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  1. Gemelli diversi questi due Sigma Art, il nuovo 24-70/2,8 messo a disposizione per Nikonland dalla gentile disponibilita' (anche temporale) di mentre il 24-105/4 mi è stato dato in prestito da Mauro Maratta. Nati in due periodi ben differenti di questa sfarzosa era Yamaki, nel 2013 (uno dei primi a fregiarsi dell'argenteo bollino Art), il Sigma 24-105mm f/4 DG OS HSM 19 lenti in 14 gruppi, 885 grammi di peso per 88,6 mm di diametro e 109,4 di lunghezza nel 2017, recentissimo e a gran voce richiesto ed atteso, il Sigma 24-70mm f/2,8 DG OS HSM stesso numero di vetri, (19/14), ma 1020 grammi e 88 x 107,6mm di dimensioni quindi entrambi dotati di diametro filtri da 82mm, diaframma a 9 lamelle, motore HSM ad ultrasuoni e stabilizzatore di immagine, quasi identici per costruzione e dimensioni, perfino i due paraluce a petalo sono distinguibili unicamente dall'iscrizione dedicata ed incisa (invece che serigrafata, per minimizzare riflessioni luminose al proprio interno) minime le differenze anche zoomando, dove si rimarca la maggiore cicciosita' del barilotto del 24-70 rispetto alla rastrematura dell'elicoide a tre stadi del 24-105 che solo alla maggiore focale di distacca di pochi cm dal gemello rendendoli quasi indistinguibili nella stessa borsa, come gia' rimarcato nei due articoli nei quali Mauro Maratta ci ha dato mostra delle loro potenzialita' Sigma 24-105mm F4 Art : l'insospettabile Sigma 24-70mm f/2.8 Art : ma benvenuto con le sue bellissime foto di ritratto alle quali rimando, poiche' in questa sede resteranno l'unico genere non preso in considerazione nel confronto tra questi due Sigma Art Una differenza sostanziale gioca tra i due zoom, ovviamente, lo stop di luminosita' a vantaggio del 24-70 da un canto, quanto la maggiore escursione focale del 24-105 dall'altro canto. Ma determinate differenze che ci accompagneranno in alcune delle foto realizzate con queste due facce dello zoom trans-standard derivano di certo anche dalla diversa distanza minima di messa a fuoco, che alla focale piu' wide dice chiaramente la sua, come anche la lieve differenza di peso a vantaggio del meno luminoso f/4 rispetto la ben piu' consistente differenza di prezzo per la quale il 24-70 costa il 70% piu' del meno luminoso, ma piu' eclettico 24-105 Una stranezza in questa quasi indisturbata simmetria: mi sono accorto che la baionetta dei due obiettivi sia vincolata da quattro viti disposte asimmetricamente, nel piu' anziano 24-105, solamente da tre nel piu' moderno e costoso 24-70... strano pensare ad una scelta di risparmio per un Sigma Art..., chissa' quale sia la ratio. Eleganza nell'estetica comune a tutti gli obiettivi di questa serie le ghiere gommate di dimensioni inversamente proporzionate tra zoomata e messa a fuoco (preferisco quella piu' grande di zoomata del 24-105) per il resto, due realizzazioni dirette a soddisfare parallelamente esigenze simili, con atteggiamento mentale ben differente: il 24-70/2,8 e' il transtandard del professionista che e' abituato agli zoom di questa luminosita' come strumento quotidiano in una triade composta da uno widezoom 12-24 ed un telezoom 70-200 il 24-105/4 lo vedremo in mano all'appassionato che lo utilizzera' per il 90% dei suoi scatti, affiancando un paio di fissi superluminosi per le specifiche esigenze di ripresa, quali un 14 o un 20mm ed un mediotele da ritratto o paesaggio. Tuttalpiu' a fianco di un telezoom come il recentissimo Sigma 100-400/5-6,3 a completamento di ogni esigenza di ripresa con due zoom ed un corpo macchina. ... tutto qui...? Possiamo chiudere l'articolo...? direi di no, altrimenti non avrei maturato la necessita' di scattare nelle differenti condizioni nelle quali vedrete a seguire. Perche' Art attack? Parodiando un vecchio programma per