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Vado in Afghanistan: che dite, me lo porto il Nikon Z Noct 58mm f/0.95 ?
Max Aquila posted an article in Editoriali
Come si mettono insieme reportage ed Afghanistan, il connubio più soft che viene alla mente riguarda di certo Steve Mc Curry e Sharbat Gula: la ragazza afghana fotografata nel 1984 ed apparsa l'anno seguente sul National Geographic in copertina, per poi diventare "the Icon" delle guerre in tutto il versante mediorientale ed in generale, icona della resistenza della popolazione alle invasioni territoriali. Da questa copertina in poi, il suo autore ha goduto, gode e godrà di meritata fama per la sua produzione fotografica del secolo scorso, perchè di quella del secolo corrente....non abbiamo avuto traccia, se ve ne sia, salvo il malaugurato viaggio del 2002, 17 anni dopo la foto, finanziato dalla rivista per organizzare il nuovo incontro, con la drastica presa di coscienza della legge del Tempo che non risparmia nessuno, nemmeno le Icone. Di tutto il resto accaduto dopo e dell'arrivo di Sharbat Gula in Italia di qualche anno fa mi interessa poco: ho preso a prestito la sua storia da trama di film come " perfetti sconosciuti " perchè è ben nota e talmente impressa nell'immaginario collettivo che pochi di voi si saranno chiesti con che attrezzatura Steve Mc Curry viaggiasse in quegli anni in quei paesi, nei quali ha realizzato miriadi di reportage, oggetto di molte pubblicazioni e di un'infinità di mostre itineranti, una delle quali appunto intitolata ICON ... Fotocamera ed obiettivo erano questa generazione di attrezzatura Nikon (la sua era una FM-2) e pellicole Kodachrome 64 e 200. Insieme al 105/2,5 un paio di altri fissi e solo molti, ma molti anni dopo, il passaggio a comodità come autofocus e zoom. Il risultato si valutava molto dopo aver scattato: la previsualizzazione e la conoscenza dell'esposizione valevano il 50% del risultato, la creatività il 30%...il restante 20% era suddiviso tra riuscita dello sviluppo del rullino e valenza del materiale, nel caso di quei films, effettivamente sopra il resto delle altre opportunità sul mercato: a patto che il trattamento fosse effettuato da tecnici alla stessa altezza... ed il Kodachrome andava spedito (se non eri un fotografo del National) restando a tenere le dita incrociate fino al suo ritorno... Bene...e se mi prudessero le mani e volendo emulare Steve McCurry, organizzando un viaggio in Afghanistan (cosa tristemente impossibile ancora oggi a distanza di 40 anni) mi indebitassi per comprare quello che è stato progettato per essere il miglior obiettivo standard-about del mondo, ossia il Nikkor Z 58mm f/0,95 S Noct ??? due chili di obiettivo con 17 lenti, attacco per treppiede e però a fuoco manuale, come il 105/2,5 di McCurry...? Posto che riuscissi a procurarmelo ed a spacciarmi per un inviato, riuscendo ad entrare in quella disgraziata parte del mondo, cosa ne direste .....? Sarei facilitato rispetto alle difficoltà fotografiche di Steve, pur utilizzando dietro questo monumento dell'ottica moderna, un corpo macchina digitale, forte di mirino elettronico e monitor di visione, esposimetro a scelta tra modi differenti , schede di memoria per immagazzinare 36 scatti...al secondo (e non a singola pellicola come nel 1984), sfruttando le enormi latitudini di posa di sensori che operano con rumore bassissimo anche oltre i 10mila ISO, ma che riescono a scendere, guarda caso, ai 64 iso della Kodak di Steve? Cosa porterebbe Steve McCurry con sè, se avesse ancora quei suoi 35 anni e avesse deciso come me oggi, di avventurarsi tra AK47 e mine europee sparse dappertutto, come il pecorino romano su di un piatto di gricia, oltre al rischio che qualche bombardiere USA decida di sganciare ancora confetti non certo da matrimonio? Beh, ve li elenco io, anche in sua assenza su Nikonland, i motivi per i quali oggi Steve non si porterebbe il Nikkor 58/0,95 Noct appresso: perchè la strutturazione progettuale di questo obiettivo è quella di un utilizzo sul campo previsualizzato e preprogettato come uno scatto a 64ISO in available light da t/15 a tutta apertura: ogni scatto col Noct deve essere frutto di una completa sinergia tra distanza del soggetto dal fotografo e