Alcune sensazioni, sono commoventi. Il ritorno della torretta di sinistra, finalmente utile a differenza di quella semplificata delle altre Z. Torna il selettore della modalità di automatismo (MODE) a tastino (non il PASM delle macchine amatoriali). E la raffica, da scatto singolo alla nuova raffica super-veloce da 120 fps. ma ancora più commovente e da lacrimuccia persistente il ritorno della combinazione per fare il FORMAT senza andare nel menù ... che è posto sul tastino ISO per una azione a due dita con due mani. La foto sopra mostra il bel display superiore OLED, sempre leggibile anche al sole. tutti i comandi sono ben dimensionati, la presa in mano estremamente confortevole. Bellissimo il selettore delle modalità autofocus, ben in rilievo ma anche inclinato per poterlo raggiungere comodamente. il vano schede di memoria che perde la sicura esterna (un retaggio della F5) ma è sicuro e ben dimensionato. Notare la scritta "Attenzione Schede .... CALDE" ancora un dettaglio della torretta di sinistra con il tastino Fn4 in evidenza. Il peso della macchina è consistente, non sembra meno robusta della D6. Anzi, la documentazione Nikon dice che la scocca è più robusta, con le due parti anteriore e posteriore che sono unite al fondello in un unico guscio, per aumentare la robustezza e poter dissipare il calore più facilmente. Nel poco uso che ne ho fatto non posso dare assicurazioni al riguardo ma sono certo che Nikon sa cosa dice quando assicura che il rischio di surriscaldamento non esiste. Comunque esperienza d'uso ed ergonomia del tutto analoga a quella di una Nikon D1~D6. Se uno ha provato o posseduto una di quelle macchine, si troverà immediatamente a casa con la Z9. Ingombro appena inferiore ma è una cosa che si nota solo se affiancate le due macchine. COME VA Al di là delle tante cose lette sul web o viste sui video dei primi tester, mi interessavano due cose essenzialmente. Provare se l'autofocus è un reale passo avanti rispetto alle altre Z, provare la nuova raffica a 120 fps (perchè, sinceramente, 20 scatti al secondo sono tanti ma in fondo non tanti più di 14) e vedere come va agli alti ISO. Sull'autofocus devo dire che è come avere in mano una D6 che mette a fuoco a tutto frame e lo fa con una animazione a mirino che è coerente con quello che sta facendo. Se c'è una persona nel frame l'AF le si attacca addosso e non la molla nemmeno se viene coperta da un altro elemento. Se l'occhio è visibile va su quello, altrimenti passa alla testa. O al corpo. Il tracking 3D è intuitivo : si mette il cursore da dove si vuole che questo parta e basta premere a metà il tasto di scatto perché il tracking segua qualunque cosa ci sia sotto al cursore, senza nessun'altra contorsione mentale. Ma soprattutto sbalordisce la velocità di azione. Avevo con me la Zfc e, benché io possa metterci del mio per fare la differenza, si ha la sensazione di usare un motorino a confronto della moto BMW più evoluta e potente del mercato. IL MIRINO Chiarissimo, nessun oscuramento, visione fluida e continua. In raffica non si vede nulla, almeno in quelle più rapide, nelle altre c'è una animazione che fa capire che ... stiamo scattando. Perchè altrimenti benché la macchina sta registrando centinaia di scatti, non si percepisce nulla. In interni è uguale ad un mirino ottico. In esterni anche meglio. O, almeno, io vedo meglio in questo mirino che in quello della D6. Anche qui il confronto con la Zfc è impietoso. Ma sono macchine tra cui in mezzo scorre ... un oceano. Probabilmente per qualcuno sarà troppo contrastato. Ma credo sia possibile personalizzarlo. ALTI ISO Sono certo che sarà il punto dove ci sarà tanto dibattito al riguardo. E' una macchina ad alta risoluzione. Ha base ISO 64. Non è stata pensata per un uso esclusivo - come D5-D6 - o preferenziale nei palazzetti dello sport più bui del mondo. Ma per quanto il mileage mio possa essere diverso da quello degli altri, personalmente mi sentirei a mio agio a fotografare tranquillamente a 6400 ISO ed oltre. Anche senza particolari interventi in sviluppo che a me non appassionano più di tanto. Nei commenti troverete foto a testimonianza. RAFFICA a 120 FPS Emozionante, spettacolare, precisa. Non saprei che altro aggiungere. Se non ricordando che io con la D3 (12 megapixel e resa molto più grezza della Z9) ho fatto stampe da 60x90cm e che normalmente veniva usata dai fotografi sportivi per doppie pagine e copertine di riviste di basket. Qui però abbiamo una precisione chirurgica mentre si segue ogni più indistinguibile ad occhio nudo, movimento del soggetto. Naturalmente non sarà da usare indiscriminatamente, pena avere sequenze di scatti tutti troppo uguali tra loro. Ma quando serve si potrà cogliere l'attimo che c'è in mezzo a due attimi contigui .... CI VOGLIONO SCHEDE NUOVE Scordatevi le XQD. Sono compatibili ma appena appena sufficienti ad usare la macchina per scenari statici. Ed usare la Z9 per fare solo paesaggio non sarebbe renderle giustizia. Per avere il massimo ci vogliono CFExpresso di fascia alta e, possibilmente, di taglio serio (una scheda da 64 gigabyte la riempite in mezz'ora di scatti). 5000 ISO, 1/500'', f/2.8, 85mm la visualizzazione del punto di AF scelto dalla macchina, uno scatto a caso della sequenza a 120 fps Di più non saprei che aggiungere. In fondo non si può pretendere di più da pochi minuti di prova pratica di uno strumento che richiederà mesi di apprendimento approfondito per poterne comprendere tutti pregi e scoprirne anche i limiti. Ma in fondo è anche per questo che ci piacciono i nostri giocattoli, vero ? Insomma, diffidate di chi in 5 minuti vi sa dire ogni cosa, con l'assoluta certezza di un messia tecnologico. Vi invito a guardare nei commenti gli scatti e le sequenze che ho potuto mettere insieme da questo breve contatto. Sulla disponibilità per chi l'ha ordinata, purtroppo non ho notizie troppo confortanti. Nital spera di avere le prime dopo la metà di dicembre ma c'è da esaudire la prelazione contrattuale per gli NPS. Ma poi le consegne proseguiranno con cadenza settimanale fino ad esaurimento degli ordini. Ci vorrà pazienza per averla ma non è l'attesa del piacere essa stessa un piacere?
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