bambini, che li invogliava a costruire oggetti semplici utilizzando mezzi alla portata di tutti, ecco la mia concezione relativa a questi (e a molti altri) zoom che transitano nei pressi della focale standard, dilungandosi chi piu', chi meno, verso focali wide e tele, nell'intento di fornire a noi fotografi-bambini lo stimolo, la colla e le forbici per ritagliare dalla realta' le immagini che desideriamo. Ma se non siamo svogliati e privi di immaginazione dovremmo sapere di cosa abbiamo bisogno per fare bene cio' che questi obiettivi consentono di fare comunque, ma sempre. Per cui, abituato alle prestazioni strepitose di zoom Sigma Art quali il 12-24/4 o, ancora di piu', il 24-35/2 mi chiedo perche' Sigma abbia classificato "Art" anche questi due zoom, onesti, sicuri nell'AF dotato di motore ultrasonico e silenziosissimo, muniti di ottima stabilizzazione ottica che consente scatti impensabili a mano libera con tempi di otturazione prossimi al secondo... ottimi, quindi, ma sicuramente non eccellenti. Degni probabilmente, in funzione del prezzo del 24-105 abbordabile e commisurato alle prestazioni, della seconda linea, quella dei Sigma Contemporary, pertanto inspiegabile la collocazione di prezzo del piu' luminoso ma non per forza meglio performante 24-70/2,8. Fatta questa doverosa premessa, a corollario delle immagini che seguiranno, cominciamo col dimenticare concetti come la planeita' di immagine, specie alla focale piu' corta, quei 24mm che inquadrando oggetti critici, come un quadro vengono interpretati in questo modo 24-105 24-70 e la situazione non migliora alle altre focali, neppure a quelle centrali, neanche in funzione della vignettatura, molto evidente in entrambi gli zoom 24-105 @ 24mm f/4 24-105 @ 70mm f/4 24-70 @ 24mm f/2,8 24-70 @ 70mm f/2,8 sarei portato a credere che siano addirittura i paraluce a petalo a produrre vignettatura, ma anche eliminandoli e chiudendo ad f/8... 24-105 24-70 Essendoci tolti il pensiero delle caratteristiche complementari, quali distorsione e vignettatura, trovandoci a Monte Pellegrino, sopra Palermo, al cospetto della Santuzza (Santa Rosalia) protettrice della citta', approfittiamo della sua ricorrenza celebrativa del 4 settembre e della sua vigilia per seguire la vecchia strada dei pellegrini che ci consentira' di mettere alla prova in varie condizioni di luce (e buio) i due zoom. Si parte dal tempietto neoclassico del Basile, nei pressi del quale sono state rinvenute da poco tracce di insediamenti paleocristiani (la posizione dominante si prestava bene) grande luminosita', molta radiazione UV, ma i due Art ci forniscono un risultato sovrapponibile e sicuramente piacevole (qui sopra il 24-105, sotto il 24-70) una lieve sensazione di maggior contrasto a vantaggio, qui sopra, del piu' luminoso dei due zoom, che mi accompagnera' in tutte le successive uscite coi due obiettivi anche il flashettino incorporato della D810 serve a contrastare un pelo le ombre del controluce, mai troppo chiuse con questi due obiettivi, forniti di un trattamento antiriflesso a prova di flare, anche inquadrando direttamente una sorgente luminosa entrambe col 24-70 Si salgono a piedi tornanti impervi di pave' scivoloso di giorno sotto il sole, figuriamoci la notte della vigilia, durante la processione verso il Santuario. Ma se il 24-70 ha un pelo di contrasto in piu', il 24-105 mi pare piu' saturo... mai pero' in maniera eclatante (ex. stile nanocrystal) dote propria, (la neutralita') di tutti i progetti Art con cui ho avuto modo di scattare foto pressocche' indistinguibili nelle ombre (a sx 24-105, a dx 24-70) 24-70 entrambi posseggono la caratteristica di scendere a piccole distanze di maf dal soggetto: di piu' il 24-70 che come detto arriva fino a 37cm contro i 45 dell'altro 24-105 consentendo dei close up interessantissimi per