dello sfondo dal soggetto stesso: non basta tenerlo a tutta apertura per ottenere il risultato sperato e comunque non si può pensare di impiegarlo in un modo standard, da ripetere volta per volta, come se si scattassero delle fototessera. Luce, colore (oppure contrasti di illuminazione nel BN), qualità e direzione dell'illuminazione sul soggetto ed attorno ad esso, sono elementi necessari per fare scaturire la Magia che può promanare da uno scatto con questo obiettivo. Ma la composizione dell'inquadratura è un elemento altrettanto fondamentale, scattando a diaframmi così aperti, per evitare di rovinare nel complesso uno scatto nel quale di un soggetto si abbiano nitidi solo gli occhi e il resto delle parti del suo corpo brutalmente indistinte perchè in un ambito operativo così speciale, bisogna essere lesti a scattare. E l'Afghanistan ci serve solo come parallelo con il beneamato Steve: ma le cose non cambiano in un viaggio fotografico come potrebbe essere in un qualunque paese che non appartenga alla nostra cultura occidentale, nel quale bisognerebbe prima di tutto correttamente ambientarsi per poter instaurare quell'empatia necessaria affinchè uno scatto non sia al tempo stesso uno scippo, cosa non certo ben vista in molti paesi arabi, ma neppure in altri oggi in voga del sud est asiatico, come Thailandia, Laos, Malesia, Vietnam per non parlare di Cina e dello stesso Giappone: la cura ed il rispetto verso il prossimo sono aspetti non sempre abbastanza tenuti in considerazione, spesso a causa del poco tempo a disposizione del turista. Un viaggiatore è chi invece può soffermarsi, conoscere e decidere se scattare una foto sia opportuno oppure no perchè a disposizione per un viaggio in paesi lontani oggi, nel 2024, abbiamo a disposizione strumenti di classe intermedia, performanti molto di più di quelli di allora, in una scala pressocchè continua che dal Noct arriva allo zoomino entry level, a patto di compromessi crescenti che possono tranquillamente essere gestiti dapprima on camera e successivamente in post produzione, con opportunità del tutto inaccessibili anche ai migliori tecnici dell'epoca di Steve: ogni tassello può essere utilizzato per destinare la propria creatività al risultato finale. Oggi Steve viaggerebbe probabilmente con un 24-120/4 sulla sua Nikon Z e tra queste sceglierebbe il corpo macchina più indicato all'esigenza da affrontare, senza preclusioni. D'altro canto la digitalizzazione dei suoi scatti su diapositive o negativi, per ottenere le gigantografie che oggi campeggiano nelle mostre fotografiche che lo ricordano, come pensiamo che siano state rese possibili se non da successive interpolazioni digitali delle scansioni dei suoi vecchi originali? perchè un Nikkor 58/0,95 S Noct è un monumento alla fotografia ragionata e non va svilito da un utilizzo che ne tarperebbe le enormi potenzialità se utilizzato in maniera casuale, randagia, esibizionista...si... E' proprio questo il senso di chi dovesse compiere qualcosa di simile... NdA: chiedo scusa a Steve McCurry per averlo indebitamente citato, ma ormai è diventato un' icona al pari delle sue immagini... Max Aquila per Nikonland 2024- 9 comments
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Il Noct per Nikon Z mi era arrivato in prova qualche giorno prima di Natale del 2019. Obiettivo che mi ha letteralmente ammaliato per le sue specificità uniche e tuttora non replicate da altri obiettivi adatti all'attacco Z. Ma si trattò di una corsa non preparata di pochissimo giorni. Avendo l'opportunità di passare qualche giornata in studio l'ho chiesto ancora ... in prestito per poter confermare le mie impressioni. Si sa, alle volte i momenti magici non si ripetono ... Questa volta, non sulla Z7 che letteralmente scompariva dietro al mostro, ma accoppiato con la mia Z9 che non aspettava altra occasione. il Noct sulla Z9. Sembra progettato per lei. Ciononostante, per poterlo usare bene : treppiede o monopiede. Non per il peso, ma per impedire al fotografo di muoversi e perdere la messa a fuoco che deve essere precisissima. Col mirino chiaro e ampio della Z9 la visione è ottimale. Ho staccato il focus-peaking e mi sono regolato con il telemetro (triangoli e pallino di conferma) oltre al riquadro che