entrambi, semplicemente con una lente addizionale di media potenza diottrica (come vedremo bene appresso). In cima alla strada si arriva al Santuario di Santa Rosalia, (la grotta nella quale furono ritrovate le sue spoglie 450 anni dopo la sua morte, in concomitanza con una spaventosa epidemia di peste (1625), che si vuole cessata al momento in cui le spoglie rinvenute furono portate in processione in giro per Palermo) fuori dalla quale sono migliaia gli ex voto esposti, intorno ad una sua statua e alla fonte di acqua benedetta che scaturisce dalla pietra della montagna 24-70 24-105 dentro la grotta,la statua della Santa dentro una teca piena di coralli, ori ed argenti, frutto di donazioni 24-70 24-105 In tutte queste condizioni la possibilita' di disporre di obiettivi a focale variabile dai 3x del 24-70 ai 4x dell'altro Art consente gestibilita' di qualunque situazione di ripresa da breve e media distanza dal soggetto, unitamente alle doti di media ed elevata luminosita' parifocale dei due progetti ottici, che insieme ad un corpo macchina disposto anche alle sensibilita' piu' proibitive (non e' certo il caso della D810) mettono ogni fotografo nella possibilita' di risolvere ogni ripresa: efficacemente, certo non eccezionalmente come con obiettivi fissi specifici invece e' possibile progettare... Continuando il reportage, la sera della vigilia del 4 settembre viene organizzata una processione notturna durante la quale i fedeli si recano a piedi al Santuario, alcuni perfino a piedi nudi: io con le mie sneakers rimpiango le scarpe da trekking...figuratevi i penitenti il 24-70 assolve bene il suo compito da reporter, delineando bene il carattere tutto palermitano delle ricorrenze religiose: se non si mangia, a Palermo, non ci si muove neppure per la santita' alla cappelletta di mezzo percorso i fedeli cominciano ad accendere i ceri io ho scelto questo posto, molto suggestivo, per arrampicarmi in anticipo, smaltire il fiatone ed appostarmi ad aspettare la processione delle 22 con i due zoom Art non ho pero' intenzione di fare monta e smonta, ma sopratutto al buio preferisco usare la mia D500 sulla quale sara' montato il 24-105 in un 36-150mm equivalente il 24-70 certo non sfigura al cospetto, neppure al crepuscolo, ma non ho intenzione di alzare troppo gli ISO sulla D810 24-105 24-70 24-70 solo barlumi di luce ad ISO 6400, il che accentua la sensazione di mosso col 24-105 e nel buio pesto delle 22,45 la processione iniziata a valle mezzora prima, arriva alla mia postazione 24-105 24-70 (interessante nella linearita' tra altissime e bassissime luci) 24-70 sparare 360Watt di flash a persone affaticate dalla salita, dalla folla e dal buio...non e' mai troppo popolare, ma mi piace mettere queste due (le uniche scattate) foto col 24-70 a TA e ISO 500 ad 1/125" col Godox AD360II per osservare come lo zoom anche in queste condizioni estreme, non manifesti fenomeni di "coma" sulle parti piu' riflettenti dei soggetti, ne' potenziali aloni che in questa situazione (come ad una festa in discoteca) facilmente zoom di classe economica invece manifesterebbero anche i bambini piccoli salgono la notte al Santuario, Palermo e' una citta' dalla spiritualita' molto accentuata e diffusissima: le recenti (negli ultimi 20 anni) immissioni di extracomunitari tamil hanno portato un ulteriore "zoccolo duro" di fedeli della Santuzza, quasi inspiegabile se non con la necessita' di rispecchiamento con i ceti piu' popolari della citta: per integrarsi ! Scendere e' anche piu' difficile e pericoloso che salire: buio fitto, sassi resi ancora piu' sdrucciolevoli dall'umidita' della sera e ...dei pellegrini, specie con zaino in spalla contenente una D810 e una D500, un flash a torcia Godox e la sua batteria portatile, staffe di ferro ed accessori vari, ma sopratutto... duemila euro di obiettivi in prestito... i due Sigma Art ! Allora usciamo a riveder la luce del giorno, sempre nei pressi delle falde del monte, in un posto dove negli anni vi ho portato piu' volte, fotograficamente, la Palazzina Cinese, padiglione di caccia dei Borboni, curiosa costruzione in stile orientale, ricca di spunti quanto...nemmeno io riesco ad esaurire: opportunita' per i due zoom di raccontare altre storie Il colore ed i contrasti non possono che venire in aiuto anche se il 24-70/2,8 non sembra averne eccessivo bisogno, distorsioni geometriche a parte ma anche il 24-105 parla "ad effetto" in luce come negli interni, a sensibilita' meno consone dei 64 ISO per la mia D810 ma la gestione di bianco e delle tinte neutrali sono appannaggio preferito del meno saturo e piu' contrastato 24-70 come dimostrato empiricamente da queste immagini nessuna defaillance neppure col 24-105, soltanto sensazioni... ... alimentate subito fuori dalla Palazzina, nel giardino circostante dove, in un'aiuola colma di fiori di Lantania gialli, mi appare da lontano una farfalla bellissima, una Podalirio... e mi scateno con entrambi gli zoom, previa lente addizionale Marumi da 3 diottrie sul portafiltri da 82mm, 24-105 per primo...: quindi anche col 24-70, il quale, anche consentendomi un avvicinamento maggiore, sconta la minore focale massima rispetto il suo gemello diverso ma... vuoi per la differenza di rapporto di ingrandimento, vuoi per quella sensazione di cui prima.. mi pare mi faccia ottenere un diverso e piu' rilassante bokeh rispetto a quello piu' nervoso del 24-105/4 Insomma una performance di entrambi gli zoom che ne fanno degli strumenti utilissimi (a parte il costo della lente addizionale per quel diametro filtri) anche nelle occasioni (per me non infrequenti) nelle quali mi infilo con la testa dentro un cespuglio, se qualcosa mi dice che... E' tempo di vendemmia, dopo un'estate di siccita': cerchiamo di spuntare il massimo che il nostro vigneto sia disposto a concederci; niente vendemmia manuale neppure quest'anno: costerebbe troppo rispetto il potenziale raccolto che faremmo (e anche qui l'istinto quest'anno mi ha salvato) La vendemmiatrice automatica e' un mostro di trattore dotato all'interno anche di aria condizionata... e si muove tra i filari in maniera arrogante ed indiscreta 105mm l'andata gliela faccio fare col 24-105 a tutta apertura 35mm 50mm 105mm il quale si comporta bene anche nella nuvola di terra sollevata al passaggio, che non pregiudica il risultato di nitidezza a tutte le focali. Il ritorno nel filare accanto, tocca al 24-70/2,8 48mm 24mm beh... ed anche lo scarico dell'uva cosi' raccolta, a 35mm 31mm24mm continuo a percepire questa sensazione di maggior contrasto dello zoom piu' corto ma piu' luminoso. Per completare il giro, lente addizionale pure qua in campagna.... rane supreme. (qui senza lente) (qui con lente) e libellule (damigelle) dagli occhi alieni...! tutte col Sigma Art 24-70/2,8... questa invece col 24-105, che mi piace di piu' per il taglio da tele Per concludere questa carrellata di immagini, che spero diano il senso delle opportunita' che a mio avviso concedono obiettivi generalisti come qusti zoom trans-standard, approfitto di queste ultime giornate di luce meno aggreesiva e piu' tenue, per osservare come i due Art interpretino in esterno in queste condizioni: f/5,6 e finalmente ammortizzando con la foschia l'eccesso di vignettatura del 24-105 anche a diaframmi medi qui f/8 (non lo direste mai, ma Marco Casagrande, oltre ad essere stato un campione juniores di windsurf, e' anche un bravissimo commerciale Canon Italia, del nostro distretto territoriale: Nital deve pensarci seriamente... all'immagine ! ) Idem con il 24-70, nitidezza e tridimensionalita' in condizioni di luce ambiente piatta portano a comprendere come ci si trovi davanti comunque