passa al verde se vede che il punto corrispondente è a fuoco. CINEMATOGRAFICO Dosando in modo appropriato le luci, si conferma uno strumento adatto a caratterizzare di suo scene di stampo cinematografico. Immagino che Stanley Kubrik ne sarebbe rimasto conquistato, avendo la possibilità di usarlo sulla Nikon ... niente di meglio di questa sala del noto studio di Milano caratterizzato da cadute di luce e pareti in grado di assorbire i riflessi sono tutte riprese in luce disponibile, la poca di novembre, con l'obiettivo su monopiede Manfrotto IPERNITIDO si conferma nitidissimo, anche troppo (!) se si riesce ad avere la corretta messa a fuoco. come su questo obiettivo della concorrenza ma soprattutto su un bel paio di occhi verdi come quelli di Morgana sfuocato e vignettatura sono al naturale. E guardate il dettaglio nell'ingrandimento di questo scatto : screenshot direttamente da Lightroom AMMALIATORE Io non sono un gran cineasta ma credo che oltre all'ambito fotografico, questo obiettivo vada impiegato forse soprattutto nel video, nello stile attuale della migliore produzione cinematografica e televisiva. Immagino alcune troupe che si dotano di Z9 per poter sfruttare le caratteristiche del Nikkor Z 58/0.95. Per noi si tratta di una accoppiata costosa, ma in termini di CINE, sono abituati a costi ben superiori. 821056512_58prima.mp4
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Come i gioielli più importanti, il Noct arriva ben protetto. Sono due i cartoni che lo contengono. Quello esterno. che porta ben evidente come debba essere impacchettato ad uno ad uno il sigillo di Nital già sul cartone esterno che reca le indicazioni dello spedizioniere perchè arriva così dal Giappone via Amsterdam questo invece è il cartone interno, ben marchiato. con l'altro sigillo che promette quattro anni di garanzia. Ma saranno molti di più di gioia di utilizzo per chi potrà permettersi il Koh-I Noor dei Nikkor ! ecco apparire la valigetta che contiene il Noct, ben protetta da cellophane e polistirolo che sembra un intermedio tra la valigetta con i codici di lancio degli ICBM e quelle che contengono le armi portatili dei poligoni ma non è così minaccioso il Nikkor Z Noct che qui compare, bloccato nelle sezioni preformate di assorbente poliuretanico dentro alla valigetta. Lo scomparto anteriore è coperto da uno sportellino che reca serigrafato lo schema ottico dell'obiettivo. Complessissimo e ben lontano da qualunque normale abbiate mai visto. libero lui e il paraluce dal loro alloggiamento. Fino al ritorno a Moncalieri, gli prometto che starà alla luce insieme a me tappo, un pezzo normale come gli altri Nikkor Z, passo da 82mm, nemmeno troppo enorme in primo piano il paraluce in metallo a vite eccolo qui. Non c'è un dettaglio in plastica in questo oggetto costruito a mano da pochi artigiani nella fabbrica giapponese di Nikon, come si faceva una volta con il suo progenitore, il mitico Noct-Nikkor 58/1.2 come gli altri Nikkor Z di fascia alta, c'è il tasto funzione aggiuntivo, la ghiera interna programmabile, il tasto di controllo del display OLED che normalmente mostra la distanza di messa a fuoco visto dall'alto con le serigrafie perfettamente scolpite e verniciate. Bianco e giallo sono i colori scelti per la doppia scala della distanza di focheggiatura. imponente, solido, robusto, eppure facile da maneggiare la splendida ed orgogliosa serigrafia anteriore e il riflesso dello schema ottico dei nidi d'ape dei miei due softbox che non ho voluto togliere per mostrare la qualità del trattamento dei singoli strati Matricola 2167. Quindi non ne hanno prodotti poi così pochi .... Made in Japan, come una volta ! un dettaglio del fermo del collarino del treppiedi, grosso e ben robusto con un serraggio a prova di sblocco. montato sulla mia Z6 in tutto il suo splendore. L'obiettivo è certamente (molto) grosso ma non così sproporzionato. come si vede in queste viste dall'alto. dettaglio del bel paraluce che reca da una parte la filettatura per il montaggio, sicuro, all'anteriore - anche esso in metallo - dell'obiettivo, mentre dall'alto ha una parte gommata simile a quella dei paraluce in fibra di carbonio dei superteleobiettivi Nikon. come si vede in questa vista laterale. Anche qui orgogliosamente Made in Japan. bello come il sole, robusto come uno strumento destinato a lavorare migliaia di ore consecutive senza problemi. dettaglio della enorme ghiera di messa a fuoco che ha una rotazione di quasi un angolo giro completo. Tra 50 e 60 cm di messa a fuoco corrono forse cinque centimetri (non scherzo !) di corsa. Lo ricordo ai più distratti : questo è un obiettivo meccanico a fuoco manuale. Non c'è nessun motore, lo dovete focheggiare voi a mano ! La messa a fuoco è fluida, sicura, agevole. La meccanica a prova di orologeria svizzera. La costruzione è inappuntabile. Ogni dettaglio è funzionale, prima che pensato per stupire. I pulsanti sono sicuri, fermi, perfetti. Il display Oled visibilissimo in ogni circostanza. Anche la ghiera interna è ben sfruttabile. Io l'ho impostata per controllare la sensibilità ISO. Se posso fare un appunto, va alla solita scelta di Nikon di trascurare lo standard di mercato degli attacchi dei treppiedi. Oramai si usa quasi esclusivamente l'attacco Arca Swiss. Qui il piedino è liscio e deve necessariamente essere avvitato un adattatore Arca Swiss che può creare qualche problema di fermo. Una svista secondo me inspiegabile su un oggetto così perfetto. L'unica parola che può definirlo a pieno. Utilizzarlo, dopo i primi minuti in cui si deve superare la soggezione, è una gioia. E più passa il tempo, e più viene voglia di continuare a mettersi alla prova utilizzandolo sempre più al meglio. Ricordiamoci sempre una cosa. La profondità di campo ad f/0.95 alla distanza minima di messa a fuoco è qualche cosa meno di 3 mm. Ovvero 1.6 mm davanti al soggetto, 1.6mm dietro al soggetto. **** NOTE STORICHE Facciamo due passi nel mito per spiegare quanto la focale 58mm sia intimamente importante per Nikon. Magari pensate che il primo normale Nikon luminoso sia stato un 50mm. Ebbene vi sbagliate. Perchè al lancio del sistema F nel 1959 il 50mm era considerato un obiettivo di attacco, ed era un bel f/2, ne ho un esemplare in ottime condizioni di quell'anno. Ma la versione luminosa, lanciata nel ottobre del 1959, pochi mesi dopo il lancio della Nikon F, era il 58mm f/1.4 marchiato Nippon Kogaku Japan. Il Nikkor-S da 5.8cm f/1.4 dell'ottobre 1959. Foto Courtesy Ken Rockwell Guarda caso un Nikkor S, con focale da 5.8cm e luminosità 1:1.4 Solo nel 1962 verrà presentato un 50mm f/1.4 ma non confondiamo la focale 58mm con quella da 50mm. A 50mm il ritratto viene già deformato, mentre a 58mm no. 58 non è solo formalmente la trasposizione dei numeri che compongono anche 85mm, la focale per eccellenza del ritratto. Al primo 58/1.4 del 1959 farà seguito il mito cui si rifà anche questo nuovo obiettivo per Nikon Z. Il Noct-Nikkor 58mm f/1.2 in versione AIs del 1982 Quel 58mm f/1.2 Noct-Nikkor del 1977, prodotto fino agli anni '80. Obiettivo pregiato, con una lente asferica molata a mano con tempi di realizzazione molto lunghi. Esattamente come questo nuovo Noct che si rifà al progenitore anche nel nome, oltre che nelle ambizioni. Per lungo tempo il Noct-Nikkor è stato molto ambito tra fotografi e collezionisti, con quotazioni arrivate al limite dell'assurdo (anche oltre i 3500-5000 euro per un esemplare perfetto). Più recentemente, Nikon alla ricerca di una conferma nella sua focale "normale" d'eccellenza, si è riproposta con un progetto finalmente autofocus e progettato per le moderne reflex digitali il nuovo 58mm è un obiettivo correntemente in produzione. Tutto in plastica, costruito in Cina, con caratteristiche particolari di resa del soggetto e del suo sfuocato. Che pur essendo un obiettivo di pregio, non brilla particolarmente in nulla se non nello sfuocato. Si tratta quindi di una focale particolare, non scelta a caso, che è stata riprodotta anche da altri marchi nel passato anche recente (Minolta con il suo Rokkor 58/1.2, un progetto parallelo a quello del Noct-Nikkor del 1976 e Voigtlander con il suo Nokton 58/1.4 che si rifà ad un altro progetto dell'Università di Tokyo degli anni '80). Oggi è Nikon stessa che per introdurre degnamente il nuovo attacco del 21° secolo, lo Z Mount, riprende sia la focale che la sigla Noct, per portarla a limiti inesplorati con l'apertura massima addirittura inferiore ad f/1. Il nuovo obiettivo esclusivo