a progettazioni ottiche eseguite con vetri di ottima qualita' queste altre col 24-105 rendendo questi due obiettivi, se ancora non fosse chiaro, entrambi strumenti preziosi per il reporter di eventi e cerimonia, saldati su un corpo macchina apposito, destinati a rimanere a disposizione per tutta la durata di una manifestazione, di un matrimonio, di una festa: perche' arrivera' sempre il momento nel quale serviranno alla bisogna ! Controluce diretto senza flares o ghosts nel 24-105 la torre delle saline di Nubia (TP) a seconda di: 24-105 @ f/5,6 oppure 24-70 @ f/11 mulino e saline con i due nostri Sigma Art indovinate voi quale foto con quale obiettivo. Due ritratti anche per me... ma qui sono compromesso da amore paterno In conclusione mi permetto di citare me stesso all'inizio di questo articolo, che spero utile a chi voglia operare una scelta Mi sono piaciuti e propendo per mia natura per quello di maggiore escursione focale e minor peso, proprio in funzione della sua...di natura: strumento atto a sostituire, senza la pretesa di eliminare, gli obiettivi che oltre a darmi stimolo a fotografare, regalano anche un pezzetto della loro personalita': con questi transtandard...la personalita', gliela devo infondere tutta io.... Non fosse ancora chiaro il mio pensiero al riguardo, lo condenso appresso: Pro: poliedricita', in questo i due Sigma Art sono insostituibili, ma questo aspetto e' la loro ragion d'essere, quindi promossi entrambi, con la lode il piu' lungo, il 24-105 (ovviamente) neutralita' rispetto condizioni di luce variabile: in controluce sono eccellenti entrambi... nessuno davanti l'altro nitidezza e contrasto: il 24-70/2,8 mi piace un pelo piu' del 24-105/4 AF eccellente e silenziosissimo, HSM Sigma promosso a pieni voti stabilizzazione eclatante per entrambi: ho pubblicato immagini scattate a 1/4" a mano libera a 35mm a TA il prezzo ottimo del Sigma 24-105mm f/4 Art Contro: il prezzo sbagliato del Sigma 24-70mm f/2,8 Art distorsione e vignettatura imbarazzanti per dei Sigma Art anche sul meno luminoso dei due, che risulta pertanto peggiore la neutralita' rispetto condizioni di luce variabile: oltre ad essere un pregio costringe a ricordarsi di dover intervenire sempre ed attivamente nella caratterizzazione dell'inquadratura (e dopo averlo scritto...non so piu' se non sia un pregio anche questo ) In buona sostanza, se volessi comprare uno dei due zoom, io sceglierei il 24-105 proprio per la sua destinazione naturale, quella di strumento all-in-one a disposizione su di un corpo macchina per ogni evenienza, nella quale tirera' fuori un risultato ottimo, con un impegno piu' che accettabile dal punto di vista economico. Ma l'eccellenza, in casa Sigma esiste. Altrove Max Aquila photo (C) per Nikonland 2017
  2. Mtrading, importatore italiano di Sigma vuole bene a Nikonland Sono anni che, ormai, con la cadenza definita dalle presentazioni delle ponderose novità (sotto il segno di Yamaki-san) ci mette a disposizione the best of... di cui possa disporre, mettendo in questo modo a dura prova le nostre possibilita' di trovare qualcosa che non ci soddisfi nelle attrezzature che riusciamo a testare: gli chiederemo ogni tanto di farci provare apparecchi di secondo livello, tanto per non indurre i lettori del sito a pensare che noi si sia in qualche modo Sigma-addicted nel senso deteriore del concetto E perche' allora ho definito Teatro della Vita questo mediotele, ultimo nato della serie Art? Perche' lo so bene che un obiettivo, così come una macchina fotografica, come qualsiasi altro accessorio, non siano altro che dei mezzi, strumenti adatti ad ottenere un risultato predefinito e premeditato. Il fatto e' che la Teoria poi si combina con la Realta' delle cose in modo imprevedibile, tanto da ridefinire il confine tra lo strumento ed il risultato. Posto che un mediotele come un 135/1,8 non sia certamente ne' uno standard, nè tantomeno uno zoom all-in-one ma invece un obiettivo ben specialistico, come ottimamente dimostrato dagli specifici articoli di Mauro Maratta su questo eccellente obiettivo Sigma 135mm F1.8 Art : il mustang Sigma 135mm F1.8 Art ... a nudo ma nelle settimane nelle quali ho avuto modo di usarlo, questo Sigma 135/1,8 Art mi ha parlato anche di altro... e non proprio sussurrandomi le sue opportunita' all'orecchio, ma chiamandosi a gran voce sulla sd Quattro H con la quale utilizzavo in contemporanea il 14/1,8 Art ed il 35/1,4 Art con i quali Mtrading mi ha dato il privilegio di utilizzarla. Teatro, intanto, come genere: avevo gia' provato ad utilizzare la sd Quattro 1,5x in teatro ed a ISO proibiti dallo stato dell'arte del sensore Foveon, che accanto alle strabilianti prestazioni alla sensibilita' base non riesce ancora ad accompagnare un'amplificazione del segnale esente da...effetti collaterali, nel senso di artefatti cromatici e di scadente rapporto S/N. Il risultato mi aveva confortato, insieme alle caratteristiche complementari come la silenziosita' di scatto, inarrivabile da alcuna reflex. La necessita' in questa calda e luminosa estate di restare su diaframmi apertissimi come quelli offerti da questo mediotele Art, mi ha indotto nella decisione di iniziare sfruttandolo proprio a teatro, a Segesta, durante le rappresentazioni serali che si tengono esattamente dove si tennero, analoghe, fin dal III secolo a.C. (senza cellulari allora...) e nello specifico durante la rappresentazione dell'Oreste di Euripide e, alcune sere dopo, delle Nuvole di Aristofane. Il filo che leghera' tutte le foto realizzate per questo articolo è chiaramente l'utilizzo di questo Art a tutta apertura o immediatamente presso questa: l'esigenza di luce in condizioni di ripresa come quelle che seguono non consente l'utilizzo di diaframmi piu' chiusi, giusto il secondo paletto, quello di restare tra gli ISO 100 canonici per la sd QuattroH e al massimo ISO 400 per evitare eccessi di rumore digitale o di distorsioni cromatiche a vanificare l'intento originario, ossia fermare l'azione ! Ecco quindi dipanarsi la storia della follia di Oreste, perseguitato dalle Erinni per l'orrendo delitto commesso (l'uccisione della madre Clitennestra e del suo amante Egisto, richiesta da Apollo per vendicare l'assassini da parte di quei due di Agamennone tornato vincitore da Troia con Elena) Elettra regge tutta la scena, raccontando della follia del fratello, Oreste, follia che e' travaglio interiore per il gesto compiuto e le motivazioni che continuano a dividerlo tra il Giusto e la Perdizione, una Luce spettacolare, quella del sole al tramonto che investe il palco da sinistra verso destra, illuminando nel modo piu' suggestivo gli attori (il palcoscenico e' disposto esattamente verso il Nord): il Sigma 135/1,8 Art non si fa pregare in queste condizioni, anche nel crop seguente si vede come sia stato progettato per avvolgere il soggetto della luce disponibile, anche e sopratutto in esterni i riflessi sugli ornamenti di Elena di Troia (sposa di Menelao) riflettono del tutto la luce del tramonto prossimo la qualita' del fuori fuoco di sfondo e' una delle caratteristiche piu' rilevanti di questo Sigma anche con un diaframma piu' chiuso, (f/2,8) lo stacco tra i piani prospettici di questo mediotele continua ad essere determinante sul soggetto, Elena istruisce Ermione (la figlia avuta da Menelao), in questo crop si percepisce meglio la pdc dell'immagine precedente ed i colori e la nettezza del gesto, rispetto il tempo di otturazione non fulmineo (1/200") la dicono lunga sull'insieme di valori in gioco ma e' dove si apra verso il limite massimo che si torna a considerare in pieno l'opportunita' offerta da questa lente, che tiene l'asticella della qualita' ottica sempre al massimo (pure quando le Eumenidi si trasformino in Erinni ) e pur variando in postproduzione valori come quelli della temperatura colore o della saturazione (il Foveon tende a caricare in eccesso al diminuire degli EV), il risultato e' del tutto intercambiabile, perche' non dipende solo dal sensore, ma principalmente dalla lente. Oreste passa dalla lucidità alla follia (mentre le luci di scena cominciano a sopravanzare l'ultima luce solare) ed il 135 Art fa il suo splendido lavoro, selezionando soggetti anche negli insiemi spicca la sua vocazione al sottolineare (crop) senza eliminare informazioni dagli spazi circostanti. Gradualmente, senza scosse, ma inesorabilmente ! arrivano in scena Menelao e il vecchio Tindareo, nonno di Oreste, che vuole giustizia della figlia, (Clitennestra) che la luce mista sta per diventare artificiale e cio' nonostante, Foveon + Art = successo guardate il blu dell'ora sulle montagne di sfondo (ed il loro definito sfuocato) Pilade, amico di Oreste, arriva a ...dargli una mano cosa che Oreste ...si accolla di buon grado Elettra e' sull'orlo di una crisi di nervi decisamente, direi... e nel crop vorrei sottolineare come omogenei siano i passaggi, le transizioni cromatiche e delle forme dei soggetti salgono gli ISO, per forza di cose... (qui siamo a 250) e compaiono i primi artefatti verdastri, intorno alle aree meno definite, come si vede nel crop seguente ma nella trasformazione in B/N (e coerente correzione dei difetti delle immagini) l'incisivita' del 135 Art continua a definire il senso del racconto, a seconda di che soggetto sia quello a fuoco proprio come sia lecito aspettarsi da obiettivi costruiti per questo crop sulla qualita' d'immagine della trama del velo Niente luce se non artificiale, ma forse ancora piu' definito lo stacco prospettico, giusto lo sfondo ormai tutto nero il dramma volge al termine, con Elettra, Oreste e Pilade condannati al suicidio dal tribunale popolare voluto dal padre di Clitennestra cosa si inventano i tre? Prendere in ostaggio la piccola Ermione e tentare di ucciderne la madre, Elena (quella che aveva originato la soap opera intera) e quando il terrore scorre sul filo della lama impugnata da Oreste (paura....) arriva Apollo e trova la soluzione: liberi tutti e matrimoni incrociati... Oreste ed Ermione (ma non la stava ammazzando?), Elettra e Pilade e chipiunehapiunemetta (Ma questo e' un finale rivisitato: Euripide volle far scorrere sangue anche alla fine del dramma) Teatro, poi, come luogo: Altra accezione del termine, che indica il luogo dello svolgimento dell'azione, anche quando non scenica, nella quale un obiettivo come questo Sigma 135mm si ritrova sempre alla grande, per sua natura. Dal ritratto piu' banale che praticato con questo mediotele...smette di essere banale, alle foto di vedute (terreno per tutte le lunghezze focali, ma sopratutto a mio vedere per quelle medie) che proprio per questo si arricchiscono facilmente di ulteriori elementi (che su angoli di campo piu' larghi resterebbero in minor dettaglio) Al dettaglio di parti del campo inquadrabile con altri obiettivi, a specificarne dinamiche difficilmente intellegibili ad occhio nudo particolari mai notati nella loro "azione" resi palesi dalla capacita' del Sigma 135/1,8 di isolare, definire, distinguere, comprendere e... ricordare. E rivolgendo occhio ed obiettivo a dettagli d'insieme, come una guglia, girandovi attorno lo sguardo per determinarla soggetto... piu' volte oppure al pavimento dello stesso luogo indovinando da qui una nuova caratteristica, inconsueta per un mediotele luminoso, quella della definizione anche sulle brevi distanze, applicandola quindi a teatri ben differenti, ma pur sempre paradigma di Vita, di vite... differenti dalla nostra, ma non per questo meno caratterizzate dalle qualita' di questo fuoriclasse indiscusso, già senza lenti addizionali, senza tubi di prolunga, solamente con l'ausilio del suo limitatore del range di distanza focale che ai suoi 87,5 cm di distanza minima, a f/2 ci consente di riportare anche di simili Teatri di Vita (crop 90%) Teatro, infine, come Tempo: Il Tempo e' una delle variabili della Vita, se non la piu' determinante. Ogni oggetto ha il suo tempo, fa il suo tempo, e dopo altro tempo... avra' fatto il suo tempo. Ogni epoca ha degli oggetti che la caratterizzano e nel nostro piccolo, su Nikonland, siamo convinti che l'Estro e l'Inventiva dei progettisti e della proprieta' di Sigma, stiano facendo battere i secondi del tempo attuale: perche' indipendentemente dal valore assoluto di queste attrezzature, cio' che sta ottenendo questa cascata di obiettivi di grande qualita' accompagnati da macchine fotografiche tanto particolari quanto innovative, ha di certo ottenuto il grande merito di spaccare l'argilla ai piedi delle Grandi del mercato, che sentendo la pressione di Sigma e di pochi altri competitor, si sono rimessi in movimento. Cosa che potrà solo produrre benefici per tutti noi appassionati. Nel Tempo si muove l'Umanita', che agisce e vive e produce memoria del suo essere. Questa memoria viene trasmessa e condivisa: il pregio di Aristofane sta nell'indiscutibile senso dell'Universale che pervade la sua opera: che puo' essere attualizzata come hanno voluto fare gli sceneggiatori di quest'anno a Segesta, nel rappresentare le Nuvole niente di meno che come ...the Cloud rispetto i moderni smartphone e tablet cui riferirsi come oggetti del potere terreno, in contatto con l'Etereo. Socrate vive lacero e puzzolente in un cassonetto e gestisce una... scuola per aspiranti smart people, con alterno successo, specie se l'allievo sia un allevatore di polli ignorante come Strepsiade ossessionato dai vizi del figlio Fidippide che pensa solo a cavalli e lussi per loro improponibili. Debiti da gioco e da acquisti (niente rate a tasso zero) da curare con la filosofia del Guru... Sigma 135mm f/1,8 Art in available light a f/2 t/200" Socrate dal cassonetto in luce mista, predica alle masse e parla alle Nuvole ammonisce Strepsiade, che tenta di aggiornarsi col cloud le nuvole le quali scendono tra gli uomini, sempre in available light, e nonostante l'errore di esporre ad 1/30" f/2,8 la mirrorless sdQuattroH salva in parte il risultato 320 ISO @ f/1,8 t/100" ISO 250 @ f/1,8 t/200" Non finisce bene: Strepsiade non riesce come allievo, suo figlio molto meglio di lui e lo ricatta... Allora Strepsiade manda a quel paese le Nuvole e Socrate e con una fiaccola gli appicca il fuoco dentro il cassonetto (ma sono le 21,30 e la luce di scena diventa sempre piu' gialla, il Foveon non regge piu' e questa foto l'ho fatta col 35/1,4 art) Morale dell'Articolo? Sigma costruisce segni del tempo attuale come questo 135/1,8 Art, che non serve solo per fare ritratti in studio, ma spazia per Teatri di molte altre dimensioni e destinazioni, nei quali fotografi migliori senza dubbio di me, sapranno tirarne fuori tutto cio' che questo obiettivo sapra' loro suggerire... Tornando quindi al pensiero dell'inizio ritengo senza dar segno di cedimento mentale che esistano strumenti che riescano ad essere ben piu' che semplici mezzi con i quali portare indietro il risultato, ma oggetti decisamente ispiratori delle opportunita' che vi offrono. E ve lo scrive uno ben abituato a scendere a compromessi con materiale ed attrezzature non per forza "no compromise". Per divertimento... Che dire di piu' ...? W S I G M A... e grazie ancora alla gentile disponibilita' di per la possibilità di utilizzo di queste attrezzature ...del nostro Tempo ! Max Aquila photo (c) per Nikonland 2017
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