per Nikon Z è talmente superiore ai precedenti, per costruzione, prezzo e prestazioni, da staccarli nettamente di categoria. *** PRESTAZIONI Resta però la filosofia di fondo. Il Noct è un obiettivo di altissime prestazioni ma pensato per dare il massimo di se nel mondo reale. Non aspettatevi misure di laboratorio cliniche e al limite di quelle teoriche. Tutt'altro. Nell'uso non ho notato distorsione o vignettatura, ben corrette anche via software. Ma l'aberrazione cromatica assiale è presente, specie negli scatti reali. Pur ricordando che è un iper-luminoso, ci sono oggetti più corretti nelle fotografie alle mire ottiche, come potete vedere qui sotto : e qui, intorno alle luci dei led : Qualcuno potrà anche obiettare che la resa dei punti di luce non è omogenea. E' vero, al centro abbiamo dei circoli perfetti, mentre ai bordi estremi avremo i classici ossi di seppia : Le sue caratteristiche però lo portano ad essere un reale campione dove veramente conta. La transizione tra fuoco e fuori fuoco che è a livelli che sinora non avevo mai visto, certamente non in questa lunghezza focale. è abbastanza evidente qui ma lo è ancora di più in queste rose : ad f/0.95 il primo piano è nitidissimo e addirittura tridimensionale, mentre il secondo piano è totalmente dissolto Ad f/5.6 si mantiene lo stesso tipo di rendimento, senza alcuna soluzione di continuità. Praticamente si può giocare cambiando continuamente l'apertura del diaframma a parità di ogni altro parametro, per vedere l'effetto che fa sui soggetti inquadrati. e a differenza di altri progetti moderni, il tipo di resa è omogeneo, sia che il campo di sfuocato sia dietro che, davanti al soggetto come si vede in questa foto : con altri obiettivi, il primo piano sarebbe nervoso e rigido, qui invece abbiamo lo stesso tipo di dissoluzione dell'oggetto, nonostante questo prenda la luce in modo differente. Potrei continuare a lungo a fare questi giochi ma io questo obiettivo l'ho usato per fotografare in questi giorni, e se mi sarà possibile continuerò a farlo finchè non lo dovrò restituire. Con foto come questa, grazie ad una particolare combinazione fortunata tra luce, soggetto, predisposizione e un pizzico di magia natalizia : Ma restando alla resa del soggetto e del suo sfuocato, sia davanti che dietro al piano di messa a fuoco, vorrei sottoporvi questo piccolo filmato. Se guardate bene, vedrete per un attimo materializzarsi un capello davanti al viso di Jessica. Un sottilissimo capello reso nitidissimo pur con un campo visibile sia davanti che dietro. Premere sull'immagine per visualizzare il video e poi tornare indietro per proseguire nella lettura dell'articolo. Conclusioni Non la faccio troppo più lunga, credo che chi ha occhi per vedere abbia già visto ciò che doveva vedere. Per gli altri, non c'è nulla da fare, non è colpa nostra ! Dimenticatevi del prezzo, non è con il cartellino che si fanno le foto. Ma con il manico e con gli strumenti fotografici. L'album con un pò di foto : la descrizione di un mio servizio fotografico : con commenti, confronti e puntualizzazioni operative. Se posso sintetizzare : - è un obiettivo speciale, nel senso letterale del termine, io non ho mai visto nulla di simile - è un obiettivo vivo, non uno strumento di laboratorio pensato per eccellere nelle misure. Valutatelo per le foto che vi consentirà di fare, non per misure scientifiche, non è quel tipo di obiettivo - è un obiettivo che da assuefazione. Visto questo all'opera, ogni cosa che conoscete o possedete, vi sembrerà ordinaria. - l'unico appunto che mi sento di fare è un piccolo peccato veniale, il piedino del treppiedi (necessario per fare foto decenti almeno se non siete fatti di pietra !) non è a norma Arca Swiss il prezzo invece è una variabile non sostanziale per dotarsi di uno strumento del genere. Anzi, se lo vediamo in campo cinematografico, il suo costo è anche piuttosto conveniente e io mi aspetto che se ne vendano parecchi ... ! Insomma, un capolavoro. Che ve lo dico a fare ? Non l'avevate capito ? Grazie a Nital Spa, distributore dei prodotti Nikon in Italia, senza la cui benevolenza nei confronti di Nikonland questa prova sul campo non sarebbe mai stata